giovedì 15 settembre 2011

SALMI VESPERO

Salmo 10

Il giusto, logorato dall’avversione persistente, non deve darsi alla fuga, ma saper confidare in Dio. La Chiesa chiede di saper rimanere fedele a Dio affrontando con umile fermezza l’opposizione al Vangelo.

Nel Signore mi sono rifugiato.

Il giusto, anche se perseguitato, non deve darsi alla fuga, in preda alla sfiducia. «Compiamo tutto quel che sappiamo che il Signore vuole da noi e poi abbandoniamoci a lui. Non fuggiamo per salvaguardarci. Tutti gli avvenimenti sono nelle sue mani» (De Foucauld)

Come potete dirmi: «Fuggi come un passero verso il monte»?

«Lotta sino alla morte per la verità, Il Signore Dio combatterà per te» (Sir 4,28). Gesù perseverò nella sua missione nonostante il pericolo incombente: «mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme» (Lc 9,51). «Non solo parole di un dubbioso che vaga per sottrarsi ai persecutori ma parole da uomo perfetto, proprie di chi pensa: chi ci separerà dall’amore di Dio? (Rm 8,35)» (Eusebio).

2. Ecco, i malvagi tendono l’arco, aggiustano la freccia sulla corda per colpire nell’ombra i retti di cuore.

«Questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre» (Lc 2253). «L’ombracala quando la Chiesa è sconvolta dalle persecuzioni e gli uominicarnali abbandonano la fede per paura. Ma se si parla di retti di cuore mostra che le macchinazioni risultano inefficaci» (Cassiodoro).

3. Quando sono scosse le fondamenta, il giusto che cosa può fare?

Dice il Signore: «Anche se i monti si spostassero non si allontanerebbe da te il mio affetto» (Is 54, 10). «Dio non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza. Non vergognarti della testimonianza da rendere al Signore nostro» (2 Tm 1,7-8). «Ecco un uomo senza scrupoli, armato di ricchezza e di potere. Questi, però, sono segni di debolezza e posso vincerlo. Perché trionfa sempre? Perché non sappiamo lottare. Vogliamo usare i suoi stessi mezzi inefficaci. Opponete all’orgoglio, la modestia, all’avarizia, la povertà... Con queste armi vincerete senza fatica» (Crisostomo)

4. Ma il Signore sta nel suo tempio santo, il Signore ha il trono nei cieli. I suoi occhi osservano attenti, le sue pupille scrutano l’uomo.

«Così parla il Figlio di Dio, Colui che ha gli occhi fiammeggianti come fuoco. Conosco le tue opere» (Ap 2,19-20).«A Dio non sfugge nulla di quanto è sulla terra. Egli visita il misero con la grazia dei suoi interventi, cui si dà il nome di occhi» (Eusebio). «Sventurati quelli dai quali Dio ritrae il suo sguardo, e felici quanti sono guardati con bontà! Pietro, caduto nel peccato, poté ritornare, quando Gesù lo guardò (Lc 22,61)» (Cassiodoro). «Il Signore sa liberare dalla prova chi gli è devoto, mentre riserva, per il castigo nel giorno del giudizio, gli iniqui» (2 Pt 2,9).

5. Il Signore scruta giusti e malvagi, egli odia chi ama la violenza.

«Il Signore, nostro Alleato è dovunque, vede tutto, provvede anche senza essere richiesto, si cura di noi e reprime l’ingiustizia, soccorre gli oppressi, ricompensa le opere buone, punisce i colpevoli» (Crisostomo) «Dio non odia ciò che ha fatto, ossia gli uomini, ma odia ciò che non ha fatto: il peccato» (Tommaso).

Cristo odia, ossia disapprova, chi ama la violenza: rimprovera Pietro che lo ha difeso con la spada e guarisce il soldato ferito da lui (Mt 26,52).

7. Giusto è il Signore, ama le cose giuste;

«Dio può tutto ma non può agire contro il bene, contro la verità, contro l’amore e contro la libertà» (Benedetto XVI).

gli uomini retti contempleranno il suo volto.

«Dio si rivela presente nelle opere della provvidenza e nei giudizi che porta a compimento» (Eusebio).

I retti possono vedere il Signore, ossia sperimentare la sua presenza viva: «Il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete» (Gv 14,19).

SALMO 14

Come entrare in comunione con Dio? (1) Occorre coltivare un rapporto corretto e solidale con il prossimo (2-5a). Chi realizza tale compito, vive una vita solida, approvata da Dio (5b). La Chiesa chiede di diventare santa davanti a Dio agendo nell’amore.

Signore, chi abiterà nella tua tenda? Chi dimorerà sulla tua santa montagna?

«La tenda significa la Chiesa pellegrinante e la città sul monte richiama la vita futura» (Tommaso). «Chi è giunto sino a Cristo e al Vangelo, già dimora sul monte santo di Dio» (Eusebio).

La vera abitazione con Dio si realizzerà nel mondo futuro: «Vidi la città santa scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii una voce: Ecco la tenda di Dio con gli uomini» (Ap 21,2-3).

2. Colui che cammina senza colpa, pratica la giustizia e dice la verità che ha nel cuore,

Gesù chiede: «Chi di voi può dimostrare che ho peccato?» (Gv 8,46). «Beato chi cammina senza colpa. In Cristo e in Maria non si trovò alcuna colpa» (Tommaso).

3. non sparge calunnie con la sua lingua, non fa danno al suo prossimo e non lancia insulti al suo vicino. 4. Ai suoi occhi è spregevole il malvagio, ma onora chi teme il Signore. Anche se ha giurato a proprio danno, mantiene la parola; 5. non presta il suo denaro a usura e non accetta doni contro l’innocente.

«Chi dice di rimanere in [Cristo], deve anch’egli comportarsi come lui si è comportato» (1 Gv 2,6). «La mente che si riempie con la dolcezza della carità, non è macchiata da libidine, né dilaniata da ira, né gonfiata da superbia, non ridotta ad aria da vanagloria; non è esagitata da furore, non è trafitta da ambizione, non rattrappita da avarizia, non abbattuta da tristezza, non putrefatta da invidia» (Aelredo). «Qualsiasi comandamento si ricapitola in questa parola:Amerai il tuo prossimo come te stesso. La carità non fa alcun male al prossimo» (Rm 13,9-10). «Fatevi imitatori di Dio e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per voi» (Ef 5,1).

Colui che agisce in questo modo resterà saldo per sempre.

«Quanto uno è unito al suo prossimo, altrettanto è unito a Dio» (Doroteo). «È come un uomo che ha costruito la sua casa sulla roccia» (Mt 7). «Non viene rimosso dalla tenda (ossia dalla Chiesa), né dall’abitazione celeste» (Remigio). «Non è un’azione soltanto che rende perfetto l’uomo: occorre perseverare per tutta la vita» (Eusebio).

SALMO 15

Mentre una moltitudine venera le divinità, il fedele sceglie Dio come suo Signore, avendolo già sperimentato come unico vero bene (1-2) e rifiuta gli idoli (3-4). Aderire a Lui gli procura gioia; riceve istruzioni da lui e si abbandona nelle sue mani (5-8). Questa comunione non cesserà con la morte ma durerà oltre di essa, divenendo ancora più forte (9-11). Il cristiano chiede di crescere nell’adesione a Cristo Signore e di stabilire con lui una comunione inseparabile.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. 2. Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu, solo in te è il mio bene».

Il cristiano confessa ed accoglie Gesù come il suo Signore e si rifugia in lui. Gesù è suo il Signore (Fil 2,11), ma anche l’unico vero bene. Nulla può essere paragonato a Lui: «Tutto è una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore» (Fil 3,8).

«Muoia ormai questo io, e viva in me Colui che è più grande di me, migliore per me di me stessa, onde possa servirlo. Egli viva e mi dia vita; regni e mi tenga come sua schiava: non voglio altra libertà» (Teresa d’Avila).

3. Agli idoli del paese, agli dèi potenti andava tutto il mio favore. 4. Moltiplicano le loro pene quelli che corrono dietro a un dio straniero. Io non spanderò le loro libagioni di sangue, né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi.

Critica dell’idolatria. Giosuè, Elia avevano esortato Israele a scegliere Dio, abbandonando altri déi (Gs 24,14-18; 1 Re 18,39) e Gesù respinse tutto ciò che poteva distoglierlo dall’obbedienza al Padre (Mt 4,1-11). «L’uomo diventa schiavo di ciò che lo domina» (1 Pt 2, 19).

Il pericolo dell’idolatria non è superato: «Per ciascuno è dio ciò che egli venera al di sopra di tutto, ciò che ammira e ama più di ogni altra cosa» (Origene) «Sii servo sincero di un solo Signore, poiché altrimenti dovrai servire a molti» (Barsanufio). «Volendo possedere me stesso senza di te, ho perso te e me. Così mi sono diventato di peso; sono diventato per me stesso un luogo di miseria e di tenebra» (Aelredo).

5. Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita.

Gli ebrei giunti in terra promessa, ricevettero in proprietà, mediante sorteggio, un appezzamento, detto eredità. Il salmista, invece, ha come eredità Dio stesso, una sorte magnifica (Nm 18,20).

«“Mia parte è il Signore – io esclamo -, per questo in lui spero. Buono è il Signore con chi spera in lui, con colui che lo cerca. Porga a chi lo percuote la sua guancia, poiché il Signore non respinge per sempre» (Lm 3,24-25.30). «Non volere che le tue cose vadano come sembra bene a te, ma come piace a Dio. Sarai senza turbamento e riconoscente nella tua preghiera» (Evagrio). «Bisogna che ogni avvenimento, qualunque ne sia l'origine, sia accettato in silenzio, nella pace e tranquillità dello spirito. Essi ci vengono sempre dalla mano paterna della Provvidenza» (Alberto Magno).

6. Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi: la mia eredità è stupenda.

«… mediante la risurrezione di Cristo, ci ha rigenerati per una eredità che non si corrompe» (1 Pt 3,4).

Già al presente Dio è la nostra eredità: «È impossibile spiegare l'infinita ricchezza dei cristiani. Bisogna piuttosto gioire. L'eredità e la sorte dei cristiani è Dio stesso» (Pseudo-Macario)

7. Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio animo mi istruisce.

Dio ci da consiglio, ci insegna la carità e raffina il nostro discernimento perché possiamo cogliere sempre il meglio (Fil 1,9).

«Non l’ho mai udito parlare, ma sento che è in me, ispirandomi ciò che debbo dire o fare. Nel momento in cui ne ho bisogno, scopro delle luci che non avevo ancora visto» (Teresa di Lisieux) «Credete, forse, che Egli taccia? Anche se non lo udiamo, parla chiaramente al cuore, quando è il cuore a pregarlo» (Teresa d’Avila CP 40,4).

8. Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Gesù viveva sempre alla presenza del Padre: «Non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato» (Gv 8,16) «Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo» (Gv 8,29).

«Chi contempla sempre Dio con l’occhio della sua anima, non si volge al peccato» (Cassiodoro).

9. Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, 10. perché non abbandonerai la mia vita negli inferi, né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

«Dice il Signore: non voglio che il sapore della contemplazione venga spezzato dalla ineluttabilità della morte, ma che sia condotto a sublime perfezione dopo la morte» (Beda).

11. Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra.

Noi siamo già «con Cristo in Dio» (Col 3,2). Chi crede in Gesù possiede già la vita eterna e chi ascolta la sua parola ha già oltrepassato il giudizio (Gv 5,24).

Gesù assicura: «Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono» (Ap 3,21).

A Pasqua: Davide «previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione» (At 2, 30-31).

Nella Assunzione di Maria: «O Maria, sei giunta per prima fino al trono del Figlio tuo. La tua anima non è discesa nell'Ade, ma neppure la tua carne ha visto la corruzione» (Giovanni Damasceno).

SALMO 19

Nell’imminenza di una dura battaglia, un credente supplica a favore del re affinché egli ottenga ciò che desidera nel suo cuore (1-5). All’invocazione si unisce tutto il popolo radunato (6). Dopo una risposta oracolare, il primo orante rassicura tutti sulla certezza della vittoria (7) ed invita all’autentico sentimento di fede (8-9).

La Chiesa chiede che il regno di Dio si espanda tra gli uomini, per mezzo della potenza umile di Cristo.

2. Ti risponda il Signore nel giorno dell’angoscia, ti protegga il nome del Dio di Giacobbe.

«Cristo offrì preghiere, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e fu esaudito per il suo abbandono» (Eb 5,7).«Davide soffrì nella prova come anche Cristo, che fu esaudito da Dio per se’ e per la moltitudine» (Tommaso)

3. Ti mandi l’aiuto dal suo santuario e dall’alto di Sion ti sostenga.

Gesù pregò con forza il Padre: «Entrato nella lotta, pregava più intensamente» (Lc 22,44). Nelle difficoltà, la Chiesa prega: «Mentre Pietro era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui» (At 12,5).

Un tempo «mentre Davide lottava, un coro di santi angeli o di uomini amici di Dio pregavano per lui, dato che è sufficiente l’invocazione per respingere qualsiasi avversario» (Eusebio). Ora «la santa Chiesa venga esaudita, poiché si trova prostrata a causa di tante tribolazioni» (Cassiodoro).

4. Si ricordi di tutte le tue offerte e gradisca i tuoi olocausti.

Dio Padre si ricordi dell’offerta di Cristo che donò se stesso per noi.«Siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù, una volta per sempre» (Eb 10,10; cf. Rm 12,1).

5. Ti conceda ciò che il tuo cuore desidera, adempia ogni tuo progetto.

Il desiderio di Gesù: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso» (Lc 12,49). «Dio adempia ogni tuo proposito, o Signore Gesù, quello per cui hai dato la vita per i tuoi amici» (Agostino).

6. Esulteremo per la tua vittoria, nel nome del nostro Dio alzeremo i nostri vessilli: adempia il Signore tutte le tue richieste.

«O Gesù, esulteremo perché la morte non ti arrecherà danno; mostrerai che neppure a noi essa potrà far male e la confessione del tuo nome ci esalterà» (Agostino).

Esulteremo per la vittoria sulle nostre passioni: «Eravamo corrotti, schiavi di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità, odiosi e odiandoci a vicenda, ma Dio ci ha salvati per la sua misericordia» (Tt 3,3-5)

7. Ora so che il Signore dà vittoria al suo consacrato; gli risponde dal suo cielo santo con la forza vittoriosa della sua destra.

Dio ha dato vittoria al suo consacrato, Gesù: Egli «si fece obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome» (Fil 2, 8-9)

«Il Padre salvò il Cristo quando questi risorse in modo glorioso e ascese al cielo. Gli ha risposto quando il Figlio inviò lo Spirito che aveva promesso. La sua forza vittoriosa rende potenti noi, custoditi dalla sua perenne energia» (Cassiodoro)

8. Chi fa affidamento sui carri, chi sui cavalli: noi invochiamo il nome del Signore, nostro Dio.

Il credente è forte nel Signore: Gedeone, non si lascio’ irretire dalla considerazione della sua povertà ma si abbandono’ all’aiuto di Dio (Gdc 6,15-16). «È Dio che suscita in noi il volere e l’operare» (Fil 2,13). «Figlio, attingi forza dalla grazia che è in Cristo Gesù» (2 Tm 2,1). Nella lotta contro il male, la Chiesa s’appoggia unanime al Signore; la comunione ci rende forti: «Facciamo tutto il possibile per riunirci in preghiera. Quando vede la folla dei fedeli intenti a pregare in pace, Dio si muove a tenerezza. Spesso siamo beneficati a motivo della fede prossimo. Perciò rendiamo grazie anche per la fiducia che altri hanno nei riguardi di Dio» (G. Crisostomo)

9. Quelli si piegano e cadono, ma noi restiamo in piedi e siamo saldi. 10. Da’ al re la vittoria, Signore; rispondici, quando t’invochiamo.

«State saldi in un solo spirito e combattere unanimi per la fede del Vangelo, senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari. Questo è per loro un segno di perdizione, per voi invece di salvezza» (Fil 2,27-28).

«Noi ci affatichiamo e combattiamo, perché abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il salvatore di tutti, ma soprattutto di quelli che credono» (2 Tm 4,10). «Con la sua passione ci ha dato l'esempio nel combattere, come Sacerdote in cielo, offra anche i nostri sacrifici» (Agostino)

SALMO 20

Il salmo è un ringraziamento per la vittoria ottenuta da un re e un’invocazione augurale nel rito d’incoronamento. Il Re presenta i caratteri del Messia e i beni ricordati sono i grandi doni messianici (1-7). Si spera nella disfatta totale dei nemici (10-13) e che Dio in futuro doni protezione affinché ci si rallegri in Lui (14). La Chiesa tutta chiede di poter partecipare alla vittoria di Cristo e di godere in pienezza della vita nuova.

2. Signore, il re gioisce della tua potenza! Quanto esulta per la tua vittoria!

«Si applica a Cristo e a Davide come sua figura. O Dio Padre, il re Cristo gioirà della tua forza divina. Esulterà perché per mezzo suo, Tu o Dio, salverai gli uomini» (Tommaso). «Cristo non esulta tanto della propria salvezza, quanto del fatto che gli venga da te, o Dio» (Eusebio).

«Preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me» (Lc 22,29). «Quando questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità si compirà la parola della Scrittura: 
La morte è stata ingoiata per la vittoria Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!» (1 Cor 15,54.57).

3. Hai esaudito il desiderio del suo cuore, non hai respinto la richiesta delle sue labbra.

«Cristo ha desiderato mangiare la Pasqua, dare la vita e di nuovo riprenderla; e tu glielo hai concesso. Non hai respinto la richiesta delle sue labbra. Ha detto: vi lascio la mia pace, e così è accaduto» (Agostino).

Dio non respinge neppure i nostri desideri, ossia le invocazioni dello Spirito Santo che geme in noi ed intercede per noi (Rm 8,26-27).

4. Gli vieni incontro con larghe benedizioni, gli poni sul capo una corona di oro puro.

«Poiché prima aveva bevuto la benedizione della tua dolcezza, il fiele dei nostri peccati non gli ha arrecato danno» (Agostino). «Cristo nella sua incarnazione fu colmato di grazia» (Tommaso). «Pietre preziose o oro puro sono gli apostoli, per il valore del loro insegnamento» (Tommaso).

«Beato l'uomo che sopporta la tentazione, perché una volta superata la prova riceverà la corona della vita che il Signore ha promesso a quelli che lo amano» (Gc 1,12). «Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno» (2 Tm 4,8).

5. Vita ti ha chiesto, a lui l’hai concessa, lunghi giorni in eterno, per sempre.

«Ha chiesto la risurrezione, dicendo: Padre, glorifica il Figlio tuo; e tu gliel'hai accordata. Lunghi giorni in eterno: che la Chiesa vivesse in questo mondo e poi per l'eternità» (Agostino).

Già da ora partecipiamo alla vita eterna: «Cristo Gesù, ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del vangelo» (1 Tm 1,10). «Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio» (1 Gv 5,11) «Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte» (1Gv 3,14).

6. Grande è la sua gloria per la tua vittoria, lo ricopri di maestà e di onore, 7. poiché gli accordi benedizioni per sempre, lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto.

«Maestà e bellezza hanno avvolto Cristo nella sua risurrezione» (Tommaso).

«In Lui sono state benedette tutte le famiglie della terra, secondo la promessa ad Abramo (At 3,25 e Gn 12,3)» (Tommaso)

Pietro comunica la benedizione del Risorto agli ebrei che lo avevano crocifisso: «Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l'ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione e perché ciascuno si converta dalle sue iniquità (At 3,26). Paolo comunica la benedizione di Cristo anche ai pagani: «Giungendo presso di voi, [io, Paolo] verrò con la pienezza della benedizione di Cristo» (Rm 15,29).

8. Perché il re confida nel Signore: per la fedeltà dell’Altissimo non sarà mai scosso.

«Non sia fatta la mia ma la tua volontà» (Lc 22,42; cf Gv 12,27-28).«Questo re (Cristo) sperò in Dio. Impariamo che, soltanto invocando la misericordia, possiamo ottenerla. Dio non nega la sua bontà a chi conserva la fiducia in lui: chi ha confidato in lui ed è rimasto deluso? (Sir 2,11)» (Cassiodoro)

14. Alzati, Signore, in tutta la tua forza: canteremo e inneggeremo alla tua potenza.

«Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio… lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo» (At 3,46-47). «Chiediamo due doni: cantare con la bocca la lode del Signore e compiere i suoi comandamenti con le nostre opere» (Cassiodoro)

SALMO 26/A

Il salmista rinnova la sua fiducia in Dio (1-3) e chiede di poter vivere sempre in piena comunione con lui (4-5). Confortato dal Signore, affronta con coraggio le difficoltà (6). La Chiesa desidera crescere nella fede, vivere sempre in Dio e corroborarsi nella testimonianza del vangelo.

Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura?

«Si riceve l'aiuto di Dio in proporzione alla propria fede. L'Onnipotente è sempre in grado di soccorrere, a meno che sia venuta a cadere la fragile fede di chi invoca» (Cipriano). «Chi non è stato ancora corroborato dalla grazia celeste, si agita e si turba» (Cirillo Aless.).

«Se siedo nelle tenebre, Il Signore sarà la mia luce» (Mi 7,8). «La vostra condotta sia senza avarizia; accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: non ti lascerò e non ti abbandonerò» (Eb 13, 5-6).

2. Quando mi assalgono i malvagi per divorarmi la carne, sono essi, avversari e nemici, a inciampare e cadere. 3. Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me si scatena una guerra, anche allora ho fiducia.

«Il Salmo pone in bocca al Salvatore parole profetiche, che si riferiscono alla circostanza della passione» (Origene). «Il martire Gordio, con gli occhi rivolti a Dio, ripeteva alcuni salmi dicendo: Il Signore è il mio aiuto, di chi avrò paura?» (Basilio).

«Chi sei tu perché tu tema uomini che muoiono e un figlio dell’uomo che avrà la sorte dell’erba?» (Is 51,12). «Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?» (Rm 8,31).

4. Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario.

Abitare nella casa del Signore in modo permanente significa vivere sempre in comunione con Dio, al modo di Gesù: «Io sono nel Padre e il Padre è in me» (Gv 14,10).

«Rivoli di lacrime scorrono dai miei occhi, prer la rovina della figlia del mio popolo. Il mio occhio piange senza sosta perché non ha pace, finché non guardi e non veda il Signore dal cielo» (Lm 3,48-50). Il progresso nella fede «conduce al volto di Dio, in modo da stare davanti a lui e godere dell’irradiarsi della sua divinità» (Eusebio).

5. Nella sua dimora mi offre riparo nel giorno della sventura. Mi nasconde nel segreto della sua tenda, sopra una roccia mi innalza.

Trovare riparo nella sventua: significa sperimentare una particolare protezione da parte di Dio: «Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite» (Gv 8,29).

«Mi ha formato un cuore che crede per la giustizia, mi ha reso così fermo nella pazienza da non preoccuparmi delle difficoltà (Remigio). «Il Signore mi ha collocato in una condizione di santità della mia anima» (Eusebio). «Mi ha innalzato sulla roccia che è Cristo» (Tommaso)

6. E ora rialzo la testa sui nemici che mi circondano. Immolerò nella sua tenda sacrifici di vittoria, inni di gioia canterò al Signore.

I nemici sono le difficoltà dell’evangelizzazione: «Ho combattuto la buona battaglia... Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore mi consegnerà in quel giorno» (2 Tm 4-8). Oppure i nemici « sono i desideri viziosi; sopra di essi si eleva la nostra anima, quando si conserva pura, per un dono divino» (Cassiodoro).

«Il sacrificio di vittoria è il sacrificio accompagnato dalla lode smisurata e dalla gioia sconfinata, per la quale non ci sono parole adeguate. Il giubilo è la lode che trascende la possibilità di espressione» (Remigio).

SALMO 26/B

Consapevole della propria indegnità e timoroso d’essere abbandonato, il salmista s’avvicina a Dio perché si sente chiamato da lui (7-10). Chiede che gli venga aperta una strada tra le angustie della vita (11-12) ed è convinto che riuscirà a superarle, verificando ancorauna volta l’efficacia del soccorso divino (13-14). La Chiesa, ascoltando i suggerimenti dello Spirito, entra in dialogo col Padre e vince, con Gesù Cristo, il peccato e ogni opposizione.

7. Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me, rispondimi! 8. Il mio cuore ripete il tuo invito: «Cercate il mio volto!». Il tuo volto, Signore, io cerco.

Lo Spirito Santo c’invita a cercare Dio: «Un’acqua viva mi parla dentro e mi dice: vieni qui al Padre» (Ignazio d’Antiochia). «Dio non si rifiuta mai, ma si nasconde spesso. Ama che lo si insegua, che lo si sappia attendere, che si abbia fiducia in lui» (Guillerand). Non cercasoltanto i beni del Signore, ma il Signore stesso che è la sorgente di ogni bene (Tommaso).

Gesù segue l’ispirazione dello Spirito: «Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto… Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito» (Lc 4,1.14). «Per mezzo di Cristo possiamo presentarci al Padre in un solo Spirito» (Ef 2,18).

9. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.

«Timore e ardore mi scuotono; timore, per quanto sono dissimile dal Signore; ardore, per quanto sono simile a lui» (Agostino).

«L’uomo carnale teme Dio per paura dei castighi, mentre l’uomo santo solo questo teme: non estraniarsi dal volto del Signore» (Cassiodoro).

«Non forzarti all’insensibilità, perché tu sei nostro padre… Tu, Signore, sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore» (Is 63,16). «Se sappiamo che ci ascolta in tutto quello che gli chiediamo, sappiamo di avere già da lui quanto gli abbiamo chiesto» ( 1 Gv 5,15).

10. Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto.

«Se la presenza della persona amata ci trasforma rendendoci pieni di luce e di gioia, quali effetti non produrrà in noi il Signore?» (Climaco). Davide fu trascurato dal padre Iesse, ma fu scelto da Dio che lo unse come re a preferenza degli altri fratelli (cf. Tommaso)

«Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai» (Is 49,15).

11. Mostrami, Signore, la tua via, guidami sul retto cammino, perché mi tendono insidie. 12. Non gettarmi in preda ai miei avversari. Contro di me si sono alzati falsi testimoni che soffiano violenza.

Il Signore, nel mostrarci la sua via, ci aiuta a fare le scelte più opportune: «Nel confrontarsi con la perfezione, il salmista riconosce che gli manca ancora molto, e per questo implora Dio per il futuro, affinché si faccia sua guida» (Eusebio di Cesarea).

Gesù affrontò molte insidie ma fu protetto dal Padre: «Cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani» (Gv 10,39) Tendono insidie gli avversari del Vangelo ma anche gli stimoli del peccato. «Una passione malvagia rovina chi la possiede e lo fa oggetto di scherno per i nemici» (Sir 6,4). «Nelle mie membra vedoun’altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo del peccato» (Rm 7,23).

13. Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. 14. Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Gesù invita alla fiducia: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?» (Gv 11,40). Dio non viene meno alla sue promesse e dona senza recriminare, «dona a tutti con semplicità e senza condizioni» (Gc 1,5).

«Contemplare la bontà è possedere l’immortalità del corpo e la gloria della risurrezione» (Cromazio).

SALMO 29

Rendimento di grazie per la liberazione da una situazione di grande dolore, rivolto a Dio che vuole la gioia anche di coloro che corregge (5-6). La Chiesa ringrazia di poter partecipare alla vita nuova del Cristo risorto.

2. Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato, non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me. 3. Signore, mio Dio, a te ho gridato e mi hai guarito.

«Nel nome di Gesù, costui vi sta innanzi risanato» (At 4,10). «Il donodi Dio è la vita eterna in Cristo» (Rm 6,22).

«Ho gridato verso di te, e più non rivesto il corpo malato nella sua mortalità. Mi hai salvato dalla condizione della cecità profonda e dall'infimo fango della corruttibilità della carne» (Agostino).

4. Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi, mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

«Cristo in persona discese negli inferi perché nessuno vi rimanesse più oltre prigioniero» (omelia pasquale antica). «Mi hai fatto rivivere [o Padre] donandomi gli uomini per i quali sono venuto. Il Salvatore reputa la nostra salvezza un premio personale e un personale guadagno» (Didimo)

«Dio, ricco di misericordia, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo» (Ef 2,4-5). «Quando questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità si compirà la parola della Scrittura: 
La morte è stata ingoiata per la vittoria (1 Cor 15,54)

5. Cantate inni al Signore, o suoi fedeli, della sua santità celebrate il ricordo, 6. perché la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita. Alla sera ospite è il pianto e al mattino la gioia.

«È bene intensificare il rendimento di grazie facendo memoria dell’amore di Dio per gli uomini, amore tanto grande da non volere mai alcun male per loro. Se mai qualcuno debba essere punito, Dio si sdegna; mai, però, vuole la morte dell’uomo, bensì la vita» (Eusebio). Il pianto della sera ricorda la morte o la fine del mondo; la gioia, invece, l’ingresso nella vita eterna o la nuova creazione nell’eternità (Bruno As).

«Per un breve istante ti ho abbandonata, ma ti raccoglierò con immenso amore. In un impeto di collera ti ho nascosto per un poco il mio volto; ma con affetto perenne ho avuto pietà di te, dice il tuo Redentore» (Is 54,8).

7. Ho detto, nella mia sicurezza: «Mai potrò vacillare!». 8. Nella tua bontà, o Signore, mi avevi posto sul mio monte sicuro; il tuo volto hai nascosto e lo spavento mi ha preso. «Se uno confida soltanto nella propria giustizia e non accoglie la giustizia di Dio, che è il Signore, s’affatica invano. Tutta la sua pretesa giustizia apparirà come unpanno immondo nell’ultimo giorno. Preghiamo Dio di rivestirci del manto di salvezza, il Signore Gesù, luce ineffabile» (Pseudo-Macario)

«Dio non nasconde il suo volto ma talora permette che i suoi santi vivano nell’afflizione. Questo fatto diventa una prova e sembra a loro di essere dimenticati. Se però cadono in turbamento e non sono in grado di sopportare, li protegge e così imparano a non confidare nella loro abilità» (Bruno da Asti).

9. A te grido, Signore, al Signore chiedo pietà:

10. «Quale guadagno dalla mia morte, dalla mia discesa nella fossa? Potrà ringraziarti la polvere e proclamare la tua fedeltà? 11. Ascolta, Signore, abbi pietà di me, Signore, vieni in mio aiuto!».

«Anche Gesù esorta i discepoli a pregare: “Pregate per non cadere in tentazione: lo spirito è pronto ma la carne è debole” (Mt 26,39). I fedeli non pregano per non essere sottratti alla morte ma per non compiere nulla contro Dio» (Bruno da Asti). «Abbiamo ricevuto su di noi la sentenza di morte, perché non ponessimo fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti» (2 Cor 1,9). Cf. «Signore, nascondi il tuo volto: li assale il terrore; togli loro il respiro muoiono e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo spirito sono creati, e rinnovi la faccia della terra» (Sal 104, 29-30).

12. Hai mutato il mio lamento in danza, mi hai tolto l’abito di sacco, mi hai rivestito di gioia,

«Al posto della morte, ci viene data la vita, invece della corruzione l’immortalità, invece del disonore, la gloria» (Teodoro Studita).

«Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali al piede perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita» (Lc 18,22). «Vi siete rivestiti di Cristo» (Gal 3,27).

13. perché ti canti il mio cuore, senza tacere; Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

«Il cantore diventi egli stesso la lode. Volete cantare le lodi a Dio? Siate voi stessi quella lode che si deve dire» (Agostino).

«Siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per offrire sacrificispirituali, graditi a Dio» (2 Pt 2,5).

A Pasqua: «La Pasqua è immortalità dalla morte, medicina dalla piaga, risurrezione dalla caduta, ascensione dalla discesa» (Ippolito).

SALMO 31

SALMO 40

SALMO 44

2. Liete parole mi sgorgano dal cuore: io proclamo al re il mio poema, la mia lingua e’ come stilo di scriba veloce.

Il salmista si presenta e dichiara di essere ispirato. «L’intelletto purificato guarda a Dio e da Lui riceve concetti divini. Al posto di un libro, ha lo Spirito; in luogo della penna, la mente e la lingua» (Gregorio Sinaita). «Il cuore significa l’essenza del Padre, misteriosa e segreta, dalla quale è sgorgato il Verbo, in modo ineffabile. Per mezzo di Lui compone con prontezza tutta la sua opera. Questi è la Sapienza che ci ha fatto conoscere il volere del Padre, allo stesso modo con cui le nostre parole rivelano i pensieri segreti del cuore» (Bruno).

«Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse…» (Lc 10,21).«Quando verrà lo Spirito di verità, vi guiderà a tutta la verità» (Gv 16,13).

3. Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo,

«Bello per la tua bellezza interiore, per l’innocenza; sei più innocente di qualsiasi uomo innocente perche’ privo di qualsiasi peccato» (Bruno).

«Cristo è irradiazione della gloria di Dio e impronta della sua sostanza» (Eb 1,3). «È immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione» (Col 1,15).

sulle tue labbra è diffusa la grazia, perciò Dio ti ha benedetto per sempre.

«Tutti erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca» (Lc 4,22). «La parola del Vangelo è superiore ad ogni parola umana. Le sue parole sono talmente colme di grazia da vincere gli ascoltatori» (Didimo). «Grazie alla tua predicazione si diffonde la grazia dello Spirito Santo» (Bruno Cert).

4. O prode, cingiti al fianco la spada, tua gloria e tuo vanto, 5. e avanza trionfante.

«Sii simile ad un ottimo capitano che si prepara alla guerra; preparati alla predicazione con la quale dai la morte ad ogni vizio; la parola di Dio è una spada (Ef 6,17)» (Bruno Cert,).

«Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito; insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode» (Lc 4,14). «Attingi forza dalla grazia che è in Cristo Gesù. La Parola di Dio non è incatenata» (2 Tm 2,1.9).

Cavalca per la causa della verità, della mitezza e della giustizia.

«Egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme» (Lc 9,51).«Parla dell’evento per il quale la verità è giunta in terra per purificarci da ogni falsità con il suo splendore. La mitezza fu rivelata dalla croce quando pregò per i suoi nemici. Con la sua giustizia, Egli ci diede precetti di salvezza» (Cassiodoro)

La tua destra ti mostri prodigi.

«O Cristo, le meraviglie che farai, ossia i miracoli che opererai, introdurranno il Regno» (Bruno Cert.).

«Gesù, Uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli che Dio stesso fece tra voi» (At 2,22).

6. Le tue frecce sono acute – sotto di te cadono i popoli –, colpiscono al cuore i nemici del re.

«Le tue frecce sono i detti della tua predicazione, con i quali penetri nei cuori in modo profondo ed efficace. I popoli che si opponevano al tuo regno fanno morire la loro volontà perversa» (Bruno).

«Nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo» (Mc 12,34).

7. Il tuo trono, o Dio, dura per sempre; scettro di rettitudine e’ il tuo scettro regale.

«Al Figlio Gesù Dio dice: Il tuo trono, Dio, sta nei secoli dei secoli» (Eb 1,8).

8. Ami la giustizia e la malvagità detesti:

«Il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre» (Gv 5,19).

Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni.

«L’unzione ricevuta da Cristo indica che Egli è re e sacerdote» (Cassiodoro). «Si riceve l’olio della letizia nel vivere senza peccato. La coscienza vive sempre nella gioia quando non viene rattristata dal ricordo del male fatto» (Cassiodoro). «Cristo, Dio Padre ti ha colmato di una grazia speciale e ti ha reso immune dal peccato; perciò ti allieti di fronte ai tuoi compagni, cioe’ a noi che siamo tuoi coeredi e partecipi della tua santità (cf. Rm 8,17)» (Bruno Cert.).

«Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passo’ beneficando e risanando tutti» (At 10,38).

9. Di mirra, aloe e cassia profumano tutte le tue vesti; da palazzi d’avorio ti rallegri il suono di strumenti a corda.

«Grazie alla tua umanità, i tuoi fedeli potranno essere intrisi del profumo della tua santità e della tua gloria» (Bruno).

«Noi siamo dinanzi a Dio il profumo di Cristo» (2 Cor 2,15)

10. Figlie di re fra le tue predilette; alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.

«La Chiesa sta, rimane intenta, pronta all’obbedienza, come servafedele. Sta alla sua destra, perché è frutto della sua opera, ossia della sua redenzione e non dei suoi meriti» (Bruno) «Nello splendore dell’oro, vediamo un’immagine della carità: rivestita di questa virtù la Chiesa risplende luminosa» (Cassiodoro). «Avendo visto quale onore riceverai in cielo, renditi consapevole di quanto devi essere vigilante sulla terra» (Cassiodoro).

«Vieni ti mostrerò la promessa sposa, la sposa dell’Agnello» (Ap 21,9).

11. Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:

«Dio c’invita ad abbandonare il male, come Abramo aveva lasciato la sua terra» (Girolamo) «Ascolta, figlia: non le chiede conto degli errori, né esige una riparazione, ma l’invita a porgere ascolto e l’induce a dimenticare il peccato» (Giovanni Crisostomo).

dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;

«Non sarò mai in pace, finché non saprò amarti con tutto il cuore. Se possedessi mille mondi, abbandonerei tutto per tuo amore; quand’anche tu mi dessi tutto ciò che possiedi, non mi riterrei appagata, finché non avessi te» (Margherita d’Oyngt)

12. il re è invaghito della tua bellezza. È lui il tuo signore: rendigli omaggio.

«Cristo desiderò la Chiesa mentre costei era ancora nel peccato. Non la trovò bella ma la rese tale. Era macchiata perché dominata dal maligno ma la fece diventare bella, quando la riportò dal suo Creatore. È tale perché lo Sposo la rese partecipe di sé» (Cassiodoro).

«Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino» (Ap 21,11)

dietro a lei le vergini, sue compagne, a te sono presentate; 16. condotte in gioia ed esultanza, sono presentate nel palazzo del re.

«Dice che sono condotte per significare la grazia del Signore che ci attira a sé quando guarda a noi con misericordia. Lo afferma il Vangelo: Nessuno viene a me se non lo attira il Padre (Gv 6,44)» (Cassiodoro).

«Voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, così da diventare modello per tutti i credenti» (1 Ts 1,6).

17. Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli; li farai principi di tutta la terra.

«Al posto dei tuoi Padri, cioè gli apostoli, ci saranno altri pastori. Saranno dei principi perché ciò che legheranno sulla terra sarà legato anche nei cieli (Mt 16,19)» (Bruno)

«Sono io che vi ho generato in Cristo Gesù mediante il Vangelo» (1 Cor 4,15). «Ti prego per Onesimo, figlio mio, che ho generato nelle catene» (Fm 10)

18. Il tuo nome voglio far ricordare per tutte le generazioni; così i popoli ti loderanno in eterno, per sempre.

«Nel Nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi» (Fil 2,10).

SALMO 45

Dio accompagna il suo popolo nelle catastrofi naturali (3-6); nei rivolgimenti politici (7-8) e nelle guerre (9-11). Il suo Nome è Dio con noi (Is 7,14; Es 3,13). «Ma se non credete, non resterete saldi» (Is 7,9b).

2. Dio è per noi rifugio e fortezza,

«Sappiamo che quelli che stanno male hanno sempre bisogno del medico e dei suoi farmaci; e quelli che sono colti dalla tempesta corrono verso il porto. Per questo il profeta grida: Dio è per noi rifugio e forza. Impariamo dunque che, quando c’è la tribolazione, dobbiamo invocare senza posa il Dio della misericordia» (Barsanufio). «Non è un rifugio qualsiasi ma è anche forza» (Bruno Cert)

aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.

«Nelle tribolazioni ci dobbiamo rifugiare in Dio; sia che si tratti di tribolazioni nella vita familiare, sia che si tratti della salute del corpo, sia che esse si riferiscano a qualsiasi altra cosa, per il cristiano non deve esserci nessun altro rifugio all'infuori del suo Salvatore, il suo Dio; quando si sarà rifugiato in Lui si sentirà forte» (Agostino)

«Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori» (Fil 4,7).

3. Perciò non temiamo se trema la terra, se vacillano i monti nel fondo del mare.

«Se la coscienza è sana, ovunque l'uomo subisca tribolazioni, in essa si rifugerà e in essa troverà Dio. Ma se nella coscienza non c'è pace e quindi non c'è Dio, che cosa farà l'uomo? Quando gli alberi vengono abbattuti, talvolta in superficie sembrano danneggiati; ma l'artigiano guarda le midolla del legno, e se trova che nell'intimo è sano, lo considera valido per la costruzione» (Agostino).

«Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto, né vacillerebbe la mia alleanza di pace (Is 54, 10)».

4. Fremano, si gonfino le sue acque, si scuotano i monti per i suoi flutti.

Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio, la più santa delle dimore dell’Altissimo.

«Chi è questa corrente del fiume? Lo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in Lui» (Fausto di Riez) «Città di Dio è la comunità di quelli che conducono una vita secondo Dio. Recando in sé la parola celeste che zampilla, è ricolma di ogni divina letizia» (Eusebio). In modo particolare Maria è la tenda del Signore: «I cristiani sulla Vergine degna di ogni lode esclamano con tutto il cuore: è la più santa delle dimore; Dio è in mezzo a lei» (Teodoreto d’Ancira). «è il cuore purificato e consolato dalle lacrime [del pentimento]» (Niceta).

La fonte di Siloe, in Gerusalemme, è un segno dell’assistenza divina (cf. Is 8, 6-7). E Gesù promette al credente il dono di una sorgente d’acqua viva, segno dello Spirito: «L’acqua che io gli darò, diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna» (Gv 4, 14).

Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare. Dio la soccorre allo spuntare dell’alba.

«Il Risorto stette in mezzo ai discepoli. Non solo in mezzo a tutti loro, ma stette nel centro del cuore di ciascuno e ciascuno confermò nella fede. Così per ciascuno di essi è possibile dire la parola del salmo: Dio sta in essa» (Gregorio Palamas)

Fremettero le genti, vacillarono i regni; egli tuonò si sgretolò la terra.

«Il Signore disse a Paolo: Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male» (1 Cor 18,9).

8. Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.

«Tu rimani inerme non avendo da te stesso alcun aiuto. Ma quanto più sei debole e senza armi, tanto più ti accoglie colui del quale è detto: nostro difensore il Dio di Giacobbe. Se il tuo valore è in te, sarai necessariamente turbato. Getta via le armi delle quali tanto presumevi; ascolta il Signore che dice: ti basti la mia grazia» (Agostino).

«Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).

9. Venite, vedete le opere del Signore, egli ha fatto cose tremende sulla terra.

«Quale prodigio può essere maggiore di questo: divenire in brevissimo tempo da pubblicani avarissimi in apostoli, da persecutori furiosi in predicatori del vangelo ? Sono queste le opere di Dio, che il Figlio afferma di compiere ogni giorno assieme al Padre» (Cassiano)

10. Farà cessare le guerre sino ai confini della terra, romperà gli archi e spezzerà le lance, brucerà nel fuoco gli scudi.

«Vedi com’è pacifico l’animo del Signore degli eserciti? Vedi insieme la fortezza e l’umanità del sommo Capo? Egli non ferisce mai neppure un avversario, nessuno atterra, con nessuno viene a battaglia» (Basilio).

«La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola» (At 4,32).

11. Fermatevi! Sappiate che io sono Dio, eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.

«È la guerra il mezzo più barbaro e più inefficace per risolvere i conflitti. Il mondo civile dovrebbe bandirla totalmente e sostituirla con il ricorso ad altri mezzi, come la trattativa e l'arbitrato internazionale. Si dovrebbe togliere ai singoli stati il diritto di farsi giustizia da soli con la forza, come è già stato tolto ai privati cittadini e alle comunità intermedie. Agli occhi del cristiano la guerra contraddice il disegno di Dio sulla storia, la sua iniziativa di riconciliazione in Cristo, nostra pace» (Catechismo adulti).

12. Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.

SALMO 47

2. Grande è il Signore e degno di ogni lode nella città del nostro Dio.

«Quanto più Dio si fa vicino alla nostra conoscenza, tanto più straordinaria ci pare la sua sovrana grandezza» (Ambrogio).

nella città del nostro Dio.

«Mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio,risplendente della gloria di Dio» (Ap 21,10). «Il Signore Gesù si manifesta grande e degno di lode nell’edificazione della sua Chiesa» (Bruno Cert.).

La tua santa montagna, 3. altura stupenda, è la gioia di tutta la terra.

«Sulla terra è stata costituita una città, un popolo credente. E il monte di Dio sul quale lo ha stabilito è il Verbo di Dio, il Cristo. Egli solo è monte, roccia e fondamento della Chiesa. Egli è esultanza di tutta la terra» (Eusebio). «Il suo monte santo è Cristo Signore, fondamento e vertice della sua Chiesa. A suo riguardo il profeta Daniele ha detto: la pietra crebbe e divenne una montagna, tantogrande da riempire tutta la terra» (Cassiodoro).

«Filippo, sceso in una città della Samaria, cominciò a predicare loro il Cristo. E vi fu grande gioia in quella città» (At 8, 5. 8).

Il monte Sion, vera dimora divina, è la capitale del grande re.

Cristo è monte, capitale e dimora: «Cristo è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose. È piaciuto a Dio che abiti in lui tutta la pienezza» (Col 1,18).

«Che mi giova se Cristo, possiede in eredità le città dei nemici, e non possiede la mia città? Se nella mia città, cioè la mia anima, che è lacittà del gran re, non si osservano le sue leggi?» (Origene)

4. Dio nei suoi palazzi un baluardo si è dimostrato.

«Cristo è opera di difesa alla Chiesa, costruita per volere del Padre, affinché nessuno più l’attraversi, come se calpestasse una via abbandonata, riempiendo i nostri cuori di ogni male» (Cirillo).

5. Ecco, i re si erano alleati, avanzavano insieme. 6. Essi hanno visto: atterriti, presi dal panico, sono fuggiti.

«Quali re se non i nemici della comunità credente che si sono accordati a vicenda e hanno stabilito leggi scritte per combattere la Chiesa di Dio?» (Eusebio)

«Dice il Signore contro il re di Assiria: Non entrerà in questa città né vi lancerà una freccia. Ritornerà per la strada per cui è venuto» (Is 37, 33-34). «Fatti arrestare gli apostoli, li fecero gettare in prigione. Ma durante la notte un angelo del Signore aprì le porte della prigione, li condusse fuori e disse: Andate e mettetevi a predicare al popolo nel tempio tutte queste parole di vita» (At 5, 18-20; cf. At 4, 23-31).

7. Là uno sgomento li ha colti, doglie come di partoriente, 8. simile al vento orientale, che squarcia le navi di Tarsis.

Gli apostoli predicarono il Vangelo e molti furono presi da sgomento. Passarono dall’incredulità alla fede, dalle tenebre alla luce, dalla mezogna alla verità. [Provarono i dolori della partoriente ma essi] sono buoni perché si trasformano subito in gioia (Gv 16,21). Il vento impetuoso richiama lo Spirito che, a partire dalla Pentecoste, scuote le navi di Tarsis, gli uomini dediti alle cose della terra (cf. Bruno As).

9. Come avevamo udito, così abbiamo visto nella città del Signore degli eserciti, nella città del nostro Dio; Dio l’ha fondata per sempre.

Abbiamo verificato che le antiche promesse del Signore si sono realizzate ma ancora si stanno adempiendo. «Il Salvatore diceva a quelli che così parlavano: Molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete e Beati i vostri occhi perché vedono (Lc 10,24), ma queste parole valgano anche per noi che abbiamo visto le stesse cose ai nostri giorni» (Eusebio).

La città del Signore è la Chiesa, il cui fondamento non può essere rimosso: “le potenze degli inferi non prevarrano su di essa” (Mt 16,18) (cf. Bruno As).

10. O Dio, meditiamo il tuo amore dentro il tuo tempio.

«Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi» (1 Gv 1,1-3).

La manifestazione massima della fedeltà di Dio l’abbiamo vista in Gesù: «Celebriamo il Verbo che si è fatto carne ed ha abitato in noi. Cristo è la redenzione e perciò è anche la misericordia» (Agostino)

«Chi vuole trovare misericordia ed essere liberato dal peccato, s’accosti al tempio di Dio, cioè alla Chiesa, perché solo qui trova il perdono dei peccati» (Bruno da Asti)

11. Come il tuo nome, o Dio, così la tua lode si estende sino all’estremità della terra; di giustizia è piena la tua destra.

12. Gioisca il monte Sion, esultino i villaggi di Giuda a causa dei tuoi giudizi.

«Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,10-11). «Il monte è lo stesso Cristo. Gioisce, si riempie di ogni letizia per la grande costruzione che ha su di sé, per la città inespugnabile. Il Signore che salva si rallegra insieme ai salvati» (Eusebio). «I giudizi del Signore remdono beati e rallegrano i fedeli» (Bruno As)

13. Circondate Sion, giratele intorno, contate le sue torri, 14. osservate le sue mura, passate in rassegna le sue fortezze, per narrare alla generazione futura:

«A chi è chiesto di fare questo? Agli angeli santi che custodiscono la Chiesa. Capirai questo discorso dalle parole del Salvatore che diceva ai suoi discepoli: anche i capelli del vostro capo sono contati (Mt 10,30)» (Eusebio). Circondano Sion e osservano le sue torri, coloro che meditano sugli insegnamenti degli apostoli e dei santi (Bruno Cert.).

15. questo è Dio, il nostro Dio in eterno e per sempre; egli è colui che ci guida in ogni tempo.

«Il nostro Dio è Cristo; lo è per sempre, finché durerà il mondo ed Egli non ci abbandonerà mai» (Bruno Cert)

«Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!» (Eb 13,8). «Dio operi in voi ciò che è a lui gradito per mezzo di Gesù Cristo» (Eb 13,21).

SALMO 48

Nessun oppressore, reso spavaldo dal possesso di ricchezze e dal potere, vivrà in eterno, sebbene agisca con questa illusione. Del resto l’uomo è fragile e nessuno dovrebbe far dipendere la vita dal danaro. Il tempo logora l’empio, e fa svanire anche il suo progetto di malvagità. Il giusto, invece, viene riscattato perfino dalla tomba e Dio lo riprende con sé (48,16). Egli, infatti, ci può risollevare dalle situazioni di morte in cui ci siamo o siamo stati gettati.

2. Ascoltate questo, popoli tutti, porgete l’orecchio, voi tutti abitanti del mondo, 3. voi, gente del popolo e nobili, ricchi e poveri insieme. 4. La mia bocca dice cose sapienti, il mio cuore medita con discernimento. 5. Porgerò l’orecchio a un proverbio, esporrò sulla cetra il mio enigma.

Il salmista sta annunciando a tutti una verità di carattere universale che gli è stata rivelata e che ora trasmette ad altri. «L’universalità della chiamata è insieme anche conciliatrice di pace, poiché coloro che prima erano opposti per condizione tra di loro, si abituano al reciproco amore. Infatti il ricco dovrà riconoscere di essere stato chiamato con lo stesso onore e con lo stesso invito del povero. Dunque né il ricco disprezzi il povero, né il povero tremi dinanzi alla potenza dei ricchi» (Basilio).

«Chi ama i beni è schiavo delle passioni. Non pensare che siano beni solo l'oro e l'argento, ma anche tutto quello che ami secondo il desiderio della tua volontà» (Isacco).

6. Perché dovrò temere nei giorni del male, quando mi circonda la malizia di quelli che mi fanno inciampare?

Non bisogna lasciarsi prendere dalla paura: «Poche cose avvengono secondo il volere di Dio ma tutte sono comprese nella sua provvidenza» (Origene)

I giorni del male: «Alla prima bestia le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione. La seconda bestia faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza tale marchio» (Ap 13, 7. 16).

7. Essi confidano nella loro forza, si vantano della loro grande ricchezza.

«La qualità più considerata nella nostra cultura è la capacità professionale. Si tratta indubbiamente di un valore autentico. Ma facilmente può degenerare in assillo produttivo, smania di guadagnare, ambizione di carriera e ricerca del successo ad ognicosto. Il potere e la ricchezza diventano misura di riuscita personale. Lavoro e ricchezza non danno senso alla vita. Sono essi piuttosto a ricevere senso dalla comunione con Dio e con i fratelli. Chi eccelle solo per l'entità dei guadagni e dei consumi, appare carente di umanità e schiavo delle cose. In realtà diventa più ricco l'uomo misericordioso» (Catechismo degli adulti).

8. Certo, l’uomo non può riscattare se stesso né pagare a Dio il proprio prezzo. 9. Troppo caro sarebbe il riscatto di una vita: non sarà mai sufficiente 10. per vivere senza fine e non vedere la fossa.

Dio ha mandato il suo Figlio per riscattarci dalla morte: «Chi dice a Dio: Padre nostro, dice a Cristo: fratello. Confidi dunque in Colui che è morto per lui, affinché egli non morisse in eterno; che per lui si è umiliato affinché egli fosse esaltato; che ha cercato l'empio, per essere cercato dal fedele. Orbene, se egli non riscatta, riscatterà forse l'uomo?» (Agostino)

11. Vedrai infatti morire i sapienti; periranno insieme lo stolto e l’insensato e lasceranno ad altri le loro ricchezze. 12. Il sepolcro sarà loro eterna dimora, loro tenda di generazione in generazione: eppure a terre hanno dato il proprio nome.

«Dio non vuole che tu perda le tue ricchezze e perciò ti ha dato il consiglio di mutare il luogo dove le riponi. Cristo ti esorta a sollevare il tuo tesoro dalla terra al Cielo, dove non ti sarà restituito ciò che conservi, ma conservi la terra e riceverai il Cielo, conservi i beni mortali e riceverai quelli eterni! Presta a Cristo; Egli riceve poche cose in terra, per rendertene molte in Cielo» (Agostino).

13. Ma nella prosperità l’uomo non dura: è simile alle bestie che muoiono.

14. Questa è la via di chi confida in se stesso, la fine di chi si compiace dei propri discorsi.

«Vane saranno le ricchezze: conterà solo il fatto ci essere trovato in questa vita fedele e prudente economo. Quelli che si guadagnano da vivere in questa vita con la fatica, otterranno la vita che è oggetto della promessa» (Eusebio)

15. Come pecore sono destinati agli inferi, sarà loro pastore la morte; scenderanno a precipizio nel sepolcro, svanirà di loro ogni traccia, gli inferi saranno la loro dimora.

«Non hanno voluto porsi sotto la guida del buon pastore e sono diventati, perciò, gregge della morte» (Eusebio).

16. Certo, Dio riscatterà la mia vita, mi strapperà dalla mano degli inferi.

«Veramente felice quel giorno nel quale il nostro Salvatore discese nel regno della morte e liberò i suoi santi che là erano prigionieri! Anche se morrò, il Signore scenderà presso di me e mi sotrarrà dal dominio della morte» (Bruno As).

17. Non temere se un uomo arricchisce, se aumenta la gloria della sua casa. 18. Quando muore, infatti, con sé non porta nulla né scende con lui la sua gloria. 19. Anche se da vivo benediceva se stesso: «Si congratuleranno, perché ti è andata bene», 20. andrà con la generazione dei suoi padri, che non vedranno mai più la luce.

«La Scrittura dice: quando muore con sé non porta nulla, né scende con lui la sua gloria perché questa spesso abbandona gli uomini mentre sono ancora in vita. Al contrario, tutto ciò che mira alla virtù dura per sempre. Diversa, invece, è la condizione di noi cristiani: se un santo è sempre vigile, nessuno potrà mai ledere la sua virtù; nessun uomo potrà mai far discendere dal suo rango e rendere suosuddito colui che sa dominare se stesso» (Giovanni Crisostomo)

21. Nella prosperità l’uomo non comprende, è simile alle bestie che muoiono.

«Siccome in voi risiedono la fede e la misericordia che scaccia l'avarizia, meritate non tanto di avere quanto di essere oro e argento. Voi siete oro vivo di Dio, argento di Cristo, ricchezza dello Spirito Santo. Se disprezzerete i metalli terreni, il tesoro della vostra vita sarà di gran lunga più prezioso di essi. O carità, quanto sei ricca, quanto sei potente. Nulla possiede chi non possiede te» (Zeno Di Verona).

SALMO 61

2Solo in Dio riposa l’anima mia: da lui la mia salvezza. 3Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: mai potrò vacillare.

«Chi ama Dio, solo in Dio trova il suo riposo. Prima sciogliti dai lacci, poi sforzati di legare il tuo cuore a Dio. Il distacco dal male precede il legame con Dio» (Isacco di Ninive). «L’uomo non giunge alla pace, finché non possiede l’Uno, fino a che tutto non divenga Uno in Dio. Dio è l’Uno: questa è la beatitudine dell’anima» (Eckhart).

4Fino a quando vi scaglierete contro un uomo, per abbatterlo tutti insieme come un muro cadente, come un recinto che crolla?

Contro un uomo: «Dobbiamo qui intendere la nostra persona, cioè la persona della nostra Chiesa, la persona del corpo di Cristo. Perché Gesù Cristo, capo e corpo, è un uomo solo, in un'unica voce e in un'unica sofferenza; e, quando l'iniquità sarà scomparsa, in una sola pace» (Agostino).

5Tramano solo di precipitarlo dall’alto, godono della menzogna. Con la bocca benedicono, nel loro intimo maledicono.

«Il salmista sa che egli dev’essere sottomesso a Dio, perché la lui gli viene la pazienza. Ha imparato da lui a non maledire dopo gli insulti e le percosse. Egli è il suo aiuto. La sua salvezza, gloria e speranza si trovano in Cristo che lo renderà conforme alla sua gloria celeste, risuscitandolo con sé» (Ilario).

6Solo in Dio riposa l’anima mia: da lui la mia speranza. 7Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: non potrò vacillare. 8 In Dio è la mia salvezza e la mia gloria; il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio.

«Non godremo mai vera pace se non saremo uomini di vita interiore e molto uniti a Dio. Il riposo dello spirito, la gioia, la profonda contentezza non si trovano se non nel mondo interiore, nel regno di Dio che si trova nell'intimo di noi stessi. Più vi penetreremo a fondo, più saremo felici. Senza vita interiore invece saremo sempre scontenti tra lamentele e mormorazioni» (Lallemant)

9Confida in lui, o popolo, in ogni tempo; davanti a lui aprite il vostro cuore: nostro rifugio è Dio.

«In tutte le nostre necessità e difficoltà e in tutti i nostri travagli noi non abbiamo altro aiuto migliore e più sicuro della preghiera e della speranza che il Signore provvederà con quei mezzi che a Lui piaceranno» (Giovanni della Croce). «Poiché lo avete come aiuto, non dovete sottrarvi a lui, né nascondere qualcosa nelle vostre menti. Aprite i ricettacoli reconditi dell’anima e svelare i pensieri che vi sono celati, affidandovi a colui che solo è buono e in grado di guarire tutto» (Eusebio).

10Sì, sono un soffio i figli di Adamo, una menzogna tutti gli uomini: tutti insieme, posti sulla bilancia, sono più lievi di un soffio.

«Sebbene Dio, per la sua bontà e pietà sia sempre un auto per quanti sperano in Lui, tuttavia gli uomini non prendono in considerazione questo fatto e diffidano della benevolenza di un tale soccorritore; non smettono di cercare soltanto vantaggi terreni» (Bruno da Asti)

11Non confidate nella violenza, non illudetevi della rapina; alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore.

«Dio detesta l'avarizia. Essa è infatti cieca cupidigia, una rapacità senza fine, una preoccupazione senza riposo, che non raggiunge ciò che desidera perché incapace di saziarsi. Infrange la parola data, trascura la carità, misconosce la giustizia, ignora gli affetti, disprezza le leggi divine, elude con astuti cavilli le leggi umane mirando ad impadronirsi, se fosse possibile, del mondo intero» (Zeno Veronese).

«A quelli che sono ricchi in questo mondo ordina di non essere orgogliosi, di non portare la speranza nell’instabilità delle ricchezze, ma in Dio, che tutto ci dà con abbondanza perché possiamo goderne» (1 Tm 6,17).

12Una parola ha detto Dio, due ne ho udite: la forza appartiene a Dio,13tua è la fedeltà, Signore; secondo le sue opere tu ripaghi ogni uomo.

«L'ingiustizia è vana, l'ingiustizia non è niente; potente è solo la giustizia. La verità può essere per qualche tempo tenuta nascosta, non può essere vinta. L'ingiustizia può fiorire per qualche tempo, non può durare senza fine» (Agostino).

SALMO 66

2Dio abbia pietà di noi e ci benedica,

«Ogni giorno noi preghiamo per le necessità del mondo intero» (Giovanni Crisostomo). «Queste parole non hanno soltanto un senso materiale: Benedetto Dio che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. Crescano e siano colmati coloro che sono celesti in Cristo» (Ilario).

su di noi faccia splendere il suo volto; 3perché si conosca sulla terra la tua via, la tua salvezza fra tutte le genti.

«Dio faccia splendere su di noi la sua immagine, il Figlio, e ci renda splendenti» (Girolamo). «Mandi un raggio della tua sapienza, respinga le nostre tenebre e risplenda in noi la tua immagine» (Remigio).

«Gli apostoli sono inadeguati se non sono illuminati, se non irradiano lo splendore del volto del Signore. Gli stessi apostoli sono luce del mondo: sono illuminati dalla luce per essere luce a loro volta» (Ilario)

4Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.

«La bontà di Dio sempre ha provveduto a tutto il genere umano. Nessuno di quelli che periscono può addurre come scusa che gli è stata negata la luce della verità e nessuno può gloriarsi della sua giustizia» (Prospero)

5Gioiscano le nazioni e si rallegrino, perché tu giudichi i popoli con rettitudine, governi le nazioni sulla terra.

6Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.

«Cantate il cantico nuovo in tutte le genti. Il cantico nuovo non appartiene ad una fazione. Chi canta in una fazione e crea divisione, canta una canzone vecchia, canta roba vecchia» (Agostino). «Ti lodino i popoli, o Dio; confessino la loro iniquità e la tua grazia, si accusino e ti lodino, riprovino se stessi e ti glorifichino» (Remigio)

7La terra ha dato il suo frutto. Ci benedica Dio, il nostro Dio, 8ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra.

«Dio non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge e stagioni ricche di frutti, fornendovi il cibo e riempiendo di letizia i vostri cuori» (At 14, 15 e 17). «Il primo uomo non ha dato il suo frutto, cioè non ha esibito l’obbedienza, ma il secondo uomo, quello celeste, obbediente fino alla morte diede il suo frutto. Ora gli uomini rinnovati che operano il bene per amore del bene e non per per timore della pena, sono la terra che offre il suo frutto» (Remigio). «Ci benedica Dio: ci giustifichi con la sua grazia, moltiplichi la nostra virtù e ci renda numerosi» (Remigio).

SALMO 71

O Dio, affida al re il tuo diritto, al figlio di re la tua giustizia; 2egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia e i tuoi poveri secondo il diritto.

«O Dio Padre, dona il tuo giusto giudizio al Cristo, tuo Figlio: il Padre non giudica nessuno, ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio» (Gv 5,22). Al figlio del Re, cioè al popolo cristiano, dona la tua giustizia. Giustificalo con il perdono dei peccati e con la perfezione delle opere buone. Se lasci che rimanga ingiusto, riceverà una giusta condanna» (Bruno Cert).

3Le montagne portino pace al popolo e le colline giustizia.

«I monti, cioé gli apostoli e i colli, tutti gli altri annunciatori del Vangelo, ricevano l’amore per Dio e per il prossimo e la trasmettano, in modo che si realizzi la pace con Dio e tra gli uomini» (Bruno Cert.)

4Ai poveri del popolo renda giustizia, salvi i figli del misero e abbatta l’oppressore.

Il vangelo è un soccorso per l’umanità decaduta: «Durante la notte apparve a Paolo una visione: gli stava davanti un Macedone e lo supplicava: Passa in Macedonia e aiutaci!» (At 16, 9). Col suo Vangelo, poi, il Signore soccorre i diseredati: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri…» (Lc 19, 8). «Nessuno tra loro era bisognoso…» (At 4, 24).

5Ti faccia durare quanto il sole, come la luna, di generazione in generazione.

«Il restare quanto il sole si può applicare al Signore da quando siede alla destra del Padre. Il Padre è il sole, e suo splendore è il Figlio. Questa profezia è stata proferita per coloro secondo i quali la religione cristiana sopravvivrà in questo mondo solo per un certo tempo. Ebbene, resterà quanto il sole. Egli stesso prometteva: sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28,20)» (Eusebio)

6Scenda come pioggia sull’erba, come acqua che irrora la terra.

«Come il gocciolio della pioggia stilla, ossia scende un po’ alla volta. così l’annuncio della verità scende e penetra in modo graduale nella mente degli uomini» (Bruno Cert.).

7Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace, finché non si spenga la luna.

«Vincerà la lotta della carne, e la pace si attuerà con sempre maggiore estensione e abbondanza finché la luna sia innalzata, cioè finché la Chiesa sia elevata nella gloria della resurrezione, e ottenga il regno insieme col Cristo» (Agostino)

8E domini da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra. 9A lui si pieghino le tribù del deserto, mordano la polvere i suoi nemici.10I re di Tarsis e delle isole portino tributi, i re di Saba e di Seba offrano doni. 11Tutti i re si prostrino a lui, lo servano tutte le genti.

L’adorazione dei Magi preannunzia quella universale dei re delle genti: «I magi videro il bambino e, prostratisi lo adorarono. Poi, aperti i loro scrigni, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra» (Mt 2, 11). Al compimento della storia, avverrà il riconoscimento di Dio da parte di tutti i popoli: «Chi non glorificherà il tuo nome, Signore? Tutte le genti verranno e si prostreranno davanti a te, perché i tuoi giusti giudizi si sono manifestati» (Ap 15, 4).

«A nessuno è concesso di adorare Dio Padre senza adorare Dio Figlio» (Fulgenzio). «Questo omaggio si compirà quando sarà entrato tutto l’insieme delle genti, e soprattutto alla seconda teofania del nostro Salvatore» (Eusebio).

12Perché egli libererà il misero che invoca e il povero che non trova aiuto. 13Abbia pietà del debole e del misero e salvi la vita dei miseri.14Li riscatti dalla violenza e dal sopruso, sia prezioso ai suoi occhi il loro sangue.

Gesù ha avuto pietà della nostra stessa condizione umana, assai povera, considerandoci preziosi: «Gesù ha dato se stesso per i nostri peccati, per strapparci da questo mondo perverso…» (Gal 1, 4). Riscatta la comunità cristiana anche dall’oppressione dei ricchi: cf. Gc 5, 2. 6.

«Questo misero e povero è il popolo dei credenti in lui. In questo popolo sono compresi anche i re che lo adorano. Non hanno infatti disdegnato di essere miseri e poveri, cioè di confessare umilmente i propri peccati e di riconoscersi bisognosi della grazia di Dio» (Agostino). Il senso delle promesse ai poveri vanno comprese alla luce dell'intero messaggio evangelico: «Cristo è il Signore non solo della terra ma anche del cielo. Quanto ai poveri, non solo li avrebbe liberati dal potere del demonio, il potente contro il quale non avevano nessuno che li aiutasse, ma li avrebbe fatti anche eredi del regno dei cieli» (Giovanni della Croce).

15Viva e gli sia dato oro di Arabia, si preghi sempre per lui, sia benedetto ogni giorno.

«Vediamo con i nostri occhi nelle Chiese di Cristo miriadi di cimeli di oro, consacrati in suo onore» (Eusebio) «Tutti quelli che hanno creduto nel Cristo, senza posa, elevano preghiere, per poterlo avere sempre con loro e perché sia l’aiuto di tutti loro. Più spesso che non si respiri, lo benedicono onorando il suo Nome» (Eusebio)

16Abbondi il frumento nel paese, ondeggi sulle cime dei monti; il suo frutto fiorisca come il Libano, la sua messe come l’erba dei campi.

Dopo l’eternità, l’universalità del regno messianico e la sua giustizia (attenzione ai poveri) si celebra la ricchezza di tale regno. «Dio con Cristo ci ha anche risuscitati per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia» (Ef 2, 6-7). «Ti consiglio di comprare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità e collirio agli occhi per ungerti e recuperare la vista» (Ap 3, 18). L’abbondanza di frumento: «Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura…» (Gv 4, 35). Il frutto copioso: «Ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come destino avete la vita eterna» (Rm 6, 22).

17Il suo nome duri in eterno, davanti al sole germogli il suo nome. In lui siano benedette tutte le stirpi della terra e tutte le genti lo dicano beato.

«In lui si adempie la promessa fatta ad Abramo. Non dice infatti [il sacro testo]: nei discendenti, come se fossero molti; ma parla come di un solo. Dice: nella tua discendenza, che è Cristo» (Agostino)

18Benedetto il Signore, Dio d’Israele: egli solo compie meraviglie. 19E benedetto il suo nome glorioso per sempre: della sua gloria sia piena tutta la terra. 20Amen, amen.

«A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire davanti alla sua gloria senza difetti e colmi di gioia, all’unico Dio, nostro salvatore, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, gloria, maestà, forza e potenza prima di ogni tempo, ora e per sempre. Amen» (Gd 24,25).

SALMO 109

Oracolo del Signore al mio signore: «Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi».

«Tutto il popolo d’Israele deve saperlo con certezza: questo Gesù che voi avete crocifisso, Dio lo ha fatto Signore e Messia» (At 2, 36).«L'uomo Gesù Cristo ha vinto il diavolo con la sua passione. Giungendo vittorioso al cielo, ascolta da Dio Padre questo invito:Siedi alla mia destra» (Massimo di Torino). «In che modo il Padre potrebbe manifestare amore più grande e quale gloria più degna potrebbe ricevere il Figlio che quella di sedere alla destra del Padre? È unico e identico il trono perché tra il Padre e il Figlio non c'è nessuna distinzione di dignità, ma un unico amore nella carità» (Cromazio). «Il Figlio siede alla destra perché a destra staranno le pecore. È necessario che il primo Agnello prenda in possesso, in anticipo, del luogo destinato al gregge che lo seguirà» (Massimo).

2Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici!

«Cristo deve regnare, finché Dio abbia messo tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere distrutto sarà la morte» (1 Cor 15, 25-26).

«Certo non vedi il Cristo che siede alla destra del Padre; puoi vedere, però, in che modo siano posti i suoi nemici come sgabello dei suoi piedi. Questo sta avvenendo, questo si verifica: anche se in forma lenta e graduale, si verifica incessantemente» (Agostino).

3A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori; dal seno dell’aurora, come rugiada, io ti ho generato.

Il significato del versetto, nel testo ebraico, è oscuro. La rilettura cristiana si fonda sulla traduzione greca: dal seno dell’aurora io ti ho generato. I Padri vedono in questo passo un annuncio della generazione eterna del Verbo.

4Il Signore ha giurato e non si pente: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedek».

Il re riceve anche la funzione di sacerdote. Quanto a Gesù, il suo insediamento presso il Padre, lo rende un intercessore: «Nessuno potrà condannare. Cristo è morto. Anzi, egli è risuscitato, e ora si trova accanto a Dio, dove sostiene la nostra causa» (Rm 8, 34).

«È Cristo il gran sacerdote che può penetrare i cieli e ascendere fino a Dio che abita la luce inaccessibile» (Origene). «Apparve davanti al Padre, come uomo, per noi, per collocare di nuovo noi davanti al Padre» (Cirillo Alessandrino).

5Il Signore è alla tua destra! Egli abbatterà i re nel giorno della sua ira; 7lungo il cammino si disseta al torrente, perciò solleva alta la testa.

«Questi re, fiaccati con la potenza del suo nome, non hanno potuto realizzare i loro disegni. Hanno tentato con ogni sforzo di cancellare dalla terra il nome cristiano e non ci sono riusciti» (Agostino).

SALMO 110

1Alleluia. Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, tra gli uomini retti riuniti in assemblea.

«L’alleluia appare in modo esplicito quando la lode gioiosa diventa intensa» (Bruno H). «Quest’uomo esultante prefigura il popolo il cui cuore si effonde nell’amore di Dio, cioè il corpo di Cristo, ormai libero dal peccato» (Agostino). «L’assemblea che celebra con grande gioia anticipa la lode eterna nel mondo futuro» (Bruno H). «Soltanto chi ama il Signore con tutto il cuore, lo può lodare con tutto il cuore» (Bruno As).

2Grandi sono le opere del Signore: le ricerchino coloro che le amano.

«Ha promesso di lodare, ha precisato in che modo (con tutto il cuore) e dove lodare, ossia nell’assemblea della Chiesa. Ora suggerisce anche l’argomento della lode: le grandi opere del Signore» (Bruno As). «Che cosa c’è di più magnifico dell’atto di giustificare l’empio? Questa è la magnificenza del Signore, poiché proprio dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato anche la grazia» (Agostino).

3Il suo agire è splendido e maestoso, la sua giustizia rimane per sempre.

«Le opere del Signore ora sono chiamate anche meraviglie: Dio non opere nulla che non sia degno di stupore e ammirazione» (Bruno As).

4Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie: misericordioso e pietoso è il Signore. 5Egli dà il cibo a chi lo teme, si ricorda sempre della sua alleanza.

Dio ricorda, ossia rinnova le sue azioni salvifiche, tra le quali c’è il dono della manna. Ora la Sacra Scrittura, ricordando le opere mirabili di Dio, nutre i fedeli. «Dio ha voluto che si formasse la Sacra Scrittura perché venissero ricordate le sue meraviglie. Consegnò questa memoria e questo cibo spirituale come un alimento per coloro che lo temono. Le parole di Dio nutrono e donano vita» (Bruno As)

6Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere, gli diede l’eredità delle genti.

«I ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo» (Mt 11,5).

«Diede in eredità le genti al popolo cristiano quando edificò la Chiesa con pietre vive, prese da ogni nazione» (Bruno H).

7Le opere delle sue mani sono verità e diritto, stabili sono tutti i suoi comandi, 8immutabili nei secoli, per sempre, da eseguire con verità e rettitudine.

Alla sua azione solidale, Dio accompagna una legislazione santa. Il salmista ricorda il dono della Legge al Sinai ma il cristiano vede in Gesù il dono massimo di Dio all’umanità. «La Legge fu data per mezzo di Mosé, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo» (Gv 1, 17). Il suo messaggio rimane immutabile nei secoli: «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Mc 13, 31).

9Mandò a liberare il suo popolo, stabilì la sua alleanza per sempre.

La liberazione dall’Egitto prefigura la redenzione di Cristo: «Parla della liberazione nel sangue del Figlio suo: “Siete stati comprati a caro prezzo” (1 Cor 6,20)» (Bruno As). «Per mezzo degli apostoli, trasmise ai popoli la nuova Alleanza che permane in eterno. Il Nuovo Testamento non sarà sostituito da un altro come è avvenuto per l’Antico» (Bruno H).

Santo e terribile è il suo nome.

Dio è santo, ossia separato dalla corruzione del mondo e terribile, ossia efficace nel suo agire. «Tutti, malvagi e retti, devono venerare e temere il suo Nome, che respinge il demonio e ci santifica» (Bruno As).

10Principio della sapienza è il timore del Signore: rende saggio chi ne esegue i precetti. La lode del Signore rimane per sempre.

Dio non smette mai di essere buono e di beneficare. «La lode per Dio non può essere delimitata da un confine, poiché il suo dono non cessa mai» (Bruno H).

SALMO 111

1Alleluia. Beato l’uomo che teme il Signore e nei suoi precetti trova grande gioia.

«Le espressioni concernenti la persona del giusto si riferiscono a Cristo, il Giusto per eccellenza» (Girolamo). «Chi teme il Signore osserva con piacere i suoi comandamenti, allo stesso modo con cui, quando fa molto caldo, uno ha sete. Non li adempie solo, ma li vuole» (Girolamo)

2Potente sulla terra sarà la sua stirpe, la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.

«Sarà potente in quella terra che è il cielo, quando la stirpe dei giusti regnerà con Cristo, mentre su questa terra essa è derisa. La discendenza dei giusti non riguarda la generazione fisica, ma l’imitazione delle opere dei santi» (Bruno H).

3Prosperità e ricchezza nella sua casa, la sua giustizia rimane per sempre.

«Beato l'uomo che possiede le ricchezze della grazia nella dimora del cuore, cioè grande godimento del sommo bene come ricompensa di un grande desiderio» (Guglielmo di Saint-Thierry).

4Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti: misericordioso, pietoso e giusto.

«Chi fa opere di misericordia, le compia con gioia» (Rm 12,8).«L’uomo innamorato della mia verità non si sazia mai di beneficare tutto il mondo» (Caterina da S. DDP 7)

5Felice l’uomo pietoso che dà in prestito, amministra i suoi beni con giustizia.

«Io il Signore avrei potuto dotare ogni uomo di tutto il necessario ma volli che gli uni avessero bisogno degli altri e si facessero miei ministri col distribuire agli altri i doni ricevuti da me. L’uomo non può fare a meno d’usare atti di carità» (Caterina da S. DDP 7).

6Egli non vacillerà in eterno: eterno sarà il ricordo del giusto.

«Chi si è sempre ricordato di Dio, sarà sempre ricordata da Dio» (Bruno As). «Il giusto non vacillerà perché otterrà il premio mentre ai malvagi il Signore dirà: “non vi ha mai conosciuti” (Mt 7,23)» (Bruno H).

7Cattive notizie non avrà da temere, saldo è il suo cuore, confida nel Signore. 8Sicuro è il suo cuore, non teme, finché non vedrà la rovina dei suoi nemici.

«». 2 Ts 1,6

9Egli dona largamente ai poveri, la sua giustizia rimane per sempre, la sua fronte s’innalza nella gloria.

«Questo è agire in modo perfetto, come insegna il Vangelo. La sua rettitudine rimarrà per sempre, non solo resterà ma sarà glorificata presso Dio» (Bruno As). «Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo» (Mt 19,21).

10Il malvagio vede e va in collera, digrigna i denti e si consuma. Ma il desiderio dei malvagi va in rovina.

Parla del diavolo e degli uomini corrotti, frustrati nei loro intenti (cf. Bruno As). «Non si è felici nell'opprimere il prossimo, nel voler ottenere più dei deboli, nell’arricchirsi e tiranneggiare gli inferiori. Ma chi prende su di sé il peso del prossimo, chi, dando ai bisognosi ciò che ha ricevuto da Dio, è come un Dio per i beneficati, egli è imitatore di Dio» (Lettera a Diogneto)

Salmo 112

1Alleluia. Lodate, servi del Signore, lodate il nome del Signore. 2Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre. 3Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore.

Lode al Nome del Signore. Il Nome più vero di Dio è stato rivelato a Israele nel tempo della liberazione dall’Egitto: cf. Es 3,13-14; Es 6,3-6.

La lode ora è innalzata in ogni tempo ed ovunque, a oriente e a occidente, perché «la parola del Vangelo è stata predicata a tutte le genti» (Beda). «Quanto più ami il Signore, tanto più desideri lodarlo!» (Bruno As)

4Su tutte le genti eccelso è il Signore, più alta dei cieli è la sua gloria.5Chi è come il Signore, nostro Dio, che siede nell’alto 6e si china a guardare sui cieli e sulla terra?

Dio si china per conoscere le sofferenze degli uomini: «Ho osservato la miseria del mio popolo e ho udito il suo grido: conosco le sue sofferenze» (Es 3,7). Gesù ha conosciuto in modo diretto la nostra miseria: «Non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato» (Eb 4,15).

Ora Cristo Risorto si prende cura di noi: «Se volgi gli occhi verso il sole, ne vedi il disco nel cielo, ma la luce e i raggi li vedi volgersi a terra. Così il Signore è assiso alla destra del Padre, ma il suo occhio è rivolto ai cuori degli uomini su questa terra per innalzare là dove lui è quanti attendono il suo aiuto» (Pseudo-Macario).

7Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero, 8per farlo sedere tra i principi, tra i principi del suo popolo.

Dio Padre solleva l’umiliato: Gesù, che si umiliato volontariamente ed ha ricevuto opposizione e disprezzo, è stato esaltato dal Padre:«Svuotò se stesso assumendo una condizione di servo. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome» (Fil 2,7-9).

Dio rialza il peccatore, che è il più grande misero: «Se il diavolo ha avuto tanta forza da farti precipitare nell’abiezione, molto più Dio avrà forza di sollevarti di nuovo, purché tu non ti abbatta» (G. Crisostomo). «Anche un re, se è peccatore, in realtà è povero perché privo dell’amore di Dio e se si lascia dominare dai vizi, è come chi si rigira nell’immondizia» (Bruno H).

«I pricipi del popolo sono i patriarchi, i profeti, gli apostoli e tutti i santi graditi a Dio: tra loro siederà il povero di Cristo» (Bruno H).

9Fa abitare nella casa la sterile, come madre gioiosa di figli.

Dio guarisce la sterilità di Gerusalemme e la rende madre feconda di figli rigenerati nello Spirito (cf. Gal 4,24-27). «Prima della venuta dello Sposo, la Chiesa fu sterile ma ora, grazie alla predicazione della parola e la rigenerazione nell’acqua e nello Spirito, è madre lieta di figli. Gioisce per il parto spirituale e per il numero dei santi» (Bruno H).

SALMO 113A

Alleluia. 1Quando Israele uscì dall’Egitto, la casa di Giacobbe da un popolo barbaro, 2Giuda divenne il suo santuario, Israele il suo dominio.

«Giuda o Israele rappresenta Cristo. Chi lo segue, acquista la sua forza visiva, contempla il Padre e partecipa al suo esodo e alla sua glorificazione» (cf. Bruno H) «Al popolo che usciva verso la libertà, continuò ad opporsi la moltitudine dei vizi, ma quando, poi, con l’aiuto della grazia, cominciò a vincere l’assalto del male, allora divenne Israele» (Bruno Cert.). «Quando il popolo esce dall’Egitto, ossia dalla tenebra del peccato, allora diviene un luogo santo» (Bruno As). «Diventiamo luogo in cui Dio abita e domina, quando obbediamo ai suoi comandamenti» (Bruno H).

«Prima di richiedere adorazione, il Signore dona delle prove del suo amore. Solo dopo aver mostrato la potenza dei suoi miracoli, prese possesso del suo popolo, come di un tempio. Gli uomini, invece, prima vogliono prendere il potere e poi fare il bene. Dio agisce all’opposto» (G. Crisostomo).

3Il mare vide e si ritrasse, il Giordano si volse indietro, 4le montagne saltellarono come arieti, le colline come agnelli di un gregge.

«Tutti gli impedimenti sono ormai superati. Il mare ha visto ed è fuggito, e a te è rimasta aperta la via alla libertà spirituale» (Agostino). «Il mare, segno del male, vide gli annunciatori del Vangelo e fuggì. Il Giordano rappresenta il popolo dei battezati che, grazie alla fede, ritorna indietro verso le cose di lassù e risale alle realtà celesti» (Bruno AS). «Il trasalimento dei monti vuole significare la gioia della Pasqua» (G. Crisostomo).

5Che hai tu, mare, per fuggire, e tu, Giordano, per volgerti indietro?6Perché voi, montagne, saltellate come arieti e voi, colline, come agnelli di un gregge?

«I miracoli accompagnano sempre ed ovunque il popolo di Dio affinché esso impari ad accogliere l’insegnamento del Signore. Se i cristiani vivessero come dovrebbero, i pagani ci ammirerebbero più di quanto si ammirano gli operatori di prodigi. Spesso si dice che i miracoli sono frutto d’immaginazione, ma una vita onesta non può ricevere alcuna smentita. La virtù chiude la bocca a chiunque» (G. Crisostomo).

7Trema, o terra, davanti al Signore, davanti al Dio di Giacobbe, 8che muta la rupe in un lago, la roccia in sorgenti d’acqua.

«La terra trema davanti al Signore poiché se non avesse conosciuta la verità del Vangelo, non si sarebbe scossa dal suo peccato» (G. Crisostomo).

«La roccia è Cristo (1 Cor 10,4): inviando il suo Spirito, rese potabile il suo insegnamento» (Prospero). «Rupi sono gli annunciatori del Vangelo: da loro sgorgano torrenti per dissetare il popolo» (Bruno As), oppre «rupi sono i cuori induriti degli uomini dai quali la parola divina fa scaturire torrenti» (Bruno H).

SALMO 113B

1 Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome da’ gloria, per il tuo amore, per la tua fedeltà.

«Dio agisce in base al suo amore, non in base ai nostri meriti. Egli è glorificato quando mostra di prendersi cura di noi, quando noi diventiamo virtuosi e risplendiamo per la nostra condotta» (G. Crisostomo).

2 Perché le genti dovrebbero dire:«Dov’è il loro Dio?». 3 Il nostro Dio è nei cieli: tutto ciò che vuole, egli lo compie.

«Un discorso contro chi nega l’esistenza di Dio. Se nel mondo ci sono molti mali, la responsabilità è dell’uomo, non dell’impotenza divina. L’ordine celeste rivela la forza del suo potere» (G. Crisostomo).

4 I loro idoli sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo. 5 Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, 6 hanno orecchi e non odono, hanno narici e non odorano. 7 Le loro mani non palpano, i loro piedi non camminano; dalla loro gola non escono suoni! 8Diventi come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida!

«Contro di loro c'è sempre quel passo dell'Apostolo che dice:scambiarono la verità di Dio con la menzogna, e venerarono e resero culto alla creatura invece che al Creatore, il quale è benedetto nei secoli (Rm 1,25)» (Agostino)

9 Israele, confida nel Signore: egli è loro aiuto e loro scudo. 10 Casa di Aronne, confida nel Signore: egli è loro aiuto e loro scudo. 11 Voi che temete il Signore, confidate nel Signore: egli è loro aiuto e loro scudo.12

Il Signore si ricorda di noi, ci benedice: benedice la casa d’Israele, benedice la casa di Aronne. 13 Benedice quelli che temono il Signore, i piccoli e i grandi.

«Che cosa significa che Dio benedice? Ci ricolma di beni. Anche l’uomo può benedire Dio ma Egli non riceve nulla da noi di cui abbia bisogno. Benedicendoci, Dio ci colma di gloria, senza guadagnare nulla per sé. Anche mentre erano in Egitto, Dio li benediceva nonostante la schiavitù e nulla poteva ostacolare il suo disegno. Ora ci benedice in Cristo donandoci tutte le benedizioni dello Spirito» (G. Crisostomo).

14 Vi renda numerosi il Signore, voi e i vostri figli. 15 Siate benedetti dal Signore, che ha fatto cielo e terra.

«Accresca il numero dei fedeli, ora e lungo il corso del tempo e tutti, raccolti in un unico gregge, possano gioire» (Bruno H). «Le parole di Dio divengono sempre realtà. La parola della sua benedizione è potente» (G. Crisostomo).

16 I cieli sono i cieli del Signore, ma la terra l’ha data ai figli dell’uomo. 17 Non i morti lodano il Signore né quelli che scendono nel silenzio, 18 ma noi benediciamo il Signore da ora e per sempre. Alleluia.

«I viventi che benedicono Dio sono coloro che si liberano dal peccato, che hanno una fede retta e opere ad essa conformi» (Cf. Bruno H).

Salmo 114

1Amo il Signore, perché ascolta il grido della mia preghiera. 2Verso di me ha teso l’orecchio nel giorno in cui lo invocavo.

«Dio ha evidenziato il suo amore verso di noi a tal segno che Cristo è morto per degli empi» (Agostino). «Molti ringraziano Dio per aver ricevuto ciò che desideravano, mentre è meglio ringraziarlo perché ci dona ciò che ci è veramente utile, anche se difforme dai nostri desideri (cf. G. Crisostomo).

(Invito ad amare Dio: cf. Sal 18,2 3 31,24).

3Mi stringevano funi di morte, ero preso nei lacci degli inferi, ero preso da tristezza e angoscia.

«Anna aveva l’animo amareggiato e si mise a pregare il Signore piangendo dirottamente» (1 Sm 1,10). «Ezechia voltò la faccia verso la parete e pregò il Signore dicendo: “Signore, ricordati di me…” e fece un gran pianto» (Is 38,2-3). «Una donna Cananea si mise a gridare: “Pietà di me, Signore”» (Mt 15,27).

«Non rimanere turbato perché il salmista parla di sofferenze acute, ma osserva quali tesori egli abbia ottenuto da esse. Fu costretto a ricorrere al Medico ed ottenne un soccorso del tutto insperato» (Cassiodoro). «Dio permette che siamo spaventati dalle prove, per spingerci nelle sue braccia» (G. Crisostomo).

4Allora ho invocato il nome del Signore: «Ti prego, liberami, Signore».

«Se egli non avesse invocato il Signore, sarebbe sempre rimasto un prigioniero» (Cassiodoro). «Libera l’anima mia. Fa che conservi soltanto ciò che è essenziale. Se l’anima è sana, tutto il resto verrà bene di conseguenza. Come il serpente rimane salvo se preserva la sua testa, mentre il resto del corpo perisce» (G. Crisostomo).

5Pietoso e giusto è il Signore, il nostro Dio è misericordioso. 6Il Signore protegge i piccoli: ero misero ed egli mi ha salvato.

«Non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze… Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia, così da essere aiutati nel momento opportuno» (Eb 4,15-16).

«Il salmista non dice: Dio non ha permesso che io incontrassi un pericolo; dice d’averlo incontrato e che era stato aiutato» (G. Crisostomo). «Ho resistito ai tormenti non con le mie forze, ma perché invocai il nome del Signore. Come dichiara l’Apostolo: In tutto questo riuscimmo più che vincitori per merito di colui che ci ha amato (cf. Rm 8, 37)» (Basilio). «Piccoli sono gli uomini che si considerano miseri ma che diventano grandi grazie per la magnificenza del Signore» (Bruno H9.

7Ritorna, anima mia, al tuo riposo, perché il Signore ti ha beneficato.

«Per il popolo di Dio è riservato un riposo sabbatico» (Eb 4,9).

«Ripeta questo canto il popolo devoto, redento dal prezioso sangue di Cristo e che ha ottenuto, per un dono di Dio, di giungere al riposo desiderato. Il salmista esorta la sua anima a tornare a Dio, dal quale viene la pace e l’eliminazione del peccato» (Bruno H). «Sopportare serenamente una sventura è molto più sublime dell’elemosina e di tutto il resto» (G. Crisostomo).

«Dio ti ha beneficato. Il nostro riposo è Cristo: chi prova l’angoscia del peccato dica a se stesso: ritorna alla tua pace» (Bruno H).

8 Sì, hai liberato la mia vita dalla morte, i miei occhi dalle lacrime, i miei piedi dalla caduta.

Mentre viviamo possiamo essere intaccati dalla morte: «I giusti, quando escono da questo mondo, sono liberati da quella morte [spirituale] di cui parla il Vangelo: Lascia che i morti seppelliscano i loro morti (Lc 9,20). Senza l’aiuto potente di Dio, non possiamo liberarci da questa morte» (Cassiano).

9 Io camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi.

Davanti a noi è aperto un cammino di libertà e di sicurezza: «Camminerò davanti a Dio e gli piacerò; vivrò nella sicurezza sfuggendo ad ogni pericolo: La morte verrà assorbita dalla vittoria, la corruzione dall’incorruttibilità e la mortalità dall’immortalità (1 Cor 15,53)» (Cassiano).

SALMO 115

Ho creduto anche quando dicevo: «Sono troppo infelice».

Nel turbamento, Gesù continua a confidare in Dio: «Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome» (Gv 12,27-29). «Appare il valore della fede. Con essa nessuna disgrazia si volge a disperazione. È come un ancora che tiene unite e consolida tutte le parti di cui è composto il nostro spirito» (G. Crisostomo).

11 Ho detto con sgomento: «Ogni uomo è bugiardo». «Ero sconvolto e ripetevo: non puoi fidarti di nessuno» (tr. ABU).

Gesù sperimenta che il soccorso umano è bugiardo: quando fu arrestato, «tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono» (Mt 26,56). Paolo, a sua volta, venne abbandonato: «Nella prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito, tutti mi hanno abbandonato. Il Signore però mi è stato vicino» (2 Tm 4,16-17).

«Non significa che l’uomo mente sempre ma che spesso non corrisponde alle nostre attese, come quando diciamo che una raccolta o una stagione delude, se non offre tutto ciò che c’aspettavamo» (G. Crisostomo). «Guardò alla propria miseria e ne ebbe paura, constatando come non aveva proprio nulla per confidare in se stesso. Di fatti l'uomo, di per se stesso, è menzognero e, se è divenuto verace, lo deve alla grazia di Dio» (Agostino)

12 Che cosa renderò al Signore per tutti i benefici che mi ha fatto?

«Unisce la consapevolezza della povertà dell’uomo con quella della grandezza dei benefici ricevuti da Dio. Un cuore riconoscente cerca con cura come restituire almeno in parte i benefici ricevuti ed è persuaso di non avere fatto nulla rispetto a ciò che avrebbe potuto fare» (G. Crisostomo) «Dio ci ha reso il bene al posto del male; mentre era percosso, ci offrì una speranza di risurrezione e affrontò la passione a motivo dei nostri peccati» (Bruno H).

13Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.

Il calice rappresenta i beni della creazione e della vita ed anche un evento particolare di salvezza. Gesù innalzò il calice ringraziando il Padre di essere stato costituito mediatore di salvezza a nostro vantaggio (1 Cor 10,16). «Non posso rendere al Signore in proporzione a quanto ho ricevuto, ma farà ciò mi è possibile» (G. Crisostomo). «Chi può infondere nei martiri la pazienza per sopportare i tormenti se non il Cristo che ha voluto bere al calice della passione a nostro favore?» (Bruno H). «Berrò al calice della salvezza di Cristo Salvatore e mi nutrirò della sua morte che ha affrontato per me» (Bruno Cert.).

14 Adempirò i miei voti al Signore, davanti a tutto il suo popolo.

«Ora ci sentiamo rivivere se rimanete saldi nel Signore. Quale ringraziamento possiamo rendere a Dio riguardo a tutti voi, per tutta la gioia che proviamo a causa vostra?» (1 Ts 3,8-9).

«Non credono in maniera perfetta coloro che si rifiutano di comunicare agli altri ciò che credono: Chi mi avrà riconosciuto dinanzi agli uomini, anch'io lo riconoscerò dinanzi agli angeli di Dio» (Mt 10,32) (Agostino).

15 Agli occhi del Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli.

Dispiace molto al Signore la morte dei suoi amici. Davanti a Dio ogni uomo è prezioso: «Sei prezioso ai miei occhi,
perché sei degno di stima e io ti amo» (Is 43,4). «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova?» (Lc 15,4). «Le mie pecore non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano» (Gv 10,28).

16 Ti prego, Signore, perché sono tuo servo; io sono tuo servo, figlio della tua schiava:

«Non si tratta di un servizio qualsiasi ma di quello che viene prestato a motivo di un grande amore. È un titolo di gloria, come appare in Mosè che viene chiamato servitore di Dio» (G. Crisostomo) «Alcuni servono Dio perché si sentono costretti, ma questo fedele vuole farlo spontaneamente, come fecero i santi» (Bruno Cert.).

tu hai spezzato le mie catene.

Dio spezza le catene di chi confida in Lui: «Si presentò un angelo del Signore. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: “Alzati, in fretta!”. E le catene gli caddero dalle mani» (At 12,7; cf Ger 30,8). «Chiunque commette peccato è schiavo del peccato. Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero» (Gv 8,34-36).

«Hai spezzato le catene dei miei peccati con il tuo perdono, a motivo delle quali non potevo prestarti obbedienza» (Bruno Cert.). «Chi presta questo servizio a Dio ottiene la libertà; riceve la grazia di poterlo servire non per forza ma per scelta volontaria. Un uomo siffatto è figlio della Gerusalemme celeste, che è libera ed è la madre di noi tutti. Libera dal peccato ma schiava della giustizia. Ella ha dei figli ancora pellegrini, ai quali: Voi siete stati chiamati alla libertà. E ancora, rendendoli in una certa maniera di nuovo servi: Siate servi l'uno dell'altro nella carità (Gal 5,13). E finalmente: Quando eravate asserviti al peccato, non eravate sottoposti alla giustizia; ma ora affrancati dal peccato e divenuti schiavi di Dio, ne avete il frutto nella vostra santificazione, mentre il fine è la vita eterna (Rm 6,20-22)» (Agostino)

17 A te offrirò un sacrificio di ringraziamento e invocherò il nome del Signore.

«Ripete il proposito già pronunciato come segno di riconoscenza e amore. Intende offrire se stesso morendo a se stesso, anche nel martirio, donandosi come offerta a Dio gradita» (Bruno Cert.)

18 Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo, 19negli atri della casa del Signore, in mezzo a te, Gerusalemme. Alleluia.

«Celebra il Signore davanti al popolo non per vanagloria ma per suscitare anche in altri il suo stesso sentimento» (G. Crisostomo).«Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro» (Mt 5, 16).

SALMO 120-131 (CF GRADUALI)

SALMO 134

SALMO 135

SALMO 136

Gli esuli rimpatriati ricordano il triste soggiorno in terra d’esilio e la difficoltà a cantare i canti di fede in una terra ostile (1-4). Ricordano il giuramento con cui avevano dichiarato la loro fedeltà a Gerusalemme (5-6). La Chiesa, unendosi ai santi del cielo, esprime la sua desolazione per essere ancora lontana dal Signore e il proposito di rimanere fedele a lui nel tempo del suo pellegrinaggio terreno.

1Lungo i fiumi di Babilonia, là sedevamo e piangevamo ricordandoci di Sion.

«I pagani trovano strano che voi non corriate insieme con loro verso questo torrente di perdizione e vi oltraggiano» (1 Pt 4, 4). I fiumi di Babilonia sono tutte le seduzioni sia nei costumi, sia nelle opinioni, nelle quali nulla è stabile, ma tutto è fluido. «Quelli invece chepensano alle cose celesti, siedono lungo i fiumi, ma non sono trascinati dal corso delle acque» (Prospero).

2Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre, 3perché là ci chiedevano parole di canto coloro che ci avevano deportato, allegre canzoni, i nostri oppressori: «Cantateci canti di Sion!». 4Come cantare i canti del Signore in terra straniera?

«Durante questo esilio, come in parte conosciamo Dio, così anche solo in parte lo lodiamo. Quando poi saremo in patria, come lo conosceremo in modo perfetto, così anche perfettamente lo potremo lodare» (Beda).

I canti del Signore richiamano il valore dei salmi: «La salmodia consola gli afflitti, rinfranca i sofferenti, guarisce i malati. Qui trovi il rimedio e la medicina per ogni male» (Bruno H). «Un ramo di salice non ha radici ma se viene tagliato e posto presso l’acqua, subito verdeggia. Così è il peccatore. Anche se ha errato ed è caduto, una volta che sia piantato presso l’acqua, ossia se legge la Sacra Scrittura, fa germinare la sua anima» (Bruno H).

5Se mi dimentico di te, Gerusalemme, si dimentichi di me la mia destra; 6mi si attacchi la lingua al palato se lascio cadere il tuo ricordo, se non innalzo Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia.

«Preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore. Camminiamo nella fede e non nella visione. Sia abitando nel corpo sia andando in esilio da esso, ci sforziamo di essere a lui graditi» (2 Cor 5,8-9). Nessuno lasci cadere il ricordo del Signore. Ognuno sia preso dalla parola di Dio che echeggia qui in terra per essere afferrato da Dio ed elevato oltre la terra. Dio è con noi affinché noi siamo con lui.

SALMO 137

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: hai ascoltato le parole della mia bocca. Non agli dèi, ma a te voglio cantare, 2mi prostro verso il tuo tempio santo. Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà: hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.

Gesù sperimenta di essere esaudito da Dio Padre: «Padre ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto» (Gv 11,41-42).

Dio va oltre la sua promessa e «dona a chi lo ama cose superiori ad ogni speranza. Egli non inganna mai e, con il proprio potere, compie di volta in volta quel che vuole» (Cirillo d’Alessandria).

3Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto, hai accresciuto in me la forza.

Dio fa crescere la forza del credente: «Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato (Is 40,29). Paolo si sente rinvigorito dal Signore in modo energico: «Tutto posso in colui che mi dà la forza» (Fil 4,13). «Abbiamo un tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi» (2 Cor 4,7).

4Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra, quando ascolteranno le parole della tua bocca. 5Canteranno le vie del Signore: grande è la gloria del Signore!

Dio verrà riconosciuto anche dai re: «In ogni luogo si brucia incenso al mio nome perché grande è il mio Nome fra le nazioni» (Mal 1,11). La Chiesa, riflettendo la luce di Cristo, diventerà attraente in modo meraviglioso: «Le nazioni cammineranno alla sua luce, e i re della terra a lei porteranno il loro splendore» (Ap 21,24).

6Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile; il superbo invece lo riconosce da lontano.

Il Signore guarda gli umili. «In un luogo eccelso io dimoro, ma sono anche con gli oppressi e gli umiliati» (Is 57,15). Gesù, umiliato nella passione, viene risarcito da Dio Padre: «Lo avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato» (At 2,23-24). «Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili» (Lc 1,52). «Mi vanterò ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo» (2 Cor 12,9).

7Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni vita; contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano e la tua destra mi salva. 8Il Signore farà tutto per me. Signore, il tuo amore è per sempre: non abbandonare l’opera delle tue mani.

Camminando in mezzo al pericolo, l’apostolo Paolo si sente rinfrancato: «In tutto siamo tribolati ma non schiacciati, portando sempre e dovunque la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo» (2 Cor 4,8-10). Sperimenta come Dio faccia tutto per lui: «Non che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio» (2 Cor 3,5).

SALMO 138

Signore, tu mi scruti e mi conosci, 2tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo, intendi da lontano i miei pensieri, 3osservi il mio cammino e il mio riposo, ti sono note tutte le mie vie. 4La mia parola non è ancora sulla lingua ed ecco, Signore, già la conosci tutta. 5Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano.6Meravigliosa per me la tua conoscenza, troppo alta, per me inaccessibile.

Il Signore ci scruta e ci conosce. L’angelo fa sapere a Tobia che Dio lo aveva accompagnato sempre con il suo sguardo: «Quando tu e Sara eravate in preghiera, io presentavo l’attestato della vostra preghiera davanti alla gloria del Signore. Così anche quando tu seppellivi i morti» (Tb 12,13). Gesù sa di essere conosciuto dal Padre: «Nessuno conosce il Figlio se non il Padre» (Mt 11,27).

7Dove andare lontano dal tuo spirito? Dove fuggire dalla tua presenza? 8Se salgo in cielo, là tu sei; se scendo negli inferi, eccoti.9Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare,10anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. 11Se dico: «Almeno le tenebre mi avvolgano e la luce intorno a me sia notte»,12nemmeno le tenebre per te sono tenebre e la notte è luminosa come il giorno; per te le tenebre sono come luce.

Dio è presente ovunque e non ci lascia soli. Gesù confidò nell’assistenza del Padre: «Colui che mi ha mandato è con me, non mi lascia solo; perché io faccio sempre quello che piace a lui» (Gv 8,29).

Ora Cristo «riempie tutte le cose; è con gli angeli in cielo, con gli uomini in terra. Nulla è fuori della sua divinità, neppure gli inferi. La mano divina abbraccia ogni uomo e ogni creatura» (Cirillo d’Alessandria).

13Sei tu che hai formato i miei reni e mi hai tessuto nel grembo di mia madre. 14Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda; meravigliose sono le tue opere, le riconosce pienamente l’anima mia. 15Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, ricamato nelle profondità della terra. 16Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi; erano tutti scritti nel tuo libro i giorni che furono fissati quando ancora non ne esisteva uno.

Dio ci conosce e ci ama da sempre; dice a Geremia: «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato» (Ger 1,5); «Giovanni Battista sarà grande davanti al Signore, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre» (Lc 1,15). «Quelli che Dio da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo» (Rm 8,29).

17Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio! 18Se volessi contarli, sono più della sabbia. Mi risveglio e sono ancora con te.

I pensieri divini sono profondi: «O Dio come è immensa la tua ricchezza, come è grande la tua scienza e la tua saggezza! Tutto viene da te, tutto esiste grazie a te e tutto tende verso di te» (Rm 11,33-36).«Non c'è follia più grande di questa: sapere che Dio è il mio Padre, sollecito del mio progresso, che vede meglio di me i miei bisogni, i mezzi opportuni, i pericoli da evitare; sapere tutto ciò ed essere tanto insensato da svincolarmi dalle sue braccia per camminare da solo» (Pollien).

23Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri; 24vedi se percorro una via di dolore e guidami per una via di eternità.

Il Signore ci guida per una via di eternità: «Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri di un tempo, ma, come il Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta.Sarete santi, perché io sono santo» (1 Pt 1,14-16).

SALMO 140

SALMO 141

SALMO 143

Benedetto il Signore, mia roccia, che addestra le mie mani alla guerra, le mie dita alla battaglia, 2mio alleato e mia fortezza, mio rifugio e mio liberatore, mio scudo in cui confido, colui che sottomette i popoli al mio giogo.

Gesù fu addestrato alla lotta: «Le mani stese sulla croce sono quelle di cui qui si parla, mani addestrate alla guerra. Le dita pronte alla battaglia sono quelle delle palme trafitte dai chiodi, che egli permise venissero trapassate per trionfare sul diavolo» (Cromazio). «Tutte le azioni dell’uomo amico di Dio operano per la distruzione delle potenze avverse. Osserva bene se non sia il Cristo che dice qui di aver messo in fuga i nemici invisibili» (Eusebio).

3Signore, che cos’è l’uomo perché tu l’abbia a cuore? Il figlio dell’uomo, perché te ne dia pensiero? 4L’uomo è come un soffio, i suoi giorni come ombra che passa.

L’uomo è come un soffio ma è ben voluto dal Signore: «Osserva quanto ti abbia stimato Dio: Se Dio è a nostro favore, chi sarà contro di noi? Quanto non ti ha creduto prezioso se non ha risparmiato il suo proprio Figlio ma lo ha consegnato alla morte per tutti noi? Come non ci ha donato insieme con lui anche tutte le cose?» (Agostino).

5Signore, abbassa il tuo cielo e discendi, tocca i monti ed essi fumeranno. 6Lancia folgori e disperdili, scaglia le tue saette e sconfiggili. 7Stendi dall’alto la tua mano, scampami e liberami dalle grandi acque, dalla mano degli stranieri. 8La loro bocca dice cose false e la loro è una destra di menzogna.

Il cristiano chiede che il Verbo discenda in suo aiuto: «È necessario che il Verbo stesso di Dio discenda per distruggere i nemici. Benché Dio addestri molto bene le mie mani, tuttavia qual è la forza dell’uomo, assimilato alla vanità, perché gli sia possibile resistere? Perciò, tu stesso, o Signore, piega i cieli e scendi. Scende come padre per i piccoli figli e come maestro per dei discepoli» (Eusebio).

9O Dio, ti canterò un canto nuovo, inneggerò a te con l’arpa a dieci corde, 10a te, che dai vittoria ai re, che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua. 11Scampami e liberami dalla mano degli stranieri: la loro bocca dice cose false e la loro è una destra di menzogna.

Dio scampa Davide: Chi fa parte della Chiesa, partecipa alla sua vittoria contro il male: «Non è privo del nome di Davide chi è Corpo di Cristo, al quale appartiene la lotta contro Golia cioè il demonio» (Prospero). «Il Signore che ci ha istruiti sul regno dei cieli, fa re coloro che ne sono degni e dona loro la salvezza. Concede a quelli che agiscono bene di non avere per re il peccato» (Eusebio).

12I nostri figli siano come piante, cresciute bene fin dalla loro giovinezza; le nostre figlie come colonne d’angolo, scolpite per adornare un palazzo. 13I nostri granai siano pieni, traboccanti di frutti d’ogni specie. Siano a migliaia le nostre greggi, a miriadi nelle nostre campagne; 14siano carichi i nostri buoi. Nessuna breccia, nessuna fuga, nessun gemito nelle nostre piazze. 15Beato il popolo che possiede questi beni: beato il popolo che ha il Signore come Dio.

Siamo traboccanti di frutti d’ogni specie: «In Cristo siete stati arricchiti di tutti i doni, nessun dono di grazia più vi manca» (1 Cor 1, 5, 7).

I cristiani godono di un rinnovamento perenne: «Come piante giovani, rinnovati nello spirito della loro mente, camminano in novità e nel loro cuore sono pronti a salire, di virtù in virtù» (Guglielmo di Saint-Thierry).

SALMO 144

Alef O Dio, mio re, voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre. Bet 2Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre. Ghimel

Gesù spesso loda e ringrazia il Padre: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25). «Gesù alzò gli occhi e disse: “Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato» (Gv 11,41). «In ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi» (1 Ts 5,18).

3Grande è il Signore e degno di ogni lode; senza fine è la sua grandezza. Dalet 4Una generazione narra all’altra le tue opere, annuncia le tue imprese. He 5Il glorioso splendore della tua maestà e le tue meraviglie voglio meditare. Vau 6Parlino della tua terribile potenza: anch’io voglio raccontare la tua grandezza.

La grandezza di Dio: «Gesù minacciò lo spirito impuro, guarì il fanciullo e lo consegnò a sua Padre. Tutti restavano stupiti di fronte alla grandezza di Dio» (Lc 9,42-43). «Dio vi faccia comprendere qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza» (Ef 1,19).

Zain 7 Diffondano il ricordo della tua bontà immensa, acclamino la tua giustizia. Het 8Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Tet 9Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

La bontà immensa: «Non è forse Efraim un figlio caro per me, un mio fanciullo prediletto? Infatti dopo averlo minacciato, me ne ricordo sempre più vivamente. Per questo le mie viscere si commuovono per lui,
provo per lui profonda tenerezza» (Ger 31,20). «I veri glorificatori di Dio lodano tutti i suoi giudizi. Anche le cose di lui che incutono terrore sono piene dell’onore della lode» (Prospero).

Iod 10Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. Caf 11Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza,Lamed 12per far conoscere agli uomini le tue imprese e la splendida gloria del tuo regno. Mem 13Il tuo regno è un regno eterno, il tuo dominio si estende per tutte le generazioni. Nun Fedele è il Signore in tutte le sue parole e buono in tutte le sue opere.

Lode del regno glorioso, eterno ed universale di Dio. Esso sarà consolidato dal Messia: «Grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore degli eserciti» (Is 9,6). «Ogni giorno diciamo, venga il tuo regno, di cui nessuna mente può concepire né la grandezza né la gloria, né lo splendore. Come è promesso, così si crede; con infallibile desiderio è chiesto finché sia presente» (Prospero).

Samec 14Il Signore sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto. Ain 15Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa e tu dai loro il cibo a tempo opportuno. Pe 16Tu apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni vivente. Sade 17Giusto è il Signore in tutte le sue vie e buono in tutte le sue opere. Kof 18Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, a quanti lo invocano con sincerità. Res 19Appaga il desiderio di quelli che lo temono, ascolta il loro grido e li salva. Sin 20Il Signore custodisce tutti quelli che lo amano, ma distrugge tutti i malvagi.Tau 21Canti la mia bocca la lode del Signore e benedica ogni vivente il suo santo nome, in eterno e per sempre.

La tenerezza divina: «Guarda dal cielo e osserva dalla tua dimora santa e gloriosa. Dove sono il tuo zelo e la tua potenza,
il fremito della tua tenerezza e la tua misericordia? Non forzarti all'insensibilità» (Is 63,15). «Apre la bocca istruendo sul monte i discepoli colui che nel silenzio istruisce gli angeli in cielo. Al contatto della sua mano viene curata la lebbra, guarita la cecità, ridonato l'udito, la lingua muta si discioglie… ed in lui che opera tutte queste cose viene chiaramente riconosciuto colui del quale Davide aveva detto: Tu apri la mano e sazi la fame di ogni vivente» (Bernardo).