sabato 12 luglio 2025

Settimo grado dell’umiltà

 Il capitolo 7 della Regola di San Benedetto tratta dell’umiltà, presentata come una scala a dodici gradini che conduce il monaco al culmine della perfezione cristiana. Il settimo gradino dell’umiltà dice:

"Il settimo grado dell’umiltà è quando il monaco non solo dice con la bocca di essere il più vile e il più inutile di tutti, ma lo crede veramente nel fondo del cuore, umiliandosi e dicendo con il profeta: Io invece sono un verme e non un uomo, vergogna dell’umanità e rifiuto del popolo (Sal 21,7). Mi sono esaltato, e poi sono stato umiliato e confuso (Sal 87,16). E anche: Buono per me è stato l’essere umiliato, perché imparassi i tuoi precetti (Sal 118,71)."

Commento al Settimo Gradino dell’Umiltà

Questo gradino rappresenta un livello profondo di interiorizzazione dell’umiltà. Non si tratta più solo di comportamenti esterni o dell’obbedienza (trattata nei gradini precedenti), ma di un atteggiamento radicato nel cuore del monaco: egli si considera sinceramente l’ultimo di tutti, non per autocommiserazione, ma per verità spirituale.

San Benedetto, seguendo la tradizione patristica e soprattutto il pensiero di San Giovanni Cassiano, insiste sul fatto che l’umiltà non è una maschera o un formalismo. Deve diventare una disposizione dell’anima: il monaco non si umilia per finta, ma perché davvero riconosce la propria piccolezza davanti a Dio.

Le citazioni dei Salmi rafforzano questo atteggiamento: il “sono un verme e non un uomo” è un’immagine forte, che esprime la totale abnegazione del proprio ego. Tuttavia, questo non è un rifiuto della propria dignità umana, bensì il frutto di una lucida coscienza della propria fragilità, peccabilità e dipendenza da Dio.

 La vera umiltà non è l'annullamento dell'identità, ma il suo fondamento in Dio.


Attualizzazione spirituale

Nel nostro tempo, in cui spesso si ricerca l’affermazione personale a tutti i costi, questo gradino può apparire controculturale, persino duro. Ma San Benedetto ci invita a spostare il centro della vita da noi a Dio. L’umiltà profonda è un cammino di liberazione dall’ego, che permette di amare senza bisogno di primeggiare, servire senza desiderio di riconoscimenti, vivere nella verità.


In sintesi

Il settimo gradino rappresenta l’interiorizzazione profonda dell’umiltà.

Il monaco non solo si comporta con umiltà, ma crede sinceramente di essere il più piccolo.

Le citazioni bibliche mostrano la connessione tra umiliazione e apprendimento spirituale.

Questo gradino segna un passaggio interiore importante: dalla semplice obbedienza alla vera trasformazione del cuocuore

elaborato con IA

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