Sabato. Prima settimana
Salmo 118
Kof (145-152)
(Karati)
Invoco con tutto il cuore: Signore, rispondimi; custodirò i tuoi decreti.
(Keratìka) Io t’invoco: salvami e osserverò i tuoi insegnamenti.
(Kiddàmti)
Precedo l’aurora e grido aiuto, spero nelle tue parole.
(Kiddèmu)
I miei occhi precedono il mattino, per meditare sulla tua promessa.
(Kolì)
Ascolta la mia voce, secondo il tuo amore; Signore, fammi vivere secondo il tuo
giudizio.
(Karevù)
Si avvicinano quelli che seguono il male: sono lontani dalla tua legge.
(Karòv)
Tu, Signore, sei vicino; tutti i tuoi comandi sono verità.
(Kédem)
Da tempo lo so: i tuoi insegnamenti li hai stabiliti per sempre.
È
la sezione kof del salmo 118 (ossia tutti i versetti iniziano con la lettera
ebraica K). I primi due versetti hanno per oggetto l’invocazione; il salmista,
se sarà esaudito, si sentirà ancora più invogliato ad osservare i comandamenti.
I
due versetti successivi insistono sullo spirito di vigilanza: alzarsi presto
per cercare Dio nella meditazione e nell’invocazione. Segue un versetto in cui
al centro sembra stare la voce d’invocazione dell’uomo ma in realtà al centro
c’è la disponibilità all’obbedienza.
Altri
due versetti parlano di vicinanza: il salmista è attorniano da trasgressori ma
Dio è ancora più vicino.
Versetto
conclusivo: il valore eterno della Legge.
La
Chiesa rivive il sentire di Gesù che cerca il Padre e vuole vivere secondo il
suo volere, in una società lontana da Dio. Conservando questa intimità con Lui,
sperimenterà l’aiuto e l’esaudimento.
Rilettura
cristiana di Agostino
Invoco con tutto il
cuore… La preghiera è un grido che si
leva al Signore; ma, se questo grido consiste in un rumore di voce corporale
senza che il cuore di chi prega aneli intensamente a Dio, non c'è dubbio che
esso è fiato sprecato. Se invece si grida col cuore, per quanto la voce del
corpo resti in silenzio, il grido, impercettibile all'uomo, non sfuggirà a Dio.
Quando dunque preghiamo, possiamo gridare a Dio o con la voce esterna (se così
esige il dovere) o anche rimanere in silenzio; comunque, in ogni preghiera deve
esserci il grido del cuore. Ora questo grido del cuore consiste in una grande
concentrazione dello spirito, la quale, quando avviene nella preghiera,
manifesta il profondo desiderio e l'ardore che sorreggono l'orante a non
disperare del risultato. E si grida con tutto il cuore quando nel pensiero non
si ha altro [che la preghiera]. Per dirci poi quale vantaggio abbia conseguito
con il suo gridare, soggiunge: Le vie della tua giustizia ricercherò. Ecco
perché ha gridato con tutto il suo cuore; ecco cosa ha desiderato gli fosse
concesso dal Signore, qualora avesse ascoltato la sua preghiera: poter
ricercare sempre le vie della sua giustizia.
I miei occhi precedono
il mattino... Se riferiamo queste parole ai singoli fedeli e le prendiamo
in senso proprio, capita spesso che durante tali ore notturne vigili l'amore
per il Signore e, dietro la forte spinta che esercita il gusto della preghiera,
non si aspetti ma si anticipi il tempo di pregare, che suol essere dopo il
canto del gallo. Se poi per "notte" intendiamo tutta la durata del
tempo presente, è certamente notte profonda tutte le volte che gridiamo a Dio
prevenendo il tempo adatto, che è quello in cui egli ci accorderà quanto ci ha
promesso…
Si sono
avvicinati i miei persecutori…. S’avvicinano
quando giungono a tormentare e a uccidere il corpo… e lo dice riferendosi a ciò
che il Signore patì durante la passione. Chiamò prossima la tribolazione che
esperimentava nella carne, in quanto nulla è più vicino all'anima di quanto non
lo sia la carne che essa regge… Nel loro intimo i santi avevano vicino il
Signore, dal quale [il fedele] non è mai abbandonato.
Da tempo lo so… Come costui ha potuto conoscere tutto questo
fin dall'inizio? Chi però parla così è la Chiesa, che non cessò mai di esistere
sulla terra a cominciare dai primordi del genere umano. Essa ha le sue primizie
nel santo Abele, immolato anche lui per rendere testimonianza al sangue del
Mediatore venturo, che sarebbe stato versato per mano degli empi fratelli.
Tant'è vero che all'inizio fu pronunziata proprio quella parola: I due
saranno una sola carne, sacramento grande, al dire dell'apostolo Paolo, il
quale, applicando il testo, diceva: Questo io dico in Cristo e nella Chiesa.
Salmo
116
Genti tutte, lodate il Signore, popoli tutti, cantate la
sua lode, perché forte è il suo amore per noi e la fedeltà del Signore dura per
sempre. Alleluia.
Il salmista presenta il motivo essenziale per lodare il
Signore: la profondità dell’amore che si manifesta come fedeltà. Egli ha fatto
prevalere la misericordia rispetto al giudizio. L’invito è rivolto a tutti i
popoli.
La composizione fa parte dei salmi pasquali
La condotta degli uomini «avrebbe potuto, più d’una volta,
autorizzare il Signore a far uso della giustizia. Misericordioso, ha lasciato
che prevalesse e trionfasse la sua pietà e bontà, non solo poche volte, ma
sempre» (G. Castellino)
Rilettura cristiana di Bruno da Segni
Lodate il Signore, popoli tutti, celebratelo popoli
tutti: è stata confermata su di noi la sua misericordia e la verità del Signore
rimane per sempre. Il profeta invita non
soltanto i giudei ma, insieme a loro, tutti i popoli pagani a lodare il
Signore, poiché egli è il Signore di tutti e non soltanto dei giudei. In un
primo tempo, Dio era conosciuto soltanto nella Giudea e il suo Nome era stato
magnificato nel popolo d’Israele; ora invece ha sofferto a vantaggio di tutti e
ha redento tutte le nazioni con il suo sangue e per questo l’umanità intera
deve ringraziarlo e benedirlo. Ora infatti è stata confermata su di noi la sua
misericordia ed è stato documentato, con prove certe, che Egli è benevole e
misericordioso, poiché ci ha amato e ha lavato i nostri peccati con il suo
sangue (Ap 1,5).
La verità del Signore rimane in eterno, poiché ha attuato ciò che aveva promesso per mezzo
dei suoi profeti nelle Sacre Scritture quanto riguardava la nostra liberazione
e il rinnovamento del suo popolo. Ciò appare in alcune testimonianze: «Ci ha
liberato dai nostri nemici e dalle mani di quanti ci odiano» (2 Re 19,9), «Come
aveva promesso per bocca dei suo santi profeti, che avevano parlato nel
passato» (Lc 2,70).
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