Salmo 90
Questo salmo contiene la lode -
cantico di Davide, del Davide [futuro] al quale si promette: “Cadranno mille al
tuo fianco e diecimila alla tua destra, ma i [nemici] non si avvicineranno a
te. Camminerai sull'aspide e sul basilisco, calpesterai il leone e il drago”.
Chi abita al riparo dell'Altissimo e dimora sotto la
protezione del Dio del cielo. Il profeta
parla contro i giudei ma anche contro gli spiriti maligni perché hanno tramato
contro il nostro Salvatore ed hanno escogitato pessimi inganni. Chi
abita al riparo dell'Altissimo, ovunque
egli dimori, anche in mezzo ai suoi nemici o avversari, non temerà il
pericolo notturno, né la freccia che vola nel giorno, né la minaccia che
s'aggira di notte, né l'assalto del demone meridiano. Non avrà alcuna paura perché viene protetto dal Dio del cielo. Come
potrebbe temere se lo protegge il Padre onnipotente e la sua stessa divinità,
con cui è unito, gli fornisce rifugio e sicurezza?
Dice al Signore: mio sostegno sei tu, mio rifugio, mio
Dio. Ora il nostro Salvatore parla come
uomo perché, quale Dio, non ha bisogno di questi sostegni. Egli stesso potrà
ripetere tali assicurazioni, quando si troverà in necessità. Nel pronunciarle,
anzi nell'atto di pensare o di volere, subito il suo desiderio si realizzerà.
Che cosa potranno fare contro di lui, gli uomini che lo combattono da
insipienti? Se Cristo Signore non avesse potuto difendere se stesso, sarebbe
vano ed inutile sperare in lui. É certo tuttavia che Egli non temette nessuno,
lui che era l'unica speranza e difesa di tutti.
Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, e dalla
parola aspra. Spererò in lui perché mi
libererà da tutte le mie angustie. Questi cacciatori sono gli spiriti maligni
nelle cui reti sono presi i peccatori. Quanti sono i vizi, altrettanti sono i
lacci che legano e tengono prigionieri gli uomini miseri. La parola aspra sarà
quella proferita dal Signore il quale dirà nel giudizio: “Andate maledetti nel
fuoco eterno” (Mt 24,41).
Ora il profeta rivolge la parola allo stesso Cristo.
Con le sue spalle ti coprirà d'ombra e sotto le sue ali
porrai la tua speranza. Dio non ha né
spalle né ali: parla in modo metaforico, intendo riferirsi alla sua protezione
e difesa.
Come scudo ti circonderà la sua verità. La verità è uno scudo sicuro e insuperabile, tale
da far ammutolire uomini ingannatori e malvagi. I giudei furono vinti da questo
scudo, poiché nelle parole di Cristo non poterono trovare nulla che si potesse
criticare. Non temerai il pericolo notturno. Chiama pericolo notturno quello che accadde in quella
stessa notte in cui fu tradito, quando i giudei con il traditore Giuda lo
assalirono con spade e bastoni. Se avesse avuto paura sarebbe fuggito, mentre,
al contrario, andò incontro a loro: La freccia che vola di giorno. Il Signore fu catturato di notte e trapassato di
giorno. I giudei lo trafissero quando gridarono: crocifiggilo. Le frecce si
tramutarono in sofferenze per i loro piccoli. La minaccia che
s'aggira di notte: il pericolo che
incombeva di notte era costituito dall'intento, rimuginato nei cuori degli
scribi e dei farisei, di condurlo a morte. Giustamente in questo versetto sono
chiamati tenebre, perché sono ciechi e guide di ciechi.
L'assalto del demone meridiano. Dopoché Pilato non fu più in grado di difenderlo e
con le sue mani lorde lo consegnò in potere dei giudei affinché fosse
crocifisso. Allora si sviluppò questo assalto, allora lo trafissero in croce
con la selvatichezza e la crudeltà delle belve. “Era l'ora sesta, quandolo
crocifissero” (Mc 15,33; Gv 19,18). Per questo qui si parla del demonio che
opera a mezzogiorno: se quel popolo molto malvagio non fosse stato trascinato
ed oppresso dal diavolo, non avrebbe potuto commettere un crimine così grave.
Cadono mille al tuo fianco, e diecimila alla tua destra. Per mille e diecimila dobbiamo intendere tutte le
migliaia di spiriti maligni, che caddero tutti in seguito alla passione di
Cristo e persero ogni potere e capacità di nuocere. Allora il diavolo fu messo
in catene e si dice che sarà sciolto dopo mille anni. Avremmo potuto pensare ad
una allusione al giudizio futuro, ma parla di chi sta a destra. In quel momento
nessuno di loro si troverà alla destra [del Giudice]; saranno colpiti e
cadranno mentre staranno alla sua sinistra. A te non s'avvicinerà. Cadranno e perderanno tutto il loro potere e sebbene
tutti saranno uniti in un solo intento e in unico proposito, quello di nuocere,
tuttavia non oseranno ad avvicinarsi al nostro Salvatore.
Solo osservando con gli occhi, vedrai il castigo dei
peccatori. Sopporterai tutto con pazienza,
sembra suggerire. Sebbene tu possa vendicarti all'istante, non ti vendicherai
affatto in quel momento. Soltanto verificherai quanto siano degni di punizione
e vedrai il castigo dei peccatori, per fare giustizia a suo tempo e ottenere un
risarcimento.
Tu sei, Signore la mia speranza; hai messo il tuo rifugio
nell'Altissimo. Il male non ti si
avvicinerà e il flagello non si accosterà alla tua tenda. Un versetto corrisponde all'altro, perciò ciò che
viene detto ora - Tu sei, Signore la mia speranza – corrisponde a quanto era stato detto sopra: spererò
in lui. La dichiarazione attuale: hai
messo il tuo rifugio nell'Altissimo,
richiama l'affermazione precedente: chi abita al riparo
dell'Altissimo. Dica, allora, poiché tu
sei, Signore, la mia speranza, sono certo che il flagello non s'avvicinerà alla
tua tenda, cioè a me, poiché io sono la tua tenda. Perciò viene detto in un
altro passo: “Tu abiti nel santuario, re d'Israele” (Sal 21,4), e poiché hai
messo il tuo rifugio nell'Altissimo, non ti accadrà alcun male, non è possibile
che il male raggiunga un'altezza tanto elevata.
Poiché ha dato ordine ai suoi angeli, di custodirti in
tutte le tue vie. Sulle loro mani ti porteranno, affinché il tuo piede non
inciampi contro una pietra. Sarai sollevato
dagli angeli, che hanno ricevuto da Dio il comando di fare questo, affinché il
tuo piede non inciampi. Non possiamo pensare che gli angeli non siano stati
sempre attenti a servirlo e ad obbedirlo, quando, riguardo agli altri uomini,
si dice che “i loro angeli contemplano sempre il volto del Padre” (Mt 18,10).
In un altro passo si testimonia che “gli angeli si avvicinarono a lui e lo
servirono” (Mt 4,11). Gli angeli lo proteggevano, affinché le pietre non
potessero ferirlo, ossia i giudei o altri iniqui. Sono tutti aspetti che
riguardano la sua vita terrena.
Camminerai sul' aspide e sul basilisco, calpesterai il
leone e il drago. Aspide e basilisco, leone
e drago rappresentano i demoni. È un aspide perché ha un veleno mortale; è un
basilisco perché è il sovrano di ogni iniquità; è un leone perché gira in
continuazione alla ricerca di chi divorare, è un drago perché è tortuoso e non
procede mai nella rettitudine. Il Signore cammina sopra costui e lo calpesta
con i suoi piedi perché annienta e vince tutte le sue astuzie. Finora ha
parlato il profeta. Ora il Padre parla al Figlio durante la sua vita terrena:
Ha sperato in me e lo libererò. É la risposta alla sua invocazione: “Custodiscimi,
Signore, poiché in te ho sperato” (Sal 15,1). Lo proteggerò perché ha
conosciuto il mio Nome. Ciò equivale a
quanto ha detto altrove: Ho detto al Signore: tu sei il mio Dio. Sempre il Figlio, divenuto uomo, invoca suo Padre,
il suo Dio, il suo Signore e suo Re. M'invocherà e l'esaudirò. Il Signore [Gesù] prega allo stesso modo: “Padre ti
ringrazio perché mi ascolti sempre; lo sapevo che mi esaudisci sempre” (Gv
11,41). Sarò con lui nella tribolazione. Il Padre non abbandona il Figlio. Perciò se in un passo dichiara:
“Perché mi hai abbandonato?”, aggiunge subito in un altro: “Sei lontano dalla
mia salvezza [ma non assente]” (Sal 21,2).
Lo libererò e glorificherò, lo colmerò di lunghi giorni
e gli mostrerò la mia salvezza. Lo libererò
da tutte le sue sofferenze e necessità e lo glorificherò collocandolo alla mia
destra. Lo colmerò di lunghi giorni, poiché regnerà in eterno e nei secoli dei secoli; il suo regno non avrà
mai fine. Gli mostrerò la mia salvezza, ossia una salvezza eterna e immutabile, come interpreto.
Salmo 91
Salmo – cantico per il giorno di
Sabato.
Questo salmo deve essere cantato
nel giorno di Sabato. Il Sabato è la prima festa che deve essere rispettata per
ordine divino. Giustamente è chiamata riposo. Dio benedisse questo giorno e
proibì che in esso si compissero opere servili. É opera servile non quella
compiuta dagli schiavi ma quella che fanno tutti gli uomini, anche quelli
liberi. Ogni peccato è un'opera da schiavi, perché chiunque commette peccato è
schiavo del peccato. I veri osservanti del Sabato sono i fedeli che ricusano il
male e compiono il bene. Costoro cantino questo salmo col salterio a dieci
corde con il cantico e con la cetra.
È bello lodare il Signore e salmeggiare, Altissimo, al tuo
Nome. Annunciare al mattino la tua misericordia e la tua fedeltà lungo la
notte. Nel salterio a dieci corde con il cantico e con la cetra: perché mi hai
rallegrato, Signore, con la tua opera; perciò è bello per me lodare il Signore.
É la Chiesa che si esprime in queste parole, colma di gioia per ciò che Dio ha
compiuto e per tutte le sue opere, portate a compimento da Lui in sei giorni
fino al sabato. Di sabato, perciò, vuole lodare, benedire e celebrare il
Signore. Se gli altri giorni possono vantare una manifestazione della sua opera
creatrice, neppure il sabato è privo di gloria. Se cominciassimo ad esaminate
tutte le opere compiute in ogni giornata, dovremmo protrarre a lungo la lode ed
innalzarla senza misura. A meno che non assegniamo al Sabato un significato
diverso da quello dato dai giudei, neppure un sabato ci basterebbe per dare
spazio alla nostra lode.
È bello dar lode al Signore, salmeggiare e celebrare il
tuo Nome, o Altissimo, affinché tutti posano udire. In un altro passo si legge:
“Grida senza cessare, alza la tua voce come tromba” (Is 58,1). Ancora: “Alza la
tua voce tu che rechi liete notizie a Gerusalemme” (Is 40,9). Dobbiamo lodarti
e celebrarti in ogni tempo non soltanto per le opere [della creazione], ma
anche per la tua misericordia e la tua fedeltà. È quanto suggerisce ora: annunciare
al mattino la tua misericordia e la tua fedeltà lungo la notte. Al mattino e di
notte sta per in ogni momento; nel mattino, che è l'inizio del giorno, dobbiamo
vedere tutto il decorso della giornata. Non fu più facile creare il mondo del
redimerlo. Non dobbiamo lodare Dio per aver creato il mondo, più ancora che per
averlo redento, un'opera quest'ultima compiuta a motivo della misericordia e
della fedeltà di Dio. È bello lodare, celebrare e annunciare. In che modo
dobbiamo fare questo?
Sull'arpa a dieci corde, con il cantico, e con la cetra.
Il salterio è formato di dieci corde, e queste raffigurano i dieci comandi
della legge. La cetra invece ha soltanto tre o quattro corde, come ho ricordato
spesso. Il salterio raffigura quindi l'Antico Testamento, mentre la cetra, il
Nuovo. Questi due strumenti sono più che sufficienti per celebrare le
meraviglie di Dio. Tale annuncio deve avvenire con l'accompagnamento di un
canto, ossia deve essere eseguito con gioia.
Mi hai rallegrato, Signore, con la tua opera. Ho già
spiegato prima questo discorso che continua fino al punto: Esulterò nelle opere
delle tue mani. Ha fatto bene a proseguire nella lode perché “non chi ha
cominciato ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato” (Mt 1o,11).
Quanto sono grandi, Signore, le tue opere! Ecco una bella
acclamazione che contiene una nobile ammirazione per un prodigio non
irrilevante! Anche in un altro passo scorgiamo qualcosa di simile:
“Meravigliosa è per me la tua conoscenza, troppo alta e non posso afferrarla”
(Sal 138,6).
Quanto profondi sono per me i tuoi pensieri! Per quale
motivo un uomo viene scelto ed un altro rifiutato? Perché, prima ancora della
loro nascita; Giacobbe viene scelto mentre Esaù è rifiutato? Chi ne è capace,
lo spieghi! L'apostolo dichiara colmo di stupore: “O profondità della ricchezza
della sapienza e della scienza di Dio! Quanto incomprensibili i suoi giudici e
inaccessibili le sue vie” (Rm 11,33). Sono inaccessibili perché molto profonde.
L'uomo insensato non li comprende e lo stolto non li
capisce. L'uomo stolto e insipiente non comprende e non capisce le opere di
Dio, quelle opere ora sono state celebrate. Quali sono? I peccatori periranno
per sempre. Ora espone questo messaggio:
Spunteranno i peccatori come fieno e appariranno tutti gli
operatori d'iniquità ma per finire per sempre. Spunteranno i peccatori [ma
saranno] come fieno, il quale oggi è ma domani viene gettato nel fuoco, come
dice il Signore. Appariranno e incederanno più splendidi tra gli altri uomini,
senza tuttavia abbandonare la loro malvagità, se non per perire e morire. Se
l'uomo insipiente e stolto avesse capito quale sarebbe stata la sua fine, forse
avrebbe smesso d'agire iniquamente.
Tu sei l'eccelso per sempre, Signore. É sottinteso: li
punirai, rivelerai le loro malvagità; contro l'insensato si dice in un altro
passo: “Ti rimprovero, ti pongo davanti il tuo aspetto” (Sal 49,21). Lo precisa
nel seguito:
Ecco i tuoi nemici, Signore, periranno e saranno dispersi
tutti gli operatori d'iniquità. Sarà esaltato il mio corno come quello del
rinoceronte. Il corno della Chiesa, ossia la sua virtù, la sua forza, la sua
fede e il suo messaggio è stato esaltato al punto che nessuno può fare
resistenza. Il Signore stesso lo conferma dicendo: “Vi darò lingua e sapienza
alle quali non potranno opporsi tutti i vostri avversari né contraddirvi” (Lc
21,15). Si pensa questo del rinoceronte, che nessun animale possa resistere ad
un suo assalto.
La mia vecchiaia conoscerà abbondante misericordia. In
altri termini: “Scenderai nel sepolcro dopo aver conosciuto l'abbondanza” (Gb
2,26). La vecchia della Chiesa corrisponde alla fine di questo mondo: là
riceverà l'abbondanza di misericordia e non mancherà più di alcun dono di
misericordia. Non potrebbe trovarsi in una situazione più solida, chi vede
verificarsi il giudizio: Il tuo occhio scruterà i miei nemici e il tuo orecchio
udrà quelli che insorgevano contro di te con malizia. Non è necessario che ti
informi o che accusi i miei nemici, tu stesso li hai visti e uditi, tu li
conosci molto bene e sai quale rivalsa esercitare contro di loro.
Il giusto fiorirà come palma. L'uomo giusto viene
paragonato ad una palma in modo molto opportuno, perché nella divina Scrittura
la palma significa la vittoria. Dichiara Mosè: “Se ci sarà una contesa fra due
e saranno ricorsi dai giudici, quando costoro avranno stabilito chi sia il
giusto, gli daranno la palma della sua giustizia, mentre condanneranno il
colpevole per la sua disonestà” (Dt 25,1). Osserva come il giusto venga
identificato con la sua vittoria, per esaltarlo nel modo più completo. Il
giusto fiorirà, crescerà e avrà la maestà di una palma, poiché avrà la meglio
sui suoi nemici. “Avrà la corona, chi avrà combattuto in modo corretto” (2 Tm
2,3).
Si moltiplicherà come il cedro del Libano, il più bello,
il più grande e il più elevato tra gli alberi. Quali i cedri tra gli alberi,
così i giusti fra gli uomini. Per quali ragioni costoro cresceranno, se non per
la loro scienza, misericordia, pietà e per tutte le loro ricchezze spirituali?
A loro riguardo è detto:
Piantati nella casa del Signore, fioriranno negli atri
della casa del nostro Dio. La casa di Dio è la Chiesa, e i giusti sono posti e
radicati nei suoi atrii, perché siano sempre in vista di tutti. Lì fioriscono
per la loro dottrina e la loro giustizia e rallegrano gli altri per la finezza
del loro profumo. Come insegna l'apostolo: Siamo ovunque il buon profumo di
Cristo” (2 Cor 2,15). Infatti i cedri sono odorosi per natura.
Ancora si dilateranno in pingue vecchiaia. Per tutto il
tempo in cui durerà questo mondo, si dilateranno per lo sviluppo di molti figli
e per l'abbondanza di tutte le virtù. I santi si dilateranno in pingue
vecchiaia, in qualsiasi età si trovino; hanno raggiunto la maturità e sono
privi di ogni leggerezza e da ogni vanità.
Saranno felicemente pazienti. I ladri, gli adulteri e
tanti altri dovranno soffrire molte cose e sopportare molti e vari patimenti a
motivo della loro disonestà ma la loro sopportazione non otterrà alcun
risultato, perché la loro sopportazione non procurerà a loro alcuna ricompensa.
I santi, al contrario, si conserveranno pazienti per poter dare l'annuncio. Di
che cosa?
Giusto è il Signore nostro Dio e non c'è in lui alcuna
ingiustizia. Il motivo più grave e più consueto per il quale i santi furono
uccisi consisteva nel fatto che dicessero che tutte le divinità dei popoli
erano demoni e che affermassero che soltanto il Signore nostro è un Dio giusto
e vero, che dà a ciascuno secondo le sue opere.
Salmo 92
Lode di un cantico per Davide
per la vigilia del Sabato, quando fu creata la terra.
La lode contenuta in questo
cantico venga eseguita con giubilo a onore di Davide, del vero Davide, ossia
del il nostro Salvatore, il potente nell'agire. Venga eseguita nella vigilia
del Sabato, perché tutte le genti devono lodarlo e glorificarlo per ciò che ha
operato in quel giorno. Nel giorno prima del sabato fu crocifisso, vinse il
diavolo, il genere umano fu liberato dal suo malvagio potere, il peccato
originale fu tolto e la terra è stata fondata in quel giorno. Si parla di
quest'ultima opera nel versetto:“Ha fondato la terra, che non sarà scossa”. In
quel giorno è stata fondata la Chiesa, con la quale ci lavò dai nostri peccati
con il suo sangue.
Il Signore re, si è rivestito di splendore. Il profeta gioisce per ciò che è stato compiuto la
vigilia del sabato. Proprio in quel giorno il principi di questo mondo è stato
giudicato e condannato, mentre il nostro Salvatore, da vincitore e trionfatore,
ricevette il regno e liberò il genere umano dalla sua dura dominazione. Di
quale splendore pensiamo che si sia rivestito nella sua risurrezione visto che
i discepoli non potevano fissare lo sguardo sul suo volt trasfigurato a motivo
del grande splendore?
Il Signore si rivestì di forza e ci cinse di potere. I santi, dopo la risurrezione, avranno tanta
energia e forza, che nessuna creatura potrà recare danno in qualche cosa. Che
cosa è possibile dire dell'energia e della potenza del nostro Salvatore?
Ha fondato la terra che non sarà mai scossa. Ora si sviluppa il discorso anticipato nel titolo:
quando la terra fu fondata. La terra significa la Chiesa, la quale proprio
allora fu stabilita e piantata quando il nostro Salvatore accettò di subire la
croce e di morire per redimerla. Essa non sarà mai scossa: memore di un
beneficio tanto grande non smetterà mai di credere in lui e di amarlo. Lo
conferma il seguito:
È stata
preparata la tua sede, o Dio, da quel momento: tu sei da sempre. [La Chiesa] è il trono di Dio perché siede in essa
e giudica e, come è scritto, l'anima del giusto è la sede della sapienza. Tale
trono è stato predisposto ed è diventato degno di accogliere un abitatore tanto
eccelso, da quando è stata lavata e purificata dal suo sangue. La Chiesa fu
costituita da quell'ora ma egli non da quel momento ma da sempre esiste. È la
stessa cosa dire che esiste dal principio (a saeculo) o affermare che è da
sempre.
Alzano i fiumi, Signore, alzano i fiumi la loro voce,
al rimbombare di grandi acque. Dopo che il
trono fu preparato, e che i predicatori e i vescovi, stabiliti da Cristo quali
suoi vicari, cominciarono a predicare, allora i fiumi cominciarono ad alzare le
loro voci al Signore, lodandolo e benedicendolo ringraziandolo per il dono
della conversione e della giustificazione. I fiumi rappresentano i popoli
perché, è scritto nella Bibbia, che le molte acque sono molti popoli.
Giustamente i fiumi raffigurano i popoli, poiché come nei fiumi le onde
ricadono su di sé per riversarsi su quelle più in basso, così nei popoli le
persone, correndo verso la morte, lasciamo emergere altre persone.
Sono sbalorditivi i sollevamenti del mare ma il Signore
è degno di stupore nelle altezze. In
seguito alle voci di molte acque, avvennero forti sollevamenti perché il mondo
intero fu sconvolto si agitò contro le voci dei santi predicatori e dei popoli
fedeli che lodavano Dio. Ecco il male si oppone ai fiumi, i ricchi contro i
poveri, i superbi contro gli umili, i potenti di questo mondo contro gli uomini
che non sanno difendersi. Nessuno sarebbe stato in grado di sopportare l'impeto
e il ribollimento di un mare così vasto, se non fosse stato soccorso dalla
forza di Dio, che ha placato l'impeto di un'avversione così intensa. Osserviamo
il seguito: Il Signore è mirabile nelle altezze. Era opportuno che un Essere che suscita stupore si
opponesse a scuotimenti sbalorditivi. Suscita meraviglia chi combatte eventi
disorientanti, quali sono questi sollevamenti del mare, affrontati dai santi.
Davvero è mirabile nelle altezze colui che compie azioni meravigliose, tanto
stupende, da essere ammirate da tutti.
Le tue testimonianze si sono rese degne di fede. In questo passo chiama testimonianze tutte le sue
promesse. Il Signore aveva promesso ai suoi discepoli che non li avrebbe
lasciati soli, che non li avrebbe abbandonati e che anche loro avrebbero
compiuto le stesse opere fatte da lui. Come aveva promesso, così avvenne ed
appare certo che le sue promesse sono state veritiere.
La tua casa richiede santità, Signore, nella distesa
dei giorni. Lo insegna anche il Signore:
“Siate santi perché io, il Signore Dio vostro, sono santo” (Lv 11,44). La
Chiesa di Dio, rappresentata dalla casa, esige uno stile di santità e di
rettitudine nella fede e intenso nello spirito religioso. Questo atteggiamento
non viene richiesto per un breve tempo, ma per il protrarsi dei giorni, ossia
per l'eternità, nei secoli dei secoli.
Salmo 93
Salmo per lo stesso Davide nel
quarto giorno dopo il sabato
Ho spiegato chi sia Davide. Il
quarto giorno dopo il sabato il mondo fu illuminato [dalla creazione degli
astri]. In quel giorno Dio creò il sole, la luna e le stelle, con i quali tutto
il mondo viene illuminato. Non si ricordano di questo giorno, gli uomini che
rinnegano Dio, e osano dichiarare che non vede nulla, come fanno coloro che
dicono nel salmo: “Il Signore non vedrà, ne capirà il Dio di Giacobbe”. [Non si
ricordano] neppure gli uomini che cercano di spegnere gli astri risplendenti di
questo mondo, quegli astri di cui sono una raffigurazione quelli creati da Dio
al quarto giorno dopo il sabato e circa i quali il Signore ha detto: “Voi siete
la luce del mondo” (Mt 5,11). Questo salmo è stato composto contro i
persecutori della Chiesa i quali, appartenendo alla tenebra, non possono vedere
la luce. Infatti “chiunque opera il male, odia la luce” (Gv 3,20).
Il Dio della giustizia, il Signore, il Dio della
giustizia liberamente agì. Parla la Chiesa
e rimprovera i tiranni, gli eretici e gli altri uomini iniqui, che si oppongono
alla verità in modo tanto strenuo e osano difendere l'errore. Sembra dire: Dio
che è un Signore di giustizia e che non lascia nulla impunito ma che rivendica
i diritti di tutti coloro che subiscono ingiustizia, ha agito con libertà, ha
ottenuto la libertà, ha redento il mondo dalla schiavitù di Satana. Voi,
all'opposto, cercate di trascinare in errore il popolo di Dio e di
[consegnarlo] alla schiavitù di Satana! Smettete, smettete di agire in questo
modo e rivolgete il vostro sguardo al Rivendicatore e al Liberatore. Se non
smetterete, farà giustizia; se cesserete, vi libererà.
Innalzati, giudice della terra e rendi la ricompensa ai
superbi. Vede che non si vogliono
convertire e perciò chiede che sia Dio a volgersi verso di loro e ripaghi
coloro che perseverano nell'orgoglio; così sperimenteranno come operatore di
giustizia, il Signore che rifiutarono come loro Liberatore. Il Signore si erge
e si solleva contro i superbi, quando si mostra adirato verso di loro.
Fino a quando, Signore, fino a quando i peccatori si
vanteranno? Il Signore pazienta con i
peccatori e non li punisce subito, per vedere se si convertono e poterli
risanare. Questi, però, non smettono di peccare e, ancora peggio, si vantano
delle loro malvagità.
Fino a quando parleranno e diranno cose inique? Tutti quelli che compiono il male,
parlano? Non basta fare il male ma vogliono
spingere altri a farlo anche loro. Sono così coloro che siedono sulla cattedra
della malvagità perché spetterebbe a chi insegna dare giudizi ed istruire.
Signore, hanno umiliato il tuo popolo. Hanno umiliato alcuni con tormenti, altri con
blandizie e allettamenti. Che cosa significa umiliare se non spingere altri a
sottomettersi alla propria volontà? Hanno oppresso la tua eredità. Questi uomini sono demoni e perciò si dice che
tormentano gli uomini di cui prendono possesso. La possessione è un grave
tormento, e di essa ho parlato già in precedenza.
Hanno ucciso la vedova e lo straniero e ucciso gli
orfani. Non c'è dubbio che questo fatto sia
vero già secondo il senso letterale. Dal punto di vista allegorico, la vedova
rappresenta l'anima che, dopo essersi separata da Dio, si aggrega ai loro
errori. La vedova e la donna divisa dal marito. Gli stranieri sono coloro che,
dopo aver abbandonato la Chiesa, si unirono [ai prepotenti] e scelsero di stare
e di abitare con loro. Gli orfani sono le persone più semplici e che possono
essere ingannate facilmente, come fossero dei bambini. Gli uccisori sono
coloro che vengono detti persecutori della Chiesa.
Dissero: Dio non vede, il Dio di Giacobbe non comprende. Osarono pronunciare una bestemmia così grande gli
uomini che non credevano all'esistenza del Dio di Giacobbe. Se Dio esiste, ne
deriva che Egli vede e comprende tutto. Perciò il Profeta per deridere le
divinità dei popoli, dichiara: “Ditemi che cosa è accaduto in antico e quali
fatti accadranno in futuro e dirò quali divinità voi siate”.
Capite questo voi che siete insensati nel popolo:
stolti quando sarete saggi? Almeno allora,
sembra dire, cercate di capire, quando vedete che nel suo Nome avvengono tanti
segni e prodigi e riconoscete che egli vede e comprende qualsiasi cosa. Chi
fece l'uomo se non Dio? Chi diede a lui orecchi ed occhi? Se Egli ha creato
tutto, non è una presunzione dire ciò che affermate? Così prosegue a dire:
Chi ha fissato l'orecchio, non ascolta? Chi ha piantato
l'occhio, non vede? Chi ha potuto fare le
cose più grandi, potrà compierne altre di meno valore. Non può essere impedito
di vedere e di sentire, Colui che ha donato a tutti la vista e l'udito. Ma
poiché ha parlato di una mancanza di sensibilità, sembra che volesse fare
riferimento ai sensi interni.
Chi castiga i popoli, forse non rimprovera? Lui che
insegna all'uomo la conoscenza. Egli che
castiga tutti i popoli e che li punisce per le loro azioni malvagie, eviterà di
rimproverare voi soli della vostra insipienza e stoltezza? Egli che insegna la
conoscenza ad ogni uomo, sarà diventato forse così smemorato da perdere il suo
intelletto al punto da non scorgere le vostre iniquità a da non saperle più
valutare?
Il Signore conosce i pensieri degli uomini, che non
sono altro che un soffio. Vede tutto Colui
al quale non rimangono nascosti neppure i pensieri. Tacciano dunque gli
insipienti che sono tra il popolo e gli stolti finalmente si zittiscano e non
osino più pensare o riferire le loro dottrine.
Beato l'uomo che tu istruisci, Signore e che ammaestri
nella tua legge. Sono beati soltanto gli
uomini che sono istruiti da Dio e dalla sua legge. Al contrario, sono dei veri
miseri gli uomini che hanno appreso, da filosofi o da eretici, o da altri
maestri di cattive dottrine, la sapienza di questo mondo, considerata stoltezza
da Dio.
Tu li custodisci nei giorni cattivi, finché non sia
scavata una fossa all'empio. Dio protegge
nei giorni cattivi gli uomini che sono custoditi dalla sua misericordia
affinché possano continuare a vivere da credenti, perseverando nella fede,
mentre sono accerchiati dai malvagi. L'apostolo insegna: “Profittate del tempo,
perché i giorni sono cattivi” (Ef 5,16). Finché non sia scavata una
fossa all'empio. Ogni giorno viene scavata
una fossa all'empio, poiché quanto più pecca, tanto più si prepara per sé una
fossa sempre più profonda.
Il Signore non respinge il suo popolo e non abbandona
la sua eredità, finché la giustizia non diventi giudizio; la osserveranno tutti
i retti di cuore. Il Signore custodirà i
suoi santi dai giorni cattivi, sia in questa come nell'altra vita, affinché né
qui né là conoscano tempi cattivi. É chiaro che Dio non rifiuta il suo popolo e
non abbandona la sua eredità, come Egli stesso ha assicurato: “Non vi abbandono
né vi lascerò” (Gv 14,18). “Ecco io rimango con voi sino alla fine del mondo”
(Mt 28,20). Allora la giustizia si realizzerà mediante il giudizio; allora i
singoli uomini e tutta l'umanità verranno esaminati e giudicati, per verificare
se appartengono al mondo della giustizia o dell'iniquità. Chi sono quelli che
possiedono e conservano la giustizia? Gli uomini dal cuore retto. Lo insegna
anche in un altro passo: “Quanto buono è il Signore per coloro che sono puri di
cuore!” (Sal 32,1). Sono retti di cuore i fedeli che, camminando sulla retta
via, non cedono alla menzogna o all'iniquità.
Chi sorgerà con me contro i malvagi? Chi starà con me
contro i malfattori? Da queste promesse si
vede come Dio non abbandoni la sua Chiesa né la sua eredità perché sarà lui a
levarsi in aiuto contro i malfattori e che starà vicino a coloro che lottano
contro gli operatori d'iniquità.
Se il Signore non mi avesse aiutato, per poco la mia
anima non avrebbe abitato nel regno degli inferi. Se non fosse accaduto che il Signore m'avesse aiutato, sarei stata
abbattuta da molte svariate calamità, al punto che avrei rischiato di
soccombere. In seguito a queste sventure, la mia anima sarebbe caduta nel regno
degli inferi, se tu non fossi venuto vicino a me in fretta, come valido
soccorritore. Lo ripete in seguito:
Se avessi detto: il mio piede vacilla, la tua
misericordia, Signore, mi avrebbe aiutato.
Il piede vacilla, quando la mente viene scossa dalla sua stabilità e comincia
ad sentirci incerta perché non sa bene che cosa debba fare.
Secondo la grandezza del mio dolore presente nel mio
cuore, il tuo conforto, Signore, ha rallegrato la mia vita. L'apostolo stesso, a sua volta, ha sperimentato
questo fatto: “Come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così per mezzo di
Cristo abbonda la nostra consolazione” (2 Cor 1,5). La Chiesa non avrebbe
potuto sopportare le avversità di questo mondo, se la misericordia di Dio non
l'avesse soccorso in queste grandi necessità. É provato che quando l'aiuto
umano viene quasi a mancare, allora viene subito in soccorso l'aiuto divino.
Forse avrà qualcosa in comune con te il trono
d'iniquità, che rende faticoso il precetto?
In un altro passo si dice qualcosa di simile: “Il malvagio non abiterà presso
di te né gli empi potranno stare alla tua presenza” (Sal 5,6). Giustamente qui
viene detto: non avrà nulla in comune con te, il trono dell'iniquità, quando
prima aveva dichiarato: “la sua eredità non la può abbandonare”. É giusto che
associ a sé i buoni e che respinga i malvagi. La sede dell'iniquità sono gli
uomini malvagi perché in essi siede ad abita l'iniquità. Ha posto il Signore
una sofferenza nell'obbedire al suo comando, poiché non è possibile custodire
il suo precetto sena una certa sofferenza e dolore. Egli stesso afferma: “Chi
vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”
(Mt 16,24). Chi ama che si attui una giustizie e una rettitudine così profonde,
non tollera l'iniquità.
Perseguivano l'anima del giusto e condannavano il
sangue innocente. Il trono dell'iniquità
rappresenta gli uomini iniqui: sono loro a perseguire la vita del giusto e a
condannare a morte l'innocente. Che cosa significa perseguitare l'anima del
giusto se non cercare la sua perdizione con grande desiderio?
Il Signore si è fatto mio rifugio e il mio Dio aiuto
della mia speranza. Non aveva necessità di
alimentare una grande paura delle insidie e delle persecuzione degli uomini,
perché spera con grande intensità di avere come rifugio e aiuto lo stesso Dio.
Dichiara un altro salmista in modo analogo: “Venga la tua misericordia su di
noi, Signore, nella misura in cui abbiamo sperato in te”. (Sal 33,27). Non
avrebbe detto questo, se non avesse nutrito grande speranza in Dio.
Renderà loro secondo le loro iniquità e il Signore Dio
li disperderà a causa della loro malizia.
Questo avverrà nel giudizio, quando saranno gettati nel fuoco a motivo
dell'enormità delle loro malvagità ma soprattutto per aver perseguitato la
Chiesa con tanto odio. Ripagare l'iniquità non è altro che infliggere una pena
per le azioni cattive.
Salmo 94
Lode del Cantico per Davide
Non ogni cantico merita
approvazione ma è degno di elogio quello che viene eseguito non soltanto con le
labbra ma anche con l'attenzione della mente, in onore a Cristo, il vero
Davide.
Venite, esultiamo al Signore, acclamiamo a Dio nostra
salvezza. I profeta c'invita a radunarci,
ad acclamare al Signore, ad esultare, a cantare, a piangere, a venerare, a
benedire Lui e a prostrarci alla sua presenza.
È lui il Signore Dio nostro, noi il suo popolo e il
gregge del suo pascolo. È giusto che noi lo
serviamo ed obbediamo a Lui in tutto e per tutto. IN che cosa consiste
l'esultare e il giubilare nel Signore? Per amore immenso verso di Lui, far
risuonare la sua lode, nell'intimo e all'esterno, nel cuore e con la bocca. Il
titolo riportava queste parole: Lode del cantico per Davide ed ora ne viene spiegato il senso: esultiamo
per Dio nostro Salvatore; il nostro
Salvatore è Cristo, prefigurato in Davide.
Affrettiamoci a porci alla sua presenza nella
confessione. Il Signore verrà a giudicare
ed ogni occhio lo vedrà, come è scritto: “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”
(Lc 3,6). Affrettiamoci a porci alla sua presenza nella confessione, affinché, quando verrà, non ci veda come persone
estranee e sconosciute, ma ci venga incontro con volto ilare, faccia
risplendere su di noi il suo volto ed abbia pietà di noi.
Con salmi gioiamo a Lui. La Chiesa sparsa in tutto il mondo forse ha preso da questo passo la
consuetudine di gioire davanti a Dio cantando salmi giorno e notte. Cantare i
salmi, poi, significa osservare i dieci precetti della Legge. I salmi vengo
chiamati così dal salterio che ha dieci corde che rappresentano i dieci
comandamenti.
Poiché grande Dio è il Signore, re grande su tutte le
divinità. Dobbiamo cantare e gioire perché
Egli è un grande Dio e un grande Re sopra tutti gli dei. Annuncia qui un
messaggio ripetuto in altro passo in questi termini: “Grande è il Signore e
degno di ogni lode; la sua grandezza non può essere misurata” (Sal 95,4). Si
abbandonino, quindi, tutti gli dei e sia adorato Lui solo, che è molto grande e
potente in tutta la terra.
Il Signore non respinge il suo popolo. Nelle sua mani
sono gli abissi della terra ed osserva le vette dei monti. Noi siamo il suo popolo e dobbiamo lodarlo perché
non ci respinge, né dalla sua presenza, né dalle sue lodi. Nella sua
mano sono i confini della terra; questo
riprende e spiega il versetto: Dio è un grande Signore. Deve essere grande Colui che racchiude in sé tutte le
cose. Per mano di Dio s'intende
la sua forza e potenza. Osserva le vette dei monti. Così facendo si mostra grande ed elevato su tutti.
A lui conviene questa espressione: “Eccelso è il Signore e guarda le cose umili
e quelle elevate le guarda da lontano” (Sal 137,6). Chi rappresentano i monti?
Sono le persone elevate e potenti di questo mondo. Queste altezze, che non
piacciono a Dio, Egli le osserva da lontano, come afferma. Ci sono tuttavia
anche altri monti, quelli che rappresentano gli apostoli, le cui altezze,
essendo sono buone, vengono contemplate da Dio con compiacenza. L'elevatezza
dei Santi sta nelle loro virtù e nei loro onesti costumi. Uno si distingue per
l'umiltà, un altro per la castità, un altro ancora s'innalza sopra gli altri e
per qualche altra virtù e li sopravanza.
Suo è il mare, che Egli ha fatto, e la terra creata
dalle sue mani. In questo si vede anche
come Egli sia un grande Signore, perché ha creato il mare e la terra. Il mare
rappresenta questo mondo, e la terra raffigura la Chiesa, fondata dal Signore
in mezzo al mare con tale solidità, in modo da non poter essere scossa dalle
tempeste e da sconvolgimenti. Egli ha creato l'uno e l'altra, ha creato i buoni
e i malvagi, e tutto ciò che esiste è stato fatto da Lui.
Venite, adoriamo, prostriamoci davanti a Dio, piangiamo
davanti al Signore che ci ha creati; Egli è il Signore nostro Dio, noi siamo il
suo popolo e il gregge del suo pascolo. Ci
invita una seconda volta ad andare a Lui, ad adorare, a piangere, ad umiliarci
con tutto il cuore davanti a Lui, il fondatore e il creatore di tutte le cose,
che ci ha creato e ci ha ricreati, riformandoci a sua immagine. Dobbiamo farlo
in modo molto opportuno perché Egli è il Signore nostro Dio. Se non prestiamo
servizio a Dio e al nostro Signore, siamo gente del tutto ingrata e degna di
disprezzo.
Noi siamo il suo popolo e il gregge del suo pascolo. É un grande vanto e una grande gloria per noi
dichiararci suo popolo e gregge del suo pascolo. Noi siamo quel popolo che fu preannunciato con
queste parole: “Un popolo che non conoscevo, mi ha servito, ascoltandomi mi ha
obbedito” (Sal 17,44). Siamo suo gregge se conserviamo pazienza e umiltà, se ci
dilettiamo nei suoi pascoli, che sono i libri dell'uno e l'altro Testamento, se
ascoltiamo la sua voce. Egli ha detto: “Le mie pecore ascoltano la mia voce,
il, il Signore le conosco, dono loro la vita eterna ed esse mi seguono” (Gv
10,27). Egli è Colui che ci esorta ogni giorno:
Oggi, se ascolterete la sua voce, non indurite i vostri
cuori, come nella ribellione avvenuta nel giorno della prova nel deserto. Oggi, se ascolterete la sua voce, voi che siete suo
gregge e suo popolo, non imitate i vostri padri, dei quali invece vi mostrerete
veri figli se li imiterete nella medesima perfidia. Dice queste cose in
riferimento a quelli che, per quante volte lo misero alla prova nel deserto,
altrettante lo spinsero allo sdegno, Così si mostrarono disobbedienti e perciò
non poterono entrare nella terra che era stata promessa a loro. Si parla di
questa gente anche in un altro passo: “Quante volte lo esasperarono nel
deserto, lo provocarono all'ira in una terra senz'acqua” (Sal 77,40). Ci esorta
a non fare come loro, a non indurire il cuore nell'ascoltare e nell'accogliere
i suoi precetti affinché non ci accada cose simili alle loro. Essi
sperimentarono e videro le opere di Dio, la divisione del mare, l'annegamento
del Faraone, la roccia da cui sgorga acqua, la manna scesa dal cielo e tante
altre, che è impossibile enumerare; tuttavia non credettero alle sue parole e
non obbedirono alla sua voce.
Per quarant'anni fui vicino a questa generazione e
dissi: errano sempre nel loro cuore”. Il
Signore fu vicino a loro per quarant'anni per guidarli e custodirli, talvolta
per punirli, ma non persero la loro durezza di cuore né con le buone né con le
cattive maniere. Per questo aggiunge: Ho detto: errano sempre nel
loro cuore. Il dire di Dio corrisponde
all'aver visto e conosciuto; è come se dicesse: li ho visti sempre errare e
rimanere sempre malvagi. Per questo precisa:
Non conobbero le mie vie. Che significa non conobbero le mie vie se non questo: non vollero percorrere le mie strade.
A costoro ho giurato nella mia ira: se entreranno nel mio riposo. Il giuramento presuppone una dichiarazione solida,
impossibile da cambiare. L'ipotesi, se entreranno nel mio riposo? è una minaccia. Questo modo di parlare si chiama
ellissi, e si verifica quando manca qualche elemento per rendere completa la
frase. Si può completare con queste supposizioni: non credo [che
potranno entrare], non potrò più
[farli entrare] o con altre ipotesi che
sembreranno più opportune.
Salmo 95
Quando
la casa veniva edificata dopo la prigionia. Cantico per il Davide futuro. Davide profeta previde che la casa sarebbe stata
riedificata dopo la prigionia e comandò che venisse cantato tale cantico in
onore di quel Davide [futuro], cioè al nostro Salvatore, dal quale sarebbe
stata eretta quella (nuova) casa. La casa è la Chiesa, edificata dal nostro
Salvatore dal legno della croce. [La fece] dopo la lunga prigionia nella quale
il diavolo aveva gettato e conservato tutto il genere umano. Inoltre, sotto il
grande sacerdote Gesù, fu riedificato un tempio al Signore; dopo la schiavitù a
Babilonia, la quale prefigurava quella prigionia alla quale abbiamo accennato.
Cantate al Signore un cantico nuovo, cantate al
Signore, tutta la terra. [Celebrate] in
conformità al comando dato dal profeta nel titolo, [quando chiese] che questo
cantico venisse cantato a quel [nuovo] Davide, in seguito alla motivazione che
ora annuncia: Cantate al Signore un cantico nuovo, cantate al
Signore, tutta la terra. Davide rappresenta
lo stesso Signore e Salvatore nostro. Non solo i giudei sono invitati a
celebrare ma tutta la terra perché, come dichiara l’Apostolo, le genti hanno
l’unico medesimo Dio (Rm 3,29). Devono cantare il cantico nuovo, il canto della
nascita, della passione, della risurrezione e dell’ascensione. Queste sono le
[vera] novità, mai udite fino ad ora. I fedeli che non si attengono alla
vecchiaia della lettera ma alla comprensione spirituale, anche loro intonano
questa canto di novità.
Cantate al Signore e benedite il suo Nome. È giusto che una volta, ma poi ancora un’altra,
anzi molte volte, egli inviti al canto, poiché non un popolo soltanto, ma tutte
le genti, popoli e nazioni devono levare il canto. Cantate, suggerisce e cantando benedite il suo Nome, ossia vivete, agite e predicate affinché il suo nome sia benedetto in
voi. Benedite il Figlio nel Padre, il Padre nel Figlio e lo Spirito Santo
nell’uno e nell’altro. Questi è il suo nome ed è un unico Dio. Chi infatti,
ascoltando gli apostoli raccontare le azioni potenti e i prodigi di Cristo e
predicare le sue gesta di misericordia, non sente il bisogno di ripetere
sempre: sia benedetto il Nome del Signore? Bene annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. Annunciate in maniera buona, costante e sapiente, di
giorno in giorno, in ogni tempo e in ogni singolo giorno la sua salvezza che ha
compiuto ovunque a favore di tutte le genti. Parlando di essa dice in un altro
passo: «Dio nostro re ha attuata la salvezza in mezzo alla terra» (Sal 73,12).
Annunziate fra le genti le sue opere, tra tutti i
popoli le sue meraviglie. Questo fecero gli
apostoli, come sta scritto: «Dopo essere stati inviati predicavano ovunque,
mentre il Signore cooperava e confermava la predicazione con vari prodigi» (Mc
16,20). E in un altro passo: «In tutta la terra è uscita la loro parola e ai
confini del mondo il loro annuncio» (Sal 18,5).
Grande è il Signore e degno di ogni lode, terribile
sopra tutti gli dei. Terribile sopra tutti
gli dei, poiché tutti gli dei delle genti sono demoni. È degno di lode poiché
creò i cieli. Chi potrebbe essere grande, degno di lode e terribile come Colui
che ha creato tutto? Riferendosi alla parte più nobile, ossia dichiarando che
ha fatto i cieli, intende affermare che è il Creatore di tutto.
Confessione e bellezza davanti a lui. La confessione ricorda il martirio e la bellezza il
battesimo. Il Signore ha parlato così dei confessori: «Chi mi confesserà
davanti agli uomini, lo riconoscerò anch’io davanti al Padre mio» (Mt 10,32).
Riguardo al battesimo ha detto: «Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo» (Mc
16,16). In un altro testo leggiamo in modo analogo: «Lavami e sarò più bianco
della neve» (Sal 50,). Saranno splendenti davanti al Signore i fedeli
santificati dal battesimo o dal martirio. Coloro che vengono santificati
nell’una o nell’altra maniera, saranno grandi e santi. Per questo dice:
«Santità e grandezza nella sua santificazione». Possiamo vedere nel termine confessione un’allusione alla penitenza perché essa ci santifica
e ci libera dal peccato.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri, adorate il
Signore nel suo tempio santo. Il suo tempio
santo è la chiesa e l’insieme dei fedeli. Vuole che noi presentiamo le nostre
offerte in quel luogo, là dove molti possono vederci, affinché la nostra fede
non rimanga nascosta ma sia manifesta. Chi non ha doni da presentare, offra se
stesso, il suo omaggio, la sua fede, perché non potrebbe fare un dono più
grande. Se hai promesso di mantenerti casto, di essere umile, paziente,
obbediente, o di esercitare altre virtù simili, hai offerto al Signore una
buona vittima. Non vergognarti di adorare il Signore davanti a tutti, così da
esporti alla vista di molti: possono ricevere esempio da te, affinché si compia
in te ciò che è scritto: «Risplenda la vostra luce davanti agli uomini affinché
vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è in cielo (Mt
5,16)».
Si scuota alla sua presenza tutta la terra. Voi siete il suo volto, siete la sua immagine e un
suo riflesso, poiché siete fatti a sua immagine, secondo la sua somiglianza. Si
scuota per voi tutta la terra. Non resti in
voi alcun germe di corruzione terrena, per essere rifatti subito secondo la sua
immagine e la sua bellezza. Dite tra i popoli: il Signore ha introdotto il suo regno
[dalla croce]. I fedeli che sono stati
[rinnovati così], sono degni di pronunciare queste parole. Il Signore cominciò
a regnare dalla croce, perché conquistò un regno per mezzo della croce. Un
tempo gli uomini non conoscevano il suo regno; quando, però, ricevette il
principato sulle sue spalle, il Signore fu
conosciuto e ricevette i poteri del regno. Allora ha corretto il
mondo, il quale non si smuoverà. Il re
viene posto a questo scopo, per regnare e correggere e perciò [il Signore],
prima stabilendo e poi correggendo l’orbe della terra affinché non si smuova,
prova di esserne il sovrano. Giudicherà i popoli con giustizia. Vi sarà il giudizio, quando renderà a ciascuno
secondo le sue opere. Condannerà nella sua ira gli uomini che si sono rifiutati di compiere il suo
volere. Anche in un altro passo si legge: «Il Signore li sconvolgerà nella sua
ira e un fuoco li consumerà» (Sal 20,10).
Si rallegrino i cieli ed esulti la terra, si scuota il
mare e quanto contiene. In parole risuona
una gioia tanto grande, quanta è possibile provarne in questa vita. I santi
sperimenteranno questa gioia, quando il Signore giudicherà i popoli con
giustizia. I cieli sono gli apostoli, la terra è la Chiesa, il mare e quanto
esso contiene rappresenta tutti i fedeli rigenerati dalle acque del battesimo.
Il Signore aveva promesso agli apostoli che avrebbero pescato questi pesci,
quando chiese a loro: «Venite dietro di me, vi farò pescatori di uomini» (Mc
2,17).
Esultino i campi e quanto contengono. Non fa differenza quanto al significato tra il
mare e quanto esso contiene con i
campi e quanto contengono. Allora
esulteranno gli alberi della foresta. Anche
quest’ultimi elementi raffigurano i fedeli, come ho detto sopra. Gli uomini
possono assumere tutte queste denominazioni e figure, pesci del mare,
animali della terra, alberi della foresta,
per diverse motivazioni e cause. Perché tutte queste creature allora godranno e
gioiranno? Lo spiega ora: Davanti al Signore che viene, che viene a
giudicare la terra. Ci sono due motivi per
essere lieti: il primo: un tempo venne per redimere e insegnare; il secondo:
verrà per giudicare la terra. Se in un primo tempo non fosse venuto per
redimere, la sua seconda venuta non arrecherebbe alcun motivo di gioia per
nessuno. I fedeli che sperimentano di essere stati redenti ed eletti nella
prima venuta, possono rallegrarsi nella sua seconda venuta. Lo faranno tutti
quelli che si riconoscono nell’immagine dei pesci del mare, oppure in quella
degli animali selvatici della campagna oppure in quella degli alberi senza
frutto della foresta. Viene il Signore a giudicare la terra. Come la
giudicherà?
Giudicherà il mondo intero con giustizia e i popoli
nella sua verità. Questo versetto suona
come speranza gioiosa per i buoni e come minaccia angosciante per i malvagi.
Salmo 96
Salmo di Davide quando la terra
gli fu restituita
Allora fu composto questo salmo
quando la terra venne restituita a Davide. Allora la sua terra fu restituita al
nostro Salvatore, quando, dopo aver vinto il diavolo, il mondo cominciò a
servirlo e a credere in Lui. Possiamo considerare terra sua la sua stessa
carne, quella che abbandonò morta in croce e che ripresa viva il terzo giorno.
Il Signore regna, esulti la terra, si rallegrino le
isole tutte. Esulti la terra, si rallegri
la Chiesa, gioiscano le isole tutte, che rappresentano le singole Chiese.
Queste, sebbene siano divise in vari luoghi, sono tuttavia una cosa sola nella
fede e nell'amore e formano un'unica Chiesa. Perché devono rallegrarsi? Perché
il Signore regna, poiché gli è stato restituito il suo regno e la sua terra.
Godano perché hanno un buon comandante, mentre prima avevano sofferto molto
perché oppresse sotto la dura schiavitù del diavolo. Sembra dire, nella sua
prima venuta non fu riconosciuto, perché apparve in umiltà e nelle sembianze di
un servo e in quel tempo non volle manifestare la sua maestà.
Nubi e tenebre all'intorno. Chiama nube e tenebra la carne, con la quale la divinità si coprì,
così da non poter essere contemplata nel suo splendore. “Se lo avessero
conosciuto, non avrebbero, come dice l'apostolo, non avrebbero crocifisso il
Signore della gloria” (1 Cor 2,8). Sta scritto riguardo a questa nube: “Ecco il
Signore salirà su una nube leggera ed entrerà in Egitto e crolleranno tutti i
suoi dei” (Is 19,1). Da questa nube scendono le piogge dalle quali la Chiesa è
irrigata. Quando il Signore verrà nella sua maestà, allora questa nube non sarà
più tenebrosa, ma apparirà con tanto splendore, al punto che con il suo
splendore verrà oscurato il sole e la luna diminuirà la sua luminosità. Il suo
trono è un trono di correzione, di giustizia e di giudizio. Lo esprime ora nel
seguito.
Attorno a lui la giustizia, giudizio e correzione sono
il suo trono. Tutto il mondo verrà
giudicato e punito da questa sede di giudizio. In che modo? Non aver paura: non
in modo ingiusto ma con giustizia e diritto.
Allora il fuoco camminerà davanti a Lui e brucerà
interno i suoi nemici. Dopo che questo
trono avrà pronunciato la sentenza della punizione, subito un fuoco
camminerà davanti a lui e brucerà interno i suoi nemici; gli empi, da questo fuoco nel tempo con il quale sarà
dissolto il mondo, conosceranno il fuoco eterno che non si estinguerà mai.
I suoi fulmini illuminarono il mondo, la terra vide e
si scosse. Ora, dalla prima venuta, della
quale aveva cominciato a parlare all'inizio del salmo, passa a raccontare,
andando in ordine, gli eventi che accadranno allora. Egli nascose la potenza
della sua divinità ma le sue folgori, ossia gli apostoli e i dottori, diffusero
la sua luce e brillarono in modo manifesto davanti a tutti. Queste folgori,
insieme agli splendidi portenti miracolosi, fecero scuotere tutta la terra. In
un altro passo leggiamo: “La terra vide e si scosse” Alcuni lo fecero in modo
positivo, altri in modo negativo. Il Signore stesso parla di tale scuotimento:
“Non crediate che io sia venuto per portare pace sulla terra, non venni a
portare la pace ma la spada. Sono venuto a mettere il figlio contro il padre e
la figlia contro la madre. La nuora contro la suocera e i nemici di una persona
saranno gli stessi familiari” (Mt 10,34).
I monti si liquefecero come cera davanti al volto del
Signore, poiché davanti al
Signore la terra si scosse. Quelli che
prima aveva chiamato folgori ora li chiama monti. Giustamente gli apostoli sono
denominati monti poiché sono più elevati degli altri a motivo della loro
scienza e santità. Fluirono come cera, perché illuminarono molti. Ha detto bene davanti al volto
del Signore perché è giusto che questi
candelabri e questi ceri sempre siano vicini davanti al volto del Signore. Davanti
al Signore la terra si scosse. Il volto del Signore è la conoscenza della
verità. Allora la terra tremò, quella che
poté conoscere il Signore e infatti “principio della sapienza è il timore del
Signore” (Sir 1,17). Per questo aggiunge:
Salmo 97
Salmo in onore di Davide. Chi raffiguri questo Davide,
l’ho spiegato in modo sufficiente. [L’espressione] in onore di Davide, in
questo salmo, allude a quel Davide che, nei componimenti precedenti, era
indicato come il Fine stesso [della Legge].
Cantate al Signore un canto nuovo perché il Signore ha
compiuto meraviglie. I giudei non avvertono
questa novità, ma continuando a rimanere chiuse nella vecchiaia della lettera,
uccidono se stessi. Lo afferma anche l’apostolo: «La lettera uccide, lo spirito
vivifica: il fine della Legge è Cristo» (2 Cor 3,6). In lui la lettera ha
cessato di esistere e dopo la sua venuta, continuare a interpretare la Legge
secondo la lettera diventa una colpa grave. Noi, invece, cantiamo al Signore un
canto nuovo, il cantico della nascita, della passione, della risurrezione e
dell’ascensione. Queste sono le opere mirabili che ora si dice che il Signore
abbia compiuto. Che cosa c’è di più grande della nascita di Cristo? Che cosa
suscita stupore più della sua risurrezione ed ascensione? Che cosa c’é di più
mirabile della sua passione? Nel corso di quest’ultima fu la sua stessa destra
a salvarlo e, morendo, vinse tutti i suoi nemici. Lo precisa nel seguito.
La sua destra lo ha salvato e il suo braccio santo. Non aveva bisogno di chiedere aiuto ad altri; gli
bastava la sua destra e la forza del suo braccio. Cristo morì volontariamente
non fu costretto a causa della sua debolezza. Morì perché accettò di morire e
se non l’avesse voluto, non avrebbero potuto ucciderlo.
Da questo punto [del salmo], però, comincia a precisare in
quale modo accaddero queste opere grandi e dice che fu Dio Padre a compiere
questo perché Egli non risparmiò il Figlio ma stabilì che s’incarnasse e
morisse a vantaggio di tutti noi. Lo specifica ora:
Il Signore ha operato la sua salvezza, davanti a tutte
le genti ha fatto conoscere la sua giustizia. La
salvezza di Dio è Cristo; nato dalla Vergine Maria, si fece conoscere a noi con
molteplici prove. Per questo l’Apostolo ha detto: «Non ho voluto pretendere di
sapere altro in mezzo a voi, se non di Gesù Cristo e questi crocifisso» (1 Cor
2,2). Perciò l’apostolo Pietro afferma: «Tu sei Cristo, Figlio del Dio vivo»
(Mt 16,17). Il versetto: davanti a tutte le genti ha fatto conoscere la sua
giustizia, dobbiamo interpretarlo come un discorso riferito a Lui stesso o alla
predicazione del Vangelo che si è diffusa ovunque tra le genti per mezzo di Lui
e per mezzo dei suoi discepoli. Di conseguenza l’apostolo afferma: «Non mi
vergogno del Vangelo; è potenza di Dio per la giustizia di chiunque crede» (Rm
1,6).
Giacobbe ricordò la sua misericordia e la casa
d’Israele la sua verità. Dichiara che
Giacobbe e la casa d’Israele si ricordarono della misericordia divina; un
discorso chiaro. Differisce molto, tuttavia, da un’altra versione nella quale
leggiamo: «Dio si ricordò della sua misericordia come aveva promesso a Giacobbe
e della sua verità come aveva promesso alla casa d’Israele». Per ricavare un
significato che le accolga entrambe, si può dire: si ricordò della sua
misericordia come aveva promesso a figli di Giacobbe e della sua verità, come
aveva preannunciato ai figli della casa d’Israele. Giacobbe ed Israele
significano lo stesso popolo e in essi vediamo prefigurato il popolo cristiano,
il quale soppianta il peccato e vede Dio con lo sguardo della mente. Nel corso
di questa vita il [popolo cristiano] può essere denominato Giacobbe e
nell’altra vita, Israele. Esso si è ricordato e si ricorderà sempre della
misericordia e della verità di Dio. Dio non si dimenticò di Lui, ma realizzò
con fedeltà la sua promessa.
Tutti i confini della terra hanno veduto, la salvezza
del nostro Dio. Questa dichiarazione
corrisponde all’altra: «Per tutta la terra è uscita la loro voce e ai confini
del mondo la loro parola» (Sal 18,4).
Vedere equivale a sperimentare. Nel corso del giudizio buoni e cattivi
lo vedranno anche con i loro occhi fisici. Lo dichiara un altro passo: «Ogni
carne vedrà la salvezza di Dio» (Lc 3,6).
Giubila davanti a Dio tutta la terra, cantate, esultate
e salmeggiate. Queste parole indicano
motivi di grande gioia perché giubilare, esultare, cantare, salmeggiare non
hanno altro senso che quello di manifestare sentimenti di gioia e d’esultanza.
Il giubilo risuona [soltanto] nell’intimo, mentre gli altri sentimenti
prevedono una manifestazione esterna. Osservate, però, in che modo dovete
salmeggiare!
Salmeggiate al nostro Dio con una cetra e con un’altra
cetra. Parla di due cetre e penso che
voglia rappresentare con l’una il Nuovo testamento e con l’altra l’Antico.
Vuole dunque che i santi annunciatori dell’uno e l’altro Testamento confermino
e predichino il mistero della Trinità. Spesso ho già detto che alla Chiesa
bastano tre o quattro corde e ho già spiegato il senso di quest’immagine.
Quanto al salmeggiare, visto che la Chiesa intera lo fa giorno e notte, non
dobbiamo metterci a cercare altri significati.
Con trombe d’argento e nel suono del corno, giubilate
al cospetto del re, il Signore. I giudei
usavano trombe ricavate dal corno [di un animale] o trombe modellate in
argento; per mezzo di esse esortavano il popolo ora alla battaglia, ora a
tornare nell’accampamento e riposare. In esse possiamo veder rappresentati i
sermoni prolungati ed estesi, chiari e precisi, con i quali viene istruito il
popolo di Dio e si diffonde l’annuncio; con i quali [gli annunciatori]
esprimono esultanza davanti al Signore, loro re. Bisogna che essi gioiscano in
modo retto, soave e sapiente. Non c’è nulla che non sia sotto il suo sguardo;
Egli vede tutto e nessuno può sfuggire alla sua attenzione.
Si scuota la terra e tutto ciò che si trova in essa,
l’universo e i suoi abitanti. Nessuna
creatura, all’udire questo suono, così forte e così solenne di trombe e di cetre,
poté rimanere indifferente. Alcuni però si infastidirono mentre altri si misero
a lodare Dio e a benedirlo.
I fiumi battano insieme le mani. I fiumi, di per sé, non possono applaudire e perciò
essi rappresentato dei popoli. Come troviamo scritto [nella Bibbia], le molte
acque sono la moltitudine dei popoli. I fiumi applaudono in grande accordo tra
loro perché la moltitudine dei popoli persevera nella lode di Dio con una sola
voce, in pieno accordo.
I monti esultarono davanti al Signore. Anche questi particolari li ho già spiegati in
altri salmi e ho detto più volte che i monti rappresentano gli apostoli. Ora
sono invitati ad esultare perché il Signore viene e verrà anche nel futuro,
prima per portare la redenzione e in seguito per giudicare. La frase successiva
espone come avverrà il suo giudizio.
Giudicherà il mondo con
giustizia e i popoli con rettitudine.
In un altro passo si precisa: «renderà a ciascuno secondo le sue opere» (Mt
16,27).
Salmo 98
Salmo di Davide. Non torno a spigare chi sia questo
Davide perché l’ho già esposto ripetutamente.
Il Signore regna, - s’adirino i popoli - Egli siede sui
Cherubini: si scuota la terra. L’ho detto
una volta, l’ho ripetuto una seconda ed ora lo dichiaro una terza volta: il
Signore regna. Ho detto che i popoli possono pure adirarsi ed agitarsi perché
il Signore regna, lo vogliano o non lo vogliano. Gli uomini retti nel popolo si
adirano con gli uomini che fino ad ora li hammo perseguitati e condotti in
prigionia. Ascoltino l’apostolo che proclama: «Non regni più il peccato nel
vostro corpo mortale» (Rm 6,12). Non è giusto, dal momento che è il Signore a
regnare, che qualcuno si mette a servizio di un altro dominatore. Qualìè il
Signore che detiene il potere? Colui che siede sui Cherubini. Cherubino
significa pienezza di scienza e questa appartiene agli apostoli, colmati dallo
Spirito Santo dalla pienzza di ogni scienza. è un bel motivo di lode per il
nostro Salvatore che si dica a suo riguardo che Egli siede su questi cherubini
oppure su quelli. Gli uni e gli altri, anzi qualsiasi creatura è soggetta a
lui; Egli ha potere e autorità su tutte le schiere degli angeli e degli uomini.
L’espressione si scuota la terra significa ciò che è già stato detto prima:
s’adirino i popoli.
Grande è il Signore in Sion, eccelso sopra tutti i
popoli. Si parla di nostro Signore che, a
partire dalla sua passione, ha cominciato a regnare in cielo e in terra ed ha
autorità e potere sugli angeli e sugli uomini. Se vuoi verificare quanto sia
grande il Signore, recati a Sion, dirigiti nella Chiesa, e lì potrai capire
quanto il Signore sia grande. Nella Chiesa tutti, senza posa, venerano la sua
grandezza, la sua forza, la sua potenza, il suo onore e la sua gloria. Perciò
precisa:
Celebrino il tuo Nome grande e terribile poiché è
santo. Il nome di Cristo è grande,
terribile e santo; quando lo si invoca, i morti risorgono, i demoni vengo
cacciati, i lebbrosi sono mondati, tutti gli ammalati sono guariti dalle loro
malattie e da infermità. Perciò lo dobbiamo lodare e celebrare sempre. Per quale
ragione? «L’onore del re esige che si ami il suo giudizio». Se si vuole onorare
il re, bisogna annunciarlo e celebrarlo. I fedeli che in questa vita lodano e
celebrano queste Re (questo significa il termine Cristo) con amore sincero, non
avranno paura di lui quando Egli verrà a giudicare: se lo amassero, non lo
temerebbero. Se chi onora il re ama il suo giudizio, come ho detto, questi si confessa proprio per poter
desiderare il suo giudizio invece di temerlo.
Tu ha predisposto la rettitudine e facesti giudizio e
giustizia in Giacobbe. Tu predisponesti e
poi compisti un giudizio di tale valore che non soltanto fu equo e vero ma potè
essere considerato a diritto un’apparizione della stessa giustizia. Chi non
apprezza il tuo giudizio se vuole onorare il tuo Nome? Lo temano soltanto gli
uomini che ti avversarono e bestemmiarono il tuo Nome. Se pensiamo che ci sia
un riferimento al Giacobbe di carne, che ogn giorno non cessa di bestemmiare il
nome di Cristo, santo e terribile, vediamo che in parte ha già ricevuto la
condanna, visto che si trova disperso in tutto il mondo.
Esaltate il Signore Dio nostro. Esaltatelo, celebratelo e onoratelo perché, come ho
detto poco fa, perché chi onora il re ama che egli sia giudice e tutti coloro
che l’annunciano in modo degno e che l’onorano, riceveranno nel giudizio
ricompensa e onore.
Prostratevi allo sgabello dei suoi piedi, poiché è
santo. Il nostro Salvatore è Dio e uomo.
Ogni uomo è terra. La terra è sgabello di Dio, come dice il Signore stesso: «Il
Cielo è il mio trono e la terra è lo sgabello dei miei piedi» (At 7,49).
Dobbiamo prostrarci allo sgabello dei suoi piedi, cioè all’umanità del nostro
Salvatore, poichè è una cosa santa, come ha affermato l’Angelo alla Vergine:
«Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la
sua ombra e perciò Colui che nascerà da te sarà santo e sarà chiamato Figlio di
Dio» (Lc 1,25). Abramo rivolse a Lui la sua adorazione quando, trovandosi alla
quercia di Mambre, vide tre uomini venire presso di lui e si prostrò davanti ad
uno di loro (Gn 18, 1.3). Mosè ed Aronne serirono lui e invocarono il suo Nome.
Per questo ggiunge:
Mosé e Aronne fra i suoi sacerdoti e Samuele fra coloro
che invocavano il suo Nome. Mosè e Aronne
in realtà non furono sacerdoti. Costoro,
tuttavia, furono chiamati sacerdozio regale, popolo santo, popolo redento. Sono
veri sacerdoti, sebbene non svolgano alcun ministero, coloro che conducono
un’esistenza sacerdotale e religiosa.
Invocavano il Signore ed Egli li esaudiva, e da una
colonna di nube parlava con loro. Costoro e
tutti gli altri [santi] invocavano questo Re, il nostro Salvatore e non un
altro dio ed era proprio Lui ad esaudirli e non un’altra divinità. Parlava loro
da una colonna di nubi. Allora
parlava in una colonna di nube, Colui che in futuro avrebbe parlato in una
colonna di carne; prima era avvolto dalla nube e poi dalla carne. Potè essere
ascoltato ma non potè essere visto. Miseri giudei queste cose vi avrebbero
potuto bastare, se la lettera non vi avesse ingannato e fatto inciampare.
Ancora oggi una nube grava sopra di voi, e a motivo di essa non potete
contemparlo. «Una parte d’Israele è stata colpita da cecità affinché, pur
vedendo, non vedano bene e ascoltando non conprendano» (Rm 11,25).
Custodivano i suoi decreti e le leggi che aveva loro
dato. È proprio [il ßignore Gesù] colui che
ha dato la Legge, che l’ha scritto sulle tavole, l’unico e medesimo autore
dell’uno e dell’altro Testamento, creduto come Signore e Legislatore. Signore
nostro Dio, tu diventasti uomo, nascesti dalla Vergine, fosti crocifisso,
risuscitasti dai morti, ascendesti al cielo, tu che hai voluto diventare
sgabello, fosti tu ad esaurirli e non un altro dio. Dio, fosti
misericordioso con loro. Chi potrebbe
contare tutti gli atti di misericordia che il Signore compiì a favore di quel
popolo? Il Signore tuttavia punì i loro peccati in questa vita per non dover
condannarli nell’altra. lo afferma nel seguito del versetto: castigando
i loro peccati. Anzi soprattutto allora era
misericordioso, quando puniva le loro prevaricazioni.
Esaltate il Signore nostro Dio, adoratelo sul suo santo
monte perché santo è il Signore nostro Dio.
Avete aprreso, sembra dire, chi sia, quale sia, quale valore abbia il Signore
nostro Dio e quindi dovete lodarlo, dovete adirarlo voi che state sul suo monte
santo, voi che lo conoscete e state nella Chiesa. Santo è il Signore nostro Dio
che per voi e a a causa dei vostri peccati accettò di essere posto tra gli
iniqui.
Salmo 99
Salmo per la confessione.
Il salmo, colmo di sentimenti di gioia, contiene in
modo esclusivo espressioni di giubilo e di letizia. Chi lo canta, deve farlo
sempre con l’intento di dar lode, come è naturale per chi canta, celebra e
ringrazia.
Giubila a Dio, terra tutta. Spesso ho detto che il giubilo è una gioia ineffabile, che rapisce la
mente al pensiero della felicità suprema. Il profeta vuole che tutto il mondo
giubili davanti a Dio e che gli uomini, messe da parte tutti beni del mondo,
vengano presi soltanto dall’amore e dal desiderio di Dio e servano Dio con
letizia. Molti servono Dio ma non lo fanno con gioia, non agiscono in modo
spontaneo ma per costrizione. L’apostolo ci esorta, invece, a servire con
gioia: «Rallegratevi nel Signore, sempre lo ripeto: rallegratevi! La vostra
affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino!» (Fil 4,4). Il
profeta, in modo analogo, sollecita la Chiesa così: «Esulta sterile che non hai
partorito; esci in grida di gioia tu che non hai avuto figli perché i figli
della donna abbandonata ora sono più numerosi di quelli della donna che ha un
marito» (Is 54,1; Gal 4,27).
Entrate davanti a Lui con esultanza. Se Egli ha sotto il suo sguardo ogni cosa esistente
e se nulla può rimanere nascosto al suo occhio, dove si trovano allora questi
fedeli che ora sono invitati a porsi alla sua presenza? In un certo senso
stanno e non stanno davanti a Lui. Non stanno davanti a lui quei fedeli ai
quali il Signore dirà: «In verità ridico: non vi riconosco» (Mt 25,12). Stanno
alla sua presenza, invece, i fedeli che meritano di contemplarlo. Che significa
stare davanti a lui? L’uomo sul quale il Signore vorrà posare il suo sguardo
deve prepararsi a questo evento: tutto deve essere compiuto nell’esultanza,
nella gioia e nell’alacrità di cuore.
Riconoscete che il Signore è Dio. Come provi che è Dio? Egli ci ha creati e noi siamo
suoi. Soltanto chi ha creato tutti può essere Dio. Non lo sono quelle divinità
che sono state fabbricate dagli uomini. Di loro è scritto: «Gli idoli delle
genti sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo»: Tu non hai creato tuo
figlio, né tu fosti creato da tuo padre. Soltanto Dio ci creò e noi non ci
siamo fatti da noi stessi. Che cosa siamo allora?
Noi siamo suo popolo e gregge che egli pascola. Egli è Dio, il Signore, il nostro Creatore; noi
siamo suo popolo, creati e fatti da lui, liberati dal dominio del diavolo. Chi
ascolta la sua voce, diventa membro del suo gregge, come dichiara lui stesso:
«Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco» (Gv 10,27). Questi sono i
pascoli di cui parla in un altro passo: «Mi hai collocato in un luogo di
pascolo» (Sal 22,1). Questo luogo non è altro che due volumi del Testamento.
Varcate le sue porte confessando e i suoi atri con inni
di lode. Sembra ora riferirsi alle porte
della Gerusalemme celeste perché le persone a cui rivolge tale invito i trovano
già nella Chiesa. Vedendo che abbiamo già oltrepassate le prime porte, ci
invita a varcare anche le altre. Possiamo però varcarle soltanto nella lode e
nella confessione. Cominciamo col confessare le nostre colpe e soltanto allora
potremo nella lode giungere fin ai suoi atri. È scritto: «Confessate gli uni
agli altri i vostri peccati e pregate gli uni per gli altri per essere salvati»
(Gc 5,16). La lode del peccatore non ha un vero valore; la confessione delle
colpe deve precedere quella che seguirà, costituita dalla lode e dal giubilo.
La confessione di lode avviene ora ma continuerà anche nel seguito; quella del
peccato, invece, non si ripeterà più. Non ci sarà più peccato e quindi non ci
sarà neppure alcuna confessione.
Lodate il suo Nome perché soave è il Signore, la sua
misericordia dura in eterno e la sua verità per sempre. La lode non verrà mai meno perché nella Chiesa,
intanto, finché rimane nel trascorrere del tempo, e più tardi nella Gerusalemme
celeste, loderemo il Signore, in eterno e per sempre, a motivo della sua
dolcezza, della sua misericordia e fedeltà. Lodare il Signore oppure lodare il
suo Nome sono la stessa cosa.
Salmo 100
Salmo per Davide.
Quando si dice per Davide, ci si riferisce al nostro
Salvatore e a lui parla la Chiesa, mentre lo loda per la sua misericordia e
verità. Misericordia e giustizia canterò a te, Signore. Il salmo cinquanta
presenta particolarmente la misericordia. Questo salmo, il centesimo, celebra
piuttosto la giustizia e dichiara che ogni giorno tutti i peccatori dovrebbero
essere annientati.
La Chiesa in modo opportuno
loda la misericordia ed annuncia il giudizio, nel quale i peccatori subiranno
una pena. Salmeggerò e sarò intento a camminare su una strada senza colpa:
quando verrai a me? Beati coloro
che camminano senza colpa e osservano la legge del Signore (Sal 118,1). Salmeggiano bene, coloro che salmeggiano
con la voce e con le loro opere, ossia che lodano mentre continuano a
camminare. Anzi si prospettano una cosa ancora più grande: lodano il Signore
per capire quando Egli giungerà presso di loro. I dormienti non possono
percepire la visita del Signore. Al contrario, coloro che rimangono svegli ed
attenti non vogliono essere sorpresi da incauti. Per questo il Signore comanda:
«Vigilate perché non sapete in quale momento il Signore vostro verrà» (Mc 13,
35). Devono vigilare per scorgere e riconoscere il giudice che sta arrivando,
mentre si trova ancora lontano. Questo corrisponde al proposito attuale della
Chiesa: salmeggerò e loderò in modo di riconoscere quando starai per venire
presso di me. Non mi lascerò prendere
dal sonno e neppure da sonnolenza, ma starò vigilante e canterò ma starò ben
attenta per percepire e vedere la tua persona mentre te stai ancora lontano. Da
questo momento in poi la Chiesa racconta come si svolge la sua vita e il suo
comportamento in questo mondo e si propone di istruirci, mediante il suo buon
esempio, su come anche noi dobbiamo vivere.
Camminerò nell'innocenza del mio cuore, in mezzo alla
mia casa. Percorrerò il sentiero dei tuoi
comandi, anzi correrò in esso e li custodirò; agirò alla maniera dell'Apostolo
che dice: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho
conservato la fede” (2 Tm 4,7). Come camminerò? Nell'innocenza del
mio cuore. Se nel cuore si troverà
l'innocenza, non apparirà alcuna malizia nelle opere. «Dal cuore escono i
cattivi pensieri, gli omicidi, gli spergiuri, le false testimonianze e tutto
ciò che contamina l'uomo» (Mt 15,19). Ascoltiamo poi dove intende camminare: in
mezzo alla mia casa. Possiamo pensare che
la casa di Dio sia tutto il popolo cristiano oppure questo mondo. La Chiesa,
che sta parlando ora, corrisponde ai fedeli più avanzati. Sono costoro infatti
a camminare nell'innocenza del loro cuore, in mezzo alla casa di Dio. Perciò ai
buoni e ai cattivi, ai credenti e ai non credenti, [in costo] offre l'esempio
del suo comportamento santo ed onesto. Anche il Signore invita: «Risplenda la
vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e glorifichino
il Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,16).
Non mettevo il male davanti ai miei occhi. Se se lo fosse proposto, lo avrebbe commesso o
avrebbe consentito al altri di farlo. In realtà non agì in questo modo. Che
cosa fece al contrario? Ho detestato i prevaricatori e nel mio cuore
non ho approvato il peccato. Prevaricatori
sono gli uomini che non si curano d'osservare la legge che è stata comandata a
loro. Ci è stata imposta questa legge: separarci dal male e compiere il bene.
Chi non trasgredisce questo mandato almeno qualche volta? Appartengono tuttavia
ai prevaricatori, gli uomini che
si rifiutano di convertirsi ma perseverano in continuazione a fare il male.
Questi tali meritano di essere disapprovati perché Dio stesso li detesta. Hanno
un cuore depravato, perverso e incorreggibile, indurito nella malvagità al
punto da rifiutare le parole di vita.
Non avevo relazione con i malvagi che s'allontanavano
da me. Malvagi sono coloro che abbandonano
la Chiesa e rifiutano di accogliere le sue parole salutari. La Chiesa infatti
non li conosce ma deve considerarli come fossero dei non credenti, quasi degli
estranei e non partecipa con loro ai sacramenti divini.
Chi calunnia in segreto il suo prossimo, lo
perseguitavo. La calunnia è un peccato
molto grave e di fronte ad esso la Chiesa si turba così tanto da perseguitare i
calunniatori. La persecuzione della Chiesa si attua tramite l'interdetto o la
scomunica. I calunniatori in segreto sono abominevoli e da paragonare agli
omicidi. Il nostro prossimo è ogni cristiano, fratello nostro e figlio dello
stesso Padre. Calunniare è voler diminuire la bontà di una persona.
Non mangiavo con l'uomo dall'occhio superbo e dal cuore
insaziabile. Ha segnalato i superbi dallo
sguardo perchè la superbia si lascia intuire nelle occhiate e nel movimento
delle ciglia. L'orgoglio è la fonte di ogni peccato. “Non mi raggiunga il piede
dell'orgoglioso” (Sal 35,12) chiede in un altro salmo. Gli angeli caddero a
causa di esso. Negli uomini dal cuore insaziabile sono designati gli avari e la
definizione viene posta dall'analisi di colui che viene così definito. L'avaro
è proprio l'uomo dal desiderio insaziabile. Già l'apostolo ha ordinato di non
mangiare neppure con costoro; in modo opportuno sono separati dal corpo della
Chiesa.
I miei occhi sopra i fedeli della terra perché siedano
vicino a me. Mentre respingevo e mi
separavo da quelli, guardavo con misericordia i fedeli e mi univo a loro. I
fedeli della terra sono gli uomini che aderiscono alla fede cattolica nella
Chiesa e servono Dio fedelmente. La Chiesa vuole che costoro siedano, si
stabiliscano e giudichino con essa.
Mi servivano coloro che camminavano nell'innocenza. Servitori nella Chiesa sono i vescovi e i sacerdoti.
Il Signore stesso mostra di essere un servitore ed afferma: “Non sono venuto
per essere servito ma per servire” (Mt 20,18). La Chiesa ha scelto costoro per
affidare loro il ministero perchè sono senza colpa e senza gravi peccati. La
Bibbia ordina che i vasi dell'altare siano fatti d'oro purissimo e nessun altro
vaso può servire all'altare se non quello che appare costituito d'oro
raffinato. Non abiterà nelle mia casa chi agisce con orgoglio. Con orgoglio si intende ogni vizio ed ogni peccato,
ma qui si fa riferimento all'orgoglio che arriva a tale sfrontatezza da rifiutare
di umiliarsi e di iniziare qualsiasi penitenza. Gli spiriti maligni sono così,
perciò l'apostolo insegna: “non avete riscontrato nessuna tentazione che non
fosse umana” (1 Cor 10,3). Chi parla iniquamente, non ha rivolto a me il suo
sguardo. Questo pare proprio riguardare gli eretici poiché loro non guardano
verso la Chiesa e impediscono ad altri di farlo ma, al contrario, allontanano
da essa quanti più possono.
Al mattino ucciderò tutti i peccatori della terra. La Chiesa, come ho mostrato prima, allontanava da sé gli orgogliosi
prevaricatori, gli avari, i malvagi, i calunniatori e gli ingannatori perchè
vedeva che sarebbero stati condannati da Dio. Perciò dichiara di aver ucciso al
mattino tutti i peccatori, perché ha stabilito che costoro nel giudizio
dovranno essere condannati ed eliminati. Pronunciando la sua sentenza, la
Chiesa ha condannato alla morte gli uomini che nel giudizio subiranno la
condanna, come essa già sa. Questo modo di agire si riscontra tante altre volte
nella Bibbia. Mosè, ad esempio, stabilendo le norme sui casi di lebbra, ordina
ai sacerdoti di isolare i malati per sette giorni e se, poi, [il sacerdote]
avrà osservato che la macchia di lebbra si è allargata, «dice il testo» li renderà
impuri. Che cosa significa renderli impuri se non constatare
semplicemente che sono tali? È chiamato mattino quel giorno che pone fine al
secolo presente e da inizio a quello futuro. Agivo così, dichiara la Chiesa,
per espellere dalla città del Signore, ossia dalla Gerusalemme celeste, tutti
gli operatori d'iniquità, cioè gli uomini che non vogliono lasciare la
malvagità. Espellere significa soltanto considerarli degni di espulsione”.
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