Pr 8,22-30 è un testo in cui la Sapienza fa il proprio elogio. In poche parole, essa creare afferma di essere più antica di tutte le altre creature e di essere stata presente quando Dio ha creato il mondo. Ritroviamo in queste affermazioni l'idea che ciò che precede nel tempo è più importante: la Sapienza è superiore a tutte le creature perché è stata generata prima di esse (Pr 8,22). È un altro modo per dire che la Sapienza vale più di tutte le cose di questo mondo. Nella Bibbia, la Sapienza è anzitutto un «saper fare» e corrisponde raramente a un sapere meramente intellettuale.
La Sapienza mostra che esisteva prima di tutte le creature (8,24-26), poiché era presente quando Dio ha creato l'universo (8,27-31). La sapienza è sempre alla presenza di Dio, si diverte davanti a lui e trova le sue Delizie con gli uomini.
1. «E io mi divertivo davanti a lui tutto il tempo, mi divertivo nell'universo» (Pr 8,30-31). La Sapienza si presenta anche come l'architetto dell'universo. La traduzione del termine è discussa, però vi sono buoni motivi per pensare che questo sia il significato più adatto al contesto. La Sapienza avrebbe quindi partecipato attivamente alla creazione. Per esempio ne avrebbe tracciato la pianta e concepito l'organizzazione. Dio ha creato l'universo «con Sapienza». Come si manifesta questa Sapienza» nell'universo? Come ritrovarla? Essa afferma che «trova le sue delizie fra gli uomini». Sarà dunque presente nel nostro mondo. Dove si trova questa abilità nell'arte di vivere?
2. Un punto interessante per un'ulteriore riflessione è l'immagine della Sapienza che «si diverte» davanti a Dio e in tutto l'universo. L'idea è probabilmente di origine egiziana. In Egitto, infatti, la Sapienza (Maat) è una divinità che presiede all'ordine dell'universo. Ogni mattina, quando si alza, si presenta in tutta la sua bellezza davanti al dio creatore dell'universo. Costui la vede, l'ammira e trae la sua ispirazione da questa visione per creare o governare l'universo.
In Pr 8, questa Sapienza «si diverte» davanti a Dio. Il verbo usato in ebraico si ritrova con una leggera variante - nel nome Isacco (egli ride) e significa ridere, divertirsi, giocare. Ciò vuol di re che la Sapienza che ispira Dio nella sua opera creatrice si diverte e trova piacere in questa attività. La creazione è frutto non di uno sforzo, di un bisogno, ma di un piacere, di un divertimento. Dio non crea l'universo perché ne ha bisogno, perché era necessario. Lo crea gratuitamente, per pura generosità. Non lo crea perché deve servi re, dividiamo le nostre attività in due re, essere utile o giovare a qualcuno, un valore in se stesso. In gene e categorie: facciamo cose utili e cose inutili. Il brano ci insegna che esiste una terza categoria, più fondamentale: Cose che non sono immediatamente utili, ma neanche inutili. Sono gratuite valore in sé stesse. Si fanno perché uno trova piacere nel farle. Come ritrovare questa dimensione nella vita quotidiana?
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