PREGARE IL PADRE CON CRISTO, PER CRISTO, NELLO SPIRITO SANTO
È opportuno interrogare senza prevenzioni il Nuovo Testamento, per vedere che cosa vi si dice sugli interlocutori della nostra preghiera. Ci limitiamo a raccogliere insieme alcuni dei testi che ci sono più familiari.
Anzitutto: Gesù stesso prega sempre il Padre. In quel tempo, Gesù disse: «Ti benedico o Padre, signore del cielo e della terra, perché hai tenute nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate al piccoli» (M 11,25). «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te. Allontana da me questo calice. Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu (Mc 14,35 s.). «Gesù diceva: Padre, perdona perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). «Padre nelle tue mani raccomando il mio spirito» (Lc 23,46). E anche l'evangelista Giovanni, che nel suo vangelo vuole chiaramente sottolineare la divinità del Figlio di Dio, dice che Gesù prega di continuo il Padre. II testo più significativo, ma non l'unico, è la cosiddetta preghiera sacerdotale (Gv 17,1-26).
Inoltre, Gesù ha insegnato ai suoi discepoli a pregare il Padre. Egli ha insegnato loro il « Padre nostro» (Mt 69- 13), esortandoli con insistenza a pregare con perseveranza il «Padre in cielo» per ogni cosa (Mt 7,9-11; Le 11,11-13). Non solo la nostra preghiera di richiesta, ma anche preghiera di lode e la confessione della colpa devono essere rivolte al Padre, come si può vedere chiaramente dal «Padre nostro». Gli uomini che vedono le opere buone dei discepoli «loderanno il Padre in cielo» (Mt 5,16). L'evangelista Giovanni aggiunge a ciò un punto importante, che rispecchia già la vita di preghiera della giovane Chiesa: dobbiamo pregare il Padre nel Nome di Gesù. «Se chiederete qualcosa al Padre nel mio nome, egli ve lo concederà. Fino ad ora non avete chiesto nel mio nome. Chiedete ed otterrete e la vostra gioia sarà perfetta» (Gv 16, 23 s.; cfr. 14,13; 16,26).
Si tratta di direttive che gli altri autori del Nuovo Testamento accentuano e che i cristiani quindi seguono. Nella preghiera dopo che Pietro e Giovanni sono liberati dal carcere la comunità primitiva distingue tra Dio e il suo «servo» Gesù, e rivolge quindi la propria preghiera al Padre (At 4,24-30).
Nelle lettere di Paolo troviamo esortazioni di questo genere: «Ringraziate sempre per ogni cosa Dio il Padre nel nome del nostro Signore Gesù Cristo» (Ef 5,20). «In ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù» (Fil 4.6 s.). «Noi rendiamo continuamente grazie a Dio, Padre del nostro Signore Ge sù Cristo, nelle nostre preghiere per voi» (Col 1,3). «Tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nome del Signore Gesù Cristo, rendendo per mezzo al grazie a Dio Padre» (Col 3.17). «Per mezzo di lui dunque offriamo a Dio continuamente un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome» (Ebr 13,15).
Nel Nuovo Testamento troviamo di rado preghiere rivolte a Gesù Cristo. Stefano, ad esempio, durante la lapidazione prega: «Signore Gesù, accogli il mio spirito» (At 7,59). Soprattutto si prega per i il ritorno del Cristo: «Maranathà», «Vieni Signore!» (1 Cor 16,22). «Amen. Vieni, Signore Gesù» (Ap 22,20). E si implora la grazia di Cristo: «La grazia del Signore Gesù Cristo sia con voi» (1 Cor 16,23: cfr. anche Fil 4,23; 2 Cor 13,13). Nel Nuovo Testamento non si trovano preghiere allo Spirito Santo. Egli è piuttosto il Richiesto, il Dono che si chiede. Non si prega lo Spirito, ma si chiede lo Spirito, come risulta chiaramente, ad esempio, in Lc 11,13 e Gv 14,16 s.
In questo contesto il Nuovo Testamento dice qualcos'altro: è lo Spirito che propriamente prega in noi, anche e proprio quando abbiamo l'impressione di non riuscire a pregare: «Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo stesso Spirito intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che Scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, perché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio» (Rom 8,26).
Andrebbe contro I'intenzione di queste riflessioni chi ora incominciasse a sentirsi inquieto e preoccupato e a chiedersi se veramente fa tutto «come si deve». Non è questione di cambiare il metodo che ciascuno ha seguito finora per pregare. Ma forse si dovrebbe anche cercare di pregare pure se, inizialmente, in maniera «supplettiva» secondo le direttive dateci da Gesù. Può darsi che inizialmente si provi quella strana sensazione che è tipica di fronte a cose cui non si è abituati; ma presto si avrà anche l'impressione di una maggior chiarezza; diciamo pure con fiducia: la cordialità della preghiera aumenta quando non ci si limita più a dire: «Buon Dio», o «Signore Dio», ma: «Padre in cielo», «Padre mio», «Dio e Padre di Gesù Cristo...»; e quando nella preghiera di ringraziamento, di richiesta e di lode si aggiunge: «Nel nome del tuo Figlio Gesù Cristo, nostro Signore e nostro fratello», e quindi ci si richiama a Colui nel quale Dio ha espresso il suo "si" irrevocabile e il suo Amen a noi uomini e al mondo (cfr. 2 Cor 1,19 s.); e anche quando, infine, chiediamo esplicitamene che ci sia fatto dono dello Spirito Santo, il «Soccorritore», Colui che ci introduce in tutta intera la Verità, Colui che ci garantisce il contatto costante con il Padre e con il Figlio, e che ci unisce a formare il popolo di Dio.
Naturalmente, non sarà mai sbagliato pregare anche il Figlio e lo Spirito Santo, com’è nel Testamento e come fa la Chiesa stessa.
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