domenica 19 aprile 2020

La gloria della figlia del Re è all'interno (Sal 44,14 LXX)


La gloria è all'interno. Che cosa vuo dire? Come possiamo scoprirlo? Se uno stanza si riempie di fumo, l'abitatore deve scappare perché gli bruciano gli occhi e non
può respirare. Allo stesso modo molti non sanno vivere bene con se stessi ma la loro fuga all'esterno non li arricchisce nè li tranquillizza. 
A prescindere dalle motivazioni per le quali un uomo è a disagio con se stesso,  la sorgente della pacificazione sta nel saper pregare. Non parlo di una preghiera occasionale e distratta, ma di una preghiera regolare. Non parlo neppure di una molteplicità di parole, ma del grido del cuore. 
Come si fa a gridare col cuore? Come stare in preghiera più a lungo: il grido non esce per opera nostra ma per impulso dello Spirito Santo. Quello che possiamo fare noi è imparare a star perseveranti. 
Appaiono delle difficoltà. 
La preghiera spontanea la sentiamo più vicina a noi ma dopo un po' non sappiamo più che cosa dire. Le preghiere già pronte e stampate, possiamo, a lungo, sentirle piuttosto estranee. La tradizione ha scoperto, allora, la preghiera breve ripetuta lungo, ripetendo più volte un'espressione avvertita come più personale. Diadoco di Foticea ha suggerito di ripetere semplicemente: Signore Gesù. Così diceva: «Chi vuole purificare il proprio cuore, lo infiammi incessantemente con il ricordo del Signore Gesù, facendo di questo la sua sola meditazione e la sua sola pratica, ininterrottamente». Cassiano preferiva ripetere: O Dio, vieni a salvarmi. In Oriente prevalse la formula: pietà di me peccatore. I salmi possono suggerirci un'infinità di parole, infiammate dallo Spirito. 

Perché ripetere a lungo?
«Colui che vuole purificare l'oro, se lascia anche per poco che si spenga il fuoco del crogiuolo, fa nuovamente indurire la materia già purificata: allo stesso modo, chi si ricorda di Dio ora sì e ora no, ciò che gli sembra di avere acquistato con la preghiera, lo annulla con gli spazi di inattività». «Perché quelli che vogliono liberarsi del proprio marciume, non possono pregare ora sì  e ora no, ma devono essere sempre impegnati nella preghiera, custodendo l'intelletto, anche se abitano fuori da luoghi di preghiera». 

venerdì 10 aprile 2020

Pasqua


Che cosa significa la Risurrezione di Gesù?

1. Prima di tutto la Risurrezione non è un semplice ritorno a questa vita. Lazzaro o il figlio della vedova di Naim, liberati dalla morte per opera di Gesù, in realtà non risorsero (come si dice in modo improprio), ma semplicemente ritornarono a questa vita terrena. Infatti, più tardi, morirono di nuovo mentre una persona risorta (il primo risorto in realtà è stato Gesù) non può più morire perché possiede una vita immortale, eterna. Il corpo di un risorto è spirituale, ossia trasformato radicalmente dallo Spirito Santo. 
2. Risorgendo dai morti, Gesù torna presso Dio Padre.  I nemici di Gesù avevano detto che era un falso profeta. Per giunta castigato da Dio. Ora Dio dimostra il contrario: lo glorifica e lo accredita. Allora è vero che Gesù era stato mandato da Lui. Sulla terra, fu il Figlio a lui gradito in modo pieno, il modello di ogni uomo. 
3. Gesù non soltanto riceve una vita eterna ma viene proclamato come il Signore. Ora siede alla destra del Padre e può portare a compimento la sua missione, interrotta con violenza dai suoi oppositori. Gesù non ha fallito ma anzi riprende il suo compito, a servizio degli uomini, con una energia ancora più efficace e decisiva. La storia del mondo orami è sua. Egli è il Principio (Alfa) ed il compimento (Omega).
4. Il primo risultato della morte e risurrezione è stato l'invio dello Spirito Santo ai credenti. Secondo l'annuncio dei profeti, la nuova creazione sarebbe stata caratterizzata dalla presenza dello Spirito. Ora lo Spirito fa in modo che il discepolo di Gesù continui la sua missione, diventi un altro Cristo. 
5. Morte e Risurrezione sono come due facce della stessa medaglia, sono due aspetti inseparabili. Gesù ottiene la vita eterna perché ha donato tutto se stesso a Dio e agli uomini. La vita eterna è amore. Inoltre, vivendo e morendo nell'amore, Gesù ha accumulato un tesoro che ora distribuisce ai credenti d'ogni epoca. Senza la sua morte, Gesù non avrebbe accumulato alcun tesoro. Senza la risurrezione, il tesoro accumulato rimarrebbe inservibile. 
6. Gesù è tornato là dov'era prima di scendere su questa terra. Non ha avuto nessun vantaggio? Il suo guadagno è stato quello di recuperarci. Il vantaggio di Gesù è il nostro guadagno. Ora riporta a Dio l'umanità e il suo vanto e il suo tesoro sono tutti gli uomini che parteciperanno alla sua gloria d'amore, in terra e in cielo.