mercoledì 31 ottobre 2018

BEATITUDINI


Con l'annuncio delle beatitudini, Gesù ci svela il suo cuore, ci rende partecipi della sua intimità e del segreto della sua vita. 
In fondo ci mostrano la sua relazione verso Dio e verso gli uomini. Parlando di sé, non ha detto sono povero in spirito ma ha usato un'espressione equivalente: Io sono mite e umile di cuore. Non ha detto: sono affamato di giustizia ma ha precisato:  mio cibo è fare la volontà di Dio; ha esercitato la misericordia, la mitezza, ha pianto, ha subito la persecuzione. 
Nonostante avesse avuto una vita travagliata, ha detto che godeva di una grande gioia e di una grande pace. Esultava nello Spirito Santo. 
Ora che è Risorto apre a noi la possibilità di partecipare al suo modo di pensare e di essere. 
Il cristiano non è uno che deve sottomettersi a tante regole, ad un'infinità di norme. Non è condannato ad una vita triste, coartata dai doveri e dalle responsabilità. Piuttosto è un albero e, al modo di una pianta, può produrre una grande quantità di frutti di un solo genere. Un melo produce soltanto mele; un susino, soltanto susine; un fico, soltanto fichi. Un albero non si sente oppresso dal dover produrre; anzi la vastità del sua produzione segnala il suo vigore. 
Ho detto che il cristiano è un albero perché è un germoglio innestato in Cristo Gesù. Egli produce l'opera di Cristo. Si può anche dire: produce l'opera dello Spirito Santo; oppure produce l'opera della carità. Produce soltanto il genere di opere che lo Spirito gli fa fare. 
Nelle situazioni della vita gli viene spontaneo essere mite con gli altri, affabile, pronto al perdono, misericordioso, desidero di compiere il volere di Dio anche se, nel fare questo, venisse osteggiato. 
Per chi vive in relazione con Cristo e si trova innestato in lui, sarebbe faticoso fare il contrario di quello che ha fatto Cristo. Per la persona santa sarebbe un sacrificio oneroso darsi all'avarizia, al risentimento, all'impurità, lasciarsi dominare dal denaro. Come un fico non sarebbe capace di produrre susine, così il cristiano vero non riuscirebbe a fare ciò che altri fanno, nascondendo quelle opere di cui si vergognano. 
Adesso siamo salvi soltanto nella speranza. Noi saremmo figli di Dio in pienezza quando parteciperemo in pienezza alla gloria del Risorto. Intanto però possiamo godere la beatitudine. Non è ancora la piena felicità o la gioia completa ma è già un anticipo della vita eterna. Infatti esiste nella fede questa legge naturale: quanto più ci doniamo a Dio, tanto più Egli si dona a noi. Quanto più perdiamo noi stessi per amore di Lui, tanto più Egli ci recupera. Quanto più ci svuotiamo del nostro egoismo, tanto più ci colma di sé. 

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