domenica 9 marzo 2025

Prima quaresima

 San Paolo rievoca il nostro Battesimo. Il battezzato confessa prima con il cuore e poi con la bocca di credere in Gesù. La fede, concretizzata nel battesimo, è una invocazione rivolta a Colui che ci vuole aiutare. Il cristiano ha trovato uno che lo ama totalmente e per sempre. È l’unico caso. L’amore che altri possono avere per noi non assomiglia neanche lontanamente a questo. 

Se per caso accadesse che una persona ci volesse bene totalmente e per sempre, ciò nonostante non potremmo fidarci perché non saremmo certi che ci potesse capire veramente ed aiutare. 

Se per caso ci capisse ed aiutasse, non potremmo abbandonarci al suo amore perché noi abbiamo bisogno non di essere aiutati ma salvati. 

Che cosa ci dona Gesù Cristo, l’unico che ci ama totalmente e per sempre e può salvarci? Con il Battesimo ci fa morire, ci sepellisce nella sua morte. Gesù è morto per distruggere tutti i peccati, anche i nostri. Non soltanto i peccati, ha distrutto il Peccato, cioè quel meccanismo per il quale non siamo capaci di essere innocenti. Immercersi nella sua morte, significa fare nostro, realizzare per noi il motivo per il quale Egli è morto. Egli non si limita a dire: d’ora in avanti non dovete più commettere peccati ma ci avvisa di una novità, di una possibilità: siete morti al peccato. Non soltanto questa liberazione ma vi ho dato una vita nuova che è così potente perché un giorno potrete partecipare alla mia risurrezione. Riceviamo il DNA del Risorto. Allora la nostra invocazione è questa: realizza in me e nella mia vita ciò che hai fatto per tutti. Fa che la mia vita risplenda della tua vita. Sviluppa quanto mi hai donato. Come non abbiamo fatto niente per nascere a questo mondo ma ci ha capitato questo per iniziativa di altri, così non abbiamo fatto nulla per rinascere alla vita nuova ma cio ci è stato donato dal Signore. Come cerchiamo di vivere la vita naturale che ci è stata data, così dobbiamo anche vivere quella nuova che abbiamo ricevuto da Gesù, senza nostro merito e senza alcun sforzo. 

Il pio ebreo portava al tempio una cesta con le primizie dei frutti della terra. In questo modo affermava: anch’io l’ho ricevuta in possesso, insieme agli altri. È vero allora che anch’io sono stato liberato e che sono in grado di provvedere a me stesso. Questo non accadeva una sola volta ma ogni anno, sempre. Anche noi siamo stati liberati dal potere delle tenebre e trasferiti nellla luce del Signore. Noi oggi possiamo portare al Signore una cesta ricolma di frutti delle opere della luce, i frutti dello Spirito. Glieli porttiamo non per dirgli: guarda quanto sono stato bravo, e adesso devi aiutarmi ma per dirgli: guarda quanto sei stato grande! Hai salvato anche uno come! Il tempo della Quaresima è quello in cui riempiamo di frutti la nostra cesta per restituire al Signore i doni che ci ha fatto. 

Per poter fare questo, dobbiamo invocare il Signore come ho detto all’inizio:

Cristo prese da te la sua carne, ma da sé la tua salvezza, da te la morte, da sé la tua vita, da te l'umiliazione, da sé la tua gloria, dunque prese da te la sua tentazione, da sé la tua vittoria. Se siamo stati tentati in lui, sarà proprio in lui che vinceremo il diavolo. Tu fermi la tua attenzione al fatto che Cristo fu tentato; perché non consideri che egli ha anche vinto? Fosti tu ad essere tentato in lui, ma riconosci anche che in lui tu sei vincitore (S. Agostino)



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