sabato 10 settembre 2011

Il vero lettore della Bibbia

San Gregorio Magno, oltre che grande papa, è stato anche un grande maestro di spiritualità. Ricordandolo nella sua festa, vorrei trarre dai suoi insegnamenti alcuni spunti che ci aiutino a leggere la Scrittura. È stato un vescovo che ha dato molta importanza all'ascolto della Parola di Dio. Egli non si limitava a raccomandare l'ascolto della predicazione in chiesa ma voleva che i suoi fedeli, rientrati nelle loro case, riprendessero in mano la Bibbia e tornassero a leggerla. Scrivendo ad un laico, egli adopera quest'espressione diventata poi famosa: impara a conoscere il cuore di Dio dalle parole di Dio. Cioè dalla Bibbia non si apprendono in primo luogo fatti o insegnamenti morali, ma si viene a conoscere Dio stesso. Lo stesso insegnamento lo troviamo in un documento del Concilio, ossia la Dei Verbum:

«Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelare se stesso e manifestare il mistero della sua volontà, mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, nello Spirito Santo hanno accesso al Padre e sono resi partecipi della divina natura. Con questa rivelazione infatti Dio invisibile nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi per invitarli e ammetterli alla comunione con sé».

Osservate il movimento trinitario: il Padre si rivela nel Figlio per mezzo dello Spirito Santo. Nella lettura della Bibbia entreremo in questo dialogo d'amore. Lo Spirito Santo ci farà comprendere le parole del Figlio Gesù affinché noi possiamo conoscere il Padre e rivolgerci a Lui come figli ed amici. Questo dialogo non serve soltanto o in primo luogo a dare informazioni ma a trasformare gli ascoltatori. Il testo conciliare dice: siamo resi partecipi della divina natura. Dio in questa settimana ci parla per rivelarci a noi ma soprattutto per trasformarci in Lui.

Un secondo insegnamento. Gregorio, commentando il Vangelo dei discepoli di Emmaus, osserva questo fatto. In un primo momento i discepoli ascoltano Gesù, il loro cuore s'infiamma ma non lo riconoscono. Poi quando lo invitano a cena, nello spezzare il pane, allora lo riconoscono. La parola riscalda il nostro cuore ma noi possiamo riconoscere il Signore solo se mettiamo in pratica l'insegnamento che abbiamo ascoltato. La comprensione della Scrittura ha una valenza pratica. Ascoltare significa mettere in pratica. Finché ascoltiamo soltanto con l'orecchio, noi possiamo anche riempirci d'entusiasmo ma la parola rimane soltanto nella nostra testa. Se cominciamo a praticarla, dalla testa scende fino al cuore. «Se vuoi capire ciò che Dio vuole farti conoscere, comincia a mettere in pratica ciò che hai già capito».

Un terzo insegnamento. Dato che la Scrittura ha un carattere pratico e rimanda all'esistenza, essa diventa comprensibile soprattutto da chi la pratica meglio. San Gregorio dice la Scrittura cresce con il lettore. Più il lettore diventa santo, più la Bibbia appare luminosa e meravigliosa. è in questo fenomeno che Dio si rivela a noi come amico. Ci sono dei cristiani i quali, mentre ascoltano, sentono noia e contestano dentro di loro ciò che è annunciato. Altri invece sentono, come dice, il salmo che il loro occhio si illumina, che il cuore gioisce, che la bocca gusta una specie di miele. La Scrittura cresce con il lettore. Più siamo lontani da Dio, meno la Parola ci afferra. Più siamo santi, più la Parola diventa convincente ed amica.

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