lunedì 25 marzo 2019

MARIA E ISRAELE


Il concilio sottolinea in Lumen Gentium 56 il radicamento veterotestamentario di Maria e la definisce «Figlia di Sion». Il titolo è antichissimo, e si basa, come abbiamo visto, sulle affermazioni mariane del Nuovo Testamento, che vengono poi riprese dalle riflessioni dell'epoca patristica. 
Ruperto di Deutz, che in tutta la sua teologia da grande valore alla continuità tra l’antica e la nuova alleanza (e dunque conseguentemente interpreta, per primo, il Cantico dei Cantici mariologicamente e insieme ecclesiologicamente ed è convinto della presenza di Cristo nell'epoca veterotestamentaria), può ancora esprimersi persino con queste parole, già citate sopra: 
«La Beata Vergine, che era la parte migliore della chiesa antica [prioris ecclesiae = della chiesa prima di Cristo], fu degnata di essere la sposa di Dio Padre, per diventare così anche prototipo della nuova chiesa e sposa del Figlio di Dio». 
Wolfgang Beinert interpreta giustamente questo passo ritenendo che qui Maria «[sia] il punto di congiunzione delle due chiese, in cui la sinagoga raggiunge il suo ultimo vertice e viene unita alla chiesa di Cristo, di modo che entrambe diventano una chiesa, la ecclesia umversalis».

La Sinagoga bendata
Questo radicamento e significato veterotestamentario di Maria, che fino all'alto Medioevo era visto ancora chiaramente, andò perduto al più tardi dal XIV secolo in poi, poiché in Europa la presenza ebraica fu avvertita in modo sempre più problematico e i sentimenti antiebraici sfociarono in numerosi pogrom. «In modo corrispondente - così Achim Dittrich - fu ignorata l'origine ebraica di Cristo; non si voleva sapere più nulla di una Maria Figlia di Sion. Invece, le rappresentazioni figurative, utilizzate di norma dalle cattedrali gotiche, mettevano in primo piano il contrasto tra la sinagoga incredula e la chiesa credente». Solo con il Vaticano II si mette un nuovo accento su questo aspetto, che nel periodo postconciliare, sotto la Spinta della riscoperta teologica delle radici ebraiche del cristianesimo, sarà ulteriormente rafforzato e approfondito.


Greshake, 185-186



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