domenica 3 maggio 2020


Anna Napponi, nel suo interessantissimo blog (Ali di pensiero. Riflessioni di Anna Blogspot.com) ha presentato il celebre racconto di Dino Buzzati «Il colombre».
Ecco come lo ha riassunto:

«Nel giorno del suo dodicesimo compleanno, Stefano Roi, il protagonista del racconto, chiede al padre, capitano di mare e proprietario di un elegante veliero, di accompagnarlo in uno dei suoi viaggi. Il padre esaudisce volentieri la richiesta del figlio. Durante il viaggio, però, Stefano intravede dalla poppa della nave uno strano pesce che sembra inseguire la nave.
Poco dopo, il padre gli rivela con angoscia che quel pesce è un colombre, animale molto temuto dai marinai, divoratore di uomini, visibile soltanto dalla vittima e dai suoi più stretti familiari.
Il capitano decide dunque di far sbarcare subito il figlio e di fargli proseguire gli studi in una città lontana dal mare.
Ma, con il passare degli anni, Stefano diviene sempre più ossessionato dal pensiero del colombre e, dopo la morte del padre, lascia l'ambiente cittadino e decide di intraprendere la vita dei marinai.

"... navigare, navigare era il suo unico pensiero. Non appena, dopo lunghi tragitti, metteva piede a terra in qualche porto, subito lo pungeva l'impazienza di ripartire. Sapeva che fuori c'era il colombre ad aspettarlo e che il colombre era sinonimo di rovina. Niente. Un indomabile impulso lo attraeva senza requie(senza pace), da un oceano all'altro."

Divenuto anziano, si accorge di essere molto infelice e di aver consumato la sua esistenza nella fuga dal colombre attraverso i mari. Così una sera, sale su un barchino, si fa calare in mare e rema verso il colombre per colpirlo con un arpione. Ma il colombre, stanco e affaticato, gli dice: "Quanto mi hai fatto nuotare! E tu fuggivi, fuggivi. E non hai mai capito niente. Non ti ho inseguito attraverso il mondo per divorarti, come pensavi. Dal Re del mare avevo avuto soltanto l'incarico di consegnarti questo." Prima di scomparire tra le onde, l'animale trae fuori la lingua e porge al vecchio capitano una piccola sfera fosforescente, ovvero, la Perla del Mare, conosciuta dai marinai come la perla che dà agli uomini amore, fortuna e pace nell'animo.
Stefano, amareggiato, riconosce di aver vissuto una non-vita e di aver rovinato la propria esistenza con una fuga inutile».

Fin qui il racconto di Buzzati. In sguito Anna aggiunge la sua interpretazione:
«Potrei provare a dare una mia interpretazione del racconto.
Credo che il misterioso animale rappresenti il futuro. Stefano si sente attratto dal futuro, ma, dal momento che prova anche un incontrollabile timore verso di esso, continua a viaggiare per fuggire dal proprio destino, in preda ad un assurdo pregiudizio trasmessogli dal padre.
Stefano desidera la felicità, l'amore e la pace, ma non è in grado di coglierle laddove sono presenti, dal momento che è succube dei propri timori infondati. Fuggendo nega a se stesso la gioia di vivere.
Certo, egli riesce a realizzarsi dal punto di vista professionale, ma muore solo e infelice, consapevole della propria irrequietudine. Egli diviene ricco materialmente ma povero spiritualmente perché non é abbastanza coraggioso e tenace per poter affrontare le proprie paure e i propri conflitti interiori, anzi, continua a scappare, sia dal colombre che da se stesso.
Io penso che Stefano rappresenti tutte quelle persone che non sanno vivere e che quindi sono incapaci anche di approfittare delle buone opportunità, delle "occasioni d'oro" che la vita potrebbe offrire».

Aggiungo ora, non una nuova interpretazione ma una rilettura del racconto, esponendo ciò che esso mi ha suggerito. Il Signore ci insegue tutta la vita per donarci la sua perla. Nel Vangelo parla de il suo Regno come una perla di grande valore (Mt 13,46). Il colombre si è sobbarcato a grandi fatiche per raggiungere il giovane che voleva suffirgli, Gesù ha sofferto per noi molto più ancora. Anzi ci ha donato la sua stessa vita. Diceva un antico scrittore cristiano: chiunque è veramente consapevole che la Pasqua venne immolata per la sua salvezza, consideri inizio della sua vita il momento in cui Cristo si è sacrificato per lui.
Ma che cosa significa la perla fuori metafora? É il dono della carità, l'amore per Dio e per il prossimo, la capacità di vivere in comunione con Dio, nella sua grazia.
Se uno non vive di questo, non potrà trovare una vera pacificazione nonostante possa ottenere grandi successi in ogni ambito della vita. Perciò accogliamo l'offerta del Colombe, il Cristo:
«Venite, dunque, o genti tutte, oppresse dai peccati e ricevete il perdono. Sono io, infatti, il vostro perdono, io la Pasqua della redenzione, io l'Agnello immolato per voi, io il vostro lavacro, io la vostra vita, io la vostra risurrezione, io la vostra luce, io la vostra salvezza, io il vostro re. Io vi porto in alto nei cieli. Io vi risusciterò e vi farò vedere il Padre che è nei cieli. Io vi innalzerò con la mia destra» (Melitone di Sardi)


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