mercoledì 4 ottobre 2023

La donna nella Chiesa

 «“Salutate Maria che ha faticato molto per voi” (Rm 16,6). Di nuovo Paolo esalta e addita a esempio una donna , e di nuovo noi uomini   siamo sommersi dalla vergogna … ma siamo anche onorati. Siamo onorati, infatti, perché abbiamo con noi donne del genere; ma siamo sommersi dalla vergogna, perché siamo molto indietro al loro confronto. Se apprendiamo, tuttavia, da dove traggono il loro onore, ben presto potremo raggiungerle anche noi. Da dove traggono l'onore? Ascoltino uomini e donne: dai sudori sostenuti per la verità» (Giovanni Crisostomo, Omelia 31,1 PG 60, 668-669).


«Dobbiamo proprio a Paolo un'ampia documentazione sulla dignità e sul ruolo ecclesiale della donna. Egli parte dal principio fondamentale, secondo cui per i battezzati non solo «non c'è né giudeo né greco, né schiavo né libero», ma paradossalmente neppure «né maschio né femmina»: il motivo è che «tutti siamo uno solo in Cristo Gesù» (Gal 3,28), cioè tutti accomunati nella stessa dignità di fondo, benché ciascuno con funzioni specifiche ( 1Cor 12,7). Ebbene, l’Apostolo ammette come cosa normale che nelle assemblee cristiane la donna possa intervenire a «profetare» (1 Cor 11,5), cioè a pronunciarsi in modo aperto e pubblico sotto l’influsso dello Spirito, purché sia per l'edificazione della comunità; perciò la successiva esortazione a che «le donne nelle assemblee tacciano» (1 Cor 14,34) va piuttosto relativizzata e va compresa […] certo come semplice richiamo concreto al buon ordinamento delle assemblee stesse» (Romano Penna, Battesimo e identità cristiana: una doppia immersione, San Paolo, Milano 2022, 208).

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