Questa infamia sono tutti i pensieri, i desideri, le parole e le azioni di malvagità di cui ti sei nutrito finora. Forse il Signore aspetta di poter dire a qualcuno di noi: oggi ho allontanato da te ogni infamia.
Questa nuova situazione è la Pasqua. Esiste prima di noi, fuori di noi e per tutti, ma deve essere vera e nuova anche per ognuno di noi. Finchè in noi non domina la verità e la libertà non possiamo dire che abbiamo compiuto il passaggio pasquale. La libertà esiste quando siamo dotati dell’autodonio. Se c’è ancora qualcosa di distruttivo da cui siamo dominati, non siamo liberi.
Gli Ebrei mangiarono finalmente i prodotti della terra e il padre prepara per il figlio un banchetto delizioso. Il Signore desidera la nostra sanità, integrità, la nostra gioia e la nostra pace. Chi vive nel Signore, non vive una esistenza stentata ma gusta il cibo delizioso della grazia e si dilata nella gioia di essere in pace con Dio e di essere libero.
Quando Israele godette dei prodotti della terra, vide che la manna era cessata. La manna sono gli aiuti che il Signore, con estrema pazienza, continua a donarci mentre camminiamo con difficoltà dietro di Lui. Intanto ci nutre in qualche modo ma Egli vorrebbe donarci un cibo solido, un alimento sostanzioso come si legge nei Salmi: Apri la bocca, la voglio riempire! Ti nutrirei con fiore di frumento, ti sazierei con miele dalla roccia; Hai messo più gioia nel mio cuore di quanta ne diano ai mondani grano e vino in abbondanza! Come saziato dai cibi migliori, con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.
La fortuna del figlio sperperatore è stata quella di essere convinto che il padre lo avrebbe riaccolto. Non c’è per noi possibilità di vera vita, di progresso spirituale né di superamento delle nostre angosce se non siamo persuasi di essere amati da Dio. Soltanto questa fiducia costitisce un vero orientamento nella nostra vita.
Noi siamo persuasi di dover convincere Dio a volerci bene. Tutti i sacrifici di culto onerosi che gli uomini facevano per Dio erano fatti per cercare di cambiare il sentimento di Dio nei loro confronti: speriamo che non sia ancora adirato! Speriamo che ci ascolti! San Paolo dice che Egli era sempre - e ancora lo è - del tutto ben disposto verso di noi; aspetta che finalmente decidiamo noi di riconciliarci con Lui. Non esiste nessuna rottura tra Dio e gli uomini che dipenda da Dio.
Aggiunge una frase portentosa che dovremmo ricordarla ogni giorno: Dio fece Gesù peccato, perché noi diventassimo giustizia. Attenzione! Non dice che Dio ha punito Gesù come fosse un peccatore. Gesù è stato fatto peccato, non peccatore. Che cosa vuol dire: Ha conosciuto la peggiore situazione che una persona poteva incontrare ma questa situazione l’ha vissuta nell’amore, nel perdono, nella fedeltà alla sua missione. Gesù ha ricevuto il peggio degli uomini ma ha vissuto questo peggio nel modo più umano e migliore con cui poteva fare. Noi diciamo che una mela marcia guasta tutte le altre ma Gesù, venendo a contatto con gli uomini non è stato contaminato dal marcio ma lo ha risanato. Il Signore ci unisce a sé perché non ci facciamo deteriore dalle situazioni della vita ma attraversandole diventiamo sempre migliori e cosi diventiamo in grado di risanare anche chi ci fa soffrire.
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