giovedì 17 luglio 2025

Sobrietà cristiana

 Ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che appassisce, noi invece una che dura per sempre (1 Cor 9,25). 


Il cristiano, come ogni valido atleta, è disciplinato in tutto (panta enkrateuetai) L’uomo peccatore distoglie da Dio il suo desiderio e lo volge alle cose, alle persone, avendo per dio il proprio ventre. Lo attesta la parabola del ricco che indossa vestiti di porpora e ogni giorno banchetta lautamente (cf Lc 16,19). 

Cerca sempre la gratificazione. Lo attesta il comportamento della «gente raccogliticcia» che accompagnava Israele e lo coinvolge nella cupidigia: «fu presa da grande bramosia, e anche gli Israeliti ripresero a piangere e dissero: “Chi ci darà carne da mangiare? Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente, dei cetrioli, dei cocomeri, dei porri, delle cipolle e dell’aglio. Ora la nostra gola inaridisce; non c’è più nulla, i nostri occhi non vedono altro che questa manna» (Nm 11,4-6). Il governatore pagano Felice, che si mostrava ben disposto verso l’apostolo, non appena sentì Paolo parlare «di giustizia, di continenza e del giudizio futuro «si spaventò» (At 24,25) e preferi continuare ad accumulare denaro. 

Con la conversione al Vangelo, finisce «il tempo trascorso nel soddisfare le passioni dei pagani, vivendo nei vizi, nelle cupidigie, nelle orge…» (1 Pt 4,3), perché «tutto quello che è nel mondo [malvagio], non viene dal Padre» (1 Gv 2,16). 

Il credente promette: sebbene tutto possa essere lecito, «non mi lascerò dominare da nulla» (1 Cor 6,12). Si propone questo proprio perché s’accorge che anche in lui è presente la bramosia del ricco (Cf 11 Cor 11,21). Soprattutto sa di essere stato liberato dalla grazia: «tutti noi un tempo siamo vissuti nelle nostre passioni carnali seguendo le voglie della carne e dei pensieri cattivi… Ma Dio, ricco di misericordia, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati» (Ef 2,3-5).

La temperanza rende equilibrato l’uso dei beni creati,e garantisce anche la salute: «Figlio, per tutta la tua vita esamina te stesso, vedi quello che ti nuoce e non concedertelo. Difatti non tutto conviene a tutti… Non essere ingordo per qualsiasi ghiottoneria e non ti gettare sulle vivande, perché l’abuso dei cibi causa malattie e l’ingordigia provoca le coliche. Molti sono morti per ingordigia, chi invece si controlla vivrà a lungo» (Sir 37,27-31). 

Il saggio non asseconda le passioni perché accoglie l’avvertimento: «se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete» (Rm 8,13). «Vi esorto ad astenervi dai cattivi desideri della carne, che fanno guerra all’anima» (1 Pt 2,11). «Sta’ lontano dalle passioni della gioventù; cerca la giustizia, la fede, la carità, la pace, insieme a quelli che invocano il Signore con cuore puro. Un servo del Signore non deve essere litigioso, ma mite con tutti, capace di insegnare, paziente, dolce nel rimproverare quelli che gli si mettono contro, nella speranza che Dio conceda loro di convertirsi, perché riconoscano la verità e rientrino in se stessi, liberandosi dal laccio del diavolo, che li tiene prigionieri perché facciano la sua volontà» (2 Tm 2,22-26). 

Il sapiente cerca di raggiungere il dominio di sé (enkrateia), una virtù denominata anche sobrietà, contando sull’aiuto dello Spirito Santo: «Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, benevolenza, mitezza e dominio di sé» (Gal 5,22; cf Tt 1,8). 

Per conservare il dominio di sé, l’apostolo tratta duramente il suo corpo e lo riduce in schiavitù (1 Cor 9,27). Usa una terminologia attinta dal pugilato: colpisco il mio corpo sotto gli occhi (ypopiazo). Il pugile vincitore trascinava il vinto davanti al pubblico e, in modo simile, egli riduce in suo potere il suo corpo per non perdere se stesso. 

La sobrietà favorisce la vita interiore dello Spirito perché rende ben armati: «Noi siamo sobri, vestiti con la corazza della fede e della carità. E avendo come elmo la speranza della salvezza» (1 Ts 5,8). Facilita la perseveranza nella preghiera: «Siate moderati e sobri, per dedicarvi alla preghiera» (1 Pt 4,7). 

Il credente, tuttavia, non è una persona tesa solamente alla repressione dei desideri, ma è orientata al Signore, sommo bene che fornisce un appagamento oportuno. «Gustate e vedete com’è buono il Signore!» (Sal 34,9) «Egli appagò il loro desiderio» (Sal 78,29). «Il Signore ti circonda di bontà e misericordia, sazia di beni la tua vecchiaia, si rinnova come aquila la tua giovinezza» (Sal 103,4-5). 



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