giovedì 4 dicembre 2025

I laici e la bibbia

 

Invito ai laici a leggere la Bibbia

Da Giovanni Crisostomo, Discorsi sul povero Lazzaro, 3, 1-3



Necessità di conoscere la Bibbia

1. […] E di questo sempre vi supplico e non smetterò mai di supplicarvi: non fate attenzione solo qui a ciò che dico, ma, anche a casa, dedicatevi continuamente alla lettura delle Scritture divine. Non ho mai trascurato di fare questa raccomandazione anche a chi ho frequentato di persona. Che non mi si dicano queste parole insignificanti e degne di una grave condanna: «Sono inchiodato al tribunale. Mi occupo degli affari della città. Svolgo una professione. Ho moglie. Devo pensare ai figli. Ho una casa da dirigere. Sono un laico: leggere la Scrittura non spetta a me, ma a quelli che hanno rinunciato al mondo, hanno occupato le cime dei monti e conducono sempre questa vita. Che dici mai, o uomo? Meditare le Scritture non fa per te, perché hai già innumerevoli altre preoccupazioni? Ma conviene più a te che a quelli. Infatti quelli non hanno bisogno del soccorso delle Scritture divine quanto chi è in mezzo a molti affanni […]. Quelli riposano lontano dalla battaglia: perciò non ricevono molte ferite. Tu invece sei ininterrottamente in prima linea e incassi colpi senza sosta: perciò ti occorrono più medicine. E infatti tua moglie ti esaspera, tuo figlio ti addolora, un domestico ti irrita, un tuo avversario trama contro di te, l'amico ti invidia, un vicino ti offende, un commilitone ti fa lo sgambetto, spesso anche un giudice ti minaccia, la povertà ti angustia, la perdita dei tuoi beni ti affanna, la prosperità ti inorgoglisce, la disgrazia ti deprime.

Continuamente e inevitabilmente siamo assediati e colpiti ovunque da ira, preoccupazioni, affanno, tristezza, vanità, disperazione. Pertanto abbiamo sempre bisogno dell'armatura delle Scritture. «Sappi che cammini in mezzo ai lacci - dice -, e ti muovi sull'orlo dellnoe mura cittadine» (Sir 9,20). Infatti anche i desideri della carne lacerano con maggior violenza chi vive nel mondo […]. 

Gli strumenti del cristiano 

2. E molte altre cose simili assediano il nostro cuore. Abbiamo bisogno delle divine medicine per curare le ferite ricevute e immunizzarci da quelle non ancora ricevute e che riceveremo, per estinguere da lontano e respingere le frecce del diavolo con la lettura costante delle Scritture divine. Infatti non ci si può salvare, proprio no, se non si trae un costante beneficio dalla lettura spirituale. Ma dobbiamo esser veramente contenti se, traendo continuo benefìcio da questa cura, potremo infine salvarci. Ma qualora siamo colpiti ogni giorno, ma non ci sottoponiamo a nessuna terapia, quale speranza di salvezza abbiamo?

 Non vedi come i fabbri, gli orafi, gli argentieri e tutti gli artigiani, abbiano tutti gli utensili necessari al loro mestiere e, qualora siano in ristrettezze fino alla fame o la povertà li tormenti, preferiscono sopportare qualsiasi cosa anziché nutrirsi con la vendita degli attrezzi? Per esempio, molti spesso preferiscono indebitarsi per sostentare la famiglia e i figli piuttosto che vendere il più piccolo dei loro utensili. E a ragione. Sanno infatti che, una volta che li hanno venduti, tutta la loro abilità nel mestiere è vana e ogni possibilità di guadagno svanita. Al contrario, se li conservano e continuano ad esercitare il loro mestiere, col tempo possono pagare il debito contratto; se li vendessero prima ad altri, non potrebbero in alcun modo escogitare un rimedio per la fame e la povertà. Perciò conviene anche a noi stare con questa disposizione d'animo. Infatti come per quelli sono ferri del mestiere il martello, l'incudine, le tenaglie, così per noi sono i libri degli apostoli, dei profeti e tutta la Scrittura ispirata da Dio e utile per insegnare (2 Tm 3,16). E come quelli modellano con quegli strumenti qualsiasi oggetto che abbiano cominciato a fare, anche noi forgiamo con quei libri la nostra anima, ne correggiamo le storture, la rinnoviamo se è invecchiata. Certo quelli mostrano la loro perizia solo fino alla forma che danno agli oggetti: infatti non potrebbero in alcun modo trasformare la materia degli oggetti, ne rendere l'argento oro, ma danno loro soltanto forma e proporzione. Non così tu, perché puoi qualcosa di più e puoi trasformare in oro un vaso di legno. Ne è testimone Paolo che dice: «In una casa grande però non vi sono soltanto vasi d'oro e d'argento, ma anche di legno e di coccia. Chi si manterrà puro astenendosi da tali cose, sarà un vaso nobile, santificato, utile al padrone, pronto per ogni opera buona» (2 Tm 2,20-21).

Pertanto non trascuriamo il possesso dei libri per non ricevere ferite mortali, non sotterriamo l'oro, accumuliamo un tesoro di libri spirituali. Infatti l'oro più abbonda e più tende insidie al suo proprietario; invece una raccolta di libri è di grande utilità al suo possessore. E ancora, ovunque siano state riposte le armi di una reggia, anche se nessuno ìe impugna, sono in grado di offrire una buona difesa a quelli che stanno dentro al punto che ne ladri, ne scassinatori, ne altri malintenzionati osano aggredire la casa; allo stesso modo, ovunque siano i libri spirituali, viene scacciata ogni opera diabolica e ne viene una grande esortazione alla virtù a quelli che vi abitano. Infatti la sola vista dei libri ci rende di per sé più zelanti contro il peccato. E se violassimo qualche divieto e ci rendessimo impuri, ritornati a casa, alla vista dei libri, la coscienza ci accuserebbe con maggior veemenza e diverremmo meno inclini a ricadere nello stessa peccato. Se invece persistiamo nella santità, riceviamo da essa un'utilità maggiore. Appena si tocca il libro del Vangelo, si modella subito la propria mente e ci si allontana dai pensieri mondani alla sua sola vista. Se ti accosti alla lettura con attenzione l'anima, come iniziata ai sacri penetrali, è purificata e diviene migliore, perché Dio conversa con lei attraverso quei libri. 

Comprendere il senso

«E se non comprendiamo il senso?», dicono. A parte il fatto che, anche se non comprendi il senso, dalla sola lettura ne verrebbe una considerevole santificazione; comunque è impossibile non comprendere nulla. Per questo motivo, infatti, la grazia dello Spirito ha provveduto che pubblicani, pescatori, fabbricanti di tende, pastori, caprai, ignoranti e analfabeti abbiano composto questi libri, affinchè nessuno potesse ricorrere alla scusa della sua ignoranza, affinchè ogni parola fosse accessibile a tutti, affinchè anche l'operaio, il servo, la vedova e gli uomini meno istruiti potessero trarre beneficio dal suo ascolto. Infatti quelli che fin dal principio sono stati ritenuti degni della grazia dello Spirito non hanno composto tutti questi libri per la vanagloria, come i pagani, ma per la salvezza dei loro ascoltatori.

3. Infatti i filosofi, i retori e gli scrittori pagani, poiché non cercavano l'interesse comune, ma ambivano solamente ad essere ammirati, se anche dissero qualcosa di buono, lo nascoseroin mezzo alla solita oscurità, come in mezzo alle tenebre. Invece gli apostoli e i profeti fecero esattamente il contrario: esposero con chiara evidenza il loro insegnamento a tutti, in quanto erano i maestri comuni del mondo, perché ciascuno potesse comprendere, con una semplice lettura, tutto ciò che dicono. E, predicendo questo, il profeta diceva: «Tutti saranno ammaestrati da Dio e non si diranno più l'un l'altro: riconoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande» (Ger 31,34). E anche Paolo dice: «Anch'io, o fratelli, venni tra voi ad annunciarvi la testimonianza di Dio non con sublimità di parola o di sapienza» (1 Cor 2,1). E più avanti: «La mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza umana, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza» (1 Cor 2,6). E ancora dice: «Parliamo, sì, di sapienza, che non è di questo mondo, ne dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla» (1 Cor 2,1). A chi non è chiaro quanto è scritto nel Vangelo? Chi, dopo aver ascoltato beati i miti, beati i misericordiosi, beati i puri di cuore (Mt 5,5-8) e altre cose simili, avrà bisogno di un maestro che gli spieghi il senso di queste parole? E non sono ovvii e chiari anche al più sprovveduto i segni, i miracoli e i racconti? Sono tutte scuse per nascondere la pigrizia.

Non comprendi il senso? Ma come potresti mai comprenderlo, se non vuoi nemmeno leggerlo? Prendi il libro fra le mani; leggi il racconto per intero e, tenendo ciò che è semplice da comprendere, ritorna spesso su ciò che è poco chiaro o oscuro. E qualora non ne potessi afferrare il senso nemmeno con unalettura assidua, va' da uno più sapiente, da un maestro, rendilo partecipe delle cose lette, mostra un grande zelo. Se Dio vede così tanto impegno, non disprezzera la tua vigilanza e la tua sollecitudine, ma anche se nessun uomo ti insegna ciò che cerchi, tutto si rivelerà da sé. Ricordati dell'eunuco della regina d'Etiopia, che, per quanto barbaro, oppresso da molte incombenze e invischiato in numerosi affari, continuò a leggere, anche senza capire, seduto sul suo carro. E se per strada diede prova di un grande zelo, immagina come passasse il tempo a casa; se non tollerò di trascorrere il tempo del viaggio senza leggere, a maggior ragione non poteva farlo quando era a casa.

Se non smise di leggere anche se non capiva, a maggior ragione non poteva farlo quando capiva. Infatti che non comprendesse ciò che leggeva è chiaro dalle parole che gli rivolse Filippo: «Capisci quello che stai leggendo?» (At 8,30). Ed egli, a queste parole, non arrossì di vergogna ma ammise la propria ignoranza e disse: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?» (At 8,31). Proprio perché leggeva, senza aver mai avuto una guida, fu subito preso per mano. Dio vide il suo impegno, ne approvò lo zelo e, subito, gli mandò un maestro. «Ma adesso non c'è Filippo?». No, ma lo Spirito che ha mosso Filippo si! Non disprezziamo la nostra salvezza, carissimi: tutte queste cose sono state scritte per ammonimento nostro, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi (1 Cor 10,11).

Grande sicurezza per non peccare è la lettura delle Scritture. Grande precipizio e baratro profondo è l'ignoranza delle Scritture. Tradimento grave della nostra salvezza è il non conoscere le leggi divine. Questo infatti generò le eresie, introdusse la vita corrotta e stravolse tutto da capo a piedi. E impossibile, infatti, sì impossibile, dedicarsi con assiduita e attenzione alla lettura e non trame alcun benefìcio. Ad esempio, non vedi quanta utilità ci ha arrecato una sola parabola? Come ha reso migliore il nostro cuore? Perché so bene che molti sono andati via portando con sé un guadagno permanente grazie all'ascolto; se poi alcuni non hanno raccolto così tanto frutto, sicuramente sono divenuti migliori il giorno in cui hanno ascoltato. Non è poco trascorrere anche un solo giorno nella compunzione dei peccati e meditare sulla filosofia del cielo e concedere al cuore un po' di quiete dagli affanni del mondo. Se lo facciamo ogni volta che ci riuniamo, senza mancare mai, l'assiduità dell'ascolto produrrà in noi qualcosa di grande, nobile e buono. 


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