martedì 10 aprile 2012

Maria, Simone e gli altri....

Risurrezione e dono dello Spirito sono l'apice della salvezza. L'angelo radiante di bellezza è una controfigura del Cristo Risorto (Mt 28,3). La bellezza suscita l'amore e questo sentimento ci porta all'agire. In realtà noi incontriamo il Cristo in modo reale quando sentiamo che il nostro cuore arde per Lui (Lc 24,32). L'amore ci redime. “La nostra identità ci viene conferita nell'amore che gli altri hanno per noi. La nostra identità è egualmente determinata dall'amore che abbiamo per gli altri” (Bruemmer). 
Ad esempio, per quanto riguarda Maria Maddalena, la sua identità le viene conferita dall'amore che Gesù ha per lei. Questo è significato dal fatto che il Maestro la chiami per nome. Accogliendo l'amore che Gesù ha per lei, ella diventa veramente se stessa. 
Un altro esempio ci viene dato da Pietro. Egli rinnega Gesù - nel racconto di Giovanni - ma non piange il suo peccato . Questo non significa che egli abbia rotto il rapporto con il Signore. In seguito corre al sepolcro e incontra Gesù con gli altri discepoli nel cenacolo (Gv 20,2-10; 19-23). Questi incontri non risolvono l'incrinatura particolare della relazione che Pietro ha provocato con il suo rinnegamento. È necessario un incontro personale e il riconoscimento del fatto. La piena comunione è ristabilita nell'episodio della richiesta triplice d'amore. In questo caso, in modo velato (l'apostolo non riceve alcuna umiliazione), Gesù riporta alla luce un passato sepolto, rimosso ma non risanato. 
Il lettore è invitato a fare altrettanto. Che cosa nascondiamo al Signore? Che cosa c'è ancora non del tutto chiaro nella nostra relazione con Lui? La confessione non è un modo ottimo per guarire le nostre memorie?
L'episodio fa parte del capitolo 21 del Vangelo di Giovanni. Quest'ultimo capitolo, anziché essere un'appendice quasi irrivalente, è un tratto in cui si compie una sintesi di alcuni grandi temi del Vangelo. Da una parte la vita terrena Gesù viene rievocata e compresa molto meglio, dall'altra il Risorto riprende quella stessa vita, accompagnando i discepoli lungo la storia. Il capitolo inizia con la proposta di Pietro di tornare a fare i pescatori (Gv 21,3). Pietro è pieno d'incertezza sul passato e sul suo futuro. Sembra quasi aver accantonato Gesù. L'annuncio del Regno potrà ancora riprendere?
Nel manifestarsi sul lago, al contrario, il Risorto ricomincia la vita con i discepoli ed offre loro la possibilità di ricominciare. Gesù si manifesta ai discepoli in Galilea, là dove si era manifestato la prima volta (nel segno del vino nuovo, a Cana). Egli si manifesta allo spuntare del giorno, quando ogni tenebra viene vinta. Viene dissipata anche la tenebra dell'incredulità. Il tema dela luce ricorre anche altrove nel Vangelo. Il lettore lo ha già trovato nel Prologo e nell'episodio del cieco nato. 
Il racconto della pesca, in maniera velata, richiama altri eventi significativi della vita trascorsa con Gesù. La pesca miracolosa dei 153 grossi pesci ricorda la moltiplicazione dei pani. La ricchezza della pescata significa che in Gesù Dio comunica una vita in abbondanza. 
Le reti sono tirate a riva, come Gesù vuole [at]tirare i suoi ascoltatori al Padre. Così come intende radunare i figli di Dio che sono dispersi. La rete rimane intatta come la comunità dei discepoli rimane una. Gesù, offrendo loro pane e pesce evoca il suo gesto di donare il pane, ossia se stesso. 
Ci sono altri rimandi più sottili e meno significativi. 
L'episodio rinvia, dunque, ai fatti e agli insegnamenti della vita trascorsa. Il passato è recuperato. 
In questo contesto di recupero ma anche di ripresa, Pietro deve imparare ad accettare e a riconoscere la colpa del suo fallimento. Le tre confessioni controbilanciano i tre rinnegamenti. 
Non c'è solo questo. Egli viene chiamato con il nome con il quale era stato denominato all'inizio: “Simone, figlio di Giovanni” (Gv 1,42). 
Ora riceve una missione impegnativa; possiamo dire pericolosa visto che essa lo condurrà al martirio. Il passato di Pietro viene ripreso, recuperato e risanato. L'apostolo è richiamato al servizio del Signore. Ora è in grado di corrispondere con generosità. 
Il Risorto è Colui che chiama in modo amorevole, che ci dona la nostra identità nel rapporto d'amore. Anche quando noi lo dimentichiamo, ci chiudiamo nel nostro piccolo mondo, Egli torna presso di noi, non per perseguitarci ma per impedire che restiamo ad un livello inferiore a quello che possiamo avere. La Risurrezione è anche recupero della nostra identità grazie al risvegliarsi in noi dell'amore per il Signore. 

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