lunedì 24 settembre 2012

COMMENTO AI SALMI DI LODI (martedi 2)


Martedi. Seconda settimana


Salmo 42

Il salmista chiede d'essere condotto al tempio, ossia alla comunione con Dio, guidato dalla luce e dalla verità di Dio stesso, per trovare aiuto presso di lui, in una situazione di oppressione. 
La Chiesa, sorretta dalla verità del Verbo e dalla luce dello Spirito, chiede a Dio Padre d'incontrarlo e d'essere soccorsa nelle difficoltà nell'annuncio della Parola. 

Fammi giustizia, o Dio, difendi la mia causa contro gente spietata; liberami dall’uomo perfido e perverso.  Tu sei il Dio della mia difesa: perché mi respingi? Perché triste me ne vado, oppresso dal nemico? Manda la tua luce e la tua verità: siano esse a guidarmi, mi conducano alla tua santa montagna, alla tua dimora. Verrò all’altare di Dio, a Dio, mia gioiosa esultanza. A te canterò sulla cetra, Dio, Dio mio. Perché ti rattristi, anima mia, perché ti agiti in me? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio. 

Il salmo costituisce l'ultima parte del salmo 41 (cf lodi lunedi 2), nella quale l'orante si apre alla speranza e al futuro che Dio gli sta predisponendo. Egli non appare più piegato su se stesso nel ricordo nostalgico del passato (come si mostrava nelle strofe precedenti) ma, pur continuando a vivere nella sofferenza, si mostra fiducioso del futuro. 
Fammi giustizia... Si rivolge al tribunale di Dio, come farà Gesù nel corso della sua passione, perchè Dio rimane sempre una difesa per l'oppresso. 
Manda la tua verità e la tua luce... Si tratta di due prerogative di Dio. Il credente per poter giungere fino a Dio ed incontrarlo ha bisogno dell'aiuto che viene da Dio stesso, qui raffigurato in due qualità divine personificate. 
Spera in Dio... L'attenzione si volge al futuro che Dio predisporrà. La speranza (oppure la fiducia, l'attesa) è la caratteristica essenziale del credente, grandemente apprezzata nella Bibbia (cf. Sal 32, 18). 


Rilettura cristiana di Bruno di Segni

Giudicami o Dio e discerni la mia causa. Ascoltiamo la preghiera di un fedele che invoca l’aiuto di Dio. Giudicami o Dio,  egli chiede e poi precisa la sua implorazione: e discerni la mia causa. Chiede il giudizio soltanto perché si esamini bene la relazione che c’è tra lui e il suo nemico. Sa che non ha mai fatto nulla contro di lui, così da provocare le sofferenze che l’altro gli ha inflitto. Nella speranza di ottenere giustizia, chiede che venga esaminata la sua causa. Anche al presente avviene spesso qualcosa di simile; fedeli cattolici subiscono pesanti ingiustizie da altri che si considerano cristiani, al punto da essere indotti ad invocare l’aiuto di Dio contro i loro avversari, e mentre avrebbero dovuto pregare per loro, sono costretti a invocare il soccorso contro di loro. Gesù insegna piuttosto: «Pregate per quelli che vi perseguitano» (Mt 3,44). Il salmista continua: 
tra gente per nulla santa, liberami dall’uomo malvagio e disonesto. Quest’uomo non prega contro di noi, ma sembra piuttosto invocare a suo favore; se viene soltanto liberato, ciò sembra bastargli, anche se non ottiene una vendetta contro gli oppositori. Perché tu se, o Dio, la mia fortezza. Sii tu a liberarmi, tu che sei l’unico Dio e la sola mia forza; non possiedo altre armi, non posso contare su un altro aiuto; se mi abbandoni, nessuno verrà ad aiutarmi. Circa la frase: perché mi hai abbandonato? Come se avesse detto: non ti ho abbandonato, aggiunge quest’altro discorso: Perché me ne vado triste, mentre l’avversario mi opprime? I santi si sentono abbandonati e temono di aver perduto la grazia, poiché non mostrarono una pazienza perfetta nelle sofferenze e, provando amarezza, desiderano essere vendicati. Per questo aggiunge:
Manda la luce della tua verità: essa mi accompagnerà e mi condurrà fino al tuo monte santo e nella tua tenda. Manda la luce della tua verità perché non mi accada ancora [ciò che ho vissuto], cioè che non desideri più vendicarmi dei miei nemici e non mi senta più abbattuto nell’ascoltare gli insulti degli avversari. Non aveva conservata la pazienza come avrebbe dovuto fare, e teme di offuscare la luce della verità. Luce e verità sono talmente unite tra esse, che non possono stare l’una senza l’altra. Chi vede bene, non sbaglia, mentre chi sbaglia non ha visto bene. Manda la luce della tua verità, ossia illumina gli occhi della mente e rafforzami con tutto me stesso nella tua verità, affinché non compia mai ciò che ti dispiace. Mi accompagnerà e mi condurrà fino al tuo monte santo e nella tua tenda. Che cos’è questo monte santo di Dio? Che cos’è questa tenda? Raffigurano la Chiesa, una nella fede, molteplice per la sua diffusione in vari luoghi. In quest’unica Chiesa oppure in queste sue ramificazioni siamo entrati grazie alla luce della verità; gli uomini che ancora non fanno parte della Chiesa, continuano a rimanere nella tenebra dell’errore e ancora non sono stati illuminati dalla luce della verità. 
Salirò all’altare di Dio, al Dio che rallegra la mia giovinezza. Accompagnato dalla luce della verità grazie alla quale [un tempo] sono entrato nella Chiesa, sostenuto ancora e guidato da essa, salirò fino all’altare di Dio, al Dio che rallegra la mia giovinezza. Questo altare si trova nel cielo, questo altare è il corpo umano del nostro Salvatore. Il termine altare deriva da altezza. Il corpo di Cristo, infatti, è posto in nel luogo più elevato, al di sopra di ogni creatura. Per questo è denominato altare. Ha precisato con esattezza: al Dio che rallegra la mia giovinezza perché tutti gli uomini nel risorgere saranno giovani. L’Apostolo dichiara: «Tutti andremmo incontro a Dio come uomini che hanno raggiunto la perfezione, secondo la misura dell’età della pienezza di Cristo» (Ef 4,13). Cristo quando risorse dai morti era giovane. 
Ti loderò con la cetra, Dio, Dio mio. Nel frattempo, finché non avrò raggiunto l’altare, ti celebrerò e ti loderò in questa tua Chiesa e sul tuo monte santo. In che modo? Suonando la cetra ed emettendo soavi armonie, ossia diffondendo il Vangelo che placa gli insani e mette in fuga i demoni. La cetra calmò la mente di Saul dalle sue esplosioni d’ira. Grazie a questo suono, il salmista ritorna in se stesso e al suo discernimento, rimprovera a lungo la sua anima per essersi rattristata, avvilita e turbata per la difficoltà incontrata nella vita. Pronuncia proprio queste parole: Perché sei così triste e turbata, anima mia? Non hai motivo d’essere così dal momento che attendi nel cielo dei beni ricchissimi. Spera in Dio perché di nuovo dovrai lodarlo, egli è la salvezza del tuo volto e il mio Dio


Salmo 64

Ringraziamento per i doni della terra, ricevuti da Dio nel corso dell'anno. Prima del lavoro umano viene sempre infatti il dono gratuito di Dio. La Chiesa ringrazia il Signore di essere stata assista dalla sua bontà, perdonata, arricchita di doni terreni e celesti. 

Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. Canto. 

Per te il silenzio è lode, o Dio, in Sion, a te si sciolgono i voti. A te, che ascolti la preghiera, viene ogni mortale. Pesano su di noi le nostre colpe, ma tu perdoni i nostri delitti. Beato chi hai scelto perché ti stia vicino: abiterà nei tuoi atri. Ci sazieremo dei beni della tua casa, delle cose sacre del tuo tempio. Con i prodigi della tua giustizia, tu ci rispondi, o Dio, nostra salvezza, fiducia degli estremi confini della terra e dei mari più lontani. 
Tu rendi saldi i monti con la tua forza, cinto di potenza. Tu plachi il fragore del mare, il fragore dei suoi flutti, il tumulto dei popoli. Gli abitanti degli estremi confini sono presi da timore davanti ai tuoi segni: tu fai gridare di gioia  le soglie dell’oriente e dell’occidente. 
Tu visiti la terra e la disseti, la ricolmi di ricchezze. Il fiume di Dio è gonfio di acque; tu prepari il frumento per gli uomini. Così prepari la terra: ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle, la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli. Coroni l’anno con i tuoi benefici, i tuoi solchi stillano abbondanza. Stillano i pascoli del deserto e le colline si cingono di esultanza. I prati si coprono di greggi, le valli si ammantano di messi: gridano e cantano di gioia! 

Per te il silenzio è lode... La grandezza di Dio supera qualsiasi possibilità d'espressione. Il linguaggio si tramuta in stupore ammirato che fa ammutolire. Il voto è la promessa di offrire un sacrificio. 
A te viene ogni mortale... La mortalità è l'espressione tipica della povertà umana la quale si manifesta ancora di più nella peccaminosità. L'uomo è carne mortale che pecca. Dio mostra la sua misericordia nell'accordare il perdono e nel prestare aiuto a chi di per sé non lo merita. Continua, poi, ad attuare i prodigi della sua giustizia, il termine biblico che indica la sua fedeltà. 
Tu rendi saldi i monti... Omaggio al Dio creatore. Creare è mettere ordine al caos che si manifesta negli eventi scomposti della natura e nella storia, nelle relazioni violente degli uomini tra loro. 
Tu visiti la terra... Dio disseta e feconda la terra con la pioggia, ossia con un'acqua che proviene dal suo fiume (ossia dalle acque superiori sopra il firmamento, vicine al trono di Dio). 
Così prepari la terra... La sapienza divina sa come trattare il terreno. I frutti dell'annata sono visti come una corona preziosa o una veste variopinta. 


Rilettura cristiana

A te si addice la lode, o Dio, in Sion, a te si sciolga il voto in Gerusalemme. Due popoli parlano della loro liberazione, uno da Babilonia e l'altro dal dominio del demonio. Per tutto il tempo in cui rimasi prigioniero, - così sembra dichiarare quel popolo - non ebbi la possibilità di lodarti poiché ero amareggiato dalla durezza della schiavitù e non mi sembrava conveniente cantare il canto del Signore in una terra straniera. Ora, invece, dal momento che abbiamo ottenuto la liberazione, dobbiamo con grande forza cantare le tue lodi e i tuoi inni. Ora che siamo ritornati in patria, dobbiamo con grande forza farli risuonare in Sion e dobbiamo sciogliere, in Gerusalemme, i voti che abbiamo stretto con te durante la prigionia. Possono esprimere le medesime dichiarazioni coloro che sono stati liberati mediante la penitenza e si sono riconciliati con Dio mediante i sacramenti della Chiesa. 
Ascolta la mia preghiera: a te viene ogni carne. Ascolta la mia preghiera affinché tutto il mondo, purificato, ritorni a te. Io riconosco di essermi macchiato in molte maniere e di aver dimorato per lungo tempo tra uomini iniqui, tra vizi e peccati. Sono certo e sono sicuro che ogni carne verrà presso di te. Questo messaggio è identico a quello che il Signore ha pronunciato per bocca del profeta: «Io vivo, dice il Signore, e a me si curverà ogni ginocchio e mi confesserà ogni lingua» (Is 45, 23). Anche l'apostolo dichiara: «Tutti, buoni e cattivi, staremo davanti al tribunale di Cristo (Rm 14, 10).
Le parole di iniquità hanno prevalso su di noi ma tu perdonerà tutte le nostre empietà. Ha bisogno di purificarsi a lungo e di ottenere molta misericordia poiché le parole di iniquità hanno prevalso su di lui e lo hanno macchiato. Tuttavia conserva una buona speranza: il Signore avrà misericordia di lui.
Beato chi ha scelto e  chiamato vicino a te, abiterà nei tuoi atrii. «Molti sono i chiamati, pochi gli eletti» (Mt 14, 2). È beato quell'uomo che il Signore ha scelto nella sua misericordia e che ha preso da una vasta moltitudine di uomini: costui, senza alcun dubbio, non potrà perire e riceverà i beni che gli sono stati riservati. Abiterà in quelle tende delle quali il Signore ha detto: «Nella casa di mio padre ci sono molte dimore» (Gv 14,2).
Ci sazieremo dei beni della tua casa; Santo è il tuo tempio, mirabile nell'equità. Ancora prima che noi possiamo giungere alle tue tende,  - alle quali speriamo un giorno di poter accedere -  già da ora vengono riempiti di beni della tua casa, che raffigura la santa Chiesa. Chi potrebbe enumerare tutti i beni che si trovano nella Chiesa di Dio, in qualità e quantità, con i quali ogni giorno i fedeli sono saziati e riempiti? Qui possiamo trovare i libri dell'uno e dell'altro testamento; qui troviamo gli altri libri che i santi padri hanno scritto per noi; qui troviamo le ricchezze e le delizie indicibili del Corpo e del Sangue di Cristo. Sono questi i beni dei quali si sta parlando in questo versetto: ci sazieremo dei beni della tua casa. Riguardo a questa casa, aggiunge poi questa precisazione: Santo è il tuo tempio, mirabile nella equità. Non soltanto quelle tende sublimi sono sante, quelle che non possono essere confrontate con nessun altra. Ma anche questo tempio di Dio, che si trova sulla terra, è santo e degno di venerazione. Mirabile nella equità. Osserva: viene celebrata l'equità della chiesa, ma sono pochi i credenti che meritano di ricevere questa lode. Riguardo alla chiesa si dice che non ha macchia né ruga (Ef 5, 27), ma se volessimo applicare questo elogio a tutti, cadremo nel non senso.
Ascoltaci, Dio, nostra salvezza, speranza dei confini della terra e dei mari lontani. Ascoltaci, Dio nostra salvezza, poiché siamo stati salvati e redenti nel tuo sangue. Tutti i confini della terra, - tutti questi corrispondono alla Chiesa cattolica - sperano in te per essere liberati da ogni male. Chi sono quelli che abitano nei mari lontani: sono ad esempio gli scozzesi e i britannici gli altri abitanti delle isole.
Tu prepari i monti con la tua forza, cinto di potenza.  Tu sconvolgi il fondo del mare,  il suono delle sue onde, chi sarà capace di sopportarlo? Ascoltaci tu, o Signore, che stabilisci i monti nella tua potenza. Essi raffigurano gli apostoli e i maestri i quali, per la loro eloquenza e per la loro fede, sono più elevati di tutti gli altri credenti. Il Signore li ha preparati per mandarli a lottare e a predicare, per convincere gli eretici, per governare e reggere il tuo popolo. Il Signore è cinto di potenza, di una forza di grande qualità e intensità, al punto che nessuno può porre una valida resistenza contro di essa. In un altro versetto leggiamo: «Cingi la spada al tuo fianco» (Sal 44,4). Riguardo a questa spada, leggiamo: «Ci sono spade a due tagli nelle loro mani» (Sal 149, 6). Anche l'apostolo insegna: «La parola di Dio è viva ed efficace, più tagliente di 1 spada a doppio taglio» (Eb 4,12). Chi si è armato di questa spada, si è veramente cinto di potenza. Il signore sconvolge il fondo del mare, come ha detto di fare per bocca di Isaia: «Io sono il Signore che sconvolge il mare e che fa sollevare i suoi flutti» (Is 51,15). È ovvio che il mare rappresenta questo mondo. Si parla di esso anche in un altro versetto: «Ecco il mare vasto spazio, li si trovano rettili senza numero» (Sal 103,25). In quale modo il Signore ha creato scompiglio in questo mare? Ascoltiamolo mentre dice: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra e il mio grande desiderio è che esso s'accenda» (Lc 12,49). «Non sono venuto a portare la pace ma la spada» (Mt 10,34). «In una casa dove ci saranno cinque persone, si divideranno due contro tre o tre contro due» ( Lc 12,52). Il Signore sconvolge il fondo del mare anche quando separa i buoni dai cattivi e  fa sollevare gli uni contro altri. Mentre alcuni combattono per la giustizia altri lottano fino alla morte a favore dell'ingiustizia. Il suono dei suoi flutti, chi sarà capace di sopportarlo? Questo mare solleva ondate buone e ondate cattive. I flutti buoni sono gli uomini buoni e i flutti cattivi sono gli uomini cattivi. Rumoreggiano questi e quelli spesso provocano un rumore tanto grande che nessuno di loro lo può sopportare, né questi né quelli. Gli uomini buoni non vogliono sopportare le parole insensate vite di male neppure gli uomini malvagi riescono ad accogliere e a sopportare le parole salutari delle persone buone. Tuttavia accade spesso che gli uomini che accettano di ascoltare le parole dei santi, si convertono al vedere i segni e i miracoli che compiono. Perciò aggiunge:
Saranno coinvolte le genti e gli abitanti dei confini del mondo avranno timore per i tuoi segni. Dopo aver visto i prodigi compiuti dagli apostoli santi, proprio quegli uomini che in in primo momento avevano deriso la loro predicazione, all'improvviso rimasero turbati e caddero in ammirazione. Cominciarono a temere Cristo nel cui nome vedevano verificarsi miracoli tanto meravigliosi e stupendi.[...]
Ha visitato la terra e l'hai inebriata, l'hai arricchita con abbondanza. Il profeta si meraviglia vedendo la conversione improvvisa di tanti popoli e di una massa di persone che, muovendosi da ogni parte, confluisce verso la chiesa. Vedendo questo fatto, pensa giustamente che la terra sia è stata visitata da Dio. Troviamo un messaggio analogo: «Benedetto il Signore Dio d'Israele e ha visitato e redento il suo popolo» (Lc 1,68). Dio ha inebriato la terra con la ricchezza della sua casa e l'ha irrigata con il torrente delle sue delizie, nelle quali vediamo raffigurate le grazie dello spirito Santo. Inebriata da esse, la Chiesa parla tutte le lingue, spiega tutte le Scritture e, dal momento che abbandona tutti i beni della terra, viene considerata dagli uomini stolti non soltanto ebbra ma anche totalmente insana. Invece è una ebbrezza positiva quella capace di convertire gli uomini. Che cosa significa hai moltiplicato di arricchirla, se non l'ha arricchita in molte maniere? In molti modi, con la sapienza e la scienza, con la fortezza e la pietà, con le virtù e l'onestà, con la gloria e con l'onore e con tutte le altre qualità che possono essere desiderate da una persona retta.
Il fiume di Dio è colmo di acqua, hai preparato il loro cibo: questa è la tua preparazione. Quest'acqua e questo cibo e ogni altro alimento. Il Signore ha preparato questo cibo per i suoi santi e senza questo alimento non potrebbero predisporsi ad affrontare una fatica tanto grande.
Inebria i suoi solchi, moltiplica i suoi frutti. Gioirà per i suoi stillicidi mentre sta germogliando. Questo fiume d'acqua ha degli emissari attraverso i quali può scorrere e fluire sempre. Costoro sono i vescovi e sacerdoti che amministrano a tutti i credenti i beni necessari e li riversano in loro, come fossero dei torrenti. Alcuni ricevono molto, altri meno a seconda della loro capacità. Diciamo dunque: Tu, Signore hai preparato quest'acqua e un cibo per loro, colmando i loro ruscelli, moltiplicando le loro generazioni. Non avresti fatto tutto questo, se non avessi ricolmato i loro ruscelli e non avessi moltiplicato le loro nascite. Se non trovasse lungo i ruscelli, dove andremmo a cercare quest'acqua? Dal momento però che questi ruscelli sono colmi, chi la cerca, la può trovare pronta. Il Signore moltiplica le generazioni di quest'acqua, poiché sono molti, sono innumerevoli, quelli che ogni giorno rinascono in essa e non c'é nessuno dei membri della Chiesa che non venga computato tra i suoi figli. Ricco o povero, chiunque sia nella Chiesa, è suo figlio. «Chi non è rinato dall'acqua e dallo Spirito Santo, non entrerà nel regno di Dio»(Gv 3,5).  Quest'acqua purifica l'esterno ma anche l'interno dell'uomo ma la prima si può vedere mentre l'altra rimane invisibile. Subito, non appena quest'acqua  esce e si dirama da quel fiume, si rallegra nei suoi stillicidi. Prima aveva parlato di ruscelli ed ora parla di stillicidi. Si può pensare che gli stillicidi rappresentino i fedeli che sono più impreparati e hanno meno meriti. Qualsiasi fedele nel quale viene a fluire l'acqua dello Spirito Santo, subito, non appena questo accade, esulta nella letizia dello spirito. 
Benedirai per il coronamento della tua benevolenza. I tuoi campi saranno ricolmi di abbondanza. Ora, alle promesse fatte in precedenza, aggiunge anche quest'altre. è come se dicesse: Tu colmando i ruscelli, moltiplicando le nascite, porti a compimento quelle opere delle quali abbiamo parlato sopra. L'anno della benevolenza di Dio ha preso inizio dal momento in cui il nostro Salvatore è venuto in questo mondo. Riguardo a tale anno il Signore dice: «Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l'unzione, mi ha mandato per evangelizzare i poveri, per predicare ai prigionieri la grazia, la vista ai ciechi e per proclamare l'anno gradito a Dio (Lc 4, 18)». L'apostolo, a sua volta, proclama a suo riguardo: «Ecco ora il tempo favorevole, ecco ora il tempo della salvezza» (1 Cor 6,2). Tale anno viene sempre coronato perché ogni giorno i fedeli combattono contro i vizi e contro gli spiriti del male, li vincono e vengono premiati. «Nessuno viene coronato, se non avrà combattuto secondo le regole» (2 Tm 2,5). Tutti gli anni, fino a quest'ultimo, furono sotto la maledizione, ma quest'anno e il coronamento di questo anno ha meritato di ricevere la benedizione di Cristo. Si osservi come in questo versetto il Signore dichiari di benedire non l'intero anno ma il suo coronamento. Comprendiamo così che possiamo ricevere la benedizione soltanto grazie a questi lottatori e a questi vincitori. 
I tuoi campi si riempiono di ricchezza. I campi di Dio sono le singole chiese dell'uno e dell'altro testamento le quali sono ripiene di ogni abbondanza di tutte le virtù per la fecondità e la ricchezza dello spirito Santo. La terra intera, maledetta già nel primo uomo, era  sterile, ma nel nostro Salvatore ha ricevuto la benedizione e la fecondità.
Pingui saranno i confini del deserto e i colli si cingeranno di esultanza. Pensiamo che i confini del deserto rappresentino gli uomini che sono vicini al deserto ma che non sono nel deserto, poiché, se trattano con loro, non imitano tuttavia i cattivi. Essi diventano pingui di quel grasso del quale in un altro salmo viene detto: «Di grasso e di pinguedine sarà piena l'anima mia» (Sal 62, 6). I confini che presentano questa ricchezza, sono ricchi per la moltiplicazione di opere buone. I colli si cingeranno di esultanza: vediamo raffigurati in loro coloro che nella Chiesa appaiono superiori per la pietà, per la virtù e la santità. Questi sono cinti di esultanza poiché possiedono delle ottime spade e con quelle possano uccidere i loro nemici. Beati coloro che sono cinti di queste spade e che sono pronti alla lotta armati in questo modo. [...]
Abbondano di frumento le valli. Chi rappresentano queste valli?  I credenti umili, miti, semplici, mansueti e tutta l'assemblea dei fedeli. Ricevendo da altri il seme della parola di Dio, ossia dai ministri della Chiesa, dai vescovi e sacerdoti, producono per il Signore con abbondanza il frutto delle buone opere, della lode e della gioia. Per questo prosegue dicendo: grideranno e canteranno un inno. Questo è il frumento che le vallate producono per il Signore e questo è il frutto delle labbra di coloro che confessano il suo nome. Nulla è più gradito a Dio del sacrificio della lode, compiuta nel giubilo. 

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