lunedì 9 gennaio 2012

Bruno di Segni Salmi 72-89

Salmo 72

Sono terminate le lodi di Davide figlio di Iesse. Salmo di Asaph
Il sottotitolo, sono terminate le lodi di Davide figlio di Iesse, riguarda il salmo precedente mentre le parole successive, salmo di Asaph, è il titolo del salmo seguente. Siate felici, sembra dire, di aver finora lodato Davide, quale figlio di Iesse, mentre da questo momento celebrerete Davide quale figlio di Dio. Ecco è nato! Nel salmo precedente abbiamo profetizzato la sua nascita nella carne e abbiamo proclamato le sue lodi grandi e meraviglio. Non ci rimane altro se non dire in ogni tempo: benedetto il Signore Dio d'Israele, il solo che ha fatto prodigi e benedetto per  sempre il nome della Sua maestà in eterno.
Salmo di Asaph. Asaph significa riunione e con questo termine si allude alla chiesa, formata da tutti i popoli della terra. Questo salmo dice a suo riguardo: Signore, nella tua città reduci al nulla le loro immagini.
Come è buono Dio di Israele per coloro che hanno il cuore puro. Ora parla il profeta, anzi ora parla la Chiesa di Dio che sta ammirando la sua bontà e la sua potenza. Quanto è buono il Dio di Israele, egli dice, ma lo è soprattutto per i fedeli che pensano cose vere e conformi al sentire della Chiesa universale, che non nutrono pensieri falsi e non cadono in dispute pericolose. Il cuore degli uomini devia quando essi pensano in modo sbagliato riguardo a Dio, ai suoi progetti o sul senso effettivo delle cose. Perciò aggiunge:
I miei piedi hanno quasi vacillato, i miei passi hanno sbandato perché ho invidiato i peccatori vedendo la prosperità dei malvagi. Parla del cuore degli uomini, dei piedi e dei passi dell'anima i quali vacillano e cadono quando gli uomini mormorano contro il Signore a motivo di qualche contrarietà e ricevono scandalo per essa. Il profeta che ora sta parlando, ha visto uomini malvagi, gente peccatrice godere di tranquillità e prosperità e abbondare di gloria e di ricchezza. Ha visto invece se stesso e altri uomini che servono Dio soffrire la privazione ed essere colpiti da molte avversità. Allora ha cominciato a invidiare i primi e desiderare i beni che essi godono. Non gli sembrava che fosse giusto che i malvagi godessero di prosperità e di buoni dovessero soffrire per le avversità e per questo motivo è incorso nella recriminazione, come egli stesso ora confessa. Ritornato però in se stesso e pensando che i retti riceveranno grandi premi mentre una grave pena è preparata per i malvagi, si è consolato, ha consolidato e rafforzato i suoi piedi che per un poco avevano vacillato. Per questo aggiunge:
Non si preoccupano della loro morte e non non hanno alcuna sicurezza per la loro pena. Perciò, sembra dire, ha disprezzato la tranquillità e la prosperità, mentre ha apprezzato la sua indigenza. I malvagi non hanno nessuna possibilità di sfuggire alla morte eterna e sono così ammalati e feriti da non poter essere guariti da alcuna medicina. Parlando di sicurezza ha pensato alla medicina perché coloro che si sono ammalati sono curati e salvati da quella.
Non conoscono le fatiche degli uomini e non sono colpiti come gli altri uomini. Per questo, dice che non temono la morte, perché non conosco le sofferenze degli uomini. Sono le buone azioni compiute con fatica a rendere immortali gli uomini e gli uomini retti si sottopongono alla fatica per diventare immortali. Con queste espressioni pensiamo ai tormenti sopportati dagli apostoli i quali, dopo essere stati flagellati, uscirono dal sinedrio pieni di gioia perché erano stati considerati degni di soffrire per il nome di Gesù (At 5,41). Questo genere di sofferenza è buono perché il Signore colpisce in questo modo gli uomini che vuole accogliere come figli.
Per questo li possiede l'orgoglio. La superbia aumenta quando crescono ricchezza, prosperità e benessere.
Sono ricoperti dalla loro iniquità e dalla loro malvagità. Quanto sono miseri gli uomini che si ricoprono di questa abiti e di questi ornamenti! Non possono essere ammessi al banchetto di Dio e nel giudizio appariranno tali quali sono e proprio i loro indumenti li renderanno abominevoli.
Esce la loro iniquità come [da un cumulo] di grasso. «La bocca parla per l'abbondanza del cuore» (Lc 6,45). Un cuore dal quale esce tanta abbondanza di male non può esser vuoto: vi abita il diavolo, fonte d'origine di ogni iniquità.
Cominciano ad attuare i loro disegni. Cominciarono a fare ciò che avevano pensato nel loro cuore per suggerimento del diavolo. Ne parla adesso.
Hanno pensato ed hanno predisposto disegni malvagi. Il peccato, preparato da premeditazione e da calcolo, diventa ancora più grave.
Hanno predisposto un'opera di grande malvagità. Il profeta allude a costoro quando dice: «Ciò che hanno tramato è frutto di una iniquità pari a quella  di Sodoma» (Is 3,9). A parlare in alto sono soprattutto gli uomini che bestemmiano Dio e non hanno alcuna esitazione ad offenderlo. Hanno agito come quello stolto che ha detto nel suo cuore: Dio non c'è (Cf. Sal 13,1). Hanno operato come i cultori di idoli e gli adoratori di false divinità. Il salmista continua a parlare di loro:
Hanno messo la loro bocca in cielo. Porre la bocca in cielo significa parlare contro Dio. I pagani facevano così quando non cercavano Dio in cielo ma nelle statue d'oro e d'argento. Gli eretici e gli ariani posero la loro bocca in cielo quando, ragionando male sulla divinità, hanno cercato di separare il Figlio dal Padre.
La loro lingua percorse la terra. Se se ha percorso la terra, dove si diresse se non prese la direzione verso il cielo? Questo passo del salmo presenta lo stesso significato: Hanno messo la loro bocca in cielo e la loro lingua percorse la terra.
Perciò ritornerà qui il mio popolo. Si era spostati quelli che non avrebbero dovuto muoversi e hanno pensato falsità che non avrebbero dovuto escogitare quando, ergendosi contro i peccatori, si sono mossi ma poiché non erano preoccupati della loro morte, allora il mio popolo tornerà qui. Che cos'è questo luogo? È la retta comprensione della quale parleremo ora. È preferibile scegliere la fatica e l'indigenza degli uomini retti, che la tranquillità e la prosperità dei malvagi. Avranno dei giorni pieni. Sono giorni pieni quelli che abbondano di ogni bene. I santi saranno così dopo questa vita quando, trovandosi nella beatitudine, abbonderanno di ogni bene.
Hanno detto come può saperlo Dio? C'è forse conoscenza in alto? Ecco  i peccatori nel mondo hanno ottenuto grandi ricchezze. Ecco perché poco fa aveva detto: ritornerà il mio popolo qui. Avevano deviato molto quando pensavano in quel modo e dicevano quelle cose. Non hai ancora capito qual era il loro discorso: ecco questi sono i peccatori e godono di grande abbondanza al mondo; come hanno fatto ad acquisire tante ricchezze? Dio conosce questo fatto e sa veramente ciò che accade? Ma questo interrogativo corrisponde ad una negazione, come se dicessero: Dio non sa ciò che accade in questo mondo; se lo sapesse non permetterebbe che accadessero così tante sventure. Questa è la loro obiezione, il loro cattivo ragionamento del tutto contrario alla fede cristiana. Per questo aggiungono:
Ho detto senza alcun motivo ho reso giusto il mio cuore e ho lavato tra gli innocenti le mie mani. E sono stato flagellato tutto il giorno e la mia accusa è lì ogni mattino. La madre Chiesa si duole di coloro che pensarono in questa maniera e formulano queste obiezioni. Se questo ragionamento toccasse il vero e se non vi fosse conoscenza in alto, che cosa mi gioverebbe aver sopportato per il Signore tanti mali così intensi? Senza alcun vantaggio ho conservato retto il mio cuore; mi guardavano bene dall'offenderlo non solo con le opere ma anche con il pensiero; mi sono allontanata dai peccatori anche quando non c'era alcun motivo e ho cercato di purificare le mie mani e le mie opere stando tra uomini innocenti. Ciò nonostante, ho dovuto sopportare senza alcun motivo numerose persecuzioni da parte degli empi. Senza motivo, il mio giudice e il mio padrone, crudele e malvagio, cominciando dal mattino presto, mi percuoteva tutto il giorno come se fossi stato un cattivo discepolo e cercava di trascinarmi nel suo errore.
Se avessi detto, parlerò come costoro… Seguiamo lo svolgimento: dicevo: se parlano in questo modo, come quelli dei quali ha esposto il pensiero sopra, ecco, ora aggiunge, è perito il popolo dei tuoi figli, al quali aveva voluto dare questi insegnamenti.
Cercavo faticosamente di capire, ma era una dura fatica. Ecco il popolo che aveva deviato, del quale aveva parlato in precedenza, ora è tornato alla chiesa. Ecco il mio popolo ora si converte. Ora si rivolge a coloro dai quali s'allontanano; indotto dai loro argomenti seducenti, il popolo era stato implicato nel dubbio. Certamente questo tipo di dubbio, aveva sollecitato non poco anche gli stessi filosofi. Infatti qualche sapiente tra loro aveva pensato: se Dio non esistesse, da dove verrebbe tutto il bene? Se invece Dio esiste, da dove deriva tutto il male? Cercavo faticosamente di capire. Che cosa? Non pensano alla loro morte e non hanno sicurezza nella loro malattia. Conoscere questo, divenne una fatica, e se non avessero rivolto l'occhio della loro mente alle cose ultime, non avrebbero potuto capire questo fatto misterioso. Questo pensiero corrisponde con la parte successiva del salmo: finché non entrai nel santuario di Dio e non compresi quale sia la loro fine. Il Signore parla di questo santuario: «Entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo» (Mt 6), riferendosi alla profondità del cuore. Chi, vedendo che gli uomini potenti di questo mondo abbondano d'ogni bene, non è portato a considerarli persone felici? Gli uomini sono propensi a pensare che costoro siano amati dal Signore, altrimenti non potrebbero avere e possedere beni così copiosi. Invece, riguardo a questo, bisogna guardare solamente a quale sarà la loro fine. Per questo continua la riflessione in questo modo:
a motivo dei loro inganni li hai puniti. di quali punizioni sta parlando? Li hai abbattuti quando si innalzavano. All'improvviso, quando costoro sembravano godere della loro prosperità al massimo, sono caduti e sono morti e senza alcuna attenuazione della pena, sono stati condannati.
«Mori il ricco e fu sepolto nell'inferno» (Lc 16,23). Nessuno può conoscere quest'esito prima che esso avvenga. Soltanto la conclusione fa affiorare la verità.
Come si sono ridotti in desolazione! All'improvviso sono venuti meno, sono morti a motivo della loro malvagità, come [delude] il sogno di un uomo che si risveglia. Tutti i beni di questo mondo passano all'improvviso, e si salutano da lontano. Valgono come il sogno di un uomo che si risveglia: mentre si trovava immerso nel sonno pensava di possedere enormi ricchezze nel sonno, ma appena si è risvegliato, tutto è svanito. Accade la stessa cosa agli uomini ricchi: cadono nel sonno della morte e non appena si risvegliano e risorgono, non trovano più alcuna delle loro ricchezze.
Signore, nella tua città distruggi le loro immagini. Questa città è la Chiesa: in essa tali ricchezze frutto d''immaginazione sono considerate un nulla perché essa è interessata alle vere ricchezze. Si è dilatato il mio cuore. Si è dilatato non nel possesso dei beni di cui ho parlato, ma in te, nel tuo amore, nel tesoro spirituale.
I miei reni furono sciolti. I miei reni, quasi fossero della cera esposta al tuo fuoco, si sciolsero [snervati] e il mio nemico non poteva avere forza e potere su di loro. In un altro passo espone questo argomento: «La sua forza sta nei suoni lombi e il suo potere nell'ombelico del ventre» (Gv 40,11).
Venni considerato un nulla, dall'opinione degli uomini corrotti che mi consideravano come un morto e mi stimavano del tutto inutile per questo mondo. E ignorai. Che significa? Mi mostrai come una persona stolta e insipiente, seguendo il consiglio dell'apostolo quando scrive: «Se qualcuno di voi sembra essere sapiente, diventi stolto per essere davvero un sapiente» (1 Cor 3,18). L'uomo che disprezza gli onori e le ricchezze e non obbedisce alle voglie della carne, viene considerato un pazzo dagli uomini stolti.
Mi ha posto come un giumento presso di te. Mi ha posto in questo incarico per servire gli altri e per portare i pesi degli altri. Infatti l'apostolo afferma: «Portate gli uni i pesi degli altri e così osserverete la Legge di Cristo» (Gal 6,2). Lo stesso nostro Salvatore si degnò di agire come un giumento quando pose sulle sue spalle la pecora che si era smarrita e la riportò al pascolo.
Sarò sempre con te. Si trova sempre con Dio e, sebbene viva in questo mondo, non si allontana dalla fede e dal suo amore.
Mi hai preso per la mano destra, mi hai condotto nella tua volontà e mi hai collocato nella gloria. Che cosa è questa mano destra, con la quale la Chiesa è tenuta e guidata finché non entri nella gloria? La destra corrisponde alla nostra buona intenzione; la sinistra invece corrisponde alla cattiva intenzione. Perciò il Signore dice nel Vangelo: «Non sappia la sinistra ciò che fa la tua destra (Mt 5,6). Chi fa l'elemosina, la può fare con la destra oppure con la sinistra. Adopera la destra chi la fa con retta intenzione e la offre di nascosto per essere visto soltanto da Dio. Adopera la sinistra  chi la offre con cattiva intenzione, per vanagloria, per essere visto dagli uomini. Parlando di costoro, il signore dichiara: hanno già ricevuto la loro ricompensa. La Chiesa usa la destra e non la sinistra e per ciò viene tenuta dal Signore con la mano destra, viene condotta da lui e portata nella gloria. Soltanto un profeta può parlare del futuro come se fosse già passato e tutto ciò che prevedono, sanno che avverrà in modo certo.
Che cosa mi rimane nel cielo e che cosa ho voluto sulla terra? Rimprovera se stesso perché vuole qualcosa nel mondo mentre gli era stata preparata tanta gloria nel cielo. Nessun bene del mondo può essere paragonato al possesso del cielo.
Vengono meno a mia carne e il mio cuore. Desidera i beni preparati in cielo per lui. Ormai il mio cuore e la mia carne si sono staccati dalla mia condizione attuale, non cercano più i beni della terra ma quelli del cielo. Per questo egli aggiunge: Dio è l'eredità del mio cuore, Dio è la mia eredità per sempre.
Ecco coloro che si allontanano da te, periranno. Potranno contemplare soltanto coloro che possiedono te come eredità e aderiscono a te; coloro e si allontanano da te, periranno senza alcun dubbio. Tu farai perire coloro che fornicano da te. Chi sono quelli che fornicano da te, se non coloro che si sono allontanati da te? Costoro cercano altri amanti con i quali si uniscono in modo illecito. Perciò è scritto: «Israele ha fornicato cercando le divinità delle genti» (Gc 8,7). È un grave peccato di fornicazione consentire al diavolo e avere figli da lui. Tutti i vizi e tutti i peccati sono progenie e discendenza del diavolo.
Per me è cosa buona aderire a Dio e porre la mia speranza in Dio. Sembra dire: non mi allontanerò da Dio, non fuggirò via da lui, non cercherò un altro amante, aderirò soltanto a lui, lo servirò, porrò ogni mia speranza in Dio e amerò lui solo.
Per annunciare tutte le tue lodi presso le porte della figlia di Sion. È la chiesa che qui si esprime ma egli parla della Chiesa come se parlasse di altri. Invece è lei la figlia le di Sion alla quale viene rivolto questo invito in un altro passo: «Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila figlia di Gerusalemme» (Zc 9,9). Se avesse detto: annuncerò le tue lodi alle mie porte, avrebbe parlato in modo chiaro. Tuttavia, come abbiamo detto spesso, questo molto di parlare si trova in modo frequente presso gli antichi. Un esempio: «Dio dà al re il tuo giudizio». Qui parla come ci si aspetta. In seguito però dice: «Dona al figlio del re la tua giustizia», mentre avrebbe dovuto dire: al figlio tuo, non al figlio del re.
Le porte stanno a significare le orecchie. Sono esse ad ascoltare e ricevere le lodi di Dio e quindi per mezzo di esse vengono annunciate le lodi di Dio.

Salmo 73

Sapienza di Asaph.
Asaph, come ho detto in precedenza, significa riunione ed è la Sinagoga a parlare in questo salmo; si lamenta e piange la distruzione di Gerusalemme che avvenne al tempo di Nabucodonosor.
Perché Signore ci hai respinto fino in fondo? Molte volte, sembra dire, ci ha respinti e ci hai afflitti a causa dei nostri peccati, ma non ci avevi mai rifiutati fino a questa misura.  Respingere fino in fondo significa rifiutare del tutto e per sempre. Divampa il tuo furore contro le pecore del tuo gregge. Perché ti sei adirato? Contro chi manifesti un'indignazione e un risentimento così profondi? Apparteniamo al tuo gregge, siamo poveri, incapaci e senza forza e, privi del tuo soccorso non possiamo resistere ad una tale manifestazione di potenza.
Ricordati del tuo popolo che hai creato fin dal principio. All'inizio il Signore ha creato noi insieme a tutti gli altri popoli. Sebbene con la parola principio possa alludere al tempi di Abramo perché il popolo dei giudei ha ricevuto da lui la fede e la circoncisione, per poter essere realmente popolo di Dio.
Hai redento il bastone della tua eredità. Per bastone intende parlare dello scettro e della educazione ricevuta. L'eredità poi non consiste forse nell'appartenenza allo stesso popolo dei Giudei? Qui troviamo lo stesso discorso che leggiamo nel profeta: «Non rallegrarti o Filistea perché è stato spezzato il bastone di chi ti percuoteva» (Is 14,29). E in un altro passo leggiamo: «Guai a te Assiria, bastone del mio furore» (Is 10,5). Un tempo quel popolo fu come un bastone nella mano di Dio perché per mezzo di esso colpì e castigò tutti i popoli all'intorno. In seguito Dio volle liberare questo popolo più volte; la prima  volta dalla schiavitù dell'Egitto e in seguito da molte altre angustie.
Il monte di Sion sul quale tu abiti. Questa, dicono, è la tua eredità, il monte di Sion sul quale ha promesso di abitare. Lo dichiara il passo: «Venne la pace in quel luogo e sulla sua abitazione in Sion» (Sal 85,3). L'espressione in idipsum si può interpretare in questo modo: abiti in esso nello stesso tempo, nello stesso luogo e insieme a tutti gli altri che si trovano con lui e così, per questa ragione, tu sia vincolato a difendere sia il luogo, sia il popolo.
Alza la tua mano contro la loro superbia sino alla fine. Qui la parola fine deve essere interpretata come sopra: ci hai respinti fino alla fine.
Quanti danni il tuo nemico ha provocato nel tuo santuario e si sono vantati i tuoi odiatori nel tuo luogo di santità. A quel tempo molti santi e molti uomini retti furono condotti in schiavitù, sebbene fossero molto pochi rispetto ai malvagi. In che modo poi infierirono contro i santi e in che modo si inorgoglirono nel santuario, lo espone la strofa che segue.
Hanno posto le loro insegne come insegne. Parla di due volte di insegne, e questo particolare dimostra la profondità del dolore. Hanno posto le loro insegne come insegne. Dove le collocarono? Sulla sommità. Anche oggi i vincitori fanno la stessa cosa: dopo aver conquistato una città, pongono le loro insegne sulla sommità, vale a dire sulle torri e sui luoghi più elevati. Questo gesto rivela la loro potenza e diventa chiaramente una minaccia per la città conquistata.
Non conobbero ciò che avvenne nella via. Si riferisce a quella via che il Signore aprì nel Mar Rosso, nella quale morì il Faraone con tutto il suo esercito mentre con grande stoltezza inseguiva su di essa il popolo di Dio. Tuttavia conobbero. Che cosa conobbero? L'onnipotenza di Dio e la loro inconsistenza. I Caldei non conobbero nulla di tutto questo, non videro alcun prodigio ma, agendo con arroganza e con sicurezza, compirono ciò che vollero fare.
Come in una foresta con accette hanno spaccato le sue porte, tutti insieme, le hanno fracassate con l'ascia e con la scure. Dicendo queste cose mostra che si sono comportati nei confronti del santuario con grande audacia e senza alcun rispetto; demolivano i penetrali dello stesso tempio con accette e altri strumenti, come se fossero alberi. Aggiungendo come precisazione il termine in idipsum mostra che  in questa azione tanto sacrilega, agirono tutti insieme, in un unico intento.
Hanno incendiato con il fuoco il tuo santuario, hanno profanato in terra la dimora del tuo nome. Tutto questo è stato fatto in senso letterale anche se da questi fatti possiamo cogliere un significato spirituale.
Hanno detto nel loro cuore, ossia tutta la loro stirpe: venite e eliminiamo dalla terra tutte le feste del Signore. Pensarono tutti lo stesso disegno ed operarono tutti con una sola volontà: distruggere tutto affinché non potessero più svolgersi giorni di solennità e di festa.
Non vediamo più le nostre insegne. Non ci accade più, come succedeva nei tempi antichi, quando in queste circostanze eravamo soliti vedere dei segni. Non c'è nemmeno un profeta tra di noi che possa comunicarci una verità. In quel luogo c'era stato Geremia, il quale fu calato in una cisterna perché aveva annunciato a loro la verità.Da parte nostra non sappiamo neppure fino a quando tutto questo durerà. Gli uomini nel dolore si esprimono in questo modo, quando sono sorpresi da qualche calamità e, quasi cadendo in disperazione, pensano forse di essere stati abbandonati dal Signore.
Fino a quando, o Dio, insulterà il nemico? L'avversario disprezzerà il tuo nome? Fino alla fine? Se parlano di fine fanno capire che quelli hanno pronunciato contro il Signore molte e gravi bestemmie. Non si può pensare che abbiano misurato le parole coloro che avevano osato compiere azioni del genere.
Perché distogli da noi il tuo volto? Perché non guardi alla grande afflizione del tuo popolo? Perché trattieni la destra nel tuo seno fino alla fine? Seno di Dio fu quella città, nella quale, prima di offendere Dio, erano contenuti, nascosti nella legge e i nei profeti, tesori di sapienza e di scienza. Là si manifestarono la destra di Dio e una potenza e una forza così grandi, da vincere tutti i nemici all'intorno.
Dio che è nostro re prima dei secoli ha operato la salvezza nella nostra terra. Fino a questo punto hanno parlato la sinagoga e il popolo dei Giudei piangendo sulle loro afflizioni e sulle loro sventure. Da ora in avanti parla la Chiesa ed esulta per la sua felicità. Dio, dice, colui che era il nostro re e particolarmente il nostro, quale Dio di tutti, prima dei secoli ha operato la salvezza nei giorni nostri al centro della nostra terra. Che cosa significa al centro della nostra terra? [Formuliamo diverse applicazioni:] nella città di Gerusalemme che è situata in mezzo alle genti; oppure al centro della terra, nell'utero di una vergine [quando s'incarnò]; oppure al centro della terra, per aver rivestito la nostra umanità; oppure ha operato la salvezza al centro della terra, perché volle che questa salvezza fosse destinata non ad un'unica nazione ma fosse estesa a tutte le genti. Ora il salmista si rivolge al Salvatore e parla con lui esprimendogli le parole che troveremo in seguito.
Tu hai consolidato il mare con la tua forza. È quel mare di cui si dice in un altro salmo: ecco il mare vasto e spazioso, che sta a indicare il mondo intero. Il Signore ha consolidato il mondo con la sua forza, perché non sia soggetto a sommovimenti come lo era un tempo ma rimanga sempre nella sua tranquillità. Godendo nel Signore e andando verso il Signore, possa essere da lui plasmato e diventi vivibile. Il termine mare deriva da amarezza ma la grazia dello spirito Santo lo ha consolidato e ben connesso, e  ha cambiato tutta l'amarezza in dolcezza.
Tu hai spezzato le teste dei draghi sulle acque. Le teste dei draghi sono i vizi e i peccati; se questi vengono tagliati, gli spiriti maligni, rappresentati nei draghi, non possono più fare nulla come se fossero stati uccisi e decollati. Sono queste le teste che il Signore ha spezzato sulle acque quando nel battesimo ha distrutto tutti i vizi e i peccati.
Tu hai spezzato le teste del grande drago. Questo drago corrisponde a quel soggetto che nel paradiso parlò con la donna, la sedusse, la spinse a mangiare dall'albero proibito. A causa di questo fatto, il peccato entrò nel mondo e, mediante il peccato, entrò la morte perché «per l'invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo» (Sap 2, 24). Cristo tuttavia ha spezzato con la sua morte e ha distrutto con il suo sangue la testa di questo grande drago, il quale significa il peccato originale. Il grande drago ebbe una grande testa e questa fu spezzata da un grande martello.
Lo hai dato in pasto al popolo degli etiopi. Volle che proprio costoro potessero divorarlo, mentre prima venivano da lui divorati. Divorare qui significa vincere. Negli etiopi, che sono neri per natura, sono simboleggiati i peccatori i quali, rigenerati nell'acqua del battesimo, sono diventati più bianchi della neve.
Tu hai aperto fonti e torrenti. Per fonti e torrenti si intendono i volumi della legge e dei profeti di entrambi i testamenti, i quali prima erano stati chiusi e otturati. Il signore altri Le loro vene e spezzò i sigilli durissimi con i quali erano stati chiusi e lasciò emanare da essi 1 grande abbondanza di acque. Da qui deriva ciò che viene annunciato dall'apostolo Giovanni quando vide un libro chiuso con sette sigilli. Si mise a piangere a dirotto perché non si trovò nessuno che fosse in grado di aprire quei libri. Ma gli detto: non piangere, ecco ha vinto il Leone della tribù di Giuda, la radice di Davide, per aprire il libro e sciogliere i suoi sette sigilli (Ap 5,5). Aprire il libro corrisponde a ciò che viene detto qui: hai aperto fonti e torrenti, hai disseccato i torrenti di Ethan. Ethan significa uomo forte; è un'immagine del diavolo, circa il quale il Signore dice nel Vangelo: «Quando un uomo forte e armato custodisce la sua casa, tutto ciò che possiede si trova al sicuro» (Lc 11,21). Quali sono i suoi torrenti se non i libri tutti degli eretici e degli insegnamenti dell'iniquità? Il Signore ha inaridito questi torrenti perché ha distrutto tutte le eresie nei diversi concili, per mezzo dell'insegnamento dei dottori. È molto giusto che a inaridire i torrenti di Ethan fosse colui che ha aperto le sorgenti e torrenti della Chiesa.
Tuo giorno e tua è la notte. Si legge nella Genesi che il Signore ha separato la luce dalle tenebre e ha chiamato il giorno luce e la notte e tenebre (Gn 1,5). Fece allora due grandi luminari, il sole e la luna. Il luminare più grande per presiedere il giorno e il luminare più piccolo per presiedere la notte (cf Gen 1,16). Il giorno è simbolo dei cristiani e la notte dei Giudei. Il lampadario più grande governa il giorno e quello più piccolo governa la notte. Il lampadario più grande rappresenta il nuovo testamento il quale, possedendo 1 chiarezza di dottrina paragonabile al sole, ha illuminato il mondo intero. Invece il lampadario più piccolo, rappresenta l'antico testamento il quale, nel corso della notte, sopra i Giudei impallidisce e emana poca luce. Perciò l'apostolo dice: (2 Cor 3,10). Lo splendore del Nuovo Testamento è così intenso che quello del Vecchio Testamento, al suo confronto, sembra una tenebra. Entrambi i testamenti formano 1 unità e tutti e 2 sono chiari e splendenti se vengono interpretati in senso spirituale. Che significa la frase tuo è il giorno e tua è la notte? Vale a dire: cristiani e Giudei, vedenti e cechi, buoni e cattivi, appartengono tutti a te perché tu li ha creati e giudicherai i loro come un giudizio retto.
Tu hai creato il sole e la luna. Ho già spiegato poco che cosa si deve interpretare per sole e per luna. Quanto sono miseri i manichei i quali pensano che il Dio del Nuovo testamento sia diverso da quello del Vecchio Testamento. Ecco in questo passo il nostro Salvatore dichiara di aver creato l'uno e l'altro Testamento.
Tu hai fissato i confini della terra, l'estate e l'inverno tu li hai ordinati. Non c'è nulla che Cristo non abbia creato perché  Egli è Colui per mezzo del quale tutto è stato fatto e senza di lui non è stato fatto nulla. è piaciuto tuttavia alla Chiesa e al salmista enumerare queste creature ad una ad una, affinché, dopo aver richiamato queste opere create, venisse esaltata la sua potenza. Possiamo tuttavia nell'estate e nella primavera vedere gli uomini perfetti e quelli ancora imperfetti: alcuni sono infiammati del fuoco dello spirito Santo in modo molto fervente gli altri invece si stanno ancora avvicinando al fuoco e però ormai sono vicini ad esso.
Ricordati di questa tua creatura. Sembra parlare alla divinità e affida ad essa la natura umana che ha assunto. Il nostro Salvatore deve essere considerato vero Dio e vero uomo. Era molto giusto che colui che fino a questo punto aveva parlato dalla altezza potente della della sua divinità, dicesse qualcosa anche dal punto di vista della sua umanità, anche per eliminare ogni pretesto agli eretici, a quelli che lo riconoscono soltanto come Dio ma non credono alla sua umanità.
Il nemico ha insultato Dio e un popolo stolto ha insultato il suo nome. Ricordati di questa tua creatura. Il diavolo infatti, nemico dell'umanità, e insieme con lui il popolo insipiente de Giudei, lo osteggia grandemente. Per i profeti è normale pensare il futuro come passato ed hanno previsto che costoro avrebbero suscitato molta opposizione al Signore contrastando il suo Vangelo. Il diavolo stesso si avvicinò a lui per è tentarlo e lo invitò ad adorarlo.
Non consegnare agli animali selvaggi le anime di coloro che confidano in te e non dimenticare per sempre le anime dei tuoi poveri. Ora prega per tutti coloro che, dopo la passione di Cristo, vedono sollevarsi contro di loro tutte le bestie selvagge. Le bestie rappresentano gli spiriti del male, gli eretici e i tiranni. Riferendosi a loro l'apostolo dice: «Che cosa giova che ad Efeso abbia combattuto contro le belve, se i morti non risorgono?» (1 Cor 15,32). Davvero tutti costoro sono paragonabili ad animali selvaggi perché non cercano soltanto di far perire il corpo ma anche di rovinare le anime. Che cosa significhi fino in fondo, lo abbiamo già spiegato.
Guarda la tua alleanza perché sono pieni, perché le terre si sono oscurate delle case di malvagità. Presta attenzione alla tua alleanza, cioè alla tua Chiesa, come dobbiamo interpretare, perché ha meritato di ricevere lo stesso testamento e a motivo di questo fatto soffre molteplici tribolazioni. È molto necessario che tu la soccorra. Perché? Perché sono pieni, perché le terre si sono oscurate delle case di malvagità. Non bastò a loro di essere pieni di malvagità, ma vollero accogliere in se stessi le dimore dell'iniquità. Dimore di iniquità sono gli spiriti del male perché sono colmi di malizia e di malvagità. Questi uomini sono colmi di queste dimore di malizia, parlo di coloro, come i Giudei e gli eretici e tanti altri uomini iniqui, che si trovano immersi nel buio di questo mondo. Ottenebrati dalla caligine dell'errore di questo mondo e diventati ciechi, non sono più in grado di vedere la luce della verità. Guarda perciò il tuo Testamento perché tutti costoro cercano di tutte le maniere di annientarlo e di distruggerlo.
L'umile non torni confuso. L'umile rappresenta qualsiasi fedele. Questi, se non fosse in grado di difendere il testamento a lui affidato, si darebbe alla fuga e verrebbe travolto. Questo fatto grave, mi auguro che non accada, provocherebbe una grande confusione per lui.
Il povero e il misero loderanno tuo nome. Rappresentano sempre la stessa persona umile. È povera perché non possiede nulla; è misera perché, sebbene non possieda alcun bene, si trova sempre nella necessità, per natura.
Sorgi Signore, difendi la tua causa. Vieni, dice, o Dio, in aiuto  ai tuoi servi e tu stesso difendi la tua causa perché uomini maliziosi cercano di distruggerli con argomenti. Ricordati dei tuoi oltraggi, di quelli che ti sono rivolti dall'insipiente tutto il giorno. Quante cattive parole e quanti insulti Giudei ed eretici rivolgono al Cristo, purché si trovino in una situazione in cui sia loro possibile osare ciò!
Non trascurare la supplica di coloro che ti cercano. Non dimenticare, dice, le suppliche dei fedeli che ti ricercano, ma esaudiscile e liberali da ogni sofferenza, perché ne sono degni. Allo stesso modo tieni sempre presente l'orgoglio  di quelli; continua a ricordarlo e sempre sii pronto ad intervenire con giustizia; non dimenticarti mai della sofferenza in cui si trovano i fedeli.

Salmo 74

Per il fine. Non corrompere. Salmo del cantico di Asaph.
Questo salmo si riferisce al compimento, cioè a Cristo; l'invito non corrompere può essere interpretato in vari modi. Ad esempio: non falsificare l'iscrizione del titolo; non falsificare nessun testo biblico, come facevano i Giudei. Non corrompere la tua stessa persona compiendo azioni illecite. La buona sinagoga è questa che ora loda Dio e celebra le sue azioni mirabili.
Ti loderemo, signore, ti loderemo e invocheremo il tuo nome. La sinagoga si ripromette di lodare il nostro Salvatore e di celebrare le sue azioni mirabili, in modo universale per mezzo di tutti ed anche in modo particolare, in ogni persona. Avviene ciò che è accaduto anche nel passato, quando si legge che il popolo ha detto a Mosè: «Tutto ciò che il Signore ci ha comandato, noi lo faremo» (Es 19,8). Tuttavia non obbedirono affatto. I fedeli che si ripromettono di fare questo, non sembrano mostrare diffidenza, ma esortano gli altri in base alla loro intenzione e da parte loro desiderano che anche tutti gli altri facciano la stessa cosa. Mostravano buona intenzione anche coloro che acclamavano: «Osanna al figlio di Davide, Benedetto colui che viene nel nome del Signore, re di Israele, osanna nell'alto» (Mt 21,9). Desideravano che anche altri lo lodassero e lo benedicessero. Ora esaminiamo i versetti e seguono.
Quando giungerà il tempo opportuno, io giudicherò con giustizia. Sono parole del nostro Salvatore che risponde alle richieste che gli sono state rivolte poco fa. Da parte mia, dice, quando farò venire il tempo predisposto giudicherò con giustizia e darò a ciascuno secondo i propri meriti; i fedeli che confidano in me, invocano il mio nome e annunciano le mie meraviglie, li ricompenserò con premi adeguati. Lo farà nel momento del giudizio quando buoni e cattivi staranno davanti al tribunale di Cristo. Là ci sarà Asaph, là ci sarà tutta la sinagoga e là si separeranno, da una parte staranno quelli che hanno confessato e lodato Cristo e dall'altra quelli che lo hanno negato.
La terra si è liquefatta e tutti i suoi abitanti. Questo annuncio, ossia che tutta la terra e tutti i suoi abitanti saranno come resi liquidi, significa che appariranno senza alcuna forza e potenza, senza alcuna consistenza e bellezza.
Io tengo salde le sue colonne. Il Signore consolidava queste colonne quando diceva: «Non abbiate paura di coloro che uccidono il corpo ma non possono uccidere l'anima» (Mt 10,28). E altrove: «Siate forti nella battaglia nella quale dovete combattere contro l'antico serpente» (2 Re 10,12). Ancora: «Io vi darò lingua e sapienza alle quali non potranno resistere i vostri avversari» (Lc 21,15). Queste colonne sono state rafforzate in modo così solido da poter portare e sostenere tutta la terra ma tuttavia sono molti coloro che non vogliono farsi sostenere da esse.
Ho detto agli empi: non agite in modo iniquo e ai malvagi ho detto: non alzate la testa. Il Signore ha ripetuto quest'ordine nella Legge, nei profeti, soprattutto in Isaia, in Geremia, in Ezechiele, nei salmi e in tutti gli scritti dei due Testamenti. Lo ha ripetuto di nuovo per mezzo degli apostoli; insiste ogni giorno per mezzo dei vescovi e dei sacerdoti; ciò nonostante i malvagi non smettono di compiere il male e gli iniqui di alzare la loro testa (corno). La testa (corno) degli equivale a tutta la loro forza e potenza.
Non alzate in alto la vostra testa. Poi spiega l'espressione usata: non dite cose inique contro Dio. Dicono cose inique contro Dio, gli uomini che, mettendo in dubbio la sua divinità, introducono insegnamenti perversi. E ciò che ha fatto Ario, ciò che hanno fatto i Manichei e molti altri figli di perdizione. Del resto anche i Giudei hanno pronunciato iniquità contro Dio quando gridarono, riferendosi a Cristo: crocifiggilo!
Non in oriente, non in occidente, non nel deserto e neppure nelle montagne esiste per voi, come sottintende, una via di fuga. Ha menzionato tutti i confini del mondo perché esso viene designato dai monti deserti e inabitabili, dalla regione del sud e del Nord. Nessuno può sfuggire al giudizio di Dio. Riferendosi a Lui dichiara subito dopo: Dio è giudice. In che modo esercita il giudizio? Umilia l'uno ed esalta l'altro. Depone i potenti dal trono e innalza gli uomini; umilia coloro che giustamente meritano d'essere umiliati ed esalta coloro che giustamente meritano d'essere onorati. Egli può umiliare e esaltare. Nessun uomo detiene un simile potere. Per questo aggiunge:
Nella mano del Signore c'é un calice di vino puro, pieno di mistura e l'ha versato dall'una e dall'altra parte ma la sua feccia non è stata svuotata. Il calice nella mano del Signore rappresenta il contenuto della sua retribuzione. Giustamente dice che si trova nella mano del Signore perché è nella sua facoltà e nel suo potere dare a ciascuno secondo le sue opere. In questo calice c'è un vino schietto e puro ma anche un vino mescolato con la sua feccia. Alcuni uomini bevono vino puro, altri invece quello misto ed altri ancora soltanto la feccia. Bevono il vino puro coloro che lasciano questa vita senza meritare alcuna punizione. I peccatori, invece, che accolgono volentieri la penitenza, bevono il vino mescolato. Sta scritto infatti: «Il peccatore, in qualsiasi momento si sarà convertito e si sarà pentito, potrà vivere e non morirà» (33,11). Costoro infatti, come insegna l'apostolo, saranno salvati ma come se passassero attraverso un fuoco. Salvarsi attraverso un fuoco è la stessa cosa che bere vino mescolato. Assorbono invece soltanto feccia quei peccatori che perseverano nella loro malvagità senza mai pentirsi. L'apostolo ne parla in questi termini:  «Secondo la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli per te castighi nel giorno dell'ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio che darà a ciascuno a seconda delle sue opere» (Rm 2,5). Le parole che egli ha aggiunto in seguito, - lo verserà da una parte all'altra -, rivelano la grande misericordia del Signore. Egli aggiunge vino puro a quello mescolato affinché coloro che lo devono bere non vengano meno e riescano a sopportare la pena assunta come penitenza. La feccia invece rimane sempre integra. I condannati che la devono sorbire, infatti, sono molto di più di tutti quelli che invece attingono vino puro o mescolato. Per questo aggiunge quest'altro discorso:
Ne berranno tutti i peccatori della terra. Si riferisce alla feccia che rimane sempre abbondante e non diminuisce per nulla; ma mediante questa immagine comprendiamo come la pena dei malvagi non preveda alcuna soluzione. In questo versetto leggiamo anche l'aggiunta da esso ossia dal calice. A questo calice, infatti, i peccatori che continueranno ad essere tali, come ho detto sopra, berranno soltanto feccia.
Da parte mia esulterò per sempre e canterò al Dio di Giacobbe. Sembra dire: i dannati che berranno ogni giorno, senza mai smettere, la feccia di tutti i loro tormenti, non potranno né godere né cantare. Ma io, insieme a tutti i miei fedeli per sempre esulterò e canterò al Dio di Giacobbe e li inebrierò con la dolcezza che contiene una soavità ineffabile. Un altro passo richiama lo stesso evento: «S'inebrieranno all'abbondanza della tua casa e attingeranno al torrente della tua delizia» (Sal 35,7).
Infrangerò tutti i corni dei peccatori e esulteranno tutti i corni dei giusti. Ho già detto che il corno rappresenta la potenza e la forza. Allora gli uomini buoni saranno anche potenti e forti; al contrario, i malvagi saranno miseri e infelici.

Salmo 75

Per il compimento. Nelle lodi. Salmo di Asaph. Cantico contro gli Assiri.
Nella Bibbia si legge che quando Sennacherib, re dell'Assiria, cinse d'assedio Gerusalemme, un angelo del Signore in una sola notte, percosse centoottantacinquemila guerrieri Assiri. Asaph canta questo cantico sopra gli Assiri, ossia contro di loro, e vuole celebrare questa vittoria strepitosa. Il termine iniziale per il compimento significa che questi eventi accaduti in modo storico possiedono un ulteriore riferimento spirituale a ciò che  ora avviene nella Chiesa.
Dio è conosciuto in Giuda, in Israele è grande il suo nome. Tutto il mondo era nell'errore e serviva gli idoli mentre la sola Giudea possedeva la conoscenza del vero Dio. Perciò giustamente in questo passo si dice: Dio è conosciuto in Giuda, in Israele è grande il suo nome. Giuda significa confessione, mentre Israele l'uomo che vede Dio. Giuda rappresenta la Chiesa perché essa, formata da tutte le genti, è l'unica a confessare e lodare Dio. Israele invece rappresenta il popolo cristiano il quale conosce e adora l'unico vero Dio.
Divenne un luogo di pace e la sua abitazione fu in Sion. Gerusalemme significa visione di pace e ed è quel luogo del quale ora si dice: divenne un luogo di pace perché lì fu costruito il tempio da parte di Salomone. Sion è ben distinta da Gerusalemme perché Gerusalemme corrisponde a tutta la città, mentre Sion è soltanto il nome della rocca fortificata. A suo riguardo si legge: «Davide cominciò a costruire la fortificazione di Sion» (1 Par 11,5). L'una e l'altra sono una prefigurazione della Chiesa nella quale il nostro Salvatore è stato stabilito da Dio come re e sacerdote: «Io sono stato costituito da lui come re sopra il Sion, mio monte santo, per annunciare il decreto del Signore» (Sal 2,6).
Là spezzò il corno, l'arco, lo scudo, la spada e la guerra. Se stiamo al significato letterale il salmista si riferisce al fatto a cui ho accennato poco fa, quando l'angelo del Signore e fece morire 185 mila soldati di Sennacherib. A motivo di ciò, tutto il loro impeto di guerra si dissolse e cessò. Lo stesso fatto avviene ogni giorno nella Chiesa: tutte le armi dell'astuzia del diavolo e tutta la sua guerra ogni giorno vengono rintuzzate e sbaragliate da parte di molti fedeli. Le corna del diavolo sono coloro che chiamano altre persone [a fare il male] e li esortano alla battaglia. L'arco rappresenta invece gli eretici e gli ingannatori i quali, in segreto, prendono di mira gli onesti e li colpiscono. Gli scudi sono un'immagine delle loro argomentazioni o di tutte le altre sottigliezze con le quali si difendono dalla verità. Nella spada vediamo raffigurati gli uomini che aggrediscono la chiesa con una persecuzione palese.
La illumini in modo mirabile. Tu, dice, illumini la Chiesa in modo mirabile e hai spezzato in essa tutte quelle armi di cui abbiamo parlato. È degna di meraviglia l'illuminazione che è operata dallo Spirito Santo. Lo è sperimentarono gli apostoli i quali all'improvviso divennero tali che neppure i filosofi furono in grado di opporsi a loro. Perciò il Signore stesso dice: «Vi darò lingua e sapienza alla quale tutti i vostri avversari non potranno porre resistenza e contraddire» (Lc 21,15).
Dai monti eterni rimasero turbati tutti gli insipienti di cuore. I mondi eterni sono gli apostoli e i dottori. I filosofi, gli eretici e tutti gli altri sapienti nell'eloquenza e nella abilità di parola, vennero confusi da loro. Gli uomini che sono insipienti nel loro cuore non furono capaci di opporsi con ragionamenti alla loro sapienza.
Tutti gli uomini che tenevano nelle mani grandi ricchezze dormirono sprofondati nel sonno e non trovarono più nulla. Da che cosa è stato provocato questo sonno così profondo? A motivo della tua ira, Dio di Giacobbe, caddero nel sonno coloro che montavano su cavalli. Se pensiamo che [questo discorso] si riferisca all'episodio della Siria, è chiaro che all'improvviso gli assiri persero se stessi e tutte le loro cose; caduti in un sonno molto profondo non furono in grado di attivare alcuna vigilanza. Costoro tuttavia sono una prefigurazione di altri. Ricordano coloro che, in modo simile, perseguitano il popolo di Dio e la santa Chiesa. Ogni giorno dormono e muoiono, perdono se stessi e tutti i loro beni e non trovano più le loro ricchezze. Ciò accade a motivo del rimprovero di Dio il quale nel Vangelo di continuo si rivolge ad ognuno di loro: «Stolto, questa notte ti sarà portata via la tua anima e ciò che hai accumulato, di chi sarà?» (Lc 12,10). I cavalli raffigurano tutte le ricchezze con le quali gli uomini diventano più potenti e più forti. Diciamo comunemente che qualcuno siede sopra un buon cavallo, quando lo vediamo trarre vantaggio dalla ricchezza o dall'onore o da qualche altra grandezza.
Tu sei terribile e chi può resistere a te quando si scatena la tua ira? Ecco perché coloro che montano su cavalli dormirono colpiti dalla tua ira, perché tu sei terribile e nessuno può opporsi al tuo volere quando si scatena il tuo sdegno. Quando ha detto da allora, lo ha spiegato poi riferendosi allo scoppio della tua ira. Non appena egli si sdegna, avviene necessariamente che quelli contro i quali è adirato, siano vinti e cadano. Per questo aggiunge.
Dal cielo hai emesso la sentenza e subito la terra ha tremato ed è rimasta quieta. Non appena in cielo è stata pronunciata la sentenza e la decisione è stata formulata dal tuo trono, subito avviene ciò avevi deciso. Gli Assiri se ne stavano tranquilli e non avevano alcuna paura ma non appena in cielo fu pronunciata la sentenza, subito furono uccisi dall'angelo. È questo il significato della frase: la terra ha tremato ed è rimasta quieta. Chiama terra gli uomini che ad un tratto ebbero paura e rimasero come immobilizzati. In quella circostanza si verificò una strage così vasta che essi a malapena furono in grado di provare paura e di dolersi. Faraone visse la medesima esperienza. Mentre con arroganza seguiva il popolo di Dio in mezzo al mare Rosso, fu formulato un giudizio nel cielo e subito costui sprofondò nelle acque profonde con tutto il suo esercito. Chi è disposto a cercare, troverà molti altri fatti simili nelle divine Scritture.
Mentre Dio sorgeva in giudizio per salvare degli uomini della terra. Allora, dice, Dio fece contro gli assiri  quelle opere che ho appena riferito, quando si alzò per giudicare coloro che aveva sopportato a lungo a motivo del loro orgoglio. Si alzò poi per salvare tutti gli umili della terra, e noi pensiamo a coloro che erano stati imprigionati in Gerusalemme. Fu rinchiuso allora il profeta Isaia, il re Ezechia e molti altri uomini religiosi. Ascoltiamo infatti l'apostolo dice: «Tutte queste cose accaddero a loro in figura e furono scritte per la nostra istruzione» (1 Cor 10,11). I peccatori si pentano e non ritardino la loro conversione prima che dal cielo sia formulato il giudizio perché la scure è già posta alla radice degli alberi. Godano i poveri della terra perché ogni giorno il Signore sorge proprio a questo scopo, per salvare tutti gli umili della terra. A loro riguardo si dice:
Il pensiero dell'uomo ti glorificherà. Per questo, dice, il Signore salva gli umili della terra perché il pensiero dell'umile lo loda e lo celebra. In un altro passo si legge: «Su chi riposerà il mio spirito, se non sull'uomo umile e quieto e su chi teme la mia parola?» (Is 66, 2).
Il fondo del suo intimo ti farà festa. Il fondo dell'intimo può corrispondere ai buoni pensieri che si susseguono senza interruzione ad altri buoni pensieri. Questi costituiscono un giorno di festa per il Signore perché senza di loro nessuna celebrazione festiva è gradita a Dio. E da pensieri buoni scaturiscono opere buone, come, al contrario, da pensieri cattivi scaturiscono opere cattive.
Fate voti al Signore Dio vostro e adempitili, voi che portare doni stando attorno a lui. Voi, dice, che state sicuri nella città e abitate vicino al tempio, voi che non dubitate della presenza [di Dio] in esso e che ogni giorno offrite a lui sacrifici e doni, allo scopo di renderlo propizio e disponibile, fate voti al Signore Dio vostro e compiteli. Se qualcuno vive nel peccato, lo abbandoni e prometta di fare il bene del futuro. Potete avere ancora tra voi il grande profeta Isaia; ascoltatelo allora quando dice: «Cessate di fare del male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, giudicate a favore dell'orfano e difendete la vedova» (Is 1,17).
Terribile è il Signore che toglie il respiro agli utenti ed è terribile per il re della terra. Fate voti, dice, al Signore Dio vostro, al Signore forte e terribile il quale all'improvviso può far mancare il respiro ai potenti e che è tanto terribile [nel colpire] i re della terra. È cosa certa che nell'esercito degli Assiri c'erano molti re e principi e che costoro morirono insieme agli altri. Questo fatto si è verificato in senso letterale ma per noi è facile ed opportuno ricavare da esso una comprensione spirituale. Non dobbiamo rimanere vincolati al senso immediato del titolo che lo presenta come un salmo scritto contro gli Assiri.

Salmo 76

Per il Compimento. Per Idithun. Salmo di Asaph.
Idithun significa colui che supera gli altri. I salmi che ricordano questo [personaggio] nel titolo sono adatti per gli uomini divenuti  ormai perfetti. Questo particolare l'ho già spiegato commentando altri salmi.
Con la mia voce ho gridato al Signore, con la mia voce [ho supplicato] Dio, ed egli mi ha prestato attenzione. Dice, con la mia voce, ossia con tutto me stesso, tramite la voce dell'uomo interiore. Ho gridato al Signore con la piena attenzione della mia mente; la mia voce giunse presso il Signore, fu ascoltata da lui. Lo attesta in altri passi: «Giunga il mio grido davanti a te ed entri nelle tue orecchie» (Sal 17,7). Il Signore mi ha prestato attenzione. Che cosa significa prestare attenzione se non che mi ha esaudito? Chi vuole essere esaudito, preghi in questa maniera.
Nel giorno della mia angoscia, ho cercato il Signore con le mie mani. Dichiara: nel giorno della mia angoscia ho cercato Signore, il quale è un aiuto nei momenti particolari, nelle tribolazioni. In che modo l'ho cercato? Con le mie mani. Dobbiamo cercare il Signore con le mani più ancora che con la bocca. Cercano il Signore con le mani i fedeli che compiono il bene e si sforzano così di avvicinarsi a lui.
Durante la notte sono rimasto davanti a lui e non sono rimasto deluso. Non rimangono delusi gli uomini che cercano il Signore lungo la notte, ossia che lo cercano nella sofferenza, perché il Signore è vicino a coloro che hanno il cuore addolorato (cf Sal 33,19). «Molte sono le sventure del giusto ma da tutte lo libera il Signore» (Sal 33,20). Anche il profeta dichiara di aver cercato Dio nel corso della notte: «A mezzanotte mi alzavo per celebrarti» (Sal 118,62). In un altro testo troviamo: «Durante le notti, alzate le vostre mani verso il santuario e benedite il Signore» (Sal 133,1).
Non ho voluto consolare la mia anima. Mettere mi trovavo nella sofferenza, ho incontrato molti consolatori ma la mia anima non ha voluto accogliere questo tipo di consolazione. Anche il beato Giobbe dice agli amici che lo confortavano: «Siete consolatori gravosi» (Gb 12,2). Allo stesso modo: «Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata perché non ci sono più» (Mt 2,18). Questa consolazione era soltanto un conforto carnale e per questo motivo quest'uomo santo non voleva accoglierla.
Mi sono ricordato di Dio e mi sono rallegrato. Dichiara, mi sono ricordato di Dio che ha annientato se stesso assumendo la condizione di servo (cf Fil 2,7) e che sopportò molte sofferenze per tutti noi uomini. Allora mi sono rallegrato nelle mie sofferenze. «Le sofferenze del tempo presente non sono paragonabili
alla gloria futura che sarà rivelata in noi» (Rm 8,18).
Fui messo alla prova e il mio spirito quasi venne meno. Anche l'apostolo ha fatto un'esperienza simile: «Non voglio che ignoriate, fratelli, la tribolazione che ci è capitata in Asia, perché siamo stati provati sopra ogni misura, al di sopra della nostra forza, al punto che eravamo stanchi di questa vita» (1 Cor 1,8). Il suo spirito venne meno perché era stanco rimanere in questo mondo. Allo stesso modo i santi martiri nel corso della loro lotta si esercitavano in molti modi e mentre il loro spirito veniva meno, desideravano abbandonare questa vita.
I miei occhi sono rimasti a vegliare. Non c'è da meravigliarsi se il giusto che viveva questa prova non poteva dormire, tanto più che il Signore dice: «Vegliate perché non conoscete né il giorno né l'ora» (Mt 25,13). Rimaneva sveglio e preferiva morire piuttosto che prolungare questa vita perché le sofferenze che sopportava erano più dure della morte. Per questo continua con questa espressione:
Sono rimasto turbato e non ho potuto parlare. Era impossibile che non rimanesse turbato colui che era circondato da sofferenze così numerose e così gravi. Questo fatto tuttavia mostra la sua grandezza: non si lamentò e sopportò con pazienza ogni dolore, seguendo l'esempio del nostro Salvatore, il quale «come un agnello fu condotto al macello e non aprì la sua bocca» (Is 53,7).
Pensai ai giorni antichi e ricordai gli anni eterni. Ho pensato ai tempi del passato e ho trovato che tutti coloro che vogliono vivere piamente in Cristo, necessariamente subiscono la persecuzione (cf 2 Tm 3,12) da parte dei malvagi e di uomini simili a loro. Accade questo ad Abele, ad Abramo, a Mosé a Davide e a molti altri santi.
Ricordai gli anni eterni. Ho riflettuto e ho visto che la gloria dei santi dura in eterno e che la punizione dei malvagi non cesserà mai. Tutti i giusti devono pensare in questo modo e consolarsi in questa maniera mentre si trovano nella sofferenza. Per questo prosegue nel discorso:
Durante la notte ho meditato nel mio cuore, mi sono esercitato e arieggiavo il mio spirito. Pensavo a queste cose nel corso della notte, riflettevo su questo nel mio cuore, mi esercitavo a lungo, riflettevo ripetutamente e il mio spirito si arieggiava in questa nobile riflessione. In modo molto appropriato ha detto che arieggiava il suo spirito perché, dal momento che si era riscaldato a causa della sua indignazione, attraverso questa meditazione, così consolante, gli dava refrigerio.
Ho pensato: forse Dio ci respingerà per sempre? E non continuerà più a compiacersi? Per sempre troncherà la sua misericordia? Dimenticherà Dio di avere pietà o tratterà nella sua ira le sue compassioni? Ecco l'uomo giusto che non ha voluto accogliere le consolazioni di altri, ora conforta se stesso e formulando questi interrogativi si conferma in quelle verità che sembra voler negare. È come se dicesse: gli stolti credono che Dio ci abbia rifiutati e che, essendosi adirato oltre misura, non vorrà più avere misericordia di noi. Non è questa la verità. Ben presto si mostrerà benevolo Colui che ora sembra implacabile. Non troncherà per sempre la sua misericordia, da questo momento fino alla futura generazione, come pensano costoro. Perciò così dichiara:
Ho detto: ora inizio. Che cosa significa questo inizio? Ora ho imparato e ho capito che mai Dio abbandona i suoi santi. Già nel passato si è saputo, così sembra dire, le cose che il Signore intendeva compiere nel futuro. Ciò corrisponde alle parole che pronuncia ora: questo è il cambiamento della destra dell'altissimo. Quale? Mi sono ricordato delle opere del Signore e mi sono ricordato di ciò che ha compiuto fin dall'inizio. Ho riflettuto su tutte le sue azioni e mi esercitavo facendo questa meditazione. La destra dell'altissimo rimane sempre se stessa. Dio agisce sempre in vista dello stesso scopo. Egli vuole cambiare l'uomo per ricondurlo dalla situazione iniziale a quella culminante e dalla condizione perfetta lo riporta come era all'origine è in questo modo si ricorda e ripete le sue opere meravigliose. Pensando a questi cambiamenti e riflettendo su questi fatti, i santi meditano sui premi riservati ai giusti e alla punizione dei malvagi. Mentre agiscono in questo modo, Dio li conforta in modo valido. Osserva come egli unisca il passato con il futuro. Mi sono ricordato dice e mi ricorderò. Bisogna sempre ricordare le opere mirabili di Dio, bisogna meditarle sempre; dobbiamo sempre esercitarci nel compiere la sua legge e le sue prescrizioni.
O Dio nella Santità è la tua via: quale Dio è grande come il nostro Dio? Tu sei il Dio che compie meraviglie. Ora comincia a raccontare le azioni mirabili di Dio come aveva promesso di fare quando diceva: mi ricorderò delle tue opere mirabili fin dall'inizio. Ogni via di Dio è nella santità perché egli non può uscire dalla sua santità. Parlando della sua Santità possiamo pensare allo stesso Figlio di Dio il quale ha affermato riguardo a se stesso: «Io sono la via, la verità, e la vita» (Gv 14,6). In lui troviamo la Via di Dio perché «per mezzo di lui tutto è stato fatto e senza di lui non è stato fatto nulla» (Gv 1,3).
Quale Dio è grande come il nostro Dio? Tutti gli dei nelle nazioni sono demoni ma il Signore ha creato i cieli. Soltanto lui può fare cose grandi, qualsiasi cosa compiano altri, se almeno sono buone le cose che fanno; nessuno agisce per se stesso ma per mezzo di lui.
Hai fatto conoscere alle nazioni la tua potenza. Di quale atto di potenza sta parlando? Hai liberato il tuo popolo con il tuo braccio, i figli di Israele e di Giuseppe. Si tratta di quella potenza con la quale il Signore ha liberato il suo popolo dalla schiavitù in Egitto. Questo fatto venne fatto conoscere a tutti i popoli e a tutte le nazioni perché era un'opera gloriosa e da ricordare per sempre. Ma non si deve lodare di meno l'altra opera che ha compiuto con il suo braccio, cioè per mezzo del Figlio suo, quando il Signore ha liberato tutta l'umanità dalla schiavitù del demonio. Quest'opera era prefigurata in quella e l'una e l'altra furono compiute con lo stesso braccio. L'espressione, figli di Israele e figli di Giuseppe, ne richiama una simile che troviamo nel Vangelo: «Andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro» (Mc 16,7). Infatti Pietro era uno dei discepoli come Giuseppe era uno dei figli di Israele. Sappiamo il motivo per il quale Pietro è stato chiamato con questo nome. Che cosa dobbiamo passare a proposito del nome Giuseppe? Tutti gli altri fratelli sono stati liberati a motivo della grazia di Dio mentre Giuseppe è stato liberato a motivo dei suoi meriti? Israele e Giuseppe sono due personaggi prefigurativi che alludono ai cristiani: costoro vedono e conoscono l'unico Dio e crescono nella fede e nella bontà del cuore. Israele significa infatti colui che vede Dio; Giuseppe significa aumento o crescita.
Ti videro le acque o Dio, ti videro le acque e temettero, furono turbati gli abissi. Questo versetto può essere inteso in senso letterale: i figli di Israele attraversarono il mare Rosso a piedi asciutti, mentre le acque si ritiravano; questo fatto da è ricordare tra i miracoli più grandi e gloriosi compiuti da Dio. Secondo il significato spirituale le molte acque indicano una moltitudine di nazioni poiché dopo che il Signore ha liberato suo popolo con il suo braccio, [molti popoli] si convertirono passando dall'infedeltà alla fede, credettero in lui, lo videro ed ebbero timore.
Furono turbati gli abissi. Gli abissi rappresentano gli uomini più potenti di questo mondo: nel mondo essi rappresentano quello che sono gli abissi in mezzo al mare. Perciò l'apostolo insegna: «Osservate, fratelli, la vostra vocazione, non ci sono tra voi molti potenti, non ci sono molti nobili, non ci sono molti sapienti ma Dio ha scelto ciò che il mondo considera stoltezza, per confondere la sapienza e ciò che è debolezza per distruggere chi è convinto di valere» (1 Cor 1, 26). Costoro rimasero turbati e con grande furore aggredirono i santi. Una schiera infinita di uomini iniqui e una moltitudine tumultuosa li hanno perseguitati. Sono menzionati dalla frase successiva: un forte suono di acque. C'è da meravigliarsi se dallo scuotimento di una massa di acqua esce come un boato? C'è da meravigliarsi se dalla crudeltà  di un popolo insipiente e privo di senno, costituito da ricchi e da potenti, si è levato un grido minaccioso contro i santi? Non furono i capi e i sacerdoti a fomentare quella moltitudine la quale, contro il Salvatore, gridò con una sola voce: crocifiggilo? In questo modo dal sommovimento dell'abisso esce il rumore di molte acque. Gli apostoli e i maestri tuttavia non rimasero in silenzio e non smisero di predicare il Cristo. Per questo afferma:
Le nubi emisero la loro voce, le tue frecce scoccarono, si udì una voce di tuono nel turbine. Le voci emesse dalle nubi sono più forti e più temibili delle voci delle acque; e le saette, che escono dalle nuvole, provocano un grande timore e terrore; soprattutto se il rumore di un grande tuono esce fuori da un turbine. La predicazione degli apostoli non avvenne in una sola parte del mondo ma si diffuse ovunque. Le nuvole rappresentano gli apostoli e i maestri che con la loro  irrigano e fecondano tutta la Chiesa. Le saette significano le loro sentenze con le quali mettono in fuga l'esercito dei vizi e degli spiriti di iniquità.
Apparvero i tuoi lampi nel mondo e la terra tremò. Questi lampi, che escono dalle nubi e dai tuoni, rappresentano i segni e i miracoli che gli apostoli compivano ovunque. La terra vide e si turbò, perché gli infedeli e gli increduli si convertirono alla fede soprattutto a motivo dei segni e dei miracoli. Il Vangelo parla in questo modo degli apostoli: «Partiti di là, predicarono ovunque mentre il Signore cooperava con loro e confermava la loro parola con i segni seguenti» (Mc 16,20).
Sul mare la tua via e i tuoi sentieri su acque molte ma le tue orme non vennero riconosciute. Questo discorso può riferirsi al Salvatore nostro secondo il senso letterale: Egli camminò sulla superficie del mare a piedi asciutti, là dove non si possono trovare orme umane. Dal punto di vista dell'interpretazione spirituale, il mare simboleggia il mondo come viene detto spesso in alcuni salmi. Le molte acque rappresentano la moltitudine dei popoli, come ho richiamato spesso. Il Signore costruì  una strada sul mare e tracciò sentieri sulla superficie delle acque dal momento che convertì questo mondo alla fede e cammina invisibilmente in esso e non smette di visitare ovunque le sue chiese. Lo aveva già detto ai suoi discepoli: «Ecco io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Le sue orme non sono riconosciute, sia perché egli agisce in modo invisibile oppure perché sono ben pochi coloro che lo imitano, a paragone dei malvagi. Il Signore stesso ha detto parlando dello spirito Santo che invisibile anch'esso: «Lo spirito soffia dove vuole, tu ne senti la voce ma non sai da dove venga e dove vada» (Gv 3,8). Da questo discorso si comprende che le sue orme rimangono invisibili.
Si può interpretare questo versetto anche il modo letterale, applicandolo ai figli di Israele; non è sbagliato farlo. Infatti essi ottennero una strada e un sentiero nel Mar Rosso e nel fiume Giordano, come racconta la storia sacra. Il salmista infatti termina in questa maniera:
Hai guidato il tuo popolo come un gregge per mano di Mosè e di Aronne. Mosè e Aronne prefigurano i vescovi e i sacerdoti che reggono e guidano il popolo cristiano (che è il vero popolo di Dio) e lo fanno entrare, avviandolo nel giusto cammino, verso la terra dei viventi, simboleggiata dalla terra promessa.

Salmo 77

Sapienza di Asaph
Asaph ha voluto che questo salmo sia compreso seguendo il significato che egli gli ha dato. Per questo dice: aprirò la mia bocca in parabole. Non bisogna rimanere al senso letterale ma scende a quello spirituale.
Ascolta, o popolo mio, la mia legge, porgi l'orecchio alle parole della mia bocca. In questo salmo parla il profeta, parlano anche gli apostoli e i maestri della Chiesa alle quali è stato affidato tutto il popolo di Dio. Di allora il collegio degli apostoli. Ascolta o popolo mio, affidato a me affinché lo governassi, la mia legge, la legge che predico e custodisco, la legge con la quale vivo e per la quale non temerei di morire, se fosse necessario farlo. Porgi l'orecchio, mi riferisco all'orecchio del vostro cuore e chi è capace di ascoltare, ascolti le parole della mia bocca, perché gli insegnamenti che sto per dare sono più profondi di quanto sembra. Per questo dice:
Aprirò la mia bocca in parabole, esporrò le sentenze dall'inizio del mondo. La parabola è un discorso in cui appare una cosa che è simile ad un'altra, e perciò si dice una cosa ma si pensa ad un' altra. Tra queste troviamo le parabole attribuite a Salomone e quelle che il Signore espone nei Vangeli in modo molto frequente.
Tutte le cose che abbiamo udito e conosciuto e che i nostri padri ci hanno raccontato. Molte sono le cose, sembra dire, e abbiamo ascoltato e che, ascoltandole, abbiamo appreso, quelle che i padri nostri ci hanno raccontato; ora anche noi le riferiamo a voi, in forma di parabola.
Non sono state nascoste dagli figli nella generazione successiva. Noi, che siamo i loro figli non nascondiamo le cose che abbiamo udito da parte di parte ma le esponiamo alla generazione che viene; questa generazione richiama il popolo dei pagani perché «chi occulta il grano, sarà maledetto tra i popoli» (Pr 11,26).
Racconteremo le opere che glorificano il Signore, i suoi atti potenti e le opere mirabili del Signore. I nostri padri ci hanno fatto conoscere ogni cosa, le lodi del Signore, le sue opere potenti e le meraviglie del Signore. Le puoi leggere nei libri di Mosé e negli altri libri dell'Antico Testamento è potrai ritrovarle tutte.
Ha stabilito una testimonianza in Giacobbe e ha posto una legge in Israele. Israele, Giacobbe, e la testimonianza significa la stessa cosa. Si tratta della legge che fu data dal Signore ai figli di Israele sul monte Sinai. Ora dice riguardo ad essa:
Quante cose ha comandato i nostri padri? Per quale scopo? Perché le facessero conoscere ai loro figli. Perché? Affinché lo conoscesse ogni generazione che viene. Non si deve nascondere né la legge né qualsiasi altra conoscenza, le quali sono state date allo scopo di trasmetterle ad altri, in modo che, mediante questa trasmissione, diventassero utili a molti. In questo modo, la Legge che fu donata ai Giudei, giunse anche ai pagani e soprattutto presso questo popolo, piuttosto che in quello, venne osservata e viene osservata ogni giorno.
I figli che nasceranno, sorgeranno e la racconteranno al loro figli. I figli che nasceranno, ossia la nuova generazione che rinascerà per mezzo dell'acqua e dello spirito, non rimarranno oziosi, non saranno inerti, non si mostreranno infastiditi, ma sorgeranno e si prepareranno coraggiosamente alla predicazione e ne daranno l'annuncio ai loro figli. Questo si è realizzato negli apostoli e nei successori degli apostoli.
Perché pongano in Dio la loro e non dimentichino le opere di Dio ma cerchino i suoi comandamenti. I figli che nasceranno esorteranno i loro figli a porre in Dio la loro speranza affinché non la ripongano nell'incertezza delle ricchezze o del sapere, nei responsi delle false divinità o in altre illusioni. Non dimentichino le opere di Dio che li ha liberati in modo tanto mirabile da numerosi pericoli ma cerchino i suoi comandamenti e li meditino giorno e notte.
Non siano come i loro padri. Come furono? Ascolta ciò che viene detto nel seguito. Una generazione perversa e deludente, della quale il Signore dice: «Una generazione perversa e malvagia cerca un segno» (Mt 12,39). Generazione che non ha rivolto il suo cuore. Non lo rivolse al bene, non lo diresse alla giustizia o alla sana dottrina ma piuttosto lo distolse da lì e lo rivolse verso ogni iniquità.
Il loro spirito non si affidò a Dio. Se non si affidò a Dio, e non volle essere con Dio, a chi si abbandonò e con chi rimase? Con coloro che immolarono i loro figli e le loro figlie, come sta scritto: «Sacrificarono i loro figli e le loro figlie ai demoni» (Sal 105,31). Comprova questo fatto per mezzo dei figli di Efraim, il cui spirito e volontà non furono con Dio.
I figli di Efraim, abili nell'usare l'arco e nel scagliare le frecce, voltarono le spalle nel giorno della guerra. Leggiamo questo fatto nel libro di Isaia. Avvenne nei giorni di Acaz, re di Giuda. Efraim, che avrebbe dovuto andare in aiuto dei suoi fratelli, si unì invece alle genti che assediavano Gerusalemme (Cf Is 9,8). Questi fatti si sono raccontati mediante delle parabole, devono essere riferiti al tempo dei cristiani. Vediamo spesso che questo accade nella chiesa e coloro che sembravano molto affidabili e che sembravano i più preparati ad affrontare la notte, nel tempo della difficoltà depongono le armi e si consegnano nelle mani dei nemici in maniera vergognosa. Riguardo a loro dice anche:
Non custodirono l'alleanza del loro Dio e non vollero camminare nella sua legge. Efraim si comportò in questa maniera in modo manifesto. Infatti nei giorni di Geroboamo, disprezzando la legge del Signore, adorarono vitelli d'oro e in fretta passarono all'idolatria. In modo simile molti cristiani diventano eretici e non temono di trasgredire la legge di Dio.
Dimenticarono i suoi benefici e le meraviglie che aveva loro mostrato. Sono figli ingrati e meritano di essere diseredati. Dimenticano i benefici donati al loro padre e non esitano ad associarsi ai nemici che si oppongono al loro padre. Si oppongono anche a quel padre che, come sanno, ha confermato la sua fede e la sua dottrina con segni e con prodigi. Ma noi, obietta qualcuno, non abbiamo visto segni straordinari. Egli ribatte a questo discorso: davanti ai loro padri ha compiuto cose mirabili in Egitto e nei campi di Tanis. Se tu non li ha visti, li videro i tuoi padri ai quali dovresti prestare la fiducia che hai verso te stesso. Ti diedero le loro testimonianze attestando di aver visto quelle opere mirabili e il regno, del quale fanno parte, e lo stesso luogo dove queste cose avvennero, e perciò non dovresti nutrire alcun dubbio. In seguito tramite gli apostoli e i santi avvennero in tutto il mondo miracoli non inferiori a quelli che accaddero in quel tempo per mezzo di Mosé in Egitto, come possiamo leggere. Del resto quei prodigi non furono utili agli egiziani, mentre questi prodigi hanno convertito quasi tutto il mondo alla fede. Questi discorsi sono pronunciati contro coloro che non custodirono l'alleanza di Dio e non vollero camminare nella sua legge.
Apri il mare e li fece passare in mezzo e raccolse le acque come in un otre. Questa è la parabola ed ora è necessario esporla. Come ho detto più volte, il mare significa questo mondo: le molte acque indicano i molti popoli. Le acque vengono collocate in un otre affinché non erompano senza alcun permesso. Quindi tutte le acque sono chiuse in un otre e i cristiani possono andare con sicurezza dove vogliono e non temono più le inondazioni del mare e le persecuzioni dei tiranni.
E li condusse di giorno con una nube e di morte con una fiamma di fuoco. L'apostolo spiega il significato di questo fatto: «Tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati nella nube e nel mare» (1 Co 10,2). Le nubi infatti li precedevano comunicando una duplice benedizione: nel giorno offrivano ombra e nella notte davano luce. Queste nubi prefigurano lo spirito Santo: queste nubi offrono ombra al popolo di Dio perché non avverta la concupiscenza della carne e il calore dei vizi. Infatti l'angelo dice alla beata Maria: «Lo spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'altissimo ti coprirà con la sua ombra» (Lc 1,35). Queste sono le qualità che danno luce e non permettono di deviare dai comandamenti di Dio.
Percosse la roccia nel deserto e di dissestò come da un grande abisso. Di questa roccia ne parla anche Paolo quando dice: la pietra era il Cristo (1 Cor 10,4). Questa roccia in 1 1º tempo fu percorsa con 1 canna e in seguito da una lancia e «subito ne scaturì sangue ed acqua» (Gv 19,34). Infatti anche riguardo alla 1ª pietra si dice che fu percossa 2 volte. Da questa pietra uscì 1fiotto d'acqua così abbondante da lavare e da dissetare il mondo intero e da purificarlo dal contagio del peccato. Perciò aggiunge:
Fece sgorgare un ruscello dalla rupe e da essa fece scaturire fiumi di acqua. Da questa roccia scaturirono quattro grandi fiumi con i quali tutta la Chiesa viene irrigata.
Continuarono a peccare contro di lui e nella loro vita provocarono l'altissimo nel deserto. Non bastò per loro peccare a motivo della sete, ma vollero anche peccare per la fame. Aggiunsero peccato a peccato e così coloro che erano inariditi nella bontà, dimorarono nel deserto per altro tempo ancora.
Tentarono Dio nel loro cuore e chiesero cibo per le loro brame. Peccarono soprattutto per la diffidenza che c'era nel loro cuore piuttosto che per le parole proferite con la bocca, richiedendo del cibo. I loro stessi capi, Mosé e Aronne, peccarono alle Sorgenti di contraddizione. Dio, allora, impedì loro di entrare nella terra promessa. Fu una grave colpa non avere fiducia e non credere di essere esauditi nelle richieste formulate.
Parlarono contro Dio dicendo: potrà forse Dio preparare una mensa nel deserto? Riferisce il discorso che rivolgevano in se stessi e con il quale tentarono di Dio nel loro cuore. Forse Dio non sarà capace di procurarci cibo anche nel deserto? Ecco ciò che pensavano. È vero che Mosé percosse la roccia e da là scaturì acqua  a torrenti, ma sarà capace di dare anche il pane e di preparare una mensa per il suo popolo? Quanta stoltezza e insipienza! Sarebbe stato più corretto ragionare in questo modo: poiché percosse la roccia e fece scaturire acqua da essa fino al divenire un torrente, siamo certi, senza alcun dubbio, che Colui che ci ha procurato un'abbondanza di acqua così grande, sarà capace anche di dare pane in grande abbondanza. Per Dio dare pane non è più difficile che far scaturire acqua dalla roccia. In questo caso e in altri esempi simili, siamo ammoniti a non cadere nello stesso errore. Questa avvertenza ci dovrebbe bastare.
Il Signore ascoltò e rinviò la sua ira. Che cosa rinviò il Signore e che cosa donò in modo più abbondante? Lo troviamo precisato nel seguito del discorso. Avevano ancora il cibo in bocca, quando l'ira di Dio li sorprese. Rinviò la sua ira ed esaudì le richieste, affinché per prima cosa comprendessero quanto sia grande l'onnipotenza di Dio e poi, in seguito, riconoscessero la loro infedeltà e malizia.
Per ciò aggiunge: un fuoco divampò contro Giacobbe e l'ira cadde su Israele.
Perché non credettero nel loro Dio e non sperarono nella sua salvezza. Il fuoco dell'ira e dello sdegno, divampò contro Giacobbe e scese su i figli di Israele perché non ebbero né fede né speranza, come avrebbero dovuto. Avendo visto segni e opere meravigliose così eclatanti, non avrebbero mai dovuto dubitare dell'onnipotenza divina. Queste cose sono dette come anticipazione, perché avvennero prima delle altre che vengono raccontate nel seguito.
Mandò nubi in alto e aprì le porte del cielo e piovve su di loro manna per mangiare. Ottennero le loro nubi, i loro cieli e la loro manna; cose più grandi migliori di quelle naturali. Le nostre nubi e i nostri cieli sono gli apostoli e i maestri; la nostra manna è la dottrina e la comprensione spirituale dei due Testamenti. Questo cibo cade dalle nostre nubi ed è questo pane che scende sempre dai nostri cieli. Possiamo in questo pane vedere il corpo di Cristo come invochiamo ogni giorno: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano» (Mt 6,11). Riguardo a questo pane aggiunge:
Hai dato loro un pane dal cielo, l'uomo mangiò il pane degli angeli e diede loro cibo in abbondanza. Il pane del cielo è il corpo di Cristo. Pane celeste è la comprensione e la scienza spirituale. Gli angeli si nutrono di questo tipo di cibo e di tale pane si alimentano tutti gli angeli. Gli uomini ora possono nutrirsi di questo tipo e la Chiesa accoglie in sé questa moltiplicazione. Questa moltiplicazione deriva da quel grano di cui parla il Signore nel Vangelo: «Se il chicco di frumento caduto in data non muore, non porta alcun frutto; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12,24).
Fece venire il vento australe e nella sua potenza fece soffiare il vento africano. Australe o Africano sono la stessa cosa.  In un altro passo parlando di questo vento si dice: «Dio viene con il vento australe» (Ab III, 3). Il Signore fece alzare questo vento e lo fece spirare mediante la sua potenza. Che cosa operò in seguito?
Piovve su di loro carne come polvere e uccelli del cielo caddero sulla sabbia del mare. In un primo tempo chiesero acqua, poi pane e infine carne; non negò a loro nulla, ma concesse loro di abbondare in tutto. «Egli è ricco verso tutti coloro che lo invocano» (Rm 10,12). Anche sopra di noi suscita il vento australe, il quale allontana il freddo e l'inerzia del Nord, e che riscalda i nostri cuori e che fa quasi rivivere gli uomini morti per l'intensità del freddo. Che cosa rappresenta la carne se non la mentalità carnale e gli uccelli del cielo se non la comprensione spirituale? Signore diede a noi in abbondanza l'una e l'altra comprensione. Infatti noi spieghiamo la scrittura secondo il senso letterale e secondo il senso spirituale. Per questo aggiunge:
Caddero in mezzo ai loro accampamenti presso le loro tende. Questi doni scendono ancora oggi in mezzo e vicino agli accampamenti dei cristiani perché qui, sapienti e insipienti, sono risanati ogni giorno. Questo corrisponde a ciò che viene detto in seguito:
mangiarono e furono molto saziati, concesse loro quanto avevano domandato e non li deluse nei loro desideri. Allora, in quel tempo, non cercarono alimenti materiali comune desiderio più grande di quanto ora i cristiani cercano cibi spirituali. Quelli chiesero 1 dono e questi ora ne chiedono 1 altro e per questo non ricevono le stesse cose, con lo stesso merito. Riguardo ai primi, a motivo della loro infedeltà, troviamo scritto:
il cibo era ancora nelle loro bocche, quando l'ira di Dio scese su di loro, ne uccise molti e punì gli eletti di Israele. Ci fa sapere, quando precisa che ad essere puniti furono i migliori di Israele, che a mormorare non furono delle persone qualsiasi ma piuttosto i più grandi e più forti.
In tutto questo continuarono a peccare e non credettero alle sue meraviglie. Quanto siano stati stolti, increduli e malvagi, lo dimostra il fatto che non si lasciarono correggere ed educare né dai prodigi né dai castighi. Per questo aggiunge:
I loro giorni vennero meno nella vanità e i loro anni trascorsero in fretta. Che cosa significi questo passare veloce, lo rivela il testo successivo.
Quando li uccideva, allora lo cercavano e si convertivano prima dello spuntare del giorno e andavano da lui. Quando infatti vengono uccisi in questo modo, è allora che vengono meno e muoiono in fretta. Vuole che erano esposti alla luce e non potevano più nascondere la malizia del loro cuore, allora si convertivano ma non si convertivano con tutto il cuore. Andavano presso di lui, ma non con il cuore, andavano soltanto in apparenza e privi di sincerità.
Ricordavano che Dio è il loro aiuto, e Dio l'altissimo  il loro liberatore. Se avessero dimenticato, non avrebbero detto che si ricordavano. Questo è ciò che precisato anche in un altro passo: «Ti celebreranno quando li avrai beneficati» (Sal 49,19).
Parlarono con la loro bocca e mentirono con la lingua; il loro cuore non era sincero e la fedeltà non ebbero fiducia nella loro alleanza. Questo fatto viene ripreso nel vangelo e il Signore dice per mezzo del profeta: «Questo popolo mi onora con le labbra e il suo cuore è lontano da me» (Mc 7, 6). Che significa: non fu trovata fiducia nella loro alleanza? Non credettero e non ebbero fiducia nella sua alleanza. Tutto questo viene raccontano in parabole affinché chi non vuole ricevere la stessa punizione, non imiti il loro agire. Chi invece agisce allo stesso modo, è giusto che patisca cose simili. In questi fatti non bisogna tuttavia dimenticare la misericordia di Dio perché se Egli è severo con i peccatori induriti, è anche mite e benevole verso coloro che si convertono e si pentono. Per questo aggiunge:
Egli è misericordioso e perdona i loro peccato e non li fa perire. Se il peccatore si converte e si pente, in qualsiasi momento, vivrà e non morirà.
Moltiplicò per distogliere da loro la sua ira. Che cosa moltiplicò se non la sua misericordia, indulgenza e pietà? Poiché abbondava di queste qualità e ne era colmo, non diede sfogo interamente alla sua ira per annientarli all'istante a motivo delle offese e delle conseguenze che ne derivavano. Ricordò che sono carne, la quale sempre si oppone allo spirito e, come insegna l'apostolo, essa ha desideri contrari allo spirito: lo spirito se ne va e non ritorna (Sal 77, 34). Sempre chiedersi: se la carne viene uccisa, lo spirito che cosa fa? Risponde: se ne va e non ritorna. Quando infatti l'anima si separa dal corpo, a motivo del comando di Dio, fino al tempo stabilito, non ritorna più in essa.
Quante volte lo esasperarono nel deserto e in quella terra senza acqua, lo provocarono a sdegno. Anche oggi gli uomini che si trovano nel deserto, lontani dalla Chiesa, non irrigati da acque spirituali, non smettono di esasperarlo e di provocarlo.
Si convertirono. Da dove vennero e dove andarono? Dal bene al male. Tentarono Dio e esasperarono il Santo di Israele. Leggiamo nella Bibbia che i giudei hanno tentato il Signore per 10 volte. La 1ª tentazione avvenne al Mar Rosso, come sta scritto: lo irritarono salendo al Mar Rosso. La 2ª nella costruzione del vitello. La 3ª quando dissero nella mormorazione: perché ci hai fatto uscire dall'Egitto: siamo nauseati di questo cibo senza sapore e inviò loro serpenti infuocati. La guarda e la 5ª avvennero alle acque di contraddizione, la 1ª avvenne 1ª della morte di Maria, la 2ª dopo la sua morte. La 6ª quando la manna imputridì. La 7ª e l'8ª riguarda le quaglie. La nonna riguarda il fatto di Core. La 10ª avvenne al tempo degli esploratori.
Non si ricordarono della sua mano con la quale li aveva liberati dalla stretta della tribolazione. Queste cose vengono raccontate hanno imparato perché, spesso, dimentichi della onnipotenza di Dio, che è così grande non custodiamo la fede che dovremmo mostrare.
Aveva mostrato nell'Egitto i suoi segni e i suoi prodigi nei campi di Tanis. Ora racconta questi fatti prodigiosi. Cambiò i loro fiumi di sangue e i loro ruscelli perché non bevessero. Queste piaghe con le quali furono colpiti gli egiziani sono 1 prefigurazione di quelle che colpiscono i popoli che si comportano come hanno fatto gli egiziani. Gli egiziani bevevano non acqua ma sangue sebbene loro credessero di bere acqua pura e non sangue. Tuttavia molte altre di loro gli occhi e fece capire che cosa stavano bevendo. L'Egitto infatti, il cui nome significa tenebre, prefigura il mondo il quale, prima della venuta del nostro Salvatore, che era annunziato nella figura di Mosé, sedeva nelle tenebre e nell'ombra di morte. Perciò sta scritto: «Il popolo che sedeva nelle tenebre, vide una grande luce» (Is 9,2). Le acque dell'Egitto, sono un'immagine di tutta la scienza e di tutto l'insegnamento di filosofi, poeti e eretici, le quali sono trasformate in sangue perché «Dio ha considerata stoltezza la sapienza di questo mondo» (1 Cor 1,10), e come se si trattasse di sangue, essa è aborrita da fedeli di Cristo, mentre prima la consideravano piuttosto una cosa sana ed utile.
Mandò loro tafani e li divorarono. I tafani, che divorarono gli egiziani, rappresentano la lussuria e le volontà della carne, la quale persegue gli adulteri e i fornicatori, rappresentati dagli egiziani. Rane per sterminarli. Le rane sono gli eretici i quali sono potenti soltanto per le loro parole e per loro chiacchiere. Sono loro ad annientare gli uomini che separano dall'unità della Chiesa e tutti coloro che riescono a incantare il loro canto e la loro dottrina.
Consegnarono alla ruggine i loro frutti e le loro fatiche alla locusta. Il Signore insegna nel Vangelo a proposito della ruggine: «Accumulate tesori nel cielo dove non è la ruggine, non è la tignola consumano» (Mt 6,20). La ruggine che corrompe e consuma ogni cosa a cui inerisce, rappresenta bene l'odio, l'invidia e la vana gloria e distruggono e dissolvono ogni frutto spirituale. Chi ama il frutto dell'anima e delle di perdere il frutto delle buone opere scuote via questa ruggine. La locusta rappresenta la superbia che è madre e padrone dei vizi, essa avanza sempre con tutto il suo esercito è una grande moltitudine, proprio come fanno le locuste. La locusta tuttavia non può innalzarsi troppo in alto, perché il Signore si trova al di sopra di tutto e lui a umiliare i superbi non sopportando che essi regnino a lungo. Allontaniamo allora da noi questo insetto per non perdere le nostre fatiche.
Colpì con la grandine le loro vigne e i loro sicomori con la brina. «Chi teme la brina», come sta scritto, «vedrà venire la neve» (Gb 6,16). La grandine e la brina significano i tormenti di ogni tipo con i quali vengono colpiti ed uccisi gli uomini che si ribellano alla volontà di Dio e affliggono il suo popolo. Perciò aggiunge:
Consegnò alla grandine i loro armamenti e i loro beni al fuoco. Armamenti e possessi rappresentano il corpo che essi usarono come giumento ma che imputridì nel suo sterco perché trovò dei pessimi padroni. Questo sarà consegnato alla grandine e al fuoco: sarà tormentato da castighi eterni. Perciò aggiunge in modo opportuno:
Scaricò su di loro la sua ira, lo sdegno, la collera e la tribolazione tramite degli angeli cattivi. Tutto questo versetto allude piuttosto al giorno del giudizio che alla punizione degli egiziani perché allora si conoscerà la grande indignazione, la grande ira, i castighi e le molteplici punizioni operate per mezzo di angeli malvagi.
Aprì una via al suo sentiero. Ora spiega il versetto. Non risparmiò dalla morte le loro anime. Se questa via è ampia ed aperta, altrettanto questa è del tutto nuova. La porta di Dio, che prima era stata piccola, e avanzava come per un sentiero, in seguito si allargò in vastità e cominciò a scorrere attraverso una vasta strada. Perciò aggiunge:
Non risparmiò dalla morte le anime loro e rinchiuse nella morte il loro bestiame. Percosse ogni primogenito nella terra d'Egitto, primizia delle loro fatiche nella tende di Cam. I nostri primogeniti furono i nostri peccati originali. Il Signore lo sconfisse nel corso della sua passione non soltanto in Egitto, ma nel mondo intero e ovunque c'era una tenda di Cam, che simboleggia il diavolo; Cam significa astuzia.
Portò via come pecore il suo popolo, li condusse come gregge nel deserto. Dopo aver fatto morire i primogeniti e aver distrutto il peccato originale, il Signore sottrasse il popolo al potere del diavolo, lo fece uscire dalle città di Faraone e lo collocò in un luogo adatto al pascolo. Proprio in quella terra che dapprima era stata deserta, lì ora il gregge di Dio era nutrito.
Li guidò nella speranza e non ebbero timore. Non sarebbero mai entrati nel mare, se non avessero nutrito una grandissima speranza in Dio, quando avevano viste le acque del mare stare come un muro da ogni parte. I loro nemici li coprì il mare. Non la speranza ma  il diavolo li guidava, il quale aveva accecato i loro occhi affinché ignorassero quanto faceva. In modo simile anche ora il Faraone, cioè il diavolo, con tutto il suo esercito, insegue il popolo di Dio fino alle acque del battesimo ma qui cade nell'abisso e si rovina.
Li condusse al suo monte santo, il monte che aveva acquistato la sua destra. Si tratta del monte di Sion e della città di Gerusalemme, immagini della Chiesa. Per questo leggiamo in un altro passo: «Venite saliamo al monte del Signore e alla casa del Dio d'Israele» (Is 2,3). Il re di questa montagna, il Signore afferma: «Sono stato costituito quale re sopra il Sio, mio santo monte e annuncerò il decreto del Signore» (Sal 2,6).
Scacciò davanti a loro i popoli e distribuì la loro terra con le corde di misurazione. In modo simile il Signore allontanò i popoli dal volto degli eretici, degli scismatici e dei vizi e divise in parte la terra intera.
Fece abitare nelle loro tende le tribù di Israele. Ora i figli di Israele, non quello carnale ma quello spirituale, abitano ovunque perché tutta la terra è stata data in loro possesso.
Misero alla prova e esasperarono Dio altissimo e non custodirono le sue testimonianze. Avrebbero dovuto smettere di mettere alla prova Dio, almeno dopo erano entrati nella terra promessa. Questi fatti, però, ci vengono raccontati affinché non commettiamo errori simili e custodiamo la legge del Signore. Si allontanarono e non osservarono i suoi comandamenti e le sue testimonianze. In modo simile ai loro padri, di quelli dei quali furono imitatori, si diressero verso un arco di malvagità. È perversa quell'arco che volge le frecce contro gli amici e combatte contro quello e avrebbe dovuto difendere.
Spinsero Dio ad adirarsi a causa dei sacrifici sulle colline. Parla delle colline dove immolarono i loro figli ai demoni. Anche in un altro passo è detto: «Immolarono ai demoni e non a Dio, mentre lo cercavano» (Sal 103,37).
Nel fabbricare idoli, li imitarono. La frase significa che, [a motivo di quest'opera] imitarono gli uomini che già avevano indotto Signore all'ira.
Il Signore ascoltò e li disprezzò e li ridusse al nulla. Non riuscirono per nulla a nascondersi dal volto di Dio mentre si tradivano con i loro stessi pensieri e Egli li ridusse al nulla in modo totale, perché, per ingiuriarlo, servivano al loro nemico. Respinse la tenda di Sion, il suo tabernacolo nel quale abitò tra gli uomini. Leggi nei libri dei Re e troverai che l'arca di Dio era stata catturata a motivo della ribellione dei figli di Eli, che abusarono nel loro ufficio sacerdotale e poiché lo stesso Eli rifiutò di ammonirli, come avrebbe dovuto fare. Non si trattò di una colpa leggera, visto che il Signore respinse il suo stesso santuario, come leggiamo nel testo biblico. Ascoltino questo ammonimento i sacerdoti del Signore e si comportino con coraggio e non trascurino di ammonire il popolo loro affidato.
Fece condurre in prigionia la loro forza e la loro bellezza e li consegnò nelle mani dei nemici. Nello stesso tempo, con l'arca di Dio, furono catturati anche quelli che spiccavano, in quel popolo, come le persone più attraenti e più nobili. Infatti anche i figli di Eli, Ofni e Finees, morirono in quella battaglia, come è raccontato nel testo biblico.
Possiamo pensare, con sapienza, che la loro forza e bellezza, sia la stessa arca perché essa conteneva tutta la loro forza che bellezza.
Fece perire di spada il suo popolo e disprezzò la sua eredità. Il Signore è paziente e misericordioso e aspetta, a lungo, che i peccatori si convertano. Tuttavia, quando si a dire, come insegna l'apostolo: «E' terribile cadere nelle mani del Dio vivente» (Eb 10,31). Perciò aggiunge:
Un fuoco divorò i suoi giovani che le loro vergini non diedero  lamento. Era così grande la crudeltà dei nemici e così forte la paura di quei miseri da da non usare neppure a piangere e a lamentare la morte molto amara dei loro giovani.
I loro sacerdoti caddero di parla e le vedove non alzarono il lamento. Questo va riferito non soltanto agli figli di Eli, che morirono in battaglia, ma anche agli altri sacerdoti del popolo. Da questo fatto nascere la similitudine sviluppata dall'apostolo quando dice: «Non risparmia l'oleastro, Colui che non ha risparmiato l'ulivo» (Rm 11).
Il Signore si destò come chi dorme, come un forte inebriato di vino. Il Signore sembra dormire quando non aiuta i suoi e permette che siano afflitti. In un altro testo si legge: «Sorgi, perché dormi, Signore? e non respingerci fino in fondo» (Sal 43,23). Leggi nel libro dei Giudici e vedrai che i giudei ora sono consegnati ai loro nemici  con sofferenza, ora, pentiti, sono liberati da Dio in modo mirabile. Quando l'arca fu catturato, in principio sembrava che dormisse e che non offrisse alcun soccorso, poi, all'improvviso, come si trattasse di un uomo che s'era ubriacato e addormentato per aver bevuto del vino, si destò per punire i Filistei e cominciò a colpirli in modo duro. Per questo aggiunge:
Colpì i nemici alle spalle e diede loro una vergogna eterna.  La storia narra che Dio li colpì nella parte più intima delle natiche e marcirono i loro intestini gonfiati (cf 1 Sm 5, 9). Questi eventi possono avere anche un significato spirituale perché in quel tempo in cui il nostro Salvatore ripudiò il suo tabernacolo e respinse la sinagoga, come potente indebolito per il vino, svegliatosi dal sonno della morte e risorgendo, percosse i Giudei che erano suoi nemici e li consegnò a d una vergogna eterna. Infatti anche questi furono colpiti nella parte posteriore, non  del corpo ma del tempo. Nell'ultimo periodo della storia, li colpi così fortemente che in tutto il tempo successivo fino alla fine, non poterono essere risanati.
Respinse la tenda di Giuseppe e non scelse la tribù di Efraim. Undici tribù seguirono Geroboamo, che fu della tribù di Giuseppe e di Efraim, le quali, datesi tutte all'idolatria, adorarono i vitelli d'oro. Dio respinse costoro e li separò dai suoi fedeli.
Scelse la tribù di Giuda, il monte Sion la lui preferito. Giuda significa confessione e richiama coloro che confessando Dio,   tra molteplici tormenti, preferirono morire piuttosto che cedere. Nel Vangelo il Signore dice di costoro: «Chi mi confesserà davanti agli uomini, anch'io lo confesserò davanti al Padre mio» (Mt 10, 32). Il medesimo significato lo presenta il termine Monte di Sion, che significa contemplazione. Sono buoni dolori coloro che vigilano in modo assiduo per non essere catturati dagli nemici mentre non se l'aspettano.
Costruì il suo santuario sulla terra come luogo di unicorni, che ha fondato per sempre. La chiesa è il santuario ostruita con soli unicorni. Ma dove è edificata se non in terra così da rimanere sempre stabile e immobile? La Chiesa possiede un fondamento sicuro e per questo non teme né le piogge né le esondazioni né i colpi di vento. Tutti i cristiani sono degli unicorni perché parlano con una sola bocca e una sola fede, alla quale non possono opporsi i loro avversari. Perciò dice: «L'ha fondata per sempre». La Chiesa è fondata per tutti i secoli perché il suo fondamento è Cristo, del quale l'apostolo dice: «Nessuno può porre un altro fondamento da quello che è stato posto, che è Cristo Gesù» ( 1 Cor 3,11).
Scelse Davide, suo servo, lo prese dai greggi di pecore, dal seguito delle pecore gravide lo prese per pascere il suo servo Giacobbe e la sua eredità Israele. Costruì il santuario, ossia il suo popolo. Per reggerlo e governarlo non scelse un uomo qualsiasi ma Davide stesso, suo servo. Lo prese non dai palazzi dei re, non dalla scuola dei filosofi, ma dal gregge di pecore e dal seguito delle pecore gravide. Davide aveva delle buone pecore, non erano sterili e improduttive ma gravide. In altro passo le descrive così: «I tuoi denti sono come greggi di pecore tosate che salgono dal bagno, tutte sono gemelle e gravide e tra loro nessuna è sterile» (cf Ct 4, 2). Sono così i credenti di cui parla il Signore: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e mi seguono, e io il Signore le conosco» (Gv 10,27).
Le pascolò nell'innocenza del loro cuore. Del cuore di chi? Del popolo di cui abbiamo parlato ora. Riferendosi ad esso ha detto: «Pascola Giacobbe suo popolo». Condusse al pascolo il popolo e lo nutrì con cibi spirituali, non alimentò la malizia del suo cuore ma la spense con coraggio e sapienza. L'apostolo infatti così suggerisce a Timoteo: «vi scongiuro, davanti a Dio e a Cristo Gesù, e verrà a giudicare i vivi e i morti, prese la parola, insisti in modo opportuno e non è opportuno, rimprovera con grande pazienza e dottrina» (2 Tm 4,1).
Con l'intelligenza delle sue mani. Le esigenze delle mani è una cosa ottima; essa non si attua con il pensiero o con la parola ma con l'opera. Fra tutte le altre facoltà, questa delle mani, è quella che conduce e porta gli uomini alla beatitudine suprema. Questo senso è uno degli altri cinque.

Salmo 78

Salmo di Asaph
Che cosa significhi l'espressione salmo di Asaph, lo abbiamo già spiegato. In questo salmo la sinagoga dei fedeli, che è rappresentata nella persona di Asaph, piange le sue disgrazie le quali, tuttavia, prefigurano le persecuzioni della Chiesa, che saranno molte, innumerevoli.
Dio, nella tua eredità sono venute le nazioni, hanno contaminato il tuo tempio santo. La sinagoga ha subito molte persecuzioni ed è stata fatta prigioniera più volte: prima dagli Assiri e dai Caldei, poi dai Greci e dai Romani. Ma tutte queste numerose persecuzioni prefiguravano le sofferenze molto più grandi della Chiesa. L'eredità di Dio, il tempio di Dio, la città di Dio è la Santa Chiesa. Chi vuole conoscere le sue persecuzioni, legga i racconti delle passioni dei martiri. Possiamo vedere nei greci una rappresentazione dei vizi e degli spiriti del male, dai quali l'eredità e il popolo di Dio sono contaminati e violati in molti modi.
Hanno ridotto Gerusalemme ad un capanno di custodi, un capanno nel quale erano soliti rimanere coloro che sorvegliavano i frutti. Così erano anche le mura e le rovine di Gerusalemme, mentre tutti gli abitanti erano stati condotti in schiavitù. Infatti anche riguardo alla Chiesa si legge che molte volte, in certi luoghi, si verificò un massacro così grande di cristiani, che a stento se ne poteva trovare qualcuno.
Gettarono le spoglie dei tuoi servi in pasto agli animali della terra. Sappiamo che questi fatti sono accaduti realmente sia alla sinagoga, sia alla chiesa, poiché i cadaveri dei santi, i quali erano mortali soltanto da questo punto di vista, molte volte sfurino abbandonati in pasto agli animali e agli uccelli del cielo. Questi animali raffigurano gli spiriti maligni ai quali, coloro che venivano provocati a rinnegare la fede di Cristo con pesanti torture, venivano consegnati per essere divorati.
Versarono il loro sangue in mezzo a Gerusalemme e non c'era nessuno a dare sepoltura. È certo che questo accade a Gerusalemme e nella chiesa. Infatti se c'erano persone che erano disposte a dare sepoltura, tuttavia non osavano seppellire.
Siamo divenuti un obbrobrio per i nostri vicini, disprezzo e derisione per coloro che erano vicino a noi. Anche nel Vangelo troviamo una conferma di questo fatto: «Genitori si leveranno contro i figli e figli contro i genitori e sarete odiati da tutti a causa del mio nome» (Mt 10,22). In un altro passo leggiamo: «verranno ora in cui coloro che vi metteranno a morte penseranno dare gloria a Dio» (Gv 16,2). Nell'uno e nell'altro Testamento i buoni sono stati disprezzati e derisi dai malvagi.
Fino a quando Signore sarai adirato, fino in fondo? In seguito spiega il significato di questa parte: arderà come il fuoco la tua ira? Ai santi sembrava che il Signore ci fosse adirato con loro in modo completo, per sempre, quando permetteva che venissero afflitti in questa misura mentre nessuno prestava loro soccorso.
Riversa la tua ira sulle genti che non ti conobbero, e sui regni che non invocarono il tuo nome. Non riversare, dice, la tua lira e la tua indignazione contro i tuoi servi ma piuttosto, come è giusto, contro le genti che non ti riconobbero e che non invocavano il tuo nome ma che invece hanno adorato false divinità, agendo da persone stolte e insipienti.
Hanno divorato Giacobbe. In che modo hanno fatto questo? Lo spiega subito dopo: hanno reso un deserto il suo luogo di abitazione. Qui troviamo 1 modo di dire piuttosto insolito: i devastatori sono chiamati divoratori.
Non ricordare i nostri peccati d'1 tempo. Quali sono? Sono quelli compiuti ben altri padri e che gli stessi abbiamo commesso da piccoli. È scritto infatti che il Signore punisce i peccati dei padri nei figli, fino alla terza e alla quarta generazione. Questo avviene se i figli sono tali da imitare i loro padri al punto da non allontanarsi dalla loro malizia, altrimenti, come viene precisato in 1 altro passo: «1 figlio non sconterà l'iniquità del padre ma l'uomo che ha peccato sarà lui stesso a morire» (Ez 18,20).
Presto ci prevenga la tua misericordia perché siamo molto poveri. Questo popolo era povero non tanto per la mancanza di beni, ma perché privi, di 1 qualsiasi aiuto da parte degli uomini, ponevano la loro speranza esclusivamente nella misericordia di Dio. La misericordia, attualmente,  li previene quando non soltanto li libera da pericoli ma anche perché non consente che essi affrontino 1 pericolo.
Aiutaci, o Dio nostra salvezza perché non abbiamo alcun aiuto all'infuori di te. Liberaci, Signore, per amore del tuo nome. Diventa 1 grande motivo di glorificazione del suo nome quando si dice: questi uomini sono servi di quel Dio che non abbandona mai coloro che sperano in lui ma in tutte le loro necessità li soccorre in modo potente e straordinario.
Perdona i nostri peccati per il tuo nome, affinché tutti possano capire che a buon diritto sei chiamato Gesù e fonte di salvezza. Anche l'apostolo dichiara questa verità: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato» (Rm 10,13).
Non avvenga che si dica tra le genti: dov'è il loro Dio? Questo discorso veniva rivolto contro i Giudei e contro i cristiani da parte dei pagani, quando vedevano che costoro morivano miseramente senza ricevere il soccorso di Dio; mentre un tempo il Signore era solito venire in loro soccorso in tutte le avversità in modo tanto mirabile.
Si riconosca tra le genti davanti ai nostri occhi ciò che ora diremo, come si vede sottintendere. Saremo confortati se vedremo cadere nella miseria gli uomini che ci resero miseri.
Vendica il sangue dei tuoi servi, che è stato versato. Giunga davanti a te il gemito dei prigionieri. Vendica, dichiara, o Signore, alla nostra vista e alla nostra presenza, il sangue dei tuoi i servi che hanno versato per tuo il nome. Questa vendetta del loro sangue, se non si verifica attualmente, verrà constatata da tutti i santi nel momento del giudizio. Giunta al tuo cospetto il loro gemito perché, a causa tua, costretti a portare catene molto dure, vengono trascinati in oscure prigioni.
Secondo la misura della grandezza del tuo braccio acquista i figli di quanti sono nella afflizione. Possiamo volgere il discorso in questo modo: ti chiediamo che i persecutori che hanno ucciso i genitori con 1 morte crudele, non mettano a morte anche i figli. Acquista i figli nella grandezza del tuo braccio, dal momento che è permesso che i loro genitori fossero consegnati nelle mani dei loro nemici. Non abbiano potere sopra i figli, coloro che hanno avuto potere sul diritto e li tennero prigionieri per lungo tempo.
Ripaga i nostri vicini sette volte tanto. Non soltanto i Giudei uomo condotti in schiavitù ma anche i loro vicini che abitavano presso i loro confini. Questi ultimi meritavano 1 castigo più grande perché si erano rallegrati della rovina dei Giudei, mentre avrebbero dovuto dolersene come devono fare amici e alleati. Sette volte indica una punizione totale e completa. Il numero sette è considerato perfetto perché contiene in sé tutti gli altri numeri. Per questo leggiamo in un altro passo della Bibbia: «Caino sarà vendicato sette volte ma Lamech settanta volte sette» (Gen 4,24).
L'insulto con il quale, o Signore, ti hanno insultato. Dicendo queste cose mostra in modo chiaro che non soltanto quelli avevano gioito della rovina altrui ma anche avevano bestemmiato contro Dio, come se non avesse potuto difendere il suo popolo. Questa bestemmia sia conservata nel loro intimo e nel loro cuore e ricordandola, provino dolore e correggano in modo da poter dire: il mio peccato sta sempre davanti a me.
Noi tuo popolo e gregge del tuo pascolo ti loderemo  per sempre e celebreremo la tua lode in eterno. Questo dice Asaph, questo dice la sinagoga affinché qualsiasi cosa avvenga, sia che giunga l'avversità o la prosperità, mai si separino da Dio. Saranno sempre il suo popolo e gregge del suo pascolo, avranno sempre sempre fiducia in lui, lo celebreranno e racconteranno le sue azioni degne di essere ammirate. Questo discorso non vale soltanto per i Giudei ma anche per i martiri, considerando che quest'ultimi non hanno provato da parte dei persecutori sofferenze minori e meno dolorose di quelle che essi avevano ricevuto dagli assiri, ma piuttosto più grandi e più pesanti.

Salmo 79

Per il compimento. Per coloro che saranno cambiati. Testimonianza di Asaph. Salmo.
Quando nel titolo compare per il compimento, le cose che sono contenute nel salmo, anche se sembrano riguardare la sinagoga, nel loro senso letterale, in realtà si riferiscono a Cristo e alla Chiesa, in 1 comprensione più elevata, spirituale. Asaph offre questa testimonianza nella sinagoga di fedeli a favore di coloro che sarebbero passati dall'incredulità alla fede. Costoro rappresentano quella vigna della quale in questo salmo si dice che è stata trasferita dall'Egitto nella terra promessa.
Pastore di Israele, ascolta tu che guidi Giuseppe come un gregge. Il nostro Signore e Salvatore è lui a guidare Israele, immagine di tutti coloro che lo conoscono e credono in lui. Egli anche guida Giuseppe come fosse un gregge. Questo gregge rappresenta coloro che, possedendo umiltà e pazienza, generano opere buone. Giuseppe infatti significa aumento oppure crescita. Gli altri fratelli vengono tutti chiamati con il nome del loro padre, cioè Israele; Giuseppe invece viene denominato con il suo nome proprio. Quelli sono guidati e condotti da Dio con il nome del padre loro e non con il loro proprio nome, mentre questi viene guidato, condotto ed amato a motivo della sua stessa bontà.
Tu che siedi sui Cherubini, appari davanti ad Efraim, Beniamino e Manasse. Il nostro Signore e Salvatore è la fonte e l'origine di ogni sapienza, poiché «tutta la sapienza deriva da Lui, e visse sempre con lui da sempre, prima dei secoli» (Sir 1,1) e per questo si dice che Egli siede sui Cherubini, perché il termine cherubino significa pienezza di scienza. Così parla il salmista e chiede a Cristo di scendere dal trono altissimo della Sua maestà e, assumendo la natura umana, che può essere vista in questo mondo, si mostri davanti a Efraim, Beniamino e Manasse. Queste tre persone sono messe in relazione con Giuseppe e il posto tra i figli… Era loro fratello. Dalla tribù di Efraim discese Geroboamo che fece peccare Israele; dalla tribù di Beniamino provenne Saul, il quale, durante la sua giovinezza, perseguitò fortemente la Chiesa. Questi 3 raffigurano uomini molto malvagi; ascoltiamo infatti signore che dice: non sono venuto a chiamare ma i peccatori alla penitenza. Non sono i sani che hanno bisogno del medico ma gli ammalati. Accolgo il persecutore Saulo e non respingo Efraim che costruì vitelli d'oro per offendermi; del quale Isaia dice: «Guai alla corona di superbia, guai agli ebbri di Efraim» (Is 28,1). Da questo salmo risulta che da buoni genitori possono nascere figli cattivi. Giacobbe o Israele fu ottimo; Giuseppe fu anch'egli molto buone ma i figli che nacquero da loro furono molto cattivi. Osserva come il salmista, volendo parlare dei figli cattivi, ha cominciato a parlare del buon padre affinché, per i loro meriti, il signore si muovesse a compassione più facilmente.
Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci. Sembra che il Signore nella sua prima venuta non abbia risvegliato ma piuttosto deposto la sua potenza perché venne in modo umile e nell'aspetto di un servo. Nella seconda venuta, al contrario, risveglierà la sua potenza perché, alla sua venuta, apparirà così come Egli è, nella sua maestà divina. Nella sua prima, ci donò la salvezza perché ci strappò dal potere del diavolo. Nella seconda ci salverà perché si libererà da ogni sofferenza che si rallegrerà donandoci la beatitudine eterna.
Signore, Dio delle schiere, convertici. Il profeta prega per i Giudei affinché, dal momento che nella 1ª venuta rifiutarono di convertirsi, almeno alla 2ª, accolgano la fede: «Si convertano alla sera e in quei giorni Giuda sarà salvato» (Sal 58,7). «Se il numero dei tuoi figli sarà numeroso come la sabbia del mare, solo una piccola parte si convertirà» (Rm 9,27). Mostraci il tuo volto e noi saremo salvi. 1ª di questo tempo lo aveva mostrato ad alcuni ma non tutti perché egli venne nella sua casa ma i suoi non lo accolsero. Perciò egli stesso diceva: molti profeti e re desideravano vedere quello che voi vedete e non lo videro. Anche l'apostolo infatti dice: se l'avessero conosciuto, non avrebbero mai crocefisso il signore della gloria. Possono contemplare il suo volto e la gloria di Dio coloro che credono in lui 2º l'insegnamento della Chiesa cattolica.
Signore, Dio delle virtù, fino a quando sarà adirato contro la preghiera del tuo servo? Sembra che il Signore si adiri contro le nostre preghiere, quando non ci esaudisce dopo che lo abbiamo pregato e supplicato a lungo. Egli merita questo nome, ossia Signore Dio delle virtù perché egli solo è forte e potente non soltanto su tutte le cose della madre e anche glorioso e ammirabile sopra qualsiasi potenza.
Tu ci nutri con 1 pane di lacrime e ci fai bere lacrime in abbondanza. Nel pane e nella bevanda di lacrime possiamo vedere ogni afflizione della carne e ogni tribolazione. Tutti i fedeli, nell'una e nell'altra alleanza, si sono saziati in abbondanza di questo cibo e di questa bevanda per lungo tempo, come attesta l'apostolo: «Fedele è Dio e non permetterà che siate tentati al di sopra delle vostre forze ma con le tentazioni che verranno, vi darà anche la forza di sopportarle» (1 Cor 10,13). Infatti anche in un altro passo si dice che Dio ha fatto tutto con ordine, numero e misura. Egli stesso dice di compiere tutto questo perché permette che avvenga e se non lo volesse, non lo permetterebbe.
Ci hai fatto motivo di contesa per i nostri vicini e i nostri nemici ridono di noi. Per quanto e in quali modi il loro nemici e i loro vicini si opposero loro, li disprezzarono e  li derisero? Che cosa si può dire su questo? Come sta scritto, costoro nel corso del giudizio, si addoloreranno e si pentiranno dicendo: questi sono coloro che un tempo abbiamo deriso e che abbiamo disprezzato» (Sap 5,3).
Signore, Dio delle virtù, convertici. Ripete l'invocazione 1 altra volta perché vedeva che era molto difficile la conversione dei giudei. Il Signore era venuto per convertirli, se essi avessero voluto obbedirgli. Egli stesso ha detto: non sono venuto e per le pecore perdute della casa d'Israele. E in 1 altra occasione si è rivolto così a Gerusalemme: quante volte avevo voluto radunare i tuoi figli, come la gallina chiama i pulcini sotto le sue ali e voi non avete voluto ascoltarmi. L'apostolo a sua volta dice: A voi per primi era necessario annunciare la parola e il regno del Signore santo, ma poiché lo rifiutate, voi stessi vi rendete indegni della parola e della conoscenza della grazia. Mostraci il tuo volto e noi saremo salvi. Il significato di questa invocazione l'ho già spiegato in precedenza.
Hai trasferito una vite dall'Egitto. Questa è la vite che hai trasferito dall'Egitto; ne parla il profeta dicendo: ho piantato una vigna per il mio diletto. La vite è la casa del Signore delle schiere.
Hai scacciato le genti e le hai espulse. Il Signore ha espulso le genti dalla terra promessa e ha fatto abitare nelle loro città  i figli di Israele.
Hai aperto 1 strada davanti a loro. Infatti egli aprì per loro il mare Rosso e il Giordano e li fece passare in mezzo a piedi asciutti. Nessun altro avrebbe potuto costruire 1 strada del genere e perciò questo fatto sicuramente è qualcosa di memorabile
Hai affondato le sue radici ed essa ha riempito  la terra. Parla del popolo come se parlasse di  una vigna perché sviluppa un'immagine metaforica. Questa santa vite prefigurava la Chiesa: in quel tempo era stata piantata sui monti di Israele non è poi in seguito ebbe 1 piantagione migliore. Perciò dice:
La sua ombra coprì le montagne e i suoi arbusti i cedri più alti. I monti e i cedri di Dio raffigurano gli apostoli e i profeti. La vigna e gli arbusti coprirono costoro perché la Chiesa fu fondata su di loro. Lo insegna l'apostolo: edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti mentre la pietra d'angolo e Cristo Gesù. Le sue fondamenta sono sui monti santi. Gli apostoli vengono chiamati cedri e la santità e la purezza della vita. Il cedro è un albero sano e non marcisce, profumato di natura.
Ha esteso i suoi tralci fino al mare, arrivavano al fiume i suoi germogli. Questi sono i tralci e i germogli dei quali parla il Signore nel Vangelo: «Io sono la vite e voi i tralci: chi rimane in me ed io in lui porta molto frutto perché senza di me non potete fare nulla. Come un tralcio non può fare frutto da se stesso, così neppure voi se non rimarrete nella vite, se non rimarrete in me» (Gv 15, 1ss). Il signore li ha estesi fino al mare perché per tutta la terra è uscita la loro parola e fino ai confini del mondo la loro predicazione. Questo non può essere detto alla sinagoga è che i suoi confini andavano dal mare fino al grande fiume, l'Eufrate.
Perché ha distrutto il suo muro di cinta e così la vendemmiano tutti i passanti?I muri della chiesa sono gli apostoli e i maestri, tutti i vescovi e sacerdoti. Se questi sono abbattuti e devastati, non c'è più nessuno che la possa difendere e che respinga gli assalti dei ladroni e degli eretici. Viene vendemmiata e calpestata da quelli che passano per la strada e che non camminano ha fatto nella rettitudine. Per questo prosegue dicendo:
La devasta il cinghiale del bosco e l'animale selvatico se ne pasce. Questo cinghiale rappresenta 1 tipo di eretico particolarmente selvaggio, come lo furono Ario e Simon mago oppure in esso possiamo vedere raffigurati i tiranni. Essi emergono dalle selve, poiché sono selvaggi ed estranei e non insegnano una dottrina domestica (con cui si possa vivere). Sono invece capaci di vivere con gli altri, i cristiani dei quali si dice: «Non siete più ospiti né stranieri ma siete concittadini e santi e familiari di Dio» (Ef 2,19). Quelli invece devastano la vigna di Dio perché non smettono di rovinare la Chiesa di Dio, corporalmente e spiritualmente.
Signore, Dio delle virtù, ritorna, subito, poiché la tua vigna è vendemmiata, devastata e calpestata. Ora ritorna perché «è adesso il tempo di grazia, ora è il tempo della salvezza» (2 Cor 6,2). Se i Giudei non vogliono convertirsi, almeno i pagani accolgano la fede.
Guarda dal cielo. Guarda dal mistero sublime e glorioso della tua divinità, guarda con misericordia e visita con potenza questa vigna, riportala a te e non permettere che vada errando dietro le greggi degli eretici. Quella che la tua destra ha piantato. Dove fu piantata? Sopra il figlio dell'uomo e tu hai stabilito. Ora parla del nostro Salvatore e ha detto di se stesso: «Vedrete gli angeli salire e scendere sopra il figlio dell'uomo» (Gv 1,51). La Chiesa è stata edificata sopra di Lui, come insegna l'apostolo:«Nessuno può porre 1 altro fondamento diverso da quello che c'è: Cristo Gesù» (1 Cor 3,11). L'espressione, che tu hai stabilito, viene ripresa in un altro passo in questa forma: «Lo porrò come salvezza, agirò con fedeltà verso di lui» (Sal 11,6). Dio lo ha stabilito il modo molto saldo come principe del suo essere, a  lode e gloria nel suo nome.
È stata arsa del fuoco, disseppellita con le mani, per lo sdegno del tuo volto periranno. Guarda, dice, e visita questa vigna, affinché non venga incendiata dagli empi e non venga disseppellita, perché tutto ciò che sarà bruciato dal fuoco ed estratto dal terreno, perirà per lo sdegno del tuo volto. Nel giudizio manifesterà il suo sdegno quando dirà: spariscano i peccatori affinché non possano vedere la gloria di Dio, siano eliminati gli empi nell'inferno. Come dice altrove: «Andate maledetti nel fuoco eterno» (Mt 25,41). Fuoco è ogni peccato che brucia l'anima, la estrae dal terreno e, dopo averla sradicata dal suo fondamento, la separa da esso.
Sia la tua mano sul figlio della tua destra e sopra il figlio dell'uomo che tu hai confermato e non ci allontaneremo più da te. Il profeta, a nome di tutti i fedeli, affinché Dio, con la mano della sua potenza, protegga e difenda il figlio nella sua destra, ossia il figlio della Vergine, il nostro Salvatore; allora si convoca e ci attirerà dietro di lui; guidati da lui che ci precede, non ci allontaneremo più da te. È giusto e lo abbia indicato come il figlio nella sua destra perché in spirito lo vede già elevato per sedere alla sua destra.
Ci ha dato vita e invocheremo il tuo nome. Siamo morti perché nel primo uomo abbiamo perduto l'immortalità e la vita; ma tu, o Cristo, mediante la tua morte ci hai ridato la vita e sempre e dovunque, in tutte le nostre necessità, invocheremo il tuo nome: «Chiunque avrà invocato il nome del Signore, sarà salvato» (Rm 10,13).
Signore, Dio delle virtù, ritorna, mostra il tuo volto e saremo salvi. Il profeta osserva e nessuno può essere salvato se non per mezzo di Cristo; nessuno ora essere salvato se non chi crede in Cristo, e perciò chiede tante volte di venire, di mostrare il suo volto e di convertire a lui il mondo, e allora saremo salvi.

Salmo 80

Per il compimento. Per i torchi di Asaph, nella quinta del Sabato.
Questo salmo parla del compimento, a favore dei torchi. Il compimento avenne nel quinto giorno prima del Sabato quando le cose vecchie passarono e furono create le nuove. Allora, in quel giorno, terminò l'Antico Testamento e iniziò il Nuovo: In quel giorno venne abolito il sacrificio di Aronne e approvato il sacrificio secondo l'ordine di Melkisedec. I torchi sono tanti quanti si vedono nella Chiesa: in essi compare il vino nuovo, i grappoli dell'uno e dell'altro Testamento sono spremuti e spiegati. [Con il vino ricavato] da essi il maestro di tavola e gli apostoli vengono inebriati e le cose nuove ed antiche sono spiegate in modo mirabile.
Esultate in Dio nostra forza, acclamate al Dio di Giacobbe. Voi, suggerisce il profeta, che vi trovate a lavorare ai torchi e preparate e offrite un vino nuovo è gradito, mediante il vostro insegnamento, esultate in Dio nostra forza perché solo questa gioia è utile, lodevole, ed eterna. Acclamate al Dio di Giacobbe. Il Signore, sembra dire, che ora venne in nostro aiuto e ci liberò dal potere del diavolo, è il Dio di Giacobbe, è il Dio dell'uno e dell'altro Testamento. Acclamate e cantate a Lui, lui solo venerate ed adorate. In che modo?
Intonate il canto e suonate il tamburello, la cetra melodiosa con l' arpa. Ci sono coloro che intonano il canto se non gli uomini e che lodano e benedicono Dio con la voce e con il cuore? Questi, nel tempo della persecuzione, suonavano il tamburello perché, dopo aver predicato, dovevano sopportare di essere flagellati. I tamburelli suonano, infatti, soltanto quando sono battuti. Il beato Paolo fu un timpano particolare perché dai Giudei ricevette i quarantanove colpi meno uno, per cinque volte (2 Cor 10). Ricevono un tamburello anche i cristiani che mortificano la loro carne dai vizi e dalle bramosie. La cetra melodiosa con l'arpa. Prendete in mano uno strumento musicale, cantate e annunciate. Adoperate il salterio e la cetra. Il salterio corrisponde all'antico e la cetra al nuovo testamento. Il salterio ha dieci corde e l'antico testamento si basa su dieci comandamenti. La cetra richiede soltanto tre o quattro corde e il nuovo testamento prevede soltanto i quattro Vangeli, nei quali è annunciato, in modo chiaro, il mistero della Trinità. I Giudei ignorano questo mistero è perciò non sanno cantare facendosi accompagnare dalla cetra. I cristiani invece cantano con il salterio e con la cetra, perché accorgono e annunciano i due testamenti. Il suono del salterio appare gradito quando è accompagnato con quello della cetra: avviene ciò quando della nostra predicazione un testamento conferma l'altro.
Suonate la tromba nella festa di inizio del mese, nel giorno particolare delle vostre solennità. Questo inizio del mese e questo giorno insigne di solennità cominciò dal quinto giorno del sabato, del quale abbiamo parlato nel titolo e continuerà fino al primo giorno del sabato, quando il Signore verrà a giudicare. I Giudei celebravano questa festa ogni mese, ogni volta che si formava la luna nuova. Perciò in altra traduzione non si parla di inizio del mese ma di novilunio, ossia del tempo della luna nuova. Allora era necessario cantare e annunciare con urgenza finché la luna poteva considerarsi nuova. È chiaro che la luna prefigura la Chiesa. Suonare la tromba, poi, significa lodare e proclamare Dio con voce chiara ed elevata.
Adatto a questo precetto a Israele e quest'ordine fu impartito dal Dio di Giacobbe. Questo precetto appartiene al popolo di Israele e questo ordine fu impartito dal Dio di Giacobbe. Ad ogni nuova luna e nella festa del principio del mese, dovevano cantare perché il novilunio ricordava che le cose vecchie dovevano passare e che ci sarebbero state cose nuove.
Ha dato questa testimonianza a Giuseppe quando usciva dalla terra d'Egitto. Il Signore  non solo diede questa testimonianza ad Israele ma l'affidò anche a Giuseppe. Il motivo per il quale si ponga una distinzione tra Israele e Giuseppe l'ho spiegato commentando altri salmi.
Mentre usciva dalla terra d'Egitto udì una parola che non conosceva. In questa traduzione trovo scritto lo pose e non saprei dire a che cosa il pronome vada riferito se non al giorno di particolare solennità. Il Signore lo diede come testimonianza a Giuseppe perché in quel giorno gli stabilì con quale diligenza e sollecitudine avrebbe dovuto servire Dio e celebrarne le feste. In questo passo Giuseppe rappresenta i cristiani che, a somiglianza della luna nuova, ogni giorno  crescono ed avanzano verso la pienezza della perfezione. Giuseppe infatti significa aumento. Costoro quando uscirono dalla terra di Egitto e passarono dalle tenebre dell'ignoranza alla fede, ascoltarono una dottrina che prima non avevano conosciuto e impararono a comprendere l'uno e l'altro Testamento e nel novilunio, cioè ai primordi della Chiesa che stava per costituirsi, predicarono con grande fermezza. Questo fatto viene testimoniato del giorno, questo fatto lo conferma questa particolare solennità. Che costoro si lasciarono uccidere per la fede in Cristo e per il nome che annunciavano. Dapprima infatti Giuseppe, non quando uscì ma quando entrò nella terra d'Egitto ascoltò 1 dottrina che 1ª non aveva ancora conosciuto.
Sottrasse ai pesi il mio dorso e le sue mani avevano servito con il cesto. Dal momento che ha cominciato a parlare di Giuseppe, traccia una metafora che lo riguarda. Egli fu il 1º a dover portare pesi sulle spalle, in seguito costituito da faraone come principe sui popoli, servi con le ceste, con quali si misura e si trasporta la quantità di grano. In modo simile il Signore liberò la spalla dei santi dai pesi e disse: venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi restaurerà. Servirono con le ceste quando cominciarono a distribuire ai popoli la riserva della parola di Dio e cominciarono a predicare. Queste ceste, di cui parla il salmo, rappresentano quelle con le quali gli apostoli raccolsero i pani avanzati. Ancora adesso continua a servire con le ceste coloro che amministrano ad altri il pane della dottrina del Vangelo.
Nella tribolazione mi ha invocato e io ti ho liberato. Questo versetto deve essere inteso come 1 riferimento a Giuseppe e a tutti gli altri santi che egli rappresenta. Sia lui che gli altri nelle tribolazioni invocarono il Signore, furono esauditi e liberati. Per questo aggiunge:
Ti ha esaudito nel segreto della tempesta, ossia in una calamità sopraggiunta in modo veloce ed improvviso. Una sventura simile cadde sul beato Giobbe, il quale non conosceva il motivo per cui veniva afflitto. Anche i martiri santi hanno sofferto una calamità del genere e nel morire furono esauditi; essi desideravano infatti venir meno fra i tormenti e per questo si volgevano contro gli stessi tiranni con parole dure e non cercavano di renderseli amichevoli.
Ti ho messo alla prova alle acque di contraddizione. Che cos'è quest'acqua di contraddizione se non la predicazione del Vangelo? A queste acque, i Giudei, gli eretici e tutti i miscredenti si oppongono in modo costante. Proprio questo fatto dimostra la qualità dei santi: possano essere uccisi ma non possono essere distolti dalla predicazione. Ecco allora come continua il discorso:

Ascolta popolo mio e parlerò a te Israele e ti darò una testimonianza. Ora il nostro Salvatore si rivolge in modo particolare ai Giudei, i quali l'avevano perseguitato perché si era dichiarato Figlio di Dio. Li istruisce fornendo loro una testimonianza, affinché lo ascoltino, comprendano e aderiscano al suo messaggio. Ecco come parla loro:
Israele, se mi vorrai ascoltare, non accogliere presso di te un dio estraneo e non adorare un dio straniero. Sono io il Signore tuo Dio che ti ha condotto fuori dalla terra d'Egitto. Io sono il signore tuo Dio, non sono 1 estraneo, non sono altro rispetto a colui che ti ha liberato dalla terra d'Egitto. Al contrario, io sono colui che gli diceva: eccomi. Per te sono diventato uomo, per darti istruzione, per liberarti e per salvarti. Se mi ascolterà e crederai in me, non ci sarà presso di te un dio estraneo e non adorerai un dio straniero: «Io sono nel Padre e il Padre è in me» (Gv 10,30).
Apri la tua bocca e io la voglio riempire. Il signore aveva voluto insegnare, nutrire e alimentare Giudei con cibi spirituali ma essi rifiutarono. Lo dice nel seguito:
il mio popolo non ha ascoltato la mia voce e Israele non mi ha obbedito. Il Signore stesso dice: parlavo ma non mi ha creduto (Gv 10). E ancora: «Chi viene da Dio, ascolta le parole di Dio; per questo voi non ascoltate, perché non siete da Dio» (Gv 6,47). E un'altra volta ancora: «Se non fosse venuto e non avessi parlato a lungo, non avrebbero alcun peccato ma ora non hanno alcuna scusa per il loro peccato» (Gv 15,22).
Li abbandonai ai desideri dei loro cuori. L'uomo e viene abbandonato da Dio affinché egli compia i desideri del suo cuore è davvero misero. Abbiamo un esempio nel faraone e fu abbandonato da Dio per seguire i desideri del suo cuore fino a trovare la morte.
Seguiranno i loro voleri. Ci sono quelli che seguono il loro volere? Sono gli uomini che non si pentono mai e continuano a perseverare nella loro malvagità sino alla fine.
Se mio popolo mi ascoltasse, se Israele camminasse nelle mie vie, nelle loro tribolazioni stenderei la mia mano. Queste parole infondono una grande consolazione in tutti coloro che ascoltano le parole di Dio e le osservano, per coloro che camminano sulla strada dei comandamenti. Chi si comporta così deve essere certo di vedere prima o dopo la giustizia nei confronti dei loro nemici. I Giudei non potevano verificare questo atto di giustizia, poiché non vollero obbedire. Il versetto seguente precise a questo discorso.
I nemici del Signore gli hanno mentito; ma il loro tempo durerà in eterno. Adesso parla il salmista e minaccia i Giudei di ricevere una pena eterna. Il loro tempo, un tempo di morte e di condanna, durerà per sempre, come dice. Essi sono nemici di Dio, sono coloro dei quali il Signore dichiara: mi hanno odiato senza ragione (Gv 15,25). Lo hanno deluso perché «egli venne tra i suoi ma i suoi non lo hanno accolto» (Gv 1,10). Eppure 1 tempo avevano promesso a Mosé: «Qualunque cosa il Signore comanderà a noi, noi la faremo» (Es 19,8).
Li ha nutriti con midollo di frumento e saziati con miele di roccia. Ora gli rimprovera accusandoli di aver restituito male per bene. Li hanno nutriti con midollo di frumento, li ha saziati con cibi spirituali e temporali. Di questo midollo, in un altro salmo si legge: «La mia anima si riempie come di midollo e di grasso» (Sal 62,6). La Sacra Scrittura è  frumento e se per qualcuno essa offre un pane duro, per altri presenta un pane gustoso. Raccolsero miele dalla roccia poiché poterono ascoltare parole di vita uscite dal petto del Salvatore. Riguardo a queste parole leggiamo: «Quanto sono dolci al mio palato le tue parole, più dolci del miele alla mia bocca» (Sal 118,103).

Salmo 81

Salmo di Asaph
Spesso ho spiegato che cosa significa salmo di Asaph. Ecco in Asaph, che significa sinagoga, dobbiamo vedere una rappresentazione di tutti gli uomini retti. Si parla della sinagoga di uomini maligni e la si rimprovera perché non volle credere al nostro Salvatore che parlava per mezzo di essa.
Dio sta nell'assemblea delle divinità e in mezzo ad essa giudicherà le divinità. Ovunque ci siano uomini forti, uomini sapienti e migliori di altri per la qualità della loro vita, lì si raduna la sinagoga degli dei. Il profeta parla del tempo presente e di quello futuro, e ciò che sarebbe avvenuto dopo molto tempo, lo presenta come un avvenimento già accaduto. Il nostro Signore e Salvatore se ne sta in mezzo alla sinagoga delle divinità, o piuttosto degli Giudei e degli empi. A motivo della autorità che gli appartiene, li rimprovera e li giudica non solo per ciò che hanno fatto ma anche per i pensieri malvagi che hanno nutrito. Nel Vangelo si dice che Egli non parlava come i farisei ma come un uomo investito di autorità. Loro stessi testimoniavano questo dicendo: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e che insegni con verità la via di Dio; non temi nessuno e non guardi in faccia nessuno» (Mt 22,6). In che modo li esamina e li giudica? Lo vediamo nel seguito del salmo.
Fino a quando giudicherete in modo iniquo e assumerete il volto di peccatori? [Gli avversari di Gesù] avevano detto: «Quest'uomo non viene da Dio perché non osserva il sabato» (Gv 9,1.6). A questi tali replica: «Chi di voi, se il suo asino o il suo bue cade nel pozzo, non lo estrae subito anche in un giorno di sabato?» (Lc 15,5). Fino a quando giudicherete in modo iniquo? Perché trasgredite il comando di Dio per seguire la vostra tradizione. Infatti sta scritto: onora il padre e la madre ma voi dite: un dono che viene fatto da me, ti sarà utile (Mt 15,3-5). Compiere questo è agire iniquamente e opporsi al comandamento di Dio. Assumono l'aspetto (o faccia) di peccatori perché nel giudizio fanno caso al prestigio della persona o anche perché nel giudicare agiscono come fossero dei peccatori. Faccia deriva da fare. Mostrano la stessa faccia dei peccatori, quanti operano alla maniera dei peccatori.
Fate giustizia all'orfano e al povero, rendete giustizia all'umile e al misero. Se un orfano, un povero e una persona umile e misera si sarà rivolta in tribunale, giudicate con rettitudine, date loro giustizia e date loro la possibilità di vincere e non guardate al prestigio della persona ma all'oggetto della questione. Perciò aggiunge:
Liberate il povero e il misero dalla mano del peccatore. Non fatevi intimorire dai ricchi e dalla potenza dei malvagi; ogni volta, con fermezza, se i poveri sono dalla parte del diritto, decidete a loro favore.
Non hanno conosciuto né hanno compreso. Non hanno riconosciuto, dice il profeta le parole così salutari che il Signore aveva rivolto a loro e neppure vollero comprendere e perciò camminarono nelle tenebre. Si tratta delle tenebre della cecità e dell'errore perché furono ciechi e guide di ciechi.
Si scuoteranno tutti i fondamenti della terra. Contro costoro, dice, giudici iniqui, si scuoteranno tutte le fondamenta del mondo. Allude agli apostoli i quali li giudicheranno e li condanneranno in modo giusto perché essi non esitarono a giudicare gli altri in modo iniquo e a condannarli. Tutto questo avverrà nel giorno del giudizio poiché, come sta scritto, «sederanno sopra dodici troni per giudicare le dodici tribù di Israele» (Mt 20,28).
Fino a questo versetto ha parlato il profeta, ma da ora in avanti il nostro Salvatore pronuncia con ordine il suo discorso.
Io ho detto: voi siete Dei e tutti i figli dell'altissimo. Questo corrisponde a ciò che leggiamo nel Vangelo: «A coloro che lo accolsero ha dato il potere di diventare figli di Dio, a coloro che credono nel suo nome» (Gv 1,12). Sono veramente Dei, sono figli di Dio. Il Signore ha detto e ha stabilito così. Diede questo potere agli uomini ma agli uomini che lo accolsero, credettero in lui e custodirono i suoi precetti. Che cosa avviene agli altri? Voi come uomini morirete e cadrete come uno dei principi. Non avete voluto essere Dei, non avete voluto diventare immortali, non avete voluto andare di nuovo nel cielo e perciò morirete come uomini che muoiono nel corpo e nell'anima. Cadranno come uno dei principi, cioè dei demoni. In modo simile cadranno e questi e quello; tutti in un solo modo e in un solo momento saranno gettati nel fuoco. Finora ha parlato il Signore, ora ascoltiamo le parole del profeta.
Sorgi, Dio a giudicare la terra. Sorgi, dice, o [Signore] Dio, che vedo sedere alla destra del Padre, vieni a giudizio, giudica la terra: condanna gli empi e i peccatori; come già avvenne ad uno dei principi, cadano coloro che non guardano mai in alto ma cercano soltanto le cose terrene e passeggere. Prenditi cura dei tuoi [servi], rendi loro onore e gloria perché a te appartengono tutte le genti. Non esiste alcun popolo che non sarà sotto il dominio del Signore e che egli non sceglierà come sua eredità poiché, come sta scritto, «tutte le genti lo serviranno» (Sal 51,11).

Salmo 82

Cantico di Salmo di Asaph.
Asaph vuole che questo salmo di cantico sia pronunciato in spirito di lode, perché in esso si celebrano la potenza di Dio e la sua gloria, insieme all'annullamento e alla condanna degli uomini iniqui.
O Dio, chi sarà simile a te? Non tacere, non stare quieto, o Dio. Quando verrai, dice, o Dio, a giudicare la terra, come si legge nel salmo precedente, chi sarà simile a te? Sei già venuto una volta ma in umiltà e nella forma di servo; abbiamo visto che non avevi né bellezza, né splendore. Verrai sul trono della tua maestà e sarai molto glorioso e potente. Chi potrà paragonarsi a te? Chi non ti temerà, o Signore? Chi sarà simile a Dio tra i figli di Dio? Non tacere, non stare tranquillo, o Dio. Un tempo rimanesti in silenzio, e con agnello muto condotto al macello, non apristi la bocca. Ora, ripagali, Signore! I tuoi nemici avevano parlato, nel loro tempo avevano parlato con arroganza; adesso parla tu, nel tuo tempo; coloro che non vollero riconoscerti nella tua umiltà, ti riconoscano nella tua grandezza.
Ecco i tuoi nemici hanno rumoreggiato. Hanno fatto rumore e hanno gridato crocifiggilo con stoltezza, con crudeltà e senza esitare. Coloro che ti odiavano hanno alzato la testa. Anche nel Vangelo si legge che [gli avversari] lo deridevano e scuotevano la testa (Mt 27,39). Alzare la testa contro il Signore, significa insuperbire. Contro il tuo popolo hanno tramato un disegno malvagio e hanno congiurato contro i tuoi santi. Non soltanto contro di te, ma anche contro il tuo popolo, contro la tua chiesa, i Giudei e tutti gli altri di cui parleremo in seguito, hanno tramato disegni malvagi. Li concepirono in modo astuto, doloso e fraudolento. Hanno congiurato contro i tuoi santi. Che cosa hanno tramato?
Dissero: venite e sterminiamoli come nazione e non si è più ricordato il nome di Israele. Osserviamo che quando parla Asaph, richiama sempre qualche evento riguardante la storia del passato, accaduto ai padri antichi. Questi eventi noi dobbiamo applicarli alla Chiesa. Lo vediamo ora in questo passo dove Israele, appare una prefigurazione dei persecutori della Chiesa. I nemici della Chiesa, non soltanto hanno pensato e parlato ma hanno anche cercato di attuare il loro intento. Volevano che il nome dei cristiani venisse eliminato dalla memoria degli uomini. Perciò aggiunge:
Hanno congiurato unanimi, tutti insieme. Hanno congiurato e sono convenuti in un unico progetto malizioso e perverso, nell'intento di distruggere la Chiesa, eliminare i santi e  annientare del tutto la fede cattolica.
Contro di te conclusero un patto. Chi furono i contraenti? Le tende degli Idumei e gli Ismaeliti, Moab e gli Agareni, Gebal e Ammon, Amalech, altri stranieri con gli abitanti di Tiro e tutti gli altri popoli elencati. In tutti costoro che un tempo hanno osteggiato pesantemente il popolo dei Giudei, dobbiamo vedere coloro che fino ad oggi continuano a perseguitare la Chiesa di Dio. I Giudei infatti, interpretando male la legge, gli eretici e i pagani si accordarono contro il loro Signore. Insieme a loro stanno quelli che introducono nuove dottrine e che vogliono predisporre una nuova alleanza contro il Signore. Vediamo ora, ad uno ad uno, chi siano questi persecutori della Chiesa. Vengono per primi le tende degli Idumei, che significano uomini terreni; rappresentano coloro che servono il corpo e non l'anima ed amano soltanto i beni terreni e transitori; da costoro non differiscono gli Ismaeliti il cui nome significa: sottomissione a se stessi. Infatti obbediscono a se stessi, seguono i desideri del loro cuore e non si vergognano di andare dove li trascina la loro voglia. Moab, ossia in parte, concepito in stato di ebbrezza in modo sconveniente e illecito, significa coloro che sono generati alla Chiesa mediante i sacramenti celebrati da eretici. Sembra che abbiano dei buoni genitori ma dobbiamo pensare che il loro padre sia stato il diavolo. Negli Agareni, il cui nome significa estranei, dobbiamo vedere coloro che sono lontani dalla Chiesa e non vogliono accogliere la fede e la dottrina dei santi. Gebal significa valle dell'inutilità. Sono gli uomini sterili e infruttuosi che simulano una falsa umiltà. Ammon, ossia popolo torbido, rappresenta gli eretici, come il fratello Moab di cui abbiamo parlato. Anch'essi sono figli dell'ebbrezza e della fornicazione, generati nella loro come da persone insane. Amalek, definito popolo brutale, ricorda tutti gli uomini senza saggezza e senza disciplina; seguendo le loro voglie come se fossero il sommo bene, diventano persone morte nell'anima e nel corpo. Gli stranieri sono gli uomini che venerano gli idoli e non hanno alcuna conoscenza di Dio. Gli abitanti di Tiro furono navigatori e commercianti; il profeta ricorda che erano molto ricchi e che potevano dominare le altre città. Afferma che il re di Tiro era ornato di ogni pietra preziosa e che cadde poiché si era innalzato con grande orgoglio. Tiro rappresenta il mondo e i suoi abitanti sono gli uomini ricchi e potenti di questo secolo. Abbiamo detto che le genti nominate si sono coalizzate con gli abitanti di Tiro contro l'alleanza del Signore: questo significa che non soltanto molte province e nazioni ma che tutto il mondo si volse contro la Chiesa. Non c'è nulla da meravigliarsi! Il diavolo guidava i loro principi e li dirigeva in base al suo volere. Lo attesta anche il versetto che segue.
Infatti Assur venne insieme a loro. Assur significa colui che dirige. Il diavolo guida verso di sé tutti coloro che riesce ad allontanare dalla via della verità facendoli cadere nell'errore. Divennero alleati di Lot. Tutti costoro dei quali abbiamo parlato in precedenza sono diventati collaboratori e alleati dei figli di Lot, ossia degli eretici. Gli eretici sono i nemici più rilevanti e più importanti della Chiesa e ci perseguita la chiesa è un alleato degli eretici. Ora li scomunica e li maledice con pesanti imprecazioni.
Trattali come Madia e Sisara e come Jabin al torrente di Kison. Tutti furono dispersi ad Endor e divennero letame per la terra. Madian significa, giudizio; Sisara, chi è privo di gioia; Jabin, sapiente ma di questo mondo, quelli considerati stolti da Dio. Periranno tutti a Kison e a Endor, cioè nella loro durezza. A motivo del principio della sua nascita,  - si riferisce al peccato originale -, colui che non sarà stato liberato dal sangue di Cristo, morirà in eterno. Questa guerra avvenne sotto Barach e sua moglie Debora.
Rendi i loro principi come Oreb e Zeb, e Zeeb e Salmana tutti i loro principi, i quali dissero: occupiamo in eredità il santuario di Dio. Questi quattro sovrani furono sconfitti da Gedeone in una battaglia memorabile. Oreb significa foro; Zeb, lupo; Zeeb , vittima; Salmana, ombra di proibizione. Oreb ci richiama gli uomini che, perforati da ogni parte, non oppongono alcun ostacolo all'ingresso dei vizi e degli spiriti del male. Zeb, i rapaci e i predatori. Zeeb rappresenta le vittime del diavolo le quali, procurandosi la morte reciprocamente, ogni giorno si immolano a lui ovunque. Salmana designa gli ipocriti, i quali sono soltanto un'ombra, una simulazione; molte volte quelle cose che sembrano voler proibire, in realtà desiderano fortemente che accadono. A somiglianza di loro, chiunque non teme di aggredire il santuario di Dio, l'eredità di Dio, sicuramente troverà la morte, soprattutto perché non hanno esitato a rivendicare per sé ciò che apparteneva al giudizio di Dio. Giustamente i capi di uomini del genere vengono maledetti pesantemente in questo passo, sia perché, a motivo della loro cattivo esempio, spingono altri a compiere lo stesso degli sia perché non resistono a loro validamente.
Dio mio rendili come un vortice. Rotolino all'improvviso nelle profondità della terra con un movimento molto veloce e precipitoso.
Siano come paglia dispersa dal vento. Travolti da un turbine violento di spiriti del male, precipitino verso la perdizione e la morte. Come il fuoco che brucia le foreste e come fiamma che incendia i monti, così sconvolgili nella tua tempesta e sgomentali nella tua ira. Questi malvagi sono paragonati ad una foresta perché sono una moltitudine e ai monti perché si levano in alto a motivo dell'orgoglio; ma per loro, come attesta anche il Vangelo, è stato preparato un fuoco eterno e una fiamma inestinguibile.
Copri di vergogna i loro volti. Veramente sono degni di ricevere questa ignominia e queste maledizioni perché hanno calpestato fino a questo segno il santuario di Dio e i suoi ministri, li hanno sottomessi e tormentati con gravi insulti. Esamina tutte le divine Scritture e troverai che nessuno riceve una esecrazione è una maledizione come questa, [comminata] per coloro che opprimono le Chiese e che non esitano a dire: occupiamo in eredità il santuario di Dio. Tutti costoro sono dei sacrileghi e noi sappiamo che tutti i sacrileghi vengono comunicati, maledetti e condannati. Questo corrisponde al versetto e commentiamo adesso: Copri di vergogna i loro volti. Quando costoro cercheranno il tuo nome e diranno: Signore, Signore, allora si troveranno confusi in una ignominia eterna e saranno travolti non per un'ora soltanto ma per i secoli dei secoli.
Siano vergognati e periscano ed allora imparino che il tuo nome è Signore, un nome che non ebbero alcun timore di offendere nonostante gli interdetti, le proibizioni, le numerose scomuniche e le esecrazioni.
Tu solo se è l'altissimo sopra tutta la terra. Allora, dice, quando verrai a giudicare, tutti, amici e avversari, sapranno che il tuo nome è Signore, poiché Tu solo sei l'Altissimo su tutta la terra. E allora, o Dio, chi sarà simile a te? Non tacere, non restare in silenzio, Dio: ecco i tuoi nemici hanno rumoreggiato e coloro che ti odiano, hanno alzato la loro testa. Contro di te che sei l' Altissimo, non esitarono a alzare la testa a loro danno.

Salmo 83

Per la fine, per i torchi, per i figli di Core.
Questo salmo parla del compimento, cioè di Cristo, riguardo al quale dice: Guarda il volto del tuo Unto. Quanto ai torchi, i santi, inebriati dalla dolcezza del vino nuovo dimenticano tutti gli interessi terreni e desiderano soltanto vedere le tende di Dio ed entrare in esse. La composizione è affidata, perché lo cantino, ai figli di Core, cioè al popolo cristiano, il quale si gloria del Calvario più di tutta la città di Gerusalemme. Core significa Calvario. Altri si chiamino pure figli di Sion, noi ci denominiamo e siamo figli del Calvario.
Quanto sono amabili le tue tende, Signore degli eserciti: l'anima mia desidera i tuoi atri fino a venir meno. Il Signore si riferisce a queste tende quando dice: «Nella casa del Padre Mio ci sono molte dimore» (Gv 14,2). L'apostolo a sua volta afferma: «Cristo, sacerdote dei beni futuri, è passato attraverso una tenda più ampia e più perfetta, non costruita da mano d'uomo...» (Eb 9,11). Le tende sono molte ma anche una sola poiché una sola casa è formata di molte stanze. I santi di Dio desiderano giungere a queste tende e agli atri di queste tende, fino a venir meno per il desiderio. Quali sono le realtà alle quali vengono meno? A tutti i piaceri di questo mondo, a tutte le cose che in questo mondo si possono possedere e desiderare.
Il mio cuore e la mia carne esultarono nel Dio vivo. Dice che, a motivo della magnifica speranza della risurrezione, la sua anima, qui denominata cuore, e la sua carne abbiano esultato nel Dio vivente, perché sperano di giungere alle sue tende. Deve suscitare meraviglia il fatto che i santi, graditi a Dio, vogliano affrettarsi a quelle tende quando il passero e la tortora, animali piccoli, cercano e trovano le loro case e i loro nidi? È quanto afferma nel versetto che segue.
Perfino il passero trova la sua casa e la tortora il nido dove porre i suoi piccoli. I tuoi altari, Signore degli eserciti, mio Re e mio Dio, non troveranno per sé, una casa ed una tenda dove collocarsi stabilmente (come è sottinteso)? I santi vengono denominati tuoi altari, perché sono consacrati a Dio, in essi Dio abita e in essi ogni giorno vengono offerti olocausti e sacrifici di Dio. L'apostolo riprende questa dottrina: «Vi esorto per la misericordia di Dio di offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo, gradito a Dio, il vostro culto spirituale» (Rm 12,1).
Beati coloro che abitano nella tua casa, Signore. I santi desiderano con grande ardore venire ad abitare nella tua casa, perché sanno che quanti abitano in essa sono beati. Perciò il profeta dice in un altro passo: «Uno cosa ho chiesto al Signore, questa sola desidero, di abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita» (Sal 26,6). Da dove deriva tanta gioia? Ascoltiamo: ti loderanno per sempre. Liberi da tutte le preoccupazioni e dalle fatiche, si dedicheranno soltanto a lodare Dio nel giubilo. Desiderano proprio questa occupazione: poter lodare e benedire Dio in ogni momento, senza posa. Chi ottiene ciò che vuole, è beato. In questa vita nessun uomo può godere di questo.
Beato l'uomo che pone in te il suo aiuto. Beato è l'uomo al quale in questa vita tu presti un tale aiuto da poter salire a quella dimora, con il tuo soccorso. Nessuno può venire a te, se tu non lo attrai. Hai posto ascese nel suo cuore. Dove? Nella valle di lacrime e nel luogo che hai preparato per loro. Questo mondo è la valle delle lacrime, è il posto di fatica e di lotta disposto da Dio per noi. Qui è necessario piangere per i peccati e «quelli che piangono sono beati, perché saranno consolati» (Mt 5,5). Qui bisogna lavorare nella vigna di Dio perché chi avrà lavorato, riceverà il premio. Qui è necessario combattere contro i vizi e gli spiriti malvagi con tutte le forze perché «chi non avrà lottato con forza, non sarà coronato» (2 Tm 2,5). Disponiamo e ordiniamo ascese nel nostro cuore e facciamo come dei gradini per mezzo dei quali possiamo salire da questa valle fino a quel monte dove si trova quella casa. Se ti sei proposto di digiunare, ha costruito un gradino; se hai stabilito di fare elemosina, ne hai costruito un altro; se ti sei proposto di perdonare i tuoi debitori e di essere indulgente verso coloro che ti hanno offeso, anche questo è un gradino. Agendo in questo modo si costruisce quella scala che, a partire dalla profondità di questa valle, giunge fino al cielo. Chi avrà fatto questo, sarà beato. Segue:
Darà la benedizione Colui che ha stabilito la legge; cammineranno di virtù in virtù, vedranno in Sion il Dio degli dei. Dio che ha stabilito questo itinerario e dispose questo luogo perchè si presti servizio a lui, impartirà la benedizione con la quale raggiungeremo la beatitudine. «Venite benedetti dal Padre mio, ricevete il regno preparato per voi dall'origine del mondo» (Mt 25,34). Allora si vedrà il Dio degli dei in Sion, in quella Sion denominata contemplazione. Da chi sarà contemplato? Dai fedeli che avanzano di virtù in virtù e che salgono lungo quella scala di cui ho parlato poco fa. È bello percorrere questo cammino, di virtù in virtù, dalla fede alla speranza, dalla speranza alla carità, dalla carità all'umiltà, dall'umiltà alla pazienza, dalla pazienza all'ubbidienza, dall'obbedienza al dominio di sé. È bello passare così da una virtù all'altra, finché si arrivi alla virtù perfetta, cioè al nostro Salvatore, che è potenza e sapienza di Dio.
Signore Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera, porgi l'orecchio Dio di Giacobbe. Vale a dire: affinché possa salire fino a te in qualsiasi modo, ascolta la mia preghiera perché altrimenti non posso giungere fino a te. Chi rappresenta Giacobbe? I fedeli che vincono con determinazione, che prevalgono sugli spiriti maligni: costoro sono annoverati giustamente nell'esercito di Dio.
Protettore nostro guarda, o Dio, e porgi la mano a chi viene verso di te perché se tu non ci attirerai in questo cammino così arduo, senza dubbio non ce la faremo. Guarda il volto del tuo Cristo. Egli divenne uomo, assunse la sostanza della nostra umanità affinché noi fossimo dove è lui; contempliamo sempre il nostro re come partecipe della nostra umanità e, nel vederlo, stiamo nella gioia.
È meglio un giorno solo nei tuoi atri che mille altrove. Mi affretto con desiderio ardente di entrare in quella casa almeno nell'atrio di quella casa, perchè un giorno solo è ottimo dal momento che esso non ha fine. «Là non ci sarà più notte» (Ap 21,5). È meglio passare anche un solo giorno, se proprio non nell'interno della tua casa, almeno nel suo atrio, piuttosto che trascorrerne mille in un posto qualsiasi. Non esiste nulla, qualunque cosa sia, e ovunque sia, che possa essere paragonato a quella beatitudine.
Ho preferito stare all'ultimo posto nella casa del Signore piuttosto che essere ospite [onorato] nella dimora di peccatori. Sebbene una stella sia differente dall'altra in splendore, nessuno tuttavia là [nella casa di Dio] sarà disprezzato e questi, allora, preferisce essere considerato l'ultimo in quel luogo piuttosto che essere onorato come uomo potente in questo mondo, lì dove si ergono moltissime tende di uomini iniqui, perché l'esistenza dei santi si muove nel cielo.
Il Signore ama la misericordia e la verità, Dio donerà grazia e gloria. Donerà la grazia ai peccatori perché è misericordioso, darà gloria a coloro che si saranno convertiti e che lo serviranno, perché è fedele. I primi si salveranno per la sola misericordia; gli altri saranno coronati per la vittoria ottenuta, altrimenti non potrebbe essere considerato né misericordioso né fedele.
Il Signore non toglierà il bene a chi cammina nell'innocenza. Camminano nell'innocenza i fedeli che seguono i suggerimenti di s. Paolo: «Non vendicatevi da voi stessi, carissimi, ma date tempo all'ira» (Rm 12,19). Il Signore stesso ha detto: «Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano» (Mt 5,44). A chi farà danno, l'uomo che ama gli stessi nemici? Il Signore non priverà dei suoi doni coloro che camminano nella rettitudine. Signore, Dio degli eserciti, beato l'uomo che spera in te. Questi non soltanto non mancheranno di beni ma riceveranno anche quelli eterni nella gioia del Signore. Per questo sarà beato chi abiterà nella tua casa. Egli è colui al quale viene annunciato: «Spera nel Signore e ti concederà quello che il tuo cuore desidera» (Sal 36,4).

Salmo 84

In questo salmo vengono promessi molti beni ai figli di Core e sono anche donati a loro, perché essi appartengono agli uomini che ricavano frutto dall'incarnazione di Cristo e dalla sua passione. É lo stesso Davide a parlare in questo salmo e parla sia di realtà future ma anche di eventi già trascorsi ed annuncia che il Signore, nella venuta del suo Figlio ha benedetto la sua terra e l'ha liberata dal dominio del diavolo.
Hai benedetto, Signore, la tua terra. Con la venuta del tuo Figlio, hai benedetto, Signore, la tua terra, che prima di allora giaceva sotto la maledizione. Questa era già stata annunciata al primo uomo: “Sia maledetta la terra nel tuo lavoro” (Gen 3,47). Hai effuso la tua benedizione sulla terra, cioè su quegli uomini che credono in te e ti servono; l'altra parte dell'umanità sperimenta ancora la maledizione.
Hai fatto cessare la schiavitù di Giacobbe. Si riferisce a quel Giacobbe che meritò di ricevere la benedizione del padre; esso prefigura il popolo cristiano il quale, grazie al sangue di Cristo e all'acqua battesimale è stato liberato dal dominio del diavolo.
Hai perdonato l'iniquità del tuo popolo, hai coperto tutti i loro peccati. Parla del popolo cristiano che riceve la remissione del peccato originale e di tutti gli altri peccati. In un altro passo proclama: “Beato l'uomo a cui è rimessa la colpa e perdonato il peccato” (Sal 31,1).
Hai mitigato tutta la tua ira. L'ira e lo sdegno di Dio erano stati così forti fino a quel momento al punto che i patriarchi e i profeti di necessità dovettero rimanere nel regno dei morti.
Ti sei distolto dall'impeto della tua ira. Ti sei distolto dall'impeto della tua ira e gli uomini che tempo prima non volevi neanche vedere, ora li abbracci come figli carissimi.
Convertici, Dio, nostra salvezza. Poiché, a motivo della tua bontà gratuita, ti sei rivolto a noi, e ti sei degnato di guardare [con benevolenza] gli uomini che ti avevano offeso gravemente, convertici [veramente] a te, poiché le nostre strade, che percorriamo normalmente, sono pessime. Tu sei il nostro Dio e su di te [soltanto] possiamo porre la nostra speranza.
Distogli da noi la tua ira e non voler restare adirato con noi per sempre. Rendi così solida la nostra conversione e distogli a tal punto il tuo sdegno da noi così da non adirati più nei nostri confronti. Non è mai avvenuto, ciò che non si ripete più. Per questo aggiunge:
Non estendere la tua ira di generazione in generazione. Sembra dire, ti sei adirato con gli uomini di un tempo, non esserlo ancora con quelli che vivranno in futuro. Sarai soddisfatto se la generazione che sta per venire, sperimenterà la tua misericordia.
O Dio, quando sarai ancora ben disposto verso di noi, ci darai vita, perché se tu non tornassi ad essere benevole, non ci daresti ancora vita. Nessuno potrà ottenere la vita se non si sarà convertito dal comportamento che aveva avuto all'inizio.
Il tuo popolo si rallegrerà in te, volgendosi interamente a te, ora che ha da poco abbandonato la strada del male. Questa conversione profonda e questo mutamento può avvenire soltanto grazie alla venuta del tuo Figlio Gesù. Venga allora dal momento che è stato desiderato a lungo ed è stato aspettato da tanto tempo. Lo ripete nel seguito:
Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza. Dio ha manifestato la sua misericordia nell'inviarci la sua salvezza. “Non ha risparmiato il Figlio ma lo ha consegnato per tutti noi” (Rm 8,32): questo atto di solidarietà quando ha superato tutti gli altri . Mostrò la misura di quanto può essere misericordioso, quando sovrabbondò nella misericordia. Mentre il profeta trattava questo argomento subito sentì Dio parlare nel suo cuore mentre rispondeva alla sua richiesta e disse: Ascolterò ciò che dice in me il Signore Dio. È il Signore a parlare nei profeti e il loro messaggio non è dei profeti ma di Dio. Perciò il Signore dice ai discepoli: “Non siete voi a parlare m è lo Spirito del Padre mio che parla in voi” (Mt 10,20).
Egli parla di pace al suo popolo e ai suoi santi e a coloro che si convertono a Lui. Che significa parla di pace al suo popolo? Egli donerà la pace al suo popolo e ai suoi santi. Per questo, nella natività di Cristo si udirono le voci degli angeli che annunciavano: “Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà” (Lc 2,14). L'espressione uomini di buona volontà ha lo stesso senso della precedente. Per tutti coloro che si convertono a lui. Questa pace non viene comunicata a quelli che non hanno la buona volontà e non ritornano a Lui. Si riferisce qui ai cristiani. Che cosa accade ai giudei che rifiutano di convertirsi a lui? Ascolta la parola dell'Apostolo: “Una parte d'Israele rimane cieca” (Rm 11,25). Tuttavia “Dio no ha ripudiato il suo popolo che ha scelto” (Rm 11,2). Una parte di quel popolo non accolse ma molti di loro, invece, credettero in Cristo. Il Signore, del resto, per amore verso di loro, volle nascere tra di loro e rivolgersi a loro per primi con la sua predicazione. Per questo è detto:
Davvero la sua salvezza è vicina a quanti lo temono. Sebbene la maggioranza del popolo non volle accogliere il Figlio di Dio, “ciò nonostante la sua salvezza è vicina a quanti lo temono”. Non sarebbe stato giusto respingere i buoni a causa dei cattivi oppure che i suoi amici e gli uomini che temevano Dio perissero a causa dei nemici. A motivo di questi pochi uomini che lo temevano e credevano in lui, è accaduto che la sua gloria abbia abitato la nostra terra. Da lì è provenuta la Vergine Maria, da lì anche gli apostoli ed ora tutta la Chiesa esulta per la loro enorme grandezza. Per questo il profeta dice: “Se il Signore degli eserciti non ci avesse lasciato un resto, saremmo come Sodoma e saremmo simili a Gomorra” (Is 1,9).
Misericordia e verità si sono incontrate, giustizia e pace si sono abbracciate. Apparvero alla nascita di Cristo e si realizzarono nella sua splendida umanità; [presso di lui] si abbracciarono le une con le altre, perché non si dà nessun atto di bontà, di virtù o d'onestà che non siano stati in lui. Come dichiara l'apostolo: “In lui riposa corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Col 2,9). È lui la misericordia, la verità e la giustizia, è lui la nostra pace che ha fatto dei due un solo popolo (Ef 2). Ecco perché dice: “La verità è sorta dalla terra e la giustizia si è affacciata dal cielo”. La Beata Vergine Maria è chiamata terra e cielo: terra per natura e cielo per grazia; terra perché è stata costituita di terra, cielo perché è dimora di Dio. La verità è sorta dalla terra perché il nostro Salvatore è nato dalla Vergine; Egli è via, verità e vita (Gv 14). La giustizia si è affacciata dal cielo, perché lo stesso Signore nostro Salvatore, che è nato da lei, chiamata sia cielo sia terra, si è degnato di guardare con misericordia a questo mondo e a giustificare gli empi e i peccatori. Ha denominato cielo colei che prima aveva chiamato terra perché non sembrasse, usando questo nome, di fare ingiuria ad una persona tanto grande.
Il Signore elargirà la sua bontà e la nostra terra darà il suo frutto. Credete con fermezza e non vogliate dubitare per nulla che il Signore elargirà davvero la sua benevolenza e come ha promesso per mezzo mio e per mezzo di altri profeti, in un tempo stabilito manderà a noi il proprio Figlio e la nostra terra, come ha detto ora, darà il suo frutto. Beata quella terra che ha dato un frutto simile; beata la Vergine che ha generato un tale Figlio!
La giustizia camminerà davanti a lui. La giustizia camminerà davanti a lui, perché in ogni caso Egli seguirà ciò che è giusto e non devierà mai dalla rettitudine. Porrà i suoi passi su questa strada. Pongono i loro passi sulla via della giustizia, coloro che camminano sulla strada giusta. Il Signore parlando di loro dice: “Beati coloro che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati” (Mt 5, 6).

Salmo 85

Preghiera al vero Davide. Il profeta Davide parla in persone di tutta la Chiesa e si rivolge a Davide, cioè a Colui che giustamente è chiamato Davide, ossia [a Cristo] l'uomo dalla mano forte. Parlando di lui si dice in un altro salmo: il Signore forte e potente, il Signore potente in battaglia (Sal 23,8).
Signore, piega verso di me il tuo orecchio ed ascoltami perché sono misero e povero. Questo salmo è facile, riporta una lunga invocazione e non richiede un commento diffuso. Ma, bisogna ricordare: «Beati i poveri perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5, 3). Che cosa viene detto agli ricchi? «Guai a voi, o ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione» (Lc 6, 24). Il salmista, che si esprime in questo salmo, spera di essere esaudito soprattutto perché si considera misero e povero. Anche l'apostolo insegna: «Comanda ai ricchi di questo mondo di non insuperbire e di non porre la loro speranza delle ricchezze incerte» (1 Tm 6,17). Come possono nutrire speranza in Dio coloro che sperano piuttosto nell'incertezza delle ricchezze? Poveri sono coloro che non possiedono nulla. L'apostolo attesta al loro riguardo: «Non hanno nulla ma possiedono tutto» (2 Cor 6,10). Miseri sono coloro che sono privi di molte cose e si accontentano di poche e povere cose. Noi pensiamo il salmo si riferisca a loro, a quelli che spontaneamente si rendono miseri e poveri.
Custodisci l'anima mia perché sono santo. La persona santa merita di essere custodita dal signore. Considero santi tutti coloro che, santificati dei sacramenti della Chiesa, mantengono la fede e non si allontanano dalla Chiesa, sebbene vedano di essere dei peccatori. Facciamo un confronto con una norma: se un luogo consacrato a Dio viene distrutto, rimane tuttavia un luogo sacro. Salva il tuo servo, Dio mio, che spera in te. Svolgendo un ragionamento analogo, rivela per quale motivo il Signore dovrebbe salvarlo: poiché sperava in lui. Certamente la speranza non delude poiché il Signore non abbandona coloro che sperano in lui.
Pietà di me signore, perché a te grido tutto il giorno. Dichiara di avere invocato a lungo, per avere pregato lungo il corso del giorno. Agisce in conformità all'esortazione dell'apostolo: pregate senza posa (1 Tm 5, 17). Il Signore del Vangelo dice: «Chiedete e riceverete, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Chiunque chiede, richiede, chi cerca trova, a chi bussa verrà aperto» (Mt 7, 7-8). In un altro passo del Vangelo viene detto: «Il regno dei cieli subisce violenza e i violenti lo rapiscono» (Mt 11, 12). Da queste parole comprendiamo quanto valore abbia la preghiera insistente (violenta) e prolungata (et diuturna).
Rallegra la vita del tuo servo perché a te Signore innalzo l'anima mia. L'anima che si dedica al Signore e si offre a lui merita di ricevere gioia. L'anima si innalza a Dio grazie alle buone opere mentre le opere cattive la fa sprofondare nell'inferno.
Perché tu, Signore, sei mite e soave e ricco di misericordia verso coloro che ti invocano. Porgi l'orecchio, signore alla mia preghiera e ascolta la voce della mia supplica. Chiaramente non cerca di essere esaudito per il merito delle sue azioni ma esclusivamente per la bontà del signor. Ascolta la mia preghiera e la mia supplica. Perché? Perché tu sei soave e mite e se è benigno nei confronti dei peccatori che ritornano a te; inoltre sei ricco di misericordia verso coloro che ti invocano. Molti sono coloro che invocano e cercano la tua misericordia, ma tu sei molto più misericordioso di quanto si possa dire e pensare.
Nel giorno della mia tribolazione io ho invocato perché tu mi avete sempre esaudito. In tutte le mie numerose tribolazioni, ho sperimentato la tua benevolenza, perché nella sofferenza sempre sono ricorso a te, ti io ho invocato con fiducia e tu mi hai sempre ascoltato. Le divinità delle genti non possono agire in questo modo e non sono in grado di esaudire coloro che li invocano nelle nelle loro tribolazioni. Nel seguito confermato questa riflessione.
Nessuno fra gli dei e simile a te, o Signore, e non c'è nessuno che possa uguagliare la tua opera. Le divinità delle genti sono demoni ma il Signore è il creatore dei cieli. Perciò tutte le genti che hai creato, dopo aver abbandonato le loro divinità che non sono in grado di aiutarli e liberali nelle loro tribolazioni, verranno a te e ti adoreranno, Signore e glorificheranno il tuo nome.  Questo in gran parte si è già realizzato ma ancora procede verso la sua piena realizzazione [che avverrà] alla fine del tempo quando la moltitudine delle genti sarà entrata e quando Israele sarà salvato  (cf. Rm 11). Questo accadrà perché
Tu sei grande e compi meraviglie, tu solo sei Dio. Se gli altri fossero divinità, bisognerebbe adorarli e onorarli ma poiché l'unico vero Dio sei Tu, tu solo dei degno di adorazione e di onore.
Guidami, Signore, nella tua via e camminerò nella tua verità. Tutti i fedeli sono nella via di Dio come tutti gli infedeli sono nella via del diavolo. Hanno bisogno, tuttavia, di essere guidati dal Signore e di essere sostenuti dal suo aiuto, per poter essere in grado di camminare nella verità e di non essere tratti nell'errore.
Si rallegri il mio cuore affinché tema il tuo Nome. «Principio della sapienza è il timore del Signore» (Sal 110, 10). Anche altrove è detto: «Temi Dio e osserva i suoi comandamenti: l'uomo è tutto qui» (Sir 12, 13). Temono Dio quei cuori che sono colmi di gioia spirituale; quelli che veramente sono colmi di gioia spirituale, amano i beni del cielo, non quelli della terra, e sperano in essi. Che significa si rallegri il mio cuore e tema il tuo nome? Donami un cuore perfetto, e pieno di gioia nell'amarti? Se avrai fatto questo e mi avrai donato un cuore come questo, ti loderò Signore con tutto il mio cuore e glorificherò il tuo nome per sempre.  Sarà giusto che agisca così. Perché?
Poiché grande la tua misericordia su di me e hai liberato la mia anima dal regno inferiore della morte. Grande è veramente la misericordia che libera dal regno inferiore della morte. Come nella suprema beatitudine, gli uni sono diversi dagli altri nella gloria, così nell'inferno, alcuni sono tormentati più degli altri. Queste anime, che saranno liberate dalle sofferenze più acute,  saranno liberate dalla parte più bassa dell'inferno, non perché siano cadute un tempo in quel luogo ma vi sarebbero precipitate se la grazia di Dio non l'avesse impedito.
O Dio uomini ingiusti sono insorti contro di me e una schiera di uomini potenti hanno cercato la mia anima e non posero te davanti ai loro occhi. In questo versetto sia Davide, sia la Chiesa si lamenta degli avversari. È vero ciò che dicono: uomini ingiusti si sollevarono contro di loro, cercando di rovinare le loro anime senza avere rispetto o timore. Infatti Davide da Saul e da altri uomini iniqui che erano con lui e in seguito la Chiesa dai tiranni e dagli eretici hanno sofferto molte persecuzioni.
Ma tu, Signore Dio, pieno di misericordia e di compassione, paziente e molto sollecito, e veritiero, guarda a me ed abbi pietà di me; dona al tuo servo la tua forza e salva il figlio della tua ancella. Tutte queste parole di stima rivelano un grande sentimento di ammirato rispetto e d'amore. Anzi vuole piacere molto a Lui al quale si rivolge, come ho detto, con espressioni di sincero elogio. Concesse anche al suo servo Davide, già in questa vita, di imporsi come un re molto potente e di essere liberato da tutti i nemici. In modo simile il Signore ha concesso ai figli della Chiesa, chiamati in questo versetto [figli] della sua serva, di conseguire un pieno dominio sopra i serpenti e gli scorpioni e su ogni assalto del nemico.
Dammi un segno di benevolenza, Signore, affinché se ne accorgano tutti coloro che mi hanno odiato e rimangano confusi. Il Signore ha compiuto molti segni per i suoi santi e tutti in vista del bene perché le genti si convertivano soprattutto al vedere i segni che accadevano. Gli spiriti maligni e tutti gli altri avversari che li vedevano, si sentivano confusi ed erano tormentati da grande invidia e dolore. Il Signore compì un segno per i peccatori in vista del bene, quando li chiamò a sé per divina ispirazione e li portò a convertirsi con impegno. È avvenuto molte volte che alcuni uomini empi e scellerati si sono rivolti al bene con tale impegno che questo cambiamento è apparso come un prodigio e un miracolo. Bene allora il profeta ha detto: Il Libano diventerà un Carmelo (Is 29, 17). Chi si trova nel peccato si rivolga al Signore con queste parole: Dammi un segno della tua benevolenza affinché tutti gli uomini retti provino stupore e ti rendano grazie per la mia conversione. Quelli che mi odiano, invece, rimangano confusi e restino turbati per il fatto che tu, Signore, mi hai aiutato e consolato.

Salmo 86

Ai figli di Core. Salmo - Cantico
I figli di Core cantano questo salmo colmi di gioia, perchè prima di tutto viene edificata la Chiesa sul luogo del Calvario. Riferendosi ad essa ora si dice: “Le sue fondamenta sono sui monti santi”. Poiché questo è un salmo – cantico non si deve soltanto leggere ma anche cantare così comprendiamo che esso infonde grande gioia poiché non siamo invitati soltanto a leggerlo ma anche a cantarlo.
Le sue fondamenta sono sui monti santi. É fondata su monti santi, dichiara. Il Signore ama le porte di Sion più di tutte le tende di Giacobbe. Già in precedenza abbiamo parlato di queste fondamenta. Dice l'apostolo: “Nessuno può stabilire un fondamento diverso rispetto a quello che è già stato stabilito, che è Cristo” (1 Cor 3,11). Il beato apostolo Pietro lo conferma: “Tu sei Pietro e sopra questa pietra, edificherò la mia Chiesa” (Mt 16,18). Cristo è il fondamento che sostiene tutti gli altri fondatori, quali, ad esempio, gli apostoli e i profeti. La città stabilita sopra questi monti merita di ricevere tale elogio: Le sue fondamenta sono sui monti santi.
Il Signore ama le porte di Sion sopra tutte le tende di Giacobbe. Se prova un amore così vivo soltanto per le porte, dimmi quanto amerà l'intera città? Le tende di Giacobbe rappresentano i giudei che sono stati dispersi fra le genti, per essersi allontanati dal Signore.
Cose gloriose si dicono di te, città di Dio. Quali sono queste cose gloriose? Forse [parla di quelle mura] che sono costruite con oro, gemme e pietre preziose? Certo queste sono cose preziose. In realtà sono ben diverse le qualità che sono celebrate riguardo ad essa! Vuoi sapere quali sono?
Ricorderò Raab e Babilonia fra quelli che mi conoscono. Davvero gloriose e molto gloriose sono queste caratteristiche. Pensa con quale fiducia gli uomini giusti possono sperare e confidare nella misericordia di Dio, se Egli si ricorda anche di Raab e di Babilonia! Una fu una prostituta e l'altra costrinse il popolo di Dio a vivere in schiavitù. La prima nascose gli esploratori affinché non venissero uccisi mentre l'altra obbligò alla schiavitù, per ordine di Dio, il popolo che aveva peccato a lungo. Il Signore si ricorda di queste, poiché si ricorda di tutti coloro che lo conoscono. Del resto avrebbe potuto forse ricordarsi di queste se non l'avessero riconosciuto e, sia pure dopo molte traversie, non avessero meritato di credere in Lui? Bisogna fare molta attenzione all'espressione: fra quelli che mi conoscono. Qualsiasi cosa sia stata in precedenza, meretrice o persecutrice, se si sarà convertita ed avrà riconosciuto il Signore, si salverà. Perciò il Signore: “Questa è la vita eterna che conoscano te unico vero Dio e Colui che hai mandato Gesù Cristo” (Gv 18,3). Vediamo ora le altre caratteristiche che la rendono gloriosa.
Ecco ci sono stranieri; Tiro e il popolo etiope, costoro saranno in essa. “Forse che Dio è Dio soltanto dei giudei o lo é anche dei pagani” (Rm 2,19). In modo simile anche Pietro apostolo: “In verità mi rendo conto che Dio non fa distinzioni tra le persone ma gli è gradito qualsiasi uomo che da qualunque nazione lo tema e operi la giustizia” (At 10,34). Qualsiasi uomo che teme Dio e compie la giustizia, dunque, da qualsiasi luogo provenga, è accolto in questa città fedele, non come straniero ma, al contrario, è lo straniero ad essere accolto come cittadino. Così il centurione Cornelio fu accolto e fu il primo pagano a diventare figlio della Chiesa. Questo messaggio voleva esprimere la tela colma di animali immondi, quando all'apostolo venne detto: “Uccidi e mangia” (At 10,13). Lo stesso messaggio viene annunciato dalla scimmia e dal pavone che furono donati a Salomone. Che cosa c'é di più turpe di una scimmia o di più bello di un pavone? Nella tenda del Signore c'erano pelli e peli di capra. Il Signore non rifiutò che gli venisse offerto l'ariete, quando a Lui sacrificavano tori, agnelli, oro, pietre, legnami e tutti gli altri materiali con i quali il tempio fu innalzato, importanti dall'estero e non trovati in patria. Allo stesso modo la Chiesa, costruita con uomini raccolti da tutti i popoli, accoglie tutte le nazioni e non respinge nessuno che chiede di aggregarsi a lei.
Tiro e il popolo etiope, costoro saranno in essa. Sono gloriose queste novità le quali infondono una grande speranza ai giusti e ai peccatori e comunicano a loro una grande gioia. Vuoi essere accolto nella Chiesa? Imita il popolo di Tiro, che costruì un tempio per il Signore, con il suo lavoro e il suo impegno. Imita il centurione che volle costruire una Sinagoga per i giudei. Mosè, come leggiamo, prese una moglie etiope. La sorella Maria si oppose a [questa scelta]; colpita in seguito da peste, dovette essere espulsa dall'accampamento. Questi etiopi sono figli di tale donna etiope. Adesso si parla proprio di loro: il popolo degli etiopi si trovò in essa. Nel Cantico dei cantici si parla di questa donna, là dove si dice: Sono nera ma bella, figlie di Gerusalemme (Ct 1,4). La Sinagoga l'ha prese in odio e perciò fu colpita da lebbra, così che, fino alla fine del tempo, non può essere accolta nell'accampamento della Chiesa. Sono gloriose, anzi molto gloriose, queste cose che sono annunciate a proposito della città di Dio, nella quale gli schiavi diventano uomini liberi e gli uomini ignobili, gloriosi. Lì si trova l'acqua con la quale è possibile cambiare il colore degli etiopi. Mostra così tanta premura e tanto interessamento verso tutti gli uomini, da poter essere proclamata madre di tutti. Per questo si dice nel seguito:
Ogni uomo chiama Sion sua madre. É come se dicesse: costei è una madre, una vera madre, che apre a tutti il grembo della sua misericordia, non respinge nessuno dal suo calore materno, accoglie tutti, tutti riscalda ed alimenta con il suo affetto.
Un uomo è nato in essa, l'Altissimo la tiene salda. Sono state riferite cose gloriose riguardo a questa città, ma ciò che si dice adesso è più glorioso di qualsiasi impresa e nulla può essere paragonato a questo splendore. L'Altissimo che la costruì e la edificò, Egli stesso divenne uomo e nacque in essa. Come lo provi? Vuoi che te lo spieghi?
Il Signore lo ha affermato negli scritti dei suoi popoli e dei loro principi che furono in essa. “Interroga i tuoi padri e te lo annunceranno, i tuoi anziani e te lo diranno” (Dt 32,7; Sal 43,2). Leggi le Scritture di tutti i popoli, dei profeti e degli apostoli, comuni a tutti, scritte per istruire noi e tutti, e te l'annunceranno. Leggi Mosé, Isaia e Geremia e lo scoprirai. Leggi i Vangeli, che non godono di minore autorevolezza rispetto a quelli. Leggi Paolo servo di Gesù Cristo “che fu chiamato apostolo e segregato per il Vangelo di Dio, che Egli aveva promesso un tempo per mezzo dei suoi profeti nelle Sacre Scritture, che riguarda il Figlio suo il quale, secondo la carne, proviene dalla stirpe di Davide” (Rm 1,1). è dimostrato che un uomo è nato in essa e che fu l'Atissimo stesso a crearla. Rimane ancora soltanto un'unica cosa gloriosa, pronunciata a onore di questa città. Ascoltiamola:
Abitano in te tutti quelli di noi che sono nella gioia. Questo è degno di grande ammirazione: gli abitanti di questa città godono di una gioia perenne e non soffrono per la mancanza di qualcosa. Là dove manca qualcosa non può esserci gioia piena. Questa gioia è spirituale, non è una festa limitata nel tempo ma una felicità eterna. Parlando di essa l'apostolo dice: “Le sofferenze del tempo presente non sono paragonabili a quella gloria futura” (Rm 8,18). “Gioite nel Signore ed esultate, giusti, e gloriatevi voi tutti retti di cuore” (Sal 31,11). “gioite nel Signore sempre, lo ripeto di nuovo, gioite” (Fil 4,4).

Salmo 87

Se è un cantico – salmo, può essere sia letto, sia cantato. In questo salmo viene annunciata la passione di Cristo che, nello stesso tempo, ci rende lieti e tristi. Chi non esulterebbe per la salvezza ottenuta? Chi non si rattristerebbe pensando alla passione del Signore? Cantiamo questo salmo rallegrandoci della nostra redenzione: siamo noi i figli di Core, ai quali viene ordinato di cantare.
Leggiamo lo stesso salmo, partecipando con dolore alla passione di Cristo. Esso si riferisce al Fine, cioè a Cristo, perché è Cristo il fine della Legge (Rm 10,4). “Egli è Alfa ed Omega, principio e Fine” (Ap 1,17). Questo è il senso del termine Heman Ezrahita. Heman significa: la loro forza, Ezrahita, seme di Dio. Grazie a lui, pensiamo agli apostoli, temuti dai giudei, perché saranno giudicati e condannati da loro. Essi rappresentano anche il seme di Dio e di loro il profeta dichiara: “Tutti coloro che li vedranno, diranno che essi sono il seme che il Signore ha benedetto” (Is 61,9). Da questo piccolo seme, sparso nel mondo intero, è germogliata tutta la moltitudine della Chiesa. Chi non scorge in questo piccolo seme i dodici grani di frumento?
Signore Dio della mia salvezza. Il Figlio parla al Padre come uomo e si lamenta della perfidia dei Giudei perché lo trattano in modo tanto iniquo e crudele. I giudei vengono ricordati quando dicono: “Non c’è salvezza per lui da parte di Dio” (Sal 3,3), mentre Egli dice che [il Padre] è il Dio e il Signore della sua salvezza. Di giorno e di notte ho gridato a te. Il Signore ha gridato di giorno e di notte, ossia nella prosperità e nell'avversità; ha predicato apertamente nelle sinagoghe dei giudei, per convertirli dall'errore e far loro conoscere la verità. Ha chiamato il Padre come suo testimone e attesta di aver compiuto questo davanti a lui. Tutto questo corrisponde a quanto è detto nel Vangelo: “Se non fossi venuto e non avessi parlato a loro, non avrebbero alcuna colpa ma ora non hanno alcuna scusa del loro peccato” (Gv 15,22).
Entri la mia preghiera alla tua presenza, inclina l'orecchio alla mia supplica. Finora, sembra dire, ho gridato e ho predicato ma mi giovò poco l'aver gridato e predicato. Infatti. mentre mi ascoltavano, sebbene avrebbero dovuto credere e obbedire a me, sono peggiorati,. Ora non parlo più a loro ma invoco te affinché mi difenda dalla loro malvagità. Perchè?
La mia anima è piena di mali. Se il Signore ha patito volontariamente, allora volontariamente riempì la sua anima di mali. Non poteva accadere che avvenisse qualcosa di male alla sua anima, perciò in un altro passo dichiara: “Fu tolto via perché lo volle e non aprì la sua bocca” (Is 63,7).
La mia vita si è avvicinata al regno dei morti. Bene ha detto: la mia vita si è avvicinata al regno dei morti perché, sebbene fosse là, quando lo privò dei suoi abitatori, non partecipò ai mali di quel luogo. Così si esprime: non fui preso da quelle sofferenze ma mi avvicinai a quelle sofferenze. Parla secondo l'opinione dei giudei perché essi pensavano che non fosse in nulla differente dagli altri uomini, mentre era colpito dai mali. Perciò aggiunge:
Sono sembrato come un uomo che non riceve alcun aiuto. Io, invece, fui libero tra i morti e non trovai in quel luogo alcun ostacolo. Il Signore divenne come un uomo privo d'aiuto e apparve come gli altri uomini che erano scesi nel regno dei morti; questo non avvenne secondo la realtà dei fatti ma in base all'opinione stolta dei giudei. Le cose che vengono riferite vanno intese in linea con questa opinione.
Come uomini che dormono feriti, gettati nella tomba, dei quali non ti ricordi più e che tu hai respinto dalla tua protezione; mi collocarono nella regione inferiore, nelle tenebre e nell'ombra della morte. Secondo il loro parere e giudizio, i giudei mi collocarono nelle tenebre e nell'ombra di morte, là dove sono posti i morti colpiti da frecce, condotti nei sepolcri. In questa immagine sono raffigurati i malvagi; feriti ed uccisi dalle frecce del diavolo, condotti e sprofondati nei sepolcri dell'inferno.
Costoro sono lontani dal ricordo di Dio, giacciono nelle pene ed è come se morissero in continuazione, per sempre. Sono stati cacciati lontano dalla mano di Dio in quei luoghi di sofferenza, a causa dei loro crimini. Secondo il giudizio avventato e l'opinione stolta dei giudei il nostro Salvatore sarebbe stato collocato tra questi.
Su di me è scesa la tua ira e hai riversato su di me i tuoi flutti. Bisogna aggiungere: secondo la loro opinione e parere. Credevano che Dio fosse adirato contro lui e che Egli si meritasse tutti quei mali che gli infliggevano. Giustamente ha denominato flutti quelle sofferenze paragonandoli alle tempeste di un mare infuriato.
Hai allontanato da me i miei conoscenti. Chiama suoi conoscenti gli apostoli i quali, presi da paura, lo abbandonarono, fuggendo via [da lui]. Parlando di loro il Vangelo dic che i suoi conoscenti stavano lontano, per vedere come la cosa sarebbe andata a finire (Lc 23,49).
Mi considerarono un abominio. Gli uomini che lo gettarono nel luogo dei morti, non esitarono a considerarlo un abominio.
Sono stato consegnato e non potevo uscirne. Che bisogno c'era di prenderlo a tradimento, quando continuava a conversare con loro e non si separava mai da loro? Il Signore non fuggì ma andò incontro spontaneamente agli uomini che si erano diretti contro di lui. Alla turba che lo aggrediva, disse: “Chi cercate?”. Quelli risposero “Gesù Nazareno” e ad essi replicò: “Se cercate me, lasciate che costoro se ne vadano” (Gv 18, 7-8), riferendosi ai discepoli, dei quali si dice:
I miei occhi si sono indeboliti per la povertà. A motivo del grande amore che ha per loro, chiama gli apostoli, suoi occhi. Infatti Egli dice espressamente: “Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi” (Gv 15,9). Gesù spiega in modo palese questo significato che attribuisce all'occhio, quando dichiara: “Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo e gettalo via da te” (Mt 18,9). L'occhio rappresenta una cosa che ci è molto cara e che amiamo come fosse un nostro occhio. I discepoli, nel tempo della passione, per paura della morte, si indebolirono così tanto al punto che proprio colui che consideravano il più forte, lo ha rinnegato per tre volte. Questo avvenne a motivo della loro povertà. Miseria e abbondanza sono cose opposte. Cristo era l'abbondanza degli apostoli; trovavano e possedevano in lui tutto ciò di cui avevano bisogno, virtù, costanza, fortezza. Fuggendo via dall'abbondanza, si ritrovarono con la loro miseria.
Ho gridato a te, Signore, tutto il giorno, ho teso le mie mani a te. Gridò a voce alta, come leggiamo nel Vangelo, e disse: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito. E, reclinato il capo, rese lo spirito” (Gv 18,30). Posto sulla croce, stese le sue mani lungo tutto il giorno, come preannuncia il profeta: “Ogni giorno ho teso la mano ad un popolo infedele che si opponeva a me” (Rm 10,21; Is 65,2). Allargando così le sue mani in modo amorevole, abbracciò il mondo intero e attirò a sé tutti i credenti.
Fai tu forse prodigi per i morti o i medici li risusciteranno così che possano lodarti? Il Signore gridò sulla croce e il Profeta ci fa conoscere che cosa ha gridato. Soltanto il Padre sentì queste parole, perché il Figlio parlava soltanto con lui. Gli astanti poterono sentire altre parole che pronunciò anche con le labbra e non soltanto nel segreto del cuore. Come l'espressione: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno (Lc 23,34). Gridò dunque il nostro Salvatore, per coloro che in quel momento avevano aderito a lui ma anche per tutti gli altri che avrebbero creduto nel mondo intero. Considera invece morti e tenebra gli uomini che, come sapeva, non avrebbero creduto in lui, né alle sue parole, né ai suoi miracoli. É questo il senso dell'espressione: Fai forse prodigi per i morti? Il Signore compì molti prodigi per mezzo dei suoi santi davanti ai malvagi e ai peccatori, chiamati morti, ma essi obiettavano che erano compiuti non grazie alla potenza di Dio ma per l'arte magica. O i medici li risusciteranno così che possano lodarti? Sono veramente morti e diventato così insensibili che non possono riprendere vita né con le parole, né con i miracoli o con altre medicine. I medici di Dio sono gli apostoli e i dottori che facevano risorgere i morti e guarivano tutti i malanni e tutte le infermità.
Forse qualcuno potrà raccontare la tua misericordia stando nel sepolcro e annuncerà la tua fedeltà nella perdizione? Sembra dire: questi increduli non soltanto sono morti, ma anche stanno putrefacendosi dentro sepolcri imbiancati, ormai puzzolenti e consegnati alla perdizione: chi riuscirà ad annunciare loro la misericordia e la fedeltà di Dio?
Si conosceranno forse nelle tenebre le tue meraviglie e la tua giustizia nella terra della dimenticanza? Costoro sono tenebre, terra di dimenticanza, nei quali non si può trovare alcun ricordo di bene, immersi come sono nella tenebra dell'errore. É inutile e inefficace compiere prodigi per costoro e predicare loro la tua giustizia.
Io ho gridato a te. Non ho invocato per questi: “So chi sono quelli che ho scelto” (Gv 13,18). A favore di quali uomini ha invocato il Signore? Per i suoi discepoli e per coloro che avrebbero creduto in Lui grazie alle loro parole. Leggi nel Vangelo e vedrai che ha fatto così. Il Padre lo ha ascoltato subito, a favore di costoro. È questo il senso della frase: “Al mattino la mia preghiera ti previene”. Dice che accade al mattino poiché accade subito, senza alcun ritardo; come, al contrario, ciò che avviene in ritardo si dice che succede alla sera.
Perché Signore respingi la mia preghiera e distogli da me il tuo volto? Questo discorso sembra contraddire ciò che ha detto poco fa, poiché ha dichiarato che la sua preghiera era stata esaudita mentre ora attesta che è stata rifiutata. In che modo è stato esaudito, se la sua preghiera è stata respinta? Bisogna accertare allora se si deve distinguere tra tempi diversi o tra persone diverse. Mai il Padre ha rifiutato la sua preghiera, mai ha distolto da lui il suo volto. Si dice che l'ha rifiutata e che ha distolto il suo sguardo poiché non libera né esaudisce subito i santi che si trovano nel dolore ma permette che siano afflitti per lungo tempo. Non è rifiutata la preghiera di Cristo, sebbene per alcuni sia accolta al mattino, e per altri alla sera. Manifesta quanta compassione abbia verso i suoi servi, dal momento che non accetta che essi siano afflitti a lungo.
Povero sono io, e fatico dalla mia giovinezza. A favore di questi uomini con i quali sono solidale, a causa dei loro dolori insopportabili, pur essendo ricco, mi sono fatto povero; a loro favore sostengo fatiche e tribolazioni fin dalla giovinezza, da quando cominciai a predicare nella terra dei giudei; a loro favore sono stato innalzato sulla croce, umiliato e annientato nel sepolcro, condannato dai malvagi ad una morte ignominiosa e degradante.
Su di me sono passate le tue ire e i tuoi terrori mi hanno sconvolto. Questa frase corrisponde all'altra in cui dice: “Ciò che non ho rubato, lo dovrei restituire?” (Sal 68,3). Tutta l'ira di Dio che i peccatori meritavano, passò su Cristo, perché morendo per tutti, placò l'ira di Dio e il suo sdegno. Il terrore [permesso da] Dio lo sconvolse perché, come afferma lui stesso, non avrebbero avuto su di lui alcun potere se non gli fosse stato concesso dall'alto.
Mi circondarono come acqua tutto il giorno, mi circondarono tutti insieme. Con queste parole fa sapere di essere stato circondato e custodito da molti giudei con grande attenzione e cura, per impedire che fuggisse.
Hai allontanato da me l'amico, il prossimo e i miei conoscenti dalla mia sventura. Costoro rappresentano gli apostoli, i quali, dopo averlo abbandonato, fuggirono così che non poterono catturarli, perché così aveva voluto e ordinato. Infatti ha detto: “Se cercate me, lasciate che questi se ne vadano” (Gv 18,5). Bisognava che si realizzasse la parola promessa: “Padre, non ho perduto nessuno di quanti mi hai dato” (Gv 13,9).

Salmo 88

Sapienza di Ethan, Ezraita.
Ethan, significa robusto e Ezraita, seme di Dio. In questo salmo dobbiamo apprendere e custodire la sapienza dei forti e dei figli di Dio, ossia degli apostoli e dei martiri. Questo salmo rappresenta un testamento lasciata alla Chiesa affinché creda con fermezza e non abbia alcun dubbio circa il verificarsi di ciò che viene promesso in questo salmo.
Canterò in eterno, Signore, le tue opere di misericordia e con la mia bocca proclamerò la tua verità, di generazione in generazione. Il profeta si ripromette di cantare in eterno le azioni misericordiose di Dio e di proclamare la sua verità in tutte le generazioni. Ora ne spiega il motivo.
Tu hai detto: la mia misericordia sarà stabilita in cielo in eterno poiché la tua verità sarà preparata in loro in eterno. Tutti i santi sono chiamati cieli come, al contrario, i peccatori sono considerati terra. Perciò al primo uomo è stato detto: «Sei terra e in terra tornerai» (Gn 3, 19). Poiché i santi sono eterni, è eterna anche la misericordia e la verità con le quali sono stati salvati. Allora essa, durando per l'eternità, diventa in eterno un motivo di lode, come avviene di necessità che ogni capolavoro diventi un elogio dell'artista. Gli uomini che si salveranno grazie ai suoi interventi di bontà, loderanno le azioni misericordiose del Signore, per sempre.
Ho lascito una testimonianza ai miei santi. Ecco un altro motivo per il quale le azioni solidali di Dio sono celebrate in eterno: hai detto di voler lasciare ai tuoi santi una testimonianza e tutte le altre promesse che seguono. Allora da parte mia e da parte di tutti i fedeli che accoglieranno queste mie parole, canterò per sempre i tuoi atti di misericordia.
Ho giurato a Davide mio servo: in eterno durerà il tuo seme e stabilirò il tuo trono lungo i secoli. Ecco qual'è il testamento che Dio ha disposto di lasciare ai suoi eletti. Inoltre il fatto di aver giurato attesta la serietà del suo impegno; ogni sua promessa vale come un giuramento ed è molto di più di un giuramento che non può essere cambiato. In eterno durerà il tuo seme: come le tue parole non passeranno mai, così non verranno mai meno i tuoi figli. Stabilirò il tuo trono per la distesa dei secoli, perché da te nascerà Colui che avrà un trono ed un regno eterni. Come ho detto, Davide canta gli atti di misericordia di Dio per sempre, perciò il suo seme e la sua parola durano per sempre.
I cieli confesseranno le tue meraviglie e la tua verità nella Chiesa dei santi. I cieli, nei quali hai preordinato di riversare la tua misericordia e la tua verità, confesseranno e celebreranno le tue meraviglie e la tua verità, nella Chiesa dei santi. I cieli che hanno appreso a lodare e a celebrare Dio, rappresentano degli uomini dotati di ragione. Infatti chi annuncia il Vangelo, fa conoscere, senza dubbio, molte meraviglie e la fedeltà [di Dio].
Chi sulle nubi è uguale al Signore? Chi è simile a Dio tra i figli di Dio? I cieli annunciano questo messaggio ed è un messaggio di verità poiché nessuna creatura, per quanto sia ricca di merito, può essere paragonata al Figlio di Dio. Questi è l'unico Figlio di natura, mentre gli altri lo sono per grazia di adozione. Quando gli uomini, vedendo i prodigi che si verificavano per mezzo degli apostoli, volevano adorarli come fossero delle divinità, allora gli apostoli erano costretti a precisare: Chi fra le nubi è uguale al Signore? Chi sarà simile a Dio tra gli uomini? Noi, sembrano voler dire, siamo soltanto uomini e siamo i servi di quel Signore del quale voi, stoltamente, ignorate perfino l'esistenza. Gli apostoli sono quelle nubi delle quali è detto: Chi sono costoro che volano in alto come nubi? (Is 60, 8). Queste nubi lasciavano cadere le piogge non, per le loro capacità, ma per averle ricevute da quella fonte cristallina.
Dio è glorificato nell'assemblea dei santi. Questi è il Dio che viene glorificato e magnificato da tutti i santi. Egli è grande e degno di venerazione al di sopra di coloro che stanno attorno a lui. Questi stanno attorno a lui e s'avvicinano al suo trono; sono i più familiari a lui e sono amati da lui più di tutti gli altri. Infatti l'apostolo Giovanni nel libro dell'Apocalisse scrive di aver visto un Signore seduto in trono e attorno ad esso stavano venti quattro vegliardi (Ap 5,8). Tutti questi personaggi sono grandi e meritano venerazione ma Egli deve essere considerato molto più grande e degno di un rispetto ancora maggiore. Perciò aggiunge:
Signore Dio delle schiere, chi sarà simile a te? Sei potente, Signore, e la tua verità ti circonda. Ora il profeta ci fa conoscere chi siano coloro che stanno attorno a Lui, rispetto ai quali egli è più forte e più potente di tutti, al punto di essere il Dio delle schiere, al quale nessuno può essere paragonato. La tua verità ti circonda. Questi che stanno attorno a te e sono uniti a te con familiarità, che hanno insegnato e annunciato la tua verità, rappresentano, come credo, i patriarchi, gli apostoli e i dottori. Giustamente sono chiamati verità di Dio, perché nei loro discorsi, con molte asserzioni, è provato quanto Dio sia veritiero.
Tu domini la forza del mare, di quel mare del quale è stato scritto: «Ecco il mare grande e spazioso» (Sal 103, 25), nel quale è raffigurato questo mondo. Il diavolo ne è il dominatore e despota, come ha fatto conoscere il Signore: «Viene il principe di questo mondo ma non può nulla contro di me» (Gv 16, 11). L'apostolo insegna: «Non dobbiamo combattere contro la carne e il sangue, ma contro i principi e le potenze, contro i dominatori di queste tenebre, contro torme di spiriti maligni in cielo» (Ef 6, 12). Sopra questa potenza,  o piuttosto sopra queste potenze (sono molte infatti) domina il Signore e li costringe, secondo il suo volere, a non sconvolgere questo mare nella misura del loro intento. Questo è precisato nel versetto: tu plachi la violenza dei suoi flutti. L'istigazione del diavolo e il suggerimento della sua malizia sono così forti che tutti gli uomini si ucciderebbero tra loro, se il Signore non calmasse i rancori degli uomini, alimentati di continuo dal suo veleno.
Tu umiliasti il superbo come uno che è stato colpito. Egli non è soltanto orgoglioso ma in un altro passo è chiamato sovrano [che domina] su tutti i figli della superbia. Il Signore ha umiliato costui come lo avesse colpito, poiché lo legò con forza e lo derubò dei suoi beni. Si dice che sarà lasciato libero dopo mille anni. Nella potenza del tuo braccio hai disperso i tuoi nemici. Questi nemici rappresentano i giudei i quali, espulsi dalla loro patria, si sono dispersi nel mondo, per opera della potenza e della forza del nostro Salvatore.
Tuoi sono i cieli e tua è la terra; l'universo e la sua pienezza tu hai fondato. Tu, che fosti crocifisso dai giudei, sei il Signore del cielo e della terra, anzi sei tu che hai creato l'universo e tutto ciò che in esso è contenuto,  e il suo fondamento nessun uomo può conoscerlo se tu non glielo manifesti.
Hai creato aquilone e il mare. Il nostro Salvatore viene molto lodato e onorato, quale Creatore di tutto. Che cosa rappresenta aquilone? In un altro passo leggiamo: «Da aquilone stanno per sopraggiungere mali su tutti gli abitanti della terra» (Ger 1, 14). Il mare invece simboleggia i ministri obbedienti a lui, per il fatto che soltanto il vento è in grado di dominare il mare. Il diavolo è una creatura di Dio ma si gonfiò a tal punto di superbia da paragonarsi all'Altissimo. Per questo il Signore dice al beato Giobbe: «Ecco Behemot, che io creai al pari di te» (Gb 40, 10).
Il Tabor e l'Ermon esultano nel tuo Nome. Tabor significa luce che viene, mentre Ermon, il suo anatema. Questi due monti prefigurano gli apostoli e la Chiesa, visto che in diversi passi sono chiamati monti. Gli apostoli, infatti, sono una luce che viene: muovendosi ovunque, con zelo, rifiutando l'inoperosità, hanno illuminato in ogni parte del mondo con il loro insegnamento. [Parla poi della] Chiesa, o meglio del suo anatema: deve nominare sempre colui di cui parla come un essere irritante e turpe, perchéperchéperché non smette di scomunicarlo, di cacciarlo con [il rito del] soffio, e di maledirlo. Potrai rendertene conto se ti informerai sull'azione dei sacerdoti durante gli scrutini [dei catecumeni]. Costoro esultano sempre nel suo nome poiché godono grandemente di essere e di proclamarsi cristiani. Il tuo braccio con potenza. Il braccio del Padre è il Figlio e il braccio del Figlio sono gli apostoli. Gli apostoli erano dotati di così grande potenza da cacciare i demoni in fuga, da vincere tutti i loro nemici e da risanare tutte le malattie e infermità.
Si rafforzi la tua mano, s'innalzi la tua destra. Il braccio, la mano e la destra significano la stessa cosa. Questa mano, questa destra venne tanto consolidata ed esaltata, quando gli apostoli ricevettero lo Spirito Santo poiché allora furono costituiti sacerdoti e i migliori tra gli uomini, e per questo dice a loro il Signore: «Vi darò bocca e sapienza alla quale non potranno resistere e contraddire i vostri avversari» (Lc 21, 15). Si rafforzi la tua mano, s'innalzi la tua destra. A che scopo? Per costruire e preparare il tuo trono. Con quali strumenti? Giustizia e diritto sono la base della tua sede. La Chiesa è sede di Dio nella quale il nostro Salvatore è stato costituito Sommo Sacerdote. Da questo fatto deriva che tutti i vescovi chiamino loro sedi le Chiese nelle quali sono stati ordinati. La sede di Dio è costruita con la giustizia e il diritto poiché non vi è alcuna bellezza, dove mancano giustizia e diritto. Che cos'è la misericordia? Forse anch'essa non costituisce una parte fondamentale di questa sede? Per questo, allora, giunge la specificazione:
Misericordia e verità precederanno il tuo volto. Questo versetto viene confermato dall'altro che dice: «Misericordia e verità si sono abbracciate» (Sal 84, 11). In Cristo sono congiunte misericordia e verità, la quale è anche chiamata giustizia e sono congiunte in modo naturale perché quando Egli agisce con giustizia è misericordioso e quando agisce con misericordia, è giusto. Queste due virtù camminano davanti al volto di Cristo, poiché in tutte le sue azioni egli si comporta seguendo il loro dettame e non agisce mai in modo contrario alla misericordia e alla giustizia. Perciò giustamente altri dicono: «Tutte le vie del Signore sono misericordia e verità» (Sal 24, 10). Beato il popolo cristiano perché è il solo a conoscere la gioia. Il giubilo è una gioia ineffabile che si gode nel secreto del cuore riguardo a Dio, e che non può essere espressa né a parole né con gli scritti. Il Profeta ha voluto dire anche questo: le parole che adesso vengono dette debbono suscitare gioia e letizia in tutti i fedeli.
Signore, camminano alla luce del tuo volto. Signore, alla luce del tuo volto camminano i tuoi cristiani, poiché sarai il loro occhio e illuminerai i loro occhi a somiglianza delle tue luci. Solo i cristiani si trovano nella luce mentre gli altri uomini sono ciechi e camminano nelle tenebre. Nel tuo nome esulteranno tutto il giorno e si gloriano del loro nome perché i cristiani sono chiamati così da Cristo. Esulteranno nella tua giustizia. Se il nostro Salvatore non fosse così giusto, quelli che muoiono per lui non sarebbero glorificati così tanto ma lo sarebbero, al contrario, quelli che parlano male di lui.
Tu sei la gloria della loro virtù. Tu sei la gloria, il premio e la corona della loro virtù. Perciò non soltanto tutto il giorno ma in ogni tempo devono godere ed esultare. Ottiene una grande gloria dalla propria virtù perché merita di ottenere Dio stesso, come compenso della sua virtù. Nel  tuo  beneplacito, sarà esaltato il nostro corno. Se qualcuno ti chiede, riguardo al corno [ossia alla forza ] dei Cristiani, e vuole sapere come mai la loro virtù e la loro forza sia così celebrata, rispondi: Dio ha voluto così e dipende dal suo volere; non sono esaltati ed elevati così in alto a motivo dei loro meriti precedenti.
poiché l'assunzione della carne dipende dal Signore e dal Santo d'Israele, nostro re. Parla dell'assunzione della nostra carne che non un angelo né un arcangelo, ma il Figlio di Dio ha compiuto, accettando di rivestirsi di essa per redimerci e glorificarci. In questo atto di assunzione sta ogni virtù, forza, gloria e potenza e tutta la nostra beatitudine. Segue un discorso rivolto a Dio Padre.
Allora hai parlato ai tuoi figli in modo chiaro e hai detto: Ho dato un aiuto al potente e ho esaltato un eletto dal mio popolo. Come sogliono fare i profeti, parla del futuro come fosse già un fatto passato. Quando il nostro Salvatore divenne uomo, il Signore ha parlato ai suoi figli, ossia a tutte le nazioni del mondo, come dobbiamo pensare, e fece comprendere a tutti i fedeli [il significato] delle cose che sono scritte riguardo alla passione, alla risurrezione e all'ascensione di Cristo, in questi salmi, nella Legge e nei profeti come nelle altre Scritture. Perciò parlò loro con chiarezza, in modo aperto e manifesto, [spiegando] ciò che prima aveva illustrato in modo occulto ed oscuro. Ora ascoltiamo ciò che il Signore comunica ai suoi figli, riguardo al suo Figlio Unigenito, sia per mezzo dei profeti e degli apostoli sia per mezzo di altri annunciatori. Ho dato un aiuto al potente e ho esaltato un eletto dal mio popolo. Questo discorso dobbiamo pensare che riguardi esclusivamente la sua umanità, non la divinità. Il Signore ha posto per noi un aiuto in vista della nostra redenzione e salvezza in un uomo potente, anzi piuttosto in una persona che è onnipotente. In altri passi si dice a suo riguardo: Lo porrò come salvezza, agirò in lui dandogli fiducia (Sal 2,6). Sono stato costituito re da Lui sopra il Sion suo monte santo, annunciando il decreto del Signore (Sal 2,6).
Ho trovato Davide mio servo. Ho trovato Davide mio servo, un uomo forte, sapiente senza peccato e nato senza la concupiscenza della carne. Il Servo per la natura umana è chiamato Cristo.
Lo unto con il mio santo olio. Altrove leggiamo: Dio ti ha unto, il tuo Dio, con olio di letizia al di sopra dei tuoi compagni ( Sal 44, 8). In lui, come sta scritto, riposa corporalmente tutta la pienezza della divinità (Col 2,9). Parlando di sé dice: Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato e mi ha mandato ad evangelizzare i poveri (Lc 4,18).
La mia mano lo aiuterà e il mio braccio lo sosterrà. Mano e braccio rappresentano la forza e il sostegno del Padre, venuti in soccorso di Cristo, nella misura della sua richiesta.
Il nemico non prevarrà su di lui e il figlio dell'iniquità  non gli nuocerà. Si tratta di quel nemico, del figlio dell'iniquità, del quale il Signore dice nel Vangelo: Viene il principi di questo mondo e contro di me non può nulla ( Gv 16,11). Tranne Cristo, ogni uomo di questo mondo conserva qualcosa che appartiene al diavolo; soltanto Lui è nato senza peccato, soltanto Lui non commise peccato e non si trovò inganno nella sua bocca ( 1 Pt 2,22). Nell'uomo il diavolo vuole riavere soltanto ciò che riconosce come opera sua e alla persona, nella quale non avrà trovato nulla che gli appartenga, non potrà fare nulla di male con le sue accuse. In che modo avrebbe potuto nuocere al nostro Salvatore, al quale non avrebbe neppure potuto neppure accostarsi, se lo avesse voluto fare. Perciò aggiunge:
Farò a pezzi i suoi nemici davanti a Lui, e metterò in fuga coloro che lo odiano. Questo può essere pensato riguardo agli spiriti maligni e riguardo a tutti gli altri nemici. é opportuno pensare che si riferisca al giudizio.
La mia verità e la mia misericordia [saranno con lui]. Nella verità e nella misericordia del Padre, che era con lui ed in lui, possiamo veder rappresentata la sua divinità che lo guidava sempre e lo animava. Perciò aggiunge: Nel mio nome sarà esaltato il suo corno. Al Padre e al Figlio appartiene un unico nome perché il Padre e il Figlio sono chiamati Dio. Il Salvatore è esaltato nel nome del Padre poiché la sua umanità è glorificata non nel suo nome e neppure nella sua potenza ma nel nome della divinità.
Porrò la sua mano sul mare e sui fiumi la sua destra. Mari e fiumi rappresentano questo mondo, infatti: le molte acque, sono i numerosi popoli. La mano del Signore si trova sul mare e sui fiumi poiché ovunque si parla della sua forza e potenza.
Egli mi invocherà: Tu sei mio Padre, mio Dio e operatore della mia salvezza. L'espressione Padre mio è in relazione con la sua divinità, mentre tutto il resto esce dalla sua umanità. Esamina il Vangelo e vedrai che in molti passi egli ha chiamato Dio suo padre. Di conseguenza i giudei dissero a Pilato: secondo la legge deve morire perché si è fatto Figlio di Dio (Gv 19, 7).
Lo costituirò mio primogenito, il più alto tra i re della terra. Egli, secondo la sua divinità è primogenito e unigenito del Padre e, secondo l'umanità è primogenito e unigenito della madre. Il Padre lo stabilì nella sua umanità come primogenito di tutti poiché stabilì che egli avesse l'onore e la dignità di Primogenito al di sopra di tutti. Esaù, invece, perdette quest'onore avendo preferito vendere la sua primogenitura per un piatto di lenticchie. Non lo rese soltanto un primogenito ma lo esaltò al di sopra di tutti i re.
Gli conserverò per sempre la mia misericordia. Un tempo, quand'era uomo, ebbe bisogno della misericordia del Padre poiché anch'egli, come gli altri uomini, soffriva per l'indigenza. Lo dimostra il fatto che, affaticato ed assetato, chiese da bere alla donna samaritana. Ora non ne ha più bisogno, mentre noi ne abbiamo sempre bisogno. A vantaggio nostro ha detto allora per sempre perché noi possiamo essere salvati soltanto per la misericordia di Dio. E il mio patto gli sarà sempre fedele. Il suo patto è fedele perché è stabile e sicuro ed attua ciò che ha promesso senza mancare a nessuna delle sue promesse.
Porrò il suo trono nei secoli. Questo annuncio corrisponde a quello comunicato dall'angelo a Maria, beatissima: Il Signore gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà in eterno sulla casa di Giacobbe (Lc 1, 32). E altrove: Il suo potere è un potere eterno che non gli sarà mai tolto e così è il suo regno che non verrà meno (Dn 7, 14). Perciò aggiunge: il suo trono come i giorni del cielo. I giorni della terra sono materiali e ad un certo punto, finiscono; i giorni del cielo sono eterni e non avranno mai fine. Il suo trono sarà come i giorni del cielo perché sarà eterno e non avrà fine. I versetti che seguono riguardano la Chiesa e mostrano l'ineffabile misericordia che Dio ha verso di essa.
Se i miei figli abbandoneranno la mia legge e non cammineranno secondo le mie norme, se profaneranno le mie promesse e non custodiranno i miei comandamenti... Che cosa farò ad essi? Vuoi sapere che cosa farà?
Visiterò con la verga le loro iniquità e con i flagelli i loro peccati. Che cosa farà ancora: Non allontanerò da lui la mia misericordia, non smentirò la mia verità, non profanerò il mio patto nè abolirò ciò che è uscito dalla mia bocca. Che cosa il Signore avrebbero potuto promettere ai suoi servi di più grande o pari a lui? Non c'è alcun spazio per la disperazione ma a tutti coloro che si convertono, fa misericordia, ma non promette questo dono agli altri. Il Signore ha promesso: Il peccatore, in qualsiasi momento si sarà convertito e si sarà addolorato, otterrà che tutte le sue mancanze siano dimenticate (Ez 33). In che cosa consistono queste mancanze? Osserva ciò che dichiara ora.
Se i miei figli abbandoneranno la mia legge e non cammineranno nelle mie vie, se profaneranno il mio patto e non custodiranno i miei comandamenti. Per patti dobbiamo intendere tutti i sacramenti della Chiesa. Visiterò con la verga le loro iniquità e con i flagelli i loro peccati. Il Signore visita con la verga le loro iniquità e con i flagelli i loro peccati, quando, a motivo dei nostri peccati che meritano di essere castigati con pene gravissime e con la morte, ci punisce con una pena leggera e si propone di umiliarci e di castigarci con misericordia in questa vita e nell'altra.
Ma non ritrarrò da lui la mia misericordia, non muterò la mia promessa, non violerò il mio patto e non abolirò ciò è uscito dalle mie labbra. Il Signore promette questo nella sua verità affinché si creda a lui fermamente, nel quale dimora sempre la verità e che non può mai mentire. Il Signore profanerebbe il suo patto e annullerebbe le sue parole, se non adempisse le sue promesse o facesse qualcosa in contrario. Ciò che ha detto al singolare, non ritrarrò da lui la mia misericordia, non muterò la mia promessa, vale allo stesso modo come se avesse parlato al plurale, poiché egli è il nostro Capo e noi siamo sue membra. Egli ne parla al Padre in questo modo: Padre, voglio che come tu, ed io siamo uno, così anch'essi siano una cosa sola in noi (Gv 17, 24).
Un tempo ho giurato nel mio santuario e non mentirò a Davide. Anche altrove dice la stessa cosa: il Signore parla una sola volta e non la ripete una seconda volta, poiché ciò che dice è stabile e sicuro e non ha bisogno di essere ripetuto. Il Signore ha giurato con fermezza nel suo santuario, cioé nel suo diletto Figlio al quale non mentirà. Ha giurato a se stesso per mezzo del Figlio perché non ha qualcosa di più grande su cui giurare.
Che cosa ha giurato? Il suo seme rimarrà per sempre e il suo trono starà come il sole alla mia presenza e come la luna perfetta per sempre, testimone fedele nel cielo. La sua discendenza, il suo insegnamento e i suoi figli rimarranno per sempre. La sua sede è la Chiesa, come lo è ogni singola anima retta poiché l'anima del giusto è la sede della sapienza. Questa brillerà come il sole davanti a lui poiché, come dice lo stesso Signore: I santi risplenderanno come il sole nel regno di Dio e come la luna perfetta per sempre (Mt 13, 43). Essa non decresce più ma resterà in eterno nella sua perfezione e pienezza. Di tutte le cose che ho giurato e promesso, rimane fedele testimone per voi nel cielo il nostro Salvatore, che parla per noi, che difende la nostra causa e intercede per noi ogni giorno. Fino a qui ha parlato il Signore. Ora il profeta parla e si lamenta perché il Signore ha ritrattato il suo patto. é ciò che ora dice:
Tu hai ripudiato, annientato e hai respinto il tuo consacrato, hai rovesciato l'alleanza del tuo servo, hai profanato fino a terra il suo santuario. Tu hai confermato per sempre il patto concluso con il tuo figlio Davide, hai ripudiato, annientato e respinto l'alleanza con il tuo servo Davide. Questo è accaduto perché hai respinto il tuo Cristo. Se non l'avesse inviato a noi, non si direbbe di noi ciò che viene detto di coloro ai quali fu inviato: Venne nella sua casa e i suoi non l'accolsero (Gv 1, 11). In questo spazio di tempo che trascorse da DAvide fino a Cristo, la Sinagoga ha subito molte e gravi persecuzioni. Dapprima da parte dell'Assiria al tempo di Isaia, poi dai Caldei al tempo di Geremia, poi dai Greci al tempo dei Maccabei. Infatti  il tempio fu distrutto e la città fu devastata e molti giudei dovettero abbandonare le loro leggi e sottostare in esilio agli usi dei pagani. é questo ciò che viene pianto dal profeta, mentre si lamenta che il patto stabilito sia stato profanato. Quando si dice che il santuario è stato profanato in terra, significa che sui suoi altari sono state sacrificate carni suine.
Hai distrutto tutti i suoi recinti e hai reso la sua fortificazione uno spavento. Non ci fu alcuna fortezza che poté essere difesa: mura possenti vennero ridotti in macerie. I loro vicini, che fino allora li temevano, ora si unirono ai loro nemici e li dileggiarono.
L'hanno depredato tutti i viandanti, divenne un obbrobrio per i suoi vicini. Tutto ciò che fu fatto contro quel popolo, Davide dice che avvenne contro di lui. Rovinano il popolo di Dio quelli che trasgrediscono e non sanno procedere nella via della rettitudine.
Hai fatto trionfare la destra dei suoi nemici, hai rallegrato tutti i suoi avversari. Hai rimosso l'aiuto della sua spada e non l'hai soccorso nello scontro. Tutti questi fatti accaddero alla lettera se pensiamo al tempo dei Caldei. Anche le frasi successive devono essere interpretate alla lettera.
L'hai spogliato dalla sua purezza e a terra hai spezzato il suo trono. Questo avvenne quando non poterono più offrire sacrifici, che erano soliti sacrificare secondo la legge. I giudei, infatti, non potevano offrire sacrifici fuori della loro patria.
Hai abbreviato i suoi giorni, hai riversato su di lui vergogna. Hai abbreviato quei giorni durante i quali quel popolo sperava di regnare e di possedere quella terra. Perciò anche solevano dire: tempio del Signore, tempio del Signore è questo. Speravano in quel tempio e credevano che quella città fosse invincibile. Il Profeta parla fino a qui. Ora parla la Chiesa, le cui immense sofferenze e tribolazioni sono significate da queste persecuzioni che ora sono state raccontate dal profeta e subite dal popolo dei Giudei. Dopo quelle ha voluto parlare di queste perché si assomigliano in molti tratti e, come ho detto, sono prefigurate in esse. Parli dunque la Chiesa e, tra le sofferenze che patisce, riporti alla memoria del Signore le azioni di misericordia che le erano state promesse. Il Signore aveva promesso che l'avrebbe visitata con la verga. Forse Dio considera una verga, ciò che essa ritiene siano dei tormenti.
Fino a quando, Signore, sarai adirato? Forse sino alla fine? Cessi ora la tua indignazione ed abbi pietà del tuo popolo. Fino a quando brucerà come fuoco la tua ira? Colei che parla in questo modo mostra di percepire [i dolori di cui soffre] come se fossero punture di scorpione e non come una semplice verga. 
Ricordati, Signore, di quale sia la mia sostanza. Non ho la durezza delle pietre e non ho un corpo di bronzo (Gb 6, 12). Sono terra, sono fragile e soffro tutti questi tormenti. Tu li consideri colpi di verga mentre io non sono in grado di sopportarli. Non invano hai creato i figli dell'uomo. Li avresti creati inutilmente se tu li mettessi alla prova al di sopra delle loro possibilità e se non li liberassi da sofferenze così acute.
Quale uomo vivente non vedrà la morte o libererà la sua mano dalla mano degli inferi? Vale a dire: Se il Signore non avesse soccorso i suoi santi mentre erano nella sofferenza, tutti lo avrebbero rinnegato per paura della morte e mentre volevano scampare dalla morte temporale, sarebbero incorsi nella morte eterna e avrebbero dovuto sopportarla, senza riuscire a liberare le loro anime dai tormenti dell'inferno.
Dove sono i tuoi atti di misericordia d'un tempo, Signore, come giurasti a Davide nella tua verità? Tu hai promesso a Davide, non al profeta Davide, ma al tuo figlio Davide, che non lo avresti lasciato privo del tuo amore; non solo glielo promettesti, ma lo giurasti nella tua verità; tanto più che ogni tua promessa vale quanto un giuramento. Dov'è allora il tuo soccorso misericordioso?
Ricorda l'obbrobrio dei tuoi servi, che ho patito nel mio seno da parte di molti popoli. Tieni presente l'obbrobrio che i tuoi servi hanno dovuto subire, non soltanto da parte dei giudei ma anche da parte di molti altri popoli; per quanto mi riguarda, dichiara la Chiesa, non ho dimenticato e il male che ho sopportato fortemente nel mio seno e nel mio cuore, l'ho affidato alla memoria. Che cos'é? Lo precisa ora:
L'insulto con cui i tuoi nemici hanno schernito, Signore, rivolgendolo contro il mutamento del tuo consacrato. Si riferisce all'insulto con il quale i giudei ed altri miscredenti sogliono rivolgere contro di noi per offenderci vivacemente [dicendo che] noi adoriamo un uomo crocifisso e condannato ad una morte crudele. La Chiesa tuttavia in modo aperto ha chiamato cambiamento ciò che loro vedono soltanto come una morte orrenda. Davvero è stato un grande cambiamento, piuttosto che una morte: per essa si passa dalle tenebre alla luce, dalla miseria alla somma gloria e felicità.
Benedetto il Signore in eterno: amen, amen. Penso che la Chiesa, all'improvviso, abbia avvertito l'irrompere della misericordia di Dio, se, nel mezzo delle sue lamentazioni, ha introdotto all'improvviso questa parola di benedizione e di ringraziamento. Infatti anche Giobbe, gravemente afflitto, sembra abbia proferito espressioni simili: Il Signore ha dato, il Signore ha tolto; come è piaciuto al Signore, così è accaduto. Sia benedetto il nome del Signore (Gb 1, 21).

Salmo 89

Preghiera di Mosé, uomo di Dio.
Nei libri di Mosè non si trova questo salmo. Tuttavia qui si parla di quanto ha detto Mosè riguardo all'origine quando Dio creò il cielo e la terra: “Prima che i monti nascessero o fosse formato il mondo, da sempre e per sempre tu sei Dio”. Questo salmo ricorda anche la caduta dell'uomo, mentre la sua creazione è stata raccontata in quei libri. Era giusto che il profeta che parlò della creazione, parlasse anche della caduta.
Signore, tu sei stato per noi un rifugio, di generazione in generazione. La Chiesa parla della venuta del nostro Salvatore. Ora riconosce di avere un rifugio molto valido, mentre prima, nel tempo precedente, non aveva goduto di alcuna difesa. Signore – dice – sei diventato per noi un rifugio a partire dalla generazione e dalla progenie della tua incarnazione. Ricorrendo a te, guadagniamo sicurezza perché prima non potevamo contare su nessun aiuto. Non ti rimproverino i giudei dicendo: “Non hai ancora cinquant'anni” (Gv 8,57), perché tu non soltanto esistevi prima di Abramo ma sei prima del cielo e della terra. È ciò che dichiara ora:
Prima che i monti nascessero o il mondo fosse formato, da sempre e per sempre tu sei Dio. Tu sei Dio e vivi in eterno. Non hai mai avuto inizio e non hai mai fine, ma ora, per noi, per diventare nostro rifugio, sei diventato uomo.
Non ridurre l'uomo alla sua umiltà. Che significa? C'è un'umiltà positiva, che tutti dovremmo avere, e un'umiltà negativa, a causa della quale l'uomo viene sottomesso ai vizi e agli spiriti maligni. Il salmista teme questa seconda umiltà e ha paura di acquisirla. Hai detto: Convertitevi, figli dell'uomo. É diventato per noi un rifugio e per mezzo degli apostoli e degli altri annunciatori ci ha detto: “Convertitevi, figli dell'uomo”. Questa tua esortazione è molto valida e noi dobbiamo assecondarla con grande impegno. Perché?
Mille anni ai tuoi occhi è come il giorno di ieri, che è passato; come un turno di veglia nella notte, del quale non si ha alcun ricordo. Lascia intuire: così passano i loro anni.
Al mattino è come l'erba, che dura poco; al mattino fiorisce ma dura poco; alla sera, cade, indurisce e inaridisce. Sembra dire: sebbene l'uomo viva per mille anni, tutta la vita presente non è che un niente. Mille anni ai tuoi occhi non sono altro che come il giorno che è passato, che fu e non è più. Come un turno di notte, il quale, per la sua brevità, è considerato un nulla, così sono gli anni degli uomini; l'uomo misero al mattino passa come un filo d'erba. Mattino e sera s'oppongono tra loro; il mattino significa al più presto e la sera, tardi. Al mattino, l'uomo appare una cosa che dura un momento come lo è l'erba; in fretta perde il fiore della sua bellezza ed è ciò che ora afferma: “Al mattino fiorisce e passa”. L'uomo si trova al mattino quando è giovane, per questo si dice che la giovinezza sia il fiore dell'età. Alla sera cade. L'espressione significa la morte che avviene nella vecchiaia. Perché [dice che l'uomo] cade? La vecchiaia è la sera della vita. L'appassire e l'inaridire dell'uomo dobbiamo intenderlo come il suo ritornare in polvere; il fatto che da quel fiore e da quella bellezza rimangano soltanto delle ossa aride e secche. Da queste parole appare chiaro come Mosè in questa sua considerazione ha descritto bene la caduta dell'uomo come ha descritto la creazione. Segue.
Siamo venuti meno a causa della tua ira e siamo stati turbati per il tuo furore. Perché? Hai posto davanti ai tuoi occhi le nostre iniquità e il nostro tempo alla luce del tuo volto. Tutti i nostri giorni svanirono e noi siamo venuti meno a motivo della tua ira. Perciò i nostri anni sono costruiti come una ragnatela. I nostri anni passano, sono fragili, brevi e vani; sono da paragonare e da stimare come una tela di ragno poiché, come è stato detto prima, siamo venuti meno nella tua ira e siamo rimasti turbati nel tuo furore. Questo accade a causa del peccato dei progenitori. Il Signore ha posto le nostre iniquità davanti ai suoi occhi, perché non le ha dimenticate e non lascia che passino senza punizione. Corrisponde a quanto afferma: il nostro tempo alla luce del tuo volto. Il nostro tempo significa la nostra vita, il comportamento cattivo. Ecco abbiamo sentito il motivo per il quale i nostri anni sono costruiti come una ragnatela. Segue:
I giorni dei nostri anni sono pochi. Talvolta settant'anni vengono trascorsi in buona salute. Questo vale per i più. Pochi invece raggiungono gli ottant'anni, ma questo [traguardo viene raggiunto dai] più vigorosi. L'uomo vive in buona salute quando tutte le sue membra conservano sane ed integre le loro facoltà. Sono così gli uomini considerati robusti, che s'ammalano molto di rado. Questi sono davvero solidi perché, rimanendo sani e incolumi, vivono pieni d'energia. Capita che alcuni, ancora da giovani, perdono in gran parte la vista o l'udito o qualche altro senso del corpo. C'è chi, trovandosi in età adulta, la penultima della vita, vive ancora con grande energia ma deve affrontare fatiche e dolore. Alcuni possono giungere fino a questa età mediana ancora in grande vigore, ma nel passare alla successiva trovano travagli e sofferenze, malattie, le ansietà derivanti dalla ristrettezza e dalla miseria, senza pensare che la vecchia è già di per sé una malattia. Quale godimento o quale piacere di questa vita può avere chi non possiede più la vista o l'udito, chi, perduti i denti, non può più masticare il cibo o chi, stando sempre fermo in un posto come fosse un sasso, non sembra molto differente da un morto?
É possibile vedere nei settant'anni la vita attiva e negli ottant'anni quella contemplativa. Il numero sette richiama l'attiva perché l'intero decorso della vita si svolge nella divisione della settimana; il numero otto, invece, ricorda la contemplazione, perché l'ottavo giorno è l'inizio di una settimana successiva ma con quest'altra settimana intendiamo riferirci all'altra vita. Giungono bene alla vecchiaia gli uomini che hanno vissuto tutti due gli aspetti, l'attivo e il contemplativo. In un altro passo leggiamo: “Dammi la settimana parte, senza dimenticare l'ottava” (Sir 11,2). In altre parole, donami l'azione e la contemplazione in modo che usiamo i beni temporali senza perdere quelli eterni. Ciò che eccede questi elementi o rimane fuori da queste componenti della vita, diventa fatica e dolore.
Abbiamo ottenuto la mansuetudine e siamo corretti. Gli anziani, che possono godere di una buona vecchiaia, dopo aver allontano da sé e aver vinto ogni forma d'orgoglio e di malvagità, ottengono la mitezza. Sono corretti perché, dopo aver cambiato in meglio la loro esistenza, giunti oramai all'ultima ora, cominciano a lavorare nella vigna del Signore.
Chi conosce l'impeto della tua ira? L'uomo che non teme di offenderlo, ancora non ha compreso quanto sia terribile cadere nelle mani del Dio vivente (Eb 10,31)... valutare il tuo sdegno preso da timore?, è sottintesa l'espressione: chi è in grado. Valuta bene [la forza] dello sdegno di Do, preso dal timore di lui, il fedele che, volgendosi ad una vera conversione, pensa a quanto e a come ha offeso Dio.
Fammi conoscere quale sia la tua destra. Forse chiede questo: fammi sperimentare in questa vita la tua mano destra che corregge per non venire punito più aspramente nella vita futura. La destra di Dio può rappresentare il nostro Salvatore, a motivo del discorso successivo:
Quelli che sono stati istruiti nel cuore dalla sapienza. Vale a dire: affinché possiamo valutare il tuo sdegno, facci conoscere il Figlio tuo, i profeti gli apostoli, istruiti in modo sapiente, che parlano in modo oscuro e difficile. Chi li comprende bene, non gli manca nulla per poter giungere alla completezza della conoscenza. Questi conosce la via che si percorre alla destra, che conduce alla vita, mentre respinge quella a sinistra che porta alla morte.
Convertici, Signore, fino a quando? Abbandono del tutto il tuo sdegno; sii disposto ad ascoltare e ad esaudire i tuoi servi, che hai amato al punto da mandare loro il Figlio tuo.
Ci siamo colmati al mattino della tua misericordia; abbiamo esultato e goduto per tutti i nostri giorni. Alla nascita del Signore, la notte è trascorsa e terminata e ha cominciato a risplendere il giorno di quest'ultima epoca [della storia del mondo]. A partire da questo mattino, abbiamo cominciato a colmarci della tua misericordia, o Signore, e abbiamo potuto esultare e rallegrarci per tutti i giorni della nostra vita. Che dire, allora, di quelle sofferenze per le quali siete stati colpiti da tormenti e da umiliazioni? Segue:
Ci siamo rallegrati per tutti i giorni nei quali ci hai fatto subire delle umiliazioni e per gli anni nei quali abbiamo conosciuto il male. Sembra dire, ci siamo dilettati e ancora ci dilettiamo soprattutto di quei grazie ai quali possiamo aspettarci un onore e una gloria più grandi, grazie ad essi.
Custodisci i tuoi servi; Signore e prenditi cura della tua opera e guida i loro figli. I suoi servi sono stati creati da lui perché è stato lui a crearli e a farli; Egli li custodisce anche adesso quando impedisce che errino e pecchino. Sono loro figli i fedeli che li imitano nella fede, nelle opere e nella dottrina.
Sia lo splendore del Signore Dio su di noi: affinché, visto che siamo stati creati a sua immagine, veniamo anche rinnovati a sua immagine. Nel regno di Dio i santi risplenderanno come il sole. Giovanni l'apostolo infatti scrive: “Carissimi, siamo già figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora manifestato. Sapiamo che quando ciò sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo come Egli è” (1 Gv 3,2).
Guidaci nelle opere delle nostre mani. Non si trovi nulla di corrotto, di perverso e di traviato, come avviene nelle opere degli uomini così descritti: “I vostri pensieri non sono i miei pensieri, le vostre vie non corrispondono alle mie; come il cielo è elevato sulla terra, così le mie vie sovrastano le vostre e i miei pensieri superano i vostri” (Is 55,8). 

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