lunedì 9 gennaio 2012

Bruno di Segni Salmi 90-100

Salmo 90

Questo salmo contiene la lode - cantico di Davide, del Davide [futuro] al quale si promette: “Cadranno mille al tuo fianco e diecimila alla tua destra, ma i [nemici] non si avvicineranno a te. Camminerai sull'aspide e sul basilisco, calpesterai il leone e il drago”.
Chi abita al riparo dell'Altissimo e dimora sotto la protezione del Dio del cielo. Il profeta parla contro i giudei ma anche contro gli spiriti maligni perché hanno tramato contro il nostro Salvatore ed hanno escogitato pessimi inganni. Chi abita al riparo dell'Altissimo, ovunque egli dimori, anche in mezzo ai suoi nemici o avversari, non temerà il pericolo notturno, né la freccia che vola nel giorno, né la minaccia che s'aggira di notte, né l'assalto del demone meridiano. Non avrà alcuna paura perché viene protetto dal Dio del cielo. Come potrebbe temere se lo protegge il Padre onnipotente e la sua stessa divinità, con cui è unito, gli fornisce rifugio e sicurezza?
Dice al Signore: mio sostegno sei tu, mio rifugio, mio Dio. Ora il nostro Salvatore parla come uomo perché, quale Dio, non ha bisogno di questi sostegni. Egli stesso potrà ripetere tali assicurazioni, quando si troverà in necessità. Nel pronunciarle, anzi nell'atto di pensare o di volere, subito il suo desiderio si realizzerà. Che cosa potranno fare contro di lui, gli uomini che lo combattono da insipienti? Se Cristo Signore non avesse potuto difendere se stesso, sarebbe vano ed inutile sperare in lui. É certo tuttavia che Egli non temette nessuno, lui che era l'unica speranza e difesa di tutti.
Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, e dalla parola aspra. Spererò in lui perché mi libererà da tutte le mie angustie. Questi cacciatori sono gli spiriti maligni nelle cui reti sono presi i peccatori. Quanti sono i vizi, altrettanti sono i lacci che legano e tengono prigionieri gli uomini miseri. La parola aspra sarà quella proferita dal Signore il quale dirà nel giudizio: “Andate maledetti nel fuoco eterno” (Mt 24,41).
Ora il profeta rivolge la parola allo stesso Cristo.
Con le sue spalle ti coprirà d'ombra e sotto le sue ali porrai la tua speranza. Dio non ha né spalle né ali: parla in modo metaforico, intendo riferirsi alla sua protezione e difesa.
Come scudo ti circonderà la sua verità. La verità è uno scudo sicuro e insuperabile, tale da far ammutolire uomini ingannatori e malvagi. I giudei furono vinti da questo scudo, poiché nelle parole di Cristo non poterono trovare nulla che si potesse criticare. Non temerai il pericolo notturno. Chiama pericolo notturno quello che accadde in quella stessa notte in cui fu tradito, quando i giudei con il traditore Giuda lo assalirono con spade e bastoni. Se avesse avuto paura sarebbe fuggito, mentre, al contrario, andò incontro a loro: La freccia che vola di giorno. Il Signore fu catturato di notte e trapassato di giorno. I giudei lo trafissero quando gridarono: crocifiggilo. Le frecce si tramutarono in sofferenze per i loro piccoli. La minaccia che s'aggira di notte: il pericolo che incombeva di notte era costituito dall'intento, rimuginato nei cuori degli scribi e dei farisei, di condurlo a morte. Giustamente in questo versetto sono chiamati tenebre, perché sono ciechi e guide di ciechi.
L'assalto del demone meridiano. Dopoché Pilato non fu più in grado di difenderlo e con le sue mani lorde lo consegnò in potere dei giudei affinché fosse crocifisso. Allora si sviluppò questo assalto, allora lo trafissero in croce con la selvatichezza e la crudeltà delle belve. “Era l'ora sesta, quandolo crocifissero” (Mc 15,33; Gv 19,18). Per questo qui si parla del demonio che opera a mezzogiorno: se quel popolo molto malvagio non fosse stato trascinato ed oppresso dal diavolo, non avrebbe potuto commettere un crimine così grave.
Cadono mille al tuo fianco, e diecimila alla tua destra. Per mille e diecimila dobbiamo intendere tutte le migliaia di spiriti maligni, che caddero tutti in seguito alla passione di Cristo e persero ogni potere e capacità di nuocere. Allora il diavolo fu messo in catene e si dice che sarà sciolto dopo mille anni. Avremmo potuto pensare ad una allusione al giudizio futuro, ma parla di chi sta a destra. In quel momento nessuno di loro si troverà alla destra [del Giudice]; saranno colpiti e cadranno mentre staranno alla sua sinistra. A te non s'avvicinerà. Cadranno e perderanno tutto il loro potere e sebbene tutti saranno uniti in un solo intento e in unico proposito, quello di nuocere, tuttavia non oseranno ad avvicinarsi al nostro Salvatore.
Solo osservando con gli occhi, vedrai il castigo dei peccatori. Sopporterai tutto con pazienza, sembra suggerire. Sebbene tu possa vendicarti all'istante, non ti vendicherai affatto in quel momento. Soltanto verificherai quanto siano degni di punizione e vedrai il castigo dei peccatori, per fare giustizia a suo tempo e ottenere un risarcimento.
Tu sei, Signore la mia speranza; hai messo il tuo rifugio nell'Altissimo. Il male non ti si avvicinerà e il flagello non si accosterà alla tua tenda. Un versetto corrisponde all'altro, perciò ciò che viene detto ora - Tu sei, Signore la mia speranza – corrisponde a quanto era stato detto sopra: spererò in lui. La dichiarazione attuale: hai messo il tuo rifugio nell'Altissimo, richiama l'affermazione precedente: chi abita al riparo dell'Altissimo. Dica, allora, poiché tu sei, Signore, la mia speranza, sono certo che il flagello non s'avvicinerà alla tua tenda, cioè a me, poiché io sono la tua tenda. Perciò viene detto in un altro passo: “Tu abiti nel santuario, re d'Israele” (Sal 21,4), e poiché hai messo il tuo rifugio nell'Altissimo, non ti accadrà alcun male, non è possibile che il male raggiunga un'altezza tanto elevata.
Poiché ha dato ordine ai suoi angeli, di custodirti in tutte le tue vie. Sulle loro mani ti porteranno, affinché il tuo piede non inciampi contro una pietra. Sarai sollevato dagli angeli, che hanno ricevuto da Dio il comando di fare questo, affinché il tuo piede non inciampi. Non possiamo pensare che gli angeli non siano stati sempre attenti a servirlo e ad obbedirlo, quando, riguardo agli altri uomini, si dice che “i loro angeli contemplano sempre il volto del Padre” (Mt 18,10). In un altro passo si testimonia che “gli angeli si avvicinarono a lui e lo servirono” (Mt 4,11). Gli angeli lo proteggevano, affinché le pietre non potessero ferirlo, ossia i giudei o altri iniqui. Sono tutti aspetti che riguardano la sua vita terrena.
Camminerai sul' aspide e sul basilisco, calpesterai il leone e il drago. Aspide e basilisco, leone e drago rappresentano i demoni. È un aspide perché ha un veleno mortale; è un basilisco perché è il sovrano di ogni iniquità; è un leone perché gira in continuazione alla ricerca di chi divorare, è un drago perché è tortuoso e non procede mai nella rettitudine. Il Signore cammina sopra costui e lo calpesta con i suoi piedi perché annienta e vince tutte le sue astuzie. Finora ha parlato il profeta. Ora il Padre parla al Figlio durante la sua vita terrena:
Ha sperato in me e lo libererò. É la risposta alla sua invocazione: “Custodiscimi, Signore, poiché in te ho sperato” (Sal 15,1). Lo proteggerò perché ha conosciuto il mio Nome. Ciò equivale a quanto ha detto altrove: Ho detto al Signore: tu sei il mio Dio. Sempre il Figlio, divenuto uomo, invoca suo Padre, il suo Dio, il suo Signore e suo Re. M'invocherà e l'esaudirò. Il Signore [Gesù] prega allo stesso modo: “Padre ti ringrazio perché mi ascolti sempre; lo sapevo che mi esaudisci sempre” (Gv 11,41). Sarò con lui nella tribolazione. Il Padre non abbandona il Figlio. Perciò se in un passo dichiara: “Perché mi hai abbandonato?”, aggiunge subito in un altro: “Sei lontano dalla mia salvezza [ma non assente]” (Sal 21,2).
Lo libererò e glorificherò, lo colmerò di lunghi giorni e gli mostrerò la mia salvezza. Lo libererò da tutte le sue sofferenze e necessità e lo glorificherò collocandolo alla mia destra. Lo colmerò di lunghi giorni, poiché regnerà in eterno e nei secoli dei secoli; il suo regno non avrà mai fine. Gli mostrerò la mia salvezza, ossia una salvezza eterna e immutabile, come interpreto.

Salmo 91

Salmo – cantico per il giorno di Sabato.
Questo salmo deve essere cantato nel giorno di Sabato. Il Sabato è la prima festa che deve essere rispettata per ordine divino. Giustamente è chiamata riposo. Dio benedisse questo giorno e proibì che in esso si compissero opere servili. É opera servile non quella compiuta dagli schiavi ma quella che fanno tutti gli uomini, anche quelli liberi. Ogni peccato è un'opera da schiavi, perché chiunque commette peccato è schiavo del peccato. I veri osservanti del Sabato sono i fedeli che ricusano il male e compiono il bene. Costoro cantino questo salmo col salterio a dieci corde con il cantico e con la cetra.
È bello lodare il Signore e salmeggiare, Altissimo, al tuo Nome. Annunciare al mattino la tua misericordia e la tua fedeltà lungo la notte. Nel salterio a dieci corde con il cantico e con la cetra: perché mi hai rallegrato, Signore, con la tua opera; perciò è bello per me lodare il Signore. É la Chiesa che si esprime in queste parole, colma di gioia per ciò che Dio ha compiuto e per tutte le sue opere, portate a compimento da Lui in sei giorni fino al sabato. Di sabato, perciò, vuole lodare, benedire e celebrare il Signore. Se gli altri giorni possono vantare una manifestazione della sua opera creatrice, neppure il sabato è privo di gloria. Se cominciassimo ad esaminate tutte le opere compiute in ogni giornata, dovremmo protrarre a lungo la lode ed innalzarla senza misura. A meno che non assegniamo al Sabato un significato diverso da quello dato dai giudei, neppure un sabato ci basterebbe per dare spazio alla nostra lode.
È bello dar lode al Signore, salmeggiare e celebrare il tuo Nome, o Altissimo, affinché tutti posano udire. In un altro passo si legge: “Grida senza cessare, alza la tua voce come tromba” (Is 58,1). Ancora: “Alza la tua voce tu che rechi liete notizie a Gerusalemme” (Is 40,9). Dobbiamo lodarti e celebrarti in ogni tempo non soltanto per le opere [della creazione], ma anche per la tua misericordia e la tua fedeltà. È quanto suggerisce ora: annunciare al mattino la tua misericordia e la tua fedeltà lungo la notte. Al mattino e di notte sta per in ogni momento; nel mattino, che è l'inizio del giorno, dobbiamo vedere tutto il decorso della giornata. Non fu più facile creare il mondo del redimerlo. Non dobbiamo lodare Dio per aver creato il mondo, più ancora che per averlo redento, un'opera quest'ultima compiuta a motivo della misericordia e della fedeltà di Dio. È bello lodare, celebrare e annunciare. In che modo dobbiamo fare questo?
Sull'arpa a dieci corde, con il cantico, e con la cetra. Il salterio è formato di dieci corde, e queste raffigurano i dieci comandi della legge. La cetra invece ha soltanto tre o quattro corde, come ho ricordato spesso. Il salterio raffigura quindi l'Antico Testamento, mentre la cetra, il Nuovo. Questi due strumenti sono più che sufficienti per celebrare le meraviglie di Dio. Tale annuncio deve avvenire con l'accompagnamento di un canto, ossia deve essere eseguito con gioia.
Mi hai rallegrato, Signore, con la tua opera. Ho già spiegato prima questo discorso che continua fino al punto: Esulterò nelle opere delle tue mani. Ha fatto bene a proseguire nella lode perché “non chi ha cominciato ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato” (Mt 1o,11).
Quanto sono grandi, Signore, le tue opere! Ecco una bella acclamazione che contiene una nobile ammirazione per un prodigio non irrilevante! Anche in un altro passo scorgiamo qualcosa di simile: “Meravigliosa è per me la tua conoscenza, troppo alta e non posso afferrarla” (Sal 138,6).
Quanto profondi sono per me i tuoi pensieri! Per quale motivo un uomo viene scelto ed un altro rifiutato? Perché, prima ancora della loro nascita; Giacobbe viene scelto mentre Esaù è rifiutato? Chi ne è capace, lo spieghi! L'apostolo dichiara colmo di stupore: “O profondità della ricchezza della sapienza e della scienza di Dio! Quanto incomprensibili i suoi giudici e inaccessibili le sue vie” (Rm 11,33). Sono inaccessibili perché molto profonde.
L'uomo insensato non li comprende e lo stolto non li capisce. L'uomo stolto e insipiente non comprende e non capisce le opere di Dio, quelle opere ora sono state celebrate. Quali sono? I peccatori periranno per sempre. Ora espone questo messaggio:
Spunteranno i peccatori come fieno e appariranno tutti gli operatori d'iniquità ma per finire per sempre. Spunteranno i peccatori [ma saranno] come fieno, il quale oggi è ma domani viene gettato nel fuoco, come dice il Signore. Appariranno e incederanno più splendidi tra gli altri uomini, senza tuttavia abbandonare la loro malvagità, se non per perire e morire. Se l'uomo insipiente e stolto avesse capito quale sarebbe stata la sua fine, forse avrebbe smesso d'agire iniquamente.
Tu sei l'eccelso per sempre, Signore. É sottinteso: li punirai, rivelerai le loro malvagità; contro l'insensato si dice in un altro passo: “Ti rimprovero, ti pongo davanti il tuo aspetto” (Sal 49,21). Lo precisa nel seguito:
Ecco i tuoi nemici, Signore, periranno e saranno dispersi tutti gli operatori d'iniquità. Sarà esaltato il mio corno come quello del rinoceronte. Il corno della Chiesa, ossia la sua virtù, la sua forza, la sua fede e il suo messaggio è stato esaltato al punto che nessuno può fare resistenza. Il Signore stesso lo conferma dicendo: “Vi darò lingua e sapienza alle quali non potranno opporsi tutti i vostri avversari né contraddirvi” (Lc 21,15). Si pensa questo del rinoceronte, che nessun animale possa resistere ad un suo assalto.
La mia vecchiaia conoscerà abbondante misericordia. In altri termini: “Scenderai nel sepolcro dopo aver conosciuto l'abbondanza” (Gb 2,26). La vecchia della Chiesa corrisponde alla fine di questo mondo: là riceverà l'abbondanza di misericordia e non mancherà più di alcun dono di misericordia. Non potrebbe trovarsi in una situazione più solida, chi vede verificarsi il giudizio: Il tuo occhio scruterà i miei nemici e il tuo orecchio udrà quelli che insorgevano contro di te con malizia. Non è necessario che ti informi o che accusi i miei nemici, tu stesso li hai visti e uditi, tu li conosci molto bene e sai quale rivalsa esercitare contro di loro.

Il giusto fiorirà come palma. L'uomo giusto viene paragonato ad una palma in modo molto opportuno, perché nella divina Scrittura la palma significa la vittoria. Dichiara Mosè: “Se ci sarà una contesa fra due e saranno ricorsi dai giudici, quando costoro avranno stabilito chi sia il giusto, gli daranno la palma della sua giustizia, mentre condanneranno il colpevole per la sua disonestà” (Dt 25,1). Osserva come il giusto venga identificato con la sua vittoria, per esaltarlo nel modo più completo. Il giusto fiorirà, crescerà e avrà la maestà di una palma, poiché avrà la meglio sui suoi nemici. “Avrà la corona, chi avrà combattuto in modo corretto” (2 Tm 2,3).
Si moltiplicherà come il cedro del Libano, il più bello, il più grande e il più elevato tra gli alberi. Quali i cedri tra gli alberi, così i giusti fra gli uomini. Per quali ragioni costoro cresceranno, se non per la loro scienza, misericordia, pietà e per tutte le loro ricchezze spirituali? A loro riguardo è detto:
Piantati nella casa del Signore, fioriranno negli atri della casa del nostro Dio. La casa di Dio è la Chiesa, e i giusti sono posti e radicati nei suoi atrii, perché siano sempre in vista di tutti. Lì fioriscono per la loro dottrina e la loro giustizia e rallegrano gli altri per la finezza del loro profumo. Come insegna l'apostolo: Siamo ovunque il buon profumo di Cristo” (2 Cor 2,15). Infatti i cedri sono odorosi per natura.
Ancora si dilateranno in pingue vecchiaia. Per tutto il tempo in cui durerà questo mondo, si dilateranno per lo sviluppo di molti figli e per l'abbondanza di tutte le virtù. I santi si dilateranno in pingue vecchiaia, in qualsiasi età si trovino; hanno raggiunto la maturità e sono privi di ogni leggerezza e da ogni vanità.
Saranno felicemente pazienti. I ladri, gli adulteri e tanti altri dovranno soffrire molte cose e sopportare molti e vari patimenti a motivo della loro disonestà ma la loro sopportazione non otterrà alcun risultato, perché la loro sopportazione non procurerà a loro alcuna ricompensa. I santi, al contrario, si conserveranno pazienti per poter dare l'annuncio. Di che cosa?
Giusto è il Signore nostro Dio e non c'è in lui alcuna ingiustizia. Il motivo più grave e più consueto per il quale i santi furono uccisi consisteva nel fatto che dicessero che tutte le divinità dei popoli erano demoni e che affermassero che soltanto il Signore nostro è un Dio giusto e vero, che dà a ciascuno secondo le sue opere.

Salmo 92

Lode di un cantico per Davide per la vigilia del Sabato, quando fu creata la terra.
La lode contenuta in questo cantico venga eseguita con giubilo a onore di Davide, del vero Davide, ossia del il nostro Salvatore, il potente nell'agire. Venga eseguita nella vigilia del Sabato, perché tutte le genti devono lodarlo e glorificarlo per ciò che ha operato in quel giorno. Nel giorno prima del sabato fu crocifisso, vinse il diavolo, il genere umano fu liberato dal suo malvagio potere, il peccato originale fu tolto e la terra è stata fondata in quel giorno. Si parla di quest'ultima opera nel versetto:“Ha fondato la terra, che non sarà scossa”. In quel giorno è stata fondata la Chiesa, con la quale ci lavò dai nostri peccati con il suo sangue.
Il Signore re, si è rivestito di splendore. Il profeta gioisce per ciò che è stato compiuto la vigilia del sabato. Proprio in quel giorno il principi di questo mondo è stato giudicato e condannato, mentre il nostro Salvatore, da vincitore e trionfatore, ricevette il regno e liberò il genere umano dalla sua dura dominazione. Di quale splendore pensiamo che si sia rivestito nella sua risurrezione visto che i discepoli non potevano fissare lo sguardo sul suo volt trasfigurato a motivo del grande splendore?
Il Signore si rivestì di forza e ci cinse di potere. I santi, dopo la risurrezione, avranno tanta energia e forza, che nessuna creatura potrà recare danno in qualche cosa. Che cosa è possibile dire dell'energia e della potenza del nostro Salvatore?
Ha fondato la terra che non sarà mai scossa. Ora si sviluppa il discorso anticipato nel titolo: quando la terra fu fondata. La terra significa la Chiesa, la quale proprio allora fu stabilita e piantata quando il nostro Salvatore accettò di subire la croce e di morire per redimerla. Essa non sarà mai scossa: memore di un beneficio tanto grande non smetterà mai di credere in lui e di amarlo. Lo conferma il seguito:
È stata preparata la tua sede, o Dio, da quel momento: tu sei da sempre. [La Chiesa] è il trono di Dio perché siede in essa e giudica e, come è scritto, l'anima del giusto è la sede della sapienza. Tale trono è stato predisposto ed è diventato degno di accogliere un abitatore tanto eccelso, da quando è stata lavata e purificata dal suo sangue. La Chiesa fu costituita da quell'ora ma egli non da quel momento ma da sempre esiste. È la stessa cosa dire che esiste dal principio (a saeculo) o affermare che è da sempre.
Alzano i fiumi, Signore, alzano i fiumi la loro voce, al rimbombare di grandi acque. Dopo che il trono fu preparato, e che i predicatori e i vescovi, stabiliti da Cristo quali suoi vicari, cominciarono a predicare, allora i fiumi cominciarono ad alzare le loro voci al Signore, lodandolo e benedicendolo ringraziandolo per il dono della conversione e della giustificazione. I fiumi rappresentano i popoli perché, è scritto nella Bibbia, che le molte acque sono molti popoli. Giustamente i fiumi raffigurano i popoli, poiché come nei fiumi le onde ricadono su di sé per riversarsi su quelle più in basso, così nei popoli le persone, correndo verso la morte, lasciamo emergere altre persone.
Sono sbalorditivi i sollevamenti del mare ma il Signore è degno di stupore nelle altezze. In seguito alle voci di molte acque, avvennero forti sollevamenti perché il mondo intero fu sconvolto si agitò contro le voci dei santi predicatori e dei popoli fedeli che lodavano Dio. Ecco il male si oppone ai fiumi, i ricchi contro i poveri, i superbi contro gli umili, i potenti di questo mondo contro gli uomini che non sanno difendersi. Nessuno sarebbe stato in grado di sopportare l'impeto e il ribollimento di un mare così vasto, se non fosse stato soccorso dalla forza di Dio, che ha placato l'impeto di un'avversione così intensa. Osserviamo il seguito: Il Signore è mirabile nelle altezze. Era opportuno che un Essere che suscita stupore si opponesse a scuotimenti sbalorditivi. Suscita meraviglia chi combatte eventi disorientanti, quali sono questi sollevamenti del mare, affrontati dai santi. Davvero è mirabile nelle altezze colui che compie azioni meravigliose, tanto stupende, da essere ammirate da tutti.
Le tue testimonianze si sono rese degne di fede. In questo passo chiama testimonianze tutte le sue promesse. Il Signore aveva promesso ai suoi discepoli che non li avrebbe lasciati soli, che non li avrebbe abbandonati e che anche loro avrebbero compiuto le stesse opere fatte da lui. Come aveva promesso, così avvenne ed appare certo che le sue promesse sono state veritiere.
La tua casa richiede santità, Signore, nella distesa dei giorni. Lo insegna anche il Signore: “Siate santi perché io, il Signore Dio vostro, sono santo” (Lv 11,44). La Chiesa di Dio, rappresentata dalla casa, esige uno stile di santità e di rettitudine nella fede e intenso nello spirito religioso. Questo atteggiamento non viene richiesto per un breve tempo, ma per il protrarsi dei giorni, ossia per l'eternità, nei secoli dei secoli.

Salmo 93

Salmo per lo stesso Davide nel quarto giorno dopo il sabato
Ho spiegato chi sia Davide. Il quarto giorno dopo il sabato il mondo fu illuminato [dalla creazione degli astri]. In quel giorno Dio creò il sole, la luna e le stelle, con i quali tutto il mondo viene illuminato. Non si ricordano di questo giorno, gli uomini che rinnegano Dio, e osano dichiarare che non vede nulla, come fanno coloro che dicono nel salmo: “Il Signore non vedrà, ne capirà il Dio di Giacobbe”. [Non si ricordano] neppure gli uomini che cercano di spegnere gli astri risplendenti di questo mondo, quegli astri di cui sono una raffigurazione quelli creati da Dio al quarto giorno dopo il sabato e circa i quali il Signore ha detto: “Voi siete la luce del mondo” (Mt 5,11). Questo salmo è stato composto contro i persecutori della Chiesa i quali, appartenendo alla tenebra, non possono vedere la luce. Infatti “chiunque opera il male, odia la luce” (Gv 3,20).
Il Dio della giustizia, il Signore, il Dio della giustizia liberamente agì. Parla la Chiesa e rimprovera i tiranni, gli eretici e gli altri uomini iniqui, che si oppongono alla verità in modo tanto strenuo e osano difendere l'errore. Sembra dire: Dio che è un Signore di giustizia e che non lascia nulla impunito ma che rivendica i diritti di tutti coloro che subiscono ingiustizia, ha agito con libertà, ha ottenuto la libertà, ha redento il mondo dalla schiavitù di Satana. Voi, all'opposto, cercate di trascinare in errore il popolo di Dio e di [consegnarlo] alla schiavitù di Satana! Smettete, smettete di agire in questo modo e rivolgete il vostro sguardo al Rivendicatore e al Liberatore. Se non smetterete, farà giustizia; se cesserete, vi libererà.
Innalzati, giudice della terra e rendi la ricompensa ai superbi. Vede che non si vogliono convertire e perciò chiede che sia Dio a volgersi verso di loro e ripaghi coloro che perseverano nell'orgoglio; così sperimenteranno come operatore di giustizia, il Signore che rifiutarono come loro Liberatore. Il Signore si erge e si solleva contro i superbi, quando si mostra adirato verso di loro.
Fino a quando, Signore, fino a quando i peccatori si vanteranno? Il Signore pazienta con i peccatori e non li punisce subito, per vedere se si convertono e poterli risanare. Questi, però, non smettono di peccare e, ancora peggio, si vantano delle loro malvagità.
Fino a quando parleranno e diranno cose inique? Tutti quelli che compiono il male, parlano? Non basta fare il male ma vogliono spingere altri a farlo anche loro. Sono così coloro che siedono sulla cattedra della malvagità perché spetterebbe a chi insegna dare giudizi ed istruire.
Signore, hanno umiliato il tuo popolo. Hanno umiliato alcuni con tormenti, altri con blandizie e allettamenti. Che cosa significa umiliare se non spingere altri a sottomettersi alla propria volontà? Hanno oppresso la tua eredità. Questi uomini sono demoni e perciò si dice che tormentano gli uomini di cui prendono possesso. La possessione è un grave tormento, e di essa ho parlato già in precedenza.
Hanno ucciso la vedova e lo straniero e ucciso gli orfani. Non c'è dubbio che questo fatto sia vero già secondo il senso letterale. Dal punto di vista allegorico, la vedova rappresenta l'anima che, dopo essersi separata da Dio, si aggrega ai loro errori. La vedova e la donna divisa dal marito. Gli stranieri sono coloro che, dopo aver abbandonato la Chiesa, si unirono [ai prepotenti] e scelsero di stare e di abitare con loro. Gli orfani sono le persone più semplici e che possono essere ingannate facilmente, come fossero dei bambini. Gli uccisori sono coloro che vengono detti persecutori della Chiesa.
Dissero: Dio non vede, il Dio di Giacobbe non comprende. Osarono pronunciare una bestemmia così grande gli uomini che non credevano all'esistenza del Dio di Giacobbe. Se Dio esiste, ne deriva che Egli vede e comprende tutto. Perciò il Profeta per deridere le divinità dei popoli, dichiara: “Ditemi che cosa è accaduto in antico e quali fatti accadranno in futuro e dirò quali divinità voi siate”.
Capite questo voi che siete insensati nel popolo: stolti quando sarete saggi? Almeno allora, sembra dire, cercate di capire, quando vedete che nel suo Nome avvengono tanti segni e prodigi e riconoscete che egli vede e comprende qualsiasi cosa. Chi fece l'uomo se non Dio? Chi diede a lui orecchi ed occhi? Se Egli ha creato tutto, non è una presunzione dire ciò che affermate? Così prosegue a dire:
Chi ha fissato l'orecchio, non ascolta? Chi ha piantato l'occhio, non vede? Chi ha potuto fare le cose più grandi, potrà compierne altre di meno valore. Non può essere impedito di vedere e di sentire, Colui che ha donato a tutti la vista e l'udito. Ma poiché ha parlato di una mancanza di sensibilità, sembra che volesse fare riferimento ai sensi interni.
Chi castiga i popoli, forse non rimprovera? Lui che insegna all'uomo la conoscenza. Egli che castiga tutti i popoli e che li punisce per le loro azioni malvagie, eviterà di rimproverare voi soli della vostra insipienza e stoltezza? Egli che insegna la conoscenza ad ogni uomo, sarà diventato forse così smemorato da perdere il suo intelletto al punto da non scorgere le vostre iniquità a da non saperle più valutare?
Il Signore conosce i pensieri degli uomini, che non sono altro che un soffio. Vede tutto Colui al quale non rimangono nascosti neppure i pensieri. Tacciano dunque gli insipienti che sono tra il popolo e gli stolti finalmente si zittiscano e non osino più pensare o riferire le loro dottrine.
Beato l'uomo che tu istruisci, Signore e che ammaestri nella tua legge. Sono beati soltanto gli uomini che sono istruiti da Dio e dalla sua legge. Al contrario, sono dei veri miseri gli uomini che hanno appreso, da filosofi o da eretici, o da altri maestri di cattive dottrine, la sapienza di questo mondo, considerata stoltezza da Dio.
Tu li custodisci nei giorni cattivi, finché non sia scavata una fossa all'empio. Dio protegge nei giorni cattivi gli uomini che sono custoditi dalla sua misericordia affinché possano continuare a vivere da credenti, perseverando nella fede, mentre sono accerchiati dai malvagi. L'apostolo insegna: “Profittate del tempo, perché i giorni sono cattivi” (Ef 5,16). Finché non sia scavata una fossa all'empio. Ogni giorno viene scavata una fossa all'empio, poiché quanto più pecca, tanto più si prepara per sé una fossa sempre più profonda.
Il Signore non respinge il suo popolo e non abbandona la sua eredità, finché la giustizia non diventi giudizio; la osserveranno tutti i retti di cuore. Il Signore custodirà i suoi santi dai giorni cattivi, sia in questa come nell'altra vita, affinché né qui né là conoscano tempi cattivi. É chiaro che Dio non rifiuta il suo popolo e non abbandona la sua eredità, come Egli stesso ha assicurato: “Non vi abbandono né vi lascerò” (Gv 14,18). “Ecco io rimango con voi sino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Allora la giustizia si realizzerà mediante il giudizio; allora i singoli uomini e tutta l'umanità verranno esaminati e giudicati, per verificare se appartengono al mondo della giustizia o dell'iniquità. Chi sono quelli che possiedono e conservano la giustizia? Gli uomini dal cuore retto. Lo insegna anche in un altro passo: “Quanto buono è il Signore per coloro che sono puri di cuore!” (Sal 32,1). Sono retti di cuore i fedeli che, camminando sulla retta via, non cedono alla menzogna o all'iniquità.
Chi sorgerà con me contro i malvagi? Chi starà con me contro i malfattori? Da queste promesse si vede come Dio non abbandoni la sua Chiesa né la sua eredità perché sarà lui a levarsi in aiuto contro i malfattori e che starà vicino a coloro che lottano contro gli operatori d'iniquità.
Se il Signore non mi avesse aiutato, per poco la mia anima non avrebbe abitato nel regno degli inferi. Se non fosse accaduto che il Signore m'avesse aiutato, sarei stata abbattuta da molte svariate calamità, al punto che avrei rischiato di soccombere. In seguito a queste sventure, la mia anima sarebbe caduta nel regno degli inferi, se tu non fossi venuto vicino a me in fretta, come valido soccorritore. Lo ripete in seguito:
Se avessi detto: il mio piede vacilla, la tua misericordia, Signore, mi avrebbe aiutato. Il piede vacilla, quando la mente viene scossa dalla sua stabilità e comincia ad sentirci incerta perché non sa bene che cosa debba fare.
Secondo la grandezza del mio dolore presente nel mio cuore, il tuo conforto, Signore, ha rallegrato la mia vita. L'apostolo stesso, a sua volta, ha sperimentato questo fatto: “Come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così per mezzo di Cristo abbonda la nostra consolazione” (2 Cor 1,5). La Chiesa non avrebbe potuto sopportare le avversità di questo mondo, se la misericordia di Dio non l'avesse soccorso in queste grandi necessità. É provato che quando l'aiuto umano viene quasi a mancare, allora viene subito in soccorso l'aiuto divino.
Forse avrà qualcosa in comune con te il trono d'iniquità, che rende faticoso il precetto? In un altro passo si dice qualcosa di simile: “Il malvagio non abiterà presso di te né gli empi potranno stare alla tua presenza” (Sal 5,6). Giustamente qui viene detto: non avrà nulla in comune con te, il trono dell'iniquità, quando prima aveva dichiarato: “la sua eredità non la può abbandonare”. É giusto che associ a sé i buoni e che respinga i malvagi. La sede dell'iniquità sono gli uomini malvagi perché in essi siede ad abita l'iniquità. Ha posto il Signore una sofferenza nell'obbedire al suo comando, poiché non è possibile custodire il suo precetto sena una certa sofferenza e dolore. Egli stesso afferma: “Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24). Chi ama che si attui una giustizie e una rettitudine così profonde, non tollera l'iniquità.
Perseguivano l'anima del giusto e condannavano il sangue innocente. Il trono dell'iniquità rappresenta gli uomini iniqui: sono loro a perseguire la vita del giusto e a condannare a morte l'innocente. Che cosa significa perseguitare l'anima del giusto se non cercare la sua perdizione con grande desiderio?
Il Signore si è fatto mio rifugio e il mio Dio aiuto della mia speranza. Non aveva necessità di alimentare una grande paura delle insidie e delle persecuzione degli uomini, perché spera con grande intensità di avere come rifugio e aiuto lo stesso Dio. Dichiara un altro salmista in modo analogo: “Venga la tua misericordia su di noi, Signore, nella misura in cui abbiamo sperato in te”. (Sal 33,27). Non avrebbe detto questo, se non avesse nutrito grande speranza in Dio.
Renderà loro secondo le loro iniquità e il Signore Dio li disperderà a causa della loro malizia. Questo avverrà nel giudizio, quando saranno gettati nel fuoco a motivo dell'enormità delle loro malvagità ma soprattutto per aver perseguitato la Chiesa con tanto odio. Ripagare l'iniquità non è altro che infliggere una pena per le azioni cattive.

Salmo 94

Lode del Cantico per Davide
Non ogni cantico merita approvazione ma è degno di elogio quello che viene eseguito non soltanto con le labbra ma anche con l'attenzione della mente, in onore a Cristo, il vero Davide.
Venite, esultiamo al Signore, acclamiamo a Dio nostra salvezza. I profeta c'invita a radunarci, ad acclamare al Signore, ad esultare, a cantare, a piangere, a venerare, a benedire Lui e a prostrarci alla sua presenza.
È lui il Signore Dio nostro, noi il suo popolo e il gregge del suo pascolo. È giusto che noi lo serviamo ed obbediamo a Lui in tutto e per tutto. IN che cosa consiste l'esultare e il giubilare nel Signore? Per amore immenso verso di Lui, far risuonare la sua lode, nell'intimo e all'esterno, nel cuore e con la bocca. Il titolo riportava queste parole: Lode del cantico per Davide ed ora ne viene spiegato il senso: esultiamo per Dio nostro Salvatore; il nostro Salvatore è Cristo, prefigurato in Davide.
Affrettiamoci a porci alla sua presenza nella confessione. Il Signore verrà a giudicare ed ogni occhio lo vedrà, come è scritto: “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio” (Lc 3,6). Affrettiamoci a porci alla sua presenza nella confessione, affinché, quando verrà, non ci veda come persone estranee e sconosciute, ma ci venga incontro con volto ilare, faccia risplendere su di noi il suo volto ed abbia pietà di noi.
Con salmi gioiamo a Lui. La Chiesa sparsa in tutto il mondo forse ha preso da questo passo la consuetudine di gioire davanti a Dio cantando salmi giorno e notte. Cantare i salmi, poi, significa osservare i dieci precetti della Legge. I salmi vengo chiamati così dal salterio che ha dieci corde che rappresentano i dieci comandamenti.
Poiché grande Dio è il Signore, re grande su tutte le divinità. Dobbiamo cantare e gioire perché Egli è un grande Dio e un grande Re sopra tutti gli dei. Annuncia qui un messaggio ripetuto in altro passo in questi termini: “Grande è il Signore e degno di ogni lode; la sua grandezza non può essere misurata” (Sal 95,4). Si abbandonino, quindi, tutti gli dei e sia adorato Lui solo, che è molto grande e potente in tutta la terra.
Il Signore non respinge il suo popolo. Nelle sua mani sono gli abissi della terra ed osserva le vette dei monti. Noi siamo il suo popolo e dobbiamo lodarlo perché non ci respinge, né dalla sua presenza, né dalle sue lodi. Nella sua mano sono i confini della terra; questo riprende e spiega il versetto: Dio è un grande Signore. Deve essere grande Colui che racchiude in sé tutte le cose. Per mano di Dio s'intende la sua forza e potenza. Osserva le vette dei monti. Così facendo si mostra grande ed elevato su tutti. A lui conviene questa espressione: “Eccelso è il Signore e guarda le cose umili e quelle elevate le guarda da lontano” (Sal 137,6). Chi rappresentano i monti? Sono le persone elevate e potenti di questo mondo. Queste altezze, che non piacciono a Dio, Egli le osserva da lontano, come afferma. Ci sono tuttavia anche altri monti, quelli che rappresentano gli apostoli, le cui altezze, essendo sono buone, vengono contemplate da Dio con compiacenza. L'elevatezza dei Santi sta nelle loro virtù e nei loro onesti costumi. Uno si distingue per l'umiltà, un altro per la castità, un altro ancora s'innalza sopra gli altri e per qualche altra virtù e li sopravanza.
Suo è il mare, che Egli ha fatto, e la terra creata dalle sue mani. In questo si vede anche come Egli sia un grande Signore, perché ha creato il mare e la terra. Il mare rappresenta questo mondo, e la terra raffigura la Chiesa, fondata dal Signore in mezzo al mare con tale solidità, in modo da non poter essere scossa dalle tempeste e da sconvolgimenti. Egli ha creato l'uno e l'altra, ha creato i buoni e i malvagi, e tutto ciò che esiste è stato fatto da Lui.
Venite, adoriamo, prostriamoci davanti a Dio, piangiamo davanti al Signore che ci ha creati; Egli è il Signore nostro Dio, noi siamo il suo popolo e il gregge del suo pascolo. Ci invita una seconda volta ad andare a Lui, ad adorare, a piangere, ad umiliarci con tutto il cuore davanti a Lui, il fondatore e il creatore di tutte le cose, che ci ha creato e ci ha ricreati, riformandoci a sua immagine. Dobbiamo farlo in modo molto opportuno perché Egli è il Signore nostro Dio. Se non prestiamo servizio a Dio e al nostro Signore, siamo gente del tutto ingrata e degna di disprezzo.
Noi siamo il suo popolo e il gregge del suo pascolo. É un grande vanto e una grande gloria per noi dichiararci suo popolo e gregge del suo pascolo. Noi siamo quel popolo che fu preannunciato con queste parole: “Un popolo che non conoscevo, mi ha servito, ascoltandomi mi ha obbedito” (Sal 17,44). Siamo suo gregge se conserviamo pazienza e umiltà, se ci dilettiamo nei suoi pascoli, che sono i libri dell'uno e l'altro Testamento, se ascoltiamo la sua voce. Egli ha detto: “Le mie pecore ascoltano la mia voce, il, il Signore le conosco, dono loro la vita eterna ed esse mi seguono” (Gv 10,27). Egli è Colui che ci esorta ogni giorno:
Oggi, se ascolterete la sua voce, non indurite i vostri cuori, come nella ribellione avvenuta nel giorno della prova nel deserto. Oggi, se ascolterete la sua voce, voi che siete suo gregge e suo popolo, non imitate i vostri padri, dei quali invece vi mostrerete veri figli se li imiterete nella medesima perfidia. Dice queste cose in riferimento a quelli che, per quante volte lo misero alla prova nel deserto, altrettante lo spinsero allo sdegno, Così si mostrarono disobbedienti e perciò non poterono entrare nella terra che era stata promessa a loro. Si parla di questa gente anche in un altro passo: “Quante volte lo esasperarono nel deserto, lo provocarono all'ira in una terra senz'acqua” (Sal 77,40). Ci esorta a non fare come loro, a non indurire il cuore nell'ascoltare e nell'accogliere i suoi precetti affinché non ci accada cose simili alle loro. Essi sperimentarono e videro le opere di Dio, la divisione del mare, l'annegamento del Faraone, la roccia da cui sgorga acqua, la manna scesa dal cielo e tante altre, che è impossibile enumerare; tuttavia non credettero alle sue parole e non obbedirono alla sua voce.
Per quarant'anni fui vicino a questa generazione e dissi: errano sempre nel loro cuore”. Il Signore fu vicino a loro per quarant'anni per guidarli e custodirli, talvolta per punirli, ma non persero la loro durezza di cuore né con le buone né con le cattive maniere. Per questo aggiunge: Ho detto: errano sempre nel loro cuore. Il dire di Dio corrisponde all'aver visto e conosciuto; è come se dicesse: li ho visti sempre errare e rimanere sempre malvagi. Per questo precisa:
Non conobbero le mie vie. Che significa non conobbero le mie vie se non questo: non vollero percorrere le mie strade. A costoro ho giurato nella mia ira: se entreranno nel mio riposo. Il giuramento presuppone una dichiarazione solida, impossibile da cambiare. L'ipotesi, se entreranno nel mio riposo? è una minaccia. Questo modo di parlare si chiama ellissi, e si verifica quando manca qualche elemento per rendere completa la frase. Si può completare con queste supposizioni: non credo [che potranno entrare], non potrò più [farli entrare] o con altre ipotesi che sembreranno più opportune.

Salmo 95

Quando la casa veniva edificata dopo la prigionia. Cantico per il  Davide futuro. Davide profeta previde che la casa sarebbe stata riedificata dopo la prigionia e comandò che venisse cantato tale cantico in onore di quel Davide [futuro], cioè al nostro Salvatore, dal quale sarebbe stata eretta quella (nuova) casa. La casa è la Chiesa, edificata dal nostro Salvatore dal legno della croce. [La fece] dopo la lunga prigionia nella quale il diavolo aveva gettato e conservato tutto il genere umano. Inoltre, sotto il grande sacerdote Gesù, fu riedificato un tempio al Signore; dopo la schiavitù a Babilonia, la quale prefigurava quella prigionia alla quale abbiamo accennato.
Cantate al Signore un cantico nuovo, cantate al Signore, tutta la terra. [Celebrate] in conformità al comando dato dal profeta nel titolo, [quando chiese] che questo cantico venisse cantato a quel [nuovo] Davide, in seguito alla motivazione che ora annuncia: Cantate al Signore un cantico nuovo, cantate al Signore, tutta la terra. Davide rappresenta lo stesso Signore e Salvatore nostro. Non solo i giudei sono invitati a celebrare ma tutta la terra perché, come dichiara l’Apostolo, le genti hanno l’unico medesimo Dio (Rm 3,29). Devono cantare il cantico nuovo, il canto della nascita, della passione, della risurrezione e dell’ascensione. Queste sono le [vera] novità, mai udite fino ad ora. I fedeli che non si attengono alla vecchiaia della lettera ma alla comprensione spirituale, anche loro intonano questa canto di novità.
Cantate al Signore e benedite il suo Nome. È giusto che una volta, ma poi ancora un’altra, anzi molte volte, egli inviti al canto, poiché non un popolo soltanto, ma tutte le genti, popoli e nazioni devono levare il canto. Cantate, suggerisce e cantando benedite il suo Nome, ossia vivete, agite e predicate affinché il suo nome sia benedetto in voi. Benedite il Figlio nel Padre, il Padre nel Figlio e lo Spirito Santo nell’uno e nell’altro. Questi è il suo nome ed è un unico Dio. Chi infatti, ascoltando gli apostoli raccontare le azioni potenti e i prodigi di Cristo e predicare le sue gesta di misericordia, non sente il bisogno di ripetere sempre: sia benedetto il Nome del Signore? Bene annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. Annunciate in maniera buona, costante e sapiente, di giorno in giorno, in ogni tempo e in ogni singolo giorno la sua salvezza che ha compiuto ovunque a favore di tutte le genti. Parlando di essa dice in un altro passo: «Dio nostro re ha attuata la salvezza in mezzo alla terra» (Sal 73,12).
Annunziate fra le genti le sue opere, tra tutti i popoli le sue meraviglie. Questo fecero gli apostoli, come sta scritto: «Dopo essere stati inviati predicavano ovunque, mentre il Signore cooperava e confermava la predicazione con vari prodigi» (Mc 16,20). E in un altro passo: «In tutta la terra è uscita la loro parola e ai confini del mondo il loro annuncio» (Sal 18,5).
Grande è il Signore e degno di ogni lode, terribile sopra tutti gli dei. Terribile sopra tutti gli dei, poiché tutti gli dei delle genti sono demoni. È degno di lode poiché creò i cieli. Chi potrebbe essere grande, degno di lode e terribile come Colui che ha creato tutto? Riferendosi alla parte più nobile, ossia dichiarando che ha fatto i cieli, intende affermare che è il Creatore di tutto.
Confessione e bellezza davanti a lui. La confessione ricorda il martirio e la bellezza il battesimo. Il Signore ha parlato così dei confessori: «Chi mi confesserà davanti agli uomini, lo riconoscerò anch’io davanti al Padre mio» (Mt 10,32). Riguardo al battesimo ha detto: «Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo» (Mc 16,16). In un altro testo leggiamo in modo analogo: «Lavami e sarò più bianco della neve» (Sal 50,). Saranno splendenti davanti al Signore i fedeli santificati dal battesimo o dal martirio. Coloro che vengono santificati nell’una o nell’altra maniera, saranno grandi e santi. Per questo dice: «Santità e grandezza nella sua santificazione». Possiamo vedere nel termine confessione un’allusione alla penitenza perché essa ci santifica e ci libera dal peccato.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri, adorate il Signore nel suo tempio santo. Il suo tempio santo è la chiesa e l’insieme dei fedeli. Vuole che noi presentiamo le nostre offerte in quel luogo, là dove molti possono vederci, affinché la nostra fede non rimanga nascosta ma sia manifesta. Chi non ha doni da presentare, offra se stesso, il suo omaggio, la sua fede, perché non potrebbe fare un dono più grande. Se hai promesso di mantenerti casto, di essere umile, paziente, obbediente, o di esercitare altre virtù simili, hai offerto al Signore una buona vittima. Non vergognarti di adorare il Signore davanti a tutti, così da esporti alla vista di molti: possono ricevere esempio da te, affinché si compia in te ciò che è scritto: «Risplenda la vostra luce davanti agli uomini affinché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è in cielo (Mt 5,16)».
Si scuota alla sua presenza tutta la terra. Voi siete il suo volto, siete la sua immagine e un suo riflesso, poiché siete fatti a sua immagine, secondo la sua somiglianza. Si scuota per voi tutta la terra. Non resti in voi alcun germe di corruzione terrena, per essere rifatti subito secondo la sua immagine e la sua bellezza. Dite tra i popoli: il Signore ha introdotto il suo regno [dalla croce]. I fedeli che sono stati [rinnovati così], sono degni di pronunciare queste parole. Il Signore cominciò a regnare dalla croce, perché conquistò un regno per mezzo della croce. Un tempo gli uomini non conoscevano il suo regno; quando, però, ricevette il principato sulle sue spalle, il Signore fu conosciuto e ricevette i poteri del regno. Allora ha corretto il mondo, il quale non si smuoverà. Il re viene posto a questo scopo, per regnare e correggere e perciò [il Signore], prima stabilendo e poi correggendo l’orbe della terra affinché non si smuova, prova di esserne il sovrano. Giudicherà i popoli con giustizia. Vi sarà il giudizio, quando renderà a ciascuno secondo le sue opere. Condannerà nella sua ira gli uomini che si sono rifiutati di compiere il suo volere. Anche in un altro passo si legge: «Il Signore li sconvolgerà nella sua ira e un fuoco li consumerà» (Sal 20,10).
Si rallegrino i cieli ed esulti la terra, si scuota il mare e quanto contiene. In parole risuona una gioia tanto grande, quanta è possibile provarne in questa vita. I santi sperimenteranno questa gioia, quando il Signore giudicherà i popoli con giustizia. I cieli sono gli apostoli, la terra è la Chiesa, il mare e quanto esso contiene rappresenta tutti i fedeli rigenerati dalle acque del battesimo. Il Signore aveva promesso agli apostoli che avrebbero pescato questi pesci, quando chiese a loro: «Venite dietro di me, vi farò pescatori di uomini» (Mc 2,17).
Esultino i campi e quanto contengono. Non fa differenza quanto al significato tra il mare e quanto esso contiene con i campi e quanto contengono. Allora esulteranno gli alberi della foresta. Anche quest’ultimi elementi raffigurano i fedeli, come ho detto sopra. Gli uomini possono assumere tutte queste denominazioni e figure, pesci del mare, animali della terra, alberi della foresta, per diverse motivazioni e cause. Perché tutte queste creature allora godranno e gioiranno? Lo spiega ora: Davanti al Signore che viene, che viene a giudicare la terra. Ci sono due motivi per essere lieti: il primo: un tempo venne per redimere e insegnare; il secondo: verrà per giudicare la terra. Se in un primo tempo non fosse venuto per redimere, la sua seconda venuta non arrecherebbe alcun motivo di gioia per nessuno. I fedeli che sperimentano di essere stati redenti ed eletti nella prima venuta, possono rallegrarsi nella sua seconda venuta. Lo faranno tutti quelli che si riconoscono nell’immagine dei pesci del mare, oppure in quella degli animali selvatici della campagna oppure in quella degli alberi senza frutto della foresta. Viene il Signore a giudicare la terra. Come la giudicherà?
Giudicherà il mondo intero con giustizia e i popoli nella sua verità. Questo versetto suona come speranza gioiosa per i buoni e come minaccia angosciante per i malvagi.

Salmo 96

Salmo di Davide quando la terra gli fu restituita
Allora fu composto questo salmo quando la terra venne restituita a Davide. Allora la sua terra fu restituita al nostro Salvatore, quando, dopo aver vinto il diavolo, il mondo cominciò a servirlo e a credere in Lui. Possiamo considerare terra sua la sua stessa carne, quella che abbandonò morta in croce e che ripresa viva il terzo giorno.
Il Signore regna, esulti la terra, si rallegrino le isole tutte. Esulti la terra, si rallegri la Chiesa, gioiscano le isole tutte, che rappresentano le singole Chiese. Queste, sebbene siano divise in vari luoghi, sono tuttavia una cosa sola nella fede e nell'amore e formano un'unica Chiesa. Perché devono rallegrarsi? Perché il Signore regna, poiché gli è stato restituito il suo regno e la sua terra. Godano perché hanno un buon comandante, mentre prima avevano sofferto molto perché oppresse sotto la dura schiavitù del diavolo. Sembra dire, nella sua prima venuta non fu riconosciuto, perché apparve in umiltà e nelle sembianze di un servo e in quel tempo non volle manifestare la sua maestà.
Nubi e tenebre all'intorno. Chiama nube e tenebra la carne, con la quale la divinità si coprì, così da non poter essere contemplata nel suo splendore. “Se lo avessero conosciuto, non avrebbero, come dice l'apostolo, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria” (1 Cor 2,8). Sta scritto riguardo a questa nube: “Ecco il Signore salirà su una nube leggera ed entrerà in Egitto e crolleranno tutti i suoi dei” (Is 19,1). Da questa nube scendono le piogge dalle quali la Chiesa è irrigata. Quando il Signore verrà nella sua maestà, allora questa nube non sarà più tenebrosa, ma apparirà con tanto splendore, al punto che con il suo splendore verrà oscurato il sole e la luna diminuirà la sua luminosità. Il suo trono è un trono di correzione, di giustizia e di giudizio. Lo esprime ora nel seguito.
Attorno a lui la giustizia, giudizio e correzione sono il suo trono. Tutto il mondo verrà giudicato e punito da questa sede di giudizio. In che modo? Non aver paura: non in modo ingiusto ma con giustizia e diritto.
Allora il fuoco camminerà davanti a Lui e brucerà interno i suoi nemici. Dopo che questo trono avrà pronunciato la sentenza della punizione, subito un fuoco camminerà davanti a lui e brucerà interno i suoi nemici; gli empi, da questo fuoco nel tempo con il quale sarà dissolto il mondo, conosceranno il fuoco eterno che non si estinguerà mai.
I suoi fulmini illuminarono il mondo, la terra vide e si scosse. Ora, dalla prima venuta, della quale aveva cominciato a parlare all'inizio del salmo, passa a raccontare, andando in ordine, gli eventi che accadranno allora. Egli nascose la potenza della sua divinità ma le sue folgori, ossia gli apostoli e i dottori, diffusero la sua luce e brillarono in modo manifesto davanti a tutti. Queste folgori, insieme agli splendidi portenti miracolosi, fecero scuotere tutta la terra. In un altro passo leggiamo: “La terra vide e si scosse” Alcuni lo fecero in modo positivo, altri in modo negativo. Il Signore stesso parla di tale scuotimento: “Non crediate che io sia venuto per portare pace sulla terra, non venni a portare la pace ma la spada. Sono venuto a mettere il figlio contro il padre e la figlia contro la madre. La nuora contro la suocera e i nemici di una persona saranno gli stessi familiari” (Mt 10,34).
I monti si liquefecero come cera davanti al volto del Signore, poiché davanti al Signore la terra si scosse. Quelli che prima aveva chiamato folgori ora li chiama monti. Giustamente gli apostoli sono denominati monti poiché sono più elevati degli altri a motivo della loro scienza e santità. Fluirono come cera, perché illuminarono molti. Ha detto bene davanti al volto del Signore perché è giusto che questi candelabri e questi ceri sempre siano vicini davanti al volto del Signore. Davanti al Signore la terra si scosse. Il volto del Signore è la conoscenza della verità. Allora la terra tremò, quella che poté conoscere il Signore e infatti “principio della sapienza è il timore del Signore” (Sir 1,17). Per questo aggiunge:

Salmo 97

Salmo in onore di Davide. Chi raffiguri questo Davide, l’ho spiegato in modo sufficiente. [L’espressione] in onore di Davide, in questo salmo, allude a quel Davide che, nei componimenti precedenti, era indicato come il Fine stesso [della Legge].
Cantate al Signore un canto nuovo perché il Signore ha compiuto meraviglie. I giudei non avvertono questa novità, ma continuando a rimanere chiuse nella vecchiaia della lettera, uccidono se stessi. Lo afferma anche l’apostolo: «La lettera uccide, lo spirito vivifica: il fine della Legge è Cristo» (2 Cor 3,6). In lui la lettera ha cessato di esistere e dopo la sua venuta, continuare a interpretare la Legge secondo la lettera diventa una colpa grave. Noi, invece, cantiamo al Signore un canto nuovo, il cantico della nascita, della passione, della risurrezione e dell’ascensione. Queste sono le opere mirabili che ora si dice che il Signore abbia compiuto. Che cosa c’è di più grande della nascita di Cristo? Che cosa suscita stupore più della sua risurrezione ed ascensione? Che cosa c’é di più mirabile della sua passione? Nel corso di quest’ultima fu la sua stessa destra a salvarlo e, morendo, vinse tutti i suoi nemici. Lo precisa nel seguito.
La sua destra lo ha salvato e il suo braccio santo. Non aveva bisogno di chiedere aiuto ad altri; gli bastava la sua destra e la forza del suo braccio. Cristo morì volontariamente non fu costretto a causa della sua debolezza. Morì perché accettò di morire e se non l’avesse voluto, non avrebbero potuto ucciderlo.
Da questo punto [del salmo], però, comincia a precisare in quale modo accaddero queste opere grandi e dice che fu Dio Padre a compiere questo perché Egli non risparmiò il Figlio ma stabilì che s’incarnasse e morisse a vantaggio di tutti noi. Lo specifica ora:
Il Signore ha operato la sua salvezza, davanti a tutte le genti ha fatto conoscere la sua giustizia. La salvezza di Dio è Cristo; nato dalla Vergine Maria, si fece conoscere a noi con molteplici prove. Per questo l’Apostolo ha detto: «Non ho voluto pretendere di sapere altro in mezzo a voi, se non di Gesù Cristo e questi crocifisso» (1 Cor 2,2). Perciò l’apostolo Pietro afferma: «Tu sei Cristo, Figlio del Dio vivo» (Mt 16,17). Il versetto: davanti a tutte le genti ha fatto conoscere la sua giustizia, dobbiamo interpretarlo come un discorso riferito a Lui stesso o alla predicazione del Vangelo che si è diffusa ovunque tra le genti per mezzo di Lui e per mezzo dei suoi discepoli. Di conseguenza l’apostolo afferma: «Non mi vergogno del Vangelo; è potenza di Dio per la giustizia di chiunque crede» (Rm 1,6).
Giacobbe ricordò la sua misericordia e la casa d’Israele la sua verità. Dichiara che Giacobbe e la casa d’Israele si ricordarono della misericordia divina; un discorso chiaro. Differisce molto, tuttavia, da un’altra versione nella quale leggiamo: «Dio si ricordò della sua misericordia come aveva promesso a Giacobbe e della sua verità come aveva promesso alla casa d’Israele». Per ricavare un significato che le accolga entrambe, si può dire: si ricordò della sua misericordia come aveva promesso a figli di Giacobbe e della sua verità, come aveva preannunciato ai figli della casa d’Israele. Giacobbe ed Israele significano lo stesso popolo e in essi vediamo prefigurato il popolo cristiano, il quale soppianta il peccato e vede Dio con lo sguardo della mente. Nel corso di questa vita il [popolo cristiano] può essere denominato Giacobbe e nell’altra vita, Israele. Esso si è ricordato e si ricorderà sempre della misericordia e della verità di Dio. Dio non si dimenticò di Lui, ma realizzò con fedeltà la sua promessa.
Tutti i confini della terra hanno veduto, la salvezza del nostro Dio. Questa dichiarazione corrisponde all’altra: «Per tutta la terra è uscita la loro voce e ai confini del mondo la loro parola» (Sal 18,4).  Vedere equivale a sperimentare. Nel corso del giudizio buoni e cattivi lo vedranno anche con i loro occhi fisici. Lo dichiara un altro passo: «Ogni carne vedrà la salvezza di Dio» (Lc 3,6).
Giubila davanti a Dio tutta la terra, cantate, esultate e salmeggiate. Queste parole indicano motivi di grande gioia perché giubilare, esultare, cantare, salmeggiare non hanno altro senso che quello di manifestare sentimenti di gioia e d’esultanza. Il giubilo risuona [soltanto] nell’intimo, mentre gli altri sentimenti prevedono una manifestazione esterna. Osservate, però, in che modo dovete salmeggiare!
Salmeggiate al nostro Dio con una cetra e con un’altra cetra. Parla di due cetre e penso che voglia rappresentare con l’una il Nuovo testamento e con l’altra l’Antico. Vuole dunque che i santi annunciatori dell’uno e l’altro Testamento confermino e predichino il mistero della Trinità. Spesso ho già detto che alla Chiesa bastano tre o quattro corde e ho già spiegato il senso di quest’immagine. Quanto al salmeggiare, visto che la Chiesa intera lo fa giorno e notte, non dobbiamo metterci a cercare altri significati.
Con trombe d’argento e nel suono del corno, giubilate al cospetto del re, il Signore. I giudei usavano trombe ricavate dal corno [di un animale] o trombe modellate in argento; per mezzo di esse esortavano il popolo ora alla battaglia, ora a tornare nell’accampamento e riposare. In esse possiamo veder rappresentati i sermoni prolungati ed estesi, chiari e precisi, con i quali viene istruito il popolo di Dio e si diffonde l’annuncio; con i quali [gli annunciatori] esprimono esultanza davanti al Signore, loro re. Bisogna che essi gioiscano in modo retto, soave e sapiente. Non c’è nulla che non sia sotto il suo sguardo; Egli vede tutto e nessuno può sfuggire alla sua attenzione.
Si scuota la terra e tutto ciò che si trova in essa, l’universo e i suoi abitanti. Nessuna creatura, all’udire questo suono, così forte e così solenne di trombe e di cetre, poté rimanere indifferente. Alcuni però si infastidirono mentre altri si misero a lodare Dio e a benedirlo.
I fiumi battano insieme le mani. I fiumi, di per sé, non possono applaudire e perciò essi rappresentato dei popoli. Come troviamo scritto [nella Bibbia], le molte acque sono la moltitudine dei popoli. I fiumi applaudono in grande accordo tra loro perché la moltitudine dei popoli persevera nella lode di Dio con una sola voce, in pieno accordo.
I monti esultarono davanti al Signore. Anche questi particolari li ho già spiegati in altri salmi e ho detto più volte che i monti rappresentano gli apostoli. Ora sono invitati ad esultare perché il Signore viene e verrà anche nel futuro, prima per portare la redenzione e in seguito per giudicare. La frase successiva espone come avverrà il suo giudizio.
Giudicherà il mondo con giustizia e i popoli con rettitudine. In un altro passo si precisa: «renderà a ciascuno secondo le sue opere» (Mt 16,27).

Salmo 98

Salmo di Davide. Non torno a spigare chi sia questo Davide perché l’ho già esposto ripetutamente.
Il Signore regna, - s’adirino i popoli - Egli siede sui Cherubini: si scuota la terra. L’ho detto una volta, l’ho ripetuto una seconda ed ora lo dichiaro una terza volta: il Signore regna. Ho detto che i popoli possono pure adirarsi ed agitarsi perché il Signore regna, lo vogliano o non lo vogliano. Gli uomini retti nel popolo si adirano con gli uomini che fino ad ora li hammo perseguitati e condotti in prigionia. Ascoltino l’apostolo che proclama: «Non regni più il peccato nel vostro corpo mortale» (Rm 6,12). Non è giusto, dal momento che è il Signore a regnare, che qualcuno si mette a servizio di un altro dominatore. Qualìè il Signore che detiene il potere? Colui che siede sui Cherubini. Cherubino significa pienezza di scienza e questa appartiene agli apostoli, colmati dallo Spirito Santo dalla pienzza di ogni scienza. è un bel motivo di lode per il nostro Salvatore che si dica a suo riguardo che Egli siede su questi cherubini oppure su quelli. Gli uni e gli altri, anzi qualsiasi creatura è soggetta a lui; Egli ha potere e autorità su tutte le schiere degli angeli e degli uomini. L’espressione si scuota la terra significa ciò che è già stato detto prima: s’adirino i popoli.
Grande è il Signore in Sion, eccelso sopra tutti i popoli. Si parla di nostro Signore che, a partire dalla sua passione, ha cominciato a regnare in cielo e in terra ed ha autorità e potere sugli angeli e sugli uomini. Se vuoi verificare quanto sia grande il Signore, recati a Sion, dirigiti nella Chiesa, e lì potrai capire quanto il Signore sia grande. Nella Chiesa tutti, senza posa, venerano la sua grandezza, la sua forza, la sua potenza, il suo onore e la sua gloria. Perciò precisa:
Celebrino il tuo Nome grande e terribile poiché è santo. Il nome di Cristo è grande, terribile e santo; quando lo si invoca, i morti risorgono, i demoni vengo cacciati, i lebbrosi sono mondati, tutti gli ammalati sono guariti dalle loro malattie e da infermità. Perciò lo dobbiamo lodare e celebrare sempre. Per quale ragione? «L’onore del re esige che si ami il suo giudizio». Se si vuole onorare il re, bisogna annunciarlo e celebrarlo. I fedeli che in questa vita lodano e celebrano queste Re (questo significa il termine Cristo) con amore sincero, non avranno paura di lui quando Egli verrà a giudicare: se lo amassero, non lo temerebbero. Se chi onora il re ama il suo giudizio, come ho detto, questi  si confessa proprio per poter desiderare il suo giudizio invece di temerlo.
Tu ha predisposto la rettitudine e facesti giudizio e giustizia in Giacobbe. Tu predisponesti e poi compisti un giudizio di tale valore che non soltanto fu equo e vero ma potè essere considerato a diritto un’apparizione della stessa giustizia. Chi non apprezza il tuo giudizio se vuole onorare il tuo Nome? Lo temano soltanto gli uomini che ti avversarono e bestemmiarono il tuo Nome. Se pensiamo che ci sia un riferimento al Giacobbe di carne, che ogn giorno non cessa di bestemmiare il nome di Cristo, santo e terribile, vediamo che in parte ha già ricevuto la condanna, visto che si trova disperso in tutto il mondo.
Esaltate il Signore Dio nostro. Esaltatelo, celebratelo e onoratelo perché, come ho detto poco fa, perché chi onora il re ama che egli sia giudice e tutti coloro che l’annunciano in modo degno e che l’onorano, riceveranno nel giudizio ricompensa e onore.
Prostratevi allo sgabello dei suoi piedi, poiché è santo. Il nostro Salvatore è Dio e uomo. Ogni uomo è terra. La terra è sgabello di Dio, come dice il Signore stesso: «Il Cielo è il mio trono e la terra è lo sgabello dei miei piedi» (At 7,49). Dobbiamo prostrarci allo sgabello dei suoi piedi, cioè all’umanità del nostro Salvatore, poichè è una cosa santa, come ha affermato l’Angelo alla Vergine: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra e perciò Colui che nascerà da te sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio» (Lc 1,25). Abramo rivolse a Lui la sua adorazione quando, trovandosi alla quercia di Mambre, vide tre uomini venire presso di lui e si prostrò davanti ad uno di loro (Gn 18, 1.3). Mosè ed Aronne serirono lui e invocarono il suo Nome. Per questo ggiunge:
Mosé e Aronne fra i suoi sacerdoti e Samuele fra coloro che invocavano il suo Nome. Mosè e Aronne in realtà non furono sacerdoti. Costoro, tuttavia, furono chiamati sacerdozio regale, popolo santo, popolo redento. Sono veri sacerdoti, sebbene non svolgano alcun ministero, coloro che conducono un’esistenza sacerdotale e religiosa.
Invocavano il Signore ed Egli li esaudiva, e da una colonna di nube parlava con loro. Costoro e tutti gli altri [santi] invocavano questo Re, il nostro Salvatore e non un altro dio ed era proprio Lui ad esaudirli e non un’altra divinità. Parlava loro da una colonna di nubi. Allora parlava in una colonna di nube, Colui che in futuro avrebbe parlato in una colonna di carne; prima era avvolto dalla nube e poi dalla carne. Potè essere ascoltato ma non potè essere visto. Miseri giudei queste cose vi avrebbero potuto bastare, se la lettera non vi avesse ingannato e fatto inciampare. Ancora oggi una nube grava sopra di voi, e a motivo di essa non potete contemparlo. «Una parte d’Israele è stata colpita da cecità affinché, pur vedendo, non vedano bene e ascoltando non conprendano» (Rm 11,25).
Custodivano i suoi decreti e le leggi che aveva loro dato. È proprio [il ßignore Gesù] colui che ha dato la Legge, che l’ha scritto sulle tavole, l’unico e medesimo autore dell’uno e dell’altro Testamento, creduto come Signore e Legislatore. Signore nostro Dio, tu diventasti uomo, nascesti dalla Vergine, fosti crocifisso, risuscitasti dai morti, ascendesti al cielo, tu che hai voluto diventare sgabello, fosti tu ad esaurirli e non un altro dio. Dio, fosti misericordioso con loro. Chi potrebbe contare tutti gli atti di misericordia che il Signore compiì a favore di quel popolo? Il Signore tuttavia punì i loro peccati in questa vita per non dover condannarli nell’altra. lo afferma nel seguito del versetto: castigando i loro peccati. Anzi soprattutto allora era misericordioso, quando puniva le loro prevaricazioni.
Esaltate il Signore nostro Dio, adoratelo sul suo santo monte perché santo è il Signore nostro Dio. Avete aprreso, sembra dire, chi sia, quale sia, quale valore abbia il Signore nostro Dio e quindi dovete lodarlo, dovete adirarlo voi che state sul suo monte santo, voi che lo conoscete e state nella Chiesa. Santo è il Signore nostro Dio che per voi e a a causa dei vostri peccati accettò di essere posto tra gli iniqui.

Salmo 99

Salmo per la confessione.
Il salmo, colmo di sentimenti di gioia, contiene in modo esclusivo espressioni di giubilo e di letizia. Chi lo canta, deve farlo sempre con l’intento di dar lode, come è naturale per chi canta, celebra e ringrazia.
Giubila a Dio, terra tutta. Spesso ho detto che il giubilo è una gioia ineffabile, che rapisce la mente al pensiero della felicità suprema. Il profeta vuole che tutto il mondo giubili davanti a Dio e che gli uomini, messe da parte tutti beni del mondo, vengano presi soltanto dall’amore e dal desiderio di Dio e servano Dio con letizia. Molti servono Dio ma non lo fanno con gioia, non agiscono in modo spontaneo ma per costrizione. L’apostolo ci esorta, invece, a servire con gioia: «Rallegratevi nel Signore, sempre lo ripeto: rallegratevi! La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino!» (Fil 4,4). Il profeta, in modo analogo, sollecita la Chiesa così: «Esulta sterile che non hai partorito; esci in grida di gioia tu che non hai avuto figli perché i figli della donna abbandonata ora sono più numerosi di quelli della donna che ha un marito» (Is 54,1; Gal 4,27).
Entrate davanti a Lui con esultanza. Se Egli ha sotto il suo sguardo ogni cosa esistente e se nulla può rimanere nascosto al suo occhio, dove si trovano allora questi fedeli che ora sono invitati a porsi alla sua presenza? In un certo senso stanno e non stanno davanti a Lui. Non stanno davanti a lui quei fedeli ai quali il Signore dirà: «In verità ridico: non vi riconosco» (Mt 25,12). Stanno alla sua presenza, invece, i fedeli che meritano di contemplarlo. Che significa stare davanti a lui? L’uomo sul quale il Signore vorrà posare il suo sguardo deve prepararsi a questo evento: tutto deve essere compiuto nell’esultanza, nella gioia e nell’alacrità di cuore.
Riconoscete che il Signore è Dio. Come provi che è Dio? Egli ci ha creati e noi siamo suoi. Soltanto chi ha creato tutti può essere Dio. Non lo sono quelle divinità che sono state fabbricate dagli uomini. Di loro è scritto: «Gli idoli delle genti sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo»: Tu non hai creato tuo figlio, né tu fosti creato da tuo padre. Soltanto Dio ci creò e noi non ci siamo fatti da noi stessi. Che cosa siamo allora?
Noi siamo suo popolo e gregge che egli pascola. Egli è Dio, il Signore, il nostro Creatore; noi siamo suo popolo, creati e fatti da lui, liberati dal dominio del diavolo. Chi ascolta la sua voce, diventa membro del suo gregge, come dichiara lui stesso: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco» (Gv 10,27). Questi sono i pascoli di cui parla in un altro passo: «Mi hai collocato in un luogo di pascolo» (Sal 22,1). Questo luogo non è altro che due volumi del Testamento.
Varcate le sue porte confessando e i suoi atri con inni di lode. Sembra ora riferirsi alle porte della Gerusalemme celeste perché le persone a cui rivolge tale invito i trovano già nella Chiesa. Vedendo che abbiamo già oltrepassate le prime porte, ci invita a varcare anche le altre. Possiamo però varcarle soltanto nella lode e nella confessione. Cominciamo col confessare le nostre colpe e soltanto allora potremo nella lode giungere fin ai suoi atri. È scritto: «Confessate gli uni agli altri i vostri peccati e pregate gli uni per gli altri per essere salvati» (Gc 5,16). La lode del peccatore non ha un vero valore; la confessione delle colpe deve precedere quella che seguirà, costituita dalla lode e dal giubilo. La confessione di lode avviene ora ma continuerà anche nel seguito; quella del peccato, invece, non si ripeterà più. Non ci sarà più peccato e quindi non ci sarà neppure alcuna confessione.
Lodate il suo Nome perché soave è il Signore, la sua misericordia dura in eterno e la sua verità per sempre. La lode non verrà mai meno perché nella Chiesa, intanto, finché rimane nel trascorrere del tempo, e più tardi nella Gerusalemme celeste, loderemo il Signore, in eterno e per sempre, a motivo della sua dolcezza, della sua misericordia e fedeltà. Lodare il Signore oppure lodare il suo Nome sono la stessa cosa.

Salmo 100

Salmo per Davide.
Quando si dice per Davide, ci si riferisce al nostro Salvatore e a lui parla la Chiesa, mentre lo loda per la sua misericordia e verità. Misericordia e giustizia canterò a te, Signore. Il salmo cinquanta presenta particolarmente la misericordia. Questo salmo, il centesimo, celebra piuttosto la giustizia e dichiara che ogni giorno tutti i peccatori dovrebbero essere annientati.
La Chiesa in modo opportuno loda la misericordia ed annuncia il giudizio, nel quale i peccatori subiranno una pena. Salmeggerò e sarò intento a camminare su una strada senza colpa: quando verrai a me? Beati coloro che camminano senza colpa e osservano la legge del Signore (Sal 118,1). Salmeggiano bene, coloro che salmeggiano con la voce e con le loro opere, ossia che lodano mentre continuano a camminare. Anzi si prospettano una cosa ancora più grande: lodano il Signore per capire quando Egli giungerà presso di loro. I dormienti non possono percepire la visita del Signore. Al contrario, coloro che rimangono svegli ed attenti non vogliono essere sorpresi da incauti. Per questo il Signore comanda: «Vigilate perché non sapete in quale momento il Signore vostro verrà» (Mc 13, 35). Devono vigilare per scorgere e riconoscere il giudice che sta arrivando, mentre si trova ancora lontano. Questo corrisponde al proposito attuale della Chiesa: salmeggerò e loderò in modo di riconoscere quando starai per venire presso di me. Non mi lascerò prendere dal sonno e neppure da sonnolenza, ma starò vigilante e canterò ma starò ben attenta per percepire e vedere la tua persona mentre te stai ancora lontano. Da questo momento in poi la Chiesa racconta come si svolge la sua vita e il suo comportamento in questo mondo e si propone di istruirci, mediante il suo buon esempio, su come anche noi dobbiamo vivere.
Camminerò nell'innocenza del mio cuore, in mezzo alla mia casa. Percorrerò il sentiero dei tuoi comandi, anzi correrò in esso e li custodirò; agirò alla maniera dell'Apostolo che dice: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede” (2 Tm 4,7). Come camminerò? Nell'innocenza del mio cuore. Se nel cuore si troverà l'innocenza, non apparirà alcuna malizia nelle opere. «Dal cuore escono i cattivi pensieri, gli omicidi, gli spergiuri, le false testimonianze e tutto ciò che contamina l'uomo» (Mt 15,19). Ascoltiamo poi dove intende camminare: in mezzo alla mia casa. Possiamo pensare che la casa di Dio sia tutto il popolo cristiano oppure questo mondo. La Chiesa, che sta parlando ora, corrisponde ai fedeli più avanzati. Sono costoro infatti a camminare nell'innocenza del loro cuore, in mezzo alla casa di Dio. Perciò ai buoni e ai cattivi, ai credenti e ai non credenti, [in costo] offre l'esempio del suo comportamento santo ed onesto. Anche il Signore invita: «Risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,16).
Non mettevo il male davanti ai miei occhi. Se se lo fosse proposto, lo avrebbe commesso o avrebbe consentito al altri di farlo. In realtà non agì in questo modo. Che cosa fece al contrario? Ho detestato i prevaricatori e nel mio cuore non ho approvato il peccato. Prevaricatori sono gli uomini che non si curano d'osservare la legge che è stata comandata a loro. Ci è stata imposta questa legge: separarci dal male e compiere il bene. Chi non trasgredisce questo mandato almeno qualche volta? Appartengono tuttavia ai prevaricatori, gli uomini che si rifiutano di convertirsi ma perseverano in continuazione a fare il male. Questi tali meritano di essere disapprovati perché Dio stesso li detesta. Hanno un cuore depravato, perverso e incorreggibile, indurito nella malvagità al punto da rifiutare le parole di vita.
Non avevo relazione con i malvagi che s'allontanavano da me. Malvagi sono coloro che abbandonano la Chiesa e rifiutano di accogliere le sue parole salutari. La Chiesa infatti non li conosce ma deve considerarli come fossero dei non credenti, quasi degli estranei e non partecipa con loro ai sacramenti divini.
Chi calunnia in segreto il suo prossimo, lo perseguitavo. La calunnia è un peccato molto grave e di fronte ad esso la Chiesa si turba così tanto da perseguitare i calunniatori. La persecuzione della Chiesa si attua tramite l'interdetto o la scomunica. I calunniatori in segreto sono abominevoli e da paragonare agli omicidi. Il nostro prossimo è ogni cristiano, fratello nostro e figlio dello stesso Padre. Calunniare è voler diminuire la bontà di una persona.
Non mangiavo con l'uomo dall'occhio superbo e dal cuore insaziabile. Ha segnalato i superbi dallo sguardo perchè la superbia si lascia intuire nelle occhiate e nel movimento delle ciglia. L'orgoglio è la fonte di ogni peccato. “Non mi raggiunga il piede dell'orgoglioso” (Sal 35,12) chiede in un altro salmo. Gli angeli caddero a causa di esso. Negli uomini dal cuore insaziabile sono designati gli avari e la definizione viene posta dall'analisi di colui che viene così definito. L'avaro è proprio l'uomo dal desiderio insaziabile. Già l'apostolo ha ordinato di non mangiare neppure con costoro; in modo opportuno sono separati dal corpo della Chiesa.
I miei occhi sopra i fedeli della terra perché siedano vicino a me. Mentre respingevo e mi separavo da quelli, guardavo con misericordia i fedeli e mi univo a loro. I fedeli della terra sono gli uomini che aderiscono alla fede cattolica nella Chiesa e servono Dio fedelmente. La Chiesa vuole che costoro siedano, si stabiliscano e giudichino con essa.
Mi servivano coloro che camminavano nell'innocenza. Servitori nella Chiesa sono i vescovi e i sacerdoti. Il Signore stesso mostra di essere un servitore ed afferma: “Non sono venuto per essere servito ma per servire” (Mt 20,18). La Chiesa ha scelto costoro per affidare loro il ministero perchè sono senza colpa e senza gravi peccati. La Bibbia ordina che i vasi dell'altare siano fatti d'oro purissimo e nessun altro vaso può servire all'altare se non quello che appare costituito d'oro raffinato. Non abiterà nelle mia casa chi agisce con orgoglio. Con orgoglio si intende ogni vizio ed ogni peccato, ma qui si fa riferimento all'orgoglio che arriva a tale sfrontatezza da rifiutare di umiliarsi e di iniziare qualsiasi penitenza. Gli spiriti maligni sono così, perciò l'apostolo insegna: “non avete riscontrato nessuna tentazione che non fosse umana” (1 Cor 10,3). Chi parla iniquamente, non ha rivolto a me il suo sguardo. Questo pare proprio riguardare gli eretici poiché loro non guardano verso la Chiesa e impediscono ad altri di farlo ma, al contrario, allontanano da essa quanti più possono.

Al mattino ucciderò tutti i peccatori della terra. La Chiesa, come ho mostrato prima, allontanava da sé gli orgogliosi prevaricatori, gli avari, i malvagi, i calunniatori e gli ingannatori perchè vedeva che sarebbero stati condannati da Dio. Perciò dichiara di aver ucciso al mattino tutti i peccatori, perché ha stabilito che costoro nel giudizio dovranno essere condannati ed eliminati. Pronunciando la sua sentenza, la Chiesa ha condannato alla morte gli uomini che nel giudizio subiranno la condanna, come essa già sa. Questo modo di agire si riscontra tante altre volte nella Bibbia. Mosè, ad esempio, stabilendo le norme sui casi di lebbra, ordina ai sacerdoti di isolare i malati per sette giorni e se, poi, [il sacerdote] avrà osservato che la macchia di lebbra si è allargata, «dice il testo» li renderà impuri. Che cosa significa renderli impuri se non constatare semplicemente che sono tali? È chiamato mattino quel giorno che pone fine al secolo presente e da inizio a quello futuro. Agivo così, dichiara la Chiesa, per espellere dalla città del Signore, ossia dalla Gerusalemme celeste, tutti gli operatori d'iniquità, cioè gli uomini che non vogliono lasciare la malvagità. Espellere significa soltanto considerarli degni di espulsione”. 

Nessun commento:

Posta un commento