mercoledì 22 marzo 2023

Salmi 1-49

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Inizia il primo libro dei Salmi (1-40). Il salmo primo e secondo costituiscono un’unica composizione e fungono da prologo a tutto il salterio. 

Salmo 1

Il giusto è come un albero rigoglioso e fruttifero. Egli prefigura Cristo e tutti i veri fedeli uniti a Lui: «Il salmo tratta lo stesso argomento che è esposto in tutto il salterio: parla di Cristo nella sua totalità, del Capo, e di tutte le membra del suo Corpo, che sono tutti i giusti» (BW 49). 

1Beato l’uomo! 

Il salterio comincia proclamando una beatitudine, come farà Gesù nell’annunciare il Vangelo. Beato è un nome proprio di Dio (Cf 1 Tm 6,15); «Dio, per suo dono, ci ha resi partecipi di quell’attributo degno della sua gloria» (Cf Am 14,971). Cristo, che ha vissuto proponendosi di vivere in piena conformità al volere di Dio Padre, «ci ha resi partecipi anche di questa qualità» rendendoci beati (1 Cor 1,9) (Td 611). 

1Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti. 

Il giusto evita la progressione nel male vissuta, invece, dall’uomo iniquo. Questi entra nel consiglio dei malvagi quando, devia dal retto cammino; resta nel male, quando gode del peccato; si siede quando approva il proprio operato. Soltanto con l’aiuto del Signore Gesù può ricredersi, rialzarsi e riprendere il cammino (Cf Ag36,67). 

2Ma nella legge del Signore trova la sua gioia. 

«L’uomo saggio si sottopone alla legge per volontà propria, non per costrizione» (Am14,980.981). «Colui che è nella legge, opera [volentieri] in conformità ad essa; chi è sotto la Legge, è costretto a muoversi secondo essa. Il primo è un uomo libero, il secondo è un servo» (Ag36,67). 

La sua legge medita giorno e notte. 

Ha detto le tre cose che il giusto non deve fare e adesso suggerisce, invece, ciò che deve fare. Il saggio medita la parola in maniera assidua (Cf Atn 61). Meditare era leggere ad alta voce un testo biblico (Cf At 8,28-30). «Giorno e notte: non significa una continua applicazione alla lettura, quanto avere una buona disposizione a custodire la legge» (Am14,981). «Medita di continuo, chi agisce con santità in tutto ciò che opera» (Cs 30). 

3È come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono. 

«Verso la corrente stende le radici; non teme il caldo, le sue foglie rimangono verdi, non smette di produrre frutti» (Ger 17,8). «Il flusso del divino Spirito imita l’irrigazione dell’acqua» (Td 613).  

Tutto quello che fa, riesce bene. 

L’impegno per vivere con rettitudine, a suo tempo, ottiene un risultato tangibile (Atn 61; Cf Gs 1,7-8). Solo dopo aver tradotto in vita i comandamenti meritiamo l'intelligenza della Scrittura (Cf Gr Lettere CXXVII,4). «Prima della venuta del nostro Salvatore, non era facile per l’uomo dominare i suoi malvagi desideri ma ora ci è stata aperta da Lui una strada priva di particolari difficoltà» (Crl 91). Il giusto riesce in tutte le sue opere: «Cresce in se stesso in quanto rimane una persona retta nelle parole e nelle opere; negli eventi che accadono perché s’avvantaggia del benessere ma anche dell’avversità. La provvidenza di Dio, in modo mirabile, volge il male in bene, a favore dei suoi. Permette che alcuni cadano, affinché si riprendano con maggiore forza. Ai malvagi avviene il contrario: perfino un evento favorevole, finisce in una sventura» (Rmg 153). 

4Non così, non così i malvagi, ma come pula che il vento disperde; 5perciò non si alzeranno i malvagi nel giudizio né i peccatori nell’assemblea dei giusti. 

Il malvagio vive in agitazione, come pula travolta da un vento di bufera. Tutti i malvagi sono peccatori ma non tutti i peccatori sono malvagi, poiché mentre i primi possono ancora redimersi, quest’ultimi sono condannati da Dio, spesso già nel tempo della vita attuale e, di sicuro, al momento del giudizio definitivo (Cf Ag36,69). 

6Poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina. 

«Alcuni si trovano a metà strada tra fedeltà ed empietà. Sono trattenuti nella Chiesa dalla paura di Dio, ma insieme sono sollecitati ai vizi terreni. Di qui il giudizio, perché pur amando la Luce, preferiscono ad essa la tenebra (Cf Gv 3,19)» (Ilr 259.260). «Non vanno in rovina i malvagi ma la loro via. Se si convertono, perderanno soltanto la via della malvagità, che non esisteva da principio e non esisterà nel futuro» (Am14,997.998). 

Salmo 2

Il salmo primo continua nel secondo: il giusto è il re/Messia. Un re, insediato sul trono per volontà divina, viene rifiutato da altri sovrani e dai loro popoli. Egli, però, può contare sull’aiuto di Dio che lo ha scelto e così, la ribellione contro di lui fallirà. «Il Profeta parla della congiura dei malvagi contro Cristo (At 4,23-29). Questi parla del suo regno invincibile e della sua generazione ineffabile [dal Padre]» (BW 32). 

1Perché le genti sono in tumulto e i popoli cospirano invano? 2Insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme contro il Signore e il suo consacrato. 3«Spezziamo le loro catene, gettiamo via da noi il loro giogo!». 

Popoli e sovrani insorgono contro il re, consacrato dal Signore, ma ribellione si volge contro Dio che lo ha scelto. Per giustificare la sommossa, i rivoltosi dichiarano che l’autorità divina è oppressiva. In realtà, servire Dio è regnare e Gesù si pose a servizio dei discepoli. Offrì loro riposo e un giogo soave (Cf Mt 11,28-30) (Bs 700). 

4Ride colui che sta nei cieli, il Signore si fa beffe di loro. 5Egli parla nella sua ira, li spaventa con la sua collera: 6«Io stesso ho stabilito il mio sovrano sul Sion, mia santa montagna». 

Dio, per nulla preoccupato della ribellione, conferma la sua decisione ed appoggia il suo consacrato. Che significano riso e scherno da parte di Dio? «Si riferisce a quella forza che Dio dona ai suoi santi» (Ag36,70). Il Signore reagisce al rifiuto, consolidando quanti accolgono il suo regno. 

 7Voglio annunciare il decreto del Signore. Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato.
 

Ora parla lo stesso re rifiutato e annuncia la decisione di Dio. Afferma d’essere stato designato da Lui come figlio perché l’intronizzazione regale è considerata una generazione. La resurrezione di Gesù ha ribadito e arricchito il senso di questo versetto. Resuscitandolo, Dio lo ha generato e posto accanto a sé come Figlio e Re, in eterno (Eb 1,5; 5,3). Manifestato come tale nella sua resurrezione, tuttavia Gesù è Figlio di Dio da sempre: «Oggi significa il presente; nell'eternità non c'è alcunché di passato, né di futuro ma c'è soltanto il presente» (Ag36,71). 

8Chiedimi e ti darò in eredità le genti e in tuo dominio le terre più lontane. 

Il Signore dichiara di mettere a disposizione la sua potenza a favore del re designato. Riguardo a Gesù: «Questa è la sua eredità, dare la vita eterna ad ogni uomo, perché tutte le nazioni, istruite e battezzate, siano rigenerate alla vita» (Ilr 280). 

9Le spezzerai con scettro di ferro, come vaso di argilla le frantumerai». 

Lo scettro di ferro indica la potenza regale invincibile. Gli antichi scrivevano i nomi dei re nemici su vasi d’argilla e poi li frantumavano per anticiparne la fine, in modo magico. «Al vincitore che custodisce sino alla fine le mie opere darò autorità sopra le nazioni: le governerà con scettro di ferro, come vasi di argilla si frantumeranno, con la stessa autorità che ho ricevuto dal Padre mio» (Ap 2,26-28). 

Cristo, però, unisce alla forza la dolcezza: «Cristo pasce con dolcezza le sue pecore, senza mai allontanarsi da loro» (Es23,90). Non frantuma gli uomini ma i loro mali, «i desideri dell’egoismo, le relazioni immonde del vecchio uomo e tutto quanto è stato sporcato e inquinato dal fango del peccato» (Ag36,71). Il Signore spezza con la morte, per ricreare in modo più splendido: «Dio restaurerà il corpo che era stato spezzato, concedendo una bellezza a lui gradita, a partire dalla stessa materia di prima. Non la farà scomparire, ma ne cambierà il modo di essere» (Ilr 285.286). 

 10E ora siate saggi, o sovrani; lasciatevi correggere, o giudici della terra; 11servite il Signore con timore e rallegratevi con tremore. 

«Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo» (1 Gv 3,8). «Al timore è stata aggiunta la gioia perchè servire il Signore con timore, non deve infondere afflizione. Tuttavia, per evitare che l’esortazione all’esultanza provochi eccessiva confidenza, ha aggiunto il timore, perché chi ascolta rimanga vigilante» (Ag36,71). «Il timore del Signore non porta alla tristezza ma alla gioia» (Cs 41). 

12Imparate la disciplina, [oppure baciate il figlio, nasqu bar] perché non si adiri e voi perdiate la via: in un attimo divampa la sua ira. 

«Egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”» (Lc 13,27). 

Beato chi in lui si rifugia. 

«Chi è vinto da Cristo, ha vinto il male; lo ha distrutto col sottomettersi a lui» (Es23,101). 

Salmi del povero

(3-13)

Salmo 3

1Salmo. Di Davide. Quando fuggiva davanti al figlio Assalonne. 

Davide, quando fu avversato dal figlio Assalonne, soffrì il rifiuto anche di molti altri sudditi (2 Sm 15,13-15), i quali credevano che egli fosse stato abbandonato da Dio (2 Sam 16,7-8). 

«Cristo parla al Padre dei suoi persecutori e invita il popolo fedele a non temere la morte perché, risorgendo, ha fondato la speranza della vera risurrezione» (BW 34). 

2Signore, quanti sono i miei avversari! Molti contro di me insorgono. 

«Ecco oggi io faccio di te come una fortezza, contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese. Ti muoveranno guerra ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti» (Ger 1,18). 

«Giuda, preso un distaccamento di soldati, si recò [da Gesù], con laterne, torce ed armi» (Gv 18,3). «Sarete odiati da tutti a causa del mio Nome» (Mt 10,22). 

«Ognuno di noi può dire, quando la folla delle passioni tenta di trascinarci: Signore molti insorgono contro di me! Inoltre pensiamo alle calamità che la Chiesa ha affrontato e affronterà, in tutto il mondo», in ogni epoca (Ag36,77). 

3Molti dicono della mia vita: «Per lui non c’è salvezza in Dio!». 

«Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio”» (Mt 27,43). I nemici del salmista deridono la sua fiducia in Dio; soltanto corrodendo la sua fede, possono distruggerlo: «Signore, i nemici dicono che non posso contare affatto sulla tua provvidenza. Ritengo, invece, che Tu non mi disprezzi, anche se sono un grande peccatore» (Td 885). 

4Ma tu sei mio scudo, Signore, sei la mia gloria e tieni alta la mia testa. 

«Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso» (Is 50,7). «C’è chi è debole e ha bisogno di soccorso, ma gli occhi del Signore lo guardano con benevolenza, lo sollevano dalla sua povertà e gli fanno alzare la testa, sì che molti ne restano stupiti» (Sir 11,12-13). 

«Dio solleva il nostro capo, quando guardiamo verso l'alto, e non lo pieghiamo verso interessi meschini» (Crl 728). Il salmista «non attribuisce a sé la forza con cui eccelle, comprendendo che è fedele per grazia e misericordia del Signore» (Ag36,77). 

5A gran voce grido al Signore ed egli mi risponde dalla sua santa montagna. 

Gridare al Signore, significa appoggiarsi su di Lui. «Li volevo salvare, ma essi non gridano a me con il loro cuore quando gridano sui loro giacigli» (Os 7,13-14). 

«Coraggio, figli miei, gridate a Dio, ed egli vi libererà dall’oppressione. Io, infatti, ho sperato dall’Eterno la vostra salvezza e una grande gioia mi è venuta dal Santo, per la misericordia che presto vi giungerà dall’Eterno, vostro salvatore» (Bar 4,21-22). 

All’orante «viene donato molto di più di ciò che desidera, perché il Benefattore, nel donare, supera l’uomo che può fare il bene secondo le sue limitate possibilità» (Es23,93). 

6Io mi corico, mi addormento e mi risveglio: il Signore mi sostiene. 

(Pr 3,21 ss.) Il fedele prosegue a percorrere, in perfetta serenità, tutti gli eventi della sua esistenza: «Se ti coricherai, non avrai da temere; se ti coricherai, il tuo sonno sarà dolce» (Pro 3,24). «La tua benevolenza, o Signore, è per me un muro inespugnabile e un'armata invincibile» (Crl 725). 

Il risveglio preannuncia la risurrezione di Gesù: «Sono certo che solleverai dalla morte il Cristo, dopo che si sarà umiliato e avrà accettato il disprezzo, e che lo farai trionfare» (Td 885). «La morte si cominciò a chiamarla dormizione da quando Cristo morì e risuscitò» (Tommaso d’Aquino, Commento a Giovanni, 1495). 

7Non temo la folla numerosa che intorno a me si è accampata. 

«“I dominatori trionfavano [sul popolo] e sempre, tutti i giorni, il mio nome è stato disprezzato. Pertanto il mio popolo conoscerà il mio nome, comprenderà in quel giorno che io dicevo: “Eccomi!”» (Is 52,5). 

«Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!» (Gv 16,33). 

8Sorgi, Signore! Salvami, Dio mio! Tu hai colpito alla mascella tutti i miei nemici, hai spezzato i denti dei malvagi, 

Li hai privati di tutta la loro forza. «Le fiere che, private dei denti, diventano deboli» (Td 888). «Te, beato, Israele! Chi è come te, popolo salvato dal Signore?» (Dt 33,29). 

9La salvezza viene dal Signore: sul tuo popolo la tua benedizione. 

«Il Signore ordinerà alla benedizione di essere con te» (Dt 28,8). «Dio, dopo aver risuscitato il suo servo [Gesù], l’ha mandato a voi per portarvi la benedizione, perché ciascuno di voi si allontani dalle sue iniquità» (At 3,26). 

«[Cristo dice al Padre:] Hai concesso il dono della risurrezione non soltanto a me, ma anche a tutti quelli che sarebbero diventati il tuo popolo» (Es23,100). 

Salmo 4

1Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo. Di Davide. 

Il salmista invita ad abbandonare le divinità e a confidare in Dio. Confessa, infine, la gioia che lo pervade nel vivere in comunione con Lui. 

2Quando t’invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia! Nell’angoscia mi hai dato sollievo; pietà di me, ascolta la mia preghiera. 

Dio rimane sempre fedele (giustizia qui significa fedeltà). «Esaudito, il salmista non si inorgoglisce né si abbandona all’indolenza, ma subito prega di nuovo per il futuro. Chiede di essere ascoltato per misericordia, non perché pensa che gli sia dovuta una ricompensa» (Es23,103). «Continua a pregare, evidenziando quanto sia grande il guadagno della preghiera» (Crl 736). Invoca con un solo gemito, come farà il ladrone pentito sulla croce, perché al Signore bastano poche parole, purché siano sincere (Cf Es23,113). 

3Fino a quando, voi uomini, calpesterete il mio onore, amerete cose vane e cercherete la menzogna 

Si rivolge a chi venera le divinità e li esorta a desistere dal perseguitarlo. Anzi dovrebbero rinunciare a darsi a culti inutili. «Nessuno può servire a due padroni» (Mt 6,24). 

4Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele; il Signore mi ascolta quando lo invoco. 

«Noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo» (Rm 8,28-29). 

«Dio provvede a tutti. Non abbandona nessuno dei suoi fedeli, ma sempre mostra in loro meraviglie» (Es23,105). «Ascolta le invocazioni dei santi ed esaudisce le loro richieste. Vi può essere un vantaggio maggiore di questo?» (Crl 737). 

5Tremate e più non peccate, nel silenzio, sul vostro letto, esaminate il vostro cuore. 

Continua ad esortare gli idolatri che hanno abbandonato il Signore: «Nel corso della notte ricusate i pensieri deteriori. Il sentimento di dolore è come un pungolo dell'anima, un pungiglione. Nella notte i buoni propositi diventano più limpidi» (Atn 73). 

6Offrite sacrifici legittimi e confidate nel Signore. 

Il sentimento più autentico del credente consiste nella fiducia in Dio. «Così, di seguito, considerate di generazione in generazione che quanti hanno fiducia in lui non soccombono» (1 Mc 2,61). «Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia. Egli è come un albero piantato lungo l'acqua…» (Ger 17,7). «Cristo Gesù ci dà il coraggio di avvicinarci in piena fiducia a Dio per la fede in lui» (Ef 3,12). 

7Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene, se da noi, Signore, è fuggita la luce del tuo volto?». 

Esortati gli increduli alla fiducia, si sofferma sul dubbio angoscioso dei fedeli che temono di essere stati abbandonati da Dio: «Gli uomini che pongono in Dio una fiducia incondizionata sono pochi. La maggior parte preferisce godere dei piaceri disponibili all’istante, piuttosto che volgersi a quelli riposti nella speranza. Si chiedono: “Chi ci mostrerà i beni? Dove sta la provvidenza di Dio, viste tutte le sventure che accadono?”» (Crl 740). 

8Hai messo più gioia nel mio cuore di quanta ne diano a loro grano e vino in abbondanza.

 È meglio parlare a Dio che parlare di Dio; perciò, dopo esservi rivolto agli uomini, il salmista preferisce dialogare con il Signore (Cf Rmg 162). 

Offre ai dubbiosi questa testimonianza di vita: i beni danno soddisfazione ma l’amicizia con Dio vale molto di più ed appaga in pienezza. «Molti uomini non sperano che qualcuno mostri loro le cose veramente buone, ed allora si limitano a riempirsi di vino, olio, frumento. Pensano che soltanto questi siano i beni di cui si possa godere, ma a me, Signore, mi hai dato la gioia del cuore» (Es23,109). «La mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11). 

9In pace mi corico e subito mi addormento, perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare. 

«Io stabilirò la pace nella terra e, quando vi coricherete, nulla vi turberà» (Lv 26,6). «Giacobbe prese una pietra come guanciale e si coricò. Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo» (Gen 28,11). «In pace, perché non sono nel peccato, che è inimicizia con Dio. Al termine della vita, mi verrà data una dimora da Dio» (Crl 741). 

Salmo 5

1Al maestro del coro. Per flauti. Salmo. Di Davide. 

Invocazione a Dio, affinché apra, tra le difficoltà, un sentiero di rettitudine. 

2Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole: intendi il mio lamento. 

L’uomo «non può raggiungere l’altezza della divinità. Dio, però, abbassando la propria maestà, piega l’orecchio verso quelli che ritiene degni di essere ascoltati» (Es23,1252). 

3Sii attento alla voce del mio grido, o mio re e mio Dio, perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera. 

«Queste parole sono messe in bocca alla Chiesa affinché l'Amata si rivolga al Signore, l'Invitata si affretti. Dopo aver attraversato la nequizia di questo mondo, grazie al suo aiuto, si unisca per sempre al suo Sposo, come sposa senza macchia e senza ruga (Cf Ef 5,27)» (Cs 53). 

4Al mattino ascolta la mia voce; al mattino ti espongo [la mia richiesta] e resto in attesa. 

Espone al Signore ciò che lo fa soffrire. «Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste» (Fil 4,6). «Non ti chiedo benefici terreni, ma i doni necessari alla salvezza, elargiti in abbondanza dalla tua generosità» (Crl 741). 

5Tu non sei un Dio che gode del male, non è tuo ospite il malvagio; 6gli stolti non resistono al tuo sguardo. 

«Hanno paura i peccatori. Chi di noi può abitare presso un fuoco divorante? Colui che cammina nella giustizia e parla con lealtà» (Is 33,14-15). «Dio è luce e in lui non ci sono tenebre» (1 Gv 1,5). «Fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo ma si batteva il petto» (Lc 18,13). «Il Signore, voltatosi guardò Pietro. [Ed Egli], uscito, pianse amaramente» (Lc 22,61). 

Tu hai in odio tutti i malfattori, 7tu distruggi chi dice menzogne. Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta. 

Dio disse a Caino: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me» (Gen 4,10). «Tu [Davide] hai versato troppo sangue, per questo non costruirai il tempio al mio Nome» (1 Cr 22,8). 

8Io, invece, per il tuo grande amore, entro nella tua casa; mi prostro verso il tuo tempio santo nel tuo timore. 

«La chiamata divina precede il merito. Non trova la persona degna d'amore, ma la rende tale; è un dono gratuito» (Cs 58). «Se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio; e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché facciamo quel che è gradito a lui» (1 Gv 3,21-22). «Sono certo che sarò esaudito perché non provo alcun interesse verso le cose che Tu, Signore, detesti» (Atn 73). 

9Guidami, Signore, nella tua giustizia a causa dei miei nemici; spiana davanti a me la tua strada. 

«Non possiamo giungere fino a Te contando sulle nostre forze, poiché spesso ci troviamo a percorrere sentieri tortuosi» (Cs 56). «Il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata» (Is 40,4) «Spianami il tuo sentiero, poiché sono ancora in cammino. Nel corso del mio viaggio sulla terra, fammi crescere di virtù in virtù, per la tua fedeltà, non per il mio merito; guida la mia vita affinché possa essere stimata da te; fammi comprendere i tuoi comandamenti con vera sapienza» (Rmg 169). 

10Non c’è sincerità sulla loro bocca, è pieno di perfidia il loro cuore; la loro gola è un sepolcro aperto, la loro lingua seduce.

 «Avete rattristato con menzogne il cuore del giusto, mentre io non l’avevo rattristato e avete rafforzato il malvagio perché non desistesse dalla sua vita malvagia e vivesse» (Ez 13,22). 

11Condannali, o Dio, soccombano alle loro trame, per i tanti loro delitti disperdili, perché a te si sono ribellati. 

«Falliscano nelle trame ordite contro di noi; imparino, per esperienza, che hanno costruito tele di ragno» (Td 900). Dio distrugga nei malvagi tutto ciò essi che hanno creato da sé, ossia i loro peccati; che la loro coscienza li rimproveri, fino a farli smettere dal perseguire i loro intenti iniqui (Cf Rmg 169). 

12Gioiscano quanti in te si rifugiano, esultino senza fine. Proteggili, perché in te si allietino quanti amano il tuo nome. 

«Siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po’ aflitti da varie prove» (1 Pt 1,6). 

13Poiché tu benedici il giusto, Signore, come scudo lo circondi di benevolenza. 

La benevolenza è «la sua grande generosità verso di noi. Le Scritture designano il buon volere di Dio col termine eudokia. Quest'uso appare nel passo: “Hai mostrato il tuo buon volere (eudokesas) verso la tua terra” (Cf Sal 84,1). San Paolo dichiara: “secondo il beneplacito (katà ten eudokian) del tuo volere (Ef 1,9)”» (Td 904). 

Salmo 6

1Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Sull’ottava. Salmo. Di Davide. 

Un fedele, ammalato grave, incontra l’ostilità da parte di nemici (v. 11). Non si ritiene innocente, anzi è convinto che Dio potrebbe, a buon diritto, punirlo con rigore. Invoca tuttavia il perdono, la guarigione e la liberazione. «Davanti a Dio vi è soltanto la fuga verso Dio. Davanti a Lui come giudice vi è soltanto l’appello a Lui come Padre che si impietosisce, perché vede soffrire il figlio» (RS 47). [Cf Sal 37].

2Signore, non punirmi nella tua ira, non castigarmi nel tuo furore. 

«Correggimi, Signore, ma con giusta misura, non secondo la tua ira, per non farmi vacillare» (Ger 10,24). «Correggimi come un padre, non come un giudice. Non commisurare il castigo alla colpa ma tempera, con la misericordia, la severità della giustizia» (Td 902). 

3Pietà di me, Signore, sono sfinito; guariscimi, Signore: tremano le mie ossa. 

«Non ha detto: abbi pietà perché lo merito, ma perché non posso affrontare la tua giustizia. Il Giudice stesso ci ispira che cosa dobbiamo dire come colpevoli. Temerai ancora di non essere ascoltato, se pregherai nei modi che egli stesso ti ha suggerito?» (Cs 62). 

Guariscimi: 

«Da lui (Gesù) usciva una forza che guariva tutti» (Lc 6,19). «Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, disse [al paralitico]: “Vuoi guarire”?» (Gv 5,6). 

4Trema tutta l’anima mia. Ma tu, Signore, fino a quando?

«Anche i monti e le fondamenta della terra tremano di spavento quando [il Signore] li scruta» (Sir 16,19). «Si presenteranno tremanti al rendiconto dei loro peccati; le loro iniquità si ergeranno contro di loro per accusarli» (Sap 4,20). «[Il pubblicano] non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto. Tornò a casa sua giustificato» (Lc 18,13-14). 

5Ritorna, Signore, libera la mia vita, salvami per la tua misericordia. 

Sembra che sia Dio a dover ravvedersi da una punizione troppo severa (Cf Sal 89,13). «Quando vi sarete convertiti a lui con tutto il cuore e con tutta l’anima per fare ciò che è giusto davanti a lui, allora egli ritornerà a voi e non vi nasconderà più il suo volto» (Tb 13,6). 

6Nessuno tra i morti ti ricorda. Chi negli inferi canta le tue lodi?

La morte era considerata la fine della glorificazione di Dio. Cristo ha riaperto la vita nella profondità della morte: «Dio ha lasciato che Cristo si facesse carico del destino dell’empio e ha lasciato che percorresse il cammino della morte, per trasformare questo cammino in un cammino di ubbidienza» e poi di vita (RS 48). 

7Sono stremato dai miei lamenti, ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio, bagno di lacrime il mio letto. 8I miei occhi nel dolore si consumano, invecchiano fra tante mie afflizioni. 

«La voce delle lacrime si fa udire ancora più in alto e viene ascoltata da Dio molto di più di quella espressa con parole» (Bs 715). «Il popolo venne a Betel [nel santuario], dove rimase fino alla sera davanti a Dio. Alzò la voce, prorompendo in pianto» (Gdc 21,2). «[La peccatrice] si rannicchiò piangendo ai piedi di [Gesù] e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli» (Lc 7.38). «Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: “Tre volte mi rinnegherai”. E scoppiò in pianto» (Lc 14,72). «Cambierò il loro lutto in gioia, li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni» (Ger 31,13). «Tergerà ogni lacrima dai loro occhi perché le cose di prima sono passate» (Ap 21,4). 

9Via da me, voi tutti che fate il male: il Signore ascolta la voce del mio pianto. 10Il Signore ascolta la mia supplica, il Signore accoglie la mia preghiera. 

Certo di essere liberato dai nemici, il salmista ne anticipa l’allontanamento. Il nome di Dio (Signore) è ripetuto per tre volte: è la vera speranza. La terza volta dice che il Signore ha preso la sua preghiera, «come se l’avesse afferrata con le mani. Da queste espressioni intuiamo la sua grande gioia: Dio avrebbe ascoltato la sua preghiera con il suo orecchio e l’avrebbe presa in mano come se fosse stato un dono» (Cs 64). «Guarigione da ogni infermità è la potenza che viene da Dio. Chi ne ha fatto esperienza dice: “tutto posso in Colui che mi da forza”, cioè il Cristo (Fil 4,13)» (Es23,120).

11Si vergognino e tremino molto tutti i miei nemici, tornino indietro e si vergognino all’istante. 

I nemici dovranno provare vergogna, tremare ed indietreggiare; la ripetizione segnala l’importanza della richiesta. «La Chiesa preferisce chiedere la conversione dei peccatori piuttosto che la loro morte» (Bs 715). 

Salmo 7

1Lamento che Davide cantò al Signore a causa delle parole di Cus, il Beniaminita. 

Dio stronchi la prepotenza dei malvagi! Fu la richiesta di David quando dovette difendersi dalle accuse di un certo Cus, un personaggio sconosciuto. Gesù fu un povero perseguitato e soccorso da Dio. Nella preghiera della Chiesa, Egli continua a supplicare il Padre a favore di tutti gli oppressi. 

2Signore, mio Dio, in te ho trovato rifugio: salvami da chi mi perseguita e liberami, 

«Il forte non ha bisogno del giudice. Egli ottiene da se stesso ciò che vuole. [Per il debole] non è difficile esigere giustizia e un giudice giusto. Per questo, chi prega Dio deve assumere l’atteggiamento del povero, di colui che si rimette alla giustizia» (RS 52.53). «Non mi appoggio sull’aiuto degli uomini, ma, come avvolgendomi nella fiducia in Dio, attendo il suo aiuto» (Td 908 ). 

3perché non mi sbrani come un leone, dilaniandomi senza che alcuno mi liberi. 

Il malvagio sbrana, persegue con ferocia l’annientamento della vittima. «Se mi trovassero privo della tua difesa, i miei oppositori, assalendomi come tante fiere, mi divorerebbero senza lasciare traccia» (Td 908). Il leone è un simbolo dell’opposizione all’evangelizzazione: «Il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone» (2 Tm 4,17). «Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede» (1 Pt 5,8-9). 

4Signore, mio Dio, se così ho agito, se c’è ingiustizia nelle mie mani, 5se ho ripagato il mio amico con il male, se ho spogliato i miei avversari senza motivo, 6il nemico mi insegua e mi raggiunga, calpesti a terra la mia vita e getti nella polvere il mio onore. 

L’orante ribadisce la sua innocenza [riguardo alla specifica colpa della quale viene accusato] con una formula di giuramento imprecatorio: se ho commesso quel crimine di cui sono accusato, allora accetto di essere punito, in applicazione della legge del taglione. In mancanza di prove, il giuramento imprecatorio valeva in tribunale come testimonianza. Teodoreto attribuisce queste parole a Davide: «Non solo non ho offeso alcuno, ma neppure ho voluto vendicarmi di chi invece mi aveva fatto del male. Non ho trattato con odio neppure Saul, sebbene più volte fosse caduto in mio potere. Ti chiedo perciò, o Signore, Tu che sai tutto, di esaminarmi con giustizia e se ho commesso qualcosa di male, accetto di non meritare il tuo aiuto» (Td 908). 

7Sorgi, Signore, nella tua ira, alzati contro la furia dei miei avversari, svegliati, mio Dio, emetti un giudizio! 

Invoca il giudizio di Dio, chiamato a svegliarsi, con una certa audacia (forse perché possa assistere alla prima udienza del mattino?). «Tu, Signore, hai stabilito che gli oppressi vengano protetti; ciò che hai imposto agli altri, fallo anche tu» (Td 909). 

8L’assemblea dei popoli ti circonda: ritorna dall’alto a dominarla! 9Il Signore giudica i popoli. Giudicami, Signore, secondo la mia giustizia, secondo l’innocenza che è in me. 

Non ritiene di essere senza peccato in assoluto ma sa di non aver commesso quella colpa specifica di cui viene accusato. Meglio recitare questo versetto come preghiera di Cristo perché nessuno di noi, per natura, è mosso da un interesse assoluto per la giustizia (Cf RS 53). Noi la desideriamo ma se venisse applicata con rigore, si ritorcerebbe contro di noi. Dobbiamo fare nostra l’invocazione come sgorga dal cuore di Cristo. 

10Cessi la cattiveria dei malvagi. Rendi saldo il giusto, tu che scruti mente e cuore, o Dio giusto. 

È come chiedere la venuta del Regno di Dio. Più Dio si fa strada in noi e nel mondo, la malvagità perde forza fino a sparire del tutto. 

11Il mio scudo è in Dio: egli salva i retti di cuore. 

«La nostra innocenza ha maggior valore della nostra persona e se ne siamo privi, siamo dei miseri; possedendola, siamo felici» (Bs 717). Ci sono in noi desideri nascosti di affermazione a svantaggio degli altri ma allora tutte le suppliche per la vittoria della giustizia devono essere recitate nello spirito di Gesù, devono essere invocazioni per la venuta del Regno (Cf RS 54).

12Dio è giudice giusto, Dio si sdegna ogni giorno. 

Dio è giudice giusto e guerriero invincibile. Lo sdegno di Dio è una conseguenza della sua bontà. L’amore stesso non può accordarsi con il male. 

13Non torna forse ad affilare la spada, a tendere, a puntare il suo arco? 14Si prepara strumenti di morte, arroventa le sue frecce. 

Chi sta affilando la spada? Dio o l’empio? Se è Dio, il suo giusto sdegno è sempre temperato dalla sua misericordia: «Dio è giudice giusto, forte e longanime, che non riversa la sua ira ogni giorno» (LXX). Se è il malvagio, allora agirà con grande cattiveria: «Se l’empio non si converte, affilerà la sua spada» (Testo masoretico). 

15Ecco, il malvagio concepisce ingiustizia, è gravido di cattiveria, partorisce menzogna. 16Egli scava un pozzo profondo e cade nella fossa che ha fatto; 17la sua cattiveria ricade sul suo capo, la sua violenza gli piomba sulla testa. 

Il malvagio viene ucciso dalle sue stesse trame. «Il malvagio rovina se stesso più ancora di quanto ferisca la vittima della sua trama. Ad esempio, chi froda del denaro, mentre desidera far male ad altri, è a sua volta lacerato dalla ferita dell'avarizia. Chi è tanto stolto da non vedere quanta differenza vi sia tra costoro, dato che quello subisce danno nel denaro, questo nell'innocenza? Cadrà, dunque, nella fossa che ha fatto» (Ag36,107). 

18Renderò grazie al Signore per la sua giustizia e canterò il nome di Dio, l’Altissimo. 

«La fine del salmo è di giubilo. Quella definitiva giustizia è certamente la cosa più significativa che esista. Il fatto che Dio sia giusto è fondato sul fatto che Egli è misericordioso» (RS 56). 

Salmo 8

1Al maestro del coro. Su «I torchi». Salmo. Di Davide. 

L’uomo di per sé sarebbe un nulla (Cf Sal 89,48), ma Dio l’ha onorato fino a renderlo signore nell’universo. Nella glorificazione di Gesù, poi, si attua in modo pieno l’annuncio del salmo. «La Chiesa celebra la lode del Signore Cristo e la sua grandezza; dichiara che Egli, nella sua umanità, ha ottenuto l’onore più grande possibile» (BW 66); fa risuonare, nei secoli, la lode degli inermi e attende di partecipare alla glorificazione di Cristo Gesù. 

2O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza. 

«Tu sei davvero grande Signore Dio! Nessuno è come te e non vi è altro Dio fuori di te, proprio come abbiamo udito con i nostri orecchi» (2 Sm 7,22). «Quanto esprime l’ammirazione stupita di fronte ad una grandezza smisurata» (Td 913). Il salmista non parla di ciò che ha fatto l’uomo nel mondo ma di ciò che ha fatto Dio e parla della natura come manifestazione divina. Non si dà nessuna dottrina di salvezza senza una dottrina della creazione: Dio è salvatore perché è Creatore. Non si dà alcuna salvezza, se il mondo non è, nel suo fondamento, buono e bello (Cf RS 58). 

3Con la bocca di bambini e di lattanti: hai posto una difesa contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli. 

«Mediante la sapienza di persone [sante] che avevano imitato la semplicità dei bambini lattanti, abbatti la pessima tirannia [del diavolo]» (Td 916). 

Il coro dei piccoli rappresenta forse il popolo d’Israele, scampato alla morte nonostante l’ostilità di nemici e rimasto fedele a Dio nell’esilio. Richiama il coro dei ragazzi che, all’ingresso solenne di Gesù a Gerusalemme, lo acclamano, contrapponendosi alle autorità a Lui ostili (Cf Mt 21,26) (Td 916). Rappresenta la confessione dei cristiani rigenerati: «Bambini e lattanti sono i battezzati dei quali parla s. Pietro Apostolo (Cf 1 Pt 2,2); in costoro dobbiamo vedere tutta la moltitudine dei cristiani» (Bs 720). 

4 Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, 5che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

L’uomo che, non avrebbe neppure potuto esistere, è grande in dignità perché è amato da Dio in modo gratuito. L’orante sa di dipendere in ogni momento dal ricordo di Dio (RS 62). Il salmista, infatti, qui «non parla tanto dell’opera creatrice ma piuttosto dell’azione della provvidenza di Dio. Non parla tanto dell’uomo creato, ma dell’uomo che viene beneficato e visitato da Lui. In altri passi della Bibbia è ben rilevata la povertà dell’uomo; viene detto che è come un nulla (Sal 38,6-7) e che i suoi giorni sono come ombra che passa (Sal 143,4). Ora il testo del salmo dichiara [al Signore]: non soltanto hai donato all’uomo la vita, ma gli hai dato una vita ricca; lo custodisci nel tuo ricordo e lo proteggi dal male» (Td 918). «La testimonianza resa da tutte le tue creature è sufficiente per glorificarti, ma la provvidenza che espandi anche agli uomini più miseri, proclama ancora meglio la tua generosità ineffabile» (Td 917).

6Davvero l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato. 7Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani. 

L’uomo è simile ai membri della corte celeste. «Dio ha coronato l’uomo di gloria perché solo a suo riguardo ha detto: facciamo l’uomo a nostra immagine e nostra somiglianza (Gen 1,26)» (Es23,129). «Come Dio è re di tutte le cose, così l’uomo, avendo ricevuto l’immagine divina, è costituito a capo di tutto ciò che è sulla terra» (Es23,129). Il graduale dominio dell’uomo sul cosmo, in tutti i settori dell’esistenza (sconfitta delle malattie, delle ingiustizie, della miseria ecc.) è voluto da Dio. «Sono come un nulla, una tua creatura infima, eppure sono in grado di contemplare un’opera così grande e meravigliosa come l’universo» e di studiarlo (Atn PG 27 81).

Tutto hai posto sotto i suoi piedi: 8tutte le greggi e gli armenti e anche le bestie della campagna, 9gli uccelli del cielo e i pesci del mare, ogni essere che percorre le vie dei mari. 10O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! 

La glorificazione dell’uomo prefigura quella di Gesù (Cf Eb 2,9. In Cristo la natura umana ha raggiunto il massimo splendore: «Il Dio Verbo, ha assunto la nostra natura, come primizia; l’ha denominata sua carne, l’ha unita a sé in modo ineffabile. L’ha fatta sedere al di sopra di ogni principato e potenza. Ogni creatura, visibile o invisibile, è sottoposto a Cristo Signore, Dio e uomo. Fino a tal segno Dio ha glorificato la nostra umanità» (Td 917.920). 

Salmo 9/1-2

1Al maestro del coro. Su «La morte del figlio». Salmo. Di Davide. 

La lode a Dio, a motivo della sua giustizia a difesa dei miseri (9/1), è accompagnata dall’implorazione perché soccorra gli oppressi in modo definitivo (9/2). Il salmo, che è di carattere alfabetico, non presenta un vero sviluppo ma un alternarsi di argomenti, come una eco del succedersi di sentimenti contrapposti. 

Credere che non ci sia un’altra vita oltre a questa vita terrena e aspettarsi di constatare la giustizia di Dio nel corso della storia, in modo esaustivo, provoca un’amara delusione. Gesù, risorgendo da morte, ha allargato il nostro orizzonte. Ha ricevuto il risarcimento da Dio quale vittima della malvagità dei suoi oppressori e il premio per la sua fedeltà paziente. 

Pregando questo salmo, la Chiesa impara che l’oppressione degli umili è un misfatto insopportabile agli occhi di Dio: affida a lui la causa dei poveri, impara a stare dalla loro parte, ma, soprattutto, avvia il povero a condividere i sentimenti di Gesù. Attende il giudizio parziale e soprattutto quello definitivo, come un dono e spera nella nuova creazione della vita eterna. «Non sono le cose presenti ad essere contenute nel salmo, ma quelle ultime» (Ilr 292).

2Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, annuncerò tutte le tue meraviglie. 3Gioirò ed esulterò in te, canterò inni al tuo nome, o Altissimo, 4mentre i miei nemici tornano indietro, davanti a te inciampano e scompaiono, 5perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa: ti sei seduto in trono come giudice giusto. 

«Ringrazia Dio con tutto il cuore, non chi dubita della sua provvidenza, ma chi vede già le cose occulte della sapienza di Dio. Chi vede quanto grande sia il suo premio invisibile e dice: “gloriamoci nelle tribolazioni” (Rm 5,3). I dolori che ci sono inflitti, servono per provare coloro che si sono convertiti a Dio, o per ammonirli a convertirsi; oppure per preparare gli ostinati alla giusta condanna estrema» (Ag36,117). Cristo «rimetteva la sua causa a Colui che giudica con giustizia» (1 Pt 2,23).

6Hai minacciato le nazioni, hai sterminato il malvagio, il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre. 7Il nemico è battuto, ridotto a rovine per sempre. È scomparso il ricordo delle città che hai distrutto. 

«Cancellerò del tutto la memoria di Amalek sotto il cielo» (Es 17,14). Parla dell’abbattimento della città iniqua: «Sono quelle città sulle quali regna il diavolo. Il senato è costituito da consigli ingannatori e fraudolenti. La plebe di questa città è costituita da tutti i sentimenti sensuali e dai moti turbolenti dell'animo, che sollevano nell'uomo rivolte quotidiane. E non vi sarebbero tali elementi nelle città malvagie, se prima essi non fossero nei singoli uomini, che sono come gli elementi e i germi delle città» (Ag36,120.121). 

8Ma il Signore siede in eterno, stabilisce il suo trono per il giudizio: 9governerà il mondo con giustizia, giudicherà i popoli con rettitudine. 

«Poiché verrà anche apertamente per giudicare i vivi e i morti, ha preparato in segreto il suo trono» (Ag36,121). «Vidi un grande trono bianco e Colui che sedeva su di esso. Dalla sua presenza erano scomparsi la terra e il cielo senza lascia traccia di sé» (Ap 20,11). «Ci perseguiti quanto vuole quel nemico che già è stato vinto: che male potrà fare a coloro dei quali il Signore si è fatto rifugio? Ma questo accadrà solo se avranno scelto di essere poveri in questo tempo» (Ag36,121). 

10Il Signore sarà un rifugio per l’oppresso, un rifugio nei momenti di angoscia. 

«Allora Susanna ad alta voce esclamò: Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano, tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me. E il Signore ascoltò la sua voce» (Dn 13,42-44). «Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all’infuori di te, o Signore, perché un grande pericolo mi sovrasta» (Ester [greco] 4,17). 

11Confidino in te quanti conoscono il tuo nome, perché tu non abbandoni chi ti cerca, Signore. 

«Tu sei sostegno al misero, sostegno al povero nella sua angoscia, riparo dalla tempesta, ombra contro il caldo; poiché lo sbuffo dei tiranni è come pioggia che rimbalza sul muro, come arsura in terra arida il clamore degli stranieri. Tu mitighi l’arsura con l’ombra di una nube, l’inno dei tiranni si spegne» (Is 25,4-5). 

12Cantate inni al Signore, che abita in Sion, narrate le sue imprese tra i popoli, 13perché egli chiede conto del sangue versato, se ne ricorda, non dimentica il grido dei poveri. 

[Dio disse a Caino:] Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lontano dal suolo che ha aperto la bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano (Gen 4,10-11). Così dice il Signore [al re Acab]: Hai assassinato [Nabot] e ora usurpi [occupando la sua vigna]!”: Nel luogo ove lambirono il sangue di Nabot, i cani lambiranno anche il tuo sangue” (1 Re 21,19). 

14Abbi pietà di me, Signore, vedi la mia miseria, opera dei miei nemici, tu che mi fai risalire dalle porte della morte, 15perché io possa annunciare tutte le tue lodi; alle porte della figlia di Sion esulterò per la tua salvezza. 

La situazione di oppressione vie considerata un’esperienza di morte, dalla quale soltanto Dio può far risalire. Il grido di ogni misero è stato fatto proprio da Gesù: «Non ha detto: abbi pietà di noi, o Signore, guarda alla nostra umiliazione, come se a gridare fossero molti poveri, ma ha detto, come se si trattasse di uno solo: abbi pietà di me, o Signore? Forse perché è uno Colui che intercede per i santi, quegli che per primo si è fatto povero per noi?» (Ag36,123). 

16Sono sprofondate le genti nella fossa che hanno scavato, nella rete che hanno nascosto si è impigliato il loro piede. 17Il Signore si è fatto conoscere, ha reso giustizia; il malvagio è caduto nella rete, opera delle sue mani. 18Tornino i malvagi negli inferi, tutte le genti che dimenticano Dio. 19Perché il misero non sarà mai dimenticato, la speranza dei poveri non sarà mai delusa. 

Mentre il povero risale dalla morte, i gli oppressori precipitano in essa. È così certo d’essere esaudito da celebrare come già avvenuto ciò che è ancora atteso dalla sua incrollabile speranza. «L’attesa dei giusti è gioia, ma la speranza degli iniqui svanirà. La via del Signore è una fortezza per l’uomo integro, ma è una rovina per i malfattori. Il giusto non vacillerà mai, ma gli empi non dureranno sulla terra» (Pr 10,28-30). 

20Sorgi, Signore, non prevalga l’uomo. Davanti a te siano giudicate le genti. 21Riempile di spavento, Signore, riconoscano le genti di essere mortali. 

Dio provvidente è, proprio per questo, anche giudice universale. «Il Signore annulla i disegni delle nazioni, rende vani i progetti dei popoli. Ma il disegno del Signore sussiste per sempre, i progetti del suo cuore per tutte le generazioni» (Sal 32,10-11). «Egli esalta gli umili e solleva a prosperità gli afflitti; è lui che rende vani i pensieri degli scaltri, perché le loro mani non abbiano successo. Egli sorprende i saccenti nella loro astuzia e fa crollare il progetto degli scaltri» (Gb 5,11-13). 

9/2. 

22Perché, Signore, ti tieni lontano, nei momenti di pericolo ti nascondi? 23Con arroganza il malvagio perseguita il povero: cadano nelle insidie che hanno tramato! 

«Fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e veritiero, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue contro gli abitanti della terra?» (Ap 6,10). 

24Il malvagio si vanta dei suoi desideri, l’avido benedice se stesso. 25Nel suo orgoglio il malvagio disprezza il Signore: «Dio non ne chiede conto, non esiste!»; questo è tutto il suo pensiero. 

«Se qualcuno si lusinga in cuor suo dicendo: Avrò benessere, anche se mi regolerò secondo l'ostinazione del mio cuore, il Signore non consentirà a perdonarlo» (Dt 29,18). «Vuoi tu seguire il sentiero d'un tempo, gia battuto da uomini empi, che prima del tempo furono portati via, quando un fiume si era riversato sulle loro fondamenta? Dicevano a Dio: “Allontànati da noi! Che cosa ci può fare l'Onnipotente?”. Eppure egli aveva riempito le loro case di beni, anche se i propositi degli empi erano lontani da lui» (Gb 22,15-18). «Farò giustizia di quegli uomini che riposando sulle loro fecce pensano: il Signore non fa né bene, né male» (Sof 1,12).

26Le sue vie vanno sempre a buon fine, troppo in alto per lui sono i tuoi giudizi: con un soffio spazza via i suoi avversari. 27Egli pensa: «Non sarò mai scosso, vivrò sempre senza sventure». 

La pretesa del malvagio è illusoria: «[I fraudolenti] complottano contro il proprio sangue, pongono agguati contro se stessi. Tale è la fine di chi si dà alla rapina; la cupidigia toglie di mezzo colui che ne è dominato» (Pr 1,18-19). «Anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beni» (Lc 12,15). 

28Di spergiuri, di frodi e d’inganni ha piena la bocca, sulla sua lingua sono cattiveria e prepotenza. 29Sta in agguato dietro le siepi, dai nascondigli uccide l’innocente. 30I suoi occhi spiano il misero, sta in agguato di nascosto come un leone nel covo. 

«Tra il mio popolo vi sono malvagi che spiano come cacciatori in agguato, pongono trappole per prendere uomini. Come una gabbia piena di uccelli, così le loro case sono piene di inganni; perciò diventano grandi e ricchi. Sono grassi e pingui, oltrepassano i limiti del male; non difendono la giustizia, non si curano della causa dell'orfano, non fanno giustizia ai poveri. Non dovrei forse punire queste colpe?» (Ger 5, 26-29)

Sta in agguato per ghermire il povero, ghermisce il povero attirandolo nella rete. 31Si piega e si acquatta, cadono i miseri sotto i suoi artigli. 32Egli pensa: «Dio dimentica, nasconde il volto, non vede più nulla». 

Denuncia la gravità della situazione in cui vive l’uomo del suo tempo e di ogni epoca. La mancanza di pietà da parte dell’oppressore proviene dal suo rifiuto di Dio, che si esprime in modo particolare nell’uso della violenza. «Poiché non si dà una sentenza immediata contro una cattiva azione, per questo il cuore dei figli dell'uomo è pieno di voglia di fare il male; poiché il peccatore, anche se commette il male cento volte, ha lunga vita. Tuttavia so che saranno felici coloro che temono Dio, appunto perché provano timore davanti a lui, e non sarà felice l'empio e non allungherà come un'ombra i suoi giorni, perché egli non teme Dio» (Qo 8,11-13).

33Sorgi, Signore Dio, alza la tua mano, non dimenticare i poveri. 34Perché il malvagio disprezza Dio e pensa: «Non ne chiederai conto»? 

Il salmista non si lascia prendere dallo sconforto, ma conferma la sua speranza in Dio e continua a supplicarlo. «Fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e veritiero, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue contro gli abitanti della terra? Allora venne data a ciascuno di loro una veste candida e fu detto loro di pazientare ancora un poco, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro» (Ap 6,10-11). 

33Eppure tu vedi l’affanno e il dolore, li guardi e li prendi nelle tue mani. A te si abbandona il misero, dell’orfano tu sei l’aiuto. 

«Non maltratterai la vedova o l'orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l'aiuto, io ascolterò il suo grido, la mia collera si accenderà» (Es 22,21-23). «Ecco, il salario da voi defraudato ai lavoratori che hanno mietuto le vostre terre grida; e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore degli eserciti» (Gc 5,4). 

36Spezza il braccio del malvagio e dell’empio, cercherai il suo peccato e più non lo troverai. 

«Ho spezzato il braccio di Faraone; egli non è stato curato per fargli riprendere forza e maneggiare la spada» (Ez 30,22). 

37Il Signore è re in eterno, per sempre: dalla sua terra sono scomparse le genti.

«Questa è la fine per le cose occulte [del progetto di Dio]: la risurrezione dei morti, la glorificazione dei santi, la scomparsa del dominio del male, la soppressione della morte. Tramite il regno di Cristo, si instaurerà anche quello di Dio Padre» (Ilr 203). 

38Tu accogli, Signore, il desiderio dei poveri, rafforzi i loro cuori, porgi l’orecchio, 39perché sia fatta giustizia all’orfano e all’oppresso, e non continui più a spargere terrore l’uomo fatto di terra. 

«[Abramo dic al ricco epulone] Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti» (Lc 16,25). 

Ripresa

«Vi sono due generi d'ingiustizia: uno quando infliggiamo i torti, l'altro allorché trascuriamo di ribellarci — pur potendolo — a quelli inflitti dagli altri. Difatti, in certo qual modo (anche) noi opprimiamo quando, pur potendo difendere gli oppressi, rinunciamo a farlo. Né mi giova in alcun modo il fatto che non approfitto di qualcuno, e non lo inganno, se (poi) lascio che sia ingannato (da altri) e ci si approfitti di lui» (G. Pomerio, La vita contemplativa III, 23,1 PL 59,506 A». 

Salmo 10

1Al maestro del coro. Di Davide. 

Un giusto, minacciato da uomini violenti, non accoglie la sollecitazione a fuggire lontano, come se Dio non potesse soccorrerlo. «Il credente maturo nella fede parla in questo modo, condividendo il sentire di Paolo: “Chi potrà impedire all'amore di Cristo di raggiungermi?” (Rm 8,35)» (Es23,137). 

Nel Signore mi sono rifugiato. Come potete dirmi: «Fuggi come un passero verso il monte»?


I monti erano rifugi tradizionali ma il fedele preferisce rifugiarsi nel tempio, presso il Signore stesso. «Mi han dato la caccia come a un passero coloro che mi sono nemici senza ragione» (Lam 3,52). «Anche il passero si è trovato una dimora e il Signore si è fatto rifugio per il povero» (Ag36,131). 

2Ecco, i malvagi tendono l’arco, aggiustano la freccia sulla corda per colpire nell’ombra i retti di cuore.

«Tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo morire» (Mt 26,4). «Vi saranno impostori, che si comporteranno secondo le loro empie passioni. Tali sono quelli che provocano divisioni, gente materiale, privi dello Spirito» (Gd 1,18).

3Quando sono scosse le fondamenta, il giusto che cosa può fare?

«Le solide fondamenta gettate da Dio resistono e portano questo sigillo: il Signore conosce quelli che sono suoi» (2 Tm 2,19). «Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste e la pace di Dio custodirà i vostri cuori» (Fil 4,6). « È bene spettare in silenzio la salvezza del Signore» (Lam 3,26). 

4Ma il Signore sta nel suo tempio santo, il Signore ha il trono nei cieli. 

«Dio abita in cielo, in un regno stabile e sicuro, ma non si disinteressa di quanto accade in terra» (Es23,137). «A Colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire davanti alla sua gloria, senza difetti e nella letizia, gloria, maestà e potenza» (Gd 1,24). 

I suoi occhi osservano attenti, le sue pupille scrutano l’uomo (LXX: misero).

«Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: Lì sarà il mio nome» (1 Re 8,29). «Il Signore assiste il misero con atti d'amore, a motivo della sua premurosa attenzione. Gli occhi di cui parla il salmista significano questi gesti di soccorso. Le pupille, in modo analogo, rappresentano la sua provvidenza con la quale esamina e discerne ogni uomo. Per mezzo di questo suo discernimento, corregge anche il giusto perché non cada nel peccato» (Es23,137). 

5Il Signore scruta giusti e malvagi, egli odia chi ama la violenza. LXX: Chi ama la violenza, odia se stesso. 

«[O re di Babilonia] quando hai soppresso popoli numerosi hai fatto del male contro te stesso. Lo scempio [di cedri] fatto al Libano ricadrà su di te e il massacro dgli animali ti colmerà di spavento» (Ab 2,10-12). «Violenza e oppressione risuonano in essa. Lasciati correggere, o Gerusalemme, perché io non mi allontani da te e non ti riduca a un deserto» (Ger 6,7). «Tu hai versato troppo sangue e hai fatto grandi guerre; per questo non costruirai il tempio al mio nome, perché hai versato troppo sangue sulla terra davanti a me» (1 Cr 22,8). 

6Brace, fuoco e zolfo farà piovere sui malvagi; vento bruciante toccherà loro in sorte. 

Ai malvagi, accadrà un castigo analogo di quello che colpì Sodoma e Gomorra (Gen 19,24) (Cf Td 940). La vera punizione è restare immersi nel male, per aver abbandonato Dio. «Dio li ha abbandonati a passioni infami» (Rm 1,26). «Conoscono il fuoco quando vengono divorati dall'ardore dell'avidità; lo zolfo, quando vivono nella corruzione; il vento bruciante quando sono inquietati dall'affanno» (BW 77). 

7Giusto è il Signore, ama le cose giuste; gli uomini retti contempleranno il suo volto. 

«Mosè salì [sul Sinai] con Aronne e i settanta anziani. Videro il Dio d’Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento di lastra di zaffiro, limpido come il cielo» (Es 24,9). «Saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è» (1 Gv 3,2). I giusti «vedranno il suo volto e porteranno il suo nome sulla fronte» (Ap 22,4). 

Salmo 11

1Al maestro del coro. Sull’ottava. Salmo. Di Davide. 

I prepotenti, pur di garantirsi il potere, manipolano la verità. Il Signore promette che interverrà per difendere gli oppressi e ristabilire rapporti leali tra gli uomini. 

La Chiesa, che ha visto accadere tutto questo nella vita di Gesù, prega per contrastare il potere della menzogna e dell'ideologia imperante, a difesa della verità del Vangelo. 

2Salvami, Signore! Non c’è più un uomo giusto; sono scomparsi i fedeli tra i figli dell’uomo. 

«Le vostre palme sono macchiate di sangue; la vostra lingua sussurra perversità. Nessuno muove causa con giustizia, nessuno la discute con lealtà. Si confida nel nulla e si dice il falso, si concepisce la malizia e si genera l'iniquità» (Is 59,3-4). «Ho cercato fra loro un uomo che costruisse un muro e si ergesse sulla breccia di fronte a me, per difendere il paese perché io non lo devastassi, ma non l'ho trovato» (Ez 22,30). «Dal momento che non posso contare su nessun altro salvatore, sii tu stesso, Signore, colui che mi salva» (Es23,140).

3Si dicono menzogne l’uno all’altro, labbra adulatrici parlano con cuore doppio. 

«Una saetta micidiale è la loro lingua, inganno le parole della loro bocca. Ognuno parla di pace con il prossimo, mentre nell'intimo gli ordisce un tranello. Non dovrei forse punirli per tali cose?» (Ger 9,7-8). 

È l'esperienza che sarà vissuta da Gesù: «Tale era la generazione di un tempo condannata dal Salvatore (cf Mt 12,41-45): gli tendevano insidie e si accostavano a lui con inganno» (Es23,140). 

4Recida il Signore le labbra adulatrici, la lingua che vanta imprese grandiose, 5quanti dicono: “Con la nostra lingua siamo forti, le nostre labbra sono con noi: chi sarà il nostro padrone?”. 

«[I malvagi] provocano la pazienza di Dio e rifiutano di riconoscere la sua autorità. Faraone agì in questo modo quando disse: “Non conosco il Signore” (Es 5,2). Fece lo stesso Nabucodonosor quando cercò di spaventare i tre giovani e non ebbe la minima esitazione col dire: “Chi è questo vostro Dio che potrebbe liberarvi dalla mia mano?” (Dn 3,15)» (Td 944). 

Gesù fu misconosciuto come inviato di Dio: «Arroganti erano gli anziani e i sacerdoti che osavano condannarlo chiedendogli: “Con quale potere fai queste cose? Chi te ne ha dato l’autorità?” (Mt 21,23)» (Es23,141). 

6Per l’oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, ecco, mi alzerò – dice il Signore –; metterò in salvo chi è disprezzato. 

«Soltanto Dio vince la malvagità» (Es23,140). «Per il mio nome rinvierò il mio sdegno, per il mio onore lo frenerò a tuo riguardo, per non annientarti. Per riguardo a me, per riguardo a me lo faccio; come potrei lasciar profanare il mio nome? Non cederò ad altri la mia gloria» (Is 48,9.11). 

«Il profeta parla a nome del Padre in riferimento al Figlio: mi alzerò, apparirò e mi manifesterò nel Figlio per redimere i miseri del mondo» (BW 79). «Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo» (1 Gv 3,8). «Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno?» (Gc 2,5). 

7Le parole del Signore sono parole pure, argento separato dalle scorie nel crogiuolo, raffinato sette volte. 

«Ogni parola di Dio è purificata nel fuoco» (Pr 30,5). «Ha detto sette per significare un'infinità di volte, come è tipico del linguaggio biblico» (Cf Td 941). «Purificherò nel crogiuolo le tue scorie, eliminerò da te tutto il piombo. Renderò i tupoi giudici come una volta… Dopo, sarai chiamata città della giustizia» (Is 1,25-26). «[Cristo Risorto] aveva gli occhi fiammeggianti come fuoco, i piedi avevano l'aspetto del bronzo splendente purificato nel crogiuolo. La voce era simile al fragore di grandi acque» (Ap 1,14-15). 

8Tu, o Signore, le manterrai, ci proteggerai da questa gente, per sempre, 9anche se attorno si aggirano i malvagi e cresce la corruzione in mezzo agli uomini. 

«Signore è la mia roccia, la mia fortezza, il mio liberatore, il mio Dio, il mio riparo! Sei la mia roccaforte che mi salva: tu mi salvi dalla violenza» (2 Sam 22,2-3). «Dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo» (1 Pt 1,5). 

Salmo 12

1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 

Un credente vive da lungo tempo nel dolore. Tormentato da un avversario che non gli lascia tregua, teme che Dio lo abbia dimenticato. Mentre implora, si sente già rianimare nella certezza dell'esaudimento. 

2Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?

«[Il salmista] considera dimenticanza [da parte di Dio], il ritardo nell’esaudimento» (Td 945). «Perché ci vuoi dimenticare per sempre? Rinnova i nostri giorni come in antico poiché non ci hai rigettati per sempre» (Lam 5,20.2). 

Il salmo esprime la speranza della venuta dei tempi messianici: «È l'invocazione di quanti aspettavano con grande desiderio la redenzione di Cristo. Il Signore ha parlato di loro: “Molti re e profeti desiderarono vedere ciò che voi vedere ma non lo videro” (Lc 10,24)» (Bs 734). La Chiesa chiede il pieno compimento dell'opera che Cristo ha iniziato.

Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?

Il senso della lontananza da Dio, l’affanno, la tristezza sono anche gli stati d’animo di chi vive nel peccato. «Le vostre iniquità hanno scavato un abisso fra voi e il vostro Dio, gli hanno fatto nascondere il suo volto» (Is 59,2). «Mi sento lontano da Lui, a causa del peccato. Ricreo il mio animo con un pentimento sincero per non morire in esso» (Crl 800). Nella misura in cui l’uomo invoca Dio, il male non ha ancora vinto (RS 90).

3Fino a quando nell’anima mia addenserò pensieri, tristezza nel mio cuore tutto il giorno? Fino a quando su di me prevarrà il mio nemico?

«Perché il mio dolore è senza fine? Tu sei diventato per me un torrente dalle acque incostanti» (Ger 15,18). «Passo la notte e il giorno tormentandomi; penso e ripenso alle mie preoccupazioni, sperando di godere infine della tua generosità. A volte, dubito di ottenere qualche bene e rinuncio a sperare» (Td 945). «Colui che cammina nelle tenebre, senza avere luce, confidi nel nome del Signore, si affidi al suo Dio» (Is 50,10). 

4Guarda, rispondimi, Signore, mio Dio, conserva la luce ai miei occhi, perché non mi sorprenda il sonno della morte, 5perché il mio nemico non dica: «L’ho vinto!» e non esultino i miei avversari se io vacillo. 

Si sente prossimo alla morte ma è certo che Dio ama la vita: «Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte sono tue, Signore, amante della vita» (Sap 11,25-26). 

L’uomo, oltre a quella fisica, può conoscere la morte spirituale: la vita non si identifica con il semplice essere ma è un dono, un’illuminazione (RS 90). «Non volendo che il sonno della pigrizia si trasformasse in una morte amara, chiede che i suoi occhi rimangano illuminati, ossia che si attivi la sensibilità dello spirito per essere in grado di percepire la verità» (Crl 800). «Invia a noi la tua Luce splendida che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (Cf Gv 1,9)» (Bs 735).

6Ma io nella tua fedeltà ho confidato; esulterà il mio cuore nella tua salvezza, canterò al Signore, che mi ha beneficato. 

«Il mio cuore godrà, esulterà e gioirà nella tua salvezza con una gioia sconfinata. Dio, inviando suo Figlio, gli donerà con Lui tutti i beni che poteva desiderare e sperare di ricevere» (Bs 735). 

Salmo 13

I prepotenti che escludono Dio dalla loro vita, escludono anche il fratello e perseguono i loro interessi a danno degli umili. Il povero si appella a Dio. La Chiesa, pregando questo salmo, pensa alla vicenda di Gesù che fu perseguitato; impara a porsi a fianco degli umili e si presenta con loro davanti a Dio. 

1Al maestro del coro. Di Davide. Lo stolto pensa: «Dio non c’è». 

Gli oppressori escludono l’idea che ci sia un Dio che esige giustizia e si sentono i padroni del mondo. Rinnegano Dio per non dover disapprovare se stessi: «Chi non avverte che Dio c’è, quando osserva l’universo? Sebbene l’assolutezza della verità ci costringa ad ammetterne l’esistenza, il piacere dei vizi ci persuade che Dio non esiste» (Ilr 325). 

2Il Signore dal cielo si china sui figli dell’uomo per vedere se c’è un uomo saggio, uno che cerchi Dio. 3Sono tutti traviati, tutti corrotti; non c’è chi agisca bene, neppure uno. 

San Paolo, cita questo versetto per denunciare la peccaminosità di tutto il genere umano (Cf Rm 3,10). Sebbene solo alcuni mostrino una vera malvagità, nessuno è senza colpa: «Era necessario mostrare le dimensioni del morbo che colpiva gli uomini prima della venuta del Salvatore, perché apparisse evidente la necessità di essa» (Es23,145). Anche nelle situazioni più devastanti, Dio ha avviato percorsi di salvezza, attraverso persone a lui fedeli: «ll Signore ha rivolto spesso lo sguardo verso di noi, ogni volta cioè che è stato mosso dai peccati dell’umanità, in vista della nostra salvezza: quando sceglie Noè prima del diluvio, quando giustifica Abramo per la fede» (Ilr 326.327). 

4Non impareranno dunque tutti i malfattori, che divorano il mio popolo come il pane e non invocano il Signore?

La potenza del peccato appare nella malvagità delle potenze che vogliono annientare il popolo di Dio e dissolvere il Vangelo. 

 5Ecco, hanno tremato di spavento, perché Dio è con la stirpe del giusto. 6Voi volete umiliare le speranze del povero, ma il Signore è il suo rifugio. 

Giusto e povero qui sono sinonimi. Il popolo di Dio incarna la stirpe del giusto e del povero che continua a confidare in Lui. Gesù è il vero giusto e il vero povero che verrà insediato dal Padre come Signore: «Avete schernito il consiglio del misero, poiché il Signore è la sua speranza, avete disprezzato l'umile avvento del Figlio di Dio perché non avete visto in lui la pompa del secolo» (Ag36,142). 

7Chi manderà da Sion la salvezza d’Israele?

«Non un inviato né un angelo, ma egli stesso li ha salvati; con amore e compassione egli li ha riscattati; li ha sollevati e portati su di sé in tutti i giorni del passato» (Is 63,9). «Guardai: nessuno mi aiutava; osservai stupito: nessuno mi sosteneva. Allora mi prestò soccorso il mio braccio» (Is 63,5).

Quando il Signore ristabilirà la sorte del suo popolo, esulterà Giacobbe e gioirà Israele.

 Il popolo di Dio continuerà a sussistere: «Soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede» (Ab 2,4). Inoltre «presenta la futura libertà dai peccati che sarà procurata a tutti gli uomini mediante il Salvatore» (Es23,148). Alla fine lo stesso Israele godrà della salvezza: «Nel [primo ed] umile avvento [di Cristo] si è verificata la cecità di una parte di Israele, per fare entrare la totalità dei pagani, nell'altro [avvento] tutto Israele sarà salvato (Cf Rm 11,25-26)» (Ag36,142). 

La comunione del giusto con Dio

(14-23)

Salmo 14

1Salmo. Di Davide. Soltanto chi cammina nella carità, è ammesso alla comunione con Dio. «Il Signore risponde al profeta che lo interroga: saremo accolti negli atri della sua beatitudine praticando i precetti che sono esposti nel Decalogo» (BW 83). 

Signore, chi abiterà nella tua tenda?

Al pellegrino, giunto alla soglia del tempio, vengono ricordate le condizioni per essere ammesso alla comunione con Dio. «Se ti rivolgerai all'Onnipotente con umiltà, se allontanerai l'iniquità dalla tua tenda, se stimerai come polvere l'oro e come ciottoli dei fiumi l'oro di Ofir, allora sarà l'Onnipotente il tuo oro e sarà per te argento a mucchi. Allora sì, nell'Onnipotente ti delizierai e alzerai a Dio la tua faccia. Lo supplicherai ed egli t'esaudiràe tu scioglierai i tuoi voti» (Gb 22,23-27).

Il tempio era stato preceduto dalla tenda, la dimora preferita dal Signore: era il segno del desiderio di Dio di stare sempre con il suo popolo. «A questa tenda, posta fuori dell’accampamento, si recava chiunque volesse consultare il Signore» (Es 33,7). «Io non ho abitato in una casa da quando ho fatto uscire gli Israeliti dall’Egitto; sono andato vagando sotto una tenda, in un padiglione» (2 Sam 7,6). 

Chi dimorerà sulla tua santa montagna?

«Mi hai detto di costruirti un tempio sul tuo monte santo, un’imitazione della tenda santa» (Sap 9,8). «Il monte santo è il Regno futuro; è un vero monte per la sua elevatezza e sublimità. Nessun impuro vi dimorerà» (Crl 806). 

2Colui che cammina senza colpa, pratica la giustizia e dice la verità che ha nel cuore. 

Gesù «è stato l’unico ad entrare nel tempio senza alcuna colpa. Egli agì sempre con giustizia; lo fece quando espulse dal tempio i venditori e i compratori» (BW 84). «Parlò lealmente quando insegnò con integrità; egli disse: “Tutto ciò che ho udito dal Padre mio ve l’ho fatto conoscere” (Gv 15,15)» (Cs 109). Ora ci introduce al Padre insieme a lui, perché è espiazione dei peccati e mediatore: «Abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi, cioè la sua carne» (Eb 10,19). 

3Non sparge calunnie con la sua lingua, non fa danno al suo prossimo e non lancia insulti al suo vicino. 

«Qualsiasi comandamento si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Pieno compimento della Legge è l’amore» (Rm 13,9-10). 

4Ai suoi occhi è spregevole il malvagio, ma onora chi teme il Signore. 

Il giusto è capace di sovvertire i criteri di giudizio di questo mondo; il malvagio, infatti, è sempre spregevole agli occhi di Dio, anche se fosse un potente: «Talora, infatti, con vergognosa adulazione, ci mettiamo al servizio anche di re che fanno richieste ingiuste o, per debolezza della nostra coscienza, assecondiamo i difetti degli altri» (Ilr 306). «Spesso riteniamo di dover riverire i re, come per un obbligo religioso, invece, svendiamo, per paura di una breve sofferenza fisica, la libertà della Chiesa» (Ilr 332). 

5Non presta il suo denaro a usura e non accetta doni contro l’innocente. 

«Se tu presti denaro a qualcuno, all’indigente che sta con te, non agirai da usuraio; non dovete imporgli alcun interesse» (Es 22,24). «Fate del bene e prestate senza sperarne nulla» (Lc 6,35). L’usura è «indizio massimo di disumanità» (Cf Bsl 265). «Se sei cristiano, perché trasformi in un tesoro per te la povertà di un tuo fratello, per il quale Cristo è morto?» (Ilr 307). 

Colui che agisce in questo modo resterà saldo per sempre. 

«Il premio di una vita virtuosa è partecipare senza posa all’abbondanza di Dio, poter godere di un’infinità di beni in una vita senza fine» (Td 956). 

Salmo 15

1Miktam. Di Davide. Il credente rifiuta le divinità e sceglie il Signore, quale sua magnifica eredità e suo destino (calice). Da Lui viene istruito e guidato in tutto il percorso di vita. Il legame che Dio stabilisce con il suo fedele è così solido che non potrà essere spezzato neppure dalla morte. «Pregare correttamente questo salmo è il compito di tutta la vita» (RS 108). 

Custodiscimi, o Dio, perché in te mi rifugio. 

«La nostra vita non è nelle nostre mani. Non siamo padroni di noi stessi, se non veniamo protetti» (RS 108). L’invocazione può rievocare con fedeltà il sentimento di Gesù nel corso della sua vita. «Lo vediamo pregare senza posa, in ginocchio con forti grida e lacrime» (Td 957). La sua preghiera, ora, si prolunga in quella della Chiesa: «Il Salvatore supplica il Padre tramite noi e per noi, come uno di noi. Chiede di essere custodito, custodendo la Chiesa, la quale forma una stessa cosa con Lui» (Crl 805).

2Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu, solo in te è il mio bene». 

Il salmista sceglie Dio (Yhwh) come suo Signore. 

«Rispose Tommaso a Gesù: Mio Signore e mio Dio» (Gv 20,28). «Tutto io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore» (Fil 3,8). 

Egli diventa nostro bene, quando accettiamo di essere suoi: «Ti possegga il Signore, affinché tu Lo possegga» (Ag36,330-331). «Nessuno possiede Dio, a meno che non sia posseduto egli stesso da Dio. Di conseguenza, diventi lui stesso possesso di Dio e Dio diventerà suo padrone e suo bene» (Po 460). 

3Agli idoli del paese, agli dèi potenti andava tutto il mio favore. 

Il salmista confessa di essere stato un tempo un idolatra e l’idolatria rimane sempre un pericolo: «Per ciascuno è dio quello che egli venera al di sopra di tutto, quello che più di ogni altra cosa ammira e ama» (Or 954). «Abbandonarono tutti i comandi del Signore loro Dio; si eressero i due vitelli in metallo fuso, si prepararono un palo sacro, si prostrarono davanti a tutta la milizia celeste e venerarono Baal. Fecero passare i loro figli e le loro figlie per il fuoco; praticarono la divinazione e gli incantesimi; si vendettero per compiere ciò che è male agli occhi del Signore, provocandolo a sdegno» (2 Re 17,16-17). 

4Moltiplicano le loro pene quelli che corrono dietro a un dio straniero. 

«Tornerò dal mio primo marito, infatti stavo meglio di adesso» (Os 2,9). «[Il figlio prodigo] cominciò a trovarsi nel bisogno» (Lc 15,14). «Quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate?» (Rm 6,21). Chi abbandona il Signore provoca la sua rovina: «Volendo possedere me stesso senza di te, ho perso te e me. Così mi sono diventato di peso; sono diventato per me stesso un luogo di miseria e di tenebra» (Aelredo di Rievaulx PL 195,512).

Io non spanderò le loro libagioni di sangue, né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi. 

«Avverrà in quel giorno: mi chiamerai: Marito mio, e non mi chiamerai più mio padrone (Ba’li). Le toglierò dalla bocca i nomi dei Baal, che non saranno più ricordati» (Os 2,18-19). 

5Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. 

Quando Israele entrò nella terra promessa, il territorio fu distribuito tra le tribù tirando a sorte, ma i sacerdoti non ricevettero alcun appezzamento perché il Signore stesso sarebbe stata la loro eredità (Nm 18,20; Gs 13-21). Dio è il miglior possesso che l’uomo possa ricevere. Calice significa il futuro: il salmista si abbandona a Dio in ogni circostanza. «Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!» (Gb 1,21). «Mia parte è il Signore, per questo in Lui voglio sperare. Buono è il Signore con chi spera in lui, con l’anima che lo cerca. È bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore» (Lam 3,24-26). 

Per Gesù, il calice fu l’obbedienza al Padre nella passione (Mt 26,39), con la quale ci redense (Cf Td 960). L’eredità ricevuta, in seguito alla morte, furono i popoli che aderirono al vangelo (Cf Atn 104). 

6Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi: la mia eredità è stupenda. 

«Il Signore vi ha presi, vi ha fatti uscire dal crogiuolo di ferro, dall’Egitto, perché foste un popolo che gli appartenesse, come oggi siete» (Dt 4,20). «Io pensavo: Come vorrei considerarti tra i miei figlie darti una terra invidiabile, un'eredità che sia l'ornamento più prezioso dei popoli! Io pensavo: Voi mi direte: Padre mio, e non tralascerete di seguirmi» (Ger 3,19).

Il salmista considera Dio la sua unica vera ricchezza. «Niente vuole tanto donare Dio quanto se stesso. Se troverai qualcosa di meglio, chiedila. Se chiederai qualcosa d'altro farai offesa a Lui e danno a te» (Ag36,330.331). 

7Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio animo mi istruisce.

 «Tutti saranno ammaestrati da Dio» (Gv 6,45). Gesù, in modo particolare, fu istruito e confortato dal Padre: «Istruito dal Signore, sostenuto da ottimi propositi, superò la notte della passione. Cristo come uomo fu istruito. Nessuno si meravigli di questo; lo attesta san Luca: “crebbe in sapienza e grazia” (Lc 2,52) e, mentre era in angoscia per la passione imminente, un angelo gli apparve per sostenerlo (Cf Lc 22,43)» (Td 961). 

8Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mia destra, non potrò vacillare. 

«La mia anima anela a te di notte, al mattino il mio spirito ti cerca» (Is 26,9). Vivendo su questa terra, Gesù non si è mai distolto dal Padre: «Non ha distolto l’occhio da Colui che sempre rimane, nell’intento di correre di nuovo a lui, non appena avrà completate le cose temporali» (Ag36,145). 

9Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro. 

Grazie alla sua amicizia con il Signore, il fedele è certo che non incontrerà la morte. «Noi crediamo che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù, insieme con lui» (1 Ts 4,14). 

10Perché non abbandonerai la mia vita negli inferi, né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. 

L’apostolo Pietro interpreta il versetto come un preannuncio della risurrezione di Gesù: Davide «previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione» (At 2,31;13,35). «Non permetterai che si corrompa quel corpo santificato, per cui mezzo anche altri dovranno essere santificati» (Ag36,145). 

11Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra. 

«Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo ch sta alla destra di Dio» (At 7,56). «Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono» (Ap 3,21). «Ci sarà gioia completa quando il corpo intero, cioè la Chiesa, si radunerà del Regno di Dio, dove si contempla il Volto di Dio» (BW 87). 

Salmo 16

1Preghiera. Di Davide. Accusato di una grave colpa, ma persuaso di aver agito, invece, con rettitudine, l’orante chiede di essere difeso da Dio. 

Risuona la «voce di Cristo nella sua passione, e la voce della Chiesa nella sua tribolazione» (Cf BW 87). 

Ascolta, Signore, la mia giusta causa, sii attento al mio grido. Porgi l’orecchio alla mia preghiera: sulle mie labbra non c’è inganno. 2Dal tuo volto venga per me il giudizio, i tuoi occhi vedano la giustizia. 

«Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio» (Is 42,1). «È vicino chi mi rende giustizia» (Is 50,8). «Se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta» (Gv 9,31). «Supplica Dio di farsi ascoltatore non tanto delle sue parole, ma piuttosto della rettitudine che è in lui, come se essa gridasse tramite le azioni di giustizia, e inducesse Dio a dare ascolto» (Es23,160). 

3Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte, provami al fuoco: non troverai malizia. La mia bocca non si è resa colpevole, 4secondo l’agire degli uomini; seguendo la parola delle tue labbra, ho evitato i sentieri del violento. 

«Egli conosce la mia condotta, se mi prova al crogiuolo, come oro puro io ne esco» (Gb 23,10). 

L’unico innocente in assoluto è stato Gesù: «Gettato come oro nel fuoco, è rimasto splendente e puro» (Es23,161). I cristiani possono diventare giusti: «Sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l’Agnello. Non fu trovata menzogna sulla loro bocca: sono senza macchia» (Ap 14,5). 

5Tieni saldi i miei passi sulle tue vie e i miei piedi non vacilleranno. 

«Coloro che temono il Signore non disobbediscono alle sue parole; e coloro che lo amano seguono le sue vie. Coloro che temono il Signore cercano di piacergli; e coloro che lo amano si saziano della legge. […] Gettiamoci nelle braccia del Signore e non nelle braccia degli uomini; poiché, quale è la sua grandezza, tale è anche la sua misericordia» (Sir 2,15-18). «Ci ammonisce a non fidarci di noi stessi ma a lasciarci rinvigorire da Dio» (Atn 108). 

6Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio; tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole, 7mostrami i prodigi della tua misericordia, tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra. 

«Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto» (Gv 11,40). «Rinnova i segni e compi altri prodigi, glorifica la tua mano e il tuo braccio destro» (Sir 36,5). «Stendi la mano [o Dio] perché si compiano guarigioni, miracoli e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù» (At 4,30)

8Custodiscimi come pupilla degli occhi, all’ombra delle tue ali nascondimi, 9di fronte ai malvagi che mi opprimono, ai nemici mortali che mi accerchiano. 

«[Il Signore] trovò [Israele] in terra deserta. Lo circondò, lo allevò, lo custodì come pupilla del suo occhio» (Dt 32,10). 

Cristo ha chiesto la protezione di Dio e «per la sua Chiesa, che è il suo corpo, ha innalzato al Padre queste preghiere. Le ali sono gli atti potenti della sua provvidenza» (Es23,164). «Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali!» (Mt 23,37). 

10Il loro animo è insensibile, le loro bocche parlano con arroganza. 11Eccoli: avanzano, mi circondano, puntano gli occhi per gettarmi a terra, 12simili a un leone che brama la preda, a un leoncello che si apposta in agguato. 

«Il mondo odia me, perché di esso io attesto che le sue opere sono cattive» (Gv 7,7). «Combattete unanimi per la fede del Vangelo, senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari» (Fil 1,2). I nemici «si sforzavano di farmi vacillare e di smuovermi dal mio stato e dal mio progresso in Dio, imitando il diavolo che “come leone ruggente va in giro cercando di divorare” (1 Pt 5,8)» (Es23,164). 

13Alzati, Signore, affrontalo, abbattilo; con la tua spada liberami dal malvagio, 14con la tua mano, Signore, dai mortali, dai mortali del mondo, la cui sorte è in questa vita. 

Chiede di essere difeso dai malvagi, chiusi in uno ristretto orizzonte terreno. Gesù diceva ai suoi avversari: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo» (Gv 8,23). Bisogna evitare di cadere in una prospettiva mondana per non perire nella mlvagità: «Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rm 12,2)

[Dalla tua riserva] sazia pure dei tuoi beni il loro ventre, se ne sazino anche i figli e ne avanzi per i loro bambini. 

«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti» (Lc 16,19). I malvagi godano pure di tanti beni terreni con i loro figli, ma il giusto godrà dei beni divini. 

15Ma io nella giustizia contemplerò il tuo volto, al risveglio mi sazierò della tua immagine. 

 I giusti «vedranno la sua faccia e porteranno il suo Nome sulla fronte» (Ap 22,4). Ognuno di loro sarà custodito dal Signore: «Godrò dei beni che vengono dalla tua provvidenza, e sperimenterò con larghezza i tuoi benefici» (Es23,165). 

«Quando si rivelerà la tua gloria, io, la Chiesa e la moltitudine dei santi, nella rettitudine che ho custodito, come tu chiedevi, comparirò davanti a te e mi sazierò di quelle tue delizie ineffabili, delle quali godono gli angeli e dalle quali sono rinfrancati» (Bs 745). 

Salmo 17

1Al maestro del coro. Di Davide, servo del Signore, che rivolse al Signore le parole di questo canto quando il Signore lo liberò dal potere di tutti i suoi nemici e dalla mano di Saul. 

Il re, nel corso di una dura battaglia, ha rischiato di perire, ma è stato soccorso dal Signore. Quando Egli lotta con noi e per noi, risultiamo invincibili contro ogni genere di male. La Chiesa celebra con questo salmo il Signore «Colui che procura la vittoria» (Es23,168). 

2Disse dunque: Ti amo, Signore, mia forza, 3Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore, mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio; mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo. 

«Si propone di amare il Signore e non accetta che vi possa essere un limite a questo suo sentimento. Considera Dio come forza, roccia, fortezza, liberatore perché lo ha sperimentato come tale. Vede nei benefici ricevuti da Dio una manifestazione delle sue qualità e ne compone un elenco» (Td 973). 

4Invoco il Signore, degno di lode, e sarò salvato dai miei nemici. 

«Insegna a ringraziare per i doni ricevuti e a chiedere, ancora, gli aiuti necessari: facendo così, riusciremo vincitori nelle avversità» (Td 973). 

Pronunciate queste acclamazioni, il salmista inizia a raccontare l’evento vissuto, cioè una battaglia assai rischiosa. 

5Mi circondavano flutti di morte, mi travolgevano torrenti infernali; 6già mi avvolgevano i lacci degli inferi, già mi stringevano agguati mortali. 

Nello scontro, ha rischiato la morte. Per noi, le battaglie più pericolose sono interiori e si svolgono negli abissi del nostro intimo: «Torrenti infernali sono i pensieri iniqui» (Atn 109). 

7Nell’angoscia invocai il Signore, nell’angoscia gridai al mio Dio: dal suo tempio ascoltò la mia voce, a lui, ai suoi orecchi, giunse il mio grido. 8La terra tremò e si scosse; vacillarono le fondamenta dei monti, si scossero perché egli era adirato. 9Dalle sue narici saliva fumo, dalla sua bocca un fuoco divorante. 

Non appena è stato invocato, Dio interviene a favore del suo eletto che versa in estremo pericolo. Le immagini vivaci che descrivono un’esplosione d’ira, vogliono rivelare la forza invincibile di Dio ma anche la sua prontezza nel soccorrere chi lo invoca. L’esplosione vulcanica (con un movimento tellurico, fumo, fuoco) rievoca la rivelazione al Sinai, ove Dio si manifestò in tale maniera (Cf Es 19,18). «Tutto ciò avvenne perché il popolo di Dio potesse essere liberato dalla schiavitù. Anche ora, per liberare la Chiesa manda grandine e carboni di fuoco contro gli egiziani spirituali» (Es23,173). 

10Abbassò i cieli e discese, una nube oscura sotto i suoi piedi. 11Cavalcava un cherubino e volava, si librava sulle ali del vento. 

Il Signore si muove con prontezza, con velocità, senza imbattersi in ostcoli. «Lo scendere e il salire di Dio significano gli atti della sua benevolenza. A volte si manifesta con grande mitezza, altre volte con grande magnificenza» (Td 976). 

12Si avvolgeva di tenebre come di un velo, di acque oscure e di nubi come di una tenda. 

Nonostante l’intensità della sua manifestazione, il Signore rimane nascosto perché il suo agire supera la nostra comprensione o non corrisponde ai nostri progetti: «La tenebra indica la sua invisibilità e il velo (o tenda) che lo avvolge corrisponde alla sua luce, infatti abita in una luce inaccessibile» (Td 977). 

13Davanti al suo fulgore passarono le nubi, con grandine e carboni ardenti. 14Il Signore tuonò dal cielo, l’Altissimo fece udire la sua voce: grandine e carboni ardenti. 15Scagliò saette e li disperse. 16Allora apparve il fondo del mare, si scoprirono le fondamenta del mondo, per la tua minaccia, Signore, per lo spirare del tuo furore. 

Dio entra in battaglia per venire in soccorso del suo eletto e il suo agire è simile allo scoppio di un violento fortunale. Nel momento culminante, sposta la massa delle acque fino a mostrare l’asciutto. Anzi in questo caso appaiono le fondamenta stesse del mondo. La prodezza del Mar Rosso, compiuta per tutto il popolo (cf Es 14,24-29), ora si rinnova a beneficio di un singolo. 

17Stese la mano dall’alto e mi prese, mi sollevò dalle grandi acque, 18mi liberò da nemici potenti, da coloro che mi odiavano ed erano più forti di me. 19Mi assalirono nel giorno della mia sventura, ma il Signore fu il mio sostegno; 20mi portò al largo, mi liberò perché mi vuol bene. 

È il momento decisivo dell’impresa liberatrice. Dio, quando vide l’uomo travolto dal male lo soccorse, inviando il suo Figlio: «Quando lo vide sommerso e quasi fatto prigioniero, Dio mandò il proprio Figlio, lo afferrò…» (Es23,176). «Venne in soccorso della Chiesa e la congiunse a sé» (BW 94). La stessa vicenda si ripete per ognuno di noi: «Mi liberò, mi mise al largo in modo che potessi riprendermi e mi dessi premura di curarmi. Mi libererà completamente, dandomi il perdono dei peccati, al momento del suo ritorno alla fine dei tempi» (Es23,176). 

21Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia, mi ripaga secondo l’innocenza delle mie mani, 22 perché ho custodito le vie del Signore, non ho abbandonato come un empio il mio Dio. 23 I suoi giudizi mi stanno tutti davanti, non ho respinto da me la sua legge; 24 ma integro sono stato con lui e mi sono guardato dalla colpa.

 Conclusa la descrizione dell’evento vissuto, il salmista medita sull’accaduto. Dio, il protagonista dell’azione liberatrice, ha voluto ripagare la rettitudine dell’uomo fedele a Lui, o meglio che Lui aveva reso tale, coronando così i suoi doni: «Mi hai reso degno della tua benevolenza. Tu, Signore, che sei giusto, sei capace di santificarti nell'uomo santo. Se avessi perseverato nel peccato, avrei sperimentato il tuo giudizio, ma da quando ho cominciato a vivere nella rettitudine, nel tuo giudizio, hai stabilito di ricompensarmi» (Atn 116). 

25Il Signore mi ha ripagato secondo la mia giustizia, secondo l’innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi. 

«Mi ha ripagato, il Signore, secondo la mia giustizia, dovuta alla mia buona volontà, perché in precedenza mi aveva già concesso la sua misericordia, quando non ero ancora animato da alcun buon volere. Mi ha ripagato secondo l’innocenza delle mie mani, perché prima mi aveva già fatto il dono di poter compiere il bene, portandomi nell’ampio spazio della fede» (Ag36,151). 

Il re vittorioso intensifica la riflessione sull’esperienza vissuta ed aggiunge altre considerazioni. 

26Con l’uomo buono tu sei buono, con l’uomo integro tu sei integro, 27con l’uomo puro tu sei puro e dal perverso non ti fai ingannare. 

«Volendomi a sua immagine e somiglianza, ha reso integro il mio cammino» (Es23,180). «A chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza» (Mt 25,29). «Non fatevi illusioni: Dio non si lascia ingannare. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato» (Gal 6,7). 

28Perché tu salvi il popolo dei poveri, ma abbassi gli occhi dei superbi. 

Dio ha premiato l’innocenza ma soprattutto ha soccorso la povertà, come sempre: «Vi farò salire dalla umiliazione dell’Egitto» (Es 3,17). «Israele fu ridotto in grande miseria a causa di Madian e gli Israeliti gridarono al Signore» (Gdc 6,6). «Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo» (2 Cor 12,9). 

29Signore, tu dai luce alla mia lampada, il mio Dio rischiara le mie tenebre. 30Con te mi getterò nella mischia, con il mio Dio scavalcherò le mura. 

«Non siamo capaci di illuminarci da soli ma tu darai luce alla mia lampada; noi siamo tenebre, a causa dei nostri peccati, ma tu Signore illuminerai le mie tenebre» (Ag36,152). «Immagina una pietra. Non appena l'allontani dal calore diventa fredda, poiché non ha un calore suo proprio ma è riscaldata dal sole o dal fuoco. Così anche tu, se ti allontanerai da Dio ti raffredderai; se ti avvicinerai a Dio ti riscalderai». 

31La via di Dio è perfetta, la parola del Signore è purificata nel fuoco; egli è scudo per chi in lui si rifugia. 32 Infatti, chi è Dio, se non il Signore? O chi è roccia, se non il nostro Dio? 

«Egli è la Roccia: perfette le sue opere, giustizia tutte le sue vie; è un Dio fedele e senza malizia, egli è giusto e retto» (Dt 32,4). «Dichiara irreprensibile il suo governo, le disposizioni della sua provvidenza» (Es23,180). 

33Il Dio che mi ha cinto di vigore e ha reso integro il mio cammino, 34mi ha dato agilità come di cerve e sulle alture mi ha fatto stare saldo, 35ha addestrato le mie mani alla battaglia, le mie braccia a tendere l’arco di bronzo. 

Finora ha parlato dell’azione compiuta da Dio ma ora attesta che anche il credente deve partecipare alla lotta collaborando con il Signore: «Consolidando anche me con le sue forze, irrobustisce il mio vigore di uomo mortale, affinché resista ai nemici» (Es23,180). 

Torna a descrivere la battaglia sostenuta. Testimonia la forza e la premura del Signore ma anche il fatto di essere stato in grado di lottare in sinergia con Lui.

36Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza, la tua destra mi ha sostenuto, mi hai esaudito e mi hai fatto crescere. 37Hai spianato la via ai miei passi, i miei piedi non hanno vacillato. 38Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti, non sono tornato senza averli annientati. 39Li ho colpiti e non si sono rialzati, sono caduti sotto i miei piedi. 40Tu mi hai cinto di forza per la guerra, hai piegato sotto di me gli avversari. 41Dei nemici mi hai mostrato le spalle: quelli che mi odiavano, li ho distrutti. 42Hanno gridato e nessuno li ha salvati, hanno gridato al Signore, ma non ha risposto. 43Come polvere al vento li ho dispersi, calpestati come fango delle strade. 44Mi hai scampato dal popolo in rivolta, mi hai posto a capo di nazioni. Un popolo che non conoscevo mi ha servito; 45all’udirmi, subito mi obbedivano, stranieri cercavano il mio favore, 46impallidivano uomini stranieri e uscivano tremanti dai loro nascondigli. 

Il Signore, dapprima, ha allenato e preparato il suo fedele perché fosse in grado di sostenere lo scontro e gli urti dell’esistenza. In seguito lo ha accompagnato nel combattimento come alleato. La vittoria è, nello stesso tempo, opera dell’uomo e opera decisiva di Dio. «Il Signore agiva insieme con loro [gli apostoli] e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano» (Mc 16,20). «Non oserei dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio, con parole e opere, con la forza dello Spirito» (Rm 15,18-19). «Ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me» (1 Cor 15,10). 

47Viva il Signore e benedetta la mia roccia, sia esaltato il Dio della mia salvezza. 48Dio, tu mi accordi la rivincita e sottometti i popoli al mio giogo, 49mi salvi dai nemici furenti, dei miei avversari mi fai trionfare e mi liberi dall’uomo violento. 50Per questo, Signore, ti loderò tra le genti e canterò inni al tuo nome. 51Egli concede al suo re grandi vittorie, si mostra fedele al suo consacrato, a Davide e alla sua discendenza per sempre. 

Ringrazia Dio per averlo reso vittorioso. Per il cristiano, la vittoria consiste nel saper realizzare la sequela del suo Maestro: «Chi segue Gesù, segue le sue orme: e per il fatto stesso di camminare sulla via battuta da Gesù, si fanno forti i suoi piedi» (Es23,184). «Al vincitore che custodisce sino alla fine le mie opere, darò autorità sopra le nazioni: le governerà con la stessa autorità che ho ricevuto dal Padre mio; e a lui darò la stella del mattino» (Ap 2,27-28). 

Salmo 18

1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 

La bellezza e l’ordine degli astri rivelano la grandezza del Creatore. Il sole, poi, rappresenta bene le prerogative del giusto che vive in conformità alla Legge, che è la seconda grande manifestazione di sé donata da Dio agli uomini. «Se, affascinati dalla bellezza [degli astri], li hanno presi per dèi, pensino quanto è superiore il loro sovrano, perché li ha creati colui che è principio e autore della bellezza. Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore» (Sap 13,3-5). «Nell'ammirare la mole armoniosa di un palazzo, ci congratuliamo con l'architetto; molto di più la visione della grandezza dell'universo, ci spinge a riconoscere il suo Creatore» (Td 992).

2I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.

 «Bellezza del cielo è la gloria degli astri. Stanno agli ordini di Colui che è Santo; secondo il suo decreto, non abbandonano le loro postazioni di guardia» (Sir 43,9-10). «Le stelle hanno brillato nei loro posti di guardia e hanno gioito; egli le ha chiamate ed hanno risposto: Eccoci!, e hanno brillato di gioia per colui che le ha create» (Bar 3,34-35). I fedeli mostrano la luminosità del vangelo nella loro esistenza: «… figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo (Fil 2,15). 

3Il giorno al giorno ne affida il racconto e la notte alla notte ne trasmette notizia. 4Senza linguaggio, senza parole, senza che si oda la loro voce, 5per tutta la terra si diffonde il loro annuncio e ai confini del mondo il loro messaggio. 

«Senza pronunciare parole o discorsi, ma manifestando soltanto il loro ordine regolare, [gli astri] invitano terra e mare a celebrare Dio» (Td 993). Si può annunciare con forza, pur rimanendo in silenzio, mediante la voce potente della carità. 

Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio: l’annuncio diffuso dagli astri, prefigura quello compiuto dagli apostoli (Cf Rm 10,18). «Cristo, infondendo la sua luce nel cuore degli apostoli, incise in esso parole celesti e purissime. Gli apostoli, a loro volta, hanno illuminato i cuori dei fedeli con un insegnamento radioso» (BW 100).

Là pose una tenda per il sole 6che esce come sposo dalla stanza nuziale: esulta come un prode che percorre la via. 7Sorge da un estremo del cielo e la sua orbita raggiunge l’altro estremo: nulla si sottrae al suo calore. 

Il buio della notte è una tenda nella quale il sole si corica e dalla quale esce rinfrancato, ogni mattina. «[Il sole] imitando la bellezza d'uno sposo o di un prode, incede con energia e forza. Si leva ad oriente e, nello spazio di una giornata, dopo aver percorso la volta celeste, raggiunge l'occidente, vivificando ogni essere con il suo calore» (Td 994). «Il sole, quando appare nel suo sorgere, proclama: “Che meraviglia è l’opera dell’Altissimo!”» (Sir 43,2). Presenta, così, le stesse caratteristiche del giusto: «Il sole è costituito maestro di lode divina, in quanto osserva inviolata la legge del Sovrano. Non osa percorrere via diversa da quella che è stata stabilita per lui» (Es23,192). Il sole, infine, rappresenta Cristo (Cf Mt 17,2; Ap 1,16) (Cf Ag36,155; Cs 139; BW 100). 

8La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima; la testimonianza del Signore è stabile, rende saggio il semplice. 9I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore; il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi. 10Il timore del Signore è puro, rimane per sempre; i giudizi del Signore sono fedeli, sono tutti giusti, 11più preziosi dell’oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante. 

«Le opere tutte della creazione bastano a rivelare Dio agli uomini. Tuttavia, oltre ad esse, Egli ha aggiunto il dono della Legge, la quale guida gli uomini che errano» (Td 996). Dio, mediante l’obbedienza alla sua parola, illumina, conforta e rallegra gli uomini. Ora Cristo stesso «è la Legge del Signore, perché è venuto ad adempiere la Legge; è Legge immacolata poiché non ha commesso peccato. Non schiaccia gli uomini sotto il giogo della servitù, ma li converte in libertà all'imitazione di se stesso» (Ag36,155).

12Anche il tuo servo ne è illuminato, per chi li osserva è grande il profitto. 

«La Sapienza è apparsa sulla terra e ha vissuto fra gli uomini. Essa è il libro dei decreti di Dio e la legge che sussiste in eterno; tutti coloro che si attengono ad essa avranno la vita, quanti l’abbandonano moriranno. Ritorna, Giacobbe, e accoglila, cammina allo splendore della sua luce. Beati siamo noi, o Israele, perché ciò che piace a Dio è da noi conosciuto» (Bar 4,1-4).

13Le inavvertenze, chi le discerne? Assolvimi dai peccati nascosti. 

«Anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!» ( I Cor 4,3-4). «Non siamo in grado di portare adeguatamente alla coscienza la condizione del nostro essere. Noi non siamo trasparenti nemmeno a noi stessi. Lasciato solo con me, io non so chi sono» (RS 136-137). 

14Anche dall’orgoglio salva il tuo servo perché su di me non abbia potere; allora sarò irreprensibile, sarò puro da grave peccato. 

L’orgoglio corrisponde alla presunzione di sé che respinge Dio dalla propria vita. Costituito ad immagine di Dio, l’uomo è come uno specchio nel quale riflette Dio. Solo con se stesso, lo specchio non riflette nulla. Se, invece l’uomo si colloca davanti a Dio, realizza un vero dialogo e, in questo frangente, viene purificato dal Signore, con il quale sta parlando (RS 137).

15Ti siano gradite le parole della mia bocca, davanti a te i pensieri del mio cuore, Signore, mia roccia e mio redentore. 

L’offerta doveva essere gradita, senza difetto: «Non offrirete nulla con qualche difetto, perché non sarebbe gradito» (Lv 22,20). «Sono intenzionato ad osservare i tuoi comandamenti con grande slancio, ma finisco col trasgredirli a causa della mia naturale debolezza. Se non faccio nulla di male con le opere, sono contaminato dai miei pensieri. Rivolgo a te, allora, la mia supplica perché Tu solo, Signore, puoi purificarmi» (Td 997). 

Salmo 19

1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 

Implorazione a favore di un re in procinto di affrontare una battaglia. Egli è certo che, soltanto con l’aiuto di Dio, potrà sconfiggere un nemico ben più potente. La Chiesa, partecipa alla forza di Gesù Cristo, discendente di Davide e Risorto da morte (Es23,196). 

2Ti risponda il Signore nel giorno dell’angoscia, ti protegga il nome del Dio di Giacobbe. 3Ti mandi l’aiuto dal suo santuario e dall’alto di Sion ti sostenga. 

Il nome di Dio (Shem Elohé): «Chiede di essere salvato da Dio soltanto in virtù del suo nome, perché sapeva che c’è un “Nome che è al di sopra di ogni nome” (Cf Fil 2,9). Come ci sono degli incantesimi, certe parole o certi nomi, allo stesso modo sapeva che il Nome che è al di sopra di ogni nome è salutare» (Es23,465). «Chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvato» (Gl 3,5; Rm 10,13). 

4Si ricordi di tutte le tue offerte e gradisca i tuoi olocausti. 5Ti conceda ciò che il tuo cuore desidera, adempia ogni tuo progetto. 

«In precedenza, in tempo di pace, Davide aveva curato il culto divino. Ora giustamente viene richiamato questo suo merito e si chiede a Dio di tener conto della sua religiosità» (Td 1002). 

Dio si lasci riconcilare dalla intercessione di Gesù: «Nei giorni della sua vita terrena Gesù offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito» (Eb 5,7). 

6Esulteremo per la tua vittoria, nel nome del nostro Dio alzeremo i nostri vessilli: adempia il Signore tutte le tue richieste. 

Il popolo dichiara al re: «Quando verrai esaudito, anche noi parteciperemo alla tua gioia» (Cf Td 1002). «Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede» (1 Gv 5,4). 

7Ora so che il Signore dà vittoria al suo consacrato; gli risponde dal suo cielo santo con la forza vittoriosa della sua destra. 

Un sacerdote pronuncia un oracolo e comunica al popolo la notizia dell’esaudimento da parte di Dio. «David si appostò in mezzo al campo, lo difese e sconfisse i Filistei, e il Signore operò una grande vittoria» (2 Sm 23,12). Il vero David è Cristo: «Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!» (1 Cor 15,57). 

8 Chi fa affidamento sui carri, chi sui cavalli: noi invochiamo il nome del Signore, nostro Dio. 9Quelli si piegano e cadono, ma noi restiamo in piedi e siamo saldi. 

Invocare è ricordarsi (nazkìr) della bontà e delle azioni di Dio. «Non c’è differenza per il Cielo tra salvare per mezzo di molti e salvare per mezzo di pochi; perché la vittoria in guerra non dipende dalla moltitudine delle forze, ma è dal Cielo che viene la forza» (1 Mac 3,18; cf 2 Cr 16,7-9). «L'aiuto degli uomini è insicuro, mentre quello di Dio è solido. I santi dichiarano che è misero, anzi maledetto l'uomo che confida nell'uomo e distoglie il suo cuore da Dio (Cf Ger 17,5)» (Crl 834). L’autentico combattente vittorioso è l’orante: «Non smette di lottare per voi nelle sue preghiere, perché siate saldi, perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio» (Col 4,12). 

10Da’ al re la vittoria, Signore; rispondici, quando t’invochiamo. 

Il re vincitore definitivo è Cristo Gesù: «Dio ha costituito Signore e Cristo, quel Gesù che voi avete crocifisso» (At 2,26). Il popolo cristiano, partecipe della vittoria di Cristo, afferma: «Ci ha reso forti, nel presente infondendoci la sua grazia; nella vita futura, donandoci una beatitudine eterna» (BW 103). «Quando questo questo corpo mortale si sarà vestito d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata inghiottita nella vittoria» (1 Cor 15,54). 

Salmo 20

1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 

Ringraziamento per un beneficio concesso al re; anche in futuro Dio continuerà a proteggere il sovrano (e tutto il popolo) dai nemici. 

«Questo salmo, nel testo profetico, celebra dapprima i fatti della vita terrena del Signore, nostro Salvatore, e poi gli eventi manifesti della sua divinità (risurrezione ed ascensione)» (BW 104). 

2Signore, il re gioisce della tua potenza! Quanto esulta per la tua vittoria! 

«Signore, hai accolto le invocazioni del nostro re e hai accettato le sue richieste. Anzi, gli hai concesso altri doni più grandi che non aveva neppure chiesto» (Td 1004). 

Il cristiano gioisce della potenza di Dio quando si mostra capace di operare il bene: «In me c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo» (Rm 7,18), ma «Colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento» (Fil 1,6). 

3Hai esaudito il desiderio del suo cuore, non hai respinto la richiesta delle sue labbra. 

«Il Signore appaga il desiderio di quelli che lo temono» (Sal 144,19). «Allontana da me ogni smodato desiderio. Sensualità e libidine non s’impadroniscano di me, a desideri vergognosi non mi abbandonare» (Sir 23,5). «Il desiderio del mio cuore e la mia preghiera salgono a Dio per la salvezza [di tutti]» (Rm 10,1). «Signore, noi speriamo in te; al tuo nome e al tuo ricordo si volge tutto il nostro desiderio» (Is 26,8).

4Gli vieni incontro con larghe benedizioni, gli poni sul capo una corona di oro puro. 

Gesù Risorto ha ricevuto questa corona promess al Re vittorioso: «Sulla nube [bianca] uno stava seduto, simile a un Figlio d’uomo: aveva sul capo una corona d’oro» (Ap 14,14). 

«Dio ci dona molto di più di quanto chiediamo ed osiamo sperare (Cf Ef 4,20). «Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio» (Is 62,3). «Non temere ciò che stai per soffrire. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita» (Ap 2,10). 

5Vita ti ha chiesto, a lui l’hai concessa, lunghi giorni in eterno, per sempre. 

La gloria del re prefigura quella di Cristo: liberato da Dio dalla morte e glorificato nella risurrezione, si rallegra di aver salvato gli uomini e di averli resi partecipi della sua vita eterna (Cf BW 104). 

6Grande è la sua gloria per la tua vittoria, lo ricopri di maestà e di onore, 

«Rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre. Dio mostrerà il tuo splendore ad ogni creatura sotto il cielo» (Bar 5, 1.3). «Ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse» (Gv 17,5). Dio «risuscitò Cristo dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni Principato e Potenza» (Ef 1,20-21). 

7poiché gli accordi benedizioni per sempre, lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto. 

«Il Signore ordinerà alla benedizione di essere con te» (Dt 28,8). «Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l’ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione, perché ciascuno di voi si allontani dalle sue iniquità» (At 3,25-26). 

«Mi colmerai di gioia con la tua presenza» (At 2,28, Cf Sal 15,11). Gesù pregò: «[I miei discepoli] abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia» (Gv 17,13)

8Perché il re confida nel Signore: per la fedeltà dell’Altissimo non sarà mai scosso. 

Il re fu esaudito per aver confidato in Dio; avendo ottenuto misericordia grazie alla sua fiducia, non cesserà di sperare nel Dio Altissimo (Cf Es23,200). La fiducia in lui, è ciò che Dio richiede ed apprezza maggiormente nei suoi fedeli. «Chi confida nel Signore è beato» (Pr 16,20). «Orecchio non ha sentito, occhio non ha visto che un Dio, fuori di te, abbia fatto tanto per chi confida in lui» (Is 64,3). 

«Stai unito al Signore senza separartene. Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose, perché l’oro si prova con il fuoco e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. Nelle malattie e nella povertà confida in lui. Affìdati a lui ed egli ti aiuterà, raddrizza le tue vie e spera in lui» (Sir 2,2-6). 

9La tua mano raggiungerà tutti i nemici, la tua destra raggiungerà quelli che ti odiano. 10Gettali in una fornace ardente nel giorno in cui ti mostrerai; nella sua ira li inghiottirà il Signore, li divorerà il fuoco. 11Eliminerai dalla terra il loro frutto, la loro stirpe di mezzo agli uomini. 

«Ricordiamoci di intendere l'ira di Dio come del tutto esente da turbamento. Per ira divina, si intende il motivo giusto che lo induce al giudizio» (Ag37,1054). 

La punizione attraverso il fuoco, esalta la forza del giudizio di Dio (Cf 2 Re 1,12)  ma l’efficacia del suo intervento è reale soltanto se vengono eliminati anche le eventuali propaggini del male. «L'ira di Dio tormenta in vista del pentimento; ora il fuoco dello Spirito arde per consumare i peccati» (BW 106; cf Ag36,166). Tuttavia, «chi non risultò scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco» (Ap 20,15).

12Perché hanno riversato su di te il male, hanno tramato insidie; ma non avranno successo. 13Hai fatto loro voltare la schiena, quando contro di loro puntavi il tuo arco. 

Ciò che viene fatto contro il suo popolo, ferisce il Signore stesso: «Le trame ordite contro i tuoi fedeli, erano escogitate contro di te, o Dio» (Es23,201). 

14Alzati, Signore, in tutta la tua forza: canteremo e inneggeremo alla tua potenza. 

«In quel giorno direte: Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere, fate ricordare che il suo nome è sublime» (Is 12,4). «Siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi a vicenda con salmi, inni, cantici spirituali, cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore» (Ef 5,19). 

Salmo 21

1Al maestro del coro. Su «Cerva dell’aurora». Salmo. Di Davide. Dio sembra ritardare ad esaudire le invocazioni di un giusto, di un povero, che sta vivendo una situazione drammatica ma questi è certo che la sua preghiera sarà esaudita. Allora una moltitudine di uomini, verificando tale evento di salvezza, si convertirà al Signore. 

«Il salmo preannuncia la passione e la risurrezione di Cristo Signore, la chiamata alla fede dei pagani e la salvezza di tutto il mondo» (Td 1008). L’ultima invocazione di Gesù al Padre venne espressa con le parole iniziali di questo salmo (Mc 15,34 e Mt 27,46). Gli insulti dei crocifissori di Gesù ricordano a Matteo le ingiurie dei vv. 8-10 (Mt 27,43). Giovanni cita il v. 19 per alludere alla spartizione delle vesti del Crocifisso (Gv 19,23-24). 

2Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Lontane dalla mia salvezza le parole del mio grido!

La ripetizione del Nome, accompagnata dal possessivo “mio”, indica confidenza. Abbandonato: Azavtàni (nel vangelo, in aramaico, leggiamo: sabactàni. Gesù ha pregato nella sua lingua materna, non in quella ufficiale della Sinagoga). 

Lontano dalla mia salvezza (rachòq mishu‘atì). Dio rimane vicino all’orante (altrimenti sarebbe inutile invocarlo) ma ritarda a venire in suo soccorso, benché ci sia tra loro una relazione d’amicizia duratura. 

Se Dio non esaudisce, sembra eclissato dall’orizzonte del credente: «Se vado a oriente, egli non c’è, se vado a occidente, non lo sento. A settentrione lo cerco e non lo scorgo, mi volgo a mezzogiorno e non lo vedo. Poiché egli conosce la mia condotta, se mi mette alla prova, come oro puro io ne esco» (Gb 23,9-10). Ma il profeta precisa: «Tu eri vicino quando ti invocavo, hai detto: “Non temere”» (Lam 3,57). Del resto la caratteristica propria del Dio della Bibbia è la sua vicinanza: «Quale grande nazionebha la divinità così vicina a sé, come il Signore nostro è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?» (Dt 4,7).

3Mio Dio, grido di giorno e non rispondi; di notte, e non c’è tregua per me. 

«Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza» (Gc 5,16). «Dobbiamo sempre invocare senza mai sospendere. Se non veniamo esauditi subito, non dobbiamo smettere» (Bs 766). Dio esaudisce il grido dell’uomo interiore più profondo del nostro sentire immediato: «[Gesù] offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a Colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà» (Eb 5,7). L’apostolo Paolo quando chiese che gli fosse levata una particolare sofferenza, fu persuaso a perseguire una diversa aspirazione (cf 2 Cor 12,18): «L’uomo capisca che Dio è un medico e che la sofferenza è una medicina per la salvezza. Sotto l’azione del chirurgo gridi per il dolore, ma non ti ascolta perché vuole guarirti» (Ag36,173). 

4Eppure tu sei il Santo, tu siedi in trono fra le lodi d’Israele. 5In te confidarono i nostri padri, confidarono e tu li liberasti; 6a te gridarono e furono salvati, in te confidarono e non rimasero delusi. 

Compare per tre volte il verbo batach: confidare. «Considerate le generazioni passate e riflettete: chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso? O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato? O chi lo ha invocato e da lui è stato trascurato?» (Sir 2,10-11). «L’occhio del Signore veglia su chi lo teme, su chi spera nella sua grazia» (Sal 33,18). 

7Ma io sono un verme e non un uomo. 

Io verme (anochì tolà‘at). «“Non temere, Giacobbe [che ora sei] un verme (tolà‘at), Israele che ora sei morto. Trebbierai i monti, frantumerai i colli” (Is 41,14-16). Dopo aver definito [il popolo] verme, minuscolo per la sua piccolezza, gli attribuisce pure una grande potenza. [Ora] il Salvatore mette in evidenza la sua situazione di debolezza ma anche la distruzione delle potenze avverse» (Es23,205). 

Rifiuto degli uomini, disprezzato dalla gente. 

«Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto, siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti» (1 Cor 4,9.13). 

8Si fanno beffe di me quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo: 9«Si rivolga al Signore; lui lo liberi, lo porti in salvo, se davvero lo ama!». 

«[Dicono gli increduli:] “Se il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto e lo libererà dalle mani dei suoi avversari. Condanniamolo a una morte infamante, perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà”. Hanno pensato così, ma si sono sbagliati. Non conoscono i misteriosi segreti di Dio» (Sap 2,18-22). Il giusto non pretese d’essere salvaguardato da Dio. 

10 Sei proprio tu che mi hai tratto dal grembo, mi hai affidato al seno di mia madre. 11Al mio nascere, a te fui consegnato; dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio. 

Il fedele ricorda la tenerezza di Dio che ha sperimentato fin dalla nascita. «Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai» (Is 49,14-15). «Non è forse Efraim un figlio caro per me? Provo per lui profonda tenerezza» (Ger 31,20). 

Cristo, nell’ora della passione, confidò nella paternità di Dio, Abbà (Mc 14,36). «Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, da seno di mia madre sei tu il mio sostegno» (Sal 70,6). 

 12Non stare lontano da me, perché l’angoscia è vicina e non c’è chi mi aiuti. Compare di nuovo l’impressione della lontananza (rachaq): «Dove sono il tuo zelo e la tua potenza, il fremito delle tue viscere e la tua misericordia? Non forzarti all’insensibilità, perché tu sei nostro padre» (Is 63,15). 

Seconda parte: Il sentimento d’angoscia

13Mi circondano tori numerosi, mi accerchiano grossi tori di Basan. 14Spalancano contro di me le loro fauci: un leone che sbrana e ruggisce. 

15Io sono come acqua versata, sono slogate tutte le mie ossa. Il mio cuore è come cera, si scioglie in mezzo alle mie viscere. 16 Arido come un coccio è il mio vigore, la mia lingua si è incollata al palato, mi deponi su polvere di morte. 17Un branco di cani mi circonda, mi accerchia una banda di malfattori; 

Comincia la descrizione del sentimento interiore dell’orante. L’assalto di tre generi d’animali (tori, leoni e cani) allude all’estremo pericolo in cui si trova mentre l’angoscia provata è tale da far rinsecchire gli elementi umidi del suo corpo e a liquefare quelli solidi. 

hanno scavato le mie mani e i miei piedi. 18Posso contare tutte le mie ossa. Essi stanno a guardare e mi osservano: 19 si dividono le mie vesti, sulla mia tunica gettano la sorte. 

«Tutti questi casi sono accaduti nel corso della passione [di Cristo]» (Td 1016).

20Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, vieni presto in mio aiuto. 21Libera dalla spada la mia vita, dalle zampe del cane l’unico mio bene. 22Salvami dalle fauci del leone e dalle corna dei bufali. 

Compare per la terza volta il lamento sulla lontananza. «Il credente vive di una fonte di forza che non fluisce da lui stesso, ma è più forte proprio quando ha rinunciato alla sua sicurezza e alla sua difesa» (RS 158). «Tutto posso in colui che mi dà la forza» (Fil 4,13). [Oppure LXX: salva dalle corna dei bufali la mia povertà]. 

Terza parte: l’esaudimento del povero

Tu mi hai risposto!

«La preghiera del povero attraversa le nubi né si quieta finché non sia arrivata; non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto» (Sir 35,21). 

23Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all’assemblea. 

Il salmista, certo d’essere esaudito, promette che innalzerà la lode all’interno della comunità. Gesù, dopo la sua Pasqua, loda Dio nella sua Chiesa ed annuncia la redenzione ottenuta. Non si vergogna di chiamarci fratelli, dicendo: “Annunzierò il tuo Nome ai miei fratelli” (cf Eb 2,12). «Ogni giorno il Signore continua ad annunciare nella sua Chiesa poiché ogni giorno vengono proclamate le sue parole. Sono sue parole il messaggio contenuto nel Primo e nel Secondo Testamento» (Bs 769). 

24Lodate il Signore, voi suoi fedeli, gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe, lo tema tutta la discendenza d’Israele; 25perché egli non ha disprezzato né disdegnato l’afflizione del povero, il proprio volto non gli ha nascosto ma ha ascoltato il suo grido di aiuto. 

Il Dio che ha liberato degli schiavi dall’Egitto, si mostra attento alla preghiera dei miseri. Cristo ci sollecita alla lode: «Celebrate l'autore della vostra salvezza, Dio Padre: non ha disprezzato la miseria della vostra umanità ma mi ha esaudito e, grazie alla mia resurrezione, vi ha portato salvezza» (Td 1020). 

27I poveri mangeranno e saranno saziati, loderanno il Signore quanti lo cercano; il vostro cuore viva per sempre!

Il soccorso prestato a questo povero orante che si è affidato a Lui, è una caparra della salvezza messianica che Dio donerà ai poveri. «I poveri sono coloro che desiderano il Regno di Dio. Chi non ha questa fame, non può essere saziato. Vive il loro cuore, la loro speranza rinverdisce sempre. Vive veramente soltanto chi rimane sempre nella grazia di Dio» (BW 111). Il dono più grande che Cristo concede al discepolo è quello di renderlo come Lui, capace di condividere la sua passione: «Cristo offrì la sua cena ed offrì la sua passione; si è saziato il discepolo che lo ha imitato; gli apostoli hanno sofferto per andar dietro alle orme di Cristo» (Ag36,178). 

L’esito dell’evento

28Ricorderanno e torneranno al Signore tutti i confini della terra; davanti a te si prostreranno tutte le famiglie dei popoli 29Perché del Signore è il regno: è lui che domina sui popoli!

«Il Signore ha snudato il suo santo braccio davanti a tutte le nazioni; tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio» (Is 52,10). «Il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo echeggiarono voci potenti che dicevano: “Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo: egli regnerà nei secoli dei secoli”» (Ap 11,15). 

30A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra. 

(Cf Dn 12,2). Versetto di difficile interpretazione: Mangeranno e si prostreranno tutti gli opulenti della terra. 

Davanti a lui si curveranno quanti discendono nella polvere. 

I morti loderanno Dio e la lode si estenderà fino nel mondo dei defunti, ai quali verrà data una possibilità di speranza. «Tutti gli uomini che vengono in questo mondo, tutti coloro che conosceranno la morte, si prostreranno davanti a Dio, come ha preannunciato Isaia: “Davanti a me si prostrerà ogni uomo e mi glorificherà ogni lingua (45,23)”» (Bs 770). 

Ma io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza. Si parlerà del Signore alla generazione che viene; 32annunceranno la sua giustizia; al popolo che nascerà diranno: «Ecco l’opera del Signore!». 

«La generazione che viene è il popolo dei pagani, generato dall'acqua e dallo Spirito Santo; all'annuncio del Vangelo si convertirà al Signore. È detto che il popolo cristiano sarà creato dal Signore poiché Egli lo ha predisposto prima dei secoli, poi lo ha creato e redento: con il dono di se stesso, lo ha reso libero dai peccati» (BW 112). 

Salmo 22

1Salmo. Di Davide. 

«Nel salmo precedente era stato promesso che i poveri avrebbero mangiato e sarebbero stati saziati, ed ora indica chi sia Colui che dona e nutre, e lo chiama pastore: Cristo Signore ha detto di essere lui il Pastore (Gv 10,1-6)» (Td 1025). 

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. 

«Il mio Dio colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù» (Fil 4,19). «Cristo non è una guida qualsiasi: “in lui si trovano tutti i tesori della sapienza e della scienza” (Col 2,3). Consapevoli di questo privilegio, [i cristiani] non lamentano alcuna mancanza. Cristo, fonte e l’elargitore d’ogni bene, dona loro dalla sua pienezza e comunica le benedizioni del Padre» (Crl 840). 

2Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce.
 

«Ristorerò copiosamente l’anima stanca e sazierò ogni anima che languisce» (Ger 31,25). Chi non vuole avere nessuna guida o si lascia guidare da pastori falsi, viene a trovarsi in luoghi estranei; soltanto il Buon Pastore ci riporta al nostro essere (RS 165). 

3Rinfranca l’anima mia, 

«La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima» (Sal 18,8). «Il pascolo erboso è la parola di Dio; è la santa Scrittura ispirata che alimenta i cuori dei fedeli, infondendo loro una forza spirituale. L'acqua viva e vivificante è l'elargizione dello Spirito» (Crl 841). «È acqua di ristoro perché lì deponiamo il grave e penoso carico dei peccati, ci laviamo da ogni sozzura» (Es23,217). 

Mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome. 

«Ti indico la via della sapienza, ti guido per i sentieri della rettitudine. Quando camminerai non saranno intralciati i tuoi passi, e se correrai, non inciamperai. Attieniti alla disciplina, non lasciarla, custodiscila, perché essa è la tua vita» (Pr 4,11). «Farò camminare i ciechi per vie che non conoscono, li guiderò per sentieri sconosciuti. Tali cose io ho fatto e non cesserò di fare» (Is 42,16). «Mi ha guidato negli angusti sentieri della sua giustizia, non per il mio merito, ma a causa del suo nome» ossia per la sua fedeltà (Ag36,182). 

4Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. 

Valle oscura: nella valle dell’ombra della morte (beghé’ tzalmavet). «Non temere, perché io sono con te; non smarrirti, perché io sono il tuo Dio. Ti rendo forte e ti vengo in aiuto e ti sostengo con la destra della mia giustizia» (Is 41,10). «Non temerò il male, perché tu abiti, grazie alla fede, nel mio cuore; ed ora sei con me, affinché, dopo l'ombra della morte, sia anch'io con te» (Ag36,182). 

Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. 

«Come ha passato al crogiuolo costoro [Abramo, Giacobbe, Labano] non altrimenti che per saggiare il loro cuore, così ora non vuol far vendetta di noi, ma è a fine di correzione che il Signore castiga coloro che gli stanno vicino» (Gdt 8,27). «Ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia» (Eb 12,11). «La tua disciplina non mi ha afflitto, anzi da essa sono stato consolato; perché tu ti ricordi di me» (Ag36,182). 

5Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici. Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca. 

«Hai preparato davanti a me una mensa affinché non continui più a nutrirmi soltanto di latte, come fanno i bambini, ma mi alimenti di un cibo ben più solido, che mi renda capace di affrontare le avversità. Hai profumato di olio il mio capo; hai infuso una grande gioia spirituale al mio cuore. Il tuo calice inebriante, che fa dimenticare e superare, tutte le vanità di un tempo, davvero è prezioso» (Ag36,152). 

«Mi hai nutrito con questi beni mentre i miei nemici [i demoni] si rattristavano e si affliggevano perché vedevano che colui che prima era stato loro schiavo, era cambiato in modo così radicale» (Td 1023). 

6Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni. 

Essere ospitati da Dio come suoi amici, senza nostro merito, non è un fatto occasionale ma abituale (tutti i giorni); questo privilegio anticipa la vita eterna. «La tua ineffabile bontà ci comunica tutti questi beni: non aspetta le nostre richieste, ci insegue quando fuggiamo via da essa, ci previene, ci salva, offre una dimora presso Dio, in questa vita e in quella futura» (Td 10028). «La tua misericordia e la tua grazia mi consolideranno affinché abbia sempre, come mia casa, la tua casa, cioè la Chiesa, e così, restando in essa, ottenga lunghezza di giorni presso di te e la vita eterna» (Es23,220). 

Salmo 23

1Di Davide. Salmo. 

Una moltitudine di popoli s’aggrega al popolo di Dio (denominato qui Giacobbe) e tutti insieme glorificano il Signore che sta per entrare nel tempio. La Chiesa celebra il Signore Gesù entrato nel santuario di Gerusalemme ma, poi, nel cielo stesso, e chiede di partecipare alla sua gloria. 

Del Signore è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti. 

«Ecco, al Signore tuo Dio appartengono i cieli, i cieli dei cieli, la terra e quanto essa contiene» (Dt 10,14). «Il Signore non è soltanto Dio degli Ebrei, ma governa tutta la terra. Non la domina come un sovrano che ha usurpato il potere, ma come Colui che l'ha creata e che l'ha tratta all'esistenza dal non essere» (Td 1029). Il Verbo Creatore, però, ha dovuto riconquistare la sua creazione: il diavolo pensava che il mondo fosse suo, ma Cristo, svuotando se stesso e obbedendo fino alla morte (Cf Fil 2,7-8), ha ricevuto da Dio la terra in eredità (Cf Gero1064). 

2È lui che l’ha fondato sui mari sui fiumi l’ha stabilito. 

«Dio disse: “Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto”. E così avvenne» (Gen 1,9). 

Dio può edificare anche sopra un’estrema fluidità: «Con potenza creatrice ha voluto che il solido elemento terrestre fosse posto al di sopra dell’elemento liquido» (Es23,220). A sua volta, «Cristo ha stabilito fermamente la sua Chiesa sopra tutti i marosi di questo mondo» (Ag36,183). 

3Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? 4Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli, chi non giura con inganno. 

«Prima, all'inizio del salmo ha insegnato che Dio è il Creatore, ora indica la strada che ci può condurre a Lui» (Td 1030). Richiama le condizioni per poter entrare nel tempio, o meglio, per vivere in comunione con Dio: abbandonare gli idoli e agire con rettitudine. «Se vuoi vedere il volto di Dio, devi cambiare te stesso, eliminare tutto ciò che è proprio dell'uomo ed acquisire lo stile di vita degli angeli, anzi devi diventare dio» (Or 1268). «Le mani indicano le azioni e il cuore i pensieri; con il cuore deliberiamo che cosa fare e con le mani mettiamo in opera i nostri intenti» (Td 1032). [Cf Sal 14: la purezza di vita corrispondeva allo sviluppo di relazioni solidali con il prossimo]. 

5Egli otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. 

«Tutte le opere buone che gli uomini compiono non sono altro che espressione di doni ricevuti in precedenza e un anticipo di quelli che ci verranno donati nel futuro, i quali superano ogni aspettativa» (Td 1032). 

6Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, [Dio di ] Giacobbe. 

«Nel salmo 21 [v.28] aveva preannunciato l'annuncio della salvezza alle genti; ora torna a parlare dei popoli e della loro conversione» (Td 1032). I fedeli manifestano il desiderio di cercare Dio e i pagani vogliono unirsi al popolo di Dio, personificato in Giacobbe. «Gli uomini retti, desiderano vedere il Signore, sapendo che un tempo si era mostrato al grande Giacobbe. Ora, ogni luogo della terra, accolto il Vangelo, abbandona le divinità per cercare il Dio di Giacobbe» (Td 1032). 

7Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. 

Le porte del tempio devono spalancarsi in segno di sottomissione al Vincitore. Tra la folla, emerge anche un sovrano vittorioso (che ha operato in nome di Dio) oppure l’Arca dell’Alleanza, trono del Signore. 

Il Re glorioso è Cristo che torna al Padre. «Entrerà nel suo tempio, il Signore che voi cercate» (Ml 3,1). «Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, il Figlio sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli» (Eb 1,3-4). «Cristo rovesciò la dura tirannia del diavolo. Gli angeli ordinano che le porte eterne del cielo vengano aperte, lasciando passare per la prima volta una persona appartenente alla natura umana. Nessuno uomo fino allora aveva varcato quelle soglie» (Td 1033). 

8Chi è questo re della gloria? Il Signore forte e valoroso, il Signore valoroso in battaglia. 9Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. 

«Entra in cielo il Signore forte e potente, che tu hai ritenuto debole. La debolezza umana è stata restituita all'immortalità. Entrerà il Re della gloria per intercedere per noi alla destra del Padre» (Ag36,184). 

10Chi è mai questo re della gloria? Il Signore degli eserciti è il re della gloria. 

Dio è a capo degli astri ma anche di potenti eserciti angelici. «Bellezza del cielo è la gloria degli astri. Stanno agli ordini di colui che è santo, non abbandonano le loro postazioni di guardia» (Sir 43,9-10). La potenza dei suoi eserciti è a servizio del suo amore: «Vedi com’è pacifico l’animo del Signore? Pur essendo il Signore degli eserciti, non ferisce mai neppure un avversario, nessuno atterra, con nessuno viene a battaglia» (Bsl 427). 

Salmi della comunità

Salmo 24

1Di Davide. Invocazione per la redenzione del popolo (padah, v.22), che é liberazione dalle angosce, dal peccato e capacità di vivere nella via di Dio. «Nelle parole di questo salmo la Chiesa chiede di essere protetta dallo sguardo di Dio» (BW 116). Come Anna, dichiara: «Sono una donna affranta; sto solo sfogandomi davanti al Signore» (1 Sam 1,15). «Confido in te, Signore, che hai annientato te stesso per redimermi. La tua somma umiliazione divenne la mia somma elevazione» (Cf Gero 1098).

A te, Signore, innalzo l’anima mia. 

«Ora è riuscito librarsi nelle altezze; ha sollevato la sua anima e l'ha indirizzata verso l'alto» (Es23,224). «Ho innalzato a te la mia anima, come chi avvicina la brocca alla fonte» (Ag37,1833). 

2Mio Dio, in te confido: che io non resti deluso! Non trionfino su di me i miei nemici! 3Chiunque in te spera non resti deluso; sia deluso chi tradisce senza motivo. 

«Considerate le generazioni passate e riflettete: chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso?» (Sir 2,10). «Circondato da un'infinità di mali, ti presento, Signore, la mia vita: tutto dipende da te e dal tuo aiuto. Come stimolo alla speranza, conservo il ricordo di coloro che hanno confidato in te e hanno ottenuto il tuo aiuto» (Td 1036). 

4Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. 5Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza; io spero in te tutto il giorno. 

«Sono vie del Signore le disposizioni della sua provvidenza, con le quali governa ogni cosa» (Es23,225). «Per prima cosa, ti chiedo, Signore, di conoscere le tue vie e di camminare lungo i sentieri che conducono fino a te, affinché rimanga sempre con fermezza sulla giusta strada» (Td 1037). «Ho deviato nella mia falsità ma Tu guidami affinché non vada più errando» (Beda 605). 

6Ricordati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore, che è da sempre. 7I peccati della mia giovinezza e le mie ribellioni, non li ricordare: ricordati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore. 

Chiede di essere ricordato e che le sue colpe siano, invece, dimenticate perché non fanno parte del suo essere. Si richiude in uno spazio di quattro pareti: misericordia ed amore, misericordia e bontà. «Dio, Tu governi sempre gli uomini con benevolenza. Ti chiedo di sperimentare anch'io, adesso, la tua bontà; ricordati di questa e non dei miei peccati. Non ho alcun merito ma spero di ottenere quanto ti chiedo per la tua bontà» (Td 1037). 

8Buono e retto è il Signore, indica ai peccatori la via giusta; 9guida i poveri secondo giustizia, insegna ai poveri la sua via. 

«Non si distoglie dai peccatori né li trascura, lasciando che si rovinino con i loro peccati. Salvatore buono e amico degli uomini, si cura più dei malati che dei sani e indica loro le vie della conversione» (Es23,228). «Se il malvagio si allontana da tutti i peccati che ha commesso, egli vivrà, non morirà. Nessuna delle colpe commesse sarà più ricordata. Forse che io ho piacere della morte del malvagio o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?» (Ez 18,22-23). 

10Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti. 

«Dio, ti sei ricordato di me e non hai abbandonato coloro che ti amano» (Dn 14,38). «Sono molte le vie del Signore, ma davanti a tutte corre la misericordia, perché Dio ha misericordia di tutti gli esseri, e non ha in abominio nulla di ciò che ha fatto (Sap 11,23). In ciascuna via del governo e della provvidenza di Dio, la sua misericordia prevale sempre» (Es23,228). 

11Per il tuo nome, Signore, perdona la mia colpa, anche se è grande. 

«Dio è colui che giustifica!» (Rm 8,33). «Egli non si propone di beneficare in base ai meriti degli uomini, ma è Lui per primo a riversare i suoi doni. E questo lo fa da sempre, da quando esiste il mondo, da quando il mondo ha cominciato ad essere governato da Lui» (Cs 180). 

12C’è un uomo che teme il Signore? Gli indicherà la via da scegliere. 13Egli riposerà nel benessere, la sua discendenza possederà la terra. 

«Tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me» (Gv 6,45). «L’unzione [dello Spirito] rimane in voi e non avete bisogno che qualcuno vi istruisca» (1 Gv 2,27). 

14Il Signore si confida con chi lo teme, gli fa conoscere la sua alleanza. 

Dio accoglie nella comunione con Lui e rivela i suoi segreti ai suoi amici: «Devo tener nascosto ad Abramo ciò che sto per fare?» (Gen 18,17). «Il Signore non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo consiglio ai suoi servitori, i profeti» (Am 3,7). «Vi ho chiamato amici perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi» (Gv 15,15). «Noi abbiamo il pensiero di Cristo» (1 Cor 2,16). 

15I miei occhi sono sempre rivolti al Signore, è lui che fa uscire dalla rete il mio piede. 

«I miei occhi interiori, ossia tutti i miei affetti, sono sempre rivolti al Signore e così trascuro ogni attaccamento terreno. Egli libererà dal laccio di ogni esitazione che mi blocca» (Beda 607). «Immagina una pietra. Non appena l'allontani dal calore diventa fredda, Così anche tu, se ti allontanerai da Dio ti raffredderai; se ti avvicinerai a Dio ti riscalderai» (Ag37,1175)

16Volgiti a me e abbi pietà, perché sono povero e solo. 

«Prima aveva detto: “i miei occhi sono rivolti al Signore” ed ora invece chiede a Lui: volgiti verso di me, come io avevo guardato a te, e abbi pietà. Chi si rivolge a Lui in continuità, chiede con insistenza di essere guardato, a sua volta, a motivo della sua miseria. Questa supplica esprime l’invocazione della Chiesa» (Cs 181). 

17Allarga il mio cuore angosciato, liberami dagli affanni. 

«Sono cosciente di essere povero e senza aiuto e di non essere in grado di procurarmi la salvezza» (Es23,229). L’apostolo ha sperimentato l’allargamento del suo cuore: «Siamo tribolati ma non schiacciati; sconvolti ma non disperati; perseguitati ma non abbandonati» (2 Cor 4,8-9). 

18Vedi la mia povertà e la mia fatica e perdona tutti i miei peccati. 

«Chi cammina per una strada impolverata, facilmente si sporchi i piedi e dovrà lavarli. Allo stesso modo, chi si trova in questa vita, per quanto sia perfetto, non riuscirà ad evitare il peccato e avrà sempre bisogno di una purificazione» (Beda 608). 

19Guarda i miei nemici: sono molti, e mi detestano con odio violento. 20Proteggimi, portami in salvo; che io non resti deluso, perché in te mi sono rifugiato. 

La Chiesa prega per i nemici perché si ravvedano. Il Signore è capace di convertire, senza indugio, coloro a cui guarda con amore, come nel Vangelo guardò Pietro e questi pianse per il dolore (Lc 22,61). Non può sopportare la perdizione di qualcuno (Cf Cs 181). 

21Mi proteggano integrità e rettitudine, perché in te ho sperato. 

«L’integrità guida gli uomini retti, la mavagità è la rovina per i perfidi» (Pr 11,3). La Chiesa chiede che la sua fede sia custodita in modo da rimanere totalmente integra e possa presentarsi al suo Sposo, il Cristo, senza macchia né ruga (Cf Ef 5,27); (Cf Cs 181). 

22O Dio, libera Israele da tutte le sue angosce. 

Invocazione riassuntiva del salmo: “Pedeh Elohim”, redimi, libera, Signore, il tuo popolo. «Il salmista ha imparato a non curarsi solo di sé, né a supplicare Dio per sé soltanto ma intercede per tutto il popolo» (Es23,232). 

Salmo 25

1Di Davide. Un fedele afferma la sua innocenza (vv.1-8) e chiede di saper rimanere fedele a Dio (9-12). La sua rettituine non consiste in una perfetta impeccabilità ma nella sua estrema fiducia nella bontà di Dio (v.3) e nel proposito di rimanere fedele a Lui. «Si applica al cristiano che partecipa alla vita della Chiesa con molto impegno e si consolida per i doni ricevuti da Dio» (BW 120). 

Fammi giustizia, Signore: nell’integrità ho camminato, confido nel Signore, non potrò vacillare. 

«Dio porti a compimento, con la sua potenza, ogni vostra volontà di bene» (2 Ts 1,11). «“Per la misericordia che Tu mi hai usata, Signore, ho qualche merito della mia innocenza”. Tuttavia, non sperando in me, ma nel Signore, resterò unito a Lui» (Ag36,192). 

2Scrutami, Signore, e mettimi alla prova, raffinami al fuoco il cuore e la mente. 

«Il crogiuolo è per l’argento e il forno per l’oro, ma chi prova i cuori è il Signore» (Pr 17,3; Cf Zc 13,9). «Ho cercato di piacere a Dio solo» (Es23,233). «Nulla in me rimanga nascosto; rendi noto a me stesso chi sono in verità. Applica, come fuoco, la medicinale purificazione dei miei piaceri e dei miei pensieri» (Ag36,192). 

3La tua bontà è davanti ai miei occhi, nella tua verità ho camminato. 

Gesù disse a Natanaele: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità» (Gv 1,47). «Se esaminerai le profondità del mio cuore, troverai che confido soltanto nella tua compassione, o Dio. Così facendo, ti sarò gradito» (Atn 148). 

4Non siedo con gli uomini falsi e non vado con gli ipocriti; 5odio la banda dei malfattori e non siedo con i malvagi. 

Gesù si è seduto a mensa con uomini falsi: «Perché il vostro Maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?» (Mt 9,11). Nella società ci sono i malvagi e dobbiamo convivere con loro, con rispetto ma dobbiamo anche separarci da loro mediante uno stile di vita opposto (Cf Bs 780): «Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello, ed è impudico o avaro o idolatra» (1 Cor 5,11). 

6Lavo nell’innocenza le mie mani e giro attorno al tuo altare, o Signore, 7per far risuonare voci di lode e narrare tutte le tue meraviglie. 

«Lava le proprie mani, chi deterge i propri peccati con le lacrime del pentimento» (BW 121). «Davide e tutta la casa d’Israele danzavano davanti al Signore con tutte le forze, con canti e con cetre, arpe, tamburelli, sistri e cimbali» (2 Sam 6,5). «Siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo» (Ef 6,19-20).

8Signore, amo la casa dove tu dimori e il luogo dove abita la tua gloria. 

La dimora di Cristo è la comunità dei suoi discepoli: «Venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”» (Gv 20,19). «Ho amato tutta la tua casa, Signore; soprattutto ho amato lo splendore delle dottrine e delle parole pie, la bellezza delle letture ispirate» (Es23,236). «[…] senza disertare le nostre riunioni, ma esortandoci vicenda» (Eb 10,25). 

9Non associare me ai peccatori né la mia vita agli uomini di sangue, 10perché vi è delitto nelle loro mani, di corruzione è piena la loro destra. 

«Gesù ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone» (Tt 2,14). 

11Ma io cammino nella mia integrità; riscattami e abbi pietà di me. 12Il mio piede sta su terra piana; nelle assemblee benedirò il Signore. 

«Il peccato non regni più nel vostro corpo mortale, così da sottomettervi ai suoi desideri» (Rm 6,12). Riscattami: «Mi sia utile, Signore, la fatica con la quale mi hai redento in modo mirabile, a prezzo del tuo sangue. Abbi sempre pietà di me in ogni occasione, perché non vada fuori strada» (Beda 617). Benedirò il Signore: «Siete la stirpe eletta perché proclami le opere meravigliose di Dio che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce» (1 Pt 2,9). 

Salmo 26

1Di Davide. L’orante, di fronte a gravi difficoltà, consolida il suo sentimento d’abbandono in Dio. Il rischio che deve affrontare è una contesa legale insidiosa (v.12). 

Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura?

«Quando viene illuminata da Dio, l'anima è capace di vedere chi sia il suo Difensore e Salvatore, poi affronta [tutto] con coraggio. Il termine ebraico “mia salvezza [weIsh‘ì]” evoca il nome di Gesù, nostro Salvatore. Le lettere ebraiche con cui viene espresso, tracciano il nome di Gesù» (PG Or 12,1276). 

2Quando mi assalgono i malvagi per divorarmi la carne, sono essi, avversari e nemici, a inciampare e cadere. 

«Se il Signore non fosse stato per noi, quando eravamo assaliti, allora ci avrebbero inghiottiti vivi» (Sal 123,2-3). «Chi tocca voi [Israeliti], tocca la pupilla dei miei occhi» (Zc 2,12). «I malvagi non ti divorano quando ti perseguitano, ma quando ti inducono ad essere ciò che essi sono» (Ag36,341). 

3Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me si scatena una guerra, anche allora ho fiducia. 

«Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?» (Rm 8,31). «Combattete unanimi per la fede del Vangelo, senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari» (Fil 1,27-28). «Non temere ciò che stai per soffrire» (Ap 2,10). 

4Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario. 

La convinzione di fede dell’orante verrebbe consolidata da una visita al tempio. «Vorrei abitare nella tua tenda per sempre, vorrei rifugiarmi all’ombra delle tue ali» (Sal 60,6). Immerso in Dio e rinfrancato da Lui, affronterebbe gli avversari con serena fiducia. «Non chiedo al mio Benefattore ricchezza e potenza, ma piuttosto di stare con frequenza nel tempio santo, per contemplare, come in uno specchio, la bellezza divina e per riflettere su come devo fare per agire in conformità alla Legge. So per esperienza che, così facendo, ottengo salvezza e sfuggo alle avversità» (Td 1052). «Il termine ultimo del cammino verso Dio conduce proprio a questo, al volto di Dio, in modo di stare davanti a lui e godere dell’irradiarsi della sua divinità» (Es23,241 D-242). “Ammirare il suo santuario (vakker behechalò)” “Vakker” significa, forse, “prestare attenzione ai segni”, cioè attendere un responso rassicurativo, come accadeva nelle veglie. 

5Nella sua dimora mi offre riparo nel giorno della sventura. Mi nasconde nel segreto della sua tenda, sopra una roccia mi innalza. 

«Dio agisce alla maniera di un'aquila la quale, come dice Mosè, protegge il suo nido e dopo aver disteso le ali, ricopre i suoi piccoli e non permette che vengano aggrediti (Cf Dt 32,11). Non soltanto li nasconde e li protegge, ma li innalza sopra la roccia. Stare sulla roccia è rimanere fedeli, in modo irremovibile e saldo; la Roccia, poi, è Cristo e su di Lui siamo stabiliti» (Crl 853). 

6E ora rialzo la testa sui nemici che mi circondano. Immolerò nella sua tenda sacrifici di vittoria, inni di gioia canterò al Signore. 

Grazie ad una consumata esperienza, il fedele sa che la vicinanza con Dio lo consolida e lo rasserena. È certo che sarà esaudito. 

7Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!

Ripete la richiesta, già formulata al v. 4, di poter sperimentare i benefici della relazione con Dio. La visita al tempio, capace di infondere pace e speranza, era stata soltanto desiderata ma non ancora realizzata? O forse il salmista è stato sopraffatto di nuovo dal dubbio che pensava di aver fugato del tutto?

Il mio cuore ripete il tuo invito: «Cercate il mio volto!». Il tuo volto, Signore, io cerco. 

La preghiera è il servizio del cuore. «Nel segreto, dove tu solo ascolti, ti ha detto il cuor mio: ho cercato il tuo volto. Non qualche altro vantaggio diverso da te, o Signore. Con perseveranza insisterò in questa ricerca; non cercherò infatti qualcosa di poco conto, ma il tuo volto, o Signore, per amarti gratuitamente, dato che non trovo niente di più prezioso» (Ag36,198). «Non pensiamo, nel dialogare con Dio, di percepire dei suoni; i pensieri santi che affiorano nel cuore, sono parole con le quali Dio ci parla. Abbiamo un udito con il quale ascoltare la parola di Dio, entrare in relazione ed unirci a Lui» (Or 1284). 

9Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. 10Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto. 

Nonostante si fosse sentito invitato da Dio, teme di non essere accolto da lui a motivo della sua indegnità. Prevale, tuttavia, la certezza della fedeltà di Dio nei suoi confronti: «Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai» (Is 49,14-15). «Il padre e la madre possono rinnegare la loro paternità e maternità; non Dio, perché “non può rinnegare se stesso” (2 Tm 2,13). Non vi è allontanamento da Dio, che abbia la sua causa in Dio» (RS 200). «Non è forse Efraim un figlio caro per me, un mio fanciullo prediletto? Infatti dopo averlo minacciato, me ne ricordo sempre più vivamente. Per questo le mie viscere si commuovono per lui, provo per lui profonda tenerezza» (Ger 31,20). 

11Mostrami, Signore, la tua via, guidami sul retto cammino, perché mi tendono insidie. 

La convinzione della paternità di Dio pacifica il fedele. «Indicami la tua via, così che io ti conosca, e trovi grazia ai tuoi occhi» (Es 33,13). «Signore, per me che a te tendo, e che sto apprendendo la grande arte di pervenire alla sapienza, stabilisci una legge sulla tua via, affinché io non devii. Non basta infatti incominciare, dato che i nemici, finché non si è giunti, non si danno pace» (Ag36,198). 

12Non gettarmi in preda ai miei avversari. Contro di me si sono alzàti falsi testimoni che soffiano violenza. 

Il salmista chiarisce ora il motivo della sua angoscia: teme i falsi testimoni. Lo stesso accadrà anche a Gesù: «Cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù, per condannarlo a morte» (Mt 26,59). 

14Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
 

«Comportatevi da uomini, siate forti» (1 Cor 16,13). «[Il Signore] vi conceda si essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell’uomo interiore» (Ef 3,16). «Ascolto il Signore stesso che parla nel mio cuore, ascolto lo Spirito Santo che mi corrobora» (Bs 785). 

Salmo 27

1Di Davide. Preghiera di un tribolato che, dopo aver sperimentato il silenzio di Dio, viene esaudito. «Da’ a tutto il tuo popolo e a ogni tribù la prova che sei tu il Signore, il Dio di ogni potere e di ogni forza, e non c’è altri, all’infuori di te, che possa proteggere la stirpe d’Israele» (Gdt 9,14). 

A te grido, Signore, mia roccia, con me non tacere: se tu non mi parli, sono come chi scende nella fossa. 

«L’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore» (Dt 8,3). «La Parola del Signore era rara in quei giorni» (1 Sm 3,1). «Marta disse a Gesù: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”» (Gv 11,21). 

2Ascolta la voce della mia supplica, quando a te grido aiuto, quando alzo le mie mani verso il tuo santo tempio. 

“Verso il tuo santo tempio (Devir)”: era l’edificio centrale del tempio che comprendeva il Santo dei Santi. «Se nel pregare, qualcuno chiede beni terreni, la sua voce rimane fievole. Se chiede beni celesti, allora grida. Ognuno di noi cerchi di pregare come se inalzasse un grido, anzi un grido acutissimo» (Or 1283). «Quando alzo le mie mani a Dio e mi elevo fino a Lui, vinco Amalek, anzi l’anniento del tutto (Cf Es 17,8-12)» (Or 1285). 

3Non trascinarmi via con malvagi e malfattori, che parlano di pace al loro prossimo, ma hanno la malizia nel cuore. 

Chiede di non essere trattato come un malvagio che merita una punizione. Doppiezza dell’uomo perverso: «Apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità» (Mt 23,28); Cf Sal 54,21-22.

4Ripagali secondo il loro agire, secondo la malvagità delle loro azioni; secondo le opere delle loro mani, rendi loro quanto meritano. 5Non hanno compreso l’agire del Signore e l’opera delle sue mani: egli li demolirà, senza più riedificarli. 

«Ciò che videro con gli occhi, non fu accolto per la fede nella luce del cuore» (Cs 675). Nella Gerusalemme celeste «non entrerà chi commette abominio o falsità ma solo quelli che sono scritti nel libro di vita dell’Agnello» (Ap 21,27). 

6Sia benedetto il Signore, che ha dato ascolto alla voce della mia supplica. 

Forse ha ricevuto un’assicurazione da parte d’un oracolo. «Il Dio che non mente, per confermare le sue promesse delle quali dice: “Mentre ancora mi parli, io dirò: Eccomi!” (Is 58,9), si mostra pronto ad esaudire le suppliche, quasi stando accanto a chi lo invoca con purezza» (Es23,249). 

7Il Signore è mia forza e mio scudo, in lui ha confidato il mio cuore. Mi ha dato aiuto: esulta il mio cuore, con il mio canto voglio rendergli grazie. 

Certo dell’esaudimento, conferma la sua fiducia in Dio. «Padre, ti ringrazio perché mi hai ascoltato» (Gv 11,41). 

8Forza è il Signore per il suo popolo, rifugio di salvezza per il suo consacrato. 

Il Signore sarà sempre la salvezza del suo popolo e del suo consacrato (unto, meshichò). «Tutti insieme innalzarono la loro voce a Dio dicendo: “Ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce e concedi ai tuoi servi di proclamare con tutta franchezza la tua parola”. Quand’ebbero terminato la preghiera, tutti furono colmati di Spirito Santo e proclamavano la parola di Dio con franchezza» (At 4,23.29-31). 

9Salva il tuo popolo e benedici la tua eredità, sii loro pastore e sostegno per sempre. 

Il popolo viene chiamato eredità, possesso di Dio (nachalatéka). «Nessuno possiede Dio, a meno che non sia posseduto egli stesso da Dio. Di conseguenza, diventi lui stesso possesso di Dio e Dio diventerà suo padrone e suo bene» (Po 460). Cristo ha sofferto perché noi godessimo il vantaggio d’essere suoi. Fanno parte dell’eredità di Cristo anche tutti gli uomini dell’antico popolo, che furono amici di Dio (Cf Es23,249). 

Salmo 28

1Salmo. Di Davide. Dio, che siede in trono nel cielo, manifesta la sua forza nell’impeto di un uragano ma assicura di porla a servizio del suo popolo, nella pace. «Udite attentamente il rumore della sua bocca. Dio tuona mirabilmente con la sua voce, opera meraviglie che non comprendiamo» (Gb 37,3.5). Il Signore agisce anche nella brezza (Cf 1 Re 19,12) ma, in ogni caso, opera meraviglie. Compare sette volte l’espressione voce del Signore (qôl, tuono), la quale si mostra capace di abbattere qualsiasi potenza, in ogni luogo e di determinare la vita di ogni creatura. 

1 Date al Signore, figli di Dio, date al Signore gloria e potenza. 2 Date al Signore la gloria del suo nome, prostratevi al Signore nel suo atrio santo (alla sua maestà santa [behadrat-kodesh]). 

Figli di Dio (bené elìm): figli di Dei (divinità, angeli). «Udii voci di molti angeli attorno al trono [di Dio, in cielo]. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia» (Ap 5,11). 

3La voce del Signore è sopra le acque, tuona il Dio della gloria, il Signore sulle grandi acque. 

La voce è la decisione del suo volere: «Il Signore farà udire la sua voce maestosa, alla sua voce tremerà l’Assiria» (Is 30,30-31; Cf Sal 92,4). 

«“Voce del Signore sulle acque”: profetizza quella voce del cielo che si fece udire al Giordano [al Battesimo di Gesù] e proclamava: “Tu sei il Figlio mio, l’Amato, in te mi sono compiaciuto” (Mt 3,17). Il salmista la chiama tuono perché questa dichiarazione riecheggia in tutta la terra mediante la predicazione del Vangelo» (Td 1065). 

4La voce del Signore è forza, la voce del Signore è potenza. 

«Egli ha formato la terra con la sua potenza, ha fissato il mondo con la sua sapienza. Al rombo della sua voce rumoreggiano le acque nel cielo» (Ger 51,15). 

«Il salmista chiama voce la grazia dello Spirito Santo che riempì gli apostoli di forza e di potenza» (Td 1065).

5La voce del Signore schianta i cedri, schianta il Signore i cedri del Libano. 

«Ci sarà un giorno del Signore degli eserciti contro ogni superbo e altero, contro chiunque si innalza ad abbatterlo; contro tutti i cedri del Libano alti ed elevati, contro tutte le querce del Basan» (Is 2,12-13). «La voce del Signore spezza i cedri. Spezzerà con la penitenza quanti si inorgogliscono per lo splendore della nobiltà terrena, dal momento che ha eletto le cose ignobili di questo mondo, nelle quali manifesta la sua presenza» (Ag36,213).

6Fa balzare come un vitello il Libano, e il monte Sirion come un giovane bufalo. 7La voce del Signore saetta fiamme di fuoco, 8la voce del Signore scuote il deserto, scuote il Signore il deserto di Kades. 9La voce del Signore provoca le doglie alle cerve e affretta il parto delle capre. 

Descrizione di una tempesta che si scatena dalle acque superiori, poste sopra il firmamento e sotto il trono di Dio (quindi viene permessa e dominata, da Lui); si manifesta al Nord (il Sirion corrisponde all’Ermon) e percorre il territorio fino a sud (Kades). 

«Nel diluvio di questo secolo, il Signore dimora nei suoi santi, custoditi nella Chiesa, come in un'arca. Darà fortezza al suo popolo che combatte contro le tempeste e le bufere di questo mondo» (Ag36,214).

Nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».10Il Signore è seduto sull’oceano del cielo, il Signore siede re per sempre. 

“Oceano del cielo [mabbul]”, richiama il diluvio. Torna a contemplare Dio che regna in cielo, al di sopra di ogni tumulto cosmico. «Ora è per me come ai giorni di Noè, quando giurai che non avrei più riversato le acque di Noè sulla terra; così ora giuro di non più adirarmi con te e di non farti più minacce. Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto, né vacillerebbe la mia alleanza di pace; dice il Signore che ti usa misericordia» (Is 54,9-10). 

11Il Signore darà potenza al suo popolo, 

«Il regno, il potere e la grandezza di tutti i regni che sono sotto il cielo saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo, il cui regno sarà eterno e tutti gli imperi lo serviranno e obbediranno» (Dn 7,27). «Rinsalderà la terra inondata dallo straripare dell'iniquità, la rinnoverà fino a renderla una nuova creazione» (Td 1069). 

il Signore benedirà il suo popolo con la pace. 

«Benedirà il suo popolo, offrendogli in se stesso la pace, poiché, dice, “vi do la mia pace, la mia pace vi lascio” (Gv 14,27)» (Ag36,214). «[Al comando di Gesù], il vento cessò e si fu grande bonaccia» (Mc 4,39). 

Salmo 29

1Salmo. Canto per la dedicazione del tempio. Di Davide. Ringraziamento di un uomo risanato da una malattia mortale. La Chiesa celebra la resurrezione di Gesù: Egli è la primizia della nostra umanità e la guarisce dalla mortalità (Cf Td 1072). 

2Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato, non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me. 

«In un salmo precedente [Sal 27] aveva detto: “Signore, se tu non mi parli, sono come chi scende nella fossa”. Ora rende grazie perché era sceso in basso, caduto nella fossa, ma ne è stato tratto fuori» (Es23,240). «Lodo, esalto, glorifico il Re del cielo: tutte le sue opere sono verità e le sue vie giustizia» (Dn 4,34)

3Signore, mio Dio, a te ho gridato e mi hai guarito

L’orante è guarito da una malattia mortale. «Io sono il Signore, Colui che ti guarisce» (Es 15,26). «Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati» (Gc 5,14-15).

4Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi, mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa. 

La liberazione dal rischio della morte è vista come una risurrezione. «Quando in me sentivo venir meno la vita, ho ricordato il Signore. La mia preghiera è giunta fino a te» (Gio 2,8). 

«Parla a nome di Cristo: mi hai fatto risalire dagli inferi. Parla anche dell'uomo in generale: dopo essere sprofondato nel regno della morte, poté uscire di là perché venne in suo soccorso il Verbo stesso» (Or 1202). «La carne è stata dunque risanata. Quando? Quando Cristo è risorto: “la morte è stata assorbita nella vittoria” (1 Cor 15,54)» (Ag36,223). 

5Cantate inni al Signore, o suoi fedeli, della sua santità celebrate il ricordo, 6perché la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita. Alla sera ospite è il pianto e al mattino la gioia.

 «Dio ha un amore tanto grande per gli uomini da non voler mai alcun male per loro. Se uno deve essere corretto, si arma di sdegno, ma, quanto alla sua volontà, non vuole la morte dell’uomo» (Es23,240). «Contro il suo desiderio egli umilia e affligge i figli dell’uomo» (Lm 3,33). «Il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria» (2 Co4 4,17). 

Dopo aver ringraziato il Signore, passa a descrivere la sua esperienza: dal benessere è passato alla sofferenza e da questa alla gioia attuale. 

7Ho detto, nella mia sicurezza: «Mai potrò vacillare!». 8Nella tua bontà, o Signore, mi avevi posto sul mio monte sicuro; il tuo volto hai nascosto e lo spavento mi ha preso. 

Pensava che avrebbe continuato a vivere nel benessere, in tranquillità, ma ha sperimentato una prova estrema che lo ha sconvolto. «Pensavo: la mia gloria sarà sempre nuova e il mio arco si rinforzerà nella mia mano» (Gb 29,20). «Dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposa, mangia, bevi e datti alla gioia» (Lc 12,19). «Il Signore mi ha fatto camminare nelle tenebre. Sono rimasto lontano dalla pace, ho dimenticato il mio benessere. E dico: “È scomparsa la mia gloria, la speranza che mi veniva dal Signore”» (Lam 3, 17-18). 

9A te grido, Signore, al Signore chiedo pietà: 10«Quale guadagno dalla mia morte, dalla mia discesa nella fossa? Potrà ringraziarti la polvere e proclamare la tua fedeltà? 11Ascolta, Signore, abbi pietà di me, Signore, vieni in mio aiuto!». 

Non si è ribellato, né ha abbandonato Dio ma ha fatto ricorso a Lui. «Tu, Signore, eri vicino quando t’invocavo, hai detto: Non temere! Tu hai difeso la mia causa, hai riscattato la mia vita» (Lam 3,57-58). «Dio è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze ma, insieme con la tentazione, vi darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere» (1 Cor 10,13). «Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste» (Fil 4,6). 

12Hai mutato il mio lamento in danza, mi hai tolto l’abito di sacco, mi hai rivestito di gioia 13perché ti canti il mio cuore, senza tacere. 

«Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio, così il Signore, tuo Dio, corregge te» (Dt 8,5). Dopo l’umiliazione, ha conosciuto un arricchimento. Lo stesso è accaduto al popolo: «Ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi. Egli sta per farti entrare in una buona terra: terra di frumento, di orzo, di  viti, di fichi e di melograni; terra di ulivi, di olio e di miele, dove non mangerai con scarsità il pane, dove non ti mancherà nulla» (Dt 8,3-9). 

Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre. 

«Mangerai, sarai sazio e benedirai il Signore, tuo Dio, a causa della buona terra che ti avrà dato» (Dt 8,10). «Noi [cristiani] abbiamo un motivo molto grande di godere: “Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo Figlio Unigenito, affinché chi crede in lui non muoia ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16). Ti loderò per sempre: in questa vita e in quella futura» (Td 1076). 

Salmo 30

Supplica di un fedele che, con grande fiducia «si aggrappa completamente a Dio; vi si trova la profezia di molti fatti avvenuti durante la passione del Signore» (Es23,265). 

2In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso; difendimi per la tua giustizia. 

«Beato chi, trascurando ogni altro soccorso, pone la sua fiducia in Dio solo! Egli non opera nell'uomo che talora pone la sua fiducia nella ricchezza e nella potenza mondana, talora, invece, si affida a lui. Bisogna, invece, riporre la speranza in Dio solo» (Crl 857). «[Il Signore] ti assedierà in tutte le tue città, finché in tutta la tua terra cadano le mura alte e fortificate, nelle quali avrai riposto la fiducia» (Dt 28,52). 

3Sii per me una roccia di rifugio, un luogo fortificato che mi salva. 

«Sono fuggito lontano da te e ho perso me stesso. Ritornerò da te, per ritrovarmi. Rimani sempre per me un luogo fortificato in cui salvarmi» (Beda 631). 

4Perché mia rupe e mia fortezza tu sei, per il tuo nome guidami e conducimi. 

«Giustamente dice: “guidami e conducimi”. La vita retta si ottiene proprio sapendo la direzione (che cosa fare) ed avendo l’energia per portare a termine il cammino» (Crl 858.860). «È Dio che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore» (Fil 2,13).

5Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la mia difesa. 

«Cristo ha dato se stesso per i nostri peccati al fine di strapparci da questo mondo malvagio» (Gal 1,4). «In Cristo, liberami, o Dio, dalla schiavitù del demonio e dalla morte eterna» (Crl 857). Alcuni possono trovarsi impigliati nella rete: «[Sii] dolce nel riprendere gli oppositori, nella speranza che Dio voglia loro concedere di convertirsi, perché riconoscano la verità e ritornino in sé sfuggendo al laccio del diavolo, che li ha presi nella rete perché facessero la sua volontà» (2 Tm 2,25). 

6Alle tue mani affido il mio spirito. 

Il mio spirito (ruchì): respiro, vita. «Le mani divine in cui l’orante si consegna rappresentano gli atti potenti della sua provvidenza. Anche il Salvatore, mentre stava appeso alla croce, si è servito di questa preghiera (Cf Lc 23,46)» (Og1300). Ha pensato: «per cancellare il peccato dei miei, offro me stesso in croce. Sono come un chicco di grano che, sparso in terra, produrrà una grande discendenza» (Gero 1289). «Lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: “Signore Gesù”, accogli il mio spirito» (At 7,59). 

Tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. 

Padìta otì (da padath, riscattare). Dio ha agito come l’uomo solidale che si prende cura del parente caduto in schiavitù. «Se il tuo fratello si grava di debiti e si vende al forestiero, ha il diritto di riscatto: lo potrà riscattare uno dei suoi fratelli» (Lev 25,47-48). 

7Tu hai in odio chi serve idoli falsi, io invece confido nel Signore. 

Le divinità vengono chiamate “nullità di vanità (havlè shav)”. «Resta confuso ogni orafo per i suoi idoli, perché è menzogna ciò che ha fuso» (Ger 10,15). «Vi predichiamo di convertirvi da queste vanità al Dio vivente» (At 14,15). 

«Se confidi nel denaro o nella nobiltà o in qualche altra carica, stai cercando cose vane. Mentre speri, spiri e se muori perdi tutto ciò in cui speravi. Amiamo allora quei beni che non ci lasciano quando moriamo né vengono abbandonati da noi appena morti» (Beda 632). «Com’è indifesa [quella fede] che invoca ad ogni istante la protezione dei re, dei giudici, dei ricchi» (Zeno di Verona, Discorsi, II, 3,4)

8Esulterò e gioirò per la tua grazia, perché hai guardato alla mia miseria, hai conosciuto le angosce della mia vita; 9non mi hai consegnato nelle mani del nemico, hai posto i miei piedi in un luogo spazioso.

 «Tu sei il Dio degli umili, sei il soccorritore dei piccoli, il rifugio dei deboli, il protettore degli sfiduciati, il salvatore dei disperati» (Gdt 9,11). «Umiliatevi sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno» (1 Pt 5,6). «La tua bontà, senza misura, opera seguendo un progetto profondo, il cui senso spesso sfugge a noi. È necessario aspettare il suo sviluppo nel tempo. Solo allora apparirà nella sua chiarezza» (Crl 864.865). 

10Abbi pietà di me, Signore, sono nell’affanno; per il pianto si consumano i miei occhi, la mia gola e le mie viscere. 

«Pietà di noi, Signore, in te speriamo; sii il nostro braccio ogni mattina, nostra salvezza nel tempo dell’angoscia» (Is 33,2).

11Si logora nel dolore la mia vita, i miei anni passano nel gemito; inaridisce per la pena il mio vigore e si consumano le mie ossa. 

«Signore, tu domini sempre, noi continuamente periamo. Ascolta la supplica dei morti d’Israele. Ricordati, ora, della tua potenza e del tuo Nome» (Bar 3,3.5). 

12Sono il rifiuto dei miei nemici e persino dei miei vicini, il terrore dei miei conoscenti; chi mi vede per strada mi sfugge. 13Sono come un morto, lontano dal cuore; sono come un coccio da gettare. 14Ascolto la calunnia di molti: «Terrore all’intorno!», quando insieme contro di me congiurano, tramano per togliermi la vita. 

Si sente rifiutato da tutti: forse è stato preso da una malattia contagiosa. «La gente che mi osservava, preferiva starsene al largo; tutti erano convinti che ormai fossi perduto. Già s'erano dimenticati del tutto di me, avendomi considerato come un vaso ormai inservibile» (Crl 861). 

In tutta la sua vita, Gesù, sperimentando l’ostilità e il rifiuto, si è affidato al Padre con grida e lacrime (Cf Eb 5,21). Il versetto ricorda soprattutto la passione di Gesù: i nemici lo deridevano ed oltraggiavano e i discepoli lo abbandonarono (Cf Es23,269). 

15Ma io confido in te, Signore; dico: «Tu sei il mio Dio, 16i miei giorni sono nelle tue mani». Liberami dalla mano dei miei nemici e dai miei persecutori. 

Il mio futuro è nelle tue mani. «Ora i miei nemici prevalgono, tuttavia i miei tempi sono custoditi nelle tue mani e so che sono custodite presso di te anche le mie sorti» (Es23,272). «Gettate nel Signore ogni vostra preoccupazione, perché Egli ha cura di voi» (1 Pt 5,7). 

17Sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto, salvami per la tua misericordia. 18Signore, che io non debba vergognarmi per averti invocato; si vergognino i malvagi, siano ridotti al silenzio negli inferi. 19Tacciano le labbra bugiarde, che dicono insolenze contro il giusto con orgoglio e disprezzo.

 «Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio» (Nm 6,25). «Non presentiamo le nostre suppliche davanti a te, basate sulla nostra giustizia, ma sulla tua grande misericordia» (Dn 9,18). «Quando Dio si distoglie da noi, sorgono i nemici dell’anima e l’assalgono. Tuttavia quando Egli fa risplendere la luce della sua divinità, viene dissolto tutto ciò che è contrario a lui» (Es23,272). 

20Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi per coloro che ti temono, la dispensi, davanti ai figli dell’uomo, a chi in te si rifugia. 

«Noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato» (1 Gv 3,2). «Il Creatore usa bontà verso tutti; non dona però a tutti nella stessa misura, ma riversa i suoi benefici soprattutto in coloro che mostrano rispetto verso di lui» (Crl 864). 

21Tu li nascondi al riparo del tuo volto, lontano dagli intrighi degli uomini; li metti al sicuro nella tua tenda, lontano dai litigi delle lingue. 

«Una tenda fornirà ombra contro il caldo di giorno e rifugio e riparo contro i temporali e contro la pioggia» (Is 4,6). «Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro» (Ap 7,15)

22Benedetto il Signore, che per me ha fatto meraviglie di grazia in una città fortificata. 

In una città assediata (Be’ir matzòr). «Dio è stato glorificato in me: mentre mi assediavano una miriade di avversari, il Signore, ha innalzato una barriera attorno a me, rendendomi come una città circondata da mura fortificate. Ha fatto questo, quando ho umiliato me stesso, ho riconosciuto la mia impotenza e mi sono affidato a lui» (Cf Es23,273). «Col nome di città fortificata, Dio indica il suo Figlio. Indica anche la sua Chiesa, inespugnabile al demonio, perché su di essa non prevarranno le potenze infernali» (Crl 865). 

23Io dicevo, nel mio sgomento: «Sono escluso dalla tua presenza». Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera quando a te gridavo aiuto. 

«La convinzione di essere respinta da Dio costituisce per l'anima una pena insopportabile. Questo stato consiste nel sentirsi privata di Dio, punita e da lui respinta, oggetto della sua indignazione» (Giovanni della Croce, Notte oscura, II,6,2). «Tu eri vicino quando ti invocavo, hai detto: “Non temere!”. Hai visto il torto che ho patito, difendi il mio diritto» (Lam 3,57.59). 

24Amate il Signore, voi tutti suoi fedeli; il Signore protegge chi ha fiducia in lui e ripaga in abbondanza chi opera con superbia. 

«(Gli Israeliti] erano stati soccorsi, perché durante l’assalto si erano rivolti a Dio, che li aiutò per la loro fiducia in lui» (1 Cr 5,20). «Considerate di generazione in generazione: quanti hanno fiducia in lui non soccombono» (1 Mc 2,61). Al contrario, «non aveste fiducia nel Signore, vostro Dio, che andava innanzi a voi nel cammino per cercarvi un luogo dove porre l’accampamento: di notte nel fuoco, per mostrarvi la via dove andare, e di giorno nella nube» (Dt 1,32-33).

25Siate forti, rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore. 

«Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo» (Gv 16,33). «Rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire» (Eb 12,12-13). 

Salmo 31

Di Davide. Maskil. Annuncio della beatitudine del perdono. «Preghiera di un penitente e promessa di Dio che assicura di abbracciare con la sua misericordia chi spera in lui» (BW 137). 

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa e coperto il peccato. 

Il peccato viene coperto (cesui, da casah), al penitente che non lo copre (v.5: il mio delitto non l’ho coperto, lo’-chissìti). «Ho dissipato come nube le tue iniquità; ritorna a me perché ti ho redento» (Is 44,22). «Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati» (Ef 2,4-5). 

 2Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto e nel cui spirito non è inganno. 


Il delitto viene dissolto con l’amissione di colpa e il pentimento, come fece il malfattore crocifisso con Gesù: «“Noi riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni”. Gesù gli rispose: “Oggi sarai con me nel paradiso”» (Lc 23,41). «Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana» (Is 1,18).

3Tacevo e si logoravano le mie ossa, mentre ruggivo tutto il giorno. 4Giorno e notte pesava su di me la tua mano, come nell’arsura estiva si inaridiva il mio vigore. 

Allusione, forse, ad una grave malattia. «Signore, dal momento che sei Buono, mi hai educato usando maniere forti perché ricercassi la salvezza» (Atn 161). «Egli ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà» (Os 6,1). «Non vuole fare vendetta di noi, ma è a fine di correzione che il Signore castga coloro che gli stanno vicini» (Gdt 8,27). «Qual è il figlio che non è corretto dal Padre?» (Eb 12,7). «Ogni correzione sembra causa di tristezza; dopo arreca un frutto di pace» (Eb 12,11). 

5Ti ho fatto conoscere il mio peccato, non ho coperto la mia colpa. Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità» e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. 

«Hai ascoltato la confessione che era già nel cuore prima che fosse espressa nel discorso» (Ag36,256). «A Dio piace chi dispiace a se stesso: quando ci riconosciamo peccatori, diciamo la verità; quando ci giustifichiamo, mentiamo» (Cs 219). «Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità» (1 Gv 1,8-9). 

6Per questo ti prega ogni fedele nel tempo dell’angoscia; quando irromperanno grandi acque non potranno raggiungerlo. 

«Ogni fedele, osservando ciò che è stato fatto per me, ti pregherà con fiducia e salverai anche lui. Anche se si riversasse su di lui una massa travolgente di acque, non gli causerebbe del male, poiché [grazie al pentimento] avrebbe costruito la sua casa sulla roccia (Cf Mt 7,25)» (Es23,277). 

7Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia, mi circondi di canti di liberazione: 

«Se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paraclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo» (1 Gv 2,1-2). «Liberati dal peccato e dalla morte, abbiamo ottenuto gioia ed esultanza. Che cosa, ormai, ci impedisce di godere dei beni celesti?» (Clr 868). 

8«Ti istruirò e ti insegnerò la via da seguire; con gli occhi su di te, ti darò consiglio. 

«“Mi prenderò cura di te e, rischiarato da una luce radiosa, scorgerai la strada che avevo voluto di mostrarti”» (Crl 868). «Il Signore promette di mostrargli Colui che ha detto: “Io sono la via” (Gv 14,6), vale a dire il Verbo di Dio, che conduce quanti sono in cammino alla felicissima meta che è il Padre suo» (PG 3,277). «Era imputridito il tuo cuore, quando era volto alla terra. Leva dunque anche tu i tuoi occhi a Dio sempre, affinché Egli fissi su di te i suoi» (Ag36,271.272). 

9Non siate privi d’intelligenza come il cavallo e come il mulo: la loro foga si piega con il morso e le briglie, se no, a te non si avvicinano». 

Dio sollecita l’uomo perché risponda con libertà: «Il bene che fai non sia forzato ma volontario» (Fil 14). La vostra donazione «sia pronta come una vera offerta e non come una grettezza» (2 Cor 9,5). «Ciascuno dia non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia» (2 Cor 9,7). 

10Molti saranno i dolori del malvagio, ma l’amore circonda chi confida nel Signore. 

«Le molteplici tribolazioni dei giusti diventano punizioni per i peccatori» (Or 1304). «La gloria del Signore li avvolse di luce» (Lc 2,9). 

11Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti! Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia!

«È retto di cuore l'uomo che, soffrendo per quanto gli accade, non ritiene che Dio sia insipiente, come se non sapesse che cosa stia facendo. Un legno storto, anche se lo collochi sopra un pavimento liscio, non si adagia ma sempre si muove e traballa; così anche il tuo cuore, finché è distorto, non può allinearsi con la rettitudine di Dio, così da aderire a Lui» (Ag36,273.274). 

Salmo 32

Celebrazione della fedeltà di Dio che attua nella storia il suo progetto d’amore. «Il profeta invita i giusti a gode re nel Signore e li chiama beati poiché sono stati scelti per essere assistiti da lui» (BW 140). 

1Esultate, o giusti, nel Signore; per gli uomini retti è bella la lode. 

«Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi» (Fil 4,4). «Quando lodi Dio, il tuo pensiero si dilata verso le realtà interiori, e l'esserti così dilatato ti rende più capace di accogliere Colui che lodi» (Ag37,1886). 

2Lodate il Signore con la cetra, con l’arpa a dieci corde a lui cantate. 

«Davide e tutto Israele danzavano con tutte le forze davanti a Dio, cantando e suonando cetre, arpe, timpani, cembali e trombe» (1 Cr 13,8). 

«I quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all'Agnello, avendo ciascuno un'arpa e coppe d'oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi. Cantavano un canto nuovo» (Ap 5,8-9). «Noi stessi possiamo diventare uno strumento musicale, per celebrare Dio con i nostri sensi fisici e spirituali» (Td 1094). 

3Cantate al Signore un canto nuovo, con arte suonate la cetra e acclamate.

 «Cantavano un canto nuovo [all’Agnello]: Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli» (Ap 5,9). «Il cantico vecchio lo canta la cupidigia carnale; il cantico nuovo lo canta la carità divina» (Ag37,1227). «Liberati dalla schiavitù delle passioni, possiamo intonare il cantico nuovo» (Or 1409).

4Perché retta è la parola del Signore e fedele ogni sua opera. 

Il nucleo della composizione sta nella celebrazione della fedeltà di Dio. «Perfetta è l’opera sua; tutte le sue vie sono giustizia» (Dt 32,4). «Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo a esserti fedele. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, vergine d’Israele» (Ger 31,4). 

5Egli ama la giustizia e il diritto; dell’amore del Signore è piena la terra. 

«La misericordia non è necessaria dove non c'è miseria. Sulla terra abbonda la miseria dell'uomo e sovrabbonda allora la misericordia di Dio» (Ag36,287). «Le creature da Lui fatte, siano rispettate da tutti. Dobbiamo imitare il Creatore che governa con misericordia tutti gli uomini e prova compassione per quanti subiscono ingiustizia. Allo stesso modo, anche noi dobbiamo giudicare i malvagi con giustizia e nutrire solidarietà con le vittime» (Td 1096). 

6Dalla parola del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera. 7Come in un otre raccoglie le acque del mare, chiude in riserve gli abissi. 

La bontà di Dio appare in primo luogo nella creazione, tramite la sua parola e il suo soffio. «Nel creare, Dio non si affaticò né impiegò molto tempo ma gli bastò dare un ordine. Il Verbo Dio ha creato i cieli insieme allo Spirito» (Td 1096). 

8Tema il Signore tutta la terra, tremino davanti a lui gli abitanti del mondo, 9perché egli parlò e tutto fu creato, comandò e tutto fu compiuto. 

«Allora il re Dario scrisse a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano tutta la terra: “In tutto l'impero a me soggetto si onori e si tema il Dio di Daniele, perché egli è il Dio vivente, che dura in eterno; il suo regno è tale che non sarà mai distrutto e il suo dominio non conosce fine. Egli salva e libera, fa prodigi e miracoli in cielo e in terra» (Dn 6,26-28). 

Il vero timore di Dio sorgerà negli uomini dopo l’incarnazione del Verbo, quando verrà formata la nuova creazione (Cf Td 1097). «All’annuncio del Vangelo, ogni udito si è riempito della parola, tutti gli uomini sono stati scossi da tanta potenza» (Es23,284). 

10Il Signore annulla i disegni delle nazioni, rende vani i progetti dei popoli. 11Ma il disegno del Signore sussiste per sempre, i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.

Dio continua a salvaguardare la sua creazione, riordinando ancora una volta il caos rappresentato dai progetti umani iniqui. «Rende vani i pensieri degli scaltri, perché le loro mani non abbiano successo. Egli sorprende i saccenti nella loro astuzia e fa crollare il progetto degli scaltri» (Gb 5,13.14). «Secca l’erba, appassisce il fiore ma la Parola del nostro Dio dura sempre» (Is 40,8). «Conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo, progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza» (Ger 29,11). 

«Chi può annullare il progetto di Dio? Prima della creazione del mondo, Egli ci vide, ci creò, ci educò, venne presso di noi, ci redense e questo progetto sussiste per sempre» (Ag36,292). 

12Beata la nazione che ha il Signore come Dio, il popolo che egli ha scelto come sua eredità. 

«Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa» (Es 19,6). 

In questa parte successiva del salmo, viene spiegato il modo con il quale Dio continua a operare nella storia: agisce tramite gli uomini che continuano a confidare in Lui, sperando nella sua fedeltà e misericordia. 

13Il Signore guarda dal cielo: egli vede tutti gli uomini; 14dal trono dove siede scruta tutti gli abitanti della terra, 15lui, che di ognuno ha plasmato il cuore e ne comprende tutte le opere. 

Dio vede tutti gli uomini (oppure: “è colui che ha plasmato di ognuno (yahad) il loro cuore”, cioè li ha creati e li custodisce ad uno, ad uno). «Tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci dà forma, tutti noi siamo opera delle tue mani» (Is 64,7). 

Se l’uomo fosse stato creato simile agli animali irrazionali, Dio non avrebbe avuto necessità di guardare su di loro, ma sarebbe bastata la provvidenza universale con cui provvede a tutti. Egli guarda ad ognuno di noi e solo Lui comprende da quale intenzione procedono e come vengano attuate le nostre opere (Cf Es23,285). 

16Il re non si salva per un grande esercito né un prode scampa per il suo grande vigore. 17Un’illusione è il cavallo per la vittoria, e neppure un grande esercito può dare salvezza. 

«La tua forza non sta nel numero, né sui forti si regge il tuo regno: tu sei invece il Dio degli umili» (Gdt 9,11). «La tua speranza sia Dio; la tua fortezza, sia ancora Dio e la tua sicurezza, sia sempre Dio. A Lui si rivolga la tua supplica e l’oggetto della tua lode, rimanga sempre Lui. Il fine ultimo a cui tendi per riposare, sia Dio e sia Lui a sostenerti, mentre stai faticando. Nessuna potenza [il cavallo], ti prometta di salvarti; se te l'ha promesso, vedrai che fallirà. Se Dio lo vorrà, ti libererai; se non lo vorrà, cadrai ancora più rovinosamente dall'altezza di questo cavallo» (Ag36,297). [Cf Sal 19,8-9]

18Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore, 

Dio chiede soltanto la fiducia nel suo amore. «(Gli Israeliti] erano stati soccorsi, perché durante l’assalto si erano rivolti a Dio, che li aiutò per la loro fiducia in lui» (1 Cr 5,20). «Considerate di generazione in generazione: quanti hanno fiducia in lui non soccombono» (1 Mc 2,61). «Se vivrete nel timore di Dio, avrete i suoi occhi vigili su di voi. Avendo come grande presidio gli occhi della sua provvidenza, sperate soltanto in Lui e nella sua misericordia» (Es23,288). 

19per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame.
 

In tempi avversi, «quando è raro trovare chi distribuisca gli alimenti spirituali, allora gli occhi del Signore, per influsso dello Spirito, nutrono le anime, che vengono ammaestrate da Dio stesso. È così che le sfamano con potenza ineffabile anche senza alcun insegnamento da parte di uomini» (Es23,288). 

20L’anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo. 21È in lui che gioisce il nostro cuore, nel suo santo nome noi confidiamo. 

Questi ultimi versetti riassumono il messaggio del salmo: Dio vuole che si confidi e si speri in Lui. Solo questo sentimento è decisivo. «Attendere il Signore significa accettare di affrontare la sofferenza per amore di Lui, senza rifiutare le fatiche utili alla salvezza, per compiere ciò che è a lui gradito. “Avete bisogno soltanto di pazienza affinché, dopo aver compiuto la volontà di Dio, possiate conseguire la promessa” (Eb 10,36)» (Crl 881). 

22Su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo.

«Sia su di noi il tuo amore! Per quale nostro merito? Perché abbiamo sperato in te» (Ag36,298). 

Salmo 33

1Di Davide. Quando si finse pazzo in presenza di Abimelec [Achis], tanto che questi lo scacciò ed egli se ne andò (1 Sam 21,11-16). Ringraziamento per la redenzione concessa agli umili. 

2Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. 

«In ogni cosa rendete grazie; questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi» (1 Ts 5,18). «Lodo il mio Dio in ogni tempo, nella prosperità e nell’avversità» (Td 1104). 

3Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino. 

«Chi ama le cose spirituali può dichiarare: mi glorio nel Signore. Chi è attaccato agli interessi terreni, si gloria della propria ignominia» (Crl 835). «[Gli apostoli] se ne andarono dal sinedrio lieti di essere stati oltraggiati per amore del nome di Gesù» (At 5,41).

4Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. 

«L’anima mia magnifica il Signore» (Lc 1,46). «Nessun uomo, da solo, è in grado di comprendere la grandezza delle opere di Dio; il salmista convoca allora i miti per svolgere questo compito, compiendolo insieme a tutti loro» (Crl 835). 

5Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato. 

«Non cercare qualcosa di diverso da Dio, ma cerca Dio stesso e ti esaudirà: “Qualsiasi cosa ti possa donare è molto inferiore a me. Cerca proprio me, godi di me, abbracciami. Per ora non potrai avermi in modo completo. Toccami con la fede, e cerca di avvicinarti a me. Quando cambierò la tua mortalità in immortalità, ti sgraverò da tutti i tuoi pesi, affinché possa aderire a me”» (Ag36,313). 

6Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire. 

«Tenete fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede» (Eb 12,2). «Noi tutti, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore» (2 Cor 3,18). «Chi si avvicina a Lui con fede, accoglie raggi di luce spirituale. Mosè fu glorificato con un volto luminoso (Cf Es 34,29)» (Td 1104). 

7Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce. 8L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono, e li libera. 

«Durante la notte, un angelo del Signore aprì le porte del carcere, condusse fuori [gli apostoli]» (At 5,19). «Anche noi siamo in questo mondo quasi come in prigione. Se meritiamo di essere visitati da Dio, egli ci manda un angelo che dice ad ognuno di noi: “Metti la cintura e legati i sandali” (At 12,8)» (Cromazio, Cat. 29,3, p.190). «Gli angeli non sono forse dei ministri mandati a nostro servizio, di noi che stiamo per ricevere in eredità la salvezza? (Eb 1,14)» (Td 1104). 

9Gustate e vedete com’è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia. 10Temete il Signore, suoi santi: nulla manca a coloro che lo temono. I leoni sono miseri e affamati, ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene. 

«Sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli, capace di procurare ogni delizia» (Sap 16,20). «Conoscete per esperienza la bontà di Dio. Il significato profondo di questo testo allude alla grazia dei divini misteri: mediante il santo Battesimo viene donata una vera illuminazione ai credenti che vi accedono e l’invito a gustare il cibo vivificante mostra in modo palese la bontà del Salvatore (Cf Eb 6,4-5)» (Td 1106). 

12Venite, figli, ascoltatemi: vi insegnerò il timore del Signore. 13Chi è l’uomo che desidera la vita e ama i giorni in cui vedere il bene?

«Cristo è la vera vita; può diventare anche la nostra vera vita se viviamo rimanendo in lui» (Crl 889).

 14Custodisci la lingua dal male, le labbra da parole di menzogna. 

«Non rendete male per male né ingiuria per ingiuria, ma rispondete augurando il bene. A questo infatti siete stati chiamati da Dio per avere in eredità la sua benedizione» (1 Pt 3,9). 

15Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, cerca e persegui la pace. 

«Se non proviamo odio per il male, non possiamo amare il bene» (Gr Lettera CXXV, 14). «L’uomo pacifico comunica la pace a tutti. Benefica, consiglia, elargisce, collabora, soccorre i deboli. Queste sono le manifestazioni del vero amore e della sincera amicizia» (Td 1105.1108). 

16Gli occhi del Signore sui giusti, i suoi orecchi al loro grido di aiuto. 17Il volto del Signore contro i malfattori, per eliminarne dalla terra il ricordo. 

«Il Signore osserva i giusti con occhio lieto, come fa un padre che ama i propri figli. Li custodisce ovunque si trovino perché non incorrano in qualche pericolo ma protetti dalla sua grazia ottengano tutte le virtù senza sforzo» (Crl 802). «Qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da Lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui» (1 Gv 3,22). 

18Gridano e il Signore li ascolta, li libera da tutte le loro angosce. 19Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, egli salva gli spiriti affranti. 

«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28). «Gesù le replicò: “Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”. E da quell’istante sua figlia fu guarita» (Mt 15,28). 

20Molti sono i mali del giusto, ma da tutti lo libera il Signore. 

«La tribolazione, che ci è capitata ci ha colpiti oltre misura, al di là delle nostre forze. Da quella morte però egli ci ha liberato e ci libererà, e per la speranza che abbiamo in lui ancora ci libererà, grazie anche alla vostra cooperazione nella preghiera per noi» (2 Cor 1,10-11). 

21Custodisce tutte le sue ossa: neppure uno sarà spezzato. 

«Le ossa sono le potenze dell'anima che attuano ogni azione buona e bella. Come il corpo non può reggersi senza le ossa, così l'anima dell'uomo non può realizzare nulla di buono, se non possiede una forza adeguata» (Crl 893). L’agnello pasquale rapprenta il giusto incolume: «Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe» (Gv 19,33; Es 12,46). 

22Il male fa morire il malvagio e chi odia il giusto sarà condannato. 23 Il Signore riscatta la vita dei suoi servi; non sarà condannato chi in lui si rifugia. 

«Allora tutta l'assemblea diede in grida di gioia e benedisse Dio che salva coloro che sperano in lui. Poi insorgendo contro i due anziani, [Daniele] fece loro subire la medesima pena alla quale volevano assoggettare il prossimo e applicando la legge di Mosè li fece morire» (Dn 13,61-62). «I Giudei insorsero in massa contro Paolo e lo condussero al tribunale. Gallione disse ai Giudei: «Se si trattasse di un delitto io vi ascolterei. Ma io non voglio essere giudice di queste faccende». E li fece cacciare dal tribunale. Allora tutti afferrarono Sòstene, capo della sinagoga, e lo percossero davanti al tribunale» (At 18,12-16). «Il figlio della sorella di Paolo venne a sapere del complotto; si recò alla fortezza, entrò e ne informò Paolo» (At 23,16). 

Salmi dei miseri

Salmo 34

Di Davide. Invocazione a Dio perché si ponga a difesa di un giusto perseguitato e tradito dagli amici. «Cristo parla col Padre della sua passione e chiede di essere liberato dalla persecuzione dei suoi nemici» (BW 147). 

1Signore, accusa chi mi accusa, combatti chi mi combatte. 

«Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?» (Rm 8,31). «Fuggiamo di fronte a Israele perché il Signore combatte per loro!» (Es 14,25). «Giosuè prese tutti questi re e il loro paese in una sola volta, perché il Signore combatteva per Israele» (Gs 10,42). «Non depredare il povero perché egli è povero, e non affliggere il misero in tribunale, perché il Signore difenderà la loro causa e spoglierà della vita coloro che li hanno spogliati» (Pro 22,22-23). 

2Afferra scudo e corazza e sorgi in mio aiuto. 3Impugna lancia e scure contro chi mi insegue; dimmi: «Sono io la tua salvezza». 

«Dio è uno scudo per chi ricorre a lui» (Pr 30,5). «Te beato, Israele! Chi è come te, popolo salvato dal Signore? Egli è lo scudo della tua difesa e la spada del tuo trionfo» (Dt 33,29). 

«Dio si arma per te! Le sue armi, se progrediremo nel bene, saremo noi stessi. Ne parla anche l'Apostolo: lo scudo della fede, l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è il Verbo di Dio (cf Ef 6,13 ss.)» (Ag36,323). 

4Siano svergognati e confusi quanti attentano alla mia vita; retrocedano e siano umiliati quanti tramano la mia sventura. 

«Appena Gesù disse loro “Sono io”, indietreggiarono e caddero a terra» (Gv 18,6). «Rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro gli spiriti del male» (Ef 6,10-12). 

5Siano come pula al vento e l’angelo del Signore li disperda; 6la loro strada sia buia e scivolosa quando l’angelo del Signore li insegue. 

«Il mio angelo camminerà alla tua testa e ti farà entrare presso l’Amorreo, l’Ittita, il Perizzita, il Cananeo» (Es 23,23). «Gli angeli non sono essi tutti spiriti inviati per servire coloro che devono ereditare la salvezza?« (Eb 1,14). 

7Poiché senza motivo mi hanno teso una rete, senza motivo mi hanno scavato una fossa. 

«Se non avessi compiuto opere che nessun altro ha mai compiuto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. Ma questo, perché si compisse la parola che sta scritta nella loro Legge: “Mi hanno odiato senza ragione”» (Gv 15,24-25).

8Li colga una rovina improvvisa, li catturi la rete che hanno teso e nella rovina siano travolti. 

«Quando si dirà: pace e sicurezza, allora d’improvviso li colpirà la rovina e nessuno scamperà» (1 Ts 5,3). «La malvagità procede da te, e chi devasta per primo se non proprio te? Può accadere che la tua malvagità non nuoccia ad altri; ma non può accadere che non nuoccia a te» (Ag36,330). 

9Ma l’anima mia esulterà nel Signore e gioirà per la sua salvezza. 

«Che cosa mi sarà dato che sia migliore di Dio? Dio ti ama. Chiedi ciò che vuoi; e tuttavia non troverai niente di migliore di Colui che tutto ha creato. Chiedi Colui che ha fatto tutto, ed in Lui e da Lui avrai tutto ciò che ha creato» (Ag36,330. 331). 

10Tutte le mie ossa dicano: «Chi è come te, Signore, che liberi il povero dal più forte, il povero e il misero da chi li rapina?». 

«Più forte di te era stato il diavolo nell'afferrarti, in quanto vinse per il tuo consenso. Ma che ha fatto Cristo Signore? Con il suo potere ha legato il diavolo, per liberare il misero, che nessuno aiutava» (Ag36,332). «Sperimenterai che non abbiamo bisogno di nessun altro aiuto e salvatore, se non del Cristo stesso» (Es23,299).

11Sorgevano testimoni violenti, mi interrogavano su ciò che ignoravo, 12mi rendevano male per bene: una desolazione per l’anima mia. 

«I Giudei fecero la stesso cosa contro il nostro Capo, il Cristo. Ti ha offerto un esempio di pazienza affinché non venga meno quando dovrai vivere tra malvagi» (Ag36,329). «Presentarono quindi falsi testimoni, che dissero: “Costui [Stefano] non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge”» (At 6,13). «Abbiamo scoperto che quest’uomo [Paolo] è una peste ed è capo dei Nazorei» (At 24,5). 

13Ma io, quand’erano malati, vestivo di sacco, mi affliggevo col digiuno, la mia preghiera riecheggiava nel mio petto. 14Accorrevo come per un amico, come per un mio fratello, mi prostravo nel dolore come in lutto per la madre. 

La solidarietà diventa efficace nella preghiera. Gesù aveva amato il popolo dal quale, poi, è stato perseguitato: «Quando fu vicino, alla vista della città pianse su di essa dicendo: “Se avessi compreso anche tu quello che porta alla pace!”» (Lc 19,41-42). «Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite» (Rm 12,14). 

15Ma essi godono della mia caduta, si radunano, si radunano contro di me per colpirmi di sorpresa. Mi dilaniano di continuo, 16mi mettono alla prova, mi coprono di scherni; contro di me digrignano i loro denti. 

«Ricordiamoci, o fratelli, che noi apparteniamo al Corpo del Cristo, e siamo qui esortati, in ogni nostra tribolazione, a non pensare in che modo rispondere ai nemici, ma in che modo renderci benigno Dio con la preghiera, e soprattutto a come non essere vinti nella tentazione; infine, anche al modo di convertire alla salvezza coloro che ci perseguitano» (Agostino 34,3 Ag36,334). 

17Fino a quando, Signore, starai a guardare? Libera la mia vita dalla loro violenza, dalle zanne dei leoni l’unico mio bene. 

«Per noi lunga è l'attesa, ed è in persona nostra che viene detto: fino a quando starai a guardare? Quando ascolterà la causa di quella vedova il giudice che ora sembra preso dal tedio (Cf Lc 18, 1-8)? Il nostro Giudice, non per tedio ma per amore, differisce la nostra salvezza» (Ag36,338). «Nessua perversità umana potrà nuocere a colui che Dio vorrà aiutare. Egli conosce bene il tempo e il modo di liberarti, e perciò devi affidarti alla sua volontà» (Imitazione di Cristo, 2,2-3). 

18Ti renderò grazie nella grande assemblea, ti loderò in mezzo a un popolo numeroso. 

19Non esultino su di me i nemici bugiardi, non strizzino l’occhio quelli che, senza motivo, mi odiano. 20Poiché essi non parlano di pace; contro gente pacifica tramano inganni. 21Spalancano contro di me la loro bocca; dicono: «Bene! I nostri occhi hanno visto!». 

«Come un agnello mansueto che viene portato al macello, non sapevo che tramavano contro di me, e dicevano: “Abbattiamo l’albero nel suo pieno vigore, strappiamolo dalla terra dei viventi; nessuno ricordi più il suo nome”» (Ger 11,19). 

23Destati, svégliati per il mio giudizio, per la mia causa, mio Dio e Signore! 

«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te» (Gv 17,1). «La pena è uguale per i buoni come per i cattivi. Ciò che fa i martiri non è il supplizio, ma la causa» (Ag36,340). 

24Giudicami secondo la tua giustizia, Signore, mio Dio, perché di me non debbano gioire. 25Non pensino in cuor loro: «È ciò che volevamo!». Non dicano: «Lo abbiamo divorato!».

 «Non ti divorano quando ti perseguitano, ma quando ti inducono ad essere ciò che essi sono» (Ag36,341). 

26Sia svergognato e confuso chi gode della mia rovina, sia coperto di vergogna e disonore chi mi insulta.

 «I nemici invisibili suggeriscono al nostro cuore che Dio non ci soccorre; dopo averci convinti a cercare un altro aiuto, ci troveranno deboli e cadremo loro prigionieri» (Ag36,325). 

27Esulti e gioisca chi ama il mio diritto, dica sempre: «Grande è il Signore, che vuole la pace del suo servo». 28La mia lingua mediterà la tua giustizia, canterà la tua lode per sempre. 

«Nella purezza delle tue opere disponiti a lodare Dio tutto il giorno» (Ag36,341). 

Salmo 35

1Al maestro del coro. Di Davide, servo del Signore. 

Il salmista denuncia la sottomissione del malvagio al Peccato, e celebra la bontà di Dio in tutta la sua immensità; «accusa con asprezza i dispregiatori della Legge e, in spirito di riconoscenza, descrive il cumulo dei doni concessi da Dio ai fedeli» (BW 152). 

2Oracolo del peccato nel cuore del malvagio: non c’è paura di Dio davanti ai suoi occhi. 

L’uomo dominato dal Peccato, serve ad esso ed obbedisce ai suoi oracoli. «Siamo portati ad agire in modo irresistibile, a fare ciò che odiamo. A stento Paolo è riuscito a liberarsi per opera della grazia di Cristo (Cf Rm 7,24-25)» (Am14,1006). «[Pietro disse a Simone]: “Il tuo cuore non è retto davanti a Dio. Pentiti di questa tua iniquità e prega il Signore che ti sia perdonato questo pensiero, Ti vedo chiuso in fiele amaro e in lacci d’iniquità”» (At 8,21-23). 

3Perché egli s’illude con se stesso, davanti ai suoi occhi, nel non trovare la sua colpa e odiarla. 

«Vi sono uomini che sembrano sforzarsi di cercare la loro iniquità ma temono di trovarla» (Ag36,343). «Perché osi dire non mi sono contaminata? Considera i tuoi passi là nella valle, riconosci quello che hai fatto?» (Ger 2,23). 

«Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane» (Gv 9,41; cf Gen 18,15). «Ci sono dei peccatori che vogliono sembrare giusti e, per questo, nascondono le loro colpe. Se si vergognano di esse, però, significa che le disapprovano. È necessario, invece, mostrare agli occhi di Dio una vita senza falsità» (Crl 916). 

4Le sue parole sono cattiveria e inganno, rifiuta di capire, di compiere il bene. «Dovrebbero vergognarsi dei loro atti abominevoli, ma non si vergognano affatto, non sanno neppure arrossire» (Ger 8,11-12). «Così dice il Signore: “Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi dei sentieri del passato, dove sta la strada buona percorretela, così troverete pace per la vostra vita”. Ma essi hanno risposto: “Non la prenderemo!”» (Ger 6,16-17). 

5Trama cattiveria nel suo letto, si ostina su vie non buone, non respinge il male. 

«Guai a coloro che meditano l’iniquità e tramano il male sui loro giacigli; alla luce dell’alba lo compiono, perché in mano loro è il potere. Sono avidi di campi e li usurpano, di case e se le prendono» (Mi 2,1).

6Signore, il tuo amore è nel cielo, la tua fedeltà fino alle nubi. 

«Dopo aver descritto la malizia del malvagio, [il salmista] presenta la sovraeminente ricchezza della pazienza di Dio, per la quale sopporta anche gli iniqui» (Es23,317). «Vuole che apprendiamo l’altezza, la sublimità, la vastità della fedeltà di Dio» (Crl 917). Possiate «comprendere quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio» (Ef 3,18-19). 

7La tua giustizia è come le più alte montagne, il tuo giudizio come l’abisso profondo: 

«I tuoi giudizi sono come un abisso che non può essere raggiunto dal nostro sguardo. Come gli uomini non possono scrutare il fondo di un baratro, così non sono in grado neppure di penetrare nella profondità dei tuoi giudizi» (Td 1122.1124). «La sabbia del mare, le gocce della pioggia e i giorni dei secoli chi li potrà contare? L’altezza del cielo, la distesa della terra e le profondità dell’abisso chi le potrà esplorare?» (Sir 1,2-3). 

Uomini e bestie tu salvi, Signore. 

«La tua bontà si estende fino agli animali. Tu, Signore, non nutri soltanto gli uomini ma anche le bestie che hai creato per il loro servizio e così continui a beneficarci per loro tramite» (Td 1124). 

8Quanto è prezioso il tuo amore, o Dio! Si rifugiano gli uomini all’ombra delle tue ali. 

Rifugiarsi sotto le ali divine significa partecipare al culto del tempio. «Gli uomini si rifugiano presso di te, per aver visto l'abbondanza dei beni presenti nella tua casa. Si riferisce alla ricchezza dell’insegnamento ma anche al godimento dell'alimento spirituale» (Td 1124). 

9Si saziano dell’abbondanza della tua casa. Tu li disseti al torrente delle tue delizie. 

«Felici vi diranno tutte le genti perché sarete una terra di delizie» (Ml 3,12). «Sono venuto nel mio giardino, e raccolgo la mia mirra e il mio balsamo; mangio il mio favo e il mio miele. Mangiate, amici, bevete; inebriatevi d’amore» (Ct 5,1). L’esperienza spirituale è simile ad una ebbrezza: «Una volta ricevuta l’ineffabile letizia spirituale, la mente umana viene meno e diventa divina, e si inebria nell'abbondanza della casa di Dio. Da questo calice erano inebriati i martiri» (Ag36,351). 

10È in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce. 

«Ho innalzato a te la mia anima, come chi avvicina la brocca alla fonte. Riempimi poiché a te ho innalzato la mia anima» (Ag37,1833). «Dopo aver fatto menzione dei benefici celesti, parla del loro autore, il Signore Gesù, sorgente di vita eterna, disceso sulla terra per irrigare i terreni aridi del nostro cuore. Lui è anche lo splendore della gloria di Dio Padre, l’immagine della sua essenza: nella sua luce vera, vedremo il Padre» (Am14,1008). 

11Riversa il tuo amore su chi ti riconosce, la tua giustizia sui retti di cuore. 

«L’amore del Signore è da sempre, per sempre su quelli che lo temono» (Sal 103,17). «Signore, usa misericordia verso di noi che ti conosciamo affinché penetriamo in quella luce; ci guidi, ci conduca e ci renda partecipi dello splendore di quella luce» (Bs 819). 

12Non mi raggiunga il piede dei superbi e non mi scacci la mano dei malvagi. 

«La mano del peccatore è ogni azione diabolica; è l’avidità, è dare o ricevere un prezzo di corruzione, mano del peccatore è il sacerdote che concede agli indegni l’accesso all’altare. Bisogna che rimaniamo fermi e stabili nella rettitudine, sebbene tutti gli altri possano cadere in peccato» (Crl 921). 

13Ecco, sono caduti i malfattori: abbattuti, non possono rialzarsi. 

«Gli empi, una volta abbattuti, più non sono, ma la casa dei giusti sta salda» (Pr 12,7). «Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio?» (1 Cor 6,9). «Un angelo possente prese allora una pietra, grande come una macina, e la gettò in mare esclamando: “Con questa violenza sarà distrutta Babilonia”» (Ap 18,21). 

Salmo 36

1Di Davide. Raccolta d’insegnamenti di carattere sapienziale. Dio concede la terra promessa ai miti, agli uomini obbedienti a Lui, mentre i malvagi non hanno alcuna prospettiva di felicità. 

Non irritarti a causa dei malvagi, non invidiare i malfattori. 

I giusti non invidiano i malvagi, né vogliono imitarli. Avviene, tuttavia, che «alcuni, vedendo che altri cercano la ricchezza con astuzia fraudolenta e ottengono poi onori, spinti da una rivalità perversa, ambiscano a seguirne le orme» (Am14,1016). «Avete affermato: «È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall’aver osservato i suoi comandamenti? Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti» (Ml 3,14-15). 

2Come l’erba presto appassiranno; come il verde del prato avvizziranno. 

«L’uomo saggio, che ascolta le parole del Signore e le pratica, mangia il pane celeste e suo cibo è Gesù. I malvagi invece risulteranno come un fieno per quelli che li seguono» (Or 1323). 

3Confida nel Signore e fa’ il bene: abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza. 

La terra a cui bisogna aspirare è quella celeste (Cf Eb 11,16). «Qual è la terra che ti consiglia di abitare, se non te stesso? Devi coltivarti bene, perché tu non inselvatichisca per lungo abbandono» (Am14, 1017). 

4Cerca la gioia nel Signore: esaudirà i desideri del tuo cuore. 

«Se le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato» (Gv 15,7). «Le richieste dell’uomo esteriore non sono le stesse dell’uomo interiore e non tutte trovano l’approvazione di Cristo. Il Signore, quando è invocato, risponde alle domande dell’uomo interiore, che è stato rinnovato nello spirito» (Am14,1017). Solo chi rinnega i suoi desideri passionali, troverà ciò che il suo cuore desidera. 

LXX: Deliziati nel Signore. «L’uomo interiore non soltanto può sfamarsi, ma anche godere di delizie. Nessuno, però, può godere di delizie sia nella carne sia nello spirito. Il Signore è verità, è sapienza, è giustizia, è santificazione; se avrai in abbondanza (queste qualità), allora troverai la gioia nel Signore, in modo totale e completo» (Or 1326). 

5Affida al Signore la tua via, confida in lui ed egli agirà. 

«Mostragli che cosa soffri, mostragli che cosa vuoi. Che cosa soffri? “La carne brama contro lo spirito, e lo spirito contro la carne” (Gal 5,17). Che cosa vuoi? “Me infelice, chi mi libererà?” (Rm 7,24) Puoi esser certo che Egli agirà, quando gli avrai fatto conoscere la tua via» (Ag36,359). 

6Farà brillare come luce la tua giustizia, il tuo diritto come il mezzogiorno.

 «Se tu volessi occultare la tua giustizia, sarà Dio a portarla alla luce. Non solo farà risplendere il tuo giudizio, ma risplenderà come un mezzogiorno. Era mezzogiorno quando Giuseppe banchettava con i suoi fratelli, privo di sentimenti di vendetta (Gen 45,4-5)» (Am14,1019). Infine, «la nostra giustizia brillerà come luce, quando si manifesterà Cristo, nostra speranza: “Quando Cristo, la vostra vita apparirà, voi apparirete con lui nella gloria” (Col 3,4)» (Cs 259). 

7Sta’ in silenzio davanti al Signore e spera in lui; non irritarti per chi ha successo, per l’uomo che trama insidie. 8Desisti dall’ira e deponi lo sdegno, non irritarti: non ne verrebbe che male; 

aggredire l’ingiustizia con la violenza, induce in gravi errore perché «l’ira è una grande maestra di peccato» (Am14, 1021). 

9perché i malvagi saranno eliminati, ma chi spera nel Signore avrà in eredità la terra. 

Nel mondo di Dio non può esserci spazio per il male. Non sarà il peccatore ad essere eliminato, ma chi persiste nel male con ostinazione: «Una cosa è essere vinti dal male, altra cosa è far del male in modo volontario e con determinazione: questa è la malvagità» (Or 1332). 

Chi spera nel Signore avrà in eredità la terra. 

Per il cristiano la terra da ereditare, non è un possedimento terreno ma è la partecipazione alla vita di Cristo, nel momento presente e nella vita eterna: «C’è un’altra terra, dove scorre latte e miele. Chi l’erediterà? Quanti sperano nel Signore. Egli è una fonte perenne dalla quale possiamo attingere tutti i beni delle virtù, purché però vi portiamo degni e puri i nostri fragili vasi» (Or 1332). 

10Ancora un poco e il malvagio scompare: cerchi il suo posto, ma lui non c’è più. 


Chi vince il peccato non scompare ma partecipa alla vita eterna: «Sforziamoci di osservare le parole di Dio che non passano, perché non ci accada di venir meno insieme con codeste cose che passano» (Or 1333). 

11I poveri invece avranno in eredità la terra e godranno di una grande pace. 

«Chi sono i poveri mansueti, se non quelli che nessuna provocazione riesce a scuotere, l'ira non sconvolge, la violenza non esacerba? Proprio perché non hanno amato l’ubriachezza, le gozzoviglie, la ricchezza, ma la pace del Signore, già fin nella loro vita corporea, saranno dilettati nell'abbondanza della pace» (Am14, 1024). «Nel tempo della fornicazione siamo soggetti allo spirito di fornicazione e nel tempo dell’ira, obbediamo allo spirito dell’ira. Tutte le azioni, tutte le parole e tutti i pensieri nostri siano trovati sottomessi a Cristo. Finché rimaniamo nelle colpe, invano chiediamo il perdono» (Or 1330). 

12Il malvagio trama contro il giusto, contro di lui digrigna i denti. 13Ma il Signore ride di lui, perché vede arrivare il suo giorno. 

«La vita del giusto è una accusa per il peccatore ed è una condanna tacita; ha una risonanza più forte di una condanna espressa a voce alta» (Am14,1024). 

14I malvagi sfoderano la spada e tendono l’arco per abbattere il povero e il misero, per uccidere chi cammina onestamente. 15 Ma la loro spada penetrerà nel loro cuore e i loro archi saranno spezzati. 

«Se vedi uno in preda a vizi e passioni, che va in giro e ovunque porta turbamento, non avere dubbi: è una freccia del diavolo e il diavolo ha usato la sua bocca come un suo arco» (Or 1339). L’annuncio della verità, se viene svolto con violenza, diventa una spada iniqua: «Se discuto con uno e comincio a lanciargli contro parole insane, anche di me si può affermare che ho sguainato la spada» (Or 1336.1337). 

16È meglio il poco del giusto che la grande abbondanza dei malvagi; 17le braccia dei malvagi saranno spezzate, ma il Signore è il sostegno dei giusti. 18Il Signore conosce i giorni degli uomini integri: la loro eredità durerà per sempre. 

Il poco del giusto è il guadagno onesto, mentre l’abbondanza degli empi è l’accumulo di ricchezze ingiuste. Oppure, l’abbondanza degli empi è la cultura accumulata nelle varie discipline, ma senza che essa giovi ad avvicinarli al Signore; al contrario il poco del giusto è la sapienza dell’uomo semplice che possiede in grande misura il timore di Dio (Cf Or 1341). Le ricchezze accendono sempre di più la fiamma dell’avidità: quando si aspira a maggiori beni, non si è in grado di evitare le vie contorte dei peccatori» (Am14,1024). 

19Non si vergogneranno nel tempo della sventura e nei giorni di carestia saranno saziati. 

«I giorni della fame sono i giorni di questa vita. Mentre altri sono affamati, i fedeli si saziano. Gloriamoci nella tribolazione (Cf Rm 5,3): mentre al di fuori apparivano soltanto angustie, nel loro intimo sperimentavano la dilatazione. Che cosa fa invece il malvagio quando comincia a esser tribolato? All'esterno non ha niente, nella coscienza non ha alcuna consolazione» (Ag36,369) 

20I malvagi infatti periranno, i nemici del Signore svaniranno; come lo splendore dei prati, in fumo svaniranno. 

«Il fumo quanto più si solleva, quanto più si estende, tanto più si fa evanescente. I nemici del Signore, subito, non appena si esaltano, svaniscono come fumo: la loro stoltezza apparirà a tutti» (Ag36,370). 

21Il malvagio prende in prestito e non restituisce, ma il giusto ha compassione e dà in dono. 

Il peccatore prende a prestito senza restituire. Che cosa non restituisce? L'azione di grazie. Il giusto ha compassione e dona. Se è povero, può donare? Non possiede ricchezze esteriori, ma nell'intimo ha la carità. Dona la sua benevolenza; presta il suo consiglio. Se non può dare né consiglio né aiuto, soccorre col desiderio e prega in favore di chi soffre (Ag36,371). 

22Quelli che sono benedetti dal Signore avranno in eredità la terra, ma quelli che sono da lui maledetti saranno eliminati. 

«Possiedono la terra quelli in cui Dio stesso trova riposo: “sopra chi troverò riposo, se non sopra l’umile?” (Is 66,2)» (Am14, 1024). 

 23Il Signore rende sicuri i passi dell’uomo e si compiace della sua via. 

«Se il Signore non dirigesse i passi degli uomini, questi andrebbero sempre per sentieri malvagi né potrebbero rivolgersi [a Lui]. Ma è venuto Lui, ha chiamato e ha redento. Ha diretto i nostri passi, affinché noi vogliamo la sua via» (Ag36,372). 

24Se egli cade, non rimane a terra, perché il Signore sostiene la sua mano. 

«Chi non ha riposto la sua speranza in Dio, se cade, rimane a terra e non si rialza; se pecca, non si pente e non è capace di correggere il suo peccato» (Or 1351).

25Sono stato fanciullo e ora sono vecchio: non ho mai visto il giusto abbandonato né i suoi figli mendicare il pane; 26ogni giorno egli ha compassione e dà in prestito, e la sua stirpe sarà benedetta. 

«Ho il necessario e anche il superfluo; sono ricolmo dei vostri doni. Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno» (Fil 4,18). 

27Sta’ lontano dal male e fa’ il bene e avrai sempre una casa. 28Perché il Signore ama il diritto e non abbandona i suoi fedeli. Gli ingiusti saranno distrutti per sempre e la stirpe dei malvagi sarà eliminata. 29I giusti avranno in eredità la terra e vi abiteranno per sempre.

30La bocca del giusto medita la sapienza e la sua lingua esprime il diritto; 31la legge del suo Dio è nel suo cuore: i suoi passi non vacilleranno. 

«Chi ha familiarità con la legge di Dio e l’ha depositata nella mente e nel cuore, ottiene di non vacillare in alcun modo. È sempre pronto per ogni opera buona; avanza nella via regale e diritta, senza ostacoli o impedimenti» (Crl 945). «Il nostro discorso sia il Signore Gesù, poiché è lui la sapienza. Quando parliamo di sapienza, è lui che parla; quando parliamo di virtù, è lui che parla; quando parlo di giustizia, è lui; quando parliamo di pace, è lui; quando parlo di verità, di vita, di redenzione, è lui» (Am14,1048). 

32Il malvagio spia il giusto e cerca di farlo morire. 33Ma il Signore non lo abbandona alla sua mano, nel giudizio non lo lascia condannare. 

«Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli» (Mt 10,32). 

34Spera nel Signore e custodisci la sua via: egli t’innalzerà perché tu erediti la terra; tu vedrai eliminati i malvagi. 

«Non è di un unico tipo la rovina dei peccatori. Saranno per te morti e rovinati ancora prima [del giudizio], se non ne ammirerai il potere o le ricchezze; se non ti adirerai nel vederli colmi di onori. A te basti la costanza, la giustizia: nessuno provochi il tuo sdegno; vedrai che il malvagio non è che una nullità» (Am14,1053).

35Ho visto un malvagio trionfante, gagliardo come cedro verdeggiante; 36sono ripassato ed ecco non c’era più, l’ho cercato e non si è più trovato. 

«Chi non è partecipe di Colui che è sempre, di costui si dice che non ha consistenza» (Or 1363).

37Osserva l’integro, guarda l’uomo retto: perché avrà una discendenza l’uomo di pace. 38Ma i peccatori tutti insieme saranno eliminati, la discendenza dei malvagi sarà sterminata. 

39La salvezza dei giusti viene dal Signore: nel tempo dell’angoscia è loro fortezza. 40Il Signore li aiuta e li libera, li libera dai malvagi e li salva, perché in lui si sono rifugiati. 

«La salvezza dei giusti è presso il Signore che è eterno, inalterabile, immobile. In nessun luogo l’uomo può essere più al sicuro di quanto lo è stando presso al Signore: Egli è per me terra natale, casa, dimora, riposo, focolare» (Or 1365). 

Salmo 37

1Salmo. Di Davide. «Supplica di un penitente che implora la misericordia del giudice benigno. Già dolorante nel corpo e nell’animo, dichiara di essere turbato anche per il disprezzo degli amici» (BW 162). Nei Padri troviamo varie linee interpretative circa questo salmo: 1. Preghiera di un malato, colpito da un morbo ributtante, simile alla lebbra. Gli amici lo abbandonano mentre gli avversari si fanno più aggressivi. 2. Preghiera di un peccatore colpito dai pesanti rimproveri della coscienza. La sua malattia non è fisica ma spirituale. 3. Preghiera del giusto messo alla prova, come lo fu Davide, Giobbe e come lo sarà Gesù. 

1Per fare memoria. «Mi sembra che Davide, volendo confessare in molti modi la colpa da lui commessa, abbia messo da parte per sé questo salmo, come memoriale, in modo da averlo sempre in bocca, e usarlo come una medicina per la cura della sua anima» (Es23,337). 

2Signore, non punirmi nella tua collera, non castigarmi nel tuo furore. 

[Cf Salmo 6]. «In un impeto di collera ti ho nascosto per poco il mio volto, ma con affetto perenne ho avuto pietà di te» (Is 54,8). 1. L’orante «non rifiuta il castigo, ma chiede di essere corretto con moderazione. Non rifiuta la cura, ma una terapia troppo dolorosa» (Es23,337). «Chi fa penitenza, non deve attendere, ma correre incontro allo sdegno di Dio! Ti pare che [Davide] abbia chiesto il condono della pena? Se lo avesse fatto, meriterebbe l’accusa di sfrontato. Con l’umiltà alleggeriamo una punizione che nessuna difesa può farci evitare» (Am14,1062.1063). 

3Le tue frecce mi hanno trafitto, la tua mano mi schiaccia. 

1. Il salmista ritiene che la sua malattia sia una pena di un suo peccato. La guarigione, di conseguenza, presuppone l’ottenimento del perdono. 

2. «Mi pare che queste frecce siano le parole stesse di Dio che trafiggono la sua anima e tormentano la sua coscienza» (Es23,341).

3. «Giobbe aveva subito ogni sorta di prove; non ignorando donde gli erano venute diceva: “Le tue frecce, Signore, mi hanno trafitto (Gb 6,4). Egli fa menzione anche della mano del Signore: “la mano del Signore mi ha percosso” (Gb 19,21)» (Es23,339). 

4Per il tuo sdegno, nella mia carne non c’è nulla di sano, nulla è intatto nelle mie ossa per il mio peccato. 

1.2. «Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: Lo voglio, sii purificato» (Mc 1,41). 

5Le mie colpe hanno superato il mio capo, sono un carico per me troppo pesante. 

2. «Mio Dio, sono confuso, ho vergogna di alzare, mio Dio, la faccia verso di te, poiché le nostre colpe si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa» (Esd 9,6). «Quelli che non si addolorano per i peccati, non si accorgono che le loro iniquità crescono e superano in altezza il loro capo, mentre loro sono diminuiti, annientati» (Or 1376). 

6Fetide e purulente sono le mie piaghe a causa della mia stoltezza. 7Sono tutto curvo e accasciato, triste mi aggiro tutto il giorno. 8Sono tutti infiammati i miei fianchi, nella mia carne non c’è più nulla di sano. 

1. Comincia ad esporre la gravità della sua malattia (6-11). 2. I peccati diventano purolenti come piaghe quando vengono approvati: «Considera il peccatore che gode dei suoi peccati: non si accorge del fetore che esala dalla sporcizia del male. Se però gli capita di acquisire la sensibilità della parola di Dio, subito comincia a pentirsi» (Or 1377). 

9Sfinito e avvilito all’estremo, ruggisco per il fremito del mio cuore. 

1. Espone a Dio il suo intenso dolore, aspettando la guarigione 2. «Se vuoi capire come uno sia sfinito all’estremo, considera quel pubblicano che entra nel tempio, si ferma lontano, non osa levare gli occhi al cielo ma si batte il petto (cf Lc 18,10)» (Or 1378). «Ruggisce chi sa emettere soltanto un gemito, non parole. Tale appare quella splendida preghiera [che erompe], quando lo Spirito intercede per noi (Cf Rm. 8,26). Il gemito è il segno precipuo dello Spirito Santo. Il gemito di Pietro è stato conosciuto ed esaudito, quando ha pianto con grande amarezza (Cf Lc 22,62)» (Am14, 1076). 

10Signore, è davanti a te ogni mio desiderio e il mio gemito non ti è nascosto. 

Ritiene che la sua situazione sia ben conosciuta dal Signore. «Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: “Vuoi guarire?”» (Gv 5,6). 

11Palpita il mio cuore, le forze mi abbandonano, non mi resta neppure la luce degli occhi. 

La malattia è così grave da apparire mortale. «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva» (Mc 5,23). 

12I miei amici e i miei compagni si scostano dalle mie piaghe, i miei vicini stanno a distanza. 

1.3. Il malato vede gli amici allontanarsi da lui e i suoi nemici diventare sempre più ostili. I profeti hanno sperimentato l’abbandono e l’opposizione. Lo stesso accadde a Cristo: «Già intendiamo le parole del Capo, già comincia a illuminarsi nella Passione il nostro Capo» (Ag36,406). 

13Tendono agguati quelli che attentano alla mia vita, quelli che cercano la mia rovina tramano insidie e tutto il giorno studiano inganni.

 1. Oltre la sofferenza per la malattia, il malato viene minacciato da nemici 3. «Da quel giorno decisero di ucciderlo. I capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo» (Gv 11,53.57). «I Giudei ordirono un complotto, dicendo che non avrebbero né mangiato, né bevuto finché non avessero ucciso Paolo» (At 23,12). 

14Io come un sordo non ascolto e come un muto non apro la bocca; 15sono come un uomo che non sente e non vuole rispondere. 16Perché io attendo te, Signore; tu risponderai, Signore, mio Dio. 

3. Non si difende da sé ma spera nella difesa da parte di Dio. «Beato chi può avere virtù così grande da non adirarsi nella provocazione! Pietro ha affermato a proposito del Signore Gesù: pur essendo maledetto, non malediceva (1 Pt 2,23). Puoi vedere che ti sono d’aiuto anche quelli che ti offendono: allora il Signore ti ascolta e ti rimette il tuo peccato. Penitenza esige pazienza; la pazienza addolcisce le colpe anche più gravi» (Am14, 1081.1082). 

17Avevo detto: «Non ridano di me! Quando il mio piede vacilla, non si facciano grandi su di me!». 

1.2. «Mi hanno abbandonato gli uomini perché le mie piaghe fanno loro schifo, quelle che io ho ritenuto di dover schiudere alla tua misericordia. Quelli dicono: Và fuori dai piedi, perché sei un peccatore. Allontanati che ci insozzi. Ma tu, o Signore, mi curi e non ti contamini, perché sei tu il Dio della mia salvezza, o Signore» (Am14, 1085.1087).

18Ecco, io sto per cadere e ho sempre dinanzi la mia pena. 

2. «In me c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo» (Rm 7,18). 

19Ecco, io confesso la mia colpa, sono in ansia per il mio peccato. 

2. «Chiunque di voi, pur consapevole di aver commesso un peccato si sente tranquillo, possa essere scosso da questa dichiarazione: sono in ansia per il mio peccato» (Or 1386). Tuttavia, «la tua mano, Signore, è avvezza a guarire, non ad uccidere» (Am14, 1085 e 1087 ). 

20I miei nemici sono vivi e forti, troppi mi odiano senza motivo: 21mi rendono male per bene, mi accusano perché cerco il bene. 

1. Sebbene riconosca d’aver peccato, è convinto d’essere aggredito in modo ingiusto, spropositato. 3. «Se vengo odiato, desidero che la mia coscienza sappia che lo sono in modo ingiusto. Anche i profeti sono stati odiati, ma in modo ingiusto; Cristo è stato odiato, ma senza ragione (Gv 15,25)» (Or 1388). «Questa è grazia: subire afflizioni, soffrendo ingiustamente a causa della conoscenza di Dio» (1 Pt 2,19). 

22Non abbandonarmi, Signore, Dio mio, da me non stare lontano; 23vieni presto in mio aiuto, Signore, mia salvezza. 

1.2.3. «Senza confidare in me stesso, ho prescritto a me stesso ciò che poteva risanarmi [ricorrere a Te, Signore]. Per questo esaudiscimi, perché ami la misericordia» (Es23,345). «[Il Padre] che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite» (Gv 8,29). 

Salmo 38

1Al maestro del coro. A Iedutùn. Salmo. Di Davide. 

R vichiesta pressante di perdono e di aiuto da parte di una persona che si riconosce peccatrice ma che pensa di aver ricevuto una correzione troppo dura da parte di Dio. 

2Ho detto: «Vigilerò sulla mia condotta per non peccare con la mia lingua; metterò il morso alla mia bocca finché ho davanti il malvagio». 3Ammutolito, in silenzio, tacevo, ma a nulla serviva, e più acuta si faceva la mia sofferenza. 

Avrebbe voluto protestare con Dio per le sofferenze che, a suo giudizio lo hanno colpito in modo eccessivo, ma ha evitato di farlo, temendo di lasciarsi prendere dallo sdegno. Un incredulo, poi, ascoltandolo, si confermerebbe nella sua incredulità. «Recingi pure la tua proprietà con una siepe, ma controlla anche le tue parole» (Sir 28,24). «Se il malvagio non presenta alcuna disposizione a riflettere, è meglio non parlare» (Bs 832). 

Mi ardeva il cuore nel petto; al ripensarci è divampato il fuoco. 

Tacere il suo dolore lo ha portato all’esasperazione. Il fuoco attesta il sentimento di sdegno o di abbattimento, di cui è pervaso l’orante: «Mi bruciava il fuoco dell'abbattimento» (Cf Es23,348). Cf Ger 20,9. 

4Allora ho lasciato parlare la mia lingua: 5«Fammi conoscere, Signore, la mia fine, quale sia la misura dei miei giorni, e saprò quanto fragile io sono». 

L’orante interroga Dio, in modo provocatorio e confidenziale, sulla durata della sua vita. Vale a dire: se non intervieni subito ad aiutarmi, in seguito potrebbe essere troppo tardi: «Ho lasciato parlare la mia lingua non all’ascoltatore che voglio istruire, ma a Dio che esaudisce e dal quale voglio essere istruito. Ho parlato a Signore dal quale ascolto nell’intimo qualcosa di buono e di vero, quando riesco a percepirlo» (Ag36,417). «Il credente non ha segreti dinnanzi a Dio. Non c’è niente nel suo cuore che non esprimerebbe davanti a Lui. Prendersela con Dio può essere un modo di venerarlo, così come può far parte dell’amore litigare con una persona che sembra farci un torto» (RS 277). 

6Ecco, di pochi palmi hai fatto i miei giorni, è un nulla per te la durata della mia vita. Sì, è solo un soffio ogni uomo che vive. 7Sì, è come un’ombra l’uomo che passa. Sì, come un soffio si affanna, accumula e non sa chi raccolga. 

Dio «ha in mano l’anima di ogni vivente e il soffio di ogni essere umano» (Gb 12,10; Qo 6,4). «Signore, la nostra vita, paragonata alla tua, sembra del tutto inconsistente. Tu sei senza inizio e senza fine mentre la nostra esistenza viene delimitata in strette misure di tempo. In altri testi, leggiamo: “Mille anni ai tuoi occhi sono come il giorno di ieri che è passato” (Sal 89,4). “Tu sei sempre lo stesso e i tuoi anni non hanno fine” (Sal 101,27)» (Td 1148). 

8Ora, che potrei attendere, Signore? È in te la mia speranza. 

«Qual è allora la mia attesa? Il Signore stesso. La mia sostanza proviene da te. Se possiedo la sostanza delle ricchezze spirituali, essa viene da Dio. Tutto abbiamo in Cristo» (Or 1404). «Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede» (Rm 15,13).

9Liberami da tutte le mie iniquità, non fare di me lo scherno dello stolto. 

«Dio accetta da noi il nostro pentimento e ci dona l’assoluzione delle iniquità in maniera proporzionale alla misura della conversione» (Or 1404). 

10Ammutolito, non apro bocca perché sei Tu che agisci. 

Il suo silenzio è un atto di fiducia nell’agire di Dio; nell’orante non compare soltanto il sentimento di protesta ma anche quello di abbandono: «Mi ricorderò che tu hai predisposto queste lotte e hai preparato per noi questi esercizi di pazienza» (Or 1406). 

11Allontana da me i tuoi colpi: sono distrutto sotto il peso della tua mano. 

«La mano del Signore è sopra di te: sarai cieco e per un certo tempo non vedrai il sole» (At 13,11). «Agli uomini sono preparate correzioni severe di duplice natura: quando siamo colpiti da malattie, disgrazie o da altro genere di afflizioni; oppure siamo trafitti nell’intimo dai pungoli della coscienza. Di fronte a entrambi i generi di punizione converrà che si dica: allontana da me i tuoi colpi; la misura è richiesta in ogni circostanza e molto di più è opportuna nelle punizioni» (Or 1407). 

12Castigando le sue colpe tu correggi l’uomo, corrodi come un tarlo i suoi tesori. Sì, ogni uomo non è che un soffio. 

«Io sarò come una tignola per Efraim e come un tarlo per la casa di Giuda. Cercheranno il mio volto e ricorreranno a me nella loro angoscia» (Os 5,12.15). «Dio rende sottile e consuma ogni strato più pesante di cui l’anima è ancora circondata» (Or 1407). 

13Non essere sordo alle mie lacrime. 

«Accenna alle lacrime perché sono molto efficaci; per esse l’orante ottiene più facilmente il gesto di misericordia che lo guarisce» (BW 169). «È questa la maniera di pregare secondo la parola di Gesù, in modo energico, tenace, insistente. Nella sua vita terrena Gesù “offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime a Dio che poteva salvarlo da morte” (Eb 5,8)» (RS 281). 

perché presso di te io sono forestiero, ospite come tutti i miei padri. 

«La terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e inquilini» (Lv 25,23). «Noi siamo stranieri davanti a te e pellegrini come tutti i nostri padri. Come un’ombra sono i nostri giorni sulla terra» (1 Cr 29,15). «Vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai cattivi desideri» (1 Pt 2,11). 

14Distogli da me il tuo sguardo [indignato]: che io possa respirare, prima che me ne vada e di me non resti più nulla. 

Invocazione provocatoria nel tono ma molto confidenziale nel contenuto. «Non sono poca cosa i miei giorni? Lasciami, che io possa respirare un poco prima che me ne vada, senza ritorno, verso la terra delle tenebre» (Gb 10,20-21). In realtà «dipende da noi l’essere o il non essere. Finché aderiamo a Dio e restiamo uniti a lui che veramente è, anche noi siamo» (Or 1410). «Esistono davvero soltanto coloro che sono in Dio, in modo stabile [come i beati]» (BW 169). 

LXX: Nella mia meditazione, divamperà un fuoco. Speranza in un passaggio dallo sdegno attuale al fervore futuro: «Non so se ho raggiunto una condizione spirituale tale che, quando medito, da ciascuna parola di Dio divampi il fuoco e accenda il mio cuore per mettere in pratica ciò che medito» (Or 1396).

Salmo 39

1Al maestro del coro. Di Davide. Salmo. Un giusto, desiderando ringraziare Dio, si propone di donargli tutto se stesso, vivendo in perfetta obbedienza e gli chiede di rimanergli fedele. 

2Ho sperato, ho sperato nel Signore, ed egli su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido. 

«Il giusto si mostra assiduo nell’invocazione; se la sua preghiera non viene subito esaudita, persevera in essa e attende nella speranza» (Es23,352). Anche «[Cristo] offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo» (Eb 5,7). 

3Mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose, dal fango della palude; ha stabilito i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi. 

«[I fratelli] tirarono su ed estrassero Giuseppe dalla cisterna» (Gen 37,28). «I capi erano sdegnati contro il profeta, lo percossero e lo gettarono in prigione. Geremia entrò in una cisterna sotterranea a volta e rimase là molti giorni. Il re Sedecìa mandò a prenderlo» (Ger 37,15-17). 

Noi pure siamo stati estratti dalla palude: «Parla di roccia per opporre al fango il fondamento di un solida determinazione» (Es23,353). 

4Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo, una lode al nostro Dio. Molti vedranno e avranno timore e confideranno nel Signore. 

«Liberati dalla schiavitù delle passioni, possiamo intonare il cantico nuovo» (Or 1409). L’uomo redento diventa uno stimolo per altri: non soltanto io posso esser detto beato ma a tutti è aperta la stessa possibilità (Cf Es23,353). «In che cosa consiste la salvezza? Non è salvezza da questo e da quello, bensì riscatto dalla nullità del proprio sé. È liberazione a favore dell’amore per Dio e per i fratelli» (RS 286). 

5Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore e non si volge verso chi segue gli idoli né verso chi segue la menzogna. 

Non si volge verso “i potenti che risulteranno impotenti” (rehavim): «Vano e inutile è l’aiuto dell’Egitto; per questo lo chiamo “Raab l’ozioso”» (Is 30,7). «Beato l’uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia» (Ger 17,7). 

6Quante meraviglie hai fatto, tu, Signore, mio Dio, quanti progetti in nostro favore: nessuno a te si può paragonare! Se li voglio annunciare e proclamare, sono troppi per essere contati. 

«Superano la possibilità di ogni lode le meraviglie che hai compiute nel corso della storia, al tempo di Mosè, di Giosué, di Samuele, e tutte le altre che non posso neppure percorrere con la mente» (Td 1156). «Dio non ha fatto se non opere mirabili. L’azione più sorprendente, tuttavia, è stata la sua volontaria umiliazione, quando ha assunto la nostra carne e ha condiviso le nostre sofferenze» (Bs 836). 

7Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato. 8Allora ho detto: «Ecco, io vengo. Nel rotolo del libro su di me è scritto 9 di fare la tua volontà: mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo». 

«Il fedele, volendo ringraziare il Signore, così gli parla: “Non hai voluto i sacrifici [d’animali] prescritti da Mosè, ma, al posto loro, hai ben disposto la mia volontà perché obbedisca alle tue parole. Invece di olocausti e sacrifici, offro a Te me stesso poiché l’obbedienza ti è gradita più di qualsiasi sacrificio”» (Cf Es23,356). «Il salmista, animato dalla grazia della profezia, trae fuori dal tesoro del cuore delle parole eccellenti, al punto da poter essere assunte dal Figlio di Dio: “Tu, o Padre, non gradisci i sacrifici comandati dalla Legge, allora vengo nel mondo con il corpo che mi hai creato, opera della potenza dello Spirito Santo. Vengo per obbedire al tuo volere, ad offrire me stesso come vittima senza macchia. In questo modo porrò fine a quel culto nel tempio che non è in grado di eliminare il peccato”» (Crl 958). 

Nella LXX, anziché mi hai aperto l’orecchio, troviamo un corpo mi hai preparato e questa variante, citata nella Lettera agli Ebrei (10,5), è quella commentata dai Padri. «La lettera agli Ebrei attesta che questi versetti sono pronunciati in nome del Salvatore e suggerisce, così, che l'intera composizione del salmo riguardi la persona di Cristo (Cf Eb 10,5)» (Or 1409). 

Nel rotolo del libro

 (Bimghillàth sefer), è il libro nel quale Dio scrive le azioni degli uomini, prima ancora che siano compiute da loro. «In quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro» (Dn 12,1). «Fu aperto anche un altro libro, quello della vita» (Ap 20,12). 

La tua legge è nel mio intimo. 

È “nelle mie viscere (Betok me’ai)”, nei miei sentimenti, nei miei desideri, nella mia profonda convinzione. «Porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore (Ger 31,33). «Voi avete l’unzione ricevuta dal Santo e tutti avete la scienza» (1 Gv 2,20). 

10Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai. 

«Ora parla la Chiesa, le cui membra sono tutti coloro che sono ordinati alla vita, a partire dal primo uomo fino all’ultimo» (Bs 835). «Nella predicazione, non ho nulla se non le labbra; le altre cose sono tue» (Bs 838). 

11Non ho nascosto la tua giustizia dentro il mio cuore, la tua verità e la tua salvezza ho proclamato. Non ho celato il tuo amore e la tua fedeltà alla grande assemblea. 

«Annunziatelo in Giuda, gridate a piena voce e dite…» (Ger 4,5). 

«Molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio. Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore» (At 13,43-44). «Ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina» (2 Tm 4,2). 

12Non rifiutarmi, Signore, la tua misericordia; il tuo amore e la tua fedeltà mi proteggano sempre, 13perché mi circondano mali senza numero, le mie colpe mi opprimono e non riesco più a vedere: sono più dei capelli del mio capo, il mio cuore viene meno. 

Nel ringraziare Dio, volge lo sguardo alle lotte che dovrà sostenere in futuro. 

«La Chiesa di Dio, sebbene abbia già ottenuto la salvezza, ha ancora bisogno della provvidenza divina, a motivo dell'opposizione degli uomini e dei demoni» (Td 1158). «Non presume, per orgoglio, di essere una valida lottatrice. Del resto la Chiesa non è formata soltanto da persone che hanno raggiunto la perfezione ma anche da alcuni che vivono con scarso impegno» (Td 1160). 

14Degnati, Signore, di liberarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto. 

«Il Dio di ogni grazia, dopo che avrete un poco sofferto, vi ristabilirà, vi confermerà, vi rafforzerà, vi darà solide fondamenta» (1 Pt 5,10). 

15Siano svergognati e confusi quanti cercano di togliermi la vita. Retrocedano, coperti d’infamia, quanti godono della mia rovina. 16Se ne tornino indietro pieni di vergogna quelli che mi dicono: «Ti sta bene!». 

«Retrocedano dal loro cattivo proposito, per il quale s’affrettano a compiere il male, come afferma l’Apostolo: “Quale frutto raccoglievate da quelle opere delle quali ora vi vergognate” (Rm 6,21)? Vergognarsi è cosa lodevole» (Bs 839). 

17Esultino e gioiscano in te quelli che ti cercano; dicano sempre: «Il Signore è grande!» quelli che amano la tua salvezza. 

«Chiede il dono della gioia non per quelli che nutrono un amore qualsiasi, ma per i fedeli che provano sempre e di continuo l'amore più sublime» (Td 1160). «Non cercherò qualcosa di poco conto, ma il tuo volto, o Signore, per amarti gratuitamente, dato che non trovo niente di più prezioso» (Ag36,198).

18Ma io sono povero e bisognoso: di me ha cura il Signore. Tu sei mio aiuto e mio liberatore: mio Dio, non tardare. 

«Tu sei il Dio degli umili, sei il soccorritore dei piccoli, il rifugio dei deboli, il protettore degli sfiduciati, il salvatore dei disperati» (Gdt 9,11). «Gettate nel Signore ogni vostra preoccupazione, perché Egli ha cura di voi» (1 Pt 5,7). 

Salmo 40

1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 

Un ammalato, visitato da falsi amici, invoca l’aiuto di Dio. Gesù ha vissuto il tradimento e il raggiro ed ha sperato nel soccorso da parte del Padre. «Il salmista elogia chi dona ai poveri; poi ci parla della passione e risurrezione di Cristo» (BW 174). 

2Beato l’uomo che ha cura del debole: nel giorno della sventura il Signore lo libera. 

«Se vi sarà in mezzo a te qualche tuo fratello che sia bisognoso, non indurirai il tuo cuore, ma gli aprirai la mano e gli presterai quanto occorre alla necessità in cui si trova» (Dt 15,7-8). «Il ricco è messo alla prova dal misero, perché si veda se egli è privo di misericordia, oppure, al contrario, se è benigno e misericordioso» (Eus23, 264). 

Paolo fu accolto e accudito dai Galati durante una sua malattia: «Fu a causa di una malattia ch vi annunziai il vangelo: e quella che nella mia carne era per voi una prova non l’avete respinta, ma al contrario mi avete accolto come un angelo di Dio, come Cristo Gesù» (Gal 4, 13-14). 

3Il Signore veglierà su di lui, lo farà vivere beato sulla terra, non lo abbandonerà in preda ai nemici. 

«Non indugiare a visitare un malato, perché per questo sarai amato» (Sir 7,35). «Se tu cercherai Dio e implorerai l’Onnipotente, se puro ed integro tu sei, fin d’ora veglierà su di te» (Gb 8,6). 

4Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore; tu lo assisti quando giace ammalato. 

Dio assiste i sofferenti mediante persone solidali: «Dio che consola gli afflitti, ci ha consolati con la venuta di Tito» (2 Cor 7,6). «Avete fatto bene a prendere parte alle mie tribolazioni. Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza» (Fil 4,14.19). «Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore» (Gc 5,14). 

5«Pietà di me, Signore, guariscimi: contro di te ho peccato». 

«Figlio, non avvilirti nella malattia, ma prega il Signore ed egli ti guarirà» (Sir 38,9). Si considera innocente circa la colpa che gli viene attribuita, ma riconosce di aver peccato in precedenza. Gesù innocente prende su di sé i nostri peccati: «“Sono il povero, perché ho scelto volontariamente di esserlo e sono l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, che mi attribuisco le malattie degli uomini. Non ho alcuna colpa, ma intercedo per l’umanità, poiché sono la primizia”» (Td 1164). 

6I miei nemici mi augurano il male: «Quando morirà e perirà il suo nome?». 7Chi viene a visitarmi dice il falso, il suo cuore cova cattiveria e, uscito fuori, sparla. 8Tutti insieme, quelli che mi odiano contro di me tramano malefici, hanno per me pensieri maligni: 9«Lo ha colpito una malattia infernale; dal letto dove è steso non potrà più rialzarsi». 

I visitatori del malato si rivelano falsi amici perché, mentre sembrano solidarizzare con il sofferente, desiderano la sua morte, percosso da una malattia infernale (devar beliià‘al). 

«Sono scomparsi vicini e conoscenti, mi hanno dimenticato gli ospiti di casa; da estraneo mi trattano le mie ancelle, sono un forestiero ai loro occhi» (Gb 19,14). Gesù, a sua volta, incontrò l’ostilità e perfino il tradimento: «Nemici furono quei giudei che lo osteggiavano e complottavano per farlo morire» (Td 1164). 

10Anche l’amico in cui confidavo, che con me divideva il pane, contro di me alza il suo piede

 Gesù ha vissuto l’esperienza dell’abbandono degli amici e, perfino, il tradimento: «Non parlo di tutti voi; conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: “Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno”. Gesù si commosse profondamente e dichiarò: “Uno di voi mi tradirà”» (Gv 13,18.21).  «“Non soltanto i nemici cercavano la mia morte, ma anche un discepolo che viveva con me. Simulava sentimenti di pace e di benevolenza, sedeva a mensa con me e mangiava con me, ma mostrò l’ostilità che covava nel cuore”» (Td 1165). 

11Ma tu, Signore, abbi pietà, rialzami, che io li possa ripagare. 

Il malato chiede di essere ristabilito in modo da vincere i nemici. 

Gesù chiese l’assistenza del Padre per poter beneficare anche i suoi persecutori: «Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l'ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione e perché ciascuno si converta dalle sue iniquità» (At 3,26).

12Da questo saprò che tu mi vuoi bene: se non trionfa su di me il mio nemico. 

«Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere» (At 2,24). 

13 Per la mia integrità tu mi sostieni e mi fai stare alla tua presenza per sempre. 

Gesù è stato integro per la sua completa non-violenza: «“Oltraggiato non rispondeva con oltraggi” (1 Pt 2,23). Dando prova di estrema pazienza, mentre veniva accusato, taceva. Offriva le spalle ai flagelli e le guance agli schiaffi» (Es23,365). «Mi colmerai di gioia con la tua presenza» (At 2,28). 

14 Sia benedetto il Signore, Dio d’Israele, da sempre e per sempre. Amen, amen.

 Acclamazione conclusiva del primo libro dei Salmi. 

RIPRESA

Figlio, non avvilirti nella malattia, ma prega il Signore ed egli ti guarirà. Fà poi passare il medico- il Signore ha creato anche lui -non stia lontano da te, poiché ne hai bisogno. Ci sono casi in cui il successo è nelle loro mani. Anch'essi pregano il Signore perché li guidi felicemente ad alleviare la malattia e a risanarla, perché il malato ritorni alla vita. (Sir 38, 9.13-14). 

«Per il momento ho creduto necessario mandarvi Epafrodito, questo nostro fratello che è anche mio compagno di lavoro e di lotta, vostro inviato per sovvenire alle mie necessità; lo mando perché aveva grande desiderio di rivedere voi tutti e si preoccupava perché eravate a conoscenza della sua malattia. È stato grave, infatti, e vicino alla morte. Ma Dio gli ha usato misericordia, e non a lui solo ma anche a me, perché non avessi dolore su dolore. L'ho mandato quindi con tanta premura perché vi rallegriate al vederlo di nuovo e io non sia più preoccupato. Accoglietelo dunque nel Signore con piena gioia e abbiate grande stima verso persone come lui; perché ha rasentato la morte per la causa di Cristo, rischiando la vita, per sostituirvi nel servizio presso di me» (Fil 2,26-30). 

L’amore fedele di Dio

Dio è davvero fedele? (41.42.43). Egli è lo Sposo d’Israele e continuerà a manifestare la sua fedeltà e la sua presenza (44.45.46.47); libererà perfino dalla morte (48). 

Inizia il secondo libro dei Salmi (41-71).

Salmo 41-42

1Al maestro del coro. Maskil. Dei figli di Core. 

Il salmista esprime il desiderio di poter riprendere a celebrare il culto nel tempio: «soltanto nella preghiera il bisogno oggettivo di Dio si fa desiderio soggettivo. La meditazione del salmo dovrebbe indurci a questa disposizione d’animo» (RS 302). 

Il salmo diventa, anche, la «preghiera dei fedeli che desiderano il Signore e che invitano se stessi a non turbarsi nelle avversità della vita, poiché sanno di poter contare sull’aiuto di Dio» (BW 176). 

2Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. 

Non potendo più frequentare il tempio, si strugge nel desiderio di poterlo fare: «“Desidero e bramo celebrare il culto del mio Dio”» (Td 1170). 

Il desiderio di Dio è, tuttavia, un’istanza che pervade tutta l’esistenza; la cerva rappresenta il credente liberato da ogni attaccamento che separa dal Signore: «Tu mi dirai, se sei cervo: Dio sa che io non sono più avaro, che non ardo più nel desiderio dell'adulterio, che non mi consumo nell'odio, nell'invidia e in altre colpe di questo genere. Desidera allora ciò che ti può dar gioia; anela alle fonti delle acque; Dio ha di che ristorarti» (Ag36,466). 

Il testo parla di corsi d’acqua o sorgenti d’acqua, quindi di acqua sorgiva. Dio è fonte d’acqua viva (Cf Ger 2,13); allo stesso modo «Cristo è una sorgente sempre viva (Gv 4,14); il salmista non parla di torrenti che possono dissecarsi, ma di una sorgente dalla quale sempre scaturisce acqua» (BW 177). 

3L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio? 

Vedere il volto di Dio, ossia godere della comunione con Lui, era lo scopo del culto. «Qui, a parlare, non è un solo uomo, ma un solo corpo: il Corpo di Cristo che è la Chiesa. Questa aspirazione è la voce dell'unità cristiana» (Ag36,464). 

4Le lacrime sono il mio pane giorno e notte, mentre mi dicono sempre: «Dov’è il tuo Dio?». 

Sembra che Dio abbia abbandonato il suo fedele, visto che non gli concede più la possibilità di incontrarlo. È stata anche l’esperienza di Geremia: «Tu sei diventato per me un torrente infido, dalle acque incostanti» (Ger 15,18). L’apparente abbandono da parte di Dio suscità lo scherno degli increduli. «Gli increduli tra il popolo deridevano i credenti: dov’è il vostro Dio? All’udir queste espressioni di scherno, da parte anche di congiunti e conoscenti, i fedeli facevano ancora più lutto» (Es23,372). 

5Questo io ricordo e l’anima mia si strugge: avanzavo tra la folla, la precedevo fino alla casa di Dio, fra canti di gioia e di lode di una moltitudine in festa. 

L’orante rievoca il passato con nostalgia. È necessario «fuggire la cattiva tristezza perché sempre si oppone al bene: infrange la pazienza, estingue la luce dell’amore, indebolisce il desiderio e il vigore della speranza, sconvolge l’intera esistenza» (BW 181). 

6Perché ti rattristi, anima mia, perché ti agiti in me? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio. 

Privo della possibilità di partecipare al culto, viene pervaso da tristezza. Il cristiano, a sua volta, non gode ancora della pienezza della redenzione e per questo gli capita di rattristarsi: «Forse che già bevo a quella fonte, senza più alcun timore? Forse che sto sicuro da ogni desiderio come se già li avessi tutti vinti e domati? Forse il diavolo mio nemico non veglia contro di me?» (Ag36,471). 

7In me si rattrista l’anima mia; perciò di te mi ricordo dalla terra del Giordano e dell’Ermon, dal monte Misar. 8Un abisso chiama l’abisso al fragore delle tue cascate; tutti i tuoi flutti e le tue onde sopra di me sono passati. 

Si trova nell’Alta Galilea, nella regione delle sorgenti del Giordano, e si sente come una pietra del fiume percossa dal rocorrente precipitare dei flutti. «Le correnti mi hanno circondato; tutti i tuoi flutti e le tue onde sopra di me sono passati. Io dicevo: “Sono scacciato lontano dai tuoi occhi; eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio”» (Gn 2,3-4). «Le tue ondate sono passate su di me, tuttavia so bene, e sono del tutto convinto, che non c’è alcun momento nel quale tu non usi misericordia» (Es23,376). «L’abisso dei peccati invoca l’abisso della misericordia di Dio» (Atn 204).

9Di giorno il Signore mi dona il suo amore e di notte il suo canto è con me, preghiera al Dio della mia vita. 

«Di giorno, ossia nella prosperità, Dio ha chiesto di saper accogliere [i doni] della sua misericordia e di condividerli con altri. Di notte, ha comandato il cantico, cioè di saper gioire anche nelle tribolazioni (Cf 1 Ts 1,6). Di giorno Egli annuncia la misericordia, ma di notte la fa sperimentare in un modo ancora più sensibile» (BW 179). 

10Dirò a Dio: «Mia roccia! Perché mi hai dimenticato? Perché triste me ne vado, oppresso dal nemico?». 11Mi insultano i miei avversari quando rompono le mie ossa, mentre mi dicono sempre: «Dov’è il tuo Dio?». 

Dopo aver parlato ad altri della sua situazione, si propone di parlare con il Signore e, gradualmente, passerà dallo sconforto alla speranza. Compare il verbo, dimenticare shacha), meno drammatico di abbandonare (‘azab) del salmo 21,2. 

12Perché ti rattristi, anima mia, perché ti agiti in me? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio. 

«Osservate un poco se questo discorso non si ritrova in quel conflitto di cui parla l'Apostolo: amo con voi la legge di Dio secondo l'uomo interiore ma vedo un'altra legge nelle mie membra (Cf Rm 7,23), cioè i sentimenti carnali; e in questa lotta quasi disperata invoca la grazia di Dio. Il Signore stesso si è degnato di prefigurare in sé tali forze che tra loro combattono, allorché dice: “Triste è l'anima mia sino alla morte” (perilypos: Mc 14,34)» (Ag36,480). 

42. 1Fammi giustizia, o Dio, difendi la mia causa contro gente spietata; liberami dall’uomo perfido e perverso. 2Tu sei il Dio della mia difesa: perché mi respingi? Perché triste me ne vado, oppresso dal nemico. 

Trasformato dallo Spirito nella sua preghiera, si apre alla speranza in un futuro, essa consente a Dio di intervenire nella nostra vita: «Da quella morte Dio ci ha liberati e ci libererà, per la speranza che abbiamo riposto in lui, che ci libererà ancora» (2 Cor 1, 9). 

3Manda la tua luce e la tua verità: siano esse a guidarmi, mi conducano alla tua santa montagna, alla tua dimora. 

Chiede d’essere scortato da due personificazioni di virtù divine, dalla luce e dalla verità. «Implora che vengano inviate la luce che allora non era ancora brillata sulla terra e la verità. Il Salvatore lo insegna di persona, dicendo: “Io sono la luce” (Gv 8,12), “Io sono la verità e la vita” (Gv 14,6). Ha felicemente collegato la luce alla verità poiché ciò che è la luce sensibile per gli occhi del corpo, lo è la verità per l’anima» (Es23,381). 

4Verrò all’altare di Dio, a Dio, mia gioiosa esultanza. A te canterò sulla cetra, Dio, Dio mio. 

«Desidero poter avvicinarmi all'altare che ho tanto amato. Desidero contemplarti nel culto poiché tu mi concedi il dono di una grande gioia e mi colmi di ogni bene desiderato. Là canterò con la cetra i canti rituali» (Td 1177). 

Nella LXX, invece di al Dio della mia gioiosa esultanza, c’è al Dio che rallegra la mia giovinezza: «Chiama giovinezza la gioia che rinnova l’anima» (Atn 204). «Per giovinezza s’intende il rinnovamento di vita. Dio restaura ogni cosa. Ciò che era decaduto, lo ridona ai credenti rinnovato mediante quella giovinezza che è la fede ferma» (BW 181). 

Salmo 43

1Al maestro del coro. Dei figli di Core. Maskil. 

La comunità che, un tempo, ha conosciuto l’aiuto di Dio, ora lamenta di essere stata dimenticata, benchè ritenga di essere rimasta fedele a lui. Chiede, perciò, a Dio di riprendere ad operare a suo favore, come nel passato. «Supplica dei martiri o dei confessori che chiedono, nel giudizio futuro, di ottenere giustizia sui nemici» (BW 181). 

2Dio, con i nostri orecchi abbiamo udito, i nostri padri ci hanno raccontato l’opera che hai compiuto ai loro giorni, nei tempi antichi. 

«Tu sei davvero grande, Signore Dio! Nessuno è come te, proprio come abbiamo udito con i nostri orecchi. E chi è come il tuo popolo, unica nazione sulla terra che Dio è venuto a riscattare come popolo per sé?» (2 Sam 7,22-23). 

3Tu, per piantarli, con la tua mano hai sradicato le genti, per farli prosperare hai distrutto i popoli.

Il popolo viene paragonato ad una pianta che estende le sue radici, in modo graduale. «Ti avevo piantato come vigna scelta, tutta di vitigni genuini» (Ger 2,21). «Rigogliosa vite era Israele, che dava frutto abbondante» (Os 10,1). «Io ho piantato, ma è Dio che ha fatto crescere» (1 Cor 3,6). 

4Non con la spada, infatti, conquistarono la terra, né fu il loro braccio a salvarli; ma la tua destra e il tuo braccio e la luce del tuo volto. 

Dio ha donato la terra al suo popolo, senza che questi abbia dovuto conquistarla: «Mandai i calabroni davanti a voi, per sgominare i due re amorrei non con la tua spada né con il tuo arco. Vi diedi una terra che non avevate lavorato» (Gs 24,12-13). «Guardati dal pensare: la mia forza e potenza hanno acquistato queste ricchezze. Ricordati invece del Signore tuo Dio perché Egli ti da la forza per acquistare ricchezze» (Dt 8,17-18). 

La terra promessa del cristiano è la vita eterna, che già abbiamo ricevuto in parte, come caparra, nel dono dello Spirito Santo: «Avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione» (Ef 1,13-14).

Perché tu li amavi: 

«Poiché ha amato i tuoi padri, ti ha fatto uscire dall’Egitto» (Dt 4,37). «Non voleva che si dicesse: i nostri padri furono graditi per i loro meriti e per questo poterono ottenere dei doni così grandi; il beneficio non fu donato per i meriti, ma perché a Dio aveva voluto elargirlo, poiché ogni suo dono è gratuito» (Cs 341). 

«Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi» (Gv 15,16). 

5Sei tu il mio re, Dio mio, che decidi vittorie per Giacobbe. 6Per te abbiamo respinto i nostri avversari, nel tuo nome abbiamo annientato i nostri aggressori. 7Nel mio arco infatti non ho confidato, la mia spada non mi ha salvato, 8ma tu ci hai salvati dai nostri avversari, hai confuso i nostri nemici. 

Il protagonista di ogni liberazione è stato il Signore. «Proclamano le vittorie del Signore, le vittorie del suo governo in Israele» (Gdc 5,11). «Concede al suo re grandi vittorie, si mostra fedele al suo consacrato» (Sal 17,51). 

«L’uomo è liberato soltanto dalla grazia di Dio: “Ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del Figlio del suo amore” (Col 1,12-13). Di questa liberazione quel popolo era simbolo quando fu liberato dal potere degli egiziani e trasportato nel regno della terra promessa, ove scorrevano il latte e il miele, la cui dolcezza raffigura la dolcezza della grazia» (Ag36,1003). 

9In Dio ci gloriamo ogni giorno e lodiamo per sempre il tuo nome. 

«Ci gloriamo in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo» (Rm 5,11). «È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore» (Fil 2,13). «Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene» (Ef 2,8-9). 

10Ma ora ci hai respinti e coperti di vergogna, e più non esci con le nostre schiere. 

Respinti (da zanah): respingere, aborrire, ripudiare. Israele si sente come una posa tradita? Il salmo successivo, confermerà la fedeltà dello Sposo divino. «Chi non avverte più l’assistenza divina, crede di essere respinto e abbandonato. Ma talvolta Dio abbandona temporaneamente quelli che vuole siano premiati nella lotta: vuole che vincano per mezzo della fede» (Am14,1156). 

Dio, presente nell’arca, è considerato il capo dell’esercito d’Israele. «Come si saprà che ho trovato grazia ai tuoi occhi, io [Mosè] e il tuo popolo, se non nel fatto che tu cammini con noi?» (Es 33,16). 

11Ci hai fatto fuggire di fronte agli avversari e quelli che ci odiano ci hanno depredato. 

«Israele fu sconfitto [dai Filistei] e fu costretto a fuggire nella sua tenda. La strage fu molto grande; in più l’arca di Dio fu presa» (1 Sam 4,10). 

Il popolo cristiano ha conosciuto la necessità della fuga: «In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti, ad eccezione degli apostoli, si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samaria» (At 8,1). 

12Ci hai consegnati come pecore da macello, ci hai dispersi in mezzo alle genti. 

Essere pecore da macello era il destino dei nemici: «Li farò scendere al macello, come agnelli» (Ger 51,40). Fu anche il destino del profeta: «Ero come agnello mansueto che viene portato al macello» (Ger 11,19) e del Servo del Signore: «Si lasciò umiliare e non aprì la bocca: era come un agnello condotto al macello» (Is 53,7). 

Dopo la vicenda di Gesù, la mitezza appare una forza: «Finché siamo pecore, vinciamo ma, se diventiamo lupi, siamo sconfitti perché ci viene meno il soccorso del pastore. Non pascola lupi, ma pecore e quindi ti abbandona e si ritira perché non permetti che si mostri la sua potenza» (Crisostomo, Su Matteo/2 33,1 p.118)§

13Hai svenduto il tuo popolo per una miseria, sul loro prezzo non hai guadagnato. 

«Dice il Signore: "Dov'è il documento di ripudio di vostra madre, con cui l'ho scacciata? Oppure a quale dei miei creditori io vi ho venduti?» (Is 50,1). In realtà non esistono documenti che attestino il ripudio da parte di Dio o una compravendita dei suoi fedeli. Tutto può tornare come un tempo. 

14Hai fatto di noi il disprezzo dei nostri vicini, lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno. Ci hai resi la favola delle genti, su di noi i popoli scuotono il capo. 16Il mio disonore mi sta sempre davanti e la vergogna copre il mio volto, 17per la voce di chi insulta e bestemmia davanti al nemico e al vendicatore. 

«Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore o delatore. Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; per questo nome, anzi, dia gloria a Dio» (1 Pt 4,15-16). «Ritengo che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi» (1 Cor 4,9.13). 

18Tutto questo ci è accaduto e non ti avevamo dimenticato, non avevamo rinnegato la tua alleanza. 

Il popolo considera del tutto immeritata la sventura che sta subendo. Di solito è il popolo a dimenticare Dio (Dt 32,18; Is 17,10; Ger 18,15), mentre ora sembra accadere il contrario. In questi casi, il Signore rassicura: «Sion ha detto: “Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato”. Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai» (Is 49,14-15).

19Non si era volto indietro il nostro cuore, i nostri passi non avevano abbandonato il tuo sentiero; 20ma tu ci hai stritolati in un luogo di sciacalli e ci hai avvolti nell’ombra di morte.

«Avete accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo» (1 Ts, 1,6). «Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua perseveranza. Sei perseverante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti» (Ap 2,2-3). «Parlano coloro che non vengono meno in mezzo a tutte le angustie; coloro che non si rallegrano per la parola di Dio solo per un momento, e che nel tempo della tribolazione inaridiscono come se fosse sorto il sole, ma hanno le radici della carità (Cf Mt 13,6). Abbi, ripeto, la radice della carità, in modo che, quando sarà sorto il sole, non ti brucerà, ma ti nutrirà» (Ag36,490). 

21Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio e teso le mani verso un dio straniero, 22forse che Dio non lo avrebbe scoperto, lui che conosce i segreti del cuore?

«Dio dice ad Abramo: “Ora ho saputo che tu temi Dio. Forse che prima non lo sapeva?” Ma era Abramo che non lo sapeva, ha imparato nella tentazione a conoscere se stesso. La maggior parte degli uomini infatti crede di potere ciò che non può, oppure di non potere ciò che può» (Ag36,490). 

23Per te ogni giorno siamo messi a morte, stimati come pecore da macello. 

Nonostante la sventura, Dio non trascura il suo popolo: «Io ti ho formato, mio servo sei tu; Israele, non sarai dimenticato da me» (Is 44,21). 

«In tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a Colui che ci ha amati. Io sono persuaso che né morte né vita, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore» (Rm 8,38-38). 

24Svégliati! Perché dormi, Signore? Déstati, non respingerci per sempre! 25Perché nascondi il tuo volto, dimentichi la nostra miseria e oppressione?

«Svegliati, svegliati, rivestiti di forza, o braccio del Signore. Svegliati come nei giorni antichi» (Is 51,9). «Si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: “Salvaci, Signore, siamo perduti!”» (Mt 8,25). 

26La nostra gola è immersa nella polvere, il nostro ventre è incollato al suolo. 

«Abbiamo ricevuto su di noi la sentenza di morte, perché non ponessimo fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti. Da quella morte però egli ci ha liberato e ci libererà» (2 Cor 1,10-11). 

27Alzati, vieni in nostro aiuto! Salvaci per la tua misericordia!

«Riscattaci gratuitamente: per il tuo nome, non per i miei meriti; perché tu ti sei degnato di fare, non perché io sia degno che tu operi per me» (Ag36,493). 

Salmo 44

1Al maestro del coro. Su «I gigli». Dei figli di Core. Maskil. Canto d’amore. 

Un componimento creato in occasione delle nozze di un re d’Israele con una principessa fenicia, diventa celebrazione dell’amore nuziale di Dio verso il suo popolo. La mistica biblica non prevede la dissoluzione della persona nel mare dell’Uno divino ma l’unione amorevole con Dio nelle nozze spirituali. Sembra la risposta al dubbio del popolo: ora ci hai respinti, ripudiati (Sal 43,10). 

«Il Profeta, pieno di Spirito Santo, si propone di parlare dell’incarnazione di Cristo Signore e celebra la Chiesa, Sposa di Cristo, a motivo delle sue qualità spirituali» (BW 186). 

2Liete parole mi sgorgano dal cuore: io proclamo al re il mio poema, la mia lingua è come stilo di scriba veloce. 

«Mi sento pieno di parole, mi preme lo spirito che è dentro di me. Dentro di me c’è un vino che squarcia gli otri nuovi» (Gb 32,18-19). Lo Spirito scrive i suoi pensieri, non più su tavole di pietra, ma in noi stessi, a misura del grado di purezza a cui siamo giunti. In seguito, la lingua del giusto, mossa dallo Spirito Santo, scrive parole di vita eterna nel cuore dei credenti (Cf Bsl 394). 

3Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo. 

«Cristo è bello per coloro che sono in grado di intuire la sua bellezza che trascende questo mondo» (Atn 209). «Essa riguarda la sua santità» (Es23,396). «Paolo, quando vide lo splendore del Signore, giudicò tutto come spazzatura (Cf Fil 3,8) (Cf Bsl 396). 

Sulle tue labbra è diffusa la grazia, perciò Dio ti ha benedetto per sempre. 

«La bellezza dello sposo, ossia la sua forza d’attrazione, si manifesta nella sapienza del parlare. È scritto nel Vangelo: “si stupivano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca” (Lc 4,22)» (Cf Bsl 398). 

4O prode, cingiti al fianco la spada, tua gloria e tuo vanto, 5e avanza trionfante. 

Dopo la sapienza, si esalta la forza del re, rappresentata dalla spada al fianco. Cristo Gesù adopera come spada la sua parola: «La sua parola è efficace e più affilata di una spada a doppio taglio (Eb 4,12)» (Bsl 400). 

Cavalca per la causa della verità, della mitezza e della giustizia. 

Il Messia cavalca in umiltà e mitezza (Cf Sal 44,9): «Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino» (Zc 9,9). «Ascoltiamo il Signore stesso dire ai discepoli: Io sono la via, la verità e la vita (Gv 14,10); Imparate da me che sono mite ed umile di cuore (Mt 11,29); a Giovanni Battista dice: Lascia che adempiamo ogni giustizia (Mt 3,15). Mediante queste virtù, rovesciò la tirannia diabolica, distrusse la morte, donò la salvezza ai credenti» (Td 1189). 

6Le tue frecce sono acute – sotto di te cadono i popoli –, colpiscono al cuore i nemici del re. 

«Le parole dei sapienti sono come pungoli» (Sir 12,11) (Bsl 401). «Frecce acute sono le parole efficaci: raggiungono il cuore degli ascoltatori, battono e colpiscono le anime sensibili. «Frecce acute furono gli apostoli inviati ad evangelizzare su tutta la terra. Dopo aver reso acuti se stessi, risplendevano per le opere di giustizia e si insinuarono finemente nell’animo dei discepoli» (Bsl 401.403). 

7Il tuo trono, o Dio, dura per sempre; scettro di rettitudine è il tuo scettro regale. 

“Siedi come un dio, su un trono eterno” (Cf Eb 1,8). Il re era considerato una figura divina: «Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente» (Is 9,5). In Gesù, si manifesta Dio stesso in pienezza, poiché è irradiazione della sua gloria (Eb 1,3). 

8Ami la giustizia e la malvagità detesti. 

Celebra la sapienza amministrativa del sovrano. «L'Unigenito si fece uomo per rettificare in se stesso il comportamento degli uomini. Voleva che gli uomini divenissero partecipi di Lui e conoscessero la sua gioia; fossero in grado di amare la giustizia e odiare l'iniquità» (Atn 209). 

Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni. 

Un unguento particolare distingueva i sacerdoti e i re, ma la carne del Signore fu unta con la presenza dello Spirito Santo, chiamato qui olio di gioia. Agli uomini che furono partecipi di Cristo, fu data una qualche comunione con lo Spirito, invece sul Figlio di Dio, discese e rimase senza alcuna misura (Cf Gv 3,34) (Cf Bsl 405). 

9Di mirra, aloe e cassia profumano tutte le tue vesti; da palazzi d’avorio ti rallegri il suono di strumenti a corda. 

Concluso l’elogio dello sposo, il salmista descrive i particolari della festa. L’abito nuziale: «Le vesti dell'Unigenito rappresentano le sue qualità, le quali, furono per noi un buon odore: “Profumo effuso è il tuo Nome”, “Corriamo, attirati dal tuo profumo” (Ct 1,34)» (Atn 209.212). I sovrani antichi si costruirono case d’avorio (Cf 1 Re 22,39); troni d’avorio (2 Cr 9,17). 

10Figlie di re fra le tue predilette; alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir. 

«Le fanciulle sono senza numero ma unica è la mia perfetta» (Ct 6,8-9). «Le figlie di re, cioè di Cristo e della sua Chiesa, sono le singole persone ma la regina stessa sta alla sua destra. Chi è costei se non l’intera Chiesa cattolica proveniente da tutte le genti?» (Es23,401). «La regina è la Chiesa, Sposa di un re così grande. La collocazione alla destra significa l’onore che riceverà nel secolo futuro. La sua veste preziosa è costituita dalla fede, dalla speranza e dalla carità. Possiede una veste ancora più splendida, cioè lo stesso Cristo: “Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo” (Gal 3,26)» (Atn 212). 

11Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio: dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre. 

La principessa straniera viene invitata a compiere lo stesso percorso spirituale di Abramo: abbandonare le divinità per aderire a Dio solo. La stessa scelta fu compiuta da Rut, la moabita. Disse alla suocera Noemi, israelita: «Dove andrai tu, andrò anch’io; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio» (Rut 1,16). «I battezzandi devono dimenticare la casa del padre e il loro popolo. Una volta purificata, l’anima ritroverà di nuovo la bellezza con la quale fu creata ad immagine di Dio» (Crl 1044). 

12Il re è invaghito della tua bellezza. È lui il tuo signore: rendigli omaggio. 

«Cristo ha amato la Chiesa per renderla santa, tutta gloriosa» (Ef 5,25). «Sebbene questa esortazione sia rivolta a tutta la Chiesa, conviene in modo particolare alla Vergine Maria» (Bs 858). 

13Gli abitanti di Tiro portano doni, i più ricchi del popolo cercano il tuo favore. 

I concittadini della sposa vengono dalla Fenicia a renderle omaggio: «Tiro significa le genti che avrebbero creduto in Cristo. Di lì veniva la donna Cananea» elogiata da Gesù per la sua fede (Ag36,511). 

14Entra la figlia del re: è tutta splendore, tessuto d’oro è il suo vestito. 15 È condotta al re in broccati preziosi. 

La vestizione vale per la sposa ma soprattutto per la Chiesa: «Io gioisco pienamente nel Signore, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza, come una sposa si adorna di gioielli» (Is 61,10). «Le hanno dato una veste di lino puro splendente» (Ap 19,8). «Mi mostrò la città santa, risplendente della gloria di Dio» (Ap 21,10).

Dietro a lei le vergini, sue compagne, a te sono presentate; 16condotte in gioia ed esultanza, sono presentate nel palazzo del re. 

Le compagne partecipano alla festa e sono ammesse all’interno del palazzo. Tutti i singoli credenti partecipano ai beni della Chiesa/Sposa: «Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa tutti voi che l’amate. Così sarete allattati e vi sazierete al seno delle sue consolazioni» (Is 66,10-11). 

17Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli; li farai principi di tutta la terra. 

Augurio di fecondità rivolto agli sposi. Esiste anche una discendenza spirituale: «Al posto dei patriarchi, per mezzo di Cristo, le nacquero dei figli che compirono le opere di Abramo, e furono onorati come quelli, per aver compiuto opere eguali alle loro» (Bsl 413). «Non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o figli per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e figli» (Mc 10,29-30). 

18Il tuo nome voglio far ricordare per tutte le generazioni; così i popoli ti loderanno in eterno, per sempre. 

La discendenza di David durerà in eterno: «Il tuo trono sarà reso stabile per sempre» (2 Sm 7,16). 

Salmo 45

1Al maestro del coro. Dei figli di Core. Per voci di soprano. Canto. «Preghiera dei credenti che non vengono presi da paura neppure nello sconvolgimento del mondo, certi della protezione divina» (BW 190). (Altri salmi che celebrano Sion: 47, 75, 83, 86, 121). 

2Dio è per noi rifugio e fortezza, aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.

 «Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti» (Fil 4,6). «Pochi sono gli uomini che non si lasciano turbare dagli eventi e si affidano interamente a Dio, riponendo in lui ogni speranza» (Bsl 418). «Vi sono certi rifugi in cui non c'è forza; chi si rifugia in essi, si indebolisce, anziché rafforzarsi» (Ag36,515). 

3Perciò non temiamo se trema la terra, se vacillano i monti nel fondo del mare. 

«Anche se i monti si spostassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto» (Is 54,10). Viene evocata una catastrofe totale, un irrompere del caos primordiale. Nel corso dell’evangelizzazione, gli apostoli dovettero affrontare difficoltà estreme: «Quando essi andavano per il mondo, le città in cui giungevano erano scosse da turbamento profondo. Demetrio sollevò gli Efesini (Cf At 19,23); uno sconvolgimento simile si verificò a Listra e a Derbe (Cf At 14,16.19). Erano gli spiriti maligni ad agitare le acque. Quanti si erano lasciati turbare da loro dicevano: “quei tali che mettono il mondo in agitazione, sono venuti anche qui(At 17,6)» (Td 1201). 

4Fremano, si gonfino le sue acque, si scuotano i monti per i suoi flutti. 

«Ho fissato un limite [al mare] dicendo: “Fin qui giungerai e non oltre e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”» (Gb 38,10-11). «Il credente potrà dire: “In tutte queste cose siamo più che vincitori per mezzo del Signore che ci ha amati” (Rm 8,37). È tanto lontano dallo scoraggiarsi al punto da affermare: “Ci gloriamo anche nelle tribolazioni” (Rm 5,3)» (Bsl 420). 

5Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio, la più santa delle dimore dell’Altissimo. 

In Gerusalemme era stato scavato il canale di Siloe che portava in città l’acqua del Ghicon (2 Cr 32,30). “Le acque di Siloe, che scorrono piano” (Is 8,6) ricordavano l’assistenza divina. «Farò scorrere verso di essa, come un fiume, la pace» (Is 66,12). «Mi mostrò un fiume d’acqua viva, limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello» (Ap 22,1). «Il fiume di Dio è lo Spirito Santo che zampilla in coloro che ne sono degni (cf Gv 4,13). Città rallegrata dalla piena dello Spirito Santo sono tutti questi credenti» (Cf Bsl 422). 

6Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare. 

«Gioisci, figlia di Sion, poiché ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te» (Zc 2,14). «Il Signore ha promesso nel Vangelo: “Sono con voi ogni giorno, fino alla fine dei secoli” (Mt 28,20); “Dove due o tre sono radunati nel mio Nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). 

Dio la soccorre allo spuntare dell’alba. 

«Dio soccorre con un aiuto pronto ed efficace» (Td 1204). «Alla sera, ecco, era tutto uno spavento; prima del mattino, [l’invasore] già non è più. Questo è il destino di chi ci depredava» (Is 17,14). 

7Fremettero le genti, vacillarono i regni; egli tuonò: si sgretolò la terra.8 Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe. 

Respingendo un assalto di popoli contro Gerusalemme, il Signore si rivela come il Dio con noi. «Immagina una città assediata, pronta a capitolare; immagina poi uno stratega che compaia all’improvviso e la liberi. Una simile speranza è offerta dal Salvatore alla città di Dio. Egli si manifesta come l’Emanuele (Cf Is 7,14)» (Cf Bsl 426). 

9Venite, vedete le opere del Signore, egli ha fatto cose tremende sulla terra. 

Il Signore di continuo ci invita ad avvicinarci a Lui: «È la voce di un padre, che a braccia aperte chiama a sé coloro che fino a poco prima si sottraevano a Lui» (Bsl 427). Egli opera cose tremende, ben superiori alle possibilità umane, tali da suscitare uno stupore immenso. «Oggi abbiamo visto cose prodigiose» (Lc 5,26). 

10Farà cessare le guerre sino ai confini della terra, romperà gli archi e spezzerà le lance, brucerà nel fuoco gli scudi. 

«Gli abitanti delle città d’Israele usciranno e per accendere il fuoco bruceranno armi, scudi, archi e frecce, e con quelle alimenteranno il fuoco per sette anni» (Ez 39,9; Cf Is 2,4; 9,4). «Vedi com’è pacifico l’animo del Signore? Pur essendo il Signore degli eserciti, non ferisce mai neppure un avversario, nessuno atterra, con nessuno viene a battaglia» (Bsl 427). Il Signore distrugge l’arma della nostra presunzione affinché contiamo sulla sua forza: «Se il tuo valore è in te, necessariamente sarai turbato. Ascolta il Signore che dice: “Ti basti la mia grazia” (2 Cor 12,9). Tu che desideravi essere potente in te stesso, sei stato fatto debole da Dio, perché tu potessi divenire forte per opera sua» (Ag36,523). 

11Fermatevi! Sappiate che io sono Dio, eccelso tra le genti, eccelso sulla terra. 

«Arco, spada e guerra eliminerò dal paese; e li farò riposare tranquilli» (Os 2,20). “Fermatevi” oppure “prendete tempo per… (LXX scholàsate)”: «Fino a quando siamo presi da occupazioni estranee a Dio, non possiamo avvicinarci a Lui per conoscerlo. Procuriamo di tenere sempre occupata nel bene la nostra dimora interiore in modo da ospitare in noi stessi Cristo, per mezzo dello Spirito Santo» (Bsl 427.430). 

12Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe. 

Salmo 46

1Al maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo. 

Proclamazione della regalità universale di Dio. I popoli, un tempo sottomessi, ora, in modo spontaneo, aderiscono al Dio di Abramo, per formare un unico popolo con Israele. 

2Popoli tutti, battete le mani! Acclamate Dio con grida di gioia, 3perché terribile è il Signore, l’Altissimo, grande re su tutta la terra. 

«Il Signore è altissimo per la Chiesa, terribile contro i nemici: i malvagi [i demoni] non dominano più sugli uomini. Ha dato ai discepoli il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e ha sottomesso ai loro piedi tutta la schiera dei demoni (Cf Lc 10,18)» (Atn 217). 

4Egli ci ha sottomesso i popoli, sotto i nostri piedi ha posto le nazioni. 

Gesù ha sottomesso i popoli morendo sulla croce per loro: «Non gli bastò avere sotto di sé un solo popolo; ha riscattato la terra intera. Riscattandoci, ci ha reso suoi amici» (Ag36,526). 

5Ha scelto per noi la nostra eredità, orgoglio di Giacobbe che egli ama. 

«Nella sua grande misericordia, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, ci ha rigenerati per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe» (1 Pt 3,4). 

6Ascende Dio tra le acclamazioni, il Signore al suono di tromba. 

«Davide e tutta la casa d’Israele trasportavano l’arca del Signore con tripudi e a suon di tromba» (2 Sam 6,15). Le acclamazioni sono un corrispettivo del giubilo. «Ascende Dio tra il giubilo. Che cosa è il giubilo se non la gioia ammirata che non riesce ad esprimersi a parole? I discepoli quando videro salire al cielo Gesù si meravigliarono, colmi di gioia; siccome per questa gioia non bastavano le parole, non restò loro che esprimere con il giubilo ciò che nessuno poteva spiegare» (Ag36,528). «Nei cieli apparve una visione straordinaria per gli angeli: l'uomo adornato di gloria divina e innalzato al di sopra di ogni aspettativa» (Crl 1054). 

7Cantate inni a Dio, cantate inni, cantate inni al nostro re, cantate inni; 8perché Dio è re di tutta la terra, cantate inni con arte. 

«Voi, o popoli, imitando lo stesso servizio [reso dagli angeli], inneggiate al Dio! Chi possiede la gioia che è conforme a Dio può salmeggiare. “Chi di voi si sente gioioso? Salmeggi!” (Cf Gc 5,13)» (Atn 217). 

9Dio regna sulle genti, Dio siede sul suo trono santo. 

Ora Cristo siede presso il Padre e abita in ogni credente. «Vuoi essere il suo trono? Prepara per lui un posto nel tuo cuore; egli viene e, volentieri, vi si stabilisce. Dio dimora in tutti gli uomini che vivono nella carità» (Ag36,529.530). 

10I capi dei popoli si sono raccolti come popolo del Dio di Abramo. 

Nasce un nuovo popolo di Dio, formato da ebrei e pagani. «Io verrò a radunare tutti i popoli e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria» (Is 66,18b). «Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore e diverranno suo popolo» (Zc 2,15). 

Sì, a Dio appartengono i poteri della terra: egli è eccelso. 

«Ha preso possesso del suo regno il Signore, il nostro Dio, l’Onnipotente» (Ap 19,6). 

Salmo 47

1Cantico. Salmo. Dei figli di Core. 

Ringraziamento a Dio per il soccorso prestato a Gerusalemme nel corso d’un assedio. «Preghiera del profeta che loda Dio per aver dilatato la sua Chiesa nel tempo» (BW 194). 

2Grande è il Signore e degno di ogni lode nella città del nostro Dio. 

Dio è grande per la sua forza creatrice ma soprattutto per la sua bontà che manifesta per il suo popolo: «Guardando il cielo e osservando il mondo intero, comprenderai perché Dio sia proclamato tale; più ancora: è grande per la sapienza, la bontà, la pazienza, per l’amore verso l’uomo» (Es23,417.420). 

La tua santa montagna, 3altura stupenda, è la gioia di tutta la terra. 

In Gerusalemme, il luogo più eminente era il monte di Sion, sul quale si egeva il tempio del tempio. Il Sion viene definito “bella altura” (yafeh nof) e la bellezza suscita gioia: «Tutto il popolo risalì dietro [a Salomone], il popolo suonava i flauti e godeva di una grande gioia; il loro clamore lacerava la terra» (1 Re 1,40). Nella rilettura cristiana, «il monte santo è Cristo Signore, fondamento e culmine della Chiesa. Di questo monte parla il profeta Daniele (Dn 2,35)» (Cs 334) «Monte santo è [anche] la Chiesa per la sublimità del suo insegnamento su Dio» (Atn 220). «La gioia derivata dalla manifestazione [del Cristo] è diffusa in tutto il mondo e la grazia ha sovrabbondato» (Atn 220); ad es.: «Vi fu grande gioia in quella città» (At 8,8).

Il monte Sion, vera dimora divina (Tsafon), è la capitale del grande re. 

La vera dimora di Dio è il Sion. Esso è il vero Tsafon (estremo nord), una dimora mitologica delle divinità (Cf Is 14,13: beyarkethè tzafon). «Il monte degno di Dio è di per sé il cielo stesso ma Egli non ha sdegnato di avere nel suo regno gli uomini che sono ancora sulla terra» (Es23,420). 

4Dio nei suoi palazzi un baluardo si è dimostrato. 

«Io proteggerò questa città e la salverò, per riguardo a me stesso e al mio servo Davide» (Is 37,35). 

5Ecco, i re si erano alleati, avanzavano insieme. 6Essi hanno visto: atterriti, presi dal panico, sono fuggiti. 

«Dio è invisibile ma si può vedere la sua presenza quando soccorre la sua città, assediata da nemici» (Es23,421). Viene descritto l’assedio da parte di popoli stranieri (ad es. «L’angelo del Signore scese e percosse nell’accampamento degli assiri…», Cf Is 37,35-36). 

7Là uno sgomento li ha colti, doglie come di partoriente, 8simile al vento orientale, che squarcia le navi di Tarsis. 

Il vento orientale, particolarmente violento (Os 13,15), può far affondare le grosse navi mercantili (Ez 27,25); [Tarsis; forse Tartesso o Tharros, in Sardegna o in Andalusia]. 

9Come avevamo udito, così abbiamo visto nella città del Signore degli eserciti, nella città del nostro Dio. 

Nella fuga degli assedianti, Israele ha verificato l’adempiersi delle promesse di Dio. Il pieno adempimento si trova in Cristo: «Tutte le promesse di Dio in lui [Cristo] sono “sì”» (2 Cor 1,20). «Il Salvatore diceva: “Molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete” (Lc 10,24). Ma queste parole valgono anche per noi che, ai nostri giorni, vediamo le stesse opere» (Es23,425). 

Dio l’ha fondata per sempre: Ha fondato Gerusalemme e la Chiesa: «Ha edificato la città “sul fondamento degli apostoli e dei profeti, ponendo Cristo Signore come pietra angolare” (Ef 2,20). Il Signore stesso ha detto a Pietro: “Sopra questa roccia edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno contro di essa” (Mt 16,18)» (Td 1212). 

10O Dio, meditiamo il tuo amore dentro il tuo tempio. 

Non è possibile stabilire con esattezza il significato del verbo damah: i fedeli vedono realizzarsi, rendersi visibili, le promesse dell’amore di Dio oppure si propongono più semplicemente di renderle vive nella loro mente ricordandole. La LXX presenta il verbo ricevemmo: «La misericoria [ricevuta] è Cristo Signore perché Egli ha avuto misericordia del mondo gravemente malato e venne all’unico scopo di poter perdonare ad ogni credente» (Cs 339).

11Come il tuo nome, o Dio, così la tua lode si estende sino all’estremità della terra; di giustizia è piena la tua destra. 

«Dall’oriente all’occidente grande è il mio nome fra le nazioni e in ogni luogo si brucia incenso al mio nome e si fanno offerte pure, perché grande è il mio nome fra le nazioni» (Ml 1,11). 

12Gioisca il monte Sion, esultino i villaggi di Giuda a causa dei tuoi giudizi. 13Circondate Sion, giratele intorno, contate le sue torri, 14osservate le sue mura, passate in rassegna le sue fortezze, per narrare alla generazione futura. 

I fedeli sono invitati a perlustrare la città per poter verificare, anche personalmente, la sua solidità e quindi la credibilità della protezione divina. «Abbiamo una città forte; mura e bastioni egli ha posto a salvezza» (Is 26,1). «Guarda Sion, la città delle nostre feste! I tuoi occhi vedranno Gerusalemme, dimora tranquilla, tenda che non sarà più rimossa» (Is 33,20). «Circondate Sion, cioè difendete la Chiesa con la vostra fede e abbracciatela nella carità»  (BW 196). 

15Questo è Dio, il nostro Dio in eterno e per sempre; egli è colui che ci guida oltre la morte (ebraico); in ogni tempo (LXX). 

«Sia sufficiente per noi predicare Lui nella Chiesa poiché Cristo Dio è il nostro re per sempre: è Lui che ci guida e ci ama. Non dobbiamo mai cercare di sottrarci al suo dominio, accogliendo un insegnamento diverso dal suo ma compiere umilmente ciò che ci chiede» (Bs 868). 

Salmo 48

1Al maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo. 

Riflessione di un sapiente: soltanto il Signore può riscattare dalla morte; potenza o ricchezza non rendono immortali. È Dio il vero bene dell’uomo, il suo futuro. 

2Ascoltate questo, popoli tutti, porgete l’orecchio, voi tutti abitanti del mondo, 3voi, gente del popolo e nobili, ricchi e poveri insieme. 

«Questo salmo, il quale prima era recitato da un solo popolo, nella sinagoga dei Giudei, è recitato ora in tutto il mondo, da tutte le chiese. Si adempie ciò che qui è detto: Ascoltate questo, popoli tutti» (Ag36,543). «Qual è il maestro dotato di tanta sapienza che possa trovare insegnamenti adatti ad una assemblea così vasta? A chiamare a raccolta, è lo Spirito di verità. La Chiesa è una comunione di persone delle più svariate condizioni, [di poveri e ricchi], affinché nessuno resti escluso dai suoi benefici. L’universalità della chiamata è conciliatrice di pace poiché gli uomini che erano opposti tra loro per la condizione [sociale], ora si abituano al reciproco amore» (Bsl 433). 

4La mia bocca dice cose sapienti, il mio cuore medita con discernimento. 5Porgerò l’orecchio a un proverbio, esporrò sulla cetra il mio enigma. 

Il salmista dichiara di parlare per ispirazione: ciò che vi annuncio l’ho appreso dallo Spirito Santo, e non dico nulla di mio o di umano (Cf Bsl 436). 

6Perché dovrò temere nei giorni del male, quando mi circonda la malizia di quelli che mi fanno inciampare? 7Essi confidano nella loro forza, si vantano della loro grande ricchezza. 

«Non si vanti il forte della sua forza, non si vanti il ricco della sua ricchezza. Ma chi vuol vantarsi, si vanti di avere senno e di conoscere me, perché io sono il Signore che pratico la bontà, il diritto e la giustizia sulla terra, e di queste cose mi compiaccio» (Ger 9,22).

8Certo, l’uomo non può riscattare se stesso né pagare a Dio il proprio prezzo. 9Troppo caro sarebbe il riscatto di una vita: non sarà mai sufficiente 10per vivere senza fine e non vedere la fossa. 

Nessun potente o nessun ricco può ottenere con denaro il riscatto dalla morte. Il bene più prezioso, ossia la vita, non è in nostro potere. «Non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati…, ma con il sangue prezioso di Cristo» (1 Pt 1,18). «Ricco (dives) si dice da divo, perché crede di non aver bisogno di nulla come se fosse Dio stesso; proprio per questo dobbiamo considerarlo empio» (BW 190). «Chi ha grande abbondanza di denaro, se in esso non si inorgoglisce, è povero; chi non possiede denaro, ma lo brama perdendosi dietro ad esso, è annoverato da Dio tra i ricchi e i reprobi» (Ag36,545).

11Vedrai infatti morire i sapienti; periranno insieme lo stolto e l’insensato e lasceranno ad altri le loro ricchezze. 12 Il sepolcro sarà loro eterna dimora, loro tenda di generazione in generazione: eppure a terre hanno dato il proprio nome. 

Anche chi ha acquistato numerose o vaste proprietà, avrà come dimora definitiva il sepolcro. Una vita sepolcrale si può anticipare anzitempo: «Gli uomini la cui vita è piena di opere morte, procurate da tutti i loro peccati, hanno come casa un sepolcro per l’eternità. Chi è morto a causa del peccato, non abita una casa ma un sepolcro, perché la sua anima è morta» (Bsl 447). 

13Ma nella prosperità l’uomo non dura: è simile alle bestie che muoiono. 

«Chi vuole essere ricco, non si attacchi ad una parte [a qualche bene], e allora possederà tutto; si unisca a Colui che tutto ha creato» (Ag36,545).

LXX : L’uomo che era in onore non comprese, si rese come le bestie insensate e si fece simile a loro. «Gli uomini hanno la capacità di conoscere il loro Creatore. Dio pose nell’uomo una parte della propria grazia, affinché dal simile conoscesse il Simile» (Bsl 450). Tuttavia «non comprese questo [onore] ma tralasciò di seguire Dio, di assomigliare al suo Creatore e si fece schiavo delle passioni. Ora, come un cavallo pazzo, nitrisce verso la donna del prossimo; ora, come lupo rapace, tende insidie agli altri; un’altra volta ancora, come volpe astuta, inganna il fratello» (Cf Bsl 451). 

14Questa è la via di chi confida in se stesso, la fine di chi si compiace dei propri discorsi. 15Come pecore sono destinati agli inferi, sarà loro pastore la morte; scenderanno a precipizio nel sepolcro, svanirà di loro ogni traccia, gli inferi saranno la loro dimora. 

È inutile inorgoglirsi perché tutti gli uomini condividono la povertà radicale della morte. Chi confida in se stesso si farà pascolare dalla morte; chi Confida in Dio verrà vivificato dal Signore. «Morte è la separazione dell'anima dal corpo ma la vera morte è la separazione dell'anima da Dio» (Ag36,556). 

 16Certo, Dio riscatterà la mia vita, mi strapperà dalla mano degli inferi. 

Compare il messaggio centrale del salmo: Dio riscatta il suo eletto anche dalla morte. «Li strapperò di mano agli inferi, li riscatterò dalla morte» (Os 13,14). «Chi ascolta la mia parola, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita» (Gv 5,24). «Parla della redenzione, che Cristo già mostra in sé. È disceso infatti agli inferi, ed è asceso al cielo. Ciò che abbiamo visto nel Capo, troviamo nel Corpo» (Ag36,556). 

17Non temere se un uomo arricchisce, se aumenta la gloria della sua casa. 18 Quando muore, infatti, con sé non porta nulla né scende con lui la sua gloria. 

«Noi dobbiamo morire e siamo come acqua versata per terra, che non si può più raccogliere» (2 Sam 14,14). «Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare» (Gc 4,14). 

19Anche se da vivo benediceva se stesso: «Si congratuleranno, perché ti è andata bene», 20andrà con la generazione dei suoi padri, che non vedranno mai più la luce. 

«Dirò a me stesso: “Hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio» (Lc 12,20-23).

La sorte del ricco oppressore è ancora più dura: «Qualcuno ora diventa ricco opprimendo il povero? Non sconcertarti perché passa in fretta e non porta con sé nulla della refurtiva. Non avere soggezione del ricco perché muore povero e porta con sé soltanto la materia con la quale alimenterà il fuoco [che lo divorerà]» (BW 206). «I beni che ha divorato, dovrà vomitarli, Dio glieli caccerà fuori dal ventre, perché ha oppresso e abbandonato i miseri, ha rubato case invece di costruirle, perché non ha saputo calmare il suo ventre, con i suoi tesori non si salverà» (Gb 20, 15-19).

21Nella prosperità l’uomo non comprende, è simile alle bestie che muoiono. 

«Ha voluto concludere questo bellissimo salmo ripetendo il ritornello. Si proponeva d’allontanare il peccatore dal suo cattivo proposito, e per questo, ancora una volta, gli pone davanti la sua stoltezza; insiste nell’ammonirlo» (Cs 347). 

Salmi di pentimento

Il vero culto consiste nella confidenza con dio e nell’obbedienza a lui (49). Dio desidera il pentimento per concedere il perdono e rinnovare l’uomo (50)

Salmo 49

1 Salmo. Di Asaf. 

Dio convoca un giudizio per tentare una riconciliazione con il suo popolo. I fedeli, piuttosto che offrire sacrifici, devono dare maggior importanza a coltivare un rapporto familiare con Lui e obbedire al suo volere. 

Parla il Signore, Dio degli dei, convoca la terra da oriente a occidente. 

«Il Signore è il Dio degli dei, il Signore dei signori, il Dio grande, forte e terribile che non usa parzialità, rende giustizia all’orfano, ama il forestiero» (Dt 10,17). «Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il Nome del Signore» (Sal 112,3). 

2 Da Sion, bellezza perfetta, Dio risplende. 

Il monte del tempio, luogo della presenza divina, è denominato “bellezza perfetta” (michlal-iofi). «La tua fama si diffuse fra le genti per la tua bellezza, per la gloria che avevo posto in te» (Ez 16,14). Nella rilettura cristiana, «da Sion è cominciata la bellezza del Vangelo e di lì ha cominciato a predicare [Cristo], il più bello dei figli degli uomini» (Ag36,566.567). «Parla quel Signore che ha mostrato la sua perfezione e bellezza in Sion, dove affrontò la passione salvifica» (Td 1229). 

3Viene il nostro Dio e non sta in silenzio, davanti a lui un fuoco divorante. 

«Il Signore è in lite con il suo popolo, intenta causa con Israele» (Mi 6,2). «Il profeta Daniele ha visto questo fiume di fuoco che scorreva davanti a Lui» (Cf Dn 7,9-10) (Td 1231). «Chi di noi può abitare presso un fuoco divorante?» (Is 33,14). «Il fuoco che lo precede purifica il suo regno; davanti a lui non compaiono né legna, né fieno, né paglia (Cf 1 Cor 3,12). Fuoco è l’insegnamento del Verbo di Dio perché esso consuma le cattive abitudini, mentre saggia i puri» (Es23,436). Nel tempo presente, «tollera i peccatori che ogni giorno compiono cattive azioni, intercede ancora per noi, non riversa la sua ira, ma spera nella nostra conversione» (Ag36,568). 

4Convoca il cielo dall’alto e la terra per giudicare il suo popolo: 5«Davanti a me riunite i miei fedeli, che hanno stabilito con me l’alleanza offrendo un sacrificio». 

La stipula dell’allenza  è raccontata in Es 24,4-8.  

6I cieli annunciano la sua giustizia: è Dio che giudica. 

«Io sono il Signore che amo il diritto e odio la rapina e l’ingiustizia» (Is 61,8). «Non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!» (1 Cor 4,4-5). 

7«Ascolta, popolo mio, voglio parlare, testimonierò contro di te, Israele: Io sono Dio, il tuo Dio. 

Il Signore preferisce assumere il ruolo di parte lesa, anziché quello di giudice e si rivolge ai fedeli con tenerezza (popolo mio). «Il Signore corregge chi ama, come un padre il figlio prediletto» (Pr 3,12). «Quale ingiustizia trovarono in me i vostri padri per allontanarsi da me e correre dietro al nulla, diventando loro stessi nullità?» (Ger 2,5). 

8Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici, i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti. 

Dio non ha bisogno dei nostri doni, ma desidera piuttosto che, conservando un rapporto amichevole con Lui, nutriamo noi stessi grazie alla comunione con Lui. «Chi vuole offrire un olocausto a Dio arda tutto intero del fuoco dell'amore divino. C’è un fuoco della carità ardente: l'anima si infiammi di carità, e questa carità pieghi le membra al suo servizio» (Ag36,576).

9Non prenderò vitelli dalla tua casa né capri dai tuoi ovili. 10Sono mie tutte le bestie della foresta, animali a migliaia sui monti. 11Conosco tutti gli uccelli del cielo, è mio ciò che si muove nella campagna. 

«Voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti» (Os 6,6). «Ti è stato insegnato ciò che il Signore richiede da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio» (Os 6,8). 

12Se avessi fame, non te lo direi: mio è il mondo e quanto contiene. 13Mangerò forse la carne dei tori? Berrò forse il sangue dei capri

 «È cibo di Dio quello di cui dice: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere. Tutto ciò che avrete fatto ad uno di questi piccoli, lo avrete fatto a me” (Mt 25, 35.40)» (Es23,436). 

14Offri a Dio come sacrificio la lode e sciogli all’Altissimo i tuoi voti; 15invocami nel giorno dell’angoscia: ti libererò e tu mi darai gloria». 

Il migliore atto di culto non sta nel sacrificio di animali ma nel conservare una relazione viva con il Signore: «Immola a Dio un sacrificio di lode e di questo profumo il Signore si allieterà. Rendi all'Altissimo le tue preghiere, perché non devi fidarti delle tue forze. Invocami nel giorno della tribolazione: ti libererò e tu mi glorificherai. Ho permesso che venisse per te il giorno della tribolazione; perché se tu non l'avessi conosciuta, forse, non mi avresti invocato. Dal momento che soffri, mi invochi; poiché mi invochi io ti salverò; poiché ti salverò, tu mi glorificherai e non ti allontanerai più da me» (Ag36,578). 

16Al malvagio Dio dice: «Perché vai ripetendo i miei decreti e hai sempre in bocca la mia alleanza, 17tu che hai in odio la disciplina e le mie parole ti getti alle spalle?

«Non ti rimprovero d’aver trascurato di offrirmi i sacrifici (perché in realtà continui a farlo) ma ti chiedo di non ridurre al solo culto la tua religiosità» (Td 1233). «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Mt 7,21). «Tu che ti vanti della Legge, offendi Dio trasgredendo la Legge» (Rm 2,23). «Proprio tu che condanni l’adulterio, commetti adulterio e compi le stesse opere di chi osa fare il male (Cf Rm 2,22)» (Td 1230).

18Se vedi un ladro, corri con lui e degli adulteri ti fai compagno. 19Abbandoni la tua bocca al male e la tua lingua trama inganni. 20Ti siedi, parli contro il tuo fratello, getti fango contro il figlio di tua madre. 

«Allontanate ogni genere di cattiveria e di frode, ipocrisie, gelosie e ogni maldicenza» (1 Pt 2,1; Cf Gc 3,9). 

21Hai fatto questo e io dovrei tacere? Forse credevi che io fossi come te! Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa.

 «Tu t’illudevi che approvassi il tuo agire e che dimenticassi le tue opere. Ora invece ti accuso e pongo tutto sotto il tuo sguardo perché, osservando, te ne vergogni» (Es23,437). 

22Capite questo, voi che dimenticate Dio, perché non vi afferri per sbranarvi e nessuno vi salvi. 

«È necessario onorare Dio con il culto, ma anche camminare nella rettitudine e purificare dal male la nostra esistenza» (Td 1237). «Uscite, popolo mio, da [Babilonia], per non associarvi ai suoi peccati e non ricevere parte dei suoi flagelli. Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità» (Ap 18,4). 

23Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora; a chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio. 

(Cf Os 5,14). «Accetta ciò che è bene: non offerta di tori immolati, ma la lode delle nostre labbra» (Os 14,3). La preghiera di lode della comunità, è considerato un atto di culto equivalente ad un sacrificio: «Per mezzo di lui dunque offriamo a Dio continuamente un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome» (Eb 13,15). «Chiama via retta la preghiera dei salmi; grazie ad essa camminiamo, non con i piedi ma con il cuore puro, fino a giungere presso Cristo» (BW 204). 


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