giovedì 23 marzo 2023

Salmi 94-117

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Celebrazione della regalità del Signore

I salmi 94-99 celebrano la regalità di Dio. Sono una risposta alla crisi della monarchia davidica: non c’è più un re terreno ma rimane sempre la regalità del Signore a protezione del suo popolo. 

Salmo 94

Invito al tempio per adorare il Signore e ascoltare la sua Parola. Il nuovo tempio, grazie al quale incontriamo il Padre, è Gesù Signore: «Uno [dei dieci lebbrosi guariti], tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo» (Lc 17,13). 

1Venite! Cantiamo al Signore!

Affluiremo verso i beni del Signore, saremo come un giardino irrigato (Cf Ger 31,12). «Siamo lontani da Dio, non a causa di una distanza spaziale, ma perché siamo dissimili a Lui» (Ag37,1217). 

«Cantiamo a Dio, di cuore e con gratitudine, cantici spirituali» (Col 3,16). 

Acclamiamo alla Roccia della nostra salvezza. 2Accostiamoci a lui per rendergli grazie, 

«[Il Signore] è la Roccia: perfette le sue opere, giustizia tutte le sue vie; è un Dio fedele e senza malizia, egli è giusto e retto» (Dt 32,4; Cf Is 30,29)

«Rendiamo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo» (Ef 6,20.

a lui acclamiamo con canti di gioia. 

«C’è un’esultanza propria di questo mondo ma qui si parla di quella che si possiede in Dio» (BW 348). «Perché andare a godere dove vi rovinereste?» (Ag37,1217). 

3Perché grande Dio è il Signore, grande re sopra tutti gli dei. 

Grande Re era il titolo proprio degli imperatori. «Il vero Dio rende Dei coloro che credono in lui, dona loro il potere di diventare figli di Dio» (Ag37,1220). 

4Nella sua mano sono gli abissi della terra, sono sue le vette dei monti. 5Suo è il mare, è lui che l’ha fatto; le sue mani hanno plasmato la terra. 

(Cf Am 9,2-3). Il Signore continua a manifestare la sua potenza creatrice in basso, in alto e nell’estremo orizzonte. «Fa scendere negli abissi della terra, fa risalire dalla grande perdizione e nulla sfugge alla sua mano» (Tb 13,2). Comprenderemo «quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità», conosceremo «l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio» (Ef 3,19). 

6Entrate: prostrati adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti. 

Dopo aver radunato la folla davanti al tempio, il salmista la invita ora ad entrare per prostrarsi [fino a terra] (chawah, Cf Gn 42,6), mettersi in ginocchio in atto di sottomissione (chara’, Cf Sal 72,9) e lodare il suo Creatore (barach, Cf 17,13). Dio che ha creato l’universo, ha creato anche il suo popolo. «Con grande facilità, Dio che ci ha fatti, ci rifarà di nuovo» (Cs 674). «Tu puoi danneggiarti ma riparare il danno, non lo puoi. Per aggiustarti occorre la mano di chi ti aveva formato. Non è di poco valore, agli occhi dell'artefice, un'opera che egli ha fatta, e non alla buona, ma a sua immagine e somiglianza» (Ag37,1223). 

7È lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce. 

Siamo nutriti e guidati da Lui. «I pascoli sono i doni sublimi con i quali veniamo saziati dal Signore. Tuttavia chi non ascolta la voce del Pastore non appartiene al suo gregge: “le mie pecore ascoltano la mia voce e mi seguono” (Gv 10,27)» (Cs 674). I veri discepoli «seguono l’Agnello dovunque vada» (Ap 14,4). 

Se ascoltaste oggi la sua voce!

L’essenza della fede e del vero culto sta nell’obbedienza a Dio: «Tutto il popolo rispose insieme e disse: «Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!» (Es 19,8). «Questo Oggi, l’Apostolo lo intende esteso a tutto il tempo della nostra vita (Cf Eb 3,13)» (Es23,1213). «Il ladrone si liberò dai peccati di tutta la vita in un attimo, tanto quanto il tempo di dire una sola parola» (G. Crisostomo, A Teodoro, 6)§. 

8«Non indurite il cuore come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, 9dove mi tentarono i vostri padri. 

Ricorda le mancanze di fede mostrate dal popolo a Massa e a Meriba (Es 17; Massa: Dt 6,16; 9,22. Meriba: Nm 20,13; Dt 33,8). 

Mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere. 

«Se non siete capaci di scrutare il profondo del cuore dell’uomo, come potrete scrutare il Signore e comprendere i suoi disegni? Dio non è come un uomo a cui si possano fare minacce o su cui si possano esercitare pressioni» (Gdt 8,13-16). 

10Per quarant’anni mi disgustò quella generazione e dissi: “Sono un popolo dal cuore traviato, non conoscono le mie vie”. 

«Voi avete visto quanto il Signore ha fatto sotto i vostri occhi, nella terra d’Egitto. Ma fino a oggi il Signore non vi ha dato una mente per comprendere né occhi per vedere né orecchi per udire» (Dt 29,1-3). «Ciò che videro con gli occhi, non fu accolto per la fede nella luce del cuore» (Cs 675). 

11Perciò ho giurato nella mia ira: “Non entreranno nel luogo del mio riposo”». 

«Il giuramento significa conferma. Nessuno dica in cuor suo: ciò che Dio promette è vero, ma ciò che minaccia è falso» (Ag37,1226). Egli, però, continua a volere il nostro riposo: «Dio fissa di nuovo un giorno […]. Affrettiamoci ad entrare in quel riposo» (Eb 4,7.11). «Il riposo di Dio è il nostro dimorare in Lui» (Es23,1216). 

Salmo 95

I popoli sono invitati ad abbandonare il culto delle divinità e a venerare l’unico vero Dio. 

1Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, uomini di tutta la terra. 

«Nuovi fatti esigono un nuovo cantico» (Td 1645). L’intervento salvifico nuovo e decisivo è la Pasqua di Cristo: «Cantavano un canto nuovo [all’Agnello]» (Ap 5,9). Dalla Pasqua sgorga la carità: «Il cantico vecchio lo canta la cupidigia carnale; il cantico nuovo lo canta la carità divina» (Ag37,1227). 

2Cantate al Signore, benedite il suo nome, annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. 

«Il Nome del Signore è grande e quindi deve essere grandemente glorificato» (Bs 1068). La salvezza di Dio è quotidiana (miìom leiòm, da giorno a giorno) poiché Egli opera sempre, in ogni luogo e in ogni tempo: «Il Signore operò quel giorno una grande salvezza» (2 Sam 23,10). «Oggi per questa casa è venuta la salvezza» (Lc 19,9). 

3In mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite le sue meraviglie. 

Apertura universale: «Il salmista convoca alla lode tutta la terra» (Td 1645). «Ogni popolo possa godere nel ricevere questo annuncio e nell’apprendere le opere di Dio» (Td 1645 ). 

4Grande è il Signore e degno di ogni lode, terribile sopra tutti gli dèi. 5Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla, il Signore invece ha fatto i cieli. 

Le divinità sono inerti ma Dio si mostra sempre attivo e solidale. Gli dei «non potranno costituire un re sulla terra né concedere la pioggia agli uomini; non risolveranno le contese né libereranno chi è offeso ingiustamente, poiché non hanno alcun potere» (Bar 6,52-53). 

6Maestà e onore sono davanti a lui, forza e splendore nel suo santuario. 

Maestà (hod) può essere reso anche con bellezza. La gloria di Dio è apparsa nell’umanità luminosa di Gesù: «Irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza» (Eb 1,3). Egli è il vero tempio di Dio, colmo di forza e splendore. «Quando Cristo assunse la nostra umanità e in essa apparve a noi uomini, risplendette nei fulgori della sua maestà e attirò tutti alla sua venerazione. La sua bellezza viene ricordata anche nel Salmo 44: “Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo”» (Td 1647.1648). 

7Date al Signore, o famiglie dei popoli, date al Signore gloria e potenza. 

«Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera, perché la mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli» (Is 56,6-7).

8Date al Signore la gloria del suo nome. 

Dio mostra la sua gloria soprattutto nell’umiliazione di Gesù: «Chi è questo Signore grande e degno di lode oltre ogni dire, se non Gesù Cristo? Egli apparve fra noi nelle sembianze di uomo. Sapete come abbia subito tutta una serie di umiliazioni. Si fece piccolo perché voi eravate piccoli; riconoscetene la grandezza e in lui diventerete grandi anche voi» (Ag37,1230). 

Portate offerte ed entrate nei suoi atri. 

«Chi non possiede nulla da offrire, offra se stesso; non potrebbe donare nulla di più grande. Se hai promesso di essere casto, umile, paziente, obbediente, offrirai il dono migliore» (Bs 1068). 

9Prostratevi al Signore nel suo atrio santo. 

L’atrio santo, in cui ci prostriamo per incontrare il Padre, è Gesù: «Uno [dei dieci lebbrosi], vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo» (Lc 17,13).

Tremi davanti a lui tutta la terra. 

«Il suo splendore è come la luce. Si arresta e scuote la terra, guarda e fa tremare le nazioni; le montagne eterne vanno in frantumi» (Ab 3,4-5). Il timore non è paura ma rispetto profondo che induce all’obbedienza: «Tu credi che c’è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano! Insensato, vuoi capire che la fede senza le opere non ha valore?» (Gc 2,19). 

10Dite tra le genti: «Il Signore regna!». È stabile il mondo, non potrà vacillare! 

Il Signore agisce con la sua grazia per impedire la disgregazione del mondo, poiché «Il Signore è fedele: egli vi confermerà e vi custodirà dal Maligno» (2 Ts 3,3).

Egli giudica i popoli con rettitudine. 

Giudicare significa, in primo luogo, governare in modo retto. «La ricompensa [dei giusti] è presso il Signore e di essi ha cura l’Altissimo. Per questo riceveranno una magnifica corona regale, perché li proteggerà con la destra, con il braccio farà loro da scudo. Egli prenderà per armatura il suo zelo e si metterà come elmo un giudizio imparziale» (Sap 5,15-18). «Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso» (Eb 10,23). 

11Gioiscano i cieli, esulti la terra, risuoni il mare e quanto racchiude; 12sia in festa la campagna e quanto contiene, acclamino tutti gli alberi della foresta 13davanti al Signore che viene: sì, egli viene a giudicare la terra. 

Il governo del Signore è salutare come una pioggia benefica su terra arida, annunciata dal tuono che risuona sul mare: «Splendida è la misericordia nel momento della tribolazione, come le nubi apportatrici di pioggia nel tempo della siccità» (Sir 35,26). 

Giudicherà il mondo con giustizia e nella sua fedeltà i popoli. 

Ogni giudizio di Dio è solo una parziale anticipazione di quello decisivo finale. «Non giudicherà solo una parte, poiché non ha redento solo una parte» (Ag37,1236). «Se nella sua prima venuta il Signore non ci avesse redenti, la sua seconda venuta non potrebbe essere accolta con gioia» (Bs 1969). 

Salmo 96

Celebrazione del Regno di Dio. «Al cuore cristiano Dio fa ammirare degli eventi così meravigliosi che nulla può trovarsi di più gioioso. Occorre, però, avere il palato della fede capace di gustare il miele di Dio» (Ag37,1237). 

1Il Signore regna. Esulti la terra. 

«Dice che il Signore regna non perché abbia cominciato ora a regnare ma perché ora comincia a manifestare [con maggior energia] i segni del suo regno» (Td PG 80 1652). Dio regna mediante Gesù: «Si accaniscano pure contro di lui i regni del mondo con tutte le loro forze: cosa potranno fare al Re dei regni?» (Ag37,1239). 

Gioiscano le isole tutte: 

Gli abitanti delle isole si volgono al Signore: «Chi sono quelle che volano come colombe verso le loro colombaie? Sono le isole che sperano in me» (Is 60,8-9). «La parola di Dio è stata annunziata anche nelle isole. Non costituisce, infatti, il mare una barriera per colui che creò il mare. Per isole poi, si potrebbero intendere anche le varie chiese. Osservate l'isola. Può essere sferzata dalle onde, ma non può essere squarciata; sarà lei anzi a squarciare le onde che le si avventano contro» (Ag37,1239.1240). 

2Nubi e tenebre lo avvolgono, giustizia e diritto sostengono il suo trono. 

«Nubi e tenebre indicano l’invisibilità di Dio, apparso sul monte Sinai nella nube e nella tenebra. Sebbene sia invisibile per noi, possiamo conoscerlo osservando le sue opere. Insegnò agli uomini la rettitudine e esortò gli indifferenti a vivere con sapienza» (Td 1652.1653). 

3Un fuoco cammina davanti a lui e brucia tutt’intorno i suoi nemici. 

Il fuoco indica la forza e la santità di Dio; nessuno può minacciarlo o costringerlo. «Il profeta Daniele vide la stessa cosa: un fiume di fuoco scendeva dal trono di Dio, una miriade di angeli lo servivano (Cf Dn 7,10)» (Td 1653). «Il nostro Dio è un fuoco divorante. Che cosa divora? I peccati degli uomini. […] Il sacerdote della Chiesa divora i peccati del popolo, quando, con la predicazione, purifica dai peccati le coscienze degli ascoltatori» (Or12,451). «Se ti capita di sentire una parola di fuoco, e per essa ti senti scottare la coscienza, ricordati allora che il fuoco cammina davanti a lui; sta sicuro che egli è vicino. Il Signore è vicino a chi ha il cuor ferito. Se poi a quelle parole non solo ti compungi, ma ti rivolgi tutto al Signore, se ti sentirai infiammare dall'amore di lui, sappi che egli è ormai presente» (Be 1053). 

4Le sue folgori rischiarano il mondo: vede e trema la terra. 

«Il suo splendore è come la luce, bagliori di folgore escono dalle sue mani: là si cela la sua potenza. Si arresta e scuote la terra» (Ab 3,4-5). «Abita una luce inaccessibile: nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo» (1 Tm 6,16). 

5I monti fondono come cera davanti al Signore, davanti al Signore di tutta la terra. 

Il calore capace di fondere i monti indica la potenza invincibile di Dio (Cf Mi 1,5). I monti rappresentano gli uomini induriti nel male; al calore della grazia sciolgonola loro durezza. «Erano suoi nemici, mentre oggi sono suoi seguaci. L'amore ha bruciato in loro ciò che li portava a perseguitare Cristo e li ha purificati portandoli a credere in Cristo» (Ag37,1242). «Il nostro Dio è un fuoco divorante» (Eb 12,29): «come getti nel fuoco gli scarti che cadono a terra quando fai lavoro manuale, così getta in Dio tutti i turbamenti dei tuoi pensieri. Affida a lui da bruciare ciò che di superfluo c’è nel tuo cuore» (P. Damiani, Lettere 50,50).

6Annunciano i cieli la sua giustizia, e tutti i popoli vedono la sua gloria. 

«Cieli sono tutti i fedeli che si preoccupano di portare a Dio gli increduli e ciò fanno mossi da amore» (Ag37,1243). 

7Si vergognino tutti gli adoratori di statue e chi si vanta del nulla degli idoli. A lui si prostrino tutti gli dèi!

«Poiché [gli idolatri] hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d’una conoscenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno» (Rm 1,28). «Vi annunciamo che dovete convertirvi da queste vanità al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano» (At 14,15). 

8Ascolti Sion e ne gioisca, esultino i villaggi di Giuda a causa dei tuoi giudizi, Signore. 9Perché tu, Signore, sei l’Altissimo su tutta la terra, eccelso su tutti gli dèi. 

«Quali sono questi giudizi? Che Dio non ha preferenze per alcuno (At 10,34). A qualunque popolo appartenga, chiunque renda a Dio il debito culto è a lui gradito, poiché Dio non è solamente il Dio dei Giudei ma anche dei pagani (Rm 3,29)» (Ag37,1247). 

10Odiate il male, voi che amate il Signore: egli custodisce la vita dei suoi fedeli, li libererà dalle mani dei malvagi. 

«Se lo ami, devi odiare ciò che lui odia. Cristo ti ordina molte cose e tu non le metti in pratica; te le ordina l'avarizia e subito le esegui. Prova del fatto che tu ami il bene sarà l'odio che tu avrai per il male» (Ag37,1249). 

11Una luce è spuntata per il giusto, una gioia per i retti di cuore. 12Gioite, giusti, nel Signore, della sua santità celebrate il ricordo. 

«C'è una luce che brilla soltanto agli occhi dei giusti. Tobia era cieco, eppure era in grado di indicare al figlio le vie di Dio. Istruendo suo figlio gli diceva: fa' l'elemosina, poiché facendo l'elemosina non camminerai nelle tenebre. Vedete come c'è un'altra luce che spunta soltanto per il giusto» (Ag37,1251). 

Salmo 97

1Salmo. Ringraziamento per gli eventi di salvezza compiuti e attesa per il rinnovamento futuro del mondo. «Il Profeta esorta il popolo cristiano a rallegrarsi pronunciando il nuovo cantico, in considerazione che la venuta di Cristo sarà un evento mirabile» (BW 355). 

Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie. 

È giusto cantare al Sgnore: «Sono Io che parlo con giustizia, e sono grande nel salvare» (Is 63,1). «A Nain restituì il fanciullo vivo alla madre: ecco una meraviglia operata dal Signore (Cf Lc 7,14). È cosa molto più mirabile, tuttavia, l'avere egli liberato dalla morte eterna tutto il mondo» (Ag37,1253). 

Gli ha dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo. 

«Sono io, il Signore, che ho fatto tutto, che ho dispiegato i cieli da solo, ho disteso la terra; chi era con me?» (Is 44,24). «Guardai: nessuno mi aiutava; osservai stupito: nessuno mi sosteneva» (Is 63,5). 

2Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia. 

«Volgetevi a me e sarete salvi, paesi tutti della terra, perché Io sono Dio, non ce n’è altri» (Is 45,22). «Il Signore ha manifestato la sua salvezza: Gesù Cristo. Il vecchio Simeone, prendendo tra le braccia il Bambino, disse di lui: “Ora, o Signore, lascia che il tuo servo se ne vada in pace, poiché i miei occhi hanno veduto la tua salvezza” (Lc 2,29)» (Ag37,1253.1254). 

3Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà alla casa d’Israele. 

«Porzione del Signore è Israele, che, come primogenito, egli nutre istruendolo e, dispensandogli la luce del suo amore, mai abbandona» (Sir 17, 17-18). «Tutte le promesse di Dio in lui [Cristo] sono “sì”. Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro “Amen” per la sua gloria» (2 Cor 1,20». 

Tutti i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio. 

«Ho dissipato come nube le tue iniquità e i tuoi peccati come una nuvola. Esultate, cieli, perché il Signore ha agito; giubilate, profondità della terra!» (Is 44, 22-23). «Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: “Oggi abbiamo visto cose prodigiose”» (Lc 5,26).

4Acclami il Signore tutta la terra, gridate, esultate, cantate inni! 5Cantate inni al Signore con la cetra, con la cetra e al suono di strumenti a corde; 6con le trombe e al suono del corno acclamate davanti al re, il Signore. 

«Prendiamo l'abitudine di offrire a Dio un canto di ringraziamento, con acclamazioni e grida, partecipando al coro con grande entusiasmo nel tempo della celebrazione liturgica» (Td 1660.1661). 

7Risuoni il mare e quanto racchiude, il mondo e i suoi abitanti. 8I fiumi battano le mani, esultino insieme le montagne. 

Gli elementi naturali  personificati, accompagnano con il plauso, l’acclamazione degli uomini: «Se questi [bambini] taceranno, grideranno le pietre» (Lc 19,40). 

9Davanti al Signore che viene a giudicare la terra: giudicherà il mondo con giustizia e i popoli con rettitudine. 

Il Signore viene a giudicare, ossia a governare gli uomini della terra. Il giudizio finale di Gesù sarà l’ultimo atto di governo: «Sarà esaltato il Signore nel giudizio e il Dio Santo si mostrerà santo nella giustizia» (Is 5,16). «È in tuo potere scegliere il modo di presentarti al Cristo. Se sei indurito [nel male], hai modo di ammorbidirti; se invece sei tenero, godi fin da ora per la sua venuta» (Ag37,1257.1258). 

Salmo 98

Celebrazione del regno di Dio, giusto e misericordioso. «Il Profeta esorta il popolo cristiano a confessare Cristo Signore perché si mostra sempre benevolo ai suoi fedeli» (BW 356). 

1Il Signore regna: tremino i popoli. 

Il Signore regna sui popoli; è Lui a dirigere gli eventi, non i sovrani del mondo che servono ai suoi disegni, anche a loro insaputa (Cf Sal 32,10-11; Is 44,28; 45,1ss.). 

Siede in trono sui cherubini: si scuota la terra. 

I Cherubini erano animali alati posti alle estremità dell’Arca dell’alleanza (Es 25,17), sulla quale Dio risiedeva come sopra un trono: «Quando Mosè entrava nella tenda del convegno per parlare con il Signore, udiva la voce che gli parlava fra i due cherubini, ed egli parlava a lui» (Nm 7,89; cf 1 Sm 14,4; 1 Re 6,23-24). 

2Grande è il Signore in Sion, eccelso sopra tutti i popoli. 

Il Signore risiede nel tempio di Gerusalemme, sul monte Sion, e da lì governa le nazioni della terra. Egli ispira tra gli uomini la sua carità: «Gli uomini che si amano a vicenda e amano il Dio che abita nel loro cuore, costituiscono la città di Dio. Ogni città è governata da una legge, e la legge di costoro è la carità. La carità è Dio. Chi è ripieno di carità, è pieno di Dio, e una moltitudine di persone piene di Dio costituiscono la città di Dio» (Ag37,1261). 

3Lodino il tuo nome grande e terribile. Egli è santo!

La santità significa la trascendenza di Dio, la forza con la quale compie cose mirabili (Cf Is 6,3; 40,25; Ab 3,3; 1 Sm 2,3). «Attendete alla vostra salvezza con timore e tremore» (Fil 2,12). «Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi» (Gc 4,8). 

4Forza del re è amare il diritto. Tu hai stabilito ciò che è retto; diritto e giustizia hai operato in Giacobbe. 

«La legge è santa e santo e giusto è il comandamento» (Rm 7,12). «È proprio di un vero re governare i sudditi con giustizia. Tu, Signore, come vero re, hai stabilito una norma retta e giusta e hai liberato Israele dal potere che lo teneva schiavo» (Td 1665). 

5Esaltate il Signore, nostro Dio, prostratevi allo sgabello dei suoi piedi. Egli è santo!

Lo sgabello dei piedi di Dio era il tempio perché là vi risiedeva. «Lodate il Signore, invocate il suo Nome; manifestate tra i popoli le sue meraviglie, proclamate che il suo nome è sublime» (Is 12,4). «Un tempo lo sgabello era il tempio di Gerusalemme, ora lo sono le Chiese nelle quale viene venerato il Dio santissimo» (Td 1665).

6Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti, Samuele tra quanti invocavano il suo nome: invocavano il Signore ed egli rispondeva. 7Parlava loro da una colonna di nubi: custodivano i suoi insegnamenti e il precetto che aveva loro dato. 

Mosè (Es 32,11-14) e Samuele (1 Sm 12,23) sono evocati come i grandi intercessori (Cf Ger 15,1). «Mosè non offerse mai sacrifici come fece invece il fratello Aronne, tuttavia offerse di continuo delle suppliche a a favore del popolo e anche questo fa parte dei compiti d’un sacerdote» (Cs 695). «Cristo possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore» (Eb 7,24-25). Nella Chiesa è apparso il ministero dell’intercessione: «Non smette di lottare per voi nelle sue preghiere, perché siate saldi, perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio» (Col 4,12). 

8Signore, nostro Dio, tu li esaudivi, eri per loro un Dio che perdona, pur castigando i loro peccati. 

I profeti «praticavano le sue leggi e i precetti. Erano forse esenti da peccato? Egli li esaudiva, poiché osservavano le leggi. Eppure dice: eri per loro un Dio che perdona. Dio era benevolo quando perdonava i peccati; ma lo era anche quando li puniva. È propizio con il peccatore al quale condona i peccati, ma anche verso il fedele che sottopone a correzioni, affinché non sia dominato per sempre dalla colpa. Caso mai, Dio è in collera col peccatore che lascia impunito» (Ag37,1266). 

9Esaltate il Signore, nostro Dio, prostratevi davanti alla sua santa montagna, perché santo è il Signore, nostro Dio!

«Per mezzo di Cristo possiamo presentarci al Padre in un solo Spirito. Voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio» (Ef 2,18- 19). La santa montagna, ossia il luogo in cui Dio è presente è Cristo: «Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo» (Gv 1,51). 

Salmo 99

1Salmo. Per il rendimento di grazie. «Il Profeta invita l’umanità intera a lodare il Signore nella gioia» (BW 359). «Non vi stancherete di lodare. La vostra lode sarà come un alimento: quanto più lodate, tanto più cresceranno le vostre forze e vi diverrà dolce Colui che lodate» (Ag37,1281). «L’anima riceve nuova energia ma non vede venir meno il suo appetito» (Cs 699). 

2Acclamate il Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi a lui con esultanza. 

«Comincia a parlare di gioia perché il popolo non pensasse che avrebbe dovuto servire a Cristo Signore appesantito da tristezza» (Cs 607). «Sottomettetevi al suo giogo perché servire a lui è come servire alla luce, servire alla vita, alla verità, alla giustizia, alla santità: tutto ciò è il Signore» (Es23,1240). «Nella casa del Signore la schiavitù è libera. Libera poiché il servizio non viene imposto dalla necessità ma dalla carità. La carità ti renda servo, come la verità ti ha fatto libero» (Ag37,1275.1276). 

3Riconoscete che solo il Signore è Dio: egli ci ha fatti e noi siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo. 

«Quale pastore amorevole abbiamo! Abbandona le novantanove pecore per cercare quell'unica e, dopo averla ricomprata col suo sangue, la riporta all'ovile sulle spalle. Senza paura affrontò la morte per la sua pecora, quel Pastore che, risorgendo, è diventato il Signore della pecora» (Ag37,1280). «Ci conduce al pascolo nutrendoci con l’alimento abbondante e piacevole della Sacra Scrittura. Questi sono i pascoli con i quali alimenta i suoi fedeli e li conduce ai luoghi ameni della beatitudine futura» (Cs 608). 

4Varcate le sue porte con inni di grazie, i suoi atri con canti di lode, lodatelo, benedite il suo nome. 

«Le porte del Signore sono l’umile penitenza, il sacro battesimo, la carità santa, le elemosine, gli atti di misericordia e l’osservanza dei comandamenti, grazie ai quali possiamo presentarci davanti a Dio» (Cs 608). 

5perché buono è il Signore, il suo amore è per sempre, la sua fedeltà di generazione in generazione. 

La caratteristica fondamentale dell’amore di Dio è la fedeltà. «Il Signore è fedele; egli vi confermerà e vi custodirà dal maligno» (2 Ts 3,3). «Si udranno ancora il canto della gioia e dell’allegria, il canto dello sposo e il canto della sposa, e la voce di coloro che cantano: “Rendete grazie al Signore degli eserciti, perché il suo amore è per sempre”, e porteranno sacrifici di ringraziamento nel tempio del Signore. Sì, io ristabilirò la sorte di questo paese come era al principio, dice il Signore» (Ger 33,10-11). 

Preghiere per il rinnovamento

Salmo 100

Preghiera per il rinnovamento personale

1Di Davide. Salmo. Un funzionario si propone di amministrare lo stato con rettitudine. Rifiuta i comportamenti negativi tipici delle corti (calunnia, arrivismo, inganno). A sua volta, il cristiano si propone di vivere nell’integrità davanti a Dio, per affrettare la venuta del suo regno (2 Pt 3,12). 

Amore e giustizia io voglio cantare, voglio cantare inni a te, Signore. 

«I tuoi decreti sono il mio canto nella dimora del mio esilio» (Sal 118,54). 

2Agirò con saggezza nella via dell’innocenza:

 «Il cammino delle persone oneste è l'innocenza, la quale impedisce di nuocere a sé e agli altri. Chiunque pecca, prima di qualsiasi altro, danneggia se stesso» (Gero 597). 

Quando a me verrai?

«Ho preparato per te delle stanze splendide e magnifiche; ora desidero, Signore, la tua venuta. Concedimi quanto bramo» (Td 1672). «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23). 

Camminerò con cuore innocente dentro la mia casa. 

«Si obbligarono con un'alleanza a ricercare il Signore, Dio dei loro padri, con tutto il cuore e con tutta l'anima. Giurarono al Signore a voce alta e con acclamazioni, fra suoni di trombe e di corni. Avevano ricercato il Signore con tutto l'ardore e questi si era lasciato trovare da loro e aveva concesso la pace alle frontiere» (2 Cr 15,12 ss). 

Camminare dentro la propria casa significa trovarsi bene con se stessi: «Chiunque in fondo al cuore è tormentato da cattiva coscienza, è come l'uomo costretto ad uscire di casa, perché è piena di fumo. C'è tanta gente che con le aspirazioni dell'animo vive al di fuori di se stessa e ripone la felicità in cose esterne. Perché cercano la felicità al di fuori? Dentro non si trovano bene; nella coscienza non hanno di che godere» (Ag37,1286). 

3Non sopporterò davanti ai miei occhi azioni malvagie, 

«La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene» (Rm 12,9). «Se non proviamo odio per il male, non possiamo amare il bene» (Gr Lettera CXXV, 14).

detesto chi compie delitti: non mi starà vicino. 

Non mi legherò con lui [Lò idbak lì]. «Odia questi prevaricatori, e tienili lontani da te! Ma oggetto del tuo odio dovrà essere il prevaricatore, non l'uomo» (Ag37,1286). «Se qualcuno non obbedisce a quanto diciamo, interrompete i rapporti, perché si vergogni; non trattatelo però come un nemico, ma ammonitelo come un fratello» (2 Ts 3,14-15). 

4Lontano da me il cuore perverso, il malvagio non lo voglio conoscere. 

«Il cuore d'un uomo è retto quando vuole tutto quello che Dio vuole. Se pertanto, fratelli, v'imbattete in gente che non ragiona così e se non siete in grado di richiamarla al dovere, non approvatene, almeno, il comportamento!» (Ag37,1287). 

5Chi calunnia in segreto il suo prossimo io lo ridurrò al silenzio; chi ha occhio altero e cuore superbo non lo potrò sopportare. 

«C'è differenza fra giudicare, disprezzare e calunniare. Il calunniare consiste nel parlare contro qualcuno come, per esempio, dire che il tale ha mentito. Giudicare, invece, è dire: il tale è un mentitore, così si giudica la disposizione stessa della sua anima, suggerendo che uno è fatto in un certo modo. Disprezzare, poi, significa guardare con orrore il prossimo e averne disgusto» (Es23,1245). 

6I miei occhi sono rivolti ai fedeli del paese perché restino accanto a me: 

«Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando» (Gv 15,14). «Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono» (Ap 3,21). 

Chi cammina nella via dell’innocenza, costui sarà al mio servizio. 

«Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi» (Gv 12,26). 

7Non abiterà dentro la mia casa chi agisce con inganno, chi dice menzogne non starà alla mia presenza. 

«Quale rapporto può esservi fra giustizia e iniquità, o quale comunione fra luce e tenebre?» (2 Cor 6,14). «Il giusto, è separato da te molte miglia? Se avete un cuore solo, voi abitate insieme» (Ag37,1291). 

8Ridurrò al silenzio ogni mattino tutti i malvagi del paese, per estirpare dalla città del Signore quanti operano il male. 

«Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello ed è immorale» (1 Cor 5,11-13). «Se non vengono recisi dall'anima i primi moti verso il male, necessariamente questi desideri si svilupperanno nelle opere. Con le preghiere mattutine e con l’assiduo permanere davanti a Dio, tacitavo i pensieri maligni» (Es23,1248). 

Salmo 101

Preghiera per la ricostruzione di Gerusalemme

1Preghiera di un povero che è sfinito ed effonde davanti al Signore il suo lamento. L’orante, un povero che espone la sua angoscia al Signore, rappresenta la nazione intera. «Chiunque sia dedito a Dio, soffre per lo sconforto che gli provoca la perdizione di molti. Trova un farmaco che lo cura del suo male: la preghiera a Dio» (Es23,1249). 

«Ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne» (Rm 9,2-3). 

2Signore, ascolta la mia preghiera, a te giunga il mio grido di aiuto. 3Non nascondermi il tuo volto nel giorno in cui sono nell’angoscia. 

«Il povero è Cristo che si rivestì delle nostre povertà. Dice poi [a Dio Padre]: Non allontanare il tuo volto da me per l'umiltà delle mie membra. Quando il Padre potrebbe allontanarsi dal Figlio? La pietà del Capo soffre insieme con ogni parte del corpo e la sofferenza di tutti, che cambia nei luoghi e nei tempi, non è mai senza colui che ha pietà di tutti» (Pros 279). 

«L'uomo santo non prega per evitare le tribolazioni, ma per non essere vinto da esse; per sopportarle gioioso nella speranza (Cf Rm 12,12)» (Es23,1252). 

Tendi verso di me l’orecchio, quando t’invoco, presto, rispondimi!

«La forza umana non può raggiungere l’altezza della divinità. Dio, però, abbassando la propria maestà, piega l’orecchio verso quelli che ritiene degni di essere ascoltati» (Es23,1252). Il grido del povero è sempre ascoltato: «Ecco il salario da voi defraudato, grida e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore» (Gc 5,4).

4Svaniscono in fumo i miei giorni e come brace ardono le mie ossa. 5Falciato come erba, inaridisce il mio cuore. 

Comincia descrivere la desolazione di tutta la nazione (distruzione di Gerusalemme ed esilio), divenuta anche sua personale. La sventura della città richiama la precarietà di ogni esistenza: «Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare» (Gc 4,14). «Le mie ossa bruciano dall’arsura» (Gb 30,30). «Cresce forse il papiro fuori della palude e si sviluppa forse il giunco senz'acqua? E' ancora verde, non buono per tagliarlo, e inaridisce prima d'ogn'altra erba. Tale il destino di chi dimentica Dio» (Gb 8,11-12). 

Dimentico di mangiare il mio pane. 

Il dolore toglie l’appetito: «La sua rivale l’affliggeva con durezza. Anna si mise a piangere e non voleva prendere cibo. Si alzò e andò a presentarsi al Signore» (1 Sam 1,6-9). 

6A forza di gridare il mio lamento, mi si attacca la pelle alle ossa. 7Sono come la civetta del deserto, sono come il gufo delle rovine. 

«Il salmista mostra con ciò la desolata solitudine della nazione» (Es23,1253). Civetta e gufo erano animali impuri dai quali starsene lontani (Cf Lv 11,15.17; Dt 14,15-16). 

8Resto a vegliare: sono come un passero solitario sopra il tetto. 

La vigilanza: «Voi, che risvegliate il ricordo del Signore, non concedetevi riposo, né a lui date riposo, finché non abbia ristabilito Gerusalemme e ne abbia fatto oggetto di lode sulla terra» (Is 62,6-7). Rimane a vegliare come farà un discepolo di Paolo: «Non smette di lottare per voi nelle sue preghiere, perché siate saldi, perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio» (Col 4,12). 

9Tutto il giorno mi insultano i miei nemici, furenti imprecano contro di me. 10Cenere mangio come fosse pane, alla mia bevanda mescolo il pianto. 

«Espone come un evento personale tutto ciò che è accaduto al popolo, e mostra che tutta la sua forza si è perduta» (Es23,1252). 

11Per il tuo sdegno e la tua collera mi hai sollevato e scagliato lontano. 

Israele era stato innalzato da Dio ma poi, nell’esilio, venne scagliato lontano dalla sua patria. «Il popolo era stato elevato a grande gloria tanto che esso era stato chiamato popolo di Dio, ma, nella misura in cui Dio lo aveva innalzato e onorato, in seguito, lo ha abbattuto, consegnando il popolo alla deportazione» (Es23,1257). 

12I miei giorni declinano come ombra e io come erba inaridisco. 

«Chi sono io e chi è il mio popolo, per essere in grado di offrirti tutto questo spontaneamente? Ora tutto proviene da te; noi, dopo averlo ricevuto dalla tua mano, te l'abbiamo ridato. Noi siamo stranieri davanti a te e pellegrini come tutti i nostri padri. Come un'ombra sono i nostri giorni sulla terra» (1 Cr 29,14-15). «Ogni uomo è come l’erba e tutta la sua gloria è come un fiore del campo» (Is 40,6). «Il mio cuore è stato battuto come il fieno e si è inaridito. Questo fieno tornerà a rifiorire, irrigato dal sangue del Salvatore» (Ag37,1302.1303).

13Ma tu, Signore, rimani in eterno, il tuo ricordo di generazione in generazione. 

«Benedetto Dio che vive in eterno, il suo regno dura per tutti i secoli» (Tb 13,2). «Signore, Signore Dio, creatore di tutto, tremendo e potente, giusto e misericordioso, tu solo re e buono, tu solo generoso, tu solo giusto e onnipotente ed eterno, che salvi Israele da ogni male» (2 Mac 1,24-25). «Chi è eterno, salvi chi è temporaneo. Se io sono caduto, non per questo tu sei invecchiato» (Ag37,1302.1303).

14Ti alzerai e avrai compassione di Sion: è tempo di averne pietà, l’ora è venuta!

«“Quando poi venne la pienezza del tempo, Dio inviò il suo Figlio” (Gal 4,4). Ecco, adesso è il tempo favorevole; ecco, adesso è il giorno della salvezza» (Ag37,1303). 

15Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre e li muove a pietà la sua polvere. 

«Io di nuovo mi volgo con compassione a Gerusalemme: la mia casa vi sarà riedificata e la corda del muratore sarà tesa di nuovo sopra Gerusalemme» (Zc 1,16). «Voi siete l'edificio di Dio: questa è l'opera che ora si compie. Voi pietre viventi, affrettatevi a quest'opera di costruzione; viene edificato il Sion, evitate dunque di ridurvi a macerie» (Ag37,1304).

16Le genti temeranno il nome del Signore e tutti i re della terra la tua gloria, 17quando il Signore avrà ricostruito Sion e sarà apparso in tutto il suo splendore. 

«Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria» (Is 66,18). «Edificherò la mia Chiesa» (Mt 16,18). 

18Egli si volge alla preghiera dei derelitti, non disprezza la loro preghiera. 

«Dopo tutto questo, resterai ancora insensibile, o Signore, tacerai e ci umilierai fino all’estremo?» (Is 64,11). Dio continua ad ascoltare la preghiera dei derelitti: «Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui» (At 12,5). 

19Questo si scriva per la generazione futura e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore. 

«Darò loro un cuore e orecchi che ascoltino; nella terra del loro esilio mi loderanno e si ricorderanno del mio nome» (Bar 2,31-32). «Come pensaste di allontanarvi da Dio, così, ritornando, decuplicate lo zelo per ricercarlo; perché chi vi ha afflitto con tanti mali vi darà anche, con la vostra salvezza, una gioia perenne» (Bar 4,28-29). 

20«Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario, dal cielo ha guardato la terra, 21per ascoltare il sospiro del prigioniero, per liberare i condannati a morte, 22perché si proclami in Sion il nome del Signore e la sua lode in Gerusalemme, 23quando si raduneranno insieme i popoli e i regni per servire il Signore». 

«Ho osservato la miseria del mio popolo. Sono sceso per liberarlo» (Es 3,7-8). «Ci hai ridotti a spazzatura e rifiuto in mezzo ai popoli. Il mio occhio piange senza sosta perché non ha pace, finché non guardi e non veda il Signore dal cielo» (Lam 3,45-50). «Chi sono i condannati a morte? Siamo noi! Ciascuno di noi infatti viene sciolto dalle catene dei desideri malvagi o dai nodi dei propri peccati. La Chiesa può accordare lo scioglimento dai vincoli del peccato, ma il ritorno di un morto alla vita non può di per sé avvenire se il Signore interiormente non grida» (Ag37,1306). 

24Lungo il cammino mi ha tolto le forze, ha abbreviato i miei giorni. 25Io dico: mio Dio, non rapirmi a metà dei miei giorni; i tuoi anni durano di generazione in generazione. 

Dio, l’Eterno, potrà attuare il ritorno in patria degli esiliati. «Non temete l’insulto degli uomini, non vi spaventate per i loro scherni; poiché le tarme li roderanno come una veste, ma la mia giustizia durerà per sempre, la mia salvezza di generazione in generazione» (Is 51,7-8). 

26In principio tu hai fondato la terra, i cieli sono opera delle tue mani. 27Essi periranno, tu rimani; si logorano tutti come un vestito, come un abito tu li muterai ed essi svaniranno. 28Ma tu sei sempre lo stesso e i tuoi anni non hanno fine. 

«In Dio non c’è variazione, né ombra di cambiamento» (Gc 1,17). «Io sono l’Alfa e l’Omega. Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente» (Ap 1,8). «Le creature non esistono se non da te, per te ed in te; non sono quel che sei Tu, perché solo Tu sei sempre lo stesso» (Ag37,1312). 

29I figli dei tuoi servi avranno una dimora, la loro stirpe vivrà sicura alla tua presenza. 

«Ci fu una generazione durante la vita di Adamo: essa passò. Da essa anche in quel tempo nacquero alcuni destinati a divenire partecipi dell'eternità di Dio, cioè Abele, Seth, Enoch. Furono poi scelti Abramo, Isacco e Giacobbe, ed ora tutti coloro che sono santi nel nome di Cristo; dopo di noi, tutti coloro che saranno santi, e così ancora fino alla fine del mondo. Da questa serie innumerevole di generazioni se ne ricava una sola: sarà essa a partecipare della tua eternità» (Ag37,1311). Donerà una dimora permanente ai suoi fedeli: «Vidi anche la città santa, scendere dal cielo, da Dio» (Ap 21,3).

Salmo 102

Ogni rinnovamento si basa sulla fedeltà misericordiosa di Dio.

1Di Davide. «Tutti gli uomini dovrebbero far proprio questo inno di ringraziamento, perché tutti hanno ottenuto una liberazione ben più grande [della fine dell’esilio in Babilonia] e godono d’una libertà molto migliore» (Td 1685). 

Benedici il Signore, anima mia. 

«Quando sei uscito dalla chiesa, la tua anima deve continuare a far risuonare le lodi di Dio. Quando attendi a un affare, anche allora la tua anima deve lodare Dio. Quando dormi, la tua anima deve benedire il Signore. Non ti deve tener desto il pensiero di un'azione disonesta» (Ag37,1316).

Quanto è in me benedica il suo santo nome. 

«Sollecita tutto ciò che ha in sé a lodare Dio; sollecita i pensieri e tutte le forze dell’animo: la ragione, l’intuizione, il desiderio, l’immaginazione, la memoria» (Es23,1261). 

2Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. 

«La lode che Dio richiede da te, non è per se stesso, ma per te e a te riuscirà utile. Non desidera da te quel che possa ingrandirlo, ma quello che valga a condurti a lui» (Ag37,1318).

3Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità. 

«[Il versetto anticipa alcuni eventi del Vangelo:] Rievoca il paralitico che si sentì dire: “Ti sono perdonati i peccati; Prendi il tuo lettuccio e cammina” (Cf Mc 2,2). Anche la donna peccatrice ottenne il risanamento e il perdono (Cf Lc. 7,47-48). Lo stesso avvenne al ladrone (Lc 23,43), ai pubblicani, a tutti coloro che s’affidarono a lui» (Td 1685).

4Salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia. 

«A noi è stata concessa la speranza nella risurrezione perché ci è stata data la caparra dello Spirito» (Td 1685). 

5Sazia di beni la tua vecchiaia, si rinnova come aquila la tua giovinezza. 

«Quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi (Is 40,31). «L’aquila vola altissima e fissa i raggi del sole. È giusto che l’anima rinnovata venga paragonata ad essa: si parla del suo volo dalla terra al cielo e della vita che avrà una volta pervenuta alla Luce suprema» (Es23,1265). 

6Il Signore compie cose giuste, difende i diritti di tutti gli oppressi. 7Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie, le sue opere ai figli d’Israele. 

«Tutti i beni (ricordati) provengono dall'abisso della bontà divina, dalla sua misericordia senza limiti, dal mare sconfinato della sua benevolenza» (Td 1689). 

8Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. 9Non è in lite per sempre, non rimane adirato in eterno. 

«Il Signore passò davanti a [Mosé] proclamando: Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso…» (Es 34,6). «Non ci ha salvati per le nostre buone azioni ma a motivo della sua grande misericordia, mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito (Cf Tt 3,5)» (Td 1688). 

10Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. 11Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono; 12quanto dista l’oriente dall’occidente, così egli allontana da noi le nostre colpe. 

«Si pecca e si continua a vivere; si bestemmia tutti i giorni, eppure Dio fa sorgere il suo sole sopra i buoni e i cattivi (Cf Mt 5,45). Da ogni parte egli chiama alla correzione ed invita alla penitenza. Perché ti perdona, pensi forse che gli sei gradito? Dio, mentre ti perdona, t'induce a penitenza» (Ag37,1330). 

13Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono, 14perché egli sa bene di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere.

 «Dio, che ci ha creati, vuole imitare la tenerezza di un padre; verso di noi che eravamo soltanto dei servi ha dimostrato l'amore che si prova verso i figli» (Td 1689). 

15L’uomo: come l’erba sono i suoi giorni! Come un fiore di campo, così egli fiorisce. 16Se un vento lo investe, non è più, né più lo riconosce la sua dimora. 

«Non deve sorprenderti il fatto che sarai partecipe della eternità del Verbo: egli stesso si è fatto per primo partecipe dell'erba di cui sei fatto tu. Potrà forse negarti quel che per te è infinitamente sublime, se da te ha preso quel che era tanto umile?» (Ag37,1333)

17Ma l’amore del Signore è da sempre, per sempre su quelli che lo temono, e la sua giustizia per i figli dei figli, 18per quelli che custodiscono la sua alleanza e ricordano i suoi precetti per osservarli. 

«L’amore di Dio per l’uomo custodisce anche per i discendenti la ricompensa dovuta ai loro antenati. Per la giustizia di Abramo, di Isacco e Giacobbe il popolo che discendeva da loro, fu fatto degno della chiamata e di una speciale assistenza divina. Per il mirabile David, Dio custodì inestinguibile la sua stirpe, anche in essa comparvero degli empi» (Es23,1268). «Per l’obbedienza di uno solo [Cristo], tutti saranno costituiti giusti» (Rm 5,19). 

19Il Signore ha posto il suo trono nei cieli e il suo regno domina l’universo. 20Benedite il Signore, angeli suoi, potenti esecutori dei suoi comandi, attenti alla voce della sua parola. 21Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, suoi ministri, che eseguite la sua volontà. 

«Se ci sono uomini che seguono la vita angelica poiché riproducono in sé l’immagine dell’Uomo celeste e sono in grado di essere esecutori della sua Parola, costoro, essendo simili agli angeli, lo benedicano» (Es23,1269). 

22Benedite il Signore, voi tutte opere sue, in tutti i luoghi del suo dominio. Benedici il Signore, anima mia. 

«Alzatevi e benedite il Signore, vostro Dio, da sempre e per sempre! Benedicano il tuo nome glorioso, esaltato al di sopra di ogni benedizione e di ogni lode!» (Ne 9,5). 

Salmo 103

Il rinnovamento è una nuova creazione

Di Davide. Dio vuole ricreare un mondo bello ed ordinato, come alle origini. Ogni rinnovamento nel tempo anticipa quello messianico: «Il salmista preannuncia la venuta del Salvatore: è il Creatore di tutto, è il Redentore di tutti» (Bs 1092). 

1Benedici il Signore, anima mia!

«La grazia dello Spirito Santo non ci ispira soltanto degli insegnamenti morali o teologici, ma ci istruisce anche come convenga lodare il Creatore» (Td 1693). «Guardate quello che ha fatto per voi e ringraziatelo con tutta la voce; benedite il Signore che è giusto e date gloria al re dei secoli» (Tb 13,7).

Sei tanto grande, Signore, mio Dio! Sei rivestito di maestà e di splendore. 2Avvolto di luce come di un manto. 

«Dio abita una luce inaccessibile” (1 Tm 6,16). La sua luce è così abbagliante al punto che nessuno può avvicinarsi ad essa. Se il sole è così luminoso da impedire di poter essere osservato da chi pretenderebbe di fissarlo, quanto più saremo incapaci di contemplare la Luce inaccessibile» (Td 1693.1696). «Se Dio non può essere ancora contemplato, non ha cessato però di mettere sotto i nostri occhi le sue opere. Vedendo le cose che possiamo vedere, impariamo ad amare Colui che non possiamo vedere e quindi, grazie a questo amore, potremo un giorno vederlo» (Ag37,1336).

Tu che distendi i cieli come una tenda, 3costruisci sulle acque le tue alte dimore, fai delle nubi il tuo carro, cammini sulle ali del vento, 4fai dei venti i tuoi messaggeri e dei fulmini i tuoi ministri. 

(Cf Eb 1,7) Comincia celebrare l’evento della creazione. Dio fissa per sé una tenda e si serve gli elementi naturali più indocili (Cf Td 1696). «Mediante la magnificenza delle creature, constatando la provvidenza che le regge, l’anima apprende a gioire e farsi fiduciosa, tanto da gloriarsi in Dio e da attribuirsi quale proprio Signore il grande Artefice» (Es23,1272). 

5Egli fondò la terra sulle sue basi: non potrà mai vacillare. 6Tu l’hai coperta con l’oceano come una veste; al di sopra dei monti stavano le acque. 

L’apparizione dell’asciutto, presuppone la separazione delle acque, delle superiori dalle inferiori. «Con terra io intendo la Chiesa. Proprio essa è la terra assetata, essa è colei che parla nei salmi. Sola tra tutti essa dice: la mia anima è come terra senz'acqua dinanzi a te» (Ag37,1349).

7Al tuo rimprovero esse fuggirono, al fragore del tuo tuono si ritrassero atterrite. 8Salirono sui monti, discesero nelle valli, verso il luogo che avevi loro assegnato; 9hai fissato loro un confine da non oltrepassare, perché non tornino a coprire la terra. 

L’ordinamento delle acque tumultuose si verifica anche nella storia quando cessano gli eventi negativi, come una persecuzione: «Questo si è verificato, o fratelli: fuggirono le acque dinanzi al rimprovero di Dio, perché è in mano di Dio il cuore dei re: egli li ha piegati secondo la sua volontà» (Ag37,1355). 

10Tu mandi nelle valli acque sorgive perché scorrano tra i monti, 11dissetino tutte le bestie dei campi e gli asini selvatici estinguano la loro sete. 

«Uomini e bestie tu salvi, Signore» (Sal 35). «Dio abbevera le montagne e i campi che sono in esse, non con le sorgenti che sgorgano dai dirupi, ma dalle sue alte stanze, provvedendo dalle altezze celesti piogge sufficienti e moderate. Ha paternamente provveduto per l’uomo una mensa ricca di vari cibi» (Es23,1273). 

«Questo è un discorso utile per quelli che rendono schiavi i loro simili. Servi degli uomini sono soltanto gli esseri irrazionali, mentre tu non ne fai conto. Chi mai può vendere o comperare colui che è fatto a immagine di Dio ed è padrone di tutta la terra? Potrebbe farlo solo Dio, ma neppure lui, perché i suoi doni sono senza pentimento. Se Dio non riduce in schiavitù ciò che è libero, chi anteporrà la propria potestà a quella di Dio? Basta, dunque, con il ridurre a schiavi gli uomini che sono liberi, tanto più che la differenza è solo questa: la stessa polvere che domina o è dominata» (Es23,1276). 

19Hai fatto la luna per segnare i tempi e il sole che sa l’ora del tramonto. «Quaggiù la Chiesa attraversa una temporale vicenda, ma non durerà sempre questa mortalità: passeranno una buona volta le fasi del crescere e del calare, perché è stata fatta a distinzione dei tempi» (Ag37,1373)». 

20Stendi le tenebre e viene la notte: in essa si aggirano tutte le bestie della foresta; 21ruggiscono i giovani leoni in cerca di preda e chiedono a Dio il loro cibo. 22Sorge il sole: si ritirano e si accovacciano nelle loro tane. 23Allora l’uomo esce per il suo lavoro, per la sua fatica fino a sera. 

Nell’ordine della creazione, tutte le creature convivono in armonia. «Non bisogna dire: “Che cos’è questo? Perché quello?”. Tutto infatti è stato creato con uno scopo preciso» (Sir 39,21). 

24Quante sono le tue opere, Signore! Le hai fatte tutte con saggezza; la terra è piena delle tue creature. 

«È giunto al massimo dell’entusiasmo. Non sentendosi più capace di lodare il Signore dice: Quante sono le tue opere, Signore! Hai fatto ogni cosa con sapienza, cioé nel Signore Gesù, che è la Sapienza di Dio [Cf 1 Cor 1,30]). Davvero tutte le opere del Signore sono piene di sapienza. Al vedere che la formica sa quando giunge l’inverno e mette da parte le provviste…» (Gr 1134). 

25Ecco il mare spazioso e vasto: là rettili e pesci senza numero, animali piccoli e grandi; 26lo solcano le navi e il Leviatàn che tu hai plasmato per giocare con lui. 

«Questo dragone, l'antico nostro nemico, si trova in un grande mare. Molti infatti dicono: perché il diavolo ha avuto un potere così vasto? Se non gli viene permesso, non può proprio nulla! Tu agisci in modo che non gli venga permesso nulla contro di te, o - se gli è stato permesso di tentarti - che si abbia a ritirare sconfitto e non ti possa far suo» (Ag37,1379). 

27Tutti da te aspettano che tu dia loro cibo a tempo opportuno. 28Tu lo provvedi, essi lo raccolgono; apri la tua mano, si saziano di beni. 

«Dio non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge per stagioni ricche di frutti e dandovi cibo in abbondanza per la letizia dei vostri cuori» (At 14,17). 

29Nascondi il tuo volto: li assale il terrore; togli loro il respiro: muoiono, e ritornano nella loro polvere. 

«Dio dà a tutti la vita, il respiro e ogni cosa. In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17,25.28). «Affinché tutto il creato sussista, c’è bisogno del soffio di vita che è dato da Dio e che per Lui è facile dare e prendere, facendo tutto in modo rapido e senza difficoltà. Ma quello che più è divino è che a noi è stato promesso che saremo trasferiti alla vita perfetta e all’immortalità» (Es23,1288). 

30Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra. 

«Qui viene preannunciata la risurrezione, la vita nuova mediante il santissimo Spirito» (Es23,1285) «Alcuni spiegano così questi versetti: manderai il tuo Spirito che giunge mediante il santo Battesimo, ed essi saranno formati come nuove creature, come popolo nuovo» (Es23,1288). 

31Sia per sempre la gloria del Signore; gioisca il Signore delle sue opere. 32Egli guarda la terra ed essa trema, tocca i monti ed essi fumano. 33Voglio cantare al Signore finché ho vita, cantare inni al mio Dio finché esisto. 

«Non dice : Salmeggerò a Dio, ma, al mio Dio, a colui che mi ha creato, che mi ha nutrito, che si è fatto per me autore di ogni bene. Questa aggiunta manifesta grande affetto e familiarità con Lui. Siccome non è in grado di offrirgli alcuna ricompensa adeguata, gli presenta ciò che ha, questo continuo inneggiare, questo consumare in ciò tutta la sua vita. Ascoltino quanti tutto il giorno si logorano in traffici né si volgono una sola volta alla preghiera, ascoltino di quanto siano debitori a Dio. Questo è guadagno nella vita: benedire Dio, e per questo è degno vivere» (Es23,1288). 

34A lui sia gradito il mio canto, io gioirò nel Signore. 

«Gli sia dolce il mio parlare, perché chi salmeggia dialoga con Dio. La preghiera altro non è se non un dialogare con Dio. Devi qui pensare che la salmodia ha in se stessa la sua ricompensa. Che cosa, può essere paragonabile alla possibilità di dialogare con Dio? L'anima che lo fa, si separa dai tumulti, si trasferisce al cielo, si rende più leggera. Se chi parla con una persona sapiente, trae vantaggio da questo colloquio, quale risultato raccoglierà chi dialoga con Dio?» (Es23,1289). 

Gioirò nel Signore. 

«Le cose visibili sono certo belle, il cielo ci delizia, il sole ci rallegra ma più che di tutto questo, io mi rallegro nel Creatore. Questa è la mia delizia, questo è il mio piacere, in questo ho beni senza fine» (Es23,1289). 

35Scompaiano i peccatori dalla terra e i malvagi non esistano più. Benedici il Signore, anima mia. Alleluia. 

«Non esista più l’empio perché ormai ha cambiato vita. Come chi prega perché non vi siano malati, poveri, non prega perché siano distrutti uomini del genere, ma desidera che scompaiono la malattia e la povertà, allo stesso modo ognuno dei santi pregava perché fosse eliminato ciò che fa guerra alla natura èil peccato]» (Es23,1292). 

Salmo 104

Lode a Dio e azione di grazie per la protezione donata al suo popolo, in modo particolare negli eventi dell’Esodo. Egli può rinnovare per gli esiliati i prodigi operati un tempo per i loro padri. La terra promessa viene donata di nuovo perché vi si stabilisca un popolo dedito alla Legge. 

1Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere. 

«Li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio» (At 2,11). «Magnificate il suo nome e proclamate la sua lode, e nella vostra acclamazione dite così: Quanto sono belle tutte le opere del Signore! Ogni suo ordine si compirà a suo tempo!» (Sir 39,15-16).

2A lui cantate, a lui inneggiate, meditate tutte le sue meraviglie. 

“Sichù be kol-nifleotàv”; sich significa meditare, recitare, ossia ripetere a voce alta i testi sacri. 

3Gloriatevi del suo santo nome: gioisca il cuore di chi cerca il Signore. 

«Veniamo invitati a non riporre la fiducia nelle ricchezze, nella forza o nella potenza, ma nella conoscenza di Dio e nella sua provvidenza. L'apostolo, a sua volta, attesta: “Chi si gloria, si glori del Signore” (2 Cor 10,17). Geremia dichiara: “Chi vuol vantarsi, si vanti di avere senno e di conoscere me, perché io sono il Signore che pratico la bontà, il diritto e la giustizia sulla terra, e di queste cose mi compiaccio” (Ger 9,22-23)» (Td 1709). 

4Cercate il Signore e la sua potenza, ricercate sempre il suo volto. 

L’invito iniziale al ringraziamento viene ribadito nell’esortazione a partecipare al culto del tempio (cercare Dio) in modo degno. Molti Israeliti «mangiarono la Pasqua senza fare quanto è prescritto. Ezechia pregò per loro: «Il Signore che è buono liberi dalla colpa chiunque abbia il cuore disposto a cercare Dio» (2 Cr 30,18). 

5Ricordate le meraviglie che ha compiuto, i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca, 6voi, stirpe di Abramo, suo servo, figli di Giacobbe, suo eletto. 

I grandi eventi salvifici si ricordano perché si rinnovino anche al presente. Tuttavia «molte cose ci ostacolano nella ricerca di Lui, quali il trambusto negli affari, le ribellioni della carne, gli assalti dei demoni, l’indolenza della volontà. Se ci libereremo da tutte queste cose, lo troveremo presto» (Es23,1301). 

7È lui il Signore, nostro Dio: su tutta la terra i suoi giudizi. 

«Quando i pagani, per natura agiscono secondo la Legge, essi, pur non avendo Legge, sono legge a se stessi. Essi dimostrano che quanto la Legge esige è scritto nei loro cuori» (Rm 2,14-15). 

8Si è sempre ricordato della sua alleanza, parola data per mille generazioni, 9dell’alleanza stabilita con Abramo e del suo giuramento a Isacco. 10L’ha stabilita per Giacobbe come decreto, per Israele come alleanza eterna, 11quando disse: «Ti darò il paese di Canaan come parte della vostra eredità». 

L’oggetto primario del ringraziamento è la fedeltà di Dio, manifestata nel dono della terra, promessa ai Patriarchi. Il ricordo di questa promessa gratuita rinfranca gli esiliati. Per i cristiani, «la terra promessa che stilla latte e miele significa la grazia che fa gustare quanto è soave il Signore. Non tutti però raggiungono la grazia, perché “non di tutti è la fede” (2 Ts 3,2)» (Ag37,1394). 

12Quando erano in piccolo numero, pochi e stranieri in quel luogo, 13e se ne andavano di nazione in nazione, da un regno a un altro popolo, 14non permise che alcuno li opprimesse e castigò i re per causa loro: 15«Non toccate i miei consacrati, non fate alcun male ai miei profeti». 

Comincia il racconto delle azioni solidali di Dio nella storia del suo popolo e il salmista rievoca, per prima, quelle dell’epoca dei Patriarchi. «Rese Isacco degno di grande rispetto da parte degli abitanti di Canaan (Cf Gen 26,10). Minacciò Labano che si era proposto di fare del male a Giacobbe: “Guardati neppure dal dire qualcosa di male contro il mio servo” (Gen 31,24). Chiama i patriarchi consacrati non perché fossero stati davvero unti con l'olio sacro ma perché erano stati eletti da Lui. Dio stesso considerò Abramo profeta (Gen 20,7)» (Td 1713). 

16Chiamò la carestia su quella terra, togliendo il sostegno del pane. 17Davanti a loro mandò un uomo, Giuseppe, venduto come schiavo. 18Gli strinsero i piedi con ceppi, il ferro gli serrò la gola, 19finché non si avverò la sua parola e l’oracolo del Signore ne provò l’innocenza. 20Il re mandò a scioglierlo, il capo dei popoli lo fece liberare; 21lo costituì signore del suo palazzo, capo di tutti i suoi averi, 22per istruire i principi secondo il suo giudizio e insegnare la saggezza agli anziani. 

«Giuseppe fu venduto come schiavo. Quando questo avvenne, ci fu un peccato dei suoi fratelli, eppure [per loro tramite] Dio mandò Giuseppe in Egitto. Bisogna dunque considerare in questo avvenimento come Dio si serva in bene delle opere cattive degli uomini, allo stesso modo che questi, invece, si servono male delle opere buone di Dio» (Ag37,1396). «Se in questo mondo sono violente le tentazioni cui andate incontro, pensate a Giuseppe nel carcere e a Gesù sulla croce» (Ag37,1404). 

23E Israele venne in Egitto, Giacobbe emigrò nel paese di Cam. 24Ma Dio rese molto fecondo il suo popolo, lo rese più forte dei suoi oppressori. 25Cambiò il loro cuore perché odiassero il suo popolo e agissero con inganno contro i suoi servi. 26Mandò Mosè, suo servo, e Aronne, che si era scelto: 27misero in atto contro di loro i suoi segni e i suoi prodigi nella terra di Cam. 

«Volendo accordare al popolo la sua visita, lo espone a tentazioni per indurlo ad invocare Lui. Agisce in modo opportuno. Infatti quando godettero molto agio, dimenticarono il Dio dei loro padri e divennero idolatri» (Es23,1309). 

37Allora li fece uscire con argento e oro; nelle tribù nessuno vacillava. 38Quando uscirono, gioì l’Egitto, che era stato colpito dal loro terrore. 39Distese una nube per proteggerli e un fuoco per illuminarli di notte. 40Alla loro richiesta fece venire le quaglie e li saziò con il pane del cielo. 41Spaccò una rupe e ne sgorgarono acque: scorrevano come fiumi nel deserto. 

«Sottrasse il primo popolo dalla tirannia del faraone, ma il secondo da quella del demonio. L'antico popolo fu guidato nel passaggio del mar Rosso ma il nuovo nell'acqua del battesimo; nutrì l'uno con il pane celeste e l'atro con il Pane vivo che scende dal cielo; al primo concesse la terra promessa ai padri, all'altro donò la terra dei viventi promessa ai santi» (Gero 699).

42Così si è ricordato della sua parola santa, data ad Abramo suo servo. 

Nuova menzione della fedeltà di Dio. «Egli è la Roccia: perfette le sue opere, giustizia tutte le sue vie; è un Dio fedele e senza malizia, egli è giusto e retto» (Dt 32,4). «Anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, consegnino la loro vita al Creatore fedele, compiendo il bene» (1 Pt 4,19). 

43Ha fatto uscire il suo popolo con esultanza, i suoi eletti con canti di gioia. 

I cristiani hanno vissuto un nuovo Esodo: «Ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore» (Col 1,12-13). 

44Ha dato loro le terre delle nazioni e hanno ereditato il frutto della fatica dei popoli, 45perché osservassero i suoi decreti e custodissero le sue leggi. Alleluia. 

«Non pensate che Egli sia adorato dai suoi fedeli a motivo dei beni terreni, di cui fa dono anche a chi lo bestemmia, ma “cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta (Mt 6,33)» (Ag37,1404). «Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri di un tempo, quando eravate nell’ignoranza, ma, come il Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta» (1 Pt 1,14-15).

Salmo 105

1Alleluia. Rendete grazie al Signore, perché è buono, perché il suo amore è per sempre. «Questi due salmi, l’attuale e il precedente, sono strettamente collegati tra loro: in uno di essi - quello che precede - viene esaltato il popolo di Dio nei suoi eletti, in coloro nei quali Dio trova il suo compiacimento; in quest'altro, sono ricordati coloro che, in seno al medesimo popolo, amaramente provocarono Dio, ed ai quali tuttavia non mancò la misericordia divina» (Ag37,1403). 

2Chi può narrare le prodezze del Signore, far risuonare tutta la sua lode?

La lode di Dio (tehillatò) si dispiega nel nel ricordo delle prodezze del Signore (ghevuròt) a nostro favore; la lode è un ringraziamento intensificato che, dalle considerazione dei benefici ricevuti, passa a celebrare il Donatore. Un caso particolare è dato nella confessione dei peccati: «Quando uno confessa i suoi peccati, deve confessarli insieme con la lode di Dio. Non è un atto di pietà la confessione dei peccati se non si risolve in un fiducioso e diretto ricorso alla misericordia di Dio. Essa dunque comprende la lode divina, sia quando nelle parole che usa lo chiama buono e misericordioso, sia quando con il solo sentimento del cuore, lo crede tale» (Ag37,1403).

3Beati coloro che osservano il diritto e agiscono con giustizia in ogni tempo. 

La beatitudine, la realizzazione massima dell’uomo e della glorificazione di Dio sta nella santificazione permanente. «Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Lc 11,28). 

4Ricordati di me, Signore, per amore del tuo popolo, visitami con la tua salvezza, perché io veda il bene dei tuoi eletti, gioisca della gioia del tuo popolo, mi vanti della tua eredità. 

«Il salmista assume la funzione di rappresentante delle le persone più devote, quelle che si rattristano per le sofferenze patite dal popolo e invocano il perdono» (Td 1721.1724). 

6Abbiamo peccato con i nostri padri, delitti e malvagità abbiamo commesso. 

Primo peccato: la mancanza di fede al mar Rosso (Cf Es 14,6-7). Gli Israeliti, in seguito, si comportarono allo stesso modo dei loro antenati, peccarono con loro perché mancarono di fede come loro: «Abbiamo peccato come i nostri padri, abbiamo ricevuto da loro l’abitudine a trasgredire le tue leggi, come se fosse un’eredità ricevuta da loro» (Td 1724). «In tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato» (Rm 5,12). 

7I nostri padri, in Egitto, non compresero le tue meraviglie, non si ricordarono della grandezza del tuo amore e si ribellarono presso il mare, presso il Mar Rosso. 

«Voi avete visto quanto il Signore ha fatto sotto i vostri occhi, nella terra d’Egitto, le prove grandiose che i tuoi occhi hanno visto, i segni e i grandi prodigi. Ma fino a oggi il Signore non vi ha dato una mente per comprendere né occhi per vedere né orecchi per udire» (Dt 29,1-3). 

8Ma Dio li salvò per il suo nome, per far conoscere la sua potenza.9Minacciò il Mar Rosso e fu prosciugato, li fece camminare negli abissi come nel deserto. 10Li salvò dalla mano di chi li odiava, li riscattò dalla mano del nemico. 11L’acqua sommerse i loro avversari, non ne sopravvisse neppure uno. 12Allora credettero alle sue parole e cantarono la sua lode. 

Dio rimane fedele nei confronti del popolo incredulo il quale corrisponde con una fiducia tardiva e passeggera. 

13Presto dimenticarono le sue opere, non ebbero fiducia nel suo progetto, 14arsero di desiderio nel deserto e tentarono Dio nella steppa. 15Concesse loro quanto chiedevano e li saziò fino alla nausea. 

Secondo peccato: l’ingordigia (Cf Nm 11,4-6). «Pur avendo ottenuto molte prove e molti pegni della potenza divina, non chiesero [a Dio] che donasse loro il necessario, né si aspettarono che Dio provvedesse loro. Il salmista considera il loro desiderio una richiesta esplicita. Dio concesse loro abbondanza di carne, pane, acqua dolcissima, nonostante la loro incredulità» (Td 1725). 

16Divennero gelosi di Mosè nell’accampamento e di Aronne, il consacrato del Signore. 17Allora si spalancò la terra e inghiottì Datan e ricoprì la gente di Abiràm. 18Un fuoco divorò quella gente e una fiamma consumò quei malvagi. 

Terzo peccato: rifiuto dell’autorità degli inviati di Dio. «Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi e devono renderne conto, affinché lo facciano con gioia e non lamentandosi. Ciò non sarebbe di vantaggio per voi» (Eb 13,17). 

20Si fabbricarono un vitello sull’Oreb, si prostrarono a una statua di metallo; scambiarono la loro gloria con la figura di un toro che mangia erba. 

Quarto peccato: l’idolatria. «Sul monte, poi, apparve Dio nella sua maestà e diede la Legge nel timore. Proprio in quel luogo, invece, mostrarono la peggiore empietà: adorarono un manufatto» (Td 1728). 

21Dimenticarono Dio che li aveva salvati, che aveva operato in Egitto cose grandi, 22meraviglie nella terra di Cam, cose terribili presso il Mar Rosso. 23Ed egli li avrebbe sterminati, se Mosè, il suo eletto,  non si fosse posto sulla breccia davanti a lui pe impedire alla sua collera di distruggerli. 

Quando Dio disse a Mosè: “Lascia che li distrugga per fare di te un nuovo popolo”, questi gli rispose: “Se vuoi perdonare le loro colpe, fallo pure ma se non perdoni loro, cancella anche me dal libro della vita” (Es 32,10. 32). «Questo dimostra quanto valore abbia davanti a Dio l'intercessione dei santi in favore degli altri» (Ag37,1412). «Abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto» (Gv 2,1). Egli «può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: è sempre vivo per intercedere a loro favore» (Eb 7,24-25). 

24Rifiutarono una terra di delizie, non credettero alla sua parola. 25Mormorarono nelle loro tende, non ascoltarono la voce del Signore. 26Allora egli alzò la mano contro di loro, giurando di abbatterli nel deserto, 27di disperdere la loro discendenza tra le nazioni e disseminarli nelle loro terre. 

Quinto peccato: il rifiuto di entrare nella terra promessa per paura. «Quando Dio ordinò agli Israeliti di entrare nella terra promessa, presi da grande viltà, si opposero con fermezza; dichiararono che i Cananei erano molto forti, al punto che non sarebbero stati in grado di contrastarli. Sarebbe stato molto opportuno che si fidassero di chi li aveva salvati» (Td 1728.1729). 

28Adorarono Baal-Peor e mangiarono i sacrifici dei morti. 29Lo provocarono con tali azioni, e tra loro scoppiò la peste. 30Ma Fineès si alzò per fare giustizia: allora la peste cessò. 31Ciò fu considerato per lui un atto di giustizia di generazione in generazione, per sempre. 

Sesto peccato: il culto di Baal-Peor. Si congiunsero con donne Moabite, e accolsero i loro empi culti. Finees colpì con una lancia un israelita che stava per unirsi ad una moabita. (Cf Nm 25,7). «Ora se Finees avesse fatto questo per odio verso i trasgressori, e non per amore, non gli sarebbe stato attribuito a giustizia, ma egli era divorato dallo zelo per la casa di Dio. Dopo la rivelazione del Nuovo Testamento, certo, la disciplina voluta dal Signore Gesù Cristo è più dolce, ma la minaccia della geenna è più terribile di quelle proferite da Dio, secondo l'economia di quei tempi» (Ag37,1413). 

32Lo irritarono anche alle acque di Merìba e Mosè fu punito per causa loro: 33poiché avevano amareggiato il suo spirito ed egli aveva parlato senza riflettere. Settimo peccato: Mosè viene indotto al dubbio (Cf Nm 20,1-13). 

Il profeta «esitò come se Dio, il quale aveva già operato sì grandi prodigi, non potesse far sgorgare l'acqua dalla roccia. Turbato infatti dalla mormorazione del suo popolo infedele, non conservò la fiducia nella misura dovuta» (Ag37,1414). 

34Non sterminarono i popoli come aveva ordinato il Signore, 35ma si mescolarono con le genti e impararono ad agire come loro. 36Servirono i loro idoli e questi furono per loro un tranello. 37Immolarono i loro figli e le loro figlie ai falsi dèi. 38Versarono sangue innocente, il sangue dei loro figli e delle loro figlie, sacrificati agli idoli di Canaan, e la terra fu profanata dal sangue. 

Ottavo peccato: l’accettazione dei costumi pagani. «Dio vietava la relazione per impedire una commistione; permetteva un male minore per evitarne uno peggiore. Gli israeliti trasgredirono anche questo comando; si mescolarono con i malvagi e imitarono le loro iniquità» (Td 1732). Il popolo di Dio rischia sempre di contaminarsi con usi pagani. «Ho da rimproverarti alcune cose: presso di te hai seguaci della dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei figli d’Israele, spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e ad abbandonarsi alla prostituzione» (Ap 2,14). 

40L’ira del Signore si accese contro il suo popolo ed egli ebbe in orrore la sua eredità. 41Li consegnò in mano alle genti, li dominarono quelli che li odiavano. 42Li oppressero i loro nemici: essi dovettero piegarsi sotto la loro mano. 

«In Dio non esiste passione, e solo per un'abituale metafora questo nome dell’ira designa il potere vendicativo. Se li ha chiamati eredità di Dio, è evidente che non per perderli, ma per correggerli egli li ebbe in abominio e li abbandonò in balia dei nemici» (Ag37,1415).

43Molte volte li aveva liberati, eppure si ostinarono nei loro progetti e furono abbattuti per le loro colpe; 44ma egli vide la loro angustia, quando udì il loro grido. 45Si ricordò della sua alleanza con loro e si mosse a compassione, per il suo grande amore. 46Li affidò alla misericordia di quelli che li avevano deportati. 47Salvaci, Signore Dio nostro, radunaci dalle genti, perché ringraziamo il tuo nome santo: lodarti sarà la nostra gloria.

Infine viene celebrato il perdurare della fedeltà di Dio nei confronti del popolo, nonostante l’indegnità di quest’ultimo. Gli esiliati, che hanno sperimentato il perdono e il soccorso di Dio già nel corso della loro schiavitù, ora possono sperare anche nel ritorno in patria: «Se li affliggeva con una pena, poi ritornava ad essere misericordioso con loro» (Td 1733). Termina il quarto libro dei Salmi. 

Salmo 106

Inizia il quinto libro dei Salmi (106-150). Inno di ringraziamento innalzato da persone radunate in patria, scampate da vari pericoli: smarrimento nel deserto, prigionia, malattia mortale, naufragio. Ogni altra situazione problematica della vita è implicata. «È in ognuno di noi, singolarmente preso, che accadono queste cose che sono state scritte, ed accadono quindi nel popolo: siamo stati riscattati dal potere dei nemici per il sangue prezioso di Cristo» (Ag37,1420).

1Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. 2Lo dicano quelli che il Signore ha riscattato, che ha riscattato dalla mano dell’oppressore 3e ha radunato da terre diverse, dall’oriente e dall’occidente, dal settentrione e dal mezzogiorno. 

Ringraziamento per il raduno dei figli di Dio. «Io salvo il mio popolo dalla terra d’oriente e d’occidente; li ricondurrò ad abitare in Gerualemme; saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio» (Zc 8,7-8). «Gesù doveva morire per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi» (Gv 11,51-52). «Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32). 

1. Ritorno dal deserto

4Alcuni vagavano nel deserto su strade perdute, senza trovare una città in cui abitare. 5Erano affamati e assetati, veniva meno la loro vita. 6Nell’angustia gridarono al Signore ed egli li liberò dalle loro angosce. 

Gli uomini che si erano perduti nel deserto, sono invitati a ringraziare il Signore. Tutti gli uomini hanno sperimentato il deserto, ebrei e pagani: «Babilonia era un deserto arido perché priva di Dio. Tutti i pagani, che s'accostavano alla fede di Cristo, erano stati prima uomini senza speranza (Cf Ef 2,12)» (Td 1737). «La liberazione degli Ebrei fu un evento stupendo e generoso, ma ancora più mirabile, scaturito da un amore ancora più grande, fu la salvezza del mondo e il suo mutamento in meglio. Dio non compì tutto questo in base ai nostri meriti ma ci salvò a motivo della sua misericordia» (Td 1740). 

7Li guidò per una strada sicura, perché andassero verso una città in cui abitare. 

I cristiani di venire condotti nella Gerusalemme del cielo, presso il Pafre. Abbiamo «piena libertà di entrare nel santuario [del cielo] per mezzo del sangue di Gesù, per questa via nuova e vivente» (Eb 10,19-0). 

8Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini, 9perché ha saziato un animo assetato, un animo affamato ha ricolmato di bene. 

«Non avranno più fame, né avranno più sete. L’Agnello sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita» (Ap 7,16-17). 

2. Nel carcere

10Altri abitavano nelle tenebre e nell’ombra di morte, prigionieri della miseria e dei ferri, 11perché si erano ribellati alle parole di Dio e avevano disprezzato il progetto dell’Altissimo. 

Ringraziamento per la liberazione dalla prigionia. Chiama miseria e ceppi «il trovarsi in un condizione estrema al quale non è possibile sfuggire. Per gli Ebrei sarebbe stato impossibile liberarsi dalla prigionia in Babilonia e per l'umanità dal potere della morte. Soltanto la misericordia divina ha potuto soccorrere gli uni e gli altri liberandoli dal loro dominatore e offrire il rimedio a dei mali tanto opprimenti» (Td 1741). 

12Egli umiliò il loro cuore con le fatiche: cadevano e nessuno li aiutava. 13Nell’angustia gridarono al Signore, ed egli li salvò dalle loro angosce. 

«Con un giogo sul collo siamo perseguitati, siamo sfiniti, non c’è per noi riposo» (Lm 5,5). 

 14Li fece uscire dalle tenebre e dall’ombra di morte espezzò le loro catene. 15Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini, 16perché ha infranto le porte di bronzo e ha spezzato le sbarre di ferro. 

«Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù» (Gal 5,1). «La stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rm 8,20).

3. Nella malattia

17Altri, stolti per la loro condotta ribelle, soffrivano per le loro colpe; 18rifiutavano ogni sorta di cibo e già toccavano le soglie della morte. 

Ringraziamento per la guarigione da una malattia mortale, caratterizzata da una totale inappetenza. Il popolo rifiutò il cibo della manna: «Ora la nostra gola inaridisce; non c’è più nulla, i nostri occhi non vedono altro che questa manna» (Nm 11,5-6). «I pagani, non vollero alimentarsi apprendendo gli insegnamenti dei loro filosofi, al punto da eliminare o torturare alcuni di loro. Ciò nonostante Dio, Padre di tutti, procurò loro il cibo che dona l’immortalità e li spinse ad assumerlo con grande disponibilità, per farli attraversare le soglie della morte» (Td 1741). Molti rifiutano il banchetto del Regno: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi» (Lc 14,17-18). 

 19Nell’angustia gridarono al Signore, ed egli li salvò dalle loro angosce. 20Mandò la sua parola, li fece guarire e li salvò dalla fossa. 21Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini. 22Offrano a lui sacrifici di ringraziamento, narrino le sue opere con canti di gioia. 

«Fu mandato Raffaele a guarire» (Tb 3,17). «Folle numerose venivano per ascoltare [Gesù] e farsi guarire dalle loro malattie» (Lc 5,15). 

4. Scampato naufragio

23Altri, che scendevano in mare sulle navi, commerciavano sulle grandi acque, 24videro le opere del Signore e le sue meraviglie nel mare profondo. 25Egli parlò e scatenò un vento burrascoso, che fece alzare le onde: 26salivano fino al cielo, scendevano negli abissi; si sentivano venir meno nel pericolo. 27Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi: tutta la loro abilità era svanita. 28Nell’angustia gridarono al Signore, ed egli li fece uscire dalle loro angosce. 29La tempesta fu ridotta al silenzio, tacquero le onde del mare. 30Al vedere la bonaccia essi gioirono, ed egli li condusse al porto sospirato. 

Ringraziamento per uno scampato naufragio. «Se dovrai attraversare le acque, sarò con te» (Is 43,2). «Allora vollero prendere Gesù sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti» (Gv 6,21). 

Appendice al salmo: meditazione sull’agire di Dio e rendimento di grazie.

31Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini. 32Lo esaltino nell’assemblea del popolo, lo lodino nell’adunanza degli anziani. 

Il salmista enuncia dei mutamenti operati dal Signore. «Ogni sua disposizione avrà luogo a suo tempo» (Sir 39,16). 

Primo mutamento: il terreno irrigato diventa riarso, come punizione per il peccato ma, in seguito, ritorna irriguo e abitabile.

33Cambiò i fiumi in deserto, in luoghi aridi le fonti d’acqua 34e la terra fertile in palude, per la malvagità dei suoi abitanti. 35Poi cambiò il deserto in distese d’acqua e la terra arida in sorgenti d’acqua. 36Là fece abitare gli affamati, ed essi fondarono una città in cui abitare. 37Seminarono campi e piantarono vigne, che produssero frutti abbondanti. 

«Il suolo riarso si muterà in sorgenti d’acqua. Vi cammineranno i redenti» (Is 35,7-9). «I cieli si dissolveranno e gli elementi incendiati si fonderanno! Noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova» (2 Pt 3,12-13). 

Secondo mutamento: la popolazione viene incrementata e, in seguito, diminuita: i potenti vengono umiliati e i poveri esaltati.

38Li benedisse e si moltiplicarono, e non lasciò diminuire il loro bestiame. 39Poi diminuirono e furono abbattuti dall’oppressione, dal male e dal dolore. 40Colui che getta il disprezzo sui potenti li fece vagare nel vuoto, senza strade. 41Ma risollevò il povero dalla miseria e moltiplicò le sue famiglie come greggi. 

«Sui potenti getta il disprezzo e allenta la cintura dei forti. Rende grandi i popoli e li fa perire, fa largo ad altri popoli e li guida» (Gb 12,21-23). «Il Signore fa morire e fa vivere, scendere agli inferi e risalire. Solleva dalla polvere il misero» (1 Sam 2,6.8). «Dio ha scelto ciò che nel mondo è disprezzato, per ridurre al nulla le cose che sono» (1 Cor 1,28). 

42Vedano i giusti e ne gioiscano, e ogni malvagio chiuda la bocca. 

«Ecco, se egli demolisce, non si può ricostruire, se imprigiona qualcuno, non c’è chi possa liberarlo. Se trattiene le acque, vi è siccità, se le lascia andare, devastano la terra» (Gb 12,14-15). 

43Chi è saggio osservi queste cose e comprenderà l’amore del Signore. 

I giusti imparano a riconoscere la sapienza provvidenziale dell’agire di Dio. «A un suo comando si realizza quanto egli vuole. Non c’è da dire: “Che è questo? Perché quello” poiché tutte le cose sono create per un fine» (Sir 39,19-21). 

Preghiere della comunità

Per la vittoria sui nemici (107); per ottenere giustizia a favore del povero (108). Nella speranza dell’avvento del re/Messia (109), la comunità rimane fedele nella lode (110) e si dispone a vivere nella rettitudine (111)

Salmo 107

1Canto. Salmo. Di Davide. Durante il culto, un profeta annuncia un oracolo di vittoria. «I nemici invisibili suggeriscono al nostro cuore che Dio non ci soccorre; dopo averci convinti a cercare un altro aiuto, ci troveranno deboli e cadremo loro prigionieri» (Ag36,325).

2Saldo è il mio cuore, o Dio, saldo è il mio cuore. Voglio cantare, voglio inneggiare: svegliati, mio cuore, 3svegliatevi, arpa e cetra, voglio svegliare l’aurora. 

L’assemblea, radunata per il culto, pur trovandosi in un tempo d’afflizione, si mostra risoluta nell’innalzare la lode al Signore: «Il mio cuore, la mia facoltà di pensiero è pronta. E Tu, allora, Signore, manda il tuo Spirito. Quando abiterà nella mia anima, io, canterò e salmeggerò» (Es23,513). [Af-kevodì: Perfino con la mia gloria, voglio inneggiare]. 

4Ti loderò fra i popoli, Signore, a te canterò inni fra le nazioni:

«Ti benedico, Padre, Signore del cielo e della terra» (Mt 11,25). 

5grande fino ai cieli è il tuo amore e la tua fedeltà fino alle nubi. 

L’amore di Dio (chasdècha) è caraterizzato dalla fedeltà (amittècha). È una realtà immensa: «Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri» (Is 55,9). «Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatto sedere nei cieli in Cristo» (Ef 2,6). 

6Innalzati sopra il cielo, o Dio; su tutta la terra la tua gloria

Dio manifesta la sua gloria soprattutto quando introduce nel mondo il suo Regno. «Sia santificato il tuo Nome, venga il tuo Regno» (Mt 6,9-10). 

7Perché siano liberati i tuoi amici, salvaci con la tua destra e rispondici. 

Con la lode, s’innalza l’invocazione. Iedidècha (i tuoi amici): «Prediletto del Signore, Beniamino, abita tranquillo presso di Lui; Egli lo protegge sempre e tra le sue braccia dimora» (Dt 33,17). «Questi [Gesù] è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto» (Mt 3,17). «A quanti sono in Roma, diletti da Dio e santi per vocazione…» (Rm 1,7)

8Dio ha parlato nel suo santuario: «Esulto e divido Sichem, spartisco la valle di Succot. 9Mio è Gàlaad, mio è Manasse, Èfraim è l’elmo del mio capo, Giuda lo scettro del mio comando. 10Moab è il catino per lavarmi, su Edom getterò i miei sandali, sulla Filistea canterò vittoria». 

Durante il culto, nel tempio, un profeta annuncia la vittoria di Dio sui nemici. Soltanto Lui può e vuole difendere il suo popolo, con efficacia. Nomina Sichem, il territorio della Transgiordania (Succot e Galaad). Le tribù d’Israele, nella zona centrale (Manasse, Efraim), appartengono a Dio e i territori da loro abitati, non possono essere invasi dai popoli vicini ed ostili (Moab, la Filistea). Anzi quest’ultimi diverranno un catino per la lavanda dei piedi e riconosceranno di essere assogettate dal Signore (gettare il sandalo indica una piena presa di possesso). 

Nella rilettura cristiana, la dominazione del regno di Dio sui popoli pagani prefigura, piuttosto, la loro rigenerazione in Cristo (Cf Es23,1332). Dio attirerà a sé anche i popoli più ostili al Vangelo: «Visiterò quelli che un tempo erano nemici, rendendoli un paese di amici» (Es23,1333). 

11Chi mi condurrà alla città fortificata, chi potrà guidarmi fino al paese di Edom, 12se non tu, o Dio, che ci hai respinti e più non esci, o Dio, con le nostre schiere? 13Nell’oppressione vieni in nostro aiuto, perché vana è la salvezza dell’uomo. 

«Ancora si consumavano i nostri occhi, in cerca di un vano soccorso. Dal nostro osservatorio scrutavamo verso una nazione che non poteva salvarci» (Lam 4,17). «La tua speranza sia Dio; la tua fortezza, sia ancora Dio e la tua sicurezza, sia sempre Dio. A Lui si rivolga la tua supplica e l’oggetto della tua lode, rimanga sempre Lui» (Ag36,297). 

14Con Dio noi faremo prodezze, egli calpesterà i nostri nemici. 

«Non c’è differenza per il Cielo tra salvare per mezzo di molti e salvare per mezzo di pochi; perché la vittoria in guerra non dipende dalla moltitudine delle forze, ma è dal Cielo che viene la forza» (1 Mac 3,18; cf 2 Cr 16,7-9). «La tua forza non sta nel numero, né sui forti si regge il tuo regno: tu sei invece il Dio degli umili» (Gdt 9,11). «Per grazia di Dio sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana; anzi ho faticato più di tutti loro, non io, però, ma la grazia di Dio che è con me» (1 Cor 15,10). 

Salmo 108

1 Al maestro del coro. Di Davide. Salmo. Un povero perseguitato chiede a Dio di porsi a difesa dei miseri. Chiede che venga applicata la legge del taglione, che prevedeva una pena proporzionata al danno. Il ristabilimento totale e opportuno del diritto avverrà nel giudizio finale. Il cristiano chiede la fine di ogni genere d’oppressione a danno dei poveri. 

1Dio della mia lode, non tacere, 2perché contro di me si sono aperte la bocca malvagia e la bocca ingannatrice, e mi parlano con lingua bugiarda. 3Parole di odio mi circondano, mi aggrediscono senza motivo.

L’arma dei prepotenti è la menzogna e la falsificazione della realtà: «Alla bestia fu data una bocca per proferire parole d’orgoglio e bestemmie» (Ap 13,5). «Non rendete male per male né ingiuria per ingiuria, ma rispondete augurando il bene» (1 Pt 3,9). Gesù: «Avrebbero dovuto amarmi come benefattore ma essi mi calunniavano. Insegnavo ai miei discepoli come dovessero agire, trovandosi nella mia stessa situazione: pregate per quanti vi maltrattano (Cf Mt 5,44)» (Es23,1336). 

4In cambio del mio amore mi muovono accuse, io invece sono in preghiera. 

Va’anì tefillà: io sono preghiera. Circondato dall’odio, reagisce con una preghiera incessante, diventa preghiera. Gesù «maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia» (1 Pt 2,23). 

5Mi rendono male per bene e odio in cambio del mio amore. 

Cristo, soprattutto, «era ferito dalle iniquità che vedeva [nei suoi oppositori] e piangeva su Gerusalemme (Cf Lc 19,42)» (Es23,1337). 

6Suscita un malvagio contro di lui e un accusatore stia alla sua destra!

 L’accusatore fraudolento, verrà sopraffatto da un altro più malvagio. Alla fine, «l’empio sarà rivelato e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà con lo splendore della sua venuta» (2 Ts 2,8). 

7Citato in giudizio, ne esca colpevole e la sua preghiera si trasformi in peccato. 

Dio respinge, in modo assoluto, l’invocazione del violento: «Anche se moltiplicaste le preghiere, io non ascolterei: le vostre mani grondano sangue» (Is 1,15). 

8Pochi siano i suoi giorni e il suo posto l’occupi un altro. 

«Giuda comprò un campo col prezzo del delitto e poi, precipitando, si squarciò. Sta scritto nel libro dei salmi: “il suo incarico lo prenda un altro”» (At 1,18-20). «Io li custodivo nel tuo nome, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione» (Gv 17,12). 

9I suoi figli rimangano orfani e vedova sua moglie. 10Vadano raminghi i suoi figli, mendicando, rovistino fra le loro rovine. 11L’usuraio divori tutti i suoi averi e gli estranei saccheggino il frutto delle sue fatiche. 12Nessuno gli dimostri clemenza, nessuno abbia pietà dei suoi orfani. 

Chiede che venga applicata la legge del taglione, ma non si vendica da sé; si affida, invece, al Signore perché «l’ira dell’uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio» (Gc 1,20). Gesù imporrà di superare il rigore della legge per dare spazio alla misericordia (Cf Mt 6, 38-48). 

13La sua discendenza sia votata allo sterminio, nella generazione che segue sia cancellato il suo nome. 14La colpa dei suoi padri sia ricordata al Signore, il peccato di sua madre non sia mai cancellato: 15siano sempre davanti al Signore ed egli elimini dalla terra il loro ricordo. 

Secondo gli antichi, le conseguenze del peccato si estendono nel tempo, nei discendenti, ma lo stesso vale per il bene: «Perché ha amato i tuoi padri, ha scelto la loro posterità» (Dt 4,37). «Come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti» (Rm 5,19). La Sacra Scrittura, comunque, accredita il valore della responsabilità personale: «In quei giorni non si dirà più: “I padri hanno mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati!”, ma ognuno morirà per la sua propria iniquità; si allegheranno i denti solo a chi mangia l’uva acerba» (Ger 31,29-30). Con queste parole, la Chiesa chiede la completa liberazione dal male. 

16Perché non si è ricordato di usare clemenza e ha perseguitato un uomo povero e misero, con il cuore affranto, per farlo morire. 

«Il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia; la misericordia ha sempre la meglio nel giudizio» (Gc 2,13). 

17Ha amato la maledizione: ricada su di lui! Non ha voluto la benedizione: da lui si allontani! 18Si è avvolto di maledizione come di una veste: è penetrata come acqua nel suo intimo e come olio nelle sue ossa. 19Sia per lui come vestito che lo avvolge, come cintura che sempre lo cinge. 20Sia questa da parte del Signore la ricompensa per chi mi accusa, per chi parla male contro la mia vita. 

Continua a chiere l’applicazione della legge del taglione, perché l’ingiustizia non deve prevalere. Cristo ci ha riscattati dalla maledizione comminata ai trasgressori della Legge; anzi è diventato per noi maledizione, perché ricevessimo la benedizione promessa ad Abramo (Cf Gal 3,13-14). Da Risorto, comunicherà la benedizione ai suoi nemici: «Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l’ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione, perché ciascuno di voi si allontani dalle sue iniquità» (At 3,25-26). 

21Trattami come si addice al tuo nome: liberami, perché buona è la tua grazia. «Tu, nostro Dio, sei buono e fedele, sei paziente e tutto governi secondo misericordia. Anche se pecchiamo, siamo tuoi, conoscendo la tua potenza; ma non peccheremo più, sapendo che ti apparteniamo» (Sap 15,1-2).

«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo» (Gv 17,1). 

22Io sono povero e misero, dentro di me il mio cuore è ferito. 

«Mio Signore, nostro re, tu sei l'unico! Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso se non te, perché un grande pericolo mi sovrasta» (Est 4,17l).

«Cristo, preoccupandosi per la rovina delle loro anime, per quella del traditore e degli altri partecipi del complotto, come pure della rovina di tutto il popolo giudaico, confessa, nel suo amore per gli uomini, di essere ferito nel cuore» (Es23,1340). 

23Come ombra che declina me ne vado, scacciato via come una locusta. 

«Noi siamo stranieri davanti a te e pellegrini come tutti i nostri padri. Come un'ombra sono i nostri giorni sulla terra e non c'è speranza» (1 Cr 29,15). 

24Le mie ginocchia vacillano per il digiuno, scarno è il mio corpo e dimagrito. 

«Gesù, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame» (Mt 4,2). «Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete» (Gv 4,32). 

25Sono diventato per loro oggetto di scherno: quando mi vedono, scuotono il capo. 26Aiutami, Signore mio Dio, salvami per il tuo amore. 27Sappiano che qui c’è la tua mano: sei tu, Signore, che hai fatto questo. 

Così invoca Gesù: «Comprendano che ho affrontato la morte in modo volontario e che questo evento era previsto nel tuo progetto di salvezza. per mezzo della croce hai voluto comunicare a tutti la tua salvezza» (Td 1764). 

28Essi maledicano pure, ma tu benedici! Insorgano, ma siano svergognati e il tuo servo sia nella gioia. 

Il profeta, Servo del Signore, verrà sostenuto da Dio: «Non verrà meno e non si abbatterà finché non avrà stabilito il diritto sulla terra» (Is 42,4). «Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce» (Is 53,11). 

29Si coprano d’infamia i miei accusatori, siano avvolti di vergogna come di un mantello. 

«Per lo spavento che ebbero, le guardie furono scosse e rimasero come morte» (Mt 28,4). «Abbiamo trovato la prigione sbarrata e le guardie che stavano davanti alle porte, ma, quando abbiamo aperto, non vi abbiamo trovato nessuno» (At 5,23). 

30A piena voce ringrazierò il Signore, in mezzo alla folla canterò la sua lode 31perché si è messo alla destra del misero per salvarlo da quelli che lo condannano. 

«In tutta la terra, nelle Chiese, è offerta al Padre da parte del Signore Gesù una grandissima azione di grazie» (Es23,1341). 

Salmo 109

1Di Davide. Salmo. Celebrazione per la vittoria del re [del Messia]. 

Oracolo del Signore al mio signore: «Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi». 

Un profeta fa conoscere al re che Dio lo ha proclamato suo collaboratore e, per questo motivo, ha deciso d’insediarlo alla sua destra (la reggia si trovava alla destra del tempio). 

Gesù, a partire della sua risurrezione, si è assiso alla destra di Dio Padre ed è stato costituito da Lui come Signore dell’universo (Mt 26,64; At 2,34-35; Rm 8,34; Ef 1,20). Il titolo di Signore è molto pregnante: «Dio Padre dichiara al Signore, cioè a Cristo, di essere il Signore e non attribuisce questo titolo ad una creatura» (Td 1767). «Il trono indica la dignità regale; la sessione la lunga durata del Regno; la collocazione alla destra, la partecipazione ai benefici di Dio Padre» (Es23,1341). 

2Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici!

Cristo sottomette i nemici cambiando il cuore degli uomini, annientando il peccato e la morte (Cf 1 Cor 15,26). Il Vangelo si diffonde in modo mite e silenzioso come il lievito nella pasta (Cf Lc 13,21) ma è «potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede» (Rm 1,16). «Certo non vedi il Cristo seduto alla destra del Padre; puoi vedere, però, in che modo i suoi nemici siano posti a sgabello dei suoi piedi. Questo sta avvenendo! Anche se in forma lenta e graduale, si attua in modo continuo» (Ag37,1452). 

3A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori; dal seno dell’aurora, come rugiada, io ti ho generato.

Il testo ebraico, deteriorato, è di difficile interpretazione. La LXX traduce in questo modo: Con te è il principio (o autorità) nel giorno della tua potenza, negli splendori dei tuoi santi. Dal ventre, prima dell’apparizione della stella del mattino (lucifero), ti ho generato. Il principato di Cristo si manifesterà in pienezza nell’ora del giudizio e nel momento in cui i santi parteciperanno alla sua gloria di Risorto: «Profetizza l’ora del giudizio, nella quale, con la sua divina potenza, giudicherà tutti gli uomini, venendo con tutti i suoi santi angeli» (Atanasio, 461). «Che cosa significa dal ventre? Nel segreto, cioè da me stesso, dalla mia sostanza» (Ag37,1458). 

4Il Signore ha giurato e non si pente: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedek». 

Il re viene anche elevato al sacerdozio, con una designazione divina, mentre i sacerdoti del tempio diventavano tali per discendenza umana: «[Dio] ha giurato che questo sacerdozio sarebbe durato in eterno e che non sarebbe mai stato abolito» (Td 1772). Melchisedek, un personagio avvolto nel mistero, che fu re e sacerdote (Cf Gen 14,17-20) senza appartenere, neppure lui, alla stirpe di Levi, prefigura il sacerdozio di Cristo (Cf Eb 5,6; 7,17). «Che cosa fa Cristo come sacerdote in eterno? Sta alla destra di Dio ed intercede per noi. Egli, il solo che non ha peccato, purifica con facilità dai peccati» (Ag37,1460). 

5Il Signore è alla tua destra! Egli abbatterà i re nel giorno della sua ira, 6sarà giudice fra le genti, ammucchierà cadaveri, abbatterà teste su vasta terra. 

Dio protegge il re da lui scelto e gli assicura una piena vittoria. «Il Signore distruggerà i suoi avversari! Il Signore giudicherà le estremità della terra; darà forza al suo re, innalzerà la potenza del suo Messia» (1 Sm 2,10). «La sua parola sarà una verga che percuoterà il violento» (Is 11,4). 

Cristo, al contrario, vince i nemici dando forza al suo Vangelo, senza usare violenza: «Vuoi sapere quali re? Hai forse dimenticato il testo: “Si levarono i re della terra, ed i principi si riunirono insieme contro il Signore e contro il suo Cristo?” (Sal 2). Hanno tentato con ogni sforzo di cancellare dalla terra il nome cristiano e non ci sono riusciti» (Ag37,1460). 

7Lungo il cammino si disseta al torrente, perciò solleva alta la testa. 

Il re, mentre combatte, si china a bere e poi rialza il capo; il chinarsi a bere indica la sua fatica; il sollevare il capo la sua gloriosa vittoria. «Li disseti al torrente delle tue delizie» (Sal 35,9). «Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome» (Fil 2,9). 

Salmo 110

Alleluia. Si ode «la voce di un uomo che esulta nella gioia, e prefigura il popolo il cui cuore si effonde nell'amore di Dio, cioè il Corpo di Cristo, ormai liberato da ogni peccato» (Ag37,1403). Anzi «l’inno di ringraziamento è pronunciato dal Salvatore in persona che rende grazie per la salvezza di tutti» (Es23,1344). «Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: “Io ti rendo lode, o Padre”» (Lc 10,21). 

1Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, tra gli uomini retti riuniti in assemblea. 

Un singolo fedele ringrazia a nome di tutta l’assemblea e così la istruisce. «Con tutto il cuore, Signore, ti offro lodi e ringraziamenti. Non lo faccio da solo, ma assieme a me c’è l’intera comunione dei fedeli» (Td 1776). «Non dice rendo grazie ma renderò grazie perché continuerà a farlo» (Gero 698). 

2Grandi le opere del Signore, le contemplino coloro che le amano. 

Contempliamo «la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti» (Ef 1,19). «Degne di meraviglia e di stupore sono le gesta operate dalla potenza di Dio. Meritano d’essere meditate senza posa. Egli realizza ciò che ha stabilito; ogni evento è colmo della sua sapienza ed esige d’essere celebrato al di sopra di tutto» (Td 1776.1777). «Dio ha operato con magnificenza quando ha dichiarato giusti coloro che prima erano peccatori. Che cosa poteva fare di più grande? Ha fatto diventare uomo giusto chi era malvagio e figlio, chi era suo nemico» (BW 409). 

4Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie, misericordioso e pietoso è il Signore. 

«Liberò l'antico popolo dall'Egitto, ma il secondo da quella del demonio. L'antico popolo fu guidato nel passaggio del mar Rosso ma il nuovo nell'acqua del battesimo; nutrì l'uno con il pane celeste e l'atro con il Pane vivo che scende dal cielo; al primo concesse la terra promessa ai padri, all'altro donò la terra dei viventi promessa ai santi» (Gero 699). 

5Egli dà il cibo a chi lo teme, si ricorda sempre della sua alleanza. 

«Fortezze sulle rocce saranno il rifugio [del giusto], gli sarà dato il pane, avrà l’acqua assicurata» (Is 33,16). «Dal cielo offristi loro un pane già pronto senza fatica, capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto» (Sap 16,20). 

6Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere, gli diede l’eredità delle genti. 

Il cammino di liberazione per Israele è culminato nel dono della terra promessa, quello Chiesa si compie nella vita eterna: «Non devi pensare ad una terra che stilla latte e miele, o a qualche bene desiderato dallo sguardo dell’avaro. La cupidigia è la radice di tutti i mali e dev'essere mortificata. Quaggiù sia distrutta, per essere saziata lassù» (Ag37,1466). 

7Le opere delle sue mani sono verità e diritto, stabili sono tutti i suoi comandi, 8immutabili nei secoli, per sempre, da eseguire con verità e rettitudine. 

«Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Mt 24,35). «Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi» (Gc 1,21-22). 

9Mandò a liberare il suo popolo, stabilì la sua alleanza per sempre. 

«Guidasti con il tuo favore questo popolo che hai riscattato, lo conducesti con forza alla tua santa dimora» (Es 15,13). «Cristo Gesù ha dato se stesso in riscatto per tutti» (1 Tm 2,6). «Concluderò con loro un’alleanza eterna e non cesserò più dal beneficarli; metterò nei loro cuori il mio timore, perché non si allontanino da me» (Ger 32,40). 

Santo e terribile è il suo nome. 

«Noi, che possediamo un regno incrollabile, conserviamo questa grazia, mediante la quale rendiamo culto in maniera gradita a Dio con riverenza e timore; perché il nostro Dio è un fuoco divorante» (Eb 12,28-29). 

10Principio della saggezza è il timore del Signore, rende saggio chi ne esegue i precetti. 

Temere Dio è l’essenza di un’esistenza sapiente. «La sapienza non consiste nel retto pensiero ma nell'esperienza delle realtà divine. Ai principianti è dovuto il timore ma ai perfetti l'amore pieno» (Td 1780). 

La lode del Signore è senza fine. 

«Il fine dei beati consiste nell’essere accanto a Dio e nel dedicarsi soltanto alla teologia (=celebrazione) e alla lode» (Es23,1345). 

Salmo 111

Alleluia. «Il Profeta parla della beatitudine del giusto; preannuncia l’incarnazione di Cristo e la condanna dei malvagi» (BW 411). 

1Beato l'uomo che teme il Signore. 

Il salmista «parla del timore che nasce dall’amore, perché nessun altro timore causa beatitudine. Anche i demoni temono Dio ma questo timore non produce in loro la beatitudine ma piuttosto una sofferenza» (Bs PL 164 1131). 

Nei suoi precetti trova la sua gioia. 

«L'uomo innamorato della pace ripone tutte le sue delizie nei comandamenti [divini]» (Ag37,1468). «La bontà è come un giardino di benedizioni, la misericordia dura sempre» (Sir 40,17). 

2Potente sulla terra sarà la sua stirpe, la discendenza degli uomini retti sarà benedetta. 

«I giusti ottengono di generare quando altri uomini li imitano e così si perpetuano in quelli che agiscono come loro» (BW 411). 

3Prosperità e ricchezza nella sua casa, la sua giustizia rimane per sempre. 

«L'uomo timorato di Dio non aspira a gloria umana né è avido di ricchezze. Nella sua casa, tuttavia, stanno gloria e ricchezza. La sua casa è il cuore e dal suo intimo egli loda Dio» (Ag37,1469). 

4Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti. 

«Gli uomini retti volgono a Dio il cuore e camminano con lui; antepongono alla propria volontà quella di Dio né si arrogano alcun successo alla sola propria volontà. Sanno d'essere stati tenebra e se ora sono luce, lo sono nel Signore (Cf Ef 5,8)» (Ag37,1469). 

Misericordioso, pietoso e giusto. 

Dio riserverà un giudizio severo, senza misericordia, verso colui che non ha agito con misericordia (Cf Gc 2,13). «Quando perdoni, usi quella compassione per la quale sarà perdonato anche a te; quando doni, presti al prossimo qualcosa che ti verrà restituito. Perdono dei peccati ed elargizione benevola di benefici, sono segnalate nelle parole del Vangelo: “Perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato” (Lc 6,37-38)» (Ag37,1469). 

 7Cattive notizie non ha da temere: saldo è il suo cuore, confida nel Signore. Sicuro è il suo cuore, non teme, finché non vedrà la rovina dei suoi nemici. 

«Il Signore promette di soccorrere quanti incorrono in qualche sventura. Ad esempio: impedì che Giuseppe venisse ucciso dai fratelli e poi lo liberò; diede aiuto ad Abramo nel rapimento di Sara. È un contrassegno della potenza divina, lasciare che i giusti incontrino la sofferenza per esercitarli nel bene, ma presto dissolve ogni nube e dona un tempo sereno» (Td 1781). 

 9Egli dona largamente ai poveri, la sua giustizia rimane per sempre, la sua fronte s’innalza nella gloria. 

«L'uomo timorato di Dio non soltanto usa misericordia verso i miseri, ma lo fa con grande generosità; imita il seminatore che sparge il seme con larghezza (Cf 2 Cor 9,6)» (Td 1784). 

10Il malvagio vede e va in collera, digrigna i denti e si consuma. Il desiderio dei malvagi fallisce. 

«Il peccatore proverà un pentimento infruttuoso perché tardivo. Contro chi si scaglierà se non contro se stesso?» (Ag37,1470). 

Salmo 112

I Salmi 112-117 celebrano la Pasqua, l’uscita dall’Egitto. 

La liberazione dalla schiavitù d’Egitto è il segno più chiaro della cura che Dio esercita verso i poveri. «Anna ringrazia Dio dicendo: “Solleva da terra il misero e dal letame rialza il povero” (1 Sam 2,7 ss). Il Dio Altissimo opera questo di continuo. Ha fatto sedere sul trono regale Giuseppe che era stato condotto schiavo (Gen 37,28). Ha fatto re il beato David che era pastore (1 Sam 16,1-13). Mosè, che custodiva le pecore, è stato costituito come dio per Faraone» (Es23,1352). La compassione di Dio verso i miseri, raggiunge il suo culmine nella redenzione operata da Gesù: «Che cosa c’è di più povero della nostra umanità? Tuttavia Cristo l’ha innalzata, ne ha sollevato in alto le primizie e l’ha fatta sedere nel più alto dei cieli» (Es23,1352). 

Alleluia. Lodate, servi del Signore, lodate il nome del Signore. 

Il Nome del Signore (Shèm Adonai) viene evocato tre volte. Dio ha rivelato il suo Nome a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione» (Es 3,15). Il Nome di Dio è stato ripresentato da Gesù, il Dio con noi: «[Il salmista] sapeva che c’è un “Nome che è al di sopra di ogni nome” (Cf Fil 2,9). Come ci sono degli incantesimi, certe parole o certi nomi, allo stesso modo sapeva che il Nome che è al di sopra di ogni nome è salutare» (Es23,465). 

2Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre. 3Dal sorgere del sole al suo tramonto, sia lodato il nome del Signore. 

La lode riempie il tempo (ora e sempre) e lo spazio (dal sorgere del sole, al tramonto): «Solo a Dio si addice essere glorificato sempre e dovunque» (Ag37,1471) «Parole simili sgorgano da un affetto immenso! Quanto più si ama Dio, tanto più si gode nel lodarlo» (Bs 1134). 

4Su tutte le genti eccelso è il Signore, più alta dei cieli è la sua gloria.  

«Apparve qualcosa come una pietra di zaffìro in forma di trono e su questa specie di trono, in alto, una figura dalle sembianze umane. Mi apparve splendido come metallo incandescente, mi apparve come di fuoco. Così percepii in visione la gloria del Signore. Quando la vidi, caddi con la faccia a terra» (Ez 1,27-29). Il Verbo tuttavia «pur essendo di natura divina, spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo» (Fil 2,7). «Dio non ha fatto se non opere mirabili. L’azione più sorprendente, tuttavia, è stata la sua volontaria umiliazione, quando ha assunto la nostra carne e ha condiviso le nostre sofferenze» (Bs 836).

5Chi è come il Signore, nostro Dio, che siede nell’alto

«Così dice il Signore:  “Io sono il primo e io l’ultimo; fuori di me non vi sono dei. Chi è come me? Lo proclami, lo annunci e me lo esponga”» (Is 44,6-7). 

6e si china a guardare sui cieli e sulla terra? 

«Su chi volgerò lo sguardo? Sull’umile e su chi ha lo spirito contrito e su chi teme la mia parola» (Is 66,2). «Dio abita negli umili che Egli ha esaltato rendendoli suo cielo, trova il suo riposo nei santi (Cf Is 57,15)» (Ag37,1472).

7Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero, 8per farlo sedere tra i principi, tra i principi del suo popolo. 

‘Ashpot: immondizia, letame. «Non viene sollevato dall’immondizia l’uomo asservito ai desideri dell’egoismo? Ora si trova in alto perché il Signore abita nel suo cuore; quindi è in cielo» (Ag37,1474). Di solito gli uomini agiscono al contrario: «Se guardate a colui che è vestito splendidamente e gli dite: “Tu siediti qui comodamente”, e al povero dite: “Tu mettiti in piedi”, non siete giudici perversi?» (Gc 2,3). 

9Fa abitare nella casa la sterile, come madre gioiosa di figli. Alleluia. 

«Esulta o sterile che non hai partorito!» (Is 54,1). «Questo fatto si verificò più volte: Sara, Rachele, Anna, la madre di Sansone ed Elisabetta, pur essendo sterili, divennero madri. L’evento si realizza soprattutto per la Chiesa: di per sé sterile, diventa madre per opera di Dio, lieta per un numero grandissimo di figli» (Td 1788). 

Salmo 113/a

Con accenti poetici, il salmo celebra l’uscita dall’Egitto, il passaggio del mar Rosso (Cf Es 14,22) e del fiume Giordano (Cf Gs 3,14-17), insieme ad altre azioni prodigiose di Dio, come il miracolo dell’acqua sgorgata dalla roccia (Cf Es 17,6). «Per l'intervento dello Spirito, in opere e in parole, fu annunziato, in antecedenza, quel che era destinato a manifestarsi in modo pieno, ora, per noi, nella pienezza del tempo» (Ag37,1475). 

1Quando Israele uscì dall’Egitto, la casa di Giacobbe da un popolo barbaro, 2Giuda divenne il suo santuario, Israele il suo dominio. 

«Quel popolo non poté allontanarsi dall'Egitto se non per l'intervento di Dio liberatore; così nessuno si stacca col cuore dalla malvagità di questo mondo, se la misericordia divina non interviene ad aiutarlo» (Ag37,1477). «Quando il Signore liberò Israele dall'Egitto, lo stabilì quale suo popolo e in Giudea edificò il suo tempio» (Td 1789). Anzi il popolo stesso divenne abitazione di Dio (leqodshò) e lo spazio nel quale Egli esercita la sua sovranità (mamshelotàv): «Noi siamo il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò» (2 Cor 6,16). «[Cristo] che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue e ha fatto di noi un regno» (Ap 1,5-6). 

3Il mare vide e si ritrasse, il Giordano si volse indietro, 4le montagne saltellarono come arieti, le colline come agnelli di un gregge. 

«Attribuisce la sensibilità a cose inanimate per annunciare la potenza di Dio: “Mentre tu, Signore, conducevi il tuo popolo, il mare, sconvolto dalla paura, offrì un sentiero spedito. Si ritirò anche il fiume e trattenne il flusso della corrente. Come se fosse provvisto di ragione, vide la tua potenza presente nell'arca. Monti e colline tripudiarono per accogliere il Signore dei cieli» (Td 1789). «Voi avete deciso di aderire a Dio con tutto il cuore. Volete sbarazzarvi delle antiche passioni e sottomettervi, con animo docile, al giogo soave del Signore. Tutti gli impedimenti del mondo sono ormai superati. Il mare ha visto ed è fuggito. A te è rimasta aperta la via alla libertà spirituale senza alcuna resistenza di contraddittori» (Ag37,1478.1479). 

5Che hai tu, mare, per fuggire, e tu, Giordano, per volgerti indietro? 6Perché voi, montagne, saltellate come arieti e voi, colline, come agnelli di un gregge?

«Per qual motivo, o mare, fuggisti? Tu, o Giordano, perché ti rivolgesti indietro? Come mai sono finiti tutti gli ostacoli? Come mai vi volgete al Signore, voi, miriadi di fedeli sparsi per tutta la terra, rinunziando al mondo presente?» (Ag37,1479) «Tale grande stupore, deriva da una gioia immensa. Questo cambiamento non è opera vostra. Dio ha realizzato questa uscita e ha creato tanta gioia» (Bs 1136). 

7Trema, o terra, davanti al Signore, davanti al Dio di Giacobbe. 

«Il tremore non è avvenuto come scuotimento di montagne ma come conversione felice di tanti popoli» (BW PL 142 415). 

8 [Il Dio di Giacobbe] che muta la rupe in un lago, la roccia in sorgenti d’acqua. 

«Convocate la comunità e alla loro presenza parlate a quella roccia, ed essa farà uscire l'acqua; tu farai sgorgare per loro l'acqua dalla roccia e darai da bere alla comunità e al suo bestiame”» (Nm 20,8). 

Dalla roccia che è Cristo [Dio] «fa scaturire, per il popolo assetato, fonti che zampillano alla vita eterna» (Bs 1137). «Mi mostrò un fiume d’acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello» (Ap 22,1). 

Salmo 113/B

Salmo di Pasqua, in continuità con il precedente. 

1Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria, per la tua fedeltà, per la tua grazia. 

Glorificazione della fedeltà (‘al-amittècha) e grazia (‘al-chasdecha) di Dio. «La grazia dell'acqua [battesimale] che scaturisce da quella pietra che è Cristo, non ci fu data per delle opere che l'avessero preceduta ma per la misericordia di colui che giustifica l'empio. Cristo infatti morì per degli empi, affinché l'uomo non cerchi in alcun modo la sua propria gloria ma solo la gloria del nome di Dio» (Ag37,1480). 

Perché i popoli dovrebbero dire: «Dov'è il loro Dio?». 

«Perdona, Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità al vituperio e alla derisione delle genti”. Perchè si dovrebbe dire fra i popoli: “Dov'è il loro Dio?”. Il Signore si mostri geloso per la sua terra e si muova a compassione del suo popolo» (Gl 2,17-18). 

3Il nostro Dio è nei cieli, egli opera tutto ciò che vuole. 

«Io dal principio annunzio la fine, Io che dico: “Il mio progetto resta valido, io compirò ogni mia volontà» (Is 46,10). «Il nostro Dio è in alto, nel cielo. Restando in questa sua eternità, compì, in cielo e in terra, le opere che volle fare. Le creature, dove Dio dimora, è lui a contenerle in sè, in quanto sono bisognose di lui, e non viceversa» (Ag37,1480). «Venga il tuo Regno, si fatta la tua volontà» (Mt 6,10). 

4Gli idoli delle genti sono argento e oro, opera delle mani dell'uomo. 

«Vedrete in Babilonia idoli d'argento, d'oro e di legno, portati a spalla, i quali infondono timore ai pagani. State attenti dunque a non imitare gli stranieri; il timore dei loro dei non si impadronisca di voi» (Bar 6,3-4). 

5Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, 6hanno orecchi e non odono, hanno narici e non odorano. 7Le loro mani non palpano, i loro piedi non camminano; dalla loro gola non escono suoni!

«Gli idoli sono come uno spauracchio in un campo di cocomeri, non sanno parlare, bisogna portarli, perché non camminano. Non temeteli, perché non fanno alcun male, come non è loro potere fare il bene» (Ger 10,5). «Gli idoli si sono ridotti ad essere soltanto delle apparenze di vita poiché non hanno vera forza vitale. Mosche e insetti e altri animali più insignificanti almeno sono dotati di forza vitale, per la quale vedono, sentono, volano e si muovono. Questi invece, venerati come divinità, non condividono neppure il grado di vita degli animali inferiori» (Td 1793). 

 8Diventi come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida!


9Israele confida nel Signore: egli è loro aiuto e loro scudo. 

Il popolo (Israele), i sacerdoti (casa di Aronne), i simpatizzanti pagani (chiunque lo teme) sono invitati a confidare in Dio. 

«La vostra condotta sia senza avarizia; accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: Non ti lascerò e non ti abbandonerò» (Eb 13,5). «La casa d'Israele ha sperato nel Signore. Se speriamo quel che non vediamo, allora aspettiamolo con pazienza. Ma affinché la pazienza resti salda sino alla fine, Dio è aiuto e protettore» (Ag37,1485). 

Confida nel Signore la casa di Aronne: egli è loro aiuto e loro scudo. Confida nel Signore, chiunque lo teme: egli è loro aiuto e loro scudo. 

«Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza; in tutti i tuoi passi pensa a lui ed egli appianerà i tuoi sentieri» (Pr 3,5-6). 

12Il Signore si ricorda di noi, ci benedice, benedice la casa d’Israele, benedice la casa di Aronne. 13Benedice quelli che temono il Signore, i piccoli e i grandi. 

«Essi diverranno mia proprietà nel giorno che io preparo. Avrò compassione di loro come il padre ha compassione del figlio che lo serve. Voi allora vi convertirete e vedrete la differenza fra il giusto e l'empio, fra chi serve Dio e chi non lo serve» (Ml 3,17-18). «Non siamo noi che con i nostri meriti preveniamo la misericordia del Signore, ma il Signore si è ricordato di noi e ci ha benedetti» (Ag37,1486).

14Vi renda numerosi il Signore, voi e i vostri figli. 15Siate benedetti dal Signore, che ha fatto cielo e terra. 16I cieli sono i cieli del Signore, ma la terra l’ha data ai figli dell’uomo. 

«Signore vostro Dio vi ha moltiplicati ed ecco oggi siete numerosi come le stelle del cielo. Il Signore, Dio dei vostri padri, vi aumenti anche mille volte di più e vi benedica come vi ha promesso di fare» (Dt 1,10-11). «Non aver paura, ma continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male, perché io ho un popolo numeroso in questa città» (At 18,9-10). «Apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare» (Ap 7,9). 

17Non i morti lodano il Signore né quelli che scendono nel silenzio, 18ma noi benediciamo il Signore da ora e per sempre. 

«Consideratevi morti al peccato ma viventi per Dio, in Cristo Gesù» (Rm 6,11). 

Salmo 114

Salmo di Pasqua: liberazione di un misero, stretto da funi di morte. «Il Profeta, riconoscendo di essere stato estratto dalla fossa profonda [del peccato], ringrazia Dio per averlo esaudito» (BW 418). Nel testo ebraico, questo salmo costituisce un’unica composizione con quello seguente, mentre la LXX li divide in due salmi. 

1Amo il Signore, perché ascolta il grido della mia preghiera. 2Verso di me ha teso l’orecchio nel giorno in cui lo invocavo. 

«Amarlo con tutto il cuore vale più di tutti gli olocausti» (Mc 12,33). «Noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo» (1 Gv 4,19). «Ciò che mi piace fare di più è celebrare le opere mirabili del Signore e il Signore stesso: accoglie le mie preghiere e mi onora con la sua opera. Per tutta la vita gli renderò onore e lode e invocherò il suo aiuto» (Td 1797). 

3Mi stringevano funi di morte, ero preso nei lacci degli inferi, ero preso da tristezza e angoscia. 4Allora ho invocato il nome del Signore: «Ti prego, liberami, Signore». 

«Dichiara d’aver visto la morte vicina e di essersi trovato come davanti alle porte degli inferi» (Td 1797). «[Pietro]cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. Subito Gesù stese la mano e lo afferrò» (Mt 14,30-31). «Perseverate nella preghiera e vegliate in essa, rendendo grazie» (Col 4,2). 

5Pietoso e giusto è il Signore, il nostro Dio è misericordioso. 

«Dove abbondò il peccato, sovvrabondò la grazia» (Rm 5,20). «Non per i tuoi meriti, ma perché ha voluto beneficarti» (Ag37,1489).

6Il Signore protegge i piccoli, ero misero ed egli mi ha salvato. 

«Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno?» (Gc 2,5). «Dio si prende cura di tutti e si mostra premuroso soprattutto verso i piccoli. Usa benevolenza verso i bambini già generati ma anche verso quelli che sono nascosti nell'utero della loro madre, li conserva in vita, li porta alla luce» (Td 1800). «Quanto a me, non ho fatto molti digiuni, né veglie, e neppure ho affrontato macerazioni del corpo, ma ho riconosciuto la mia indegnità, ho accusato me stesso, mi sono umiliato, e il Signore con questo mi ha salvato» (Simeone NT, Discorso sulla fede, Filocalia 4, p. 497)§. 

7Ritorna, anima mia, al tuo riposo, perché il Signore ti ha beneficato. 

«Lo spirito del Signore li guidava al riposo» (Is 63,14). «[Nella sapienza] troverai riposo ed essa si cambierà per te in gioia» (Sir 6,28). «Sopportare serenamente una disgrazia è molto più sublime dell’elemosina e di tutto il resto» (Crisostomo)§. 

8Sì, hai liberato la mia vita dalla morte, i miei occhi dalle lacrime, i miei piedi dalla caduta. 

«Non avranno più fame né avranno più sete, non li colpirà il sole né arsura alcuna, perché l’Agnello sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi» (Ap 7,16-17). 

9Io camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi. 

«Dio non soltanto premia i giusti ma li previene con la benevolenza; li crea quando ancora non esistono e dopo averli plasmati, li assiste con cura; aspetta che maturino fino a portare frutti di giustizia; infine li ripaga oltre misura per le opere buone compiute» (Td 1800). «Noi siamo e insieme non siamo nella carne. La nostra vita è nel cielo. Mentre con la testa (si fa per dire) siamo accetti a Dio, sotto i piedi ci accorgiamo di toccare un terreno sdrucciolevole» (Ag37,1490). 

Salmo 115

Nel testo ebraico, questo salmo costituisce un’unica composizione col precedente. Compare una menzione della cena pasquale, nel momento in cui i commensali elevano la coppa per ringraziare Dio per aver sciolto il misero dalle sue catene. 

1Ho creduto anche quando dicevo: «Sono troppo infelice». 

L’orante ha continuato a credere in Dio anche nella prostrazione estrema. «Guardò alla propria miseria e ne ebbe paura, constatando come non aveva proprio nulla per confidare in se stesso» (Ag37,1492). Esiste una povertà che tocca l’essenza della vita: «Se qualcuno pone la sua speranza nei beni presenti come se fossero immutabili, rimarrà deluso: “Ogni uomo che vive non è che un soffio (Sal 38)”» (Td 1801 ). 

2Ho detto con sgomento: «Ogni uomo è bugiardo». 

«Dio vuole soltanto il bene ed è sempre in grado di portare a compimento ciò che ha deciso di fare. Gli uomini cambiano opinione; spesso non compiono ciò che è bene e se talora si propongono di prestare soccorso, non riescono nel loro intento. È meglio, perciò, non inseguire il soccorso degli uomini ma implorare l'aiuto di Dio» (Td 1812). 

3Che cosa renderò al Signore per tutti i benefici che mi ha fatto? Alzerò il calice della salvezza. 

Il calice di vino, simbolo dei beni ricevuti, ha un ruolo centrale nella cena pasquale ebraica e lo si eleva per ringraziare Dio. Anche Gesù innalzò il calice e ringraziò Dio per i doni che avrebbe elargito agli uomini con la sua Pasqua. «Ho ricevuto molteplici benefici e non so come ringraziare il Benefattore. “Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci consola in ogni tribolazione” (2 Cor 1,4)» (Td 1801). 

5Adempirò i miei voti al Signore, davanti a tutto il suo popolo. 

«Che cosa possiamo rendere a Colui che si è fatto crocifiggere per noi? Mai arriveremo a render grazie in modo degno. Tuttavia, secondo la nostra capacità, ringraziamolo sia con la bocca che con il cuore. Egli è tanto amante degli uomini da metterci nel numero di quelli che come la vedova offrono due spiccioli» (Barsanufio)§. 

6Agli occhi del Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli. 

Il Signore non vuole la rovina del suo servo: «La [tua] vita sarà conservata nello scrigno dei viventi, presso il Signore» (1 Sam 25,29). «Se dovrai attraversare le acque, sarò con te; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai Tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo» (Is 43,2-4). «Non era possibile che la morte tenesse [Gesù] in suo potere» (At 2,24). «Ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore» (Col 1,13).

7Ti prego, Signore, perché sono tuo servo; io sono tuo servo, figlio della tua schiava: tu hai spezzato le mie catene. 

«Se ti ho afflitto, non ti affliggerò più. Ora, infrangerò il giogo che ti opprime, spezzerò le tue catene» (Na 1,13). «Gesù Cristo, che ha dato se stesso per i nostri peccati al fine di strapparci da questo mondo malvagio, secondo la volontà di Dio e Padre nostro, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen» (Gal 1,4-5)

8A te offrirò un sacrificio di ringraziamento. 

«Quando Tu, Signore, spezzasti i miei legami, non c'era alcun mio merito e per questo ti debbo il sacrificio di lode. Se mi glorierò di essere tuo servo, non mi glorierò in me, ma in te» (Ag37,1494). «Chi cerca la vittima da consacrare al Signore, non ha altro da offrire che se stesso» (Ag37,1494). 

e invocherò il nome del Signore. 

«Chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvato» (Gl 3,5; Rm 10,13). «[Cristo] può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore» (Eb 7,25). 

9Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo, 10negli atri della casa del Signore, in mezzo a te, Gerusalemme. 

«Offriamo continuamente un sacrificio di lode a Dio, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome» (Eb 13,15). «Qual è la casa del Signore se non il suo popolo?» (Pros 332). 

Salmo 116

1Genti tutte, lodate il Signore, popoli tutti, cantate la sua lode, 2perché forte è il suo amore per noi e la fedeltà del Signore dura per sempre. 

Il salmo presenta il motivo fondamentale della lode a Dio: il suo amore fedele. «Signore, Dio d’Israele, non c’è un Dio come te! Tu mantieni l’alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il loro cuore» (1 Re 8,23). «Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia» (Rm 15,8-9). «Gli apostoli, dirigendosi in ogni luogo, dissiparono le nubi dell'ignoranza e fecero apparire il Sole di giustizia. Ottenemmo salvezza soltanto a motivo della sua misericordia» (Td 1808). 

Salmo 117

Salmo di Pasqua. Processione al tempio per ringraziare Dio, a motivo di un atto di una liberazione avvenuta per il debole, per chi viene scartato. Il popolo del Signore è questo povero. «Tutto il salterio non è che un canto e un annuncio profetico di nostro Signore. Soprattutto nel salmo cento diciassette si fa riferimento al mistero della sua risurrezione» (Gerolamo, Per la Domenica di Pasqua II, in Omelie sui Vangeli, p. 199)§. 

1Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. 

«La lode di Dio non si sarebbe potuta motivare con un’espressione più compendiosa: poiché è buono. Non vedo elogio più grande di quello contenuto in formula tanto breve. L'essere buono è una proprietà esclusiva di Dio» (Ag37,1495). «Non a torto, fratelli, oggi, nella festa di Pasqua, si legge questo salmo. Nessuno si sottragga alla comune letizia per la consapevolezza dei suoi peccati. Se il ladrone meritò il paradiso, perché un cristiano non dovrebbe meritare il perdono?» (Massimo di Torino, PL 57, 364. Sermoni, 53,1.4, pp. 226 e 229).

2Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». 3Dica la casa di Aronne: «Il suo amore è per sempre». 4Dicano quelli che temono il Signore: «Il suo amore è per sempre». 

«Celebrate tutti la bontà di Dio, ma voi della stirpe d'Israele accrescete lo slancio della vostra lode! Quanti appartenete all'ordine sacerdotale di Aronne, ma anche voi che provenite dai popoli pagani, celebrate il Signore. Egli è il Dio di tutti e a tutti elargisce una molteplicità di benefici» (Td 1809). 

5Nel pericolo ho gridato al Signore: mi ha risposto, il Signore, e mi ha tratto in salvo. 6Il Signore è per me, non avrò timore: che cosa potrà farmi un uomo? 7Il Signore è per me, è il mio aiuto, e io guarderò dall’alto i miei nemici. 

«Ci sono grida dell’anima che si levano verso Dio con indicibile potenza» (Es23,669). «Dio non ha impedito che i mali insorgessero ma, dopo aver permesso il loro assalto, li ha dissipati. Il sostegno ricevuto è stato molto più grande del pericolo incorso» (Td 1812). 

8È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo. È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti. 

«Dio vuole soltanto il bene ed è sempre in grado di portare a compimento ciò che ha deciso di fare. Gli uomini cambiano opinione, spesso non compiono ciò che è bene e se talora si propongono di prestare soccorso, non riescono nel loro intento. Perciò è meglio non inseguire il soccorso degli uomini e implorare l'aiuto di Dio» (Td 1812). 

10Tutte le nazioni mi hanno circondato, ma nel nome del Signore le ho distrutte. 11Mi hanno circondato, mi hanno accerchiato, ma nel nome del Signore le ho distrutte. 

La liberazione non poteva venire che ad opera di Dio. «Vengono descritte le sofferenze e la vittoria della Chiesa. Come se gli si andasse a chiedere con quali risorse abbia potuto superare afflizioni così tremende, ci presenta il suo modello e ci descrive le tribolazioni che agli inizi ebbe a soffrire nella persona del suo Capo» (Ag37,1497). 

12Mi hanno circondato come api, come fuoco che divampa tra i rovi, ma nel nome del Signore le ho distrutte. 13Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, ma il Signore è stato il mio aiuto. 

«Come le api, dopo aver scoperto un favo, succhiano il miele che vi trovano, così i nemici hanno cercato di assorbire da me il sentimento della fiducia in Dio. Pensavano che sarebbe stato molto facile vincermi, come il fuoco divora le spine con grande facilità. Mi sono opposto a loro con l'aiuto proveniente da Dio e così ho vinto» (Td 1812.1813). «Lo stesso Signore è stato circondato dai persecutori, come le api circondano il favo. Gli empi, non sapendo che cosa facevano, coi tormenti hanno reso più dolce il Signore, affinché vediamo e gustiamo quanto è soave il Signore» (Pros 333). 

14Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza. 15Grida di giubilo e di vittoria nelle tende dei giusti: la destra del Signore ha fatto prodezze, 16la destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto prodezze. 

I benefici concessi ad Israele preannunciano i doni ancora più gradi che riceveranno i cristiani: «Grande prodigio elevare [al cielo] chi è meschino! Fare un dio l’uomo mortale! Dalla debolezza ricavare la perfezione, dall'abiezione la gloria, dalla sofferenza il trionfo: in una parola prendere la tribolazione e farne un mezzo di salvezza, tale che ai tribolati apparisse già in atto la vera salvezza, dono di Dio» (Ag37,1498). 

17Non morirò, ma resterò in vita e annuncerò le opere del Signore. 

«[I nemici] seminavano strage e pensavano che la Chiesa di Cristo sarebbe stata annientata. A forza di pazienza, ha vinto gli incapaci di pazienza; amando, ha vinto la ferocia dei persecutori» (Ag37,1498). 

18Il Signore mi ha castigato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte. 

«Gli uomini di Dio, mediante le prove che sorgono contro di loro, sono purificati da ciò che hanno di estraneo, derivato dalla mescolanza con l’elemento carnale» (Es23,661). 

19Apritemi le porte della giustizia: vi entrerò per ringraziare il Signore. 

Un corteo di fedeli giunge alle porte del tempio; inizia un dialogo tra i sacerdoti, presenti all’interno, e i pellegrini che stanno all’esterno. «Le porte del Signore sono l’umile penitenza, la carità santa, gli atti di misericordia, grazie ai quali possiamo presentarci davanti a Dio» (Cs 608).

20È questa la porta del Signore: per essa entrano i giusti. 

«Il Signore ha aperto per primo questa porta con la chiave della sua risurrezione. Per questo egli è risorto nel suo corpo e col suo corpo è salito ai cieli, per aprirci con la sua ascensione la porta del cielo, che era chiusa e sprangata» (Cromazio, Cat. 1,5, pp. 42-43)§. «Attraverso questa porta vi è passato Pietro, vi è passato Paolo, vi sono passati tutti gli apostoli, vi sono passati i martiri, vi passa ogni giorno chiunque sia santo. Il primo a passare è stato il ladrone assieme al Signore. Abbiate fiducia e sperate che sia così anche per voi» (Gr Omelie sui Vangeli, p. 200)§

22La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. 

«Ecco, io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata: chi crede non si turberà» (Is 28,16). Israele è come una pietra scartata dagli uomini ma scelta da Dio. Cristo ha vissuto la medesima esperienza del popolo; è stato scartato dagli uomini ma onorato da Dio: «[Cristo] è diventato testata d'angolo per un intervento del Signore. I costruttori lo scartarono, ma il Signore ne fece la pietra d'angolo (Cf At 4,11)» (Ag37,1499). «La Chiesa ha la sua pietra, cioè Cristo, nascosta nel profondo del cuore e nulla antepone alla fede e all'amore di Lui» (Beda, Omelie sul Vangelo, II, 25, p.513)§. 

24Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci in esso ed esultiamo!

«Il Signore ha fatto tutti quanti i giorni, ma la domenica, il giorno della risurrezione, è un giorno unicamente nostro. È anche per questo che si chiama domenica: perché il nostro Dominus (Signore) in quel giorno è salito vittorioso al Padre. Se i pagani lo chiamano giorno del sole, anche noi lo confermiamo tale perché oggi è spuntata la luce del mondo» (Gr Omelie sui Vangeli, p. 201)§. 

25Ti preghiamo, Signore: dona la salvezza! Ti preghiamo, Signore: dona la vittoria!

Dona la salvezza, per favore (hoshi’ah nnà’)! Dal verbo yashà’, salvare, da cui deriva il nome Gesù. 

26Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Vi benediciamo dalla casa del Signore. 27Il Signore è Dio, egli ci illumina. 

Mentre il pellegrino oltrepassa le soglie del tempio, riceve una benedizione da parte dei sacerdoti. «La folla che andava innanzi e quella che veniva dietro (a Gesù) gridava: Benedetto Colui che viene…» (Mt 21,9). 

Formate il corteo con rami frondosi fino agli angoli dell’altare. 28Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie, sei il mio Dio e ti esalto. 

La processione dei fedeli all’altare, prefigura quella dei beati nella Gerusalemme celeste. «Una volta lassù, cosa canteremo se non le sue lodi? Non gli tributeremo queste lodi con suono di parole; sarà l'amore stesso che ci unirà a lui ad elevare un tal grido; anzi l'amore sarà esso stesso questo grido» (Ag37,1498). 

29Rendete grazie al Signore, perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Il salmo si conclude replicando l’inizio, accentuando il valore della fedeltà di Dio. 


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