mercoledì 22 marzo 2023

Salmi 50-93

 

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Salmo 50

1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 2Quando il profeta Natan andò da lui, che era andato con Betsabea. 

Un peccatore, illuminato dalla sapienza di Dio, riconosce i peccati commessi e chiede d’essere rinnovato in profondità. 

3Pietà di me, o Dio, nel tuo amore. 

«David, ammonito dal profeta Natan, non accampò scuse (Cf 2 Sm 12). Dicendo “pietà di me” tolse la motivazione della condanna. Questa parola non suscita mai irritazione ma piuttosto rappacifica; è l’unica che ci può difendere da colpevoli» (Cf Cs 359). 

Nella tua grande misericordia, cancella la mia iniquità. 

«La grandezza della bontà di Dio supera l’estensione dei peccati; se essi ci possono sembrare grandi, Dio è molto più grande di essi» (Cs 360). «La misericordia di Dio è così grande da indurre il Creatore del mondo a lasciare il cielo per rivestire un corpo terreno» (Gero 1604). 

Cancella la mia iniquità. 

«Io, io cancello i tuoi misfatti; per riguardo a me non ricordo più i tuoi peccati» (Is 43,25). «Il salmista s'ispira alla lavorazione della cera. Se l'immagine impressa [sopra una tavoletta] si è deformata, allora la si cancella e poi [con la stessa cera] si rifà un'immagine bella» (Gero 1604). «Si esprime con grande sapienza: non vuole che rimanga alcuna traccia delle sue colpe: nel libro della vita viene iscritto soltanto colui i cui peccati sono stati distrutti in modo completo (Cf Ap 20,15)» (Cs 360). 

4Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro. 

«Cristo fu una sorgente di misericordia nella quale si lavò David, Pietro, Zaccheo, Paolo, Maria, il ladrone e un'infinità di altri uomini» (Gero 1604). «Siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio» (1 Cor 6,11). 

5Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. 

Il salmista espone ciò che Dio chiede all’uomo, cioè la sincerità del pentimento. «Mi leverò e andrò da mio Padre e gli dirò: ho peccato, non sono degno d’essere chiamato tuo figlio» (Lc 15,18-19). «Nel peccare mi sono nascosto allo sguardo di tutti, ma non sono sfuggito alla tua vista» (Atn 240). 

6Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto: così sei giusto nella tua sentenza, sei retto nel tuo giudizio. 

(Cf Rm 3,4). «Sono stato molto scorretto, mentre Tu, Signore, risplendi nella tua giustizia. Se da una parte io pongo tutti i benefici che ho ricevuto da te e dall’altra i peccati che ho commesso, apparirà chiaro che Tu sei stato retto e generoso, mentre io apparirò ingiusto ed ingrato» (Td 1244). 

7Ecco, nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre. 

Non intende considerare peccaminoso il rapporto coniugale dei genitori; vuole dire che abbiamo tutti una lunga consuetudine con il peccato, da quando siamo al mondo: «Il peccato non è un elemento che appartenga alla nostra umanità in modo naturale (se così fosse, non potremmo essere biasimati, quando pecchiamo); vuole dire soltanto che siamo inclini a cadere in esso, sollecitati dalle passioni. Nessuno, allora, condanni le nozze, né consideri il matrimonio qualcosa d’iniquo» (Td 1244). «Eravamo per natura meritevoli d’ira» (Ef 2,3). «Io sono di carne, venduto come schiavo del peccato» (Rm 7,14). 

8Ma tu gradisci la sincerità nel mio intimo, nel segreto del cuore mi insegni la sapienza. 

Per sapienza, s’intende la maturazione interiore che sfocia nella confessione. «L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore» (1 Sm 16,7). «Voi purificate l’esterno della coppa, ma il vostro interno è pieno d’iniquità» (Lc 11,39). 

9Aspergimi con rami d’issopo e sarò puro. 

L’issopo era una pianta aromatica usata nelle aspersioni, soprattutto nella purificazione del lebbroso (Cf Es 12,22; Lv 14,4. 6. 49, 51-52; Nm 19,6. 18; 1 Re 5,13; Eb 9,19). È «un’immagine del sangue di Cristo che deterge ogni macchia ma soprattutto rende l’anima splendente più della neve» (BW 206). 

Lavami e sarò più bianco della neve. 

«Se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve» (Is 1,18). 

10Fammi sentire gioia e letizia: esulteranno le ossa che hai spezzato. 

«Ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà» (Os 6,1). «Comunicami la gioiosa promessa che mi purificherai del tutto; una gioia profonda invaderà allora tutta la mia persona. Le ossa contratte dal dolore, di nuovo riprenderanno vigore e recupereranno tutta la loro energia» (Td 1248). «Essi vanno dicendo: le nostre ossa sono inaridite, noi siamo perduti» (Ez 37,11). 

11Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe. 

«I miei occhi scrutano le loro vie: ciò che fanno non può restare nascosto dinanzi a me» (Ger 16,17). «La mia amarezza si è trasformata in pace. Tu hai preservato la mia vita dalla fossa della distruzione, perché ti sei gettato dietro le spalle tutti i miei peccati» (Is 38,17). «[Dio] annullò il documento scritto del nostro debito. Egli lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce» (Col 2,14).

12Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. 13Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito. 14Rendimi la gioia della tua salvezza, sostienimi con uno spirito generoso. 

«Dal cuore escono i cattivi pensieri, i furti, gli adulteri, gli spergiuri, gli omicidi, e altre cose simili che inquinano l’uomo (Mt 15,19). Perciò sta scritto: “Con ogni cura custodisci il tuo cuore, perché la vita sgorga da esso” (Pr 4,23)» (Cf Bs 881.882). Lo spirito è il soffio vitale umano ma anche la forza che viene da Dio: «Nel periodo dell’esilio, Dio promise ai prigionieri: darò a voi un cuore nuovo e uno spirito nuovo (Cf Ez 36,26). Non si riferiva [in modo diretto] allo Spirito Santo ma alla nostra decisione interiore: il cuore malato si rinnovi, la mente si rinforzi per correre sulla strada di Dio» (Td 1248). 

15Insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno. 

Descrizione della vita nuova del penitente: «Ottenuto il tuo perdono, diventerò un testimone di conversione per gli uomini che procedono ancora sulla strada del male; sarò un annunciatore della tua bontà, inviterò gli iniqui a rivolgersi te e ad invocarti» (Td 1249). 

16Liberami dal sangue, o Dio, Dio mia salvezza: la mia lingua esalterà la tua giustizia. 

Sangue in ebraico è un termine al plurale (damim, sangui), un’allusione a tutti i peccati commessi da David (tra i quali l’uccisione di Uria) (Cf Td 1249). I nostri peccati sono come una perdita di sangue e di vita: «Una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, venne tra la folla e da dietro toccò il mantello [di Gesù]. E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male» (Mc 5,25-29). 

17Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode. 

«Il peccato blocca la parola di lode, costringe al silenzio: «Tu [Zaccaria] sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole» (Lc 1.20). Il salmista «chiede di ritrovare la fiducia di prima in modo da saper lodare il Signore» (Td 1249; cf Mc 7,34). «All’istante si aprì la bocca [di Zaccaria] e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio» (Lc 1,64). 

18Tu non gradisci il sacrificio; se offro olocausti, tu non li accetti. 19Uno spirito contrito è sacrificio a Dio; un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. 

«Su chi volgerò lo sguardo? Sull’umile e su chi ha lo spirito contrito e su chi teme la mia parola» (Is 66,2).  «So ormai che non ti piacciono i sacrifici [di animali], che valgono soltanto per il loro significato prefigurativo. È molto opportuno allora che l’uomo immoli se stesso, offra se stesso nel pentimento» (Cf Bs 883). 

20Nella tua bontà fa’ grazia a Sion, ricostruisci le mura di Gerusalemme. 21Allora gradirai i sacrifici legittimi, l’olocausto e l’intera oblazione; allora immoleranno vittime sopra il tuo altare. 

Il salmista auspicava la ricostruzione del tempio di pietre; il cristiano spera nell’innalzamento della Gerusalemme spirituale: «Invoca l’edificazione della nuova Sion e chiede che compaia sulla terra la Gerusalemme celeste; desidera che s’inauguri un nuovo culto, come dichiara l’Apostolo: “Vi esorto ad offrire voi stessi” (Rm 12,1)» (Td 1252). 

LXX: gradirai il sacrificio di giustizia: 

«Sacrificio di giustizia è la passione gloriosa del Figlio che offrì se stesso per tutti. Gli olocausti e le oblazioni riguardano invece i cristiani che avrebbero creduto» (Cf Cs 379). 

Protezione contro il male

Preghiere di supplica contro gli oppressori (51-54), nella città ove la convivenza pacifica è divenuta difficile (55-59)

Salmo 51

1Al maestro del coro. Maskil. Di Davide. 2Quando l’idumeo Doeg andò da Saul per informarlo e dirgli: «Davide è entrato in casa di Achimélec». 

La figura tipica del malvagio è stata incarnata da Doeg, che, messosi a servizio del re Saul, provocò, con la sua delazione, lo sterminio dei sacerdoti di Nob (1 Sm 22,9). Mentre il penitente del salmo precedente «piangeva i propri peccati, qui l’uomo potente nel male, non sopporta i rimproveri, ma al contrario si compiace del male, ne va fiero; ha soffocato lo stimolo della coscienza» (Es23,448). Diventa, così, un simbolo di tutti gli operatori d’iniquità. 

 3Perché ti vanti del male, o prepotente?

«Conviene essere potenti nella bontà, non nella malizia. Costruire la casa è di pochi, ma qualsiasi può distruggerla. Distruggere è molto facile. Chi si gloria, dunque, si glori nel Signore, si glori nella bontà» (Ag36,604). 

Dio è fedele ogni giorno. 

Al contrario del prepotente, il Signore è magnanimo, «perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi» (2 Pt 3,9). 

4Tu escogiti insidie; la tua lingua è come lama affilata, o artefice d’inganni! 

La lingua, paragonata al rasoio del barbiere, può diventare strumento di morte (Cf Pr 18,21). «Se qualcuno pensa di essere religioso, ma non frena la lingua, la sua religione è vana» (Gc 1,26). La lingua affilata ricorda l’invettiva blasfema del re assiro Sennacherib contro il Dio d’Israele (2 Re 18,17-35) (Td 1253). 

5Tu ami il male invece del bene, la menzogna invece della giustizia. 

«Negli ultimi tempi verranno momenti difficili. Gli uomini saranno egoisti, empi, gente che ha una religiosità solo apparente, ma ne disprezza la forza interiore» (2 Tm 3,4). 

6Tu ami ogni parola che distrugge, o lingua d’inganno. 

Compiere il male è andare contro la verità: «Tu [o malvagio] vuoi sollevar l'acqua al di sopra dell'olio ma l'olio verrà a galla. Se amerai la malizia, più che la bontà, sprofonderai, poiché il male non riuscirà a prevalere sul bene» (Ag36,606). 

7Perciò Dio ti demolirà per sempre, ti spezzerà e ti strapperà dalla tenda e ti sradicherà dalla terra dei viventi. 

«È ovvio attendersi il castigo per un uomo simile, ma forse è piccola pena egli a se stesso? Prega Dio per lui, affinché sia liberato da se stesso» (Ag36,605). «Una passione malvagia rovina chi la possiede» (Sir 6,4). 

8I giusti vedranno e avranno timore e di lui rideranno. 

Gli operatori d’iniquità «non andranno molto lontano, perché la loro stoltezza sarà manifesta a tutti» (2 Tm 3,9). 

9«Ecco l’uomo che non ha posto Dio come sua fortezza, ma ha confidato nella sua grande ricchezza. 

«Quanto è infelice quella fiducia che si pone in cose vane: disprezzare Dio perché si possiede dell’oro! Come se qualcuno potesse acquistare il bene di una vita felice per il solo fatto di possedere dell’oro. Ne godrà certamente purché in vita se ne sia servito bene, abbia saziato l’affamato. Questi sono gli investimenti della ricchezza che devono farci guadagnare Dio, questa la forza che suscita il perdono dei peccati. Così per mezzo dell’oro saremo trasformati, da terreni diventeremo celesti» (Cf Ilr 320.321). 

10Ma io, come olivo verdeggiante nella casa di Dio, confido nella fedeltà di Dio in eterno e per sempre. 

«Ulivo verde, maestoso era il nome che il Signore ti aveva imposto» (Ger 11,16; Pr 11,28). «Mentre dimorava presso stranieri, non ignorava di essere piantato nella casa di Dio, nella comunità dei credenti» (Es23,449). Viene paragonato all’olivo fruttifero per aver perdonato il suo nemico: «È giusto paragonare a una pianta di ulivo fruttifero, colui che mostrava per il prossimo tanta benevolenza» (Es23,449). 

11Voglio renderti grazie in eterno per quanto hai operato. Spero nel tuo nome, perché è buono, davanti ai tuoi fedeli. 

«Per chi ama Dio, il nome di Dio è dolce al di sopra di ogni piacere. Occorre un palato capace di gustare una tale dolcezza. Loda pure il miele quanto puoi, se prima non lo avrà assaggiato non potrà comprendere il tuo discorso» (Ag36,642). 

Salmo 52

1 Al maestro del coro. Su «Macalàt». Maskil. Di Davide. 

Invocazione accorata a Dio contro l’insorgere dell’iniquità. «La Chiesa rimprovera coloro che sono corrotti nel cuore o nelle azioni e invita i fedeli a sopportare le avversità del mondo (BW 210,). 

Per il commento Cf Sal 13. 

«Gli uomini non possono essere costanti nel bene ma possono diventare capaci di fare il bene, anche con eroismo. Sono soggetti al mutamento a causa di tanti fattori, e per questo scivolano nel peccato. Tuttavia Dio non è un giudice severo della nostra mutevolezza. Si lascia placare da ciò che vorremmo [ossia dal nostro proposito], più di quanto non si lasci irritare da ciò che non siamo stati in grado di fare. Altro è non volere, altro è non potere. Tanti uomini hanno conseguito la gloria del giudizio celeste nei loro riguardi, con le più grandi opere della bontà, pur essendosi allontanati un pochino dal proposito della fede per l’instabilità della natura» (Ilr 329.331). 

Salmo 53

1Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Maskil. Di Davide. 2Dopo che gli abitanti di Zif andarono da Saul a dirgli: «Ecco, Davide se ne sta nascosto presso di noi» (Cf 1 Sm 23,25-28). 

È una richiesta di protezione dalla minaccia di uomini violenti, preghiera di Cristo nella sua vita terrena e nella sua passione (Cf Ilr 337), oppure preghiera della Chiesa minacciata. «Dica questo la Chiesa, mentre si trova in mezzo agli Zifei [i corruttori]» (Ag36,622). 

3Dio, per il tuo nome, salvami, per la tua potenza rendimi giustizia. 

«Chiede di essere salvato da Dio soltanto in virtù del suo nome, perché sapeva che c’è un “Nome che è al di sopra di ogni nome” (Cf Fil 2,9). Come ci sono degli incantesimi, certe parole o certi nomi, allo stesso modo sapeva che il Nome che è al di sopra di ogni nome è salutare» (Es23,465). 

4Dio, ascolta la mia preghiera, porgi l’orecchio alle parole della mia bocca. 

«Non si dilunga in discorsi, ma poiché si rivolge a Dio che tutto sa, gli presenta soltanto una memoria» (Es23,465). «Vi esortiamo nel Signore a non fissarvi su delle richieste particolari, ma chiedete quanto Dio sa che vi convenga. Non spetta a voi suggerire al medico le medicine da prendere» (Ag36,624). 

5Poiché stranieri contro di me sono insorti. 

«Vuoi conoscere questi stranieri? Coloro che ripongono speranza nei beni della terra, hanno trovato un nuovo sistema per far scomparire la stirpe dei santi. Le due categorie di persone nascono insieme e vivono insieme, ma sono terribilmente in contrasto tra di loro» (Ag36,625). «Non c’è tempo nel quale coloro che vogliono vivere con fede non siano perseguitati» (Es23,468).

6Ecco, Dio è il mio aiuto, il Signore sostiene la mia vita. 

«Tutti i santi sono aiutati da Dio, ma nell'intimo, dove nessuno vede. Come la cattiva coscienza è una grande tortura per gli empi, così la buona coscienza è la grande gioia dei giusti. Sebbene le cose che egli mi promette, siano lontane, oggi per me è dolce ed attuale il suo aiuto» (Ag36,625). 

7Ricada il male sui miei nemici, nella tua fedeltà annientali. 

«Liberaci dal male» (Mt 6,13). «Bisogna che Cristo regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi» (1 Cor 15,25). «Non esista più l’empio, perché ormai, chi era tale, ha cambiato vita» (Es23,1292). 

8Ti offrirò un sacrificio spontaneo, loderò il tuo nome, Signore, perché è buono. 

Riprende la menzione del Nome; prima per invocare, ora per ringraziare. «Consacrerò a te il mio libero volere e il mio proposito; ti offrirò, invece d’una vittima animale, il mio ringraziamento» (Es23,469). 

9Da ogni angoscia egli mi ha liberato e il mio occhio ha guardato dall’alto i miei nemici. 

«Colui che è in voi [il Signore] è più grande di colui che è nel mondo [Satana]» (1 Gv 4,4). 

Salmo 54

I salmi da 54 a 59 presentano una richiesta di aiuto in situazione di convivenza umana assai difficile perché pregna di violenza. 

1Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Maskil. Di Davide. 

Richiesta di aiuto in una situazione di convivenza impossibile. «Cristo chiede al Padre di non respingere la sua supplica che Egli innalza nella debolezza umana» (BW 213). 

2Porgi l’orecchio, Dio, alla mia preghiera, non nasconderti di fronte alla mia supplica. 3Dammi ascolto e rispondimi. 

«Dio intende ascoltare sempre, ma una preghiera merita di essere esaudita solo per la dignità delle cose richieste» (Ilr 349). 

Mi agito ansioso e sono sconvolto 4dalle grida del nemico, dall’oppressione del malvagio. Mi rovesciano addosso cattiveria e con ira mi aggrediscono. 

«Cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù per condannarlo a morte» (Mt 26,59). «Essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!» (Mc 15,13).

 5Dentro di me si stringe il mio cuore, piombano su di me terrori di morte. 6Mi invadono timore e tremore e mi ricopre lo sgomento. 

«Ora l’anima mia è turbata» (Gv 12,27). 

7Dico: «Chi mi darà ali come di colomba per volare e trovare riposo? 

Desidera fuggire dalla città violenta: «Chi mi darà nel deserto un rifugio per viandanti? Lascerei il mio popolo e mi allontanerei, perché sono una massa di traditori» (Ger 9,1-2). «Furono date alla donna [la Chiesa] le ali della grande aquila, per volare nel deserto verso il rifugio preparato per lei» (Ap 12,14). 

9In fretta raggiungerei un riparo. 

«La colomba cerca di allontanarsi da chi le reca molestia, ma non perde l'amore. Non posso giovar loro con le mie parole ma sarò utile a loro con la mia preghiera» (Ag36,634). Tuttavia, «non potrai essere separato dal genere umano, finché vivi fra gli uomini. Osserva il nostro Consolatore (Gesù), come mischiò tra i suoi dodici uno che avrebbe dovuto tollerare con pazienza» (Ag36,635). 

10Disperdili, Signore, confondi le loro lingue. 

«Ricorda quella celebre torre (Babele). Dio intervenne dividendo le loro lingue, per impedire che, comprendendosi, rendessero micidiale la loro superba unità» (Ag36,637). 

Ho visto nella città violenza e discordia: 11giorno e notte fanno la ronda sulle sue mura; in mezzo ad essa cattiveria e dolore, 12in mezzo ad essa insidia, e non cessano nelle sue piazze sopruso e inganno. 

«Non giudicherai tu la città sanguinaria? Mostrale tutti i suoi abomini» (Ez 22,1). La città è dominata da un settenario di sventure (violenza [hâmâs], discordia [ribh], cattiveria [’âwen], dolore [‘âmâl], insidie [hawwôth], sopruso [tok], inganno [mirmâh]). «[I nemici di Paolo] facevano la guardia anche alle porte della città, di notte e di giorno, per sopprimerlo» (At 9,24). 

13Se mi avesse insultato un nemico, l’avrei sopportato; se fosse insorto contro di me un avversario, da lui mi sarei nascosto. 14Ma tu, mio compagno, mio intimo amico, 15legato a me da dolce confidenza! Camminavamo concordi verso la casa di Dio. 

«Un amico fedele è un rifugio sicuro: chi lo trova, trova un tesoro» (Sir 6,14). Il salmista, invece, viene tradito anche dall’amico più caro. Gesù sperimentò il tradimento da parte di Giuda, un suo discepolo: «Gesù gli lavò i piedi quando quegli aveva già deciso di tradirlo. Non lo trattenero né la condivisione della mensa né il fatto che il Maestro tollerò che egli rimanesse con Lui» (Crisostomo, Omelie su Giovanni, 70,1). 

16Li sorprenda improvvisa la morte. 

Chi vive nella malvagità è già sprofondato nella morte, anche da vivo: «Siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte» (Gv 3,14). Viene chiesto l’annientamento di chi è incapace di conversione (come viene precisato alla fine del v. 20). Solo Dio sa contro chi e quando intervenire e il cristiano, che non può sostituirsi a Dio nel giudicare. In ogni caso, prega per la conversione di tutti e invoca l’annientamento del peccato, non dei peccatori. «Non esista più l’empio perché ormai ha cambiato vita» (Es23,1292).

Scendano vivi negli inferi, perché il male è nelle loro case e nel loro cuore. 

Fu la punizione di Core (Cf Nm 16,33). 

«Discendono vivi agli inferi coloro che provano orrore dei loro pessimi intenti e con l’aiuto della grazia divina passano ad uno stile di vita migliore. Quindi, in qualche modo, scendiamo negli inferi ancora vivi, quando rabbrividiamo nel ricordare le cattive azioni» (Cs 390). 

17Io invoco Dio e il Signore mi salva. 

È necessario «pregare sempre, senza stancarsi mai» (Lc 18,1). «Lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera» (Rm 12,12). Quest’uomo singolo è la sintesi di un intero popolo: «Il corpo di Cristo nel turbamento della prova, quest’unico uomo, con l'anima angustiata, grida dai confini della terra» (Ag36,640). 

18 Di sera, al mattino, a mezzogiorno vivo nell’ansia e sospiro, ma egli ascolta la mia voce; 19in pace riscatta la mia vita da quelli che mi combattono: sono tanti i miei avversari.

 «Le finestre della sua stanza si aprivano verso Gerusalemme e tre volte al giorno [Daniele] si metteva a pregare» (Dn 6,11). Gesù ha pregato al mattino (Mc 1,35), di notte (Mc 6,46), nel dolore (Eb 5,7); ha provato la pace (Gv 14,27); ha visto l’umiliazione dei nemici (At 2,24). 

 20Dio ascolterà e li umilierà, egli che domina da sempre; essi non cambiano e non temono Dio. 

Dio umilia i suoi avversari salvaguardando la sua opera: «Soffro [per il Vangelo] fino a portare le catene come un malfattore. Ma la parola di Dio non è incatenata!» (2 Tm 2,9-10). «Il Signore Gesù distruggerà l’Empio con il soffio della sua bocca» (2 Ts 2,8). 

21Ognuno ha steso la mano contro i suoi amici, violando i suoi patti. 22Più untuosa del burro è la sua bocca, ma nel cuore ha la guerra; più fluide dell’olio le sue parole, ma sono pugnali sguainati. 

«Apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità» (Mt 23,28). 

23Affida al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà. 

«Il Signore ha allontanato da noi la pressione delle preoccupazioni, quando ha detto: “Non affannatevi per il domani. Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutto vi sarà dato” (Cf Mt 6,33-34). Occorre gettare su di lui l’affanno; egli stesso infatti nutrirà, secondo quella parola: “ad acque di sollievo mi ha ristorato” (Sal 22,2)» (Ilr 356). «Le preoccupazioni della vita ci opprimono di continuo al punto da farci distruggere da esse. Tuttavia, se le affidiamo al Signore, allora non soltanto non ci logorano più ma ci irrobustiscono» (Cs 392). «Finché è ormeggiata alle ancore, la nave può ondeggiare, ma non è spinta lontano da terra» (Ag36,644).

24Tu, o Dio, li sprofonderai nella fossa profonda, questi uomini sanguinari e fraudolenti. Essi non giungeranno alla metà dei loro giorni.

 L’uomo sprofonda nella fossa di morte, quando sprofonda nella tenebra del male. «Dio li ha abbandonati alle concupiscenze del loro cuore, ed essi hanno amato le tenebre, non la luce» (Ag36,645). «Usando l'immagine della fossa profonda, ci esorta a sfuggire ai tormenti della Geenna. Il Signore è un giudice molto sollecito! Ci avvisa con premura affinché evitiamo di fare i peccati che ci condannerebbero» (Cs 392). 

Ma io, Signore, in te confido. 

«In ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti» (Fil 4,6).

Salmo 55

1Al maestro del coro. Su «Colomba dei terebinti lontani». Di Davide. Miktam. Quando i Filistei lo tenevano prigioniero a Gat (Cf 1 Sm 21,11-12). 

Invocazione in una situazione molto dolorosa. «Preghiera della Chiesa durante una persecuzione» (BW 219). 

2 Pietà di me, o Dio, perché un uomo mi perseguita, un aggressore tutto il giorno mi opprime. 

«Il primo grappolo d'uva schiacciato nel torchio fu Cristo. Quando venne spremuto nella passione, ne scaturì vino eccellente! Se pensi d'essere esente da tribolazioni, non hai ancora cominciato ad essere cristiano. “Tutti coloro che vogliono piamente vivere in Cristo, soffriranno persecuzioni” (2 Tm 3,12). Preparati ad essere pressato, se non vuoi che niente scaturisca da te» (Ag36,649). 

3Tutto il giorno mi perseguitano i miei nemici, numerosi sono quelli che dall’alto mi combattono. 

«La Chiesa sa di dover affrontare senza posa le battaglie suscitate dal diavolo (Cf. Ef 6,12). Il nostro contendente non viene meno per la fatica, né mai si dichiara sconfitto; anzi, se capita che preveda di essere battuto, allora riprende la lotta con un furore ancora più intenso» (Cs 394). 

4Nell’ora della paura io in te confido. 5In Dio, di cui lodo la parola, in Dio confido, non avrò timore: che cosa potrà farmi un essere di carne?

Il salmista «tiene a mostrarti perché non abbia timore; dice: Signore, io in te confido. Non predica una fiducia illimitata in se stesso ma rivela la causa della sua sicurezza» (Ag36,650). «Davide fu in grande angustia perché la gente parlava di lapidarlo. Ma ritrovò forza e coraggio nel Signore, suo Dio» (2 Sm 30,6). 

6Travisano tutto il giorno le mie parole, ogni loro progetto su di me è per il male. 7Congiurano, tendono insidie, spiano i miei passi, per attentare alla mia vita. 

«Tennero consiglio per vedere di cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi» (Mt 22,15). «Se così è accaduto con il Signore, non ricusi il corpo di subire ciò che prima è accaduto al Capo (Cristo): e così il corpo rimarrà unito al capo. Il tuo Signore è stato disprezzato, e tu vorresti essere onorato?» (Ag36,652). «Ordirono una congiura e fecero voto di non toccare cibo, sino a che non avessero ucciso Paolo» (At 23,12).

8Nella tua ira abbatti i popoli, o Dio. 

«Signore, la tua è un'ira paterna. Si adira il padre con il figlio che disprezza i suoi comandi, lo prende per l'orecchio, lo trascina per mano, lo conduce a scuola. Quanti hanno riempito la casa del Signore trascinati dalla sua ira, cioè, spaventati dalle tribolazioni e riempiti di fede! A questo mira, infatti, la tribolazione: a vuotare il vaso che è pieno di malvagità per ricolmarlo di grazia» (Ag36,655). 

9I passi del mio vagare tu li hai contati, nel tuo otre raccogli le mie lacrime: non sono forse scritte nel tuo libro?

«Ho ascoltato la tua preghiera, ho visto le tue lacrime» (Ez 38,5). «Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò» (Lc 15,20). «Hai conosciuto tutto ciò che ho dentro di me; i miei segreti, le riflessioni della mia anima, tu le conosci, perciò hai posto le mie lacrime davanti a te e non le hai respinte» (Es23,497). 

10Allora si ritireranno i miei nemici, nel giorno in cui ti avrò invocato; questo io so: che Dio è per me. 

«Non dice: Ho saputo che tu sei Dio, ma: che tu sei [per me], sei il mio Dio. Certamente egli è Dio di tutti; però lo è più propriamente di coloro che lo amano, che si tengono stretti a lui. Appartengono alla sua casa, come ad una sua grande famiglia, tutti i riscattati dal sangue prezioso dell'unico Figlio. Immensità del dono divino: essere noi suoi, e lui nostro!» (Ag36,657). 

11In Dio, di cui lodo la parola, nel Signore, di cui lodo la parola, 12in Dio confido, non avrò timore: che cosa potrà farmi un uomo?

«Il Signore mi libererà da ogni male e mi salverà per il suo regno eterno» (2 Tm 4,18). 

13Manterrò, o Dio, i voti che ti ho fatto: ti renderò azioni di grazie.

 «Quando uno avrà fatto un voto al Signore, non violi la sua parola, ma dia esecuzione a quanto ha promesso con la bocca» (Nm 30,2). «Se degli esseri di carne possono essere amati in modo disinteressato, come dovremo amare Dio? Io amo il mio Dio: nessuno mi può togliere questo amore; nessuno mi può togliere ciò che do a lui, perché è racchiuso nel mio cuore» (Ag36,658.659). 

14perché hai liberato la mia vita dalla morte, i miei piedi dalla caduta, per camminare davanti a Dio nella luce dei viventi. 

«Consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù» (Rm 6,11). 

Salmo 56

1Al maestro del coro. Su «Non distruggere». Di Davide. Miktam. Quando fuggì da Saul nella caverna 

(Cf 1 Sam 22,1-2; 24,1-9). Richiesta di protezione da uomini ingiusti e violenti. «Cristo, come uomo, prega nel corso della sua passione. Ricorda la gloria della sua risurrezione e celebra la grandezza del Padre» (BW  221). 

2Pietà di me, pietà di me, o Dio, in te si rifugia l’anima mia. 

«Davvero il Signore ha pietà di Sion; ha pietà di tutte le sue rovine» (Is 51,3).  «Con affetto perenne, ho avuto pietà di te» (Is 54,8). 

«[Bartimeo] gridò dicendo: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: “Figlio di Davide, abbi pietà di me!”» (Lc 18,38-39). «I giusti gridano a Dio per un’eminente potenza dell’anima. Anche quando tacciono, spesso gridano con lo spirito perché lo Spirito stesso intercede presso Dio con gemiti inesprimibili (Cf Rm 8,26)» (Es23,308). 

All’ombra delle tue ali mi rifugio finché l’insidia sia passata. 

«Sia piena per te [o Rut] la ricompensa da parte del Signore, Dio d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti» (Rut 4,12). «È proprio degli uccelli coprire con le ali la debolezza dei piccoli. Il Signore Gesù evoca questa consuetudine: “Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le sue ali e tu non hai voluto!” (Mt 23,37). Il santo spera all’ombra delle ali di Dio, finché passi l'ingiustizia» (Cf Ilr 363 – 364). «Sino alla fine del mondo non verrà meno né l'ingiustizia che opprime né la giustizia che sopporta. All'ombra delle tue ali spererò, sino a che sarà passata l'iniquità» (Ag36,665). 

3Invocherò Dio, l’Altissimo, Dio che fa tutto per me. 

«Ci concederai la pace, poiché tu dai successo a tutte le nostre imprese» (Is 26,12). «Se mi ha beneficato prima che io lo cercassi, non mi esaudirà quando grido a lui? Per chi ha voluto che morisse il suo Figlio? Per i malvagi. I malvagi non cercavano Dio, e Dio è venuto a cercarli» (Ilr 364). «Dio che ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento» (Fil 1,6).

4Mandi dal cielo a salvarmi, confonda chi vuole inghiottirmi. Dio mandi il suo amore e la sua fedeltà.

«Per quanto Egli sia altissimo, la nostra miseria e il nostro gemito non sono lontani da lui» (Ilr 364). «Ora sono certo che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode» (At 12,11). 

«Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo» (1 Gv 5,4). 

Dio «può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire davanti alla sua gloria senza difetti e colmi di gioia» (Gd 24). 

5In mezzo a leoni devo coricarmi, infiammati di rabbia contro gli uomini!

«Il mio Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso le fauci dei leoni» (Dn 6,23). «Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere» (At 12,2-4). «Notte e giorno sono incatenato a dieci leopardi, cioè a un manipolo di soldati. Grazie ai loro soprusi ricevo una migliore istruzione» (Ignazio, Ai Romani, 5,1). 

I loro denti sono lance e frecce, la loro lingua è spada affilata. 

«C’è gente i cui denti sono spade e i cui molari sono coltelli per divorare gli umili» (Pro 30,14). «Distruggono con la crudeltà del potere e feriscono con i dardi delle calunnie» (Ilr 365). «Insistevano a gran voce chiedendo che venisse crocifisso e le loro grida crescevano» (Lc 23,23). «Come la spada affilata provoca morte all’istante, così anche quelle grida eseguirono una rapida sentenza di morte» (Cs 402). 

6Innalzati sopra il cielo, o Dio, su tutta la terra la tua gloria. 

«Padre sia santificato il tuo Nome» (Mt 6,9). 

7Hanno teso una rete ai miei piedi, hanno piegato il mio collo, hanno scavato davanti a me una fossa, ma dentro vi sono caduti. 

«È migliore la tristezza della vittima che subisce l'ingiustizia, della gioia dell’aggressore che commette l'ingiustizia. La gioia di chi compie il male è la sua fossa» (Ag36,671). 

8Saldo è il mio cuore, o Dio, saldo è il mio cuore. Voglio cantare, voglio inneggiare: 9svegliati, mio cuore, svegliatevi, arpa e cetra, voglio svegliare l’aurora. 

«Il mio cuore [è saldo], la mia facoltà di pensiero è pronta. E Tu, allora, manda il tuo Spirito. Quando abiterà nella mia anima, io, secondo l’uso canterò e salmeggerò, offrendo il mio servizio con la potenza dello Spirito profetico» (Es23,513).

10Ti loderò fra i popoli, Signore, a te canterò inni fra le nazioni: 11grande fino ai cieli è il tuo amore e fino alle nubi la tua fedeltà. 

«Per un breve istante ti ho abbandonata, ma ti riprenderò con immenso amore, con affetto perenne ho avuto pietà di te» (Is 54,8).

12Innalzati sopra il cielo, o Dio, su tutta la terra la tua gloria. 

«Venga il tuo Regno» (Mt 6,9). 

Salmo 57

1Al maestro del coro. Su «Non distruggere». Di Davide. Miktam. 

Requisitoria contro i giudici corrotti. «Cristo condanna la malizia dei suoi persecutori ed annuncia la loro punizione. Preannuncia la gioia dei giusti nel contemplare la disfatta degli iniqui» (BW 223). 

2Rendete veramente giustizia, o potenti, giudicate con equità gli uomini? 3No! Voi commettete iniquità con il cuore, sulla terra le vostre mani soppesano violenza. 

«I tuoi capi sono ribelli e complici di ladri; tutti sono bramosi di regali, ricercano mance, non rendono giustizia all’orfano e la causa della vedova fino a loro non giunge» (Is 1, 23). 

4Sono traviati i malvagi fin dal seno materno, sono pervertiti dalla nascita i mentitori. 

Il traviamento fin dal seno materno non significa che il male sia connaturato in loro ma che sono dominati da esso da lungo tempo. «L’uomo, essere abominevole e corrotto che beve iniquità come acqua!» (Gb 15,16). 

«La verità ha scolpito nei nostri cuori, per la mano stessa del Creatore, il principio: ciò che non vuoi sia fatto a te, non farlo tu agli altri. A nessuno fu mai permesso di ignorare questo comandamento, anche prima che fosse data la legge scritta» (Ag36,673). 

5Sono velenosi come un serpente, come una vipera sorda che si tura le orecchie, 6che non segue la voce degli incantatori, del mago abile nei sortilegi. 

«L’incantatore vuole trarre alla luce l’aspide; ma, siccome esso ama le tenebre nelle quali si nasconde, rifiuta di ascoltare le voci dalle quali si sente attratto. Lo Spirito di Dio ha detto che sono simili a quest'aspide coloro che non vogliono ascoltare la parola di Dio» (Ag36,679). 

7Spezzagli, o Dio, i denti nella bocca, rompi, o Signore, le zanne dei leoni. 

«Si ispira a ciò che avviene alle fiere che, se vengono private dei denti, diventano deboli» (Td 888). Dio rompe denti e zanne quando la sua verità confuta le menzogne degli uomini falsi: «Avevano udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei» (Mt 22,34). «Vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere» (Lc 21,15). 

8Si dissolvano come acqua che scorre, come erba calpestata inaridiscano. 9Passino come bava di lumaca che si scioglie, come aborto di donna non vedano il sole! 10Prima che producano spine come il rovo, siano bruciati vivi, la collera li travolga. 

Chiede che i malvagi siano vinti prima che essi portino a compimento i loro disegni. 

«Per lo più non si vedono i suoi giudizi nella vita presente, e tuttavia non c’è niente tra gli uomini che non venga da lui giudicato ed esaminato» (Es23,531). [V. 10 testo oscuro: prima che avvertano le vostre pentole pruno, come vivo, come turbine porti via lui].

11Il giusto godrà nel vedere la vendetta, laverà i piedi nel sangue dei malvagi. 

«Il Signore farà giustizia al suo popolo e dei suoi servi avrà compassione» (Dt 32,36). «Mi vendicherò dei miei nemici, purificherò nel crogiuolo le tue scorie» (Is 1,25). I giusti si rallegrano della distruzione delle istituzioni corrotte e oppressive e dell’avvento della nuova creazione (Cf Ap 19,1-2). Nei malvagi «odiavo le colpe, ma amavo la creatura tua» (Ag37,1800.1802). 

 12Gli uomini diranno: «C’è un guadagno per il giusto, c’è un Dio che fa giustizia sulla terra!». 

«Il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna» (Rm 6,23). «Ecco, prima che venga ciò che ci è stato promesso, prima che ci sia data la vita eterna, qui, in questa vita, c'è il frutto per il giusto. Quale frutto? “Lieti nella speranza, pazienti nella tribolazione” (Rm 12,12). Nella carità è il frutto del giusto» (Ag36,691). 

Salmo 58

1Al maestro del coro. Su «Non distruggere». Di Davide. Miktam. Quando Saul mandò uomini a sorvegliare la casa e a ucciderlo (1 Sm 19,11-17). Il salmista, aggredito da uomini violenti, invoca la protezione di Dio. «Cristo prega per non essere vinto dai nemici» (BW 226). 

2Liberami dai nemici, mio Dio, difendimi dai miei aggressori. 3Liberami da chi fa il male, salvami da chi sparge sangue. 

«I nostri nemici (il diavolo e gli angeli suoi) non rinunziano ad aggredirci ogni giorno. Ciò si è compiuto nella carne di Cristo e si compie anche in noi» (Ag36,694). 

4Ecco, insidiano la mia vita. Contro di me congiurano i potenti. 

«Esistono ancora nemici invisibili, come quelli che eccitavano Saul all’invidia e al rancore» (Es23,535). Il diavolo, inoltre, suggerisce di perseguitare gli evangelizzatori: alcuni giudei «ordirono un complotto e invocarono su di sé la maledizione, dicendo che non avrebbero né mangiato né bevuto finché non avessero ucciso Paolo» (At 23,12). 

Non c’è delitto in me, non c’è peccato, Signore, 5senza mia colpa accorrono e si schierano. 

«Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete?» (Gv 8,46-47). «Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore o delatore. Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; per questo nome, anzi, dia gloria a Dio» (1 Pt 4,15-16). 

Svegliati, vienimi incontro e guarda. 6Tu, Signore, Dio degli eserciti, Dio d’Israele, alzati a punire tutte le genti; non avere pietà dei perfidi traditori.

«Chiede al Padre di venirgli incontro mentre sta per tornare da Lui. [Gesù] però non si era mai staccato da [Dio], né [il Padre] da [Gesù], come Egli stesso afferma nel vangelo: “Io sono nel Padre e il Padre è in me” (Gv 14,10)» (Cs 412). 

Dio condanna l’ostinazione  risoluta, irremovibile: «Esiste un'ingiustizia il cui reo non può ottenere misericordia da Dio. Qual’è? È la difesa dei peccati» (Ag36,701). 

7Ritornano a sera e ringhiano come cani, si aggirano per la città. 8Eccoli, la bava alla bocca; le loro labbra sono spade. 

«I capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, e tennero consiglio per catturare Gesù con un inganno e farlo morire» (Mt 26,3). 

Dicono: «Chi ci ascolta?». 9Ma tu, Signore, ridi di loro, ti fai beffe di tutte le genti. 

«Voi avete rinnegato il Santo e il Giusto, ma Dio l’ha risuscitato dai morti» (At 3,14-15). 

10Io veglio per te, mia forza, perché Dio è la mia difesa. 

Vegliare (shamar) significa attendere un segno o una parola da parte di Dio. L’orante veglia come una sentinella: “Penso a te nelle veglie notturne” (Sal 62,9); “I miei occhi precedono il mattino” (Sal 118,148). «Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio» (Lc 6,12). «L'anima umana da se stessa non ha luce; da se stessa non ha forza. Non mi allontanerò da te, non presumerò di me stesso» (Ag36,703). 

11Il mio Dio mi preceda con il suo amore; Dio mi farà guardare dall’alto i miei nemici. 

«Signore, la tua nube cammini davanti a loro di giorno e di notte in una colonna di fuoco» (Nm 14,14). Il credente è certo della vittoria: «[Disse David a Golia:] il Signore non salva per mezzo della spada, perché è arbitro della lotta e vi metterà certo nelle nostre mani» (1 Sm 17,47).

Il Padre ha preceduto il Figlio: «Il Padre ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati» (Gv 5,20). 

12Non ucciderli, perché il mio popolo non dimentichi; disperdili con la tua potenza e abbattili, Signore, nostro scudo. 

«Mentre li disperdi nella sconfitta, non [ucciderli], così avrai ancora modo di agire in loro. Che cosa ucciderai? I delitti della loro bocca. Ucciderai il grido “Crocifiggi, crocifiggi!”, ucciderai ciò che hanno gridato, non coloro che hanno gridato» (Ag36,708). 

13Peccato della loro bocca è la parola delle loro labbra; essi cadono nel laccio del loro orgoglio, per le bestemmie e le menzogne che pronunciano. 

La malvagità appare in primo luogo nel linguaggio menzognero e prepotente: «Alla Bestia [serva di Satana] fu data una bocca per proferire parole d’orgoglio e bestemmie» (Ap 13,5). I nemici di Gesù dissero a Pilato: «Se costui [Gesù] non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato» (Gv 18,30). 

14Annientali con furore, annientali e più non esistano, e sappiano che Dio governa in Giacobbe, sino ai confini della terra. 

«Chi prega perché non vi siano malati, poveri, non chiede che siano distrutti uomini del genere, ma desidera che scompaiono la malattia e la povertà; allo stesso modo ognuno dei santi pregava perché fosse eliminato ciò che distrugge la persona, [cioè il peccato]» (Es23,1292).

15Ritornano a sera e ringhiano come cani, si aggirano per la città; 16ecco, vagano in cerca di cibo, ringhiano se non possono saziarsi. 

Ultima presentazione della tenacia dei malvagi. Essa fu conosciuta anche da Gesù: i suoi avversari «se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi» (Mt 22,15); «tennero consiglio contro di lui per farlo morire (Mc 3,6). 

17Ma io canterò la tua forza, esalterò la tua fedeltà al mattino, perché sei stato mia difesa, mio rifugio nel giorno della mia angoscia. 18O mia forza, a te voglio cantare, poiché tu sei, o Dio, la mia difesa, Dio della mia fedeltà. 

Ultimo atto di fiducia nel suo Salvatore: «Che cosa sarei stato, se tu, Signore, non mi avessi soccorso? Egli non abbandona nessuno, ma è necessario che tu non ti sottragga alla sua mano. Mentre sei lontano, ti richiama e ti spinge a tornare da lui; ti attira mentre cerchi di sfuggirgli» (Ag36,712). 

Salmo 59

1Al maestro del coro. Su «Il giglio della testimonianza». Miktam. Di Davide. Da insegnare. 2Quando uscì contro Aram Naharàim e contro Aram Soba (2 Sm 8) e quando Ioab, nel ritorno, sconfisse gli Edomiti nella valle del Sale: dodicimila uomini (1 Cr 18). 

Un oracolo promette la vittoria al popolo di Dio, che viene ridestato alla fiduci dopo una desolante sconfitta. 

3Dio, tu ci hai respinti, ci hai messi in rotta, ti sei sdegnato: ritorna a noi. 4Hai fatto tremare la terra, l’hai squarciata: risana le sue crepe, perché essa vacilla. 5Hai messo a dura prova il tuo popolo, ci hai fatto bere vino che stordisce. 

Si lamenta con Dio perché avrebbe respinto il suo popolo. La sconfitta sconvolge gli animi, come un terremoto; l’ira di Dio viene paragonata alla somministrazione d’una bevanda inebriante e debilitante. «I padri si adirano con bontà; la loro collera è piena di compassione verso i peccati dei figli. La punizione, pur severa del momento, deve giovare alla salvezza dello spirito» (Cf Ilr 385). 

6 Hai dato un segnale a quelli che ti temono, perché fuggano lontano dagli archi. 

Nella disfatta, alcuni fedeli hanno sperimentato episodi di protezione da parte del Signore, i quali fanno sperare nella sua misericordia; da qui il rinnovarsi dell’invocazione nel versetto successivo. 

7Perché siano liberati i tuoi amici, salvaci con la tua destra e rispondici!

«Benché siano caduti nel peccato, sono chiamati amici di Dio» (Es23,564). 

8 Dio ha parlato nel suo santuario: «Esulto e divido Sichem, spartisco la valle di Succot. 9Mio è Galaad, mio è Manasse, Efraim è l’elmo del mio capo, Giuda lo scettro del mio comando. 

Un oracolo sacerdotale assicura che i regni ostili confinanti verranno conquistati e che le tribù d’Israele (Efraim e Giuda), diverranno lo strumento del trionfo divino. Nell’interpretazione cristiana, la promessa preannuncia la diffusione del Vangelo in ogni nazione, con metodi conformi allo stile di Gesù: «In ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio con molta fermezza: nelle tribolazioni, nelle percosse, nelle prigioni, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con sapienza, con benevolenza, con amore sincero, con parola di verità, con potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra» (2 Cor 6,4-7). 

10Moab è il catino per lavarmi, su Edom getterò i miei sandali, il mio grido di vittoria sulla Filistea!». 

Continua l’elenco dei popoli che saranno sottomessi, subendo gesti umilianti. «Tutti questi popoli appartengono alla Chiesa e questa santa madre Chiesa è magnificata e dilatata ovunque tra i popoli» (Bs 914).  

11Chi mi condurrà alla città fortificata, chi potrà guidarmi fino al paese di Edom, 12se non tu, o Dio, che ci hai respinti e più non esci, o Dio, con le nostre schiere?

 Udito l’oracolo, la comunità riprende l’invocazione perché il Signore attui ciò che ha promesso. «Come si saprà che ho trovato grazia ai tuoi occhi, io [Mosè] e il tuo popolo, se non nel fatto che tu cammini con noi?» (Es 33,16). «Non c’è per noi altra speranza di vedere le tue promesse, se non sei tu stesso a voler realizzarle» (Es 23,573). 

13Nell’oppressione vieni in nostro aiuto, perché vana è la salvezza dell’uomo. 

Cf Is 30,7. «Abbiamo concepito, abbiamo sentito i dolori quasi dovessimo partorire: era solo vento; non abbiamo portato salvezza alla terra» (Is 26,18). «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti» (Lc 5,5). «Non ha alcun valore vivere questa vita senza la misericordia di Dio. Spera da Dio l'aiuto nelle afflizioni, perché vana è la salvezza degli uomini» (Ilr 390.391). 

14Con Dio noi faremo prodezze, egli calpesterà i nostri nemici. 

«Chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre» (Gv 14,12). «Non oserei dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio, con parole e opere, con la forza dello Spirito» (Rm 15,18-19). «Ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me» (1 Cor 15,10). 

Salmo 60

1Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Di Davide. 

Richiesta di protezione, accompagnata da una supplica collettiva a favore del re. «Invocazione della Chiesa che chiede di essere protetta sotto le ali di Cristo» (BW 232). 

2Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera. 

«Il salmista parla come fosse un uomo solo; è l'unità [della Chiesa] che parla come per bocca di un solo individuo. In Cristo, infatti, siamo tutti un solo uomo» (Ag36,723). «Ogni uomo amico di Dio è tormentato vedendo la moltitudine di quelli che si perdono» (Es23,577).

3Sull’orlo dell’abisso io t’invoco, mentre sento che il cuore mi manca: guidami tu sulla rupe per me troppo alta. 

Il re si sente in grave pericolo e chiede di ottenere, per opera di Dio, quel risultato che non è in grado di conseguire da solo. 

Gesù, trovandosi “sull’orlo dell’abisso” «cominciò a sentire paura e angoscia» (Mc 14,33) ed invocò il Padre. «La nostra vita non può essere senza prove, e il nostro progresso si compie attraverso la tentazione. Nessuno può riconoscersi finché non è tentato» (Ag36,724). 

4Per me sei diventato un rifugio, una torre fortificata davanti al nemico. 

«Torre fortissima è il nome del Signore: il giusto vi si rifugia ed è al sicuro» (Pro 18,10). 

Il Signore ci custodisce ora in Cristo: «Ricordati di Cristo e sarai entrato nella torre» (Ag36,726). «Cristo prese da te e fece sua la tentazione, affinché per suo dono tu ne riportassi vittoria. Se in lui noi siamo tentati, in lui noi vinciamo il diavolo» (Ag36,724). 

5Vorrei abitare nella tua tenda per sempre, vorrei rifugiarmi all’ombra delle tue ali. 

Desidererebbe trovare protezione nel tempio, all’ombra delle ali dei cherubini (Cf Es 25,18-20). «Non è in me stesso che confido, ma nella protezione delle tue ali. La Parola è solita chiamare in questo modo le potenze della provvidenza di Dio» (Es23,580). 

6 Tu, o Dio, hai accolto i miei voti, mi hai dato l’eredità di chi teme il tuo nome. 

«Vedi come sentiva di essere esaudito? Questo era ciò che, era stato promesso da Dio a quelli che ne sono degni» (Es23,579). 

Il giusto riceve da Dio tutti i beni promessi ma la sua eredità più grande è il Signore stesso: «A Israele, tramite Mosé, era stata promessa la terra da cui scorre latte e miele; ma il salmo quindici ci rivela in che cosa consista questa eredità: “Il Signore è porzione della mia eredità e del mio calice”» (Es23,581). «Questa è l’eredità: la vita, l’incorruttibilità, il Regno e la dimora eterna con Dio» (Ilr 393)

7Ai giorni del re aggiungi altri giorni, per molte generazioni siano i suoi anni. 

La comunità si unisce all’invocazione pronunciata dal re: «Guarda o Dio colui che è il nostro scudo, guarda il volto del tuo consacrato» (Sal 84,10). 

«Hai dato a Cristo giorni su giorni; non soltanto i giorni di questa vita che ha fine, ma giorni oltre questi giorni, senza fine» (Ag36,727). 

8Regni per sempre sotto gli occhi di Dio. 

«Il suo nome duri in eterno» (Sal 71,17). «Cristo rimarrà in eterno al cospetto di Dio. Una volta che tutti i redenti saranno stati assunti come cittadini del regno dei cieli, Egli li consegnerà a Dio Padre (Cf 1 Cor 15,24)» (Ilr 393). 

Comanda che amore e fedeltà lo custodiscano. 

La durata di un regno dipende dalla rettitudine del sovrano regnante: «Bontà e fedeltà vegliano sul re, sulla bontà è basato il suo trono» (Pr 20,28). 

La fedeltà ha caraterizzato la missione regale di Gesù: «Io sono re. Per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità» (Gv 18,37). Egli continua a portare a compimento, con fedeltà, il regno di Dio Padre. 

9Così canterò inni al tuo nome per sempre, adempiendo i miei voti giorno per giorno. 

«Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo» (1 Cor 15,57). 

Salmo 61

1Al maestro del coro. Su «Iedutùn». Salmo. Di Davide. 

Atto di abbandono fiducioso in Dio ed esortazione a confidare in Lui. «Preghiera di un fedele che sollecita la sua anima ad essere sottomessa a Dio. Ammonisce, poi, gli erranti a confidare nel Signore più che nei beni passeggeri di questo mondo» (BW 234 )

2Solo in Dio riposa l’anima mia: da lui la mia salvezza. 

«L'anima che ama Dio, solo in Dio trova il suo riposo. Prima sciogliti dai lacci, poi sforzati di legare il tuo cuore a Dio. Il distacco dalla materia precede il legame con Dio» (Isacco di Ninive, Discorsi ascetici/1, IV) §. «In quanto non possiede l’Uno, l’anima non giunge alla pace, fino a che non divenga Uno in Dio» (Eckhart, Sermoni, 21, 4). 

3Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: mai potrò vacillare. 

«Il salmista, in qualche modo, era stato turbato ed era necessario che imparasse a [confidare in Dio]» (Es23,588). «Dio accoglie come suoi coloro che si assoggettano a Lui. Li custodisce affinché, grazie a questo abbandono al loro Dio, non rimangano sconvolti da qualche evento [drammatico]» (Or 1484). 

4Fino a quando vi scaglierete contro un uomo per abbatterlo tutti insieme come un muro cadente, come un recinto che crolla?

«Mi assalite come se non avessi nessuno che mi custodisce. Fino a quando vi darete a questa fatica inutile dal momento che ho trovato il mio custode, il mio Salvatore» (Es23,592). 

5Tramano solo di precipitarlo dall’alto, godono della menzogna. Con la bocca benedicono, nel loro intimo maledicono. 

Che cosa significa far precipitare dall’alto? «Tutti coloro che cercano di insidiare gli uomini di Dio non cercano altro che di spogliarli dell’onore che essi hanno presso Dio» (Es23,592). 

6Solo in Dio riposa l’anima mia: da lui la mia speranza. 

«Condurrò [le mie pecore] in ottime pasture; là si adageranno su fertili pascoli e pasceranno in abbondanza. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare» (Ez 34, 14-15). 

7Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: non potrò vacillare. 

«Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna» (Is 26,4). 

8In Dio è la mia salvezza e la mia gloria; il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio. 

«Con il termine salvezza, in ebraico, si allude al nome di Gesù (Ish`ì), perché compaiono le stesse lettere (yasha`). Gesù è la mia gloria e il mio custode, il Dio del mio aiuto e la mia speranza» (Es23,593). 

9Confida in lui, o popolo, in ogni tempo; davanti a lui aprite il vostro cuore: nostro rifugio è Dio. 

«Grida dal tuo cuore al Signore, gemi, figlia di Sion. Effondi come acqua il tuo cuore, davanti al volto del Signore» (Lm 2,18-19). «Dobbiamo effondere davanti a lui ogni sentimento, così da non avere fiducia in noi stessi. Dobbiamo fare in modo d’essere aiutati da lui, dinanzi al quale ci apriamo in pieno. Dobbiamo versare davanti a lui i nostri cuori» (Cf Ilr 399). 

10Sì, sono un soffio i figli di Adamo, una menzogna tutti gli uomini: tutti insieme, posti sulla bilancia, sono più lievi di un soffio. 

Gli uomini di menzogna «hanno un ideale comune: tutti cercano le cose temporali. Anche se sono in contrasto fra loro per la varietà delle opinioni, tuttavia nella vanità sono tutti uniti» (Ag36,740).

11Non confidate nella violenza, non illudetevi della rapina; alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore. 

«Non cercate un benessere ottenuto con azioni inique» (Td 1332). «L'ingiustizia non è niente; potente è solo la giustizia. La verità può essere per qualche tempo tenuta nascosta, non può essere vinta» (Ag36,740). «Se un uomo desse mille marchi d’oro [in beneficienza], sarebbe una grande cosa. Tuttavia, molto di più avrebbe donato chi, [nel donare], considerasse mille marchi come nulla: questi avrebbe fatto molto più dell’altro» (Eckhart, Sermoni, 4,5). 

12Una parola ha detto Dio, due ne ho udite: la forza appartiene a Dio, tua è la fedeltà, Signore; secondo le sue opere tu ripaghi ogni uomo. 

«Egli ricompensa l’uomo secondo le sue opere, retribuisce ciascuno secondo la sua condotta. In verità, Dio non agisce da ingiusto e l’Onnipotente non sovverte il diritto!» (Gb 34, 12). «Alessandro si è accanito contro la nostra predicazione: il Signore gli renderà secondo le sue opere» (2 Tm 4,15). 

Salmo 62

1Salmo. Di Davide, quando era nel deserto di Giuda

(2 Sam 15,13-28). «La Chiesa desidera sperimentare la potenza del Signore» (Herb). 

2O Dio, tu sei il mio Dio. 

«L’ho chiamato mio Dio, perché non mi trascina il desiderio di nessuna delle realtà terrestri [che allontanano da Lui]» (Es23,604). 

Dall’aurora io ti cerco. 

Il verbo ebraico cercare richiama l’aurora (šahar). «L’uomo interessato a rendere grazie a Dio e a conoscerlo, fa coincidere l’inizio del giorno con l’inizio della preghiera» (Ilr 62,2 401), mentre, al contrario, è «brutta cosa il sonno dell'anima! Sonno dell'anima è dimenticare Dio; chi dimentica il suo Dio dorme» (Ag36,750). 

Ha sete di te l'anima mia. «La preghiera non è questione di parole ma di sentimento» (Ilr 62,3 401). «Osservate quanti desideri vi siano nel cuore degli uomini, ma quanto è difficile trovare uno che dica: l'anima mia ha sete di te!» (Ag36,750.751). «Gli angeli non provano la sete e la fame che proviamo noi, ma sono sazi di verità, di luce, di sapienza. Per questo sono beati» (Ag36,751). 

Desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz’acqua. 

Kamah lechà: desidera, spasima te, viene meno (il verbo si trova soltanto in questo versetto). Il salmista, pensando alla sua attuale dimora nel deserto, si sente lui, in realtà, una terra arida, bisognosa di pioggia. «Una campagna che non ha ricevuto l’acqua consueta, potrebbe dire di averne sete. Con queste parole può anche designare il deserto stesso nel quale aveva dovuto stabilirsi nella fuga. Trovandosi qui, lontano dall’arca di Dio e dalla tenda-santuario, ne desiderava la vista» (Es23,605). 

3Così nel santuario ti ho contemplato, guardando la tua potenza e la tua gloria. 

Quando poteva partecipare al culto, nutriva il suo sentimento di brama ardente e, poi, avendo goduto dei doni di Dio, si sentiva dissetato e saziato. 

4Poiché il tuo amore vale più della vita, le mie labbra canteranno la tua lode. 

«È un grande dono l’essere nati ma poiché la nostra vita è piena di ansietà e sofferenze, dobbiamo sperare di più nella misericordia di Dio che nella nostra vita» (Ilr 62,6 404). «Preferisco vivere nella tua grazia, contare sulla tua misericordia e aprire la mia bocca alla tua lode, piuttosto che avere una vita da ricco e da potente, corrosa da mille affari, schiavo della gola e delle comodità» (Td 1337). «Ciò che tu dài è migliore di quanto scelgono per sé i malvagi» (Ag36,754). 

5Così ti benedirò per tutta la vita. 6Come saziato dai cibi migliori, con labbra gioiose ti loderà la mia bocca. 

Allusione alle parti migliori delle carni dei sacrifici, riservate ai sacerdoti. «M’introduca il re nelle sue stanze: gioiremo e ci rallegreremo di te, ricorderemo il tuo amore più del vino» (Ct 1,4). «La possibilità di lodarti è per l’anima un nutrimento solido, un cibo ricco e gustoso. La meditazione delle tue parole offre una soddisfazione che non viene meno e un vero piacere» (Td 1337). 

7Quando nel mio letto di te mi ricordo e penso a te nelle veglie notturne, 8 a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all’ombra delle tue ali. 

[Ali dei cherubini Cf 1 Re 6,23-28]. «Il salmista si preoccupa soltanto di piacere a Dio. Di Lui soltanto si ricorda a letto, a Lui pensa al mattino prolungando il ricordo della notte. Dio è il suo aiuto ed egli esulta all’ombra delle sue ali» (Ilr 405). «Se tu non mi proteggessi, dato che sono un pulcino, il falco mi rapirebbe. Senza la protezione di Dio, non sei nulla. Se rimaniamo sempre piccoli sotto di lui, saremo veramente grandi in lui» (Ag36,757). 

9A te si stringe l’anima mia: la tua destra mi sostiene. 

L’orante si stringe (daveqà) al Signore. «Amando il Signore vostro Dio, camminando in tutte le sue vie e tenendovi uniti a lui (daveqa-bo)» (Dt 11,22). Nella LXX compare il verbo attaccarsi, incollarsi (ekollēthē, da kollaō) con il quale i mistici esprimono l’essenza della loro unione con Dio. «La forza dell’amore fa sì che ci sentiamo uniti a coloro che amiamo, anche se assenti; il luogo o il tempo non dissolvono un affetto radicato. Il profeta è stretto a Dio, e le lusinghe del mondo o i vizi non potranno sottrargli l’amore verso di lui, perché chi si stringe a Dio, è un solo spirito con lui (1 Cor 6,17)» (Ilr 406). «Dopo aver manifestato il suo sentimento, ci fa conoscere il risultato del suo ardore: la tua destra mi ha sostenuto; vedendo che mi trovavo in questo stato, hai pensato che fosse giusto venire in mio aiuto» (Td 1340). 

10Quelli che cercano di rovinarmi sprofondino sotto terra, 11siano consegnati in mano alla spada, divengano preda di sciacalli. 

«Chiunque desidera le cose terrene è sotto la terra. Avendo preferito la terra a se stesso, ha come posto la terra sopra di sé, e se stesso sotto la terra» (Ag36,759). 

12Il re troverà in Dio la sua gioia; si glorierà chi giura per lui, perché ai mentitori verrà chiusa la bocca. 

«Il profeta mostra la letizia di Cristo che ha esultato di gioia davanti al Padre per la salvezza degli uomini» (Ilr 406). 

Salmo 63

1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. Invocazione a Dio perché sconvolga il disegno dei malvagi. 

«Nel salmo Cristo parla della sua passione» (BW 230). 

2Ascolta, o Dio, la voce del mio lamento, dal terrore del nemico proteggi la mia vita. 

«Siamo posti tra le più spaventose tempeste del mondo e le più gravi empietà del genere umano contro Dio» (Ilr 409). «[Prego] non perché il nemico non mi uccida, ma perché io non tema il nemico che uccide» (Ag36,761). 

3Tienimi lontano dal complotto dei malvagi, dal tumulto di chi opera il male. 

Gesù Risorto liberò Paolo dal tumulto dei malvagi: «“Affréttati ed esci presto da Gerusalemme, perché non accetteranno la tua testimonianza su di me… Va’, perché io ti manderò lontano, alle nazioni”» (At 22,17-21). 

4Affilano la loro lingua come spada, scagliano come frecce parole amare 5per colpire di nascosto l’innocente; lo colpiscono all’improvviso e non hanno timore. 

La Chiesa viene presa a bersaglio: «La nostra professione di fede in Dio, ora è derisa dalla filosofìa, ora è aggredita dagli eretici, ora condannata dall'inclinazione all'avarizia, dall'attaccamento all'ambizione. Il nostro spirito non è capace di tollerare, evitare, rintuzzare tutto ciò, se non è istruito da Dio» (Ilr 409). 

6Si ostinano a fare il male, progettano di nascondere tranelli; dicono: «Chi potrà vederli?». 7Tramano delitti, attuano le trame che hanno ordito. 

«Quando l'anima le volge spalle [alla luce della giustizia], sprofonda nelle tenebre. Quindi, anche [i nemici di Cristo], quanto più si allontanavano dalla giustizia, tanto più si perdevano in progetti insensati» (Ag36,765.766). 

L’intimo dell’uomo e il suo cuore: un abisso!

«Più fallace di ogni altra cosa è il cuore e difficilmente guaribile; chi lo può conoscere?» (Ger 17,9). «O tu uccidi l'iniquità o sarai ucciso da essa. Guarda in te stesso e vedi che cosa nel tuo intimo combatta contro di te. Per una parte tu sei unito con Dio; per un'altra parte trovi piacere nel mondo. Se persevererai nel combattimento, Dio vincerà i moti ribelli dell'anima» (Ag36,764). 

8Dio li colpisce con le sue frecce. 10Allora ognuno sarà preso da timore, annuncerà le opere di Dio e saprà discernere il suo agire. 

Il timore invase coloro che avevano assistito alla crocifissione di Gesù: “Tutta la folla che era presente a questo evento e che aveva visto quanto era accaduto, se ne tornava percuotendosi il petto” (Lc 23,48). “Il centurione glorificava Dio dicendo: “Quest’uomo era giusto” (Lc 23,47)» (Bs 927). 

11Il giusto gioirà nel Signore e riporrà in lui la sua speranza: si glorieranno tutti i retti di cuore. 

«Chi sono i retti di cuore? Sono coloro i quali, qualunque cosa soffrano in questa vita, non l'attribuiscono a una mancanza di senno in Dio ma alla sua Provvidenza che vuol medicarli. Lasciati curare. Sa il suo mestiere colui che conosce la tua ferita» (Ag36,770.771). 

Salmo 64

1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. Canto. 

Ringraziamento per i benefici ricevuti nel corso dell’anno. 

2Per te il silenzio è lode, o Dio, in Sion, a te si sciolgono i voti. 

Le parole umane non sono adeguate a celebrare il Signore ed è meglio ammutolire (damam), presi da un sentimento di stupore. In Sion: «Soltanto quanti sono nella Chiesa di Dio, avendo appreso dal Salvatore stesso l’inno che conviene, esprimono al Padre una lode degna della divinità» (Es23,625). 

3A te, che ascolti la preghiera, viene ogni mortale (ogni carne). 

«Annuncia la chiamata di tutte le nazioni, secondo la profezia di Gioele: “Effonderò il mio spirito sopra ogni carne” (Gl 3,1)» (Atn 284). «Non è mai inopportuno rivolgersi a lui, perché è inopportuno non accostarsi a lui continuamente. È sempre opportuno chiedere a Chi desidera dare. Come abbiamo bisogno della respirazione, così anche dell'aiuto di Dio; se vogliamo, facilmente lo attireremo a noi» (Crisostomo, §

4Pesano su di noi le nostre colpe, ma tu perdoni i nostri delitti. 

«Tu, Signore, non ci hai disprezzati, ci hai inviato quella Propiziazione [Cristo], grazie alla quale ti sei riconciliato con noi: “Dio lo ha stabilito come propiziazione mediante la fede, nel suo sangue” (Rm 3,25)» (Es23,629). 

5Beato chi hai scelto perché ti stia vicino: abiterà nei tuoi atri. 

«Atrio del Signore è la conoscenza di Dio. Chi abita in esso, verrà colmato di beni» (Or 1496). «Atri del Signore sono le dimore del cielo, delle quali è detto nel Vangelo: “Presso il Padre mio ci sono molte dimore” (Gv 14,2)» (Cf Es23,630). La pienezza che aspettiamo da Dio, non sarà altro che pienezza di Dio: Egli sarà tutto in tutti.

Ci sazieremo dei beni della tua casa, delle cose sacre del tuo tempio. 

«Beato chi ha già conseguito l’elezione [in cielo] ma già da qui amiamo godere i beni della tua casa, cioè i divini discorsi e i carismi del santo Spirito» (Cf Es23,631). «Tempio celeste, veramente degno di Dio, è il suo Verbo Unigenito, nel quale si è compiaciuto di far abitare la pienezza della divinità (Col 1,19; 2,9)» (Es23,633).

6Con i prodigi della tua giustizia, tu ci rispondi, o Dio, nostra salvezza, fiducia degli estremi confini della terra e dei mari più lontani. 

«Chi è come il tuo popolo, unica nazione che Dio è venuto a riscattare come popolo per sé e a dargli un nome operando cose grandi e stupende? Hai stabilito il tuo popolo Israele come popolo tuo per sempre, e tu, Signore, sei diventato Dio per loro» (Dt 7,23-24). In Gesù Dio manifesta i prodigi che anticipano la nuova creazione: «Gesù, accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua…» (At 2,22). 

7Tu rendi saldi i monti con la tua forza, cinto di potenza. 

«Quando ponevo le fondamenta della terra, tu dov’eri? Dove sono fissate le sue basi?» (Gb 38,4-6). La Chiesa è un monte consolidato da Cristo: «Ha stabilito fermamente la sua Chiesa sopra tutti i marosi di questo mondo» (Ag36,83)

8Tu plachi il fragore del mare, il fragore dei suoi flutti, il tumulto dei popoli. 

Dando ordine alla massa caotica delle acque, nel momento della creazione e lungo la storia, Dio offre un luogo vivibile: «Le nazioni fanno fragore come il fragore di molte acque, ma egli le minaccia, esse fuggono lontano» (Is 17,12). «Chi, osservando le insurrezioni contro le Chiese, non le chiamerebbe mare davvero burrascoso? Il Salvatore sa sempre placarlo con un solo cenno» (Es23,637.640). «Il mare è figura del mondo presente, ove gli uomini divengono come i pesci che si divorano a vicenda. E quando il pesce più grande avrà divorato il più piccolo, a sua volta sarà divorato da uno più grande di lui. Non comportiamoci così, fratelli, perché proprio nel mare noi siamo stati catturati dalle reti della fede» (Ag36,780).  

9Gli abitanti degli estremi confini sono presi da timore davanti ai tuoi segni: tu fai gridare di gioia le soglie dell’oriente e dell’occidente. 

Prodigi ancora maggiori furono compiuti con la venuta del Regno di Dio mediante Gesù: «Gli uomini, vedendo i miracoli compiuti dagli apostoli, abbandonaro l’antico errore, conobbero il vero Dio, gli offrirono un canto gioioso di riconoscenza, all’alba e al tramonto» (Cf Td 1353).

10Tu visiti la terra e la disseti, la ricolmi di ricchezze. 

«I pascoli della steppa hanno germogliato, gli alberi producono i frutti, la vite e il fico danno le loro ricchezze. Voi, figli di Sion, gioite nel Signore perché vi dà la pioggia in giusta misura» (Gl 2,22-23). 

Il fiume di Dio è gonfio di acque; tu prepari il frumento per gli uomini. 

«Ha donato agli uomini il proprio fiume, lo Spirito Santo che scaturisce dalla sorgente che è in te (Cf Gv 4,14 e 7,38)» (Es23,640). 

Così prepari la terra: 11ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle, la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli. 

Dio si prende cura della campagna con sapienza amorevole (Is 28,23-29). Coltiva il cuore dell’uomo: «Solchi dell’anima sono i suoi pensieri più profondi e quella segreta potenza della coscienza, voltata e rivoltata dalla Parola di Dio. Gli uomini che hanno ricevuto i semi celesti, producono frutti rigogliosi» (Es23,641). 

12Coroni l’anno con i tuoi benefici, i tuoi solchi stillano abbondanza. 

«Chiama “anno dei benefici” il tempo successivo all'incarnazione del Salvatore nostro, perché in esso appare un'abbondanza spirituale del tutto insolita» (Or 1497). «Nessun dono di grazia più vi manca, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi confermerà sino alla fine (1 Cor 1,6-9)».

13Stillano i pascoli del deserto e le colline si cingono di esultanza. 14I prati si coprono di greggi, le valli si ammantano di messi: gridano e cantano di gioia! 

Il salmista celebra la provvidenza divina: «Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene» (2 Cor 9, 3). «Chi entra in un giardino in cui vi sono angoli deliziosi e pieni di pace, gioisce e si riposa. Così avviene alle anime nel regno» (Ps.Macario, Cinquanta Omelie, 27,3). 

Salmo 65

1Al maestro del coro. Canto. Salmo. 

Lode a Dio e ringraziamento per un mirabile intervento di salvezza. «Voce della Chiesa che esorta tutti gli uomini a godere della resurrezione del Signore» (BW 244). 

Acclamate Dio, voi tutti della terra, 2cantate la gloria del suo nome, dategli gloria con la lode. 

«L’acclamaziome gioiosa è il grido di un esercito che proclama la vittoria» (Ilr p. 362). «È ben giusto che ci venga chiesto d’acclamare a Dio con le nostre preghiere, e di cooperare alla vittoria del nostro Re» (Es23,648). 

3Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere! Per la grandezza della tua potenza ti lusingano i tuoi nemici. 

«Lo Spirito profetico ordina a tutti noi di considerare, con ogni attenzione, le opere di Dio, in modo che ci colmino di timore e stupore» (Es23,650). 

4A te si prostri tutta la terra, a te canti inni, canti al tuo nome». 

«Dall’oriente all’occidente grande è il mio nome fra le nazioni e in ogni luogo si brucia incenso al mio nome e si fanno offerte pure, perché grande è il mio nome fra le nazioni» (Ml 1,11).

5Venite e vedete le opere di Dio, terribile nel suo agire sugli uomini.

 «Quelle [opere] che sono note solo alle disposizioni dei credenti, e con le quali si è provveduto alla salvezza umana» (Ilr 427). 

6Egli cambiò il mare in terraferma; passarono a piedi il fiume: per questo in lui esultiamo di gioia. 

Paragona l’atto recente di salvezza (vv.10-12) ai grandi eventi del passato: il passaggio del mar Rosso (Es 14,27) e quello del fiume Giordano (Gs 3,14-17). «Dio stesso ha sconfitto i vostri egiziani spirituali, cioè i maligni demoni che un tempo tiranneggiavano le vostre anime. Se il mare degli uomini gonfia i suoi flutti contro di voi, fatevi coraggio, perché avete l’esempio ben chiaro del mare mutato in terraferma» (Es23,652.653). 

7Con la sua forza domina in eterno, il suo occhio scruta le genti; contro di lui non si sollevino i ribelli. 

«Ascolta il Salvatore che dice: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra”» (Mt 28,18) (Es23,653). «Cristo si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici [il peccato e la morte] vengano posti a sgabello dei suoi piedi» (Eb 10,12-13). 

8Popoli, benedite il nostro Dio, fate risuonare la voce della sua lode; 9è lui che ci mantiene fra i viventi e non ha lasciato vacillare i nostri piedi. 

«Per tutta la terra, i popoli di Cristo, raccolti dalle genti, elevano inni non agli dèi patri, né ai demoni, ma al solo che i profeti hanno dichiarato Dio» (Es23,657). «Elevate inni e lodi a Dio non solo per le sue opere di un tempo, ma anche per i benefici fatti proprio a noi che ora parliamo» (Es23,660). 

10O Dio, tu ci hai messi alla prova; ci hai purificati come si purifica l’argento. 11Ci hai fatto cadere in un agguato, hai stretto i nostri fianchi in una morsa. 12Hai fatto cavalcare uomini sopra le nostre teste; siamo passati per il fuoco e per l’acqua, poi ci hai fatto uscire verso l’abbondanza. 

«Siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po’ afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, torni a vostra lode» (1 Pt 1,6-7). «Gli uomini di Dio, mediante le prove che sorgono contro di loro, sono purificati da ciò che hanno di estraneo. Non era tuo volere che fossimo aggrediti in tal modo, Tu però hai permesso che ciò accadesse» (Es23,661). 

13Entrerò nella tua casa con olocausti, a te scioglierò i miei voti, 14pronunciati dalle mie labbra, promessi dalla mia bocca nel momento dell’angoscia. 15Ti offrirò grassi animali in olocausto con il fumo odoroso di arieti, ti immolerò tori e capri. 

«Offrono a Dio, come sacrificio, l’olocausto di se stessi» (Es23,665). 

16Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio, e narrerò quanto per me ha fatto. 

Ritorna a parlare della vicenda trascorsa, per mostrare a tutti il suo significato. «Spiegherai a tuo figlio [che ti interroga sul rito della Pasqua]: “Ricordo quanto ha fatto il Signore per me, quando sono uscito dall’Egitto”» (Es 13,8). «Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità» (1 Tm 1,16). 

17A lui gridai con la mia bocca, lo esaltai con la mia lingua. 

«Parla di un grido interiore, che non cessa di prorompere, emesso da un cuore infiammato» (Crl 1140) «Ci sono grida dell’anima che si levano verso Dio con indicibile potenza» (Es23,669). «Anna pregava in cuor suo e si muovevano soltanto le labbra, ma la voce non si udiva» (1 Sm 1,13-15) .

18Se nel mio cuore avessi cercato il male, il Signore non mi avrebbe ascoltato. 19Ma Dio ha ascoltato, si è fatto attento alla voce della mia preghiera. 

«Non solo continuavamo a rivolgere a Dio preghiere, ma ci distoglievamo anche da ogni iniquità. Se avessimo nutrito pensieri malvagi, non saremmo stati esauditi» (Es23,669). «Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori. Ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta» (Gv 9,31). 

20 Sia benedetto Dio, che non ha respinto la mia preghiera, non mi ha negato la sua misericordia. 

«Se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui» (1 Gv 3,21-22). «La preghiera è chiaramente legata alla misericordia, poiché si prega per ottenere misericordia» (Crl 1140). 

Salmo 66

1Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo. Canto. Richiesta di benedizione. «Chiede di ricevere la benedizione insieme a tutti i fedeli e dichiara che il Signore deve essere onorato perché governa i popoli con rettitudine» (BW 247)

2Dio abbia pietà di noi e ci benedica. «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”» (Nm 6,24-26). «Il Dio, alla cui presenza hanno camminato i miei padri, il Dio che è stato il mio pastore da quando esisto fino ad oggi, l’angelo che mi ha liberato da ogni male, vi benedica» (Gen 48,15-16). 

Su di noi faccia splendere il suo volto; 3perché si conosca sulla terra la tua via, la tua salvezza fra tutte le genti. «Illumina il tuo volto su di noi, affinché, resi risplendenti, trasmettiamo la tua luce agli uomini» (BW 247). «Guardando in faccia Mosé, vedevano che la pelle del suo volto era raggiante» (Es 34,33). «Noi tutti, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore» (2 Cor 3,18). 

6Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti. «Lo Spirito Santo torna a suggerire le stesse parole, come godendo della salvezza di tutti gli uomini. Per questo ricomincia una seconda e una terza volta, e non vuole lasciare questo evangelico canto di salvezza» (Es23,676). 

Gioiscano le nazioni e si rallegrino, perché tu giudichi i popoli con rettitudine, governi le nazioni sulla terra. «I fedeli hanno verificato che nessuno viene trascurato o dimenticato: Tu pronunzi sentenze di giustizia, convertendo alla verità gli erranti e correggendo quanti vi resistono» (Td 1373). 

7La terra ha dato il suo frutto. «Dopo che il Signore si mostrò nel mondo e abitò tra di loro, gli uomini hanno trovato la via della sapienza ed ora sono in grado di offrirgli il frutto gradevole della loro devozione» (Td 1373). «Il primo frutto della terra maturò a Gerusalemme. Lì ebbe origine la Chiesa: accogliendo la pioggia divina, i santi diedero un frutto talmente grande, da mettere in comune ogni loro proprietà per distribuirne ai poveri. Solo quella terra poteva dare il suo frutto?» (Ag36,810). 

Ci benedica Dio, il nostro Dio. Benedire è rendere capaci di fecondità, «ma noi, sapendo che c’è anche una prole spirituale e che i discepoli sono figli dei maestri, preghiamo per poter ottenere tale benedizione» (Es23,672). 

8Ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra. «Una luce splendida brillerà sino ai confini della terra: nazioni numerose verranno a te da lontano, portando in mano i doni per il re del cielo» (Tb 13,13) .

Salmo 67

1Al maestro del coro. Di Davide. Salmo. Canto. Un solenne ringraziamento per una vittoria (2-17) precede un trionfale ingresso del popolo nel tempio (18 ss). «Il profeta preannuncia la venuta di Cristo; dichiara che l’arroganza dei suoi nemici deve essere umiliata; celebra poi l’ascensione al cielo del Signore» (BW 248). 

2Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano. Il popolo eleva il grido con cui, un tempo, accompagnava gli spostamenti dell’Arca ed invoca la vittoria (Nm 10,35). «È tempo che Tu sorga, Signore, per procurare agli uomini la salvezza» (Td 1376). Ci sono uomini che vogliono essere nemici di Dio e lo odiano ma «Dio non è nemico di nessuno; quelli che s’allontanano da lui, si costituiscono da se stessi suoi nemici, attirando su di sé la rovina» (Es23,681). 

3Come si dissolve il fumo, tu li dissolvi; come si scioglie la cera di fronte al fuoco, periscono i malvagi davanti a Dio. La malizia non resiste alla forza luminosa di Dio e della verità. Davanti a Gesù, si dissolsero anche i demoni: «Fondendo come cera di fronte al fuoco, gridavano: “Lasciaci! Che c’è tra noi e te, Figlio di Dio?” (Mt 8,29). Gli invisibili raggi della sua santità, erano per i demoni dei tormenti» (Es23,684). «Forse si allude a coloro la cui ostinazione si scioglie nelle lacrime della penitenza, tuttavia con tali parole si può intendere anche la minaccia del futuro giudizio» (Ag36,814). 

4I giusti invece si rallegrano, esultano davanti a Dio e cantano di gioia. Dio «può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire davanti alla sua gloria senza difetti e colmi di gioia» (Gd 24).

5Cantate a Dio, inneggiate al suo nome, appianate la strada a colui che cavalca le nubi: Signore è il suo nome, esultate davanti a lui. «Nessuno è pari a Dio che cavalca sui cieli per venirti in aiuto» (Dt 33,26-27). «Ecco, il Signore cavalca una nube leggera ed entra in Egitto. Crollano gli idoli dell’Egitto davanti a lui» (Is 19,1). Nella persona di Gesù, Dio cavalca in umiltà e mitezza (Cf Sal 44,9): «Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino» (Zc 9,9). Il Risorto è, comunque, umile e pieno di forza: «Ecco, un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava aveva un arco; gli fu data una corona ed egli uscì vittorioso per vincere ancora» (Ap 6,2). 

6Padre degli orfani e difensore delle vedove è Dio nella sua santa dimora. Dio dispiega la sua forza nel soccorrere i miseri. «Non spostare il confine antico, e non invadere il campo degli orfani, perché il loro vendicatore è forte e difenderà la loro causa contro di te» (Pr 23,10-11). «Sii come un padre per gli orfani, come un marito per la loro madre: sarai come un figlio dell’Altissimo, ed egli ti amerà più di tua madre» (Sir 4,10). 

7A chi è solo, Dio fa abitare una casa, fa uscire con gioia i prigionieri. Solo i ribelli dimorano in arida terra. «Chiama prigionieri gli uomini che erano avvinti in modo stretto dai loro peccati ed annuncia che li avrebbe liberati e resi forti» (Td 1380). 

8O Dio, quando uscivi davanti al tuo popolo, quando camminavi per il deserto, 9tremò la terra, i cieli stillarono davanti a Dio, quello del Sinai, davanti a Dio, il Dio d’Israele. Rievocazione dei prodigi dell’Esodo: «La terra si scuoteva per la gioia mentre i cieli stillavano. Stillavano il cibo provveduto in modo miracoloso ai viandanti nel deserto; stillavano le parole divine che sono un cibo per le anime» (Es23,692). 

10Pioggia abbondante hai riversato, o Dio, la tua esausta eredità tu hai consolidato 11e in essa ha abitato il tuo popolo, in quella che, nella tua bontà, hai reso sicura per il povero, o Dio. Pioggia copiosa è «la stessa grazia, data gratuitamente senza essere stata preceduta da alcun merito acquistato con le opere; altrimenti la grazia non sarebbe più grazia». «È la parola evangelica» (Es23,693). «L'eredità viene definita esausta. Il Signore ha detto a Paolo: “Ti basta la mia grazia; la mia forza si manifesta pienamente nella debolezza” (2 Cor 12,2)» (Td 1381). 

Compare un riferimento alla vittoria d’Israele, ottenuta di recente. 

Il Signore annuncia una notizia, grande schiera sono le messaggere di vittoria: 13«Fuggono, fuggono i re degli eserciti! Nel campo, presso la casa, ci si divide la preda. 14Non restate a dormire nei recinti! Splendono d’argento le ali della colomba, di riflessi d’orole sue piume». 15Quando l’Onnipotente là disperdeva i re, allora nevicava sul Salmon. Il testo del vv. 12-15, incerto, costringe a differenti ipotesi interpretative. Viene annunciata una vittoria strepitosa, tale da rinnovare i prodigi dell’Esodo. La colomba splendente è forse Israele stesso (cf Os 7,11), che si arricchisce del bottino degli sconfitti. I nemici sbaragliati sono paragonati a fiocchi di neve che scendono sui monti, in dispersione. 

16Montagna eccelsa è il monte di Basan, montagna dalle alte cime è il monte di Basan. 17Perché invidiate, montagne dalle alte cime, la montagna che Dio ha desiderato per sua dimora? Il Signore l’abiterà per sempre. Il monte di Basan, luogo della battaglia, è l’Hermon. Questo insieme ad altri alti monti sono stati scartati a vantaggio di un piccolo monte, il Sion, dove si erge il tempio. Egli ama glorificarsi negli uomini e nelle cose umili. 

LXX: Il monte di Dio è monte fertile, molto ricco, monte fertile! Il monte molto ricco rappresenta Cristo: «Cristo è il solo nel quale Dio si è compiaciuto di abitare, e nel quale il Padre dimorerà nei secoli senza fine. Non è ammesso paragonarlo ad altri. Il Padre è nel Figlio e il Figlio è nel Padre. Si è compiaciuto di far abitare in lui la pienezza della divinità (Col 1,19)» (Es23,700). «Nessuno osi paragonare quel monte che è il più bello tra tutti i figli degli uomini, [ossia il Cristo] ai monti che sono gli stessi figli degli uomini (poiché non sono mancati coloro che lo identificavano con Giovanni Battista, con Elia oppure Geremia o uno degli altri profeti)» (Ag36,827). 

18I carri di Dio sono miriadi, migliaia gli arcieri: il Signore è tra loro, sul Sinai, in santità. Inizia la descrizione della processione trionfale al tempio. «Dio ha potenze che lo servono e gli rendono culto: “Miriadi di miriadi lo servivano e migliaia di migliaia stavano al suo cospetto” (Dn 7,10)» (Cf Es23,702). Sion, il colle del tempio viene chiamato Sinai, e in esso il Signore continua a manifestarsi come liberatore. 

19Sei salito in alto e hai fatto prigionieri – dagli uomini hai ricevuto tributi e anche dai ribelli – , perché là tu dimori, Signore Dio! 

LXX: Salendo in alto, hai condotto schiava la stessa schiavitù. In questa salita, i Padri vedono preannunciata l’ascensione di Gesù presso il Padre. «Non sarebbe salito se prima non fosse disceso. “Colui che è disceso, è lo stesso che è asceso al di sopra di tutti per riempire il tutto” (Ef 4,10). Ha anche ricevuto tributi tra gli uomini, doni che gli venivano dal Padre. [Questi doni sono] gli uomini ricevuti in eredità con i quali ha costituito la Chiesa» (Es23,704). Paolo [citando questo versetto] non dice che il Signore ha ricevuto doni ma che è stato lui stesso a profonderli: «Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini» (Ef 4,8). «In realtà è vero l’uno e l’altro. Dopo aver ricevuto la fede da coloro che si avvicinavano a Lui, diede loro la sua grazia» (Td 1388). 

Anche dai ribelli: «Non hai guardato alla loro malvagità inveterata. Hai visto che erano ribelli ma hai continuato lo stesso a beneficarli, fino a renderli un luogo della tua abitazione» (Td 1388)

20Di giorno in giorno benedetto il Signore: a noi Dio porta la salvezza. «Il Signore merita di essere lodato in continuità perché ha agito con grande bontà. L’autore della nostra salvezza, oggi aprirà una strada per noi, affinché non rischiamo di perdere i benefici che ci ha già elargiti» (Td 1389). 

21Il nostro Dio è un Dio che salva; al Signore Dio appartengono le porte della morte. Nella liberazione dalla morte, i Padri scorgono una menzione alla discesa di Gesù agli inferi e alla liberazione degli antichi Padri. «Solo lui che è un Dio che salva ha trovato le vie d’uscita per sfuggire alla morte… Lui che ha aperto le uscite della morte schiaccia la testa ai suoi nemici [i demoni] che prima erano passati sopra le teste degli uomini e le avevano calpestate con i piedi» (Es23,704). 

22Sì, Dio schiaccerà il capo dei suoi nemici, la testa dai lunghi capelli di chi percorre la via del delitto. «[Abbassa il capo] di coloro che si inorgogliscono e vanno superbi delle loro colpe, mentre dovrebbero umiliarsene e dire: Signore, sii benigno con me che sono peccatore. Ma il Signore schiaccerà loro la testa, perché chi si esalta sarà umiliato» (Ag36,831). 

23Ha detto il Signore: «Da Basan li farò tornare, li farò tornare dagli abissi del mare, Dio fa tornare dai luoghi più lontani, dalle regioni remote e dagli abissi. «Osserva quali grandi imprese abbia compiuto il Signore! Fa tornare da Basan e dagli abissi del mare le anime che un tempo erano là sprofondate» (Es23,708).

24perché il tuo piede si bagni nel sangue e la lingua dei tuoi cani riceva la sua parte tra i nemici». Seguono immagini crude per evidenziare la disfatta ignominiosa dei nemici (2 Re 9,36). 

25Appare il tuo corteo, Dio, il corteo del mio Dio, del mio re, nel santuario. 26Precedono i cantori, seguono i suonatori di cetra, insieme a fanciulle che suonano tamburelli. 27«Benedite Dio nelle vostre assemblee, benedite il Signore, voi della comunità d’Israele». 28Ecco Beniamino, un piccolo che guida i capi di Giuda, la loro schiera, i capi di Zàbulon, i capi di Nèftali. Il corteo è composto da tutto Israele, anche se vengono menzionate soltanto due tribù del Nord (Zabulon e Neftali) e due del Sud (Giuda e Beniamino). 

29Mostra, o Dio, la tua forza, conferma, o Dio, quanto hai fatto per noi! 30Per il tuo tempio, in Gerusalemme, i re ti porteranno doni. Il popolo chiede di essere liberato anche nel futuro e i re gli sconfitti dovranno portare i tributi al tempio. 

31Minaccia la bestia del canneto, quel branco di bufali, quell’esercito di tori, che si prostrano a idoli d’argento; disperdi i popoli che amano la guerra! Le belve sono un’immagine dei nemici ostili e pericolosi. «Prega chiedendo che vengano tolti gli impedimenti perché la Parola possa correre senza ostacoli» (Es23,713). 

32Verranno i grandi dall’Egitto, l’Etiopia tenderà le mani a Dio. Tutti i popoli riconosceranno il Signore, anche i più lontani (come l’Etiopia). L’etiope convertito a Cristo rappresenta tutte le altre genti che accoglieranno il Vangelo (At 8,1-10; Cf Es23,717). 

33Regni della terra, cantate a Dio, cantate inni al Signore, 34 a colui che cavalca nei cieli, nei cieli eterni. 

Ecco, fa sentire la sua voce, una voce potente! 35Riconoscete a Dio la sua potenza, la sua maestà sopra Israele, la sua potenza sopra le nubi. Dio farà udire la potenza della sua voce tramite Gesù: «Da questo è possibile definire la maestà di colui che era nel principio presso Dio, il Dio Verbo: la sua voce non è come quella degli altri uomini» (Cf Es23,720). «Colui che come agnello è stato senza voce dinanzi al tosatore, ecco, darà la sua voce: non la voce della debolezza, come di colui che deve essere giudicato, ma la voce della potenza, come di chi giudicherà» (Ag36,839). 

36Terribile tu sei, o Dio, nel tuo santuario. È lui, il Dio d’Israele, che da forza e vigore al suo popolo. Sia benedetto Dio! Egli rende il suo popolo santo capace di dire: “tutto posso in Colui che mi da la forza” (Fil 4,13) (Cf Es23,721). 

Per la venuta del Re Messia

67-71

Salmo 68

1Al maestro del coro. Su «I gigli». Di Davide. Supplica di un fedele che si sente disprezzato dalla sua comunità in seguito ad una ingiusta accusa di furto (v.5). «Cristo chiede a Dio Padre di essere salvato e che la speranza dei fedeli, riposta nella sua risurrezione, non sia delusa (BW 256). Il salmo offre diversi spunti cristologici.

2Salvami, o Dio: l’acqua mi giunge alla gola. 3Affondo in un abisso di fango, non ho nessun sostegno; sono caduto in acque profonde e la corrente mi travolge. Paragona la sua situazione a quella di chi sta sprofondando nelle sabbie mobili. «Mi hai gettato nell’abisso, e le correnti mi hanno circondato; tutti i tuoi flutti e le tue onde sopra di me sono passati» (Gio 2,3-5). «[Gesù] insegna, che le tentazioni e le insidie contro di lui sono penetrate fino alla sua anima» (Es23,725 ). «Ora l’anima mia è turbata (Gv 12,27)». 

4Sono sfinito dal gridare, la mia gola è riarsa; i miei occhi si consumano nell’attesa del mio Dio. «Chi aspetta che ritorni una persona a lui cara e continua a guardare sulla strada» si consuma nell’attesa (Td 1401). «La sua speranza è tenace fino a quando non abbia ottenuto grazia. Il Signore non abbandona la propria misericordia, benché la differisca per provare la fede» (Ilr 672). «Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza» (Gc 5,16). 

5Sono più numerosi dei capelli del mio capo quelli che mi odiano senza ragione. Sono potenti quelli che mi vogliono distruggere, i miei nemici bugiardi: quanto non ho rubato, dovrei forse restituirlo? È stato accusato falsamente di furto. Gesù fu accusato in modo ingiusto: «Cristo non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca» (1 Pt 2,22). Ciò nonostante, «i farisei uscirono e tennero consiglio contro di lui per farlo morire» (Mt 12,14). 

6Dio, tu conosci la mia stoltezza e i miei errori non ti sono nascosti. Pur considerandosi non colpevole riguardo all’accusa specifica, non si considera innocente in assoluto. Per quanto riguarda Gesù le sue colpe in realtà sono le nostre, che Egli ha preso su di sé: «Ha lavato i nostri peccati, e per noi è divenuto maledizione (cf Gal 3,13)» (Es23,734). 

7Chi spera in te, per colpa mia non sia confuso, Signore, Dio degli eserciti; per causa mia non si vergogni chi ti cerca, Dio d’Israele. Se non viene esaudito e salvato, un incredulo potrebbe trovare un pretesto per confermarsi nel suo rifiuto di Dio. Gesù, però, non ha preteso di essere salvaguardato in ogni modo ed ha accettato che perfino i suoi discepoli si scandalizzassero a causa sua: «Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele» (Lc 24,21). «Noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato» (Is 53,4). 

 8Per te io sopporto l’insulto e la vergogna mi copre la faccia. Viene perseguitato a motivo della sua fedeltà religiosa. La stessa cosa accadde anche a Gesù: «Bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco» (Gv 14,31).

9Sono diventato un estraneo ai miei fratelli, uno straniero per i figli di mia madre. Il salmista, considerato colpevole, viene rifiutato anche dai suoi familiari. Molti, a motivo della novità del suo insegnamento, consideravano Gesù come un estraneo. «Egli diceva loro: “Perché non capite il mio linguaggio? Perché non potete ascoltare la mia parola?” Lo trattavano da estraneo anche quando lo rimproveravano: “Non diciamo bene che sei un samaritano e che hai un demonio?” (Gv 8,48). È dunque in questo senso che è divenuto straniero ed estraneo per i suoi fratelli» (Es23,740). 

10Perché mi divora lo zelo per la tua casa, gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me. «Gesù aveva rimproverato quelli che facevano della casa del Padre una casa di mercato. Per questo, gli tendevano insidie. L’evangelista aggiunge: i suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: “Lo zelo della tua casa mi ha divorato” (Gv 2,13-17)» (Es23,740). 

11Piangevo su di me nel digiuno, ma sono stato insultato. 12Ho indossato come vestito un sacco e sono diventato per loro oggetto di scherno. 13Sparlavano di me quanti sedevano alla porta, gli ubriachi mi deridevano. Il salmista ricorda quanto è stato deriso e insultato proprio a motivo dei suoi atti religiosi di solidarietà. A sua volta, «Cristo dice di aver digiunato, perché aveva una fame davvero grande della fede degli uomini, eppure non poteva trovarla. Per sacco s’intendono la tristezza e le lacrime, come quando il Signore, turbato al vedere la fragilità umana, pianse» (Cs 481). 

14Ma io rivolgo a te la mia preghiera, Signore, nel tempo della benevolenza. O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi, nella fedeltà della tua salvezza. Gesù inaugurerà il tempo decisivo della benevolenza del Padre: «Ne parla san Paolo: “Ecco ora il momento favorevole, ecco il giorno della salvezza” (2 Cor 6,2). È il tempo che ha superato tutti i secoli, il tempo in cui ha rinvigorito il mondo che cadeva» (Cs 483). 

15Liberami dal fango, perché io non affondi, che io sia liberato dai miei nemici e dalle acque profonde. 16Non mi travolga la corrente, l’abisso non mi sommerga, la fossa non chiuda su di me la sua bocca. Il profeta Giona ha vissuto un’esperienza simile: «Le acque mi hanno sommerso fino alla gola, l’abisso mi ha avvolto, ma tu hai fatto risalire dalla fossa la mia vita, Signore, mio Dio» (Gio 2,6-7). «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta» (Mt 12,39). 

17Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore; volgiti a me nella tua grande tenerezza. «Ricorda spesso questa tenerezza perché sa che essa è l’avvocato dei miseri e, davanti ad essa, svaniscono tutti i peccati, anche se molto numerosi» (Cs 484). La tenerezza deriva da rehem, grembo (Is 46,3), e caraterizza il Signore stesso: «Misericordioso (rachùm) e pietoso è il Signore» (Sal 102,8; Rm 12,1). 

18Non nascondere il volto al tuo servo; sono nell’angoscia: presto, rispondimi! 19Avvicinati a me, riscattami, liberami a causa dei miei nemici. «Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo» (Lc 22,43). «Fu esaudito per il suo piena abbandono» (Eb 5,7). 

20Tu sai quanto sono stato insultato: quanto disonore, quanta vergogna! Sono tutti davanti a te i miei avversari. «Peccarono meno i giudei crocifiggendolo mentre camminava in terra, di quanto non pecchino adesso coloro che lo disprezzano mentre Egli siede in cielo, coloro che, vivendo male, seminano scandali nella Chiesa» (Ag36,858-859). 

21L’insulto ha spezzato il mio cuore e mi sento venir meno. Mi aspettavo compassione, ma invano, consolatori, ma non ne ho trovati. «La mia anima è triste fino alla morte» (Mc 14,34). «Tutti [i discepoli] abbandonarono [Gesù] e fuggirono» (Mc 14,50). 

 22Mi hanno messo veleno nel cibo e quando avevo sete mi hanno dato aceto. «Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto» (Lc 23,36). 

23La loro tavola sia per loro una trappola, un’insidia i loro banchetti. 24Si offuschino i loro occhi e più non vedano: sfibra i loro fianchi per sempre. 25Riversa su di loro il tuo sdegno, li raggiunga la tua ira ardente. Il salmista invoca l’applicazione della legge del taglione contro i suoi persecutori (vv. 23-29). «[Cristo] soffriva per quelli che si perdevano. Proprio perché era addolorato, esclamava: “O generazione incredula e perversa, fino a quando sarò con voi? Fino a quando vi sopporterò? (Mt 17,17)» (Es23,760). 

26Il loro accampamento sia desolato, senza abitanti la loro tenda; 27perché inseguono colui che hai percosso, aggiungono dolore a chi tu hai ferito. Aggravare la sofferenza di chi vive già nella pena è un atto ignobile: «Non maledirai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore» (Lev 19,14). 

28Aggiungi per loro colpa su colpa e non possano appellarsi alla tua giustizia. Nuova invocazione perché Dio attui la sua giustizia. 

29Dal libro dei viventi siano cancellati e non siano iscritti tra i giusti. «Adoreranno [la Bestia] tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto nel libro della vita dell’Agnello, immolato fin dalla fondazione del mondo» (Ap 13,8, Cf Ap 3,5). «Chi non risultò scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco» (Ap 20,15). 

30Io sono povero e sofferente: la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro. «È tutto intero il suo corpo che dice queste parole. Il corpo di Cristo, in questa terra, è povero e sofferente» (Ag36,863).

31Loderò il nome di Dio con un canto, lo magnificherò con un ringraziamento, 32che per il Signore è meglio di un toro, di un torello con corna e zoccoli. «Capirai questo rendimento di grazie con cui il Figlio magnifica il Padre, ricorrendo ai misteri del Nuovo Testamento [all’Eucaristia]. Per tutta la terra, la Chiesa offre a Dio il rendimento di grazie. Se i giudei vanno fieri dei sacrifici [d’animali], sappiano che sono molto meglio, e a Dio più graditi, il mio rendimento di grazie e la mia lode» (Es23,760). 

33Vedano i poveri e si rallegrino; voi che cercate Dio, fatevi coraggio, 34perché il Signore ascolta i miseri e non disprezza i suoi che sono prigionieri. «Rinvigorite le mani stanche, irrobustite le ginocchia vacillanti. Non temete: ecco il vostro Dio» (Is 35,3-4). «Quali sono le catene [che ci rendono dei prigionieri]? La condizione mortale, la corruttibilità della carne, ecco le catene con le quali siamo legati. Quando gli uomini vogliono considerarsi ricchi, cercano degli stracci per avvolgere le catene e nasconderle a se stessi» (Ag36,864). 

35A lui cantino lode i cieli e la terra, i mari e quanto brulica in essi. 36Perché Dio salverà Sion, ricostruirà le città di Giuda: vi abiteranno e ne riavranno il possesso. 37La stirpe dei suoi servi ne sarà erede e chi ama il suo nome vi porrà dimora. «Dio non cessa di restaurare la sua Chiesa; incorpora al suo Unigenito le genti fedeli. Se tu volessi davvero riconoscere questo restauro e diventare pietra viva, tanto da far parte di essa! Anche ora vengono costruite le città di Giuda» (Ag36,865). 

Salmo 69

1Al maestro del coro. Di Davide. Per fare memoria. Supplica di chi si trova in estremo pericolo. «Il re Davide, facendosi piccolo e guardando alla grande ricchezza della bontà di Dio, definisce se stesso povero e bisognoso (v. 6). Come se a nulla gli giovassero né la ricchezza, né il regno, né la giustizia che aveva raggiunto, chiedeva l’aiuto che viene da Dio solo» (Es23,769). «Quanto più sei grande, tanto più umiliati e davanti al Signore troverai grazia!» (Sir 3,18). 

2O Dio, vieni a salvarmi, Signore, vieni presto in mio aiuto. «Mio Signore, vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all’infuori di te, perché un grande pericolo mi sovrasta» (EstG 4,17). La richiesta pressante di aiuto compare spesso nella Sacra Scrittura: «Inviarono questa richiesta a Giosuè: “Vieni presto da noi a salvarci e aiutaci, perché si sono alleati contro di noi tutti i re degli Amorrei”» (Gs 10,6). «Arrivò un messaggero a dire a Saul: «Vieni via in fretta, perché i Filistei hanno fatto incursione nella regione» (1 Sam 23,27). «Cristo invoca il Padre a favore del genere umano» (Crl 1177). Il Signore stesso  si mostrò disponibile a soccorrere il suo popolo: «Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto» (Es 3,8). 

3Siano svergognati e confusi quanti attentano alla mia vita. Retrocedano, coperti d’infamia, quanti godono della mia rovina. 4Se ne tornino indietro pieni di vergogna quelli che mi dicono: «Ti sta bene!». «Non chiede di essere protetto dagli uomini che insidiano i suoi beni ma da quelli che insidiano la sua vita, dai demoni e dai suoi collaboratori, gli uomini iniqui» (Crl 1177). «Nemici dei fedeli sono i fratelli che li feriscono con i loro cattivi costumi. Per questi fatti, noi gemiamo; sono la nostra persecuzione. Rimanga però in noi la carità che dice: “Chi si ammala, e io non mi ammalo? Chi è scandalizzato, e io non brucio?” (2 Cor 11,29)» (Ag36,2).

5Esultino e gioiscano in te quelli che ti cercano; dicano sempre: «Dio è grande!» quelli che amano la tua salvezza. «Potrà non curarsi di te, Lui che per primo ti ha cercato, quando tu lo disprezzavi? Comincia, finalmente, a cercare Colui che per primo ti ha cercato e riportato sulle sue spalle» (Ag36,371). «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete» (Mt 7,7). «Colma di ogni bene desiderato, i fedeli che ti cercano con grande intensità e, nel celebrarti, possano godere dei tuoi benefici (Td 1417). 

6Ma io sono povero e bisognoso: Dio, affrettati verso di me. Tu sei mio aiuto e mio liberatore: Signore, non tardare. «Non ho una fede come quella di costoro (che ti cercano con grande desiderio); mi trovo, piuttosto, assai misero e privo della ricchezza di una vita virtuosa, ma ho sempre goduto della la tua benevolenza gratuita» (Td 1417). «Il soccorso, anche se offerto con estrema prontezza, sembra tardivo a chi si trova in pericolo. Dio, però, agisce sempre come deve e a suo tempo» (Cs 494). «Il Signore può compiere infinitamente di più di quanto noi possiamo chiedere e comprendere (Cf Ef 3,20)». 

Salmo 70

Preghiera di un anziano fiducioso in Dio, che invoca il suo aiuto in un momento di grave difficoltà. «Voce dei fedeli che chiedono di essere liberati dalla malizia di uomini malvagi per poter, in seguito, rendere grazie al Signore con un fervore ancora più intenso» (BW 265). «Conviene unire questo salmo a quelli che lo precedono, perché ha molta affinità con quelli» (Es23,772). 

1In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso. 

È necessario «collocare soltanto nel Signore tutte le nostre speranze. Quanti, invece, le fondano nelle ricchezze, nella familiarità con i principi, o in qualche altra cosa peritura, si espongono al disinganno» (Es23,773). «La mia attesa non risulti illusoria, mentre sto attendendo il tuo soccorso» (Td 1417). 

2Per la tua giustizia, liberami e difendimi, tendi a me il tuo orecchio e salvami. 

«Nella tua giustizia, non nella mia. Sono giusto per la giustizia che tu mi hai data: la quale, se è mia, non cessa d'essere tua, in quanto da te è stata data a me» (Ag36,377). 

3Sii tu la mia roccia, una dimora sempre accessibile; hai deciso di darmi salvezza: davvero mia rupe e mia fortezza tu sei! 

Il Signore «è la roccia sopra la quale abbiamo poggiato la costruzione ed è anche la cerchia muraria che ci abbraccia, affinché non veniamo offesi dall'assalto del male» (Atn 316). «Io stesso – oracolo del Signore – le farò da muro di fuoco all’intorno [a Gerusalemme] e sarò una gloria in mezzo ad essa» (Zc 2,9). 

4Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio, dal pugno dell’uomo violento e perverso. 5Sei tu, mio Signore, la mia speranza, la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza. 

Egli si è manifestato a Davide quando questi era ancora giovane: «Quando pascolava le pecore, con fede e speranza in Dio, affrontava leoni ed orsi per salvarle (1 Sm 17,37); pur essendo un ragazzo, cacciava via da Saul lo spirito cattivo (1 Sm 16,16)» (Es23,776). «Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii di esempio ai fedeli nel parlare, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza» (1 Tm 4,12)

6Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno: a te la mia lode senza fine. 

Senso personale: «Se la potenza di Dio non vigilasse e custodisse ciò che è portato in grembo, questi non potrebbe svilupparsi, nè rimanere in vita» (Es23,777). Senso collettivo: il popolo d’Israele «chiama giorno natalizio e parto il momento dell’uscita dall’Egitto» (Td 1420). 

7Per molti ero un prodigio, ma eri tu il mio rifugio sicuro. 

Senso personale: «Un fedele diventa un prodigio in questo mondo, quando segue cose diverse da quelle che ama la massa. Come potrebbe non essere visto come un prodigio colui il quale si comporta contro l’opinione dei più?» (Cs 498). Senso collettivo: «Dopo quel glorioso inizio, ho vissuto molteplici vicissitudini al punto da apparire come una manifestazione prodigiosa e come un segno» (Td 1421). 

8Della tua lode è piena la mia bocca: tutto il giorno canto il tuo splendore. 

«La mia bocca si riempia della tua lode e si riempia al punto che non vi sia più spazio per pronunciare qualcosa di diverso o per conversare con gli uomini» (Es23,777). «Che significa: tutto il giorno? Senza interruzione. Nelle prosperità, perché mi consoli; nelle avversità, perché mi correggi. Prima che io fossi, perché tu mi hai fatto; ora che sono, perché mi hai salvato. Dopo aver peccato perché mi hai perdonato; una volta convertito perché mi hai aiutato; quando avrò perseverato perché mi avrai incoronato» (Ag36,381). 

9Non gettarmi via nel tempo della vecchiaia, non abbandonarmi quando declinano le mie forze. 

Senso personale: «Per vecchiaia intende dire debolezza. Chiede allora: Non permettere Signore che che venga a trovarmi in stato di debolezza, ossia di perdere la speranza in Cristo, perché è Lui la nostra forza» (Atn 318 -320). La vecchiaia, per il popolo d’Israele, corrisponde alla fine del regno e all’esilio (Cf Td 1421). 

10Contro di me parlano i miei nemici, coloro che mi spiano congiurano insieme 11e dicono: «Dio lo ha abbandonato, inseguitelo, prendetelo: nessuno lo libera!». 

«Tutto questo è stato detto di Cristo. Come sarebbe stato catturato, se essi per primi nel loro cuore non avessero detto: Dio lo ha abbandonato? Tuttavia, fratelli, possiamo pensare che tutte queste parole vengano pronunziate dalle membra di Cristo, e sentire in esse la nostra stessa voce. Egli infatti ha potuto pronunciarle in quanto era nostro rappresentante» (Ag36,2). 

12O Dio, da me non stare lontano: Dio mio, vieni presto in mio aiuto. 

«Mio Signore, vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all’infuori di te, perché un grande pericolo mi sovrasta» (EstG 4,17). 

14Io, invece, continuo a sperare; moltiplicherò le tue lodi. «Ho ricevuto un'infinità di benefici ma non posso corrispondere in modo adeguato. Chiedo che la tua sapienza colmi di lode la mia bocca e soltanto, allora, riuscirò, sia pure con fatica, a celebrare la tua gloria» (Atn 317). 

15La mia bocca racconterà la tua giustizia, ogni giorno la tua salvezza, che io non so misurare. 16Verrò a cantare le imprese del Signore Dio: farò memoria della tua giustizia, di te solo. 

17Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito e oggi ancora proclamo le tue meraviglie. 18Venuta la vecchiaia e i capelli bianchi, o Dio, non abbandonarmi, fino a che io annunci la tua potenza, a tutte le generazioni le tue imprese. Senso personale: «Per vecchiaia intende dire debolezza. Se mi accadrà di cadere in peccato, Signore, non abbandonarmi a causa del mio peccato, ma chiamami a te, dal momento che sei Buono» (Atn 318.320). Senso collettivo: il salmista guarda a tutta la storia d’Israele. «Cristo prega per la sua Chiesa, perché non sia respinta nel prolungarsi del suo permanere sulla terra; se le venisse meno la forza, non avvenga che essa sia abbandonata» (Es23,785). 

19La tua giustizia, Dio, è alta come il cielo. Tu hai fatto cose grandi: chi è come te, o Dio?

«Grandi e mirabili sono le tue opere, Signore Dio onnipotente; giuste e vere le tue vie, Re delle genti! O Signore, chi non temerà e non darà gloria al tuo nome?» (Ap 15,3-4). 

20Molte angosce e sventure mi hai fatto vedere: tu mi darai ancora vita, mi farai risalire dagli abissi della terra, 21accrescerai il mio onore e tornerai a consolarmi. 

«Come un arbitro di una gara esercita il suo atleta mettendolo contro molti, per mostrare meglio il suo valore, allo stesso modo anche il Padre, per rendere manifesta a tutti la magnificenza del suo Figlio, lo ha circondato di molte tribolazioni» (Es23,788). 

22Allora io ti renderò grazie al suono dell’arpa, per la tua fedeltà, o mio Dio, a te canterò sulla cetra, o Santo d’Israele. 23Cantando le tue lodi esulteranno le mie labbra e la mia vita, che tu hai riscattato. 

24Allora la mia lingua tutto il giorno mediterà la tua giustizia. Sì, saranno svergognati e confusi quelli che cercano la mia rovina. 

«Le moltitudini che per tutta la terra inneggiano al Dio che tutto trascende, sono migliori di un salterio materiale. Tramite di loro, il Figlio dichiara di salmeggiare Lui stesso al Padre. Le sue labbra e la sua lingua che medita la giustizia del Padre, sono quelli che si sono consacrati ad applicarsi alle divine Scritture nella sua Chiesa» (Es23,788.789). 

Salmo 71

1Di Salomone (o per Salomone). Invocazione per Salomone, appena insediato come re. «Nessuna delle qualità evocate [come la perennità del regno] si addicono a Salomone e perciò è necessario che il contenuto del salmo sia attribuito a Gesù Cristo» (Crl 1184). 

O Dio, affida al re il tuo diritto, al figlio di re la tua giustizia. 

«Secondo l’uso biblico, si ripete lo stesso concetto due volte. Il termine il tuo diritto, equivale a la tua giustizia; re è ripetuto con figlio del re» (Ag36,902). Il salmista chiede a Dio che il nuovo re accolga gli insegnamenti del Signore. «O Dio dà al re il tuo giudizio, cioè al tuo Unigenito Verbo. Hai stabilito che Egli si mostri sulla terra per regnare anche sulla terra e non soltanto nei cieli» (Es23,793 B9. «La giustizia del Padre è data al Figlio, che procede dal seme di Davide secondo la carne…» (Es23,796). Il Verbo si è fatto uomo «per giudicare l’arroganza di Satana. Prima di essere crocifisso Cristo disse: “Ora si compie il giudizio di questo mondo e il principe di questo mondo viene cacciato” (Gv 12,31)» (Atn 324). 

2Egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia e i tuoi poveri secondo il diritto. 

Il compito primario del re era quello di soccorrere i poveri: «Se un re non avesse fatto giustizia, non sarebbe stato accettato» (Es23,796). Lo stesso vale anche per il Vangelo: «L’apostolo spiega: “Non ci sono tra voi molti sapienti, molti nobili, molti potenti” (1 Cor 1,26-29) Quelli che chiama i suoi poveri, Cristo li proclama anche beati» (Ag36,902). 

3Le montagne portino pace al popolo e le colline giustizia. 

La pace è il bene massimo che sgorga dalla rettitudine di vita. 

4Ai poveri del popolo renda giustizia, salvi i figli del misero e abbatta l’oppressore. 

«Il popolo di Dio deve essere povero, cioè umile e non superbo. Ci sono alcuni che distribuiscono le loro ricchezze ai poveri, ma poi non sono altrettanto disposti a divenire essi stessi poveri di Dio. Credono di avere risorse loro proprie e si gloriano come se non le avessero ricevute» (Ag36,902).

5Ti faccia durare quanto il sole, come la luna, di generazione in generazione. 

Precisato il compito primario del sovrano, celebra la durata del regno messianico e la sua fecondità (v.6). «Finché il sole allieterà l’universo, anche Lui illuminerà gli uomini. Come la luna piena, si dice che continuerà a restare per generazioni e generazioni» (Es23,800). 

6Scenda come pioggia sull’erba, come acqua che irrora la terra. 

Pioggia ed acqua sono immagine di benedizione. 

7Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace, finché non si spenga la luna. 

«Egli stesso sarà la pace» (Mi 5,4). «Cristo è la nostra pace» (Ef 2,14). «Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace» (Gal 5,22). «La pace di Cristo regni nei vostri cuori perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo» (Col 3,15). 

8E domini da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra. 9A lui si pieghino le tribù del deserto, mordano la polvere i suoi nemici. 10I re di Tarsis e delle isole portino tributi, i re di Saba e di Seba offrano doni. 11Tutti i re si prostrino a lui, lo servano tutte le genti. 

Viene evocata ora l’universalità del regno del Messia, la sua estensione sconfinata. «Saprai come abbia avuto compimento questa parola, considerando come ovunque sulla terra le Chiese di Dio proclamino Signore il suo Cristo» (Es23,804). 

12Perché egli libererà il misero che invoca e il povero che non trova aiuto.13Abbia pietà del debole e del misero e salvi la vita dei miseri. 

Il regno del Messia prevede un’amministrazione a favore dei poveri ma gli uomini conoscono una miseria più radicale di quella economica: «Il povero rappresenta l’umanità che in quel momento era priva di Dio» (Td 1436). «Considera povero e misero il popolo dei pagani. Come dice Paolo, non avevano alcuna speranza né Dio in questo mondo (Cf Ef 2,12)» (Crl 1184). 

14Li riscatti dalla violenza e dal sopruso, sia prezioso ai suoi occhi il loro sangue. 

Al Signore costa molto veder perire i suoi. «La [tua] vita sarà conservata nello scrigno dei viventi, presso il Signore» (1 Sam 25,29). «Se dovrai attraversare le acque, sarò con te; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai» (Is 43,2-3). 

15Viva e gli sia dato oro di Arabia. 

«Il re Salomone ricevette oro proprio dall'Arabia (Cf 1 Re 10,2); ma questo particolare si applica nel nostro salmo al vero Salomone [Cristo]. Viene dunque profetizzato in queste parole che anche i sapienti di questo mondo avrebbero ben presto creduto in Cristo, intendendo con Arabia i popoli pagani e, con oro, la loro sapienza» (Ag36,911). 

Si preghi sempre per lui, sia benedetto ogni giorno. 

«Chi sono quelli che pregano per Lui? Proprio noi che abbiamo ricevuto il dono di credere in Lui (Gesù). Quando innalziamo a Dio le nostre preghiere, chiediamo che l’abbondanza di grazie ci sia concessa per mezzo di Cristo» (Crl 1184). 

16Abbondi il frumento nel paese, ondeggi sulle cime dei monti; il suo frutto fiorisca come il Libano, la sua messe come l’erba dei campi. 

Si invoca la prosperità del regno messianico ma i benefici del regno di Cristo sono, prima di tutto, spirituali: «Tra i doni divini la carità è quello che viene posto per primo, là dove si dice: frutto dello spirito è la carità (Gal 5,22), e da esso tutti gli altri provengono come di conseguenza» (Ag36,912). 

17Il suo nome duri in eterno, davanti al sole germogli il suo nome. 

«Il mistero di Cristo esisteva già prima ancora della creazione del mondo. Era nascosto da secoli eterni ma si è manifestato negli ultimi tempi» (Crl 1184). (Cf Ef 3,9-10). 

In lui siano benedette tutte le stirpi della terra e tutte le genti lo dicano beato. 

«In lui si adempie la promessa fatta ad Abramo (Gen 12,3; 22,18) al quale era stato detto: “Nella tua discendenza saranno benedette tutte le tribù della terra” (Gen 22,18; Gal 3,16)» (Ag36,913). 

18Benedetto il Signore, Dio d’Israele: egli solo compie meraviglie. 19E benedetto il suo nome glorioso per sempre: della sua gloria sia piena tutta la terra. Amen, amen. 20Qui finiscono le preghiere di Davide, figlio di Iesse. 

Dossologia che conclude il secondo libro dei Salmi

 Salmo 72

1Salmo. Di Asaf. Inizia il terzo libro dei Salmi (72-88). «Il popolo d'Israele, osservando come i Babilonesi vivessero nella prosperità, sebbene fossero malvagi, fu scosso da molti dubbi circa la provvidenza di Dio. Lo Spirito Santo, conoscendo questo sentimento, li rese consapevoli dei loro ragionamenti ed offrì loro la soluzione. Il salmista rappresenta tutti coloro che vivono un dubbio simile» (Td 1441.1444). 

Quanto è buono Dio con gli uomini retti, Dio con i puri di cuore! Dichiarazione di fede che anticipa anche la conclusione della vicenda quando il giusto ritroverà serenità dopo il turbamento. «Istruito da Dio, il salmista capì che, al di sopra di tutte le cose che Dio dà ai buoni e ai cattivi, riserba qualcosa per i buoni soltanto. Che cosa? Se stesso» (Ag37,918). 

2Ma io per poco non inciampavo, quasi vacillavano i miei passi, 3perché ho invidiato i prepotenti, vedendo il successo dei malvagi. Il salmista, che desiderava il benessere di cui godevano i malvagi, confessa il suo smarrimento. «Il sole appare giocondo a chi ha occhi sani, mentre sembra quasi scagliare dardi acuti contro chi ha gli occhi ammalati. Allo stesso modo, se tu comincerai ad essere perverso, anche Dio ti sembrerà perverso» (Ag37,919). «Essi godevano una pace temporale, caduca e terrena; tuttavia, era la stessa pace che anch’io avrei desiderato ricevere da Dio. Mi accorsi che quelli che non servivano Dio avevano ciò che io mi ripromettevo servendolo; allora vacillarono i miei piedi» (Ag37,919). In realtà, Dio si mostra generoso verso i malvagi per chiamarli alla conversione: «Il salmista osserva il temporaneo successo degli empi; ciò è dovuto alla bontà di Dio. Attesta l’apostolo: “Disprezzi forse la ricchezza della sua bontà. Non sai che essa vuole indurti al pentimento?” (Rm 2,4)» (Es23,836). 

4Fino alla morte infatti non hanno sofferenze e ben pasciuto è il loro ventre. 5Non si trovano mai nell’affanno dei mortali e non sono colpiti come gli altri uomini. 6Dell’orgoglio si fanno una collana e indossano come abito la violenza. 7I loro occhi sporgono dal grasso, dal loro cuore escono follie. Descrizione vivace del malvagio, arrogante e violento. «Finiscono nel benessere i loro giorni e scendono tranquilli nel regno dei morti. Eppure dicevano a Dio: “Allontanati da noi, non vogliamo conoscere le tue vie. Chi è l’Onnipotente, perché dobbiamo servirlo? E che giova pregarlo?”» (Gb 21, 13-15). 

8Scherniscono e parlano con malizia, parlano dall’alto con prepotenza. 9Aprono la loro bocca fino al cielo e la loro lingua percorre la terra. «Ecco un ricco che abbonda di ogni cosa. Perché dovrà rubare i beni altrui? Di ora al ricco: Perché ti comporti così e non temi Dio? Sempre che tu abbia il coraggio di andare a fargli delle rimostranze! Questa gente, infatti, minaccia rappresaglie a chiunque osi ammonirli e richiamarli al dovere. Che cosa risponderà, allora, questo ricco? La sua risposta risuonerà del suo disprezzo di Dio» (Ag37,920).

10Perciò il loro popolo li segue e beve la loro acqua in abbondanza. 11E dicono: «Dio, come può saperlo? L’Altissimo, come può conoscerlo?». Molti assimilano la mentalità dominante. È facile farsi trascinare dal dubbio: «Gli uomini accorti che pongono in Dio una fiducia incondizionata, sono pochi. La maggior parte preferisce godere dei piaceri disponibili all’istante, piuttosto che volgersi a quelli riposti nella speranza. Così dichiarano: Dove sta la provvidenza di Dio, viste tutte le sventure che accadono? Quale segno abbiamo della cura divina?» (Crl 740). 

12Ecco, così sono i malvagi: sempre al sicuro, ammassano ricchezze. 13Invano dunque ho conservato puro il mio cuore, e ho lavato nell’innocenza le mie mani! 14Perché sono colpito tutto il giorno e fin dal mattino sono castigato? «Da tempo mi vedo dinanzi una difficoltà tremenda: come Dio possa essere giusto e curarsi delle cose umane, e non essere, al contrario, ingiusto, quando consente che gli scellerati siano felici in questa terra. Veramente molto difficile è capire tutto questo» (Ag37,924).

15Se avessi detto: «Parlerò come loro», avrei tradito la generazione dei tuoi figli. Era stato tentato di abbandonare la fede ma, poi decise di rimanere nella comunità dei credenti. «Il cristiano deve sopportare ogni specie di strettezza piuttosto che commettere una qualsiasi colpa» (Ag37,920). 

16Riflettevo per comprendere questo ma fu una fatica ai miei occhi. 17finché non entrai nel santuario di Dio e compresi quale sarà la loro fine. [Cf Pr 30, 1-3]. Entrare nel santuario significa entrare nell’intimo segreto del proprio cuore e parlare con Dio (Cf Mt 6,6; Bs 976). 

18Ecco, li poni in luoghi scivolosi, li fai cadere in rovina. 19Sono distrutti in un istante! Sono finiti, consumati dai terrori! Anche prima del giudizio definitivo, chi compie il male si logora da sé e s’incammina verso la disillusione. La distruzione istantanea, qui prospettata, «accadde ai babilonesi al tempo di Ciro: presi prigionieri, divennero schiavi mentre i giudei tornarono in patria. Giustamente il loro benessere viene paragonato al sogno poiché dall'arroganza passarono all'estrema schiavitù» (Td 1449).

20Come un sogno al risveglio, Signore, così, quando sorgi, fai svanire la loro immagine. Ogni fortuna è incerta e fuggevole: «Immagina un uomo che, in sogno, creda di aver trovato dei tesori; è ricco finché non si sveglia. Gli uomini iniqui troveranno la miseria che s'erano preparata; quando alla fine della vita si sveglieranno, troveranno che è passato tutto ciò che come in sogno possedevano» (Ag37,925). 

21Quando era amareggiato il mio cuore e i miei reni trafitti dal dolore, 22io ero insensato e non capivo, stavo davanti a te come una bestia. «Sebbene prima avessi continuato ad essere come un giumento senza ragione, tuttavia non ti abbandonavo o Dio; questo accadeva per grazia tua, non per capacità mia. Tu stesso, nel tuo amore per gli uomini, mi avevi preso per la mano destra perché i miei piedi restassero fermi presso di te» (Es23,845). 

23Ma io sono sempre con te: tu mi hai preso per la mano destra. 24Mi guiderai secondo i tuoi disegni e poi mi accoglierai nella gloria. «Come un padre buono, dopo aver ritrovato il figlio che si era perso, lo prende per mano per riportarlo a casa, così hai fatto Tu, Signore» (Td 1452). «Se Tu, Signore, non mi avessi preso per la destra, sarei stato come travolto da un torrente. Il tuo amore per l’uomo, la tua misericordia e la tua grazia, sono stati per me causa di tutti i beni» (Es23,847). 

25Chi avrò per me nel cielo? Con te non desidero nulla sulla terra. «Chi chiede a Dio un altro premio all'infuori di lui e per questo vuole servirlo, considera ciò che vuole ricevere più prezioso di colui dal quale vuol riceverlo. Il premio di Dio è Dio medesimo. Questo ama, questo predilige il salmista. Se amasse qualche altra cosa, l'amore non sarebbe casto» (Ag37,928). «Tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore» (Fil 3,8). 

26Vengono meno la mia carne e il mio cuore; ma Dio è roccia del mio cuore, mia parte per sempre. «Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso» (Gb 19,26-27). «Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno» (Fil 1,21). 

27Ecco, si perderà chi da te si allontana; tu distruggi chiunque ti è infedele. Minaccia ai cultori delle divinità. Dio distrugge quando permette che l’idolatra perda se stesso nel rifiuare il Signore. «Dio non allontana da sé nessuno, ma ognuno può estraniarsi da Dio. Sapendo tutto questo, pur non comprendendo i tuoi misteri, restavo di continuo unito a te. Nulla infatti mi appariva più bello che aderire a te, mio Dio, e scegliere ciò che hai stabilito e comandato» (Es23,847). 

28Per me, il mio bene è stare vicino a Dio; nel Signore Dio ho posto il mio rifugio, per narrare tutte le tue opere. «Istruito dall'esperienza vissuta, non mi separerò mai dal Dio che mi ha salvato» (Td 1453). «Quando vedremo Dio faccia a faccia, non ci sarà niente di meglio che stare uniti a Lui. E ora? Siccome parlo ancora da esule, è ugualmente buono per me, dice, starmene unito a Dio. Ciascuno di voi lo possederà tutto intero; e tutto intero lo avrete tutti» (Ag37,928.929). 

Salmo 73

1Maskil. Di Asaf. Supplica in seguito alla devastazione del tempio. La comunità rimane sempre, in ogni caso, il popolo di Dio; questi ha mostrato di operare interventi di salvezza anche nelle situazioni più devastanti.  

O Dio, perché ci respingi per sempre, fumante di collera contro il gregge del tuo pascolo? Dio non può respingere per sempre perché i suoi doni e la sua chiamata sono irrevocabili (Cf Rm 11,1.17.29). «Io domando: Dio ha forse ripudiato il suo popolo? Impossibile!» (Rm 11,1). Cf Sal 79,16. «Dio non solo non vuole abbandonarci, ma, anche quando ci punisce, non vorrebbe farlo. Cristo poi piange sulla rovina di Gerusalemme, come noi facciamo per i nostri amici» (Crisostomo, Omelie su Giovanni, 68,2). 

2Ricordati della comunità che ti sei acquistata nei tempi antichi. La comunità, pur composta da peccatori, ha sempre un grande valore agli occhi di Dio, che l’ha scelta a prescindere da ogni merito (Cf Rm 9,10-11). «Dai tempi antichi, dall'inizio hai voluto chiamarti nostro Dio e noi siamo stati considerati il tuo popolo» (Td 1455). Il Signore non dimentica le promesse ai patriarchi: «Ricordati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso: “Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre”» (Es 32,13). 

Hai riscattato la tribù che è tua proprietà, il monte Sion, dove hai preso dimora. «Chi è come il tuo popolo, come Israele, unica nazione sulla terra che Dio è venuto a riscattare come popolo per sé e a dargli un nome?» (2 Sm 7,23). Il popolo cristiano è stato acquistato e riscattato con la morte di Cristo ed ora “siamo in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria”» (Ef 1,14; Cf 1 Pt 2,9). 

3Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne: il nemico ha devastato tutto nel santuario. «Dopo tutto questo, resterai ancora insensibile, o Signore?» (Is 63,11). «Come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione» (2 Cor 1,5). 

4Ruggirono i tuoi avversari nella tua assemblea, issarono le loro bandiere come insegna. I nemici irruppero nel santuario durante il culto (LXX: in mezzo alla festa). Lo stesso avvenne per le comunità cristiane: «Mentre il popolo di Dio ascoltava e cantava, un lettore stava sul pulpito ed eseguiva il canto dell’alleluia; in questo stesso momento fu colpito nella gola e, mentre il libro gli cadeva dalle mani, egli stesso cadde morto» (Vittore di Vita, Storia della persecuzione vandalica in Africa, 41). 

Profanarono il santuario introducendo in esso simboli pagani. «Sull’ala del tempio [sarà posta] l’abominio devastante [una statua di un dio pagano]» (Dn 9,27). Porre le bandiere come insegne (lett: i propri segni come segni [samu ototàm otòt]) significa imporre le proprie opinioni menzognere come contenuti culturali obbligatori («mettere a morte tutti coloro che non avessero adorato la statua della bestia» Ap 13,15). 

5Come gente che s’apre un varco verso l’alto con la scure nel folto della selva, 6con l’ascia e con le mazze frantumavano le sue porte». «Non era un incarico onorifico, conferito ai nemici, quello di distruggere la città. Essi erano uno strumento dell'ira divina che usava severità verso coloro che [in seguito] intendeva salvare» (Ag36,935). «Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi» (1 Cor 3,17). 

7Hanno dato alle fiamme il tuo santuario, hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome; 8pensavano: «Distruggiamoli tutti. I nemici vogliono sopprimere del tutto e per sempre il popolo di Dio: «Se il Signore non fosse stato per noi, quando eravamo assaliti, allora ci avrebbero inghiottiti vivi, quando divampò contro di noi la loro collera» (Sal 123,2-3). «Non ti divorano quando ti perseguitano, ma quando ti inducono ad essere ciò che essi sono» (Ag36,341). 

Hanno incendiato nel paese tutte le dimore di Dio. Le dimore di Dio (mo’ade-El) sono i luoghi di raduno (LXX: tutte le feste di Dio). Annientano il popolo, soffocandone l’anima, sopprimendone la fede. «Apri gli occhi e guarda le nostre distruzioni e la città sulla quale è stato invocato il tuo nome! Noi presentiamo le nostre suppliche davanti a te, confidando non sulla nostra giustizia, ma sulla tua grande misericordia» (Dn 9,18).

9Non vediamo più le nostre bandiere, non ci sono più profeti e tra noi nessuno sa fino a quando. «Ai sacerdoti verrà meno la dottrina, agli anziani il consiglio» (Ez 7,26). «Vagheranno da settentrione a oriente, per cercare la parola del Signore, ma non la troveranno» (Am 8,11-12). «Andranno in cerca del Signore, ma non lo troveranno: egli si è ritirato da loro» (Os 5,6). In realtà, «le loro azioni non permettono di tornare al loro Dio, perché uno spirito di prostituzione è in mezzo a loro e non conoscono il Signore» (Os 5,4).

10Fino a quando, o Dio, insulterà l’avversario? Il nemico disprezzerà per sempre il tuo nome? Ciò che viene fatto contro il suo popolo, è fatto contro Dio stesso. «Non hanno tramato contro gli uomini, ma è contro di te, o Dio, che lottavano» (Es23,857). Ciò che è fatto contro qualsiasi povero indifeso, è come se venisse fatto contro Dio stesso (Es 22,22.23). 

11Perché ritiri la tua mano e trattieni in seno la tua destra? Rimprovera Dio di rimanere inattivo, indifferente, contro il suo stile abituale, nella certezza che questa inattività è solo apparente e provvisoria. 

12Eppure Dio è nostro re dai tempi antichi, ha operato la salvezza nella nostra terra. 13Tu con potenza hai diviso il mare, hai spezzato la testa dei draghi sulle acque. 14Tu hai frantumato le teste di Leviatan, lo hai dato in pasto a un branco di belve. L’evento di salvezza primordiale è stato il passaggio del mar Rosso, atto in cui Dio ha confermato ha sua capacità di dare ordine al caos, come avvenne all’inizio delle creazione. Il mostro Leviatan, il più terrificante tra i mostri mitici, rappresenta ogni potere tragico della storia. «In quel giorno il Signore punirà con la spada forte, il Leviatan, serpente guizzante, il Leviatan, serpente tortuoso, e ucciderà il drago che sta nel mare» (Is 27,1; Cf 30,7). 

15Tu hai fatto scaturire fonti e torrenti, tu hai inaridito fiumi perenni. 16Tuo è il giorno e tua è la notte, tu hai fissato la luna e il sole; 17tu hai stabilito i confini della terra, l’estate e l’inverno tu li hai plasmati. L’evento del Mar Rosso è stato possibile grazie alla potenza creativa di Dio che rimane sempre attiva per garantire la stabilità del mondo. Egli crea tutti gli eventi nei loro aspetti contrastanti. «Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili. Ha soccorso Israele suo servo» (Lc 1,52.54). 

18Ricordati di questo: il nemico ha insultato il Signore, un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome. Le azioni contro il popolo di Dio sono dirette contro il Signore stesso. Persuaso che Dio non sia affatto indifferente, rivolgerà sette invocazioni (ricorda, non abbandonare, non dimenticare, sii fedele, sorgi, ricorda, non dimenticare). Se il popolo verrà abbandonato, il nome di Dio sarà profanato. Quando, al contrario, santificherà il suo Nome, allora il povero riavrà la sua dignità. 

19Non abbandonare ai rapaci la vita della tua tortora. Israele è come una tortora minacciata da uccelli rapaci. «Non vogliamo più instaurare una nostra giustizia, ma riconosciamo la tua grazia. Battendo il nostro petto, diciamo: Signore, sii benigno con me peccatore. Non dimenticare sino alla fine le anime dei tuoi poveri» (Ag36,942). LXX: Non consegnare alle bestie la vita di chi ti loda.  

20Volgi lo sguardo alla tua alleanza; gli angoli della terra sono covi di violenza. «La terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza» (Gen 6,12). «[L’apostolo Paolo] dovette essere portato a spalla dai soldati a causa della violenza della folla. La moltitudine del popolo infatti veniva dietro, urlando: “A morte!”» (At 21,36). «Signore, mia potente salvezza e mio baluardo, dalla violenza tu mi salvi» (2 Sam 22,3). 

21L’oppresso non ritorni confuso, il povero e il misero lodino il tuo nome.22Alzati, o Dio, difendi la mia causa, ricorda che lo stolto ti insulta tutto il giorno. L’orante s’identifica con il popolo e le sofferenze di quest’ultimo, diventano sue: «Chiunque sia dedito a Dio, soffre per lo sconforto che gli provoca la rovina di molti. Trova un farmaco che lo cura del suo male: la preghiera a Dio» (Es23,1249). Variante: Difendi la tua causa, o Signore. 

23Non dimenticare il clamore dei tuoi nemici; il tumulto dei tuoi avversari cresce senza fine. Clamore e tumulto sono spesso attuali nel corso della storia: «Tutto vi è mescolato: sangue e omicidio, furto e inganno, corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro, sconcerto dei buoni, dimenticanza dei favori, corruzione di anime, perversione sessuale, disordini nei matrimoni, adulterio e impudicizia» (Sap 14,25-26). «Scoppiò un grande tumulto riguardo a questa Via [la fede cristiana]. Cessato il tumulto, Paolo mandò a chiamare i discepoli e, dopo averli esortati, li salutò e si mise in viaggio» (At 19,23; 20,1). 

Salmo 74

1Al maestro del coro. Su «Non distruggere». Salmo. Di Asaf. Canto. «Il salmo preannuncia il giusto giudizio di Dio. Perciò non dobbiamo smettere di coltivare pensieri di fiducia; anzi dobbiamo alimentarli sempre, per ottenere in eredità la vita eterna» (Td 1468). 

2Noi ti rendiamo grazie, o Dio, ti rendiamo grazie: invocando il tuo nome, raccontiamo le tue meraviglie. L’assemblea radunata per il culto, invoca e loda (ma viene dato maggior valore al ringraziamento Cf Sal 49,14-15). «Loda ed invoca! Colui che invochi, lo chiami in te. Per raggiungere le cose poste in alto, cerchiamo qualche mezzo per poterci innalzare fino a prenderle. Il contrario accade a Dio perché Egli è altissimo, ma si rende accessibile agli umili» (Ag36,947). 

3Sì, nel tempo da me stabilito io giudicherò con rettitudine. Dio, per mezzo d’un oracolo profetico, annuncia il suo giudizio. «Siano rese grazie alla sua misericordia! Ci ha preavvertiti riguardo il suo giudizio. Se ci giudicasse senza averci avvisato, chi potrebbe assolvere?» (Ag36,949). «Non amo punire e se annuncio dei castighi, lo faccio per sollecitare i peccatori» (Td 1469). «Gesù, oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia» (1 Pt 2,23). 

4Tremi pure la terra con i suoi abitanti: io tengo salde le sue colonne. «Tiene sospesa la terra sopra il nulla» (Gb 26,7). Dio, con il suo insegnamento e il suo giudizio, ricompone ed assicura la stabilità del mondo, messa a repentaglio dalla malvagità degli uomini. «Posso fare qualsiasi cosa perché ho creato ogni cosa. Ho creato la terra, l'ho consolidata, appoggiandola su delle colonne che la fissano. Ho stabilito un ordinamento che non verrà meno» (Td 1468). 

5Dico a chi si vanta: «Non vantatevi!», e ai malvagi: «Non alzate la fronte!». 6Non alzate la fronte contro il cielo, non parlate con aria insolente. «Dalla vostra bocca non esca arroganza, perché il Signore è il Dio che sa tutto e le sue opere sono rette» (2 Sm 2,3). 

7Né dall’oriente né dall’occidente né dal deserto viene l’esaltazione, 8perché Dio è giudice: è lui che abbatte l’uno ed esalta l’altro. Solo Dio rende giustizia, non le divinità dei popoli o le false potenze astrali. «[Principe d’Israele empio] togliti la corona: tutto sarà cambiato: ciò che è basso sarà elevato e ciò che è alto sarà abbassato» (Ez 21,31). «Dio ha scelto ciò che nel mondo è disprezzato e ciò che è nulla per ridurre al nulla le cose che sono» (1 Cor 1,28). «Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno?» (Gc 2,5). 

9Il Signore infatti tiene in mano una coppa, colma di vino drogato. Egli ne versa: fino alla feccia lo dovranno sorbire, ne berranno tutti i malvagi della terra. «Così mi disse il Signore: “Prendi dalla mia mano questa coppa di vino della mia ira e falla bere a tutte le nazioni alle quali ti invio”» (Ger 25,15-16; Cf Ap 14,10). «Come farebbe un medico, Dio manda i suoi castighi come amaro antidoto, in modo che quelli che li ricevono vomitino e si svuotino della malvagità che è in loro» (Es23,873). Gesù ha preso su di sé la situazione dei peccatori: «Gesù allora disse a Pietro: “Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?”» (Gv 18,11). 

10Ma io ne parlerò per sempre, canterò inni al Dio di Giacobbe. 11Piegherò la fronte dei malvagi, s’innalzerà la fronte dei giusti. [Fronte: lett: corna]. «Dio, che lo ha fatto uscire dall’Egitto, è per [Israele] come le corna del bufalo» (Nm 23,22). «Poiché voi avete urtato con il fianco e con le spalle e cozzato con le corna contro le più deboli fino a cacciarle e disperderle, io salverò le mie pecore» (Ez 34,21). «Il giusto sarà esaltato quando regnerà insieme al suo Re, il Cristo» (Es23,876). 

Salmo 75

1Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo. Di Asaf. Canto. Celebrazione di Dio che ha operato un giudizio. Il salmo ricorda forse la punizione dell'esercito assiro e di Sennacherib (Cf 2 Re 19,35-36). Tuttavia, ciò che compì un tempo per Israele, oggi lo compie ogni giorno nella Chiesa rendendo possibile la vittoria su tutte le manifestazioni del Peccato (Cf Bruno di Segni, PL 164,987). 

2Dio si è fatto conoscere in Giuda, in Israele è grande il suo nome. «Tutti coloro che hanno ricevuto la conoscenza di Dio sono Giudea. La Chiesa di Dio, sparsa sulla terra, nella quale è conosciuto il Dio di tutti, può essere considerata Giudea» (Es23,877). 

3È in Salem la sua tenda, in Sion la sua dimora. In Salem, nome antico di Gerusalemme (Cf Gen 14,18), luogo di pace, Dio ha stabilito la sua dimora. Luogo di pace è anche ogni persona pacificata: «Se sulla terra possiamo trovare persone libere da ogni guerra, che vivono in perfetto equilibrio e quiete, possono venir dette luogo di Dio, perché accolgono in sé il divino Spirito» (Es23,880). «Finché non avrai confessato i tuoi peccati è come se tu litigassi con Dio. Cominciate ad essere uniti a Dio. Come? Facendo sì che sia sgradito a voi ciò che è sgradito anche a lui. Divenuto dissimile a Lui, ti guardi e ti addolori: in questo modo hai già cominciato a tornare simile a Dio, perché ti è sgradito ciò che è sgradito anche a lui» (Ag36,959). 

4Là spezzò le saette dell’arco, lo scudo, la spada, la guerra. «Ciò avviene anche nella Chiesa ogni giorno quando vengono annientati gli assalti del maligno» (Bs 987). Il cristiano spegne la guerra: «Non rendete a nessuno male per male. Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti» (Rm 12,17-18). 

5Splendido tu sei, magnifico su montagne di preda. Dio si mostra splendido nei suoi collaboratori: «Stupenda è l’illuminazione operata dallo Spirito Santo; la sperimentarono gli apostoli quando furono dotati di una sapienza alla quale i dotti non potevano contrapporsi: “Io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere” (Lc 21,15)» (Bs 988). «Non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui [Stefano] parlava» (At 6,10). 

6Furono spogliati i valorosi, furono colti dal sonno, nessun prode ritrovava la sua mano. «[Cristo] giudica e combatte con giustizia. Ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all’infuori di lui» (Ap 19,11.12). Egli dissipa tutto ciò che ci toglie la pace e sostiene ciò che la incrementa: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace» (Gv 14,27). 

7Dio di Giacobbe, alla tua minaccia si paralizzano carri e cavalli. «Il Signore gettò uno sguardo sul campo degli egiziani e lo mise in rotta» (Es 14,24). «Gesù lo sgridò. E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui» (Mc 1,26). «All’udire queste parole [il rimprovero di Pietro], Anania cadde a terra e spirò. E un timore grande prese tutti quelli ascoltavano» (At 5,5). 

8Tu sei davvero terribile; chi ti resiste quando si scatena la tua ira?. «Allora gli Egiziani dissero: “Fuggiamo di fronte a Israele perché il Signore combatte per loro» (Es 14,25). «Trionfò in modo così rapido al punto che gli avversari riuscirono soltanto a provare paura e a pentirsi della loro opposizione» (Bs 988). «Le folle che erano accorse [al Calvario], ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto» (Lc 23,48). 

9Dal cielo hai fatto udire la sentenza: sbigottita tace la terra 10quando Dio si alza per giudicare, per salvare tutti i poveri della terra. Dio opera sempre a favore degli umili, oppressi e perseguitati: «Lodate il Signore perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori» (Ger 20,12-13). Per questo anche «Gesù maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a Colui che giudica con giustizia» (1 P1 1,22-23). La terra tacque sbigottita al momento della risurrezione di Cristo (Cf Mt 28,2). 

11Persino la collera dell’uomo ti dà gloria; gli scampati dalla collera ti fanno festa. Il senso del versetto non è chiaro. “Anche i più violenti ti daranno gloria, gli scampati dalla violenza, ti faranno corona”. 

12Fate voti al Signore, vostro Dio, e adempiteli, quanti lo circondano portino doni al Terribile, «Cercherete il Signore nel luogo che avrà scelto per stabilirvi il suo nome. Là presenterete le vostre offerte votive» (Dt 12, 5-6). Quanti lo circondano sono forse gli israeliti che esercitano il culto nel tempio. «Attorno al trono c’erano ventiquattro anziani avvolti in candide vesti con corone d’oro sul capo.  Si prostrano davanti a Colui che siede sul trono e adorano Colui che vive nei secoli dei secoli» (Ap 4,3.10). 

13a lui che toglie il respiro ai potenti, che è terribile per i re della terra. «I re davanti a lui [al Servo del Signore] si chiuderanno la bocca» (Is 52,15). «Così dice il Signore a colui che è disprezzato, rifiutato dalle nazioni, schiavo dei potenti: “I re vedranno e si alzeranno in piedi, a causa  del Santo d’Israele che ti ha scelto”» (Is 49,7). 

Salmo 76

1Al maestro del coro. Su «Iedutùn». Di Asaf. Salmo. Il salmista, turbato per la sciagura accaduta al popolo, cerca conforto presso Dio ma a fatica trova serenità. Ricorda le meraviglie già operate da Dio nel passato, ma teme che quel tempo di grazia sia finito per sempre. 

2La mia voce verso Dio: io grido aiuto! La mia voce verso Dio, perché mi ascolti. «Molti gridano al Signore per la felicità temporale; solo di rado qualcuno grida al Signore per il Signore stesso. Non cercare qualcosa d'altro per mezzo di Dio, ma nella tribolazione cerca Dio, in modo che, se ti libererà dalla tribolazione, ciò valga ad unirti a Lui» (Ag36,971). 

3Nel giorno della mia angoscia io cerco il Signore, nella notte le mie mani sono tese e non si stancano; l’anima mia rifiuta di calmarsi. «Buono è il Signore con chi spera in lui, con l’anima che lo cerca. È bene spettare in silenzio la salvezza del Signore» (Lam 3,26). «Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza» (Gc 5,16). 

4Mi ricordo di Dio e gemo, medito e viene meno il mio spirito. 5Tu trattieni dal sonno i miei occhi, sono turbato e incapace di parlare. È preso da smarrimento nel dubbio che Dio abbia deciso di abbandonare il suo popolo. «I dubbi che mi travagliavano costituivano la mia malattia. Un tempo il Signore operava meraviglie e portenti ma ora c’è stato un mutamento in Lui» (Es23,893). «Dico: “è sparita la mia gloria, la speranza che mi veniva dal Signore”. Il ricordo della mia miseria è come assenzio e veleno» (Lam 3,19).

6Ripenso ai giorni passati, ricordo gli anni lontani. 7Un canto nella notte mi ritorna nel cuore: medito e il mio spirito si va interrogando. L’orante ricorda il passato con nostalgia (Cf Sal 41,5). «Di notte, il Signore ha comandato il cantico, cioè di saper gioire anche nelle tribolazioni (Cf 1 Ts 1,6). Di giorno Egli annuncia la misericordia, ma di notte la fa sperimentare in un modo ancora più sensibile» (BW 179). È bene «fuggire la cattiva tristezza perché essa infrange la pazienza, estingue la luce dell’amore, indebolisce il desiderio e il vigore della speranza, sconvolge l’intera esistenza» (BW 181).

8Forse il Signore ci respingerà per sempre, non sarà mai più benevolo con noi? 9È forse cessato per sempre il suo amore, è finita la sua promessa per sempre? 10Può Dio aver dimenticato la pietà, aver chiuso nell’ira la sua misericordia? «Le misericordie del Signore non sono finite, non è esaurita la sua compassione; esse sono rinnovate ogni mattina. Il Signore non rigetta mai. Ma se affligge avrà anche pietà. Poiché contro il suo desiderio egli umilia e affligge i figli dell’uomo» (Lam 3,22-33). «Negherà forse per sempre la sua misericordia? In te non c'è misericordia verso gli altri, se non è Dio che te la dona; e lo stesso Dio dimenticherà la misericordia? Scorre il fiume; si prosciugherà la sorgente? È più facile che egli trattenga l'ira che non la misericordia» (Ag36,977). 

11E ho detto: «Questo è il mio tormento: è mutata la destra dell’Altissimo. In realtà, «I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!» (Rm 8,29). «Tutte le promesse di Dio in lui [Cristo] sono “sì”» (2 Cor 1,20). 

12Ricordo i prodigi del Signore, sì, ricordo le tue meraviglie di un tempo. 13Vado considerando le tue opere, medito tutte le tue prodezze. «Discutendo tra me e me, mi avvilivo. Parlando da solo, mi perdevo d’animo, mentre, da quando ho continuato a ricordarmi di Dio, mi sono colmato di gioia» (Es23,889). «Va oltre se stesso e in Dio trova la sua gioia. Non si compiace di se stesso, né di ciò che è, ma di Colui che lo ha fatto» (Ag36,977).

14O Dio, santa è la tua via; quale dio è grande come il nostro Dio? 15Tu sei il Dio che opera meraviglie, manifesti la tua forza fra i popoli. «Allietarti nelle opere di Dio significa dimenticare te stesso, perché tu possa trovar gioia soltanto in lui. Che cosa c'è infatti meglio di lui? Non vedi che quando torni a te stesso, scendi a un oggetto più misero?» (Ag36,978). 

16Hai riscattato il tuo popolo con il tuo braccio, i figli di Giacobbe e di Giuseppe. «“Signore Dio, non distruggere il tuo popolo, la tua eredità, che hai riscattato nella tua grandezza. Ricordati dei tuoi servi Abramo, Isacco e Giacobbe; non guardare alla caparbietà di questo popolo… Al contrario, essi sono il tuo popolo, la tua eredità, che tu hai fatto uscire dall’Egitto con grande potenza e con il tuo braccio teso”» (Dt 9,26-29). «[L’Agnello di Dio] è stato immolato e ha riscattato per Dio, con il suo sangue, uomini di ogni popolo» (CF Ap 5,9-10). 

17Ti videro le acque, o Dio, ti videro le acque e ne furono sconvolte; sussultarono anche gli abissi. Viene rievocato il passaggio del mare Rosso, l’opera maggiore compiuta da Dio: è bastato soltanto che Egli si mostrasse ad essa e la massa dell’acqua si sconvolse in una fragorosa tempesta. Il Signore è sempre presente anche nelle burrasche della storia umana, in modo discreto: «Quando il Salvatore costrinse i discepoli a salire sulla barca e a passare all’altra riva, anche allora lo videro le acque e ne ebbero timore (Cf Mt 8,23ss.)» (Es23,896). Dio continua a guidare gli uomini facendosi percepire alle loro coscienze: «Che cosa sono gli abissi? Chi non si turba quando viene scossa la coscienza? Cerchi una profondità come quella del mare; e che cosa c'è di più profondo della coscienza umana?» (Ag36,980). 

18Le nubi rovesciavano acqua, scoppiava il tuono nel cielo; le tue saette guizzavano. 19Il boato dei tuoi tuoni nel turbine, le tue folgori rischiaravano il mondo; tremava e si scuoteva la terra. «Si vide terra asciutta emergere dove prima c’era acqua: il Mar Rosso divenne una strada senza ostacoli e flutti violenti una pianura piena d’erba; passarono contemplando meravigliosi prodigi. Saltellarono come agnelli esultanti, celebrando te, Signore, che li avevi liberati» (Sap 19,7-9). 

20Sul mare la tua via, i tuoi sentieri sulle grandi acque, ma le tue orme non furono riconosciute. «Tu tracciasti un cammino anche nel mare e un sentiero sicuro anche fra le onde, mostrando che puoi salvare da tutto» (Sap 14,3-4). «Il Signore ha creato per sé una via sul mare quando chiamò gli uomini alla fede; attraverso questo sentiero continua a muoversi e visita di continuo le sue Chiese. Le sue orme non sono riconoscibili non soltanto perché non sono evidenti ma anche perché sono pochi coloro che sanno rintracciarle (Cf Gv 3,8)» (Bs 994). 

21Guidasti come un gregge il tuo popolo per mano di Mosè e di Aronne. Dalle tracce invisibili, si passa alle tracce visibili: i pastori del popolo. «Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi e devono renderne conto, affinché lo facciano con gioia e non lamentandosi» (Eb 13,17). 

Salmo 77

1Maskil. Di Asaf. Celebrando la fedeltà di Dio e denunciando, al contrario, la mancanza di fede del suo popolo, sollecita un sentimento di abbandono fiducioso in Lui. 

Ascolta, popolo mio, la mia legge, porgi l’orecchio alle parole della mia bocca. La “Legge” non è in primo luogo un codice scritto ma un messaggio che si ascolta, nel dialogo con Dio. «Dio, molte volte e in diversi modi nei tempi antichi, aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti» (Eb 1,1).

2Aprirò la mia bocca con una parabola, rievocherò gli enigmi dei tempi antichi. Gli eventi vissuti rimangono enigmi finchè non sono compresi. «Voi avete visto quanto il Signore ha fatto sotto i vostri occhi, nella terra d’Egitto. Ma fino a oggi il Signore non vi ha dato una mente per comprendere né occhi per vedere né orecchi per udire» (Dt 29,1-3).

3Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato 4non lo terremo nascosto ai nostri figli, raccontando alla generazione futura le azioni gloriose e potenti del Signore e le meraviglie che egli ha compiuto. «Quale deve essere il risultato di questo insegnamento tramandato? Venendo a conoscere la potenza di Dio e come sia facile per Lui compiere ogni cosa buona, imparino a fidarsi di Lui, con grande fiducia, così da obbedire alle sue disposizioni» (Td 1485). 

5Ha stabilito un insegnamento in Giacobbe, ha posto una legge in Israele, che ha comandato ai nostri padri di far conoscere ai loro figli, 6perché la conosca la generazione futura, i figli che nasceranno. Essi poi si alzeranno a raccontarlo ai loro figli, 7perché ripongano in Dio la loro fiducia e non dimentichino le opere di Dio, ma custodiscano i suoi comandi. «Guardati e guardati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno viste. Le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli» (Dt 4,9). «Non inasprite i vostri figli ma allevateli nella disciplina del Signore» (Ef 6,4). «State saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso. [Dio] conforti i vostri cuori e li confermi» (2 Ts 2,15.17). 

8Non siano come i loro padri, generazione ribelle e ostinata, generazione dal cuore incostante e dallo spirito infedele a Dio. «Roboamo fece il male perché non aveva applicato il cuore alla ricerca del Signore» (2 Cr 12,14). «Gesù non si confidava con loro, perché conosceva tutti» (Gv 2,24). «Badate, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente» (Eb 3,12). 

9I figli di Efraim, arcieri valorosi, voltarono le spalle nel giorno della battaglia. 10Non osservarono l’alleanza di Dio e si rifiutarono di camminare nella sua legge. «Non era certo stolta per natura [quella generazione], ma divenne tortuosa a motivo della sua perversità. Primi fra tutti furono i figli di Efraim, onorati in modo speciale perché avevano ricevuta per primi l’arca di Dio a Silo. Tuttavia divennero un arco distorto. Ricordando i figli di Efraim allude a tutta la nazione che tenne un comportamento analogo» (Es23,909). 

11Dimenticarono le sue opere, le meraviglie che aveva loro mostrato. 12Cose meravigliose aveva fatto davanti ai loro padri nel paese d’Egitto, nella regione di Tanis. 13Divise il mare e li fece passare, e fermò le acque come un argine. 14Li guidò con una nube di giorno e tutta la notte con un bagliore di fuoco. 15Spaccò rocce nel deserto e diede loro da bere come dal grande abisso. 16Fece sgorgare ruscelli dalla rupe e scorrere l’acqua a fiumi. «Liberò l'antico popolo dall'Egitto, ma il secondo da quella del demonio. L'antico popolo fu guidato nel passaggio del mar Rosso ma il nuovo nell'acqua del battesimo; nutrì l'uno con il pane celeste e l'atro con il Pane vivo che scende dal cielo; al primo concesse la terra promessa ai padri, all'altro donò la terra dei viventi promessa ai santi» (Gero 699). 

17Eppure continuarono a peccare contro di lui, a ribellarsi all’Altissimo in luoghi aridi. Neppure le opere prodigiose convincono gli increduli: «Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre» (Gv 10,37-38). 

18Nel loro cuore tentarono Dio, chiedendo cibo per la loro gola. 19Parlarono contro Dio, dicendo: «Sarà capace Dio di preparare una tavola nel deserto?». 20Certo! Egli percosse la rupe e ne scaturì acqua e strariparono torrenti. «Saprà dare anche pane o procurare carne al suo popolo?». 21Perciò il Signore udì e ne fu adirato; un fuoco divampò contro Giacobbe e la sua ira si levò contro Israele, 22perché non ebbero fede in Dio e non confidarono nella sua salvezza. All’azione solidale e generosa del Signore viene contrapposta la sfiducia del popolo che non crede di poter essere sfamato dalla provvidenza divina. «Il braccio del Signore è forse raccorciato? Ora vedrai se la parola che ti ho detta si realizzerà o no» (Nm 11,23). Gesù incontrò la sfiducia dei discepoli: «[Disse loro:] Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito?» (Mc 8,17 ss). 

23Diede ordine alle nubi dall’alto e aprì le porte del cielo; 24fece piovere su di loro la manna per cibo e diede loro pane del cielo: 25l’uomo mangiò il pane dei forti; diede loro cibo in abbondanza. «Sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli, capace di procurare ogni delizia» (Sap 16,20). «Il vero pane celeste è quello che preserva dalla morte chi se ne nutre. Questo pane è il Verbo di Dio. Pertanto anche le potenze angeliche godono della vita eterna grazie alla comunione con il Verbo: Egli solo è nutrimento per ogni essere razionale» (Es23,917). 

26Scatenò nel cielo il vento orientale, con la sua forza fece soffiare il vento australe; 27su di loro fece piovere carne come polvere e uccelli come sabbia del mare, 28li fece cadere in mezzo ai loro accampamenti, tutt’intorno alle loro tende. 29Mangiarono fino a saziarsi ed egli appagò il loro desiderio. 30Il loro desiderio non era ancora scomparso, avevano ancora il cibo in bocca, 31quando l’ira di Dio si levò contro di loro, uccise i più robusti e abbatté i migliori d’Israele. «Là [a Kibrot-Taavà] seppellirono il popolo che si era abbandonato all’ingordigia» (Nm 11,34). «Non essere ingordo per qualsiasi ghiottoneria e non ti gettare sulle vivande, perché l’abuso dei cibi causa malattie. Molti sono morti per ingordigia, chi invece si controlla vivrà a lungo» (Sir 37,29-31). 

32Con tutto questo, peccarono ancora e non ebbero fede nelle sue meraviglie. «Mangiarono, senza badare al prodigio straordinario e senza dar gloria a Colui che opera prodigi. Erano interessati soltanto a quelle carni e si rovinarono da sé. Costituiti spettatori delle grandi opere di Dio, avrebbero dovuto affidarsi a lui e invece, come animali senza ragione, si attaccarono alle vanità, senza guadagnare nulla da ciò che veniva loro elargito in vista della conoscenza di Dio e della loro salvezza» (Es23,921). 

33Allora consumò in un soffio i loro giorni e i loro anni nel terrore. «Se uno porta a compimento le sue giornate nella luce e nelle opere buone, non vede consumarsi i suoi giorni, anzi, gli risulteranno pieni. Per coloro che invecchiano nell’incredulità, il tempo si consuma, trascorre rapido e vano» (Es23,921). 

34Quando li uccideva, lo cercavano e tornavano a rivolgersi a lui, 35ricordavano che Dio è la loro roccia e Dio, l’Altissimo, il loro redentore. «[Il figlio prodigo] ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!» (Lc 15,17). «“Chi aderisce al Signore è un solo spirito con lui” (1 Cor 6,17), mentre chi aderisce alla carne, diventa una cosa sola con essa» (Es23,924). 

36Lo lusingavano con la loro bocca, ma gli mentivano con la lingua: 37il loro cuore non era costante verso di lui e non erano fedeli alla sua alleanza. «Che dovrò fare per te, Giuda? Il vostro amore è come una nube del mattino, come rugiada che all’alba svanisce» (Os 6,4). «Hai abbandonato il tuo amore di prima» (Ap 2,4). 

38Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa, invece di distruggere. Molte volte trattenne la sua ira e non scatenò il suo furore; 39ricordava che essi sono di carne, un soffio che va e non ritorna. «Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono, perché egli sa bene di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere» (Sal 102,13-14). 

40Quante volte si ribellarono a lui nel deserto, lo rattristarono in quei luoghi solitari! 41Ritornarono a tentare Dio, a esasperare il Santo d’Israele. 42Non si ricordarono più della sua mano, del giorno in cui li aveva riscattati dall’oppressione, 43quando operò in Egitto i suoi segni, i suoi prodigi nella regione di Tanis. «Questo popolo si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me» (Is 29,13 Cf Mc 7,6). 

44Egli mutò in sangue i loro fiumi e i loro ruscelli, perché non bevessero. 45Mandò contro di loro tafani a divorarli e rane a distruggerli. 46Diede ai bruchi il loro raccolto, alle locuste la loro fatica. 47Devastò le loro vigne con la grandine, i loro sicomòri con la brina. 48Consegnò alla peste il loro bestiame, ai fulmini le loro greggi. Dio si è impegnato con grande forza per far uscire il suo popolo dalla schiavitù. Ha cercato in tutti i modi di persuadere gli Egiziani prima di intervenire con una punizione estrema. «Sì, Signore Dio onnipotente, veri e giusti sono i tuoi giudizi» (Ap 16,7). «Dalla bocca dell’Altissimo non procedono forse le sventure e il bene? Perché si rammarica un essere vivente, un uomo, per i castighi dei suoi peccati? Esaminiamo la nostra condotta e scrutiamola, ritorniamo al Signore. Innalziamo i nostri cuori al di sopra delle mani, verso Dio nei cieli» (Lam 3,38-41).

49Scatenò contro di loro l’ardore della sua ira, la collera, lo sdegno, la tribolazione, e inviò messaggeri di sventure. 50Spianò la strada alla sua ira: non li risparmiò dalla morte e diede in preda alla peste la loro vita. 51Colpì ogni primogenito in Egitto, nelle tende di Cam la primizia del loro vigore. «Non ci toglie mai la sua misericordia, ma, correggendoci con le sventure, non abbandona il suo popolo» (2 Mc 6,16). «Qual è il figlio che non viene corretto dal padre?» (Eb 12,7). 

52Fece partire come pecore il suo popolo e li condusse come greggi nel deserto. 53Li guidò con sicurezza e non ebbero paura, ma i loro nemici li sommerse il mare. 54Li fece entrare nei confini del suo santuario, questo monte che la sua destra si è acquistato. 55Scacciò davanti a loro le genti e sulla loro eredità gettò la sorte, facendo abitare nelle loro tende le tribù d’Israele. «Portò via, come pecore, il suo popolo e li condusse come gregge nel deserto. È questo un fatto del quale possiamo dire che è tanto più notevole quanto più si compie nell'intimo: là dove, liberati dal potere delle tenebre, siamo trasportati con lo spirito nel regno di Dio e, adeguandoci ai pascoli spirituali, diventiamo pecore di Dio. Camminiamo, allora, in questo secolo come fossimo nel deserto, perché nessuno vede la nostra fede, proprio come dice l'Apostolo: “La vostra vita è nascosta con Cristo in Dio” (Col 3,3). » (Ag36,1004). 

56Ma essi lo tentarono, si ribellarono a Dio, l’Altissimo, e non osservarono i suoi insegnamenti. 57Deviarono e tradirono come i loro padri, fallirono come un arco allentato. 58Lo provocarono con le loro alture sacre e con i loro idoli lo resero geloso. «Tutte queste cose accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per nostro ammonimento. Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. Nessuna tentazione, superiore alle forze umane, vi ha sorpresi; Dio è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze ma, insieme con la tentazione, vi darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere» (1 Cor 10,11-13).

59Dio udì e s’infiammò, e respinse duramente Israele. 60Abbandonò la dimora di Silo, la tenda che abitava tra gli uomini; 61ridusse in schiavitù la sua forza, il suo splendore in potere del nemico. 62Diede il suo popolo in preda alla spada e s’infiammò contro la sua eredità. 63Il fuoco divorò i suoi giovani migliori, le sue fanciulle non ebbero canti nuziali 64I suoi sacerdoti caddero di spada e le loro vedove non fecero il lamento. 65Ma poi il Signore si destò come da un sonno, come un eroe assopito dal vino. 66Colpì alle spalle i suoi avversari, inflisse loro una vergogna eterna. Riferimento al periodo delle guerre contro i Filistei e ai fatti narrati nel primo libro di Samuele (cap. 4-6). L’apparente abbandono di Dio, precede il suo pronto risveglio, dovuto alla sua grande fedeltà. In contrasto con l’infedeltà del suo popolo, prevale sempre la fedeltà di Dio che sembra riprendersi dopo un periodo di assopimento. 

67Rifiutò la tenda di Giuseppe, non scelse la tribù di Èfraim, 68ma scelse la tribù di Giuda, il monte Sion che egli ama. 69Costruì il suo tempio alto come il cielo, e come la terra, fondata per sempre. 70Egli scelse Davide suo servo e lo prese dagli ovili delle pecore. 71Lo allontanò dalle pecore madri per farne il pastore di Giacobbe, suo popolo, d’Israele, sua eredità. 72Fu per loro un pastore dal cuore integro e li guidò con mano intelligente. «Il Signore che solleva il misero dal letame, elesse anche Davide, così piccolo e messo da parte dalla sua famiglia. Costui, imparando ad essere pastore di pecore, apprendeva ad aver una cura sollecita per chi ha bisogno. Prendendolo dalla cura pastorale di pecore, Dio lo predispose a pascere il suo popolo» (Es23,940). «Elesse David suo servo. Scelse, dunque, la tribù di Giuda in vista di David, e David in ordine a Cristo» (Ag36,1005). 

Salmo 78

1Salmo. Di Asaf. Il salmo parla di una devastazione della nazione, in conseguenza di una sconfitta militare (Cf 2 Re 25,8 ss). Tuttavia «non solo per loro sono state donate queste parole perché esse si adattano a tutti quelli che ricevono un’ostilità analoga. Nelle persecuzioni contro di noi cristiani, molti affrontarono sofferenze simili e potevano servirsi di queste espressioni: per la gloria del tuo Nome, liberaci. Non saremmo degni di aiuto e, tuttavia, non vogliamo che sia bestemmiato il nome della tua gloria» (Es23,5-11; Cf Ag36,1011). 

O Dio, nella tua eredità sono entrate le genti: hanno profanato il tuo santo tempio, hanno ridotto Gerusalemme in macerie. 

«[I nemici] non avrebbero potuto far niente contro l'eredità del Signore, se egli non avesse voluto [punirla per] farla ravvedere» (Ag36,1016). «Hanno profanato il tuo santo tempio: non pensare alle pietre, ma alle persone, con le quali, come fossero pietre vive, è costruita la dimora di Dio (Cf 1 Pt 2,5; 1 Cor 3,17)» (Ag36,1012). 

2Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi in pasto agli uccelli del cielo, la carne dei tuoi fedeli agli animali selvatici. 3Hanno versato il loro sangue come acqua intorno a Gerusalemme e nessuno seppelliva. 

Questo scempio si ripetè altre volte: «[Bacchide] prese sessanta di loro [Israeliti] e li uccise, secondo la parola che sta scritta: “Le carni dei tuoi santi e il loro sangue hanno sparso e nessuno seppelliva”» (1 Mc 7,16). «I cadaveri [dei due profeti] rimarranno esposti sulla piazza della grande città. Uomini di ogni popolo vedono i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permettono che vengano deposti in un sepolcro» (Ap 11,8-9). 

4Siamo divenuti il disprezzo dei nostri vicini, lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno. 

«Sono diventato lo scherno di tutti i popoli, la loro canzone d’ogni giorno» (Lam 3,13-14). Gli apostoli, nell’annunciare il Vangelo, vennero disprezzati: «Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto» (1 Cor 4,9). «Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni lo deridevano, altri dicevano: “Su questo ti sentiremo un’altra volta”. Così Paolo si allontanò da loro» (At 17,32-33).

5Fino a quando sarai adirato, Signore: per sempre? Arderà come fuoco la tua gelosia?

«Hai stabilito il tuo popolo Israele come popolo tuo per sempre, e tu, Signore, sei diventato Dio per loro. Ora, Signore Dio, laparola che hai pronunciata confermala per sempre e fa’ come hai detto» (2 Sm 7,24-25). «L'ira o la gelosia di Dio non sono dei turbamenti passionali. Le tribolazioni colpiscono gli uomini a causa dei loro peccati, e queste ci sono per tutti, anche per i fedeli. Da tali tribolazioni fiorisce la gloria del martirio mediante il dono della pazienza, purché si sappia sopportare con amore la correzzione del Signore» (Ag36,1014). 

6Riversa il tuo sdegno sulle genti che non ti riconoscono e sui regni che non invocano il tuo nome, 7perché hanno divorato Giacobbe, hanno devastato la sua dimora. 

(Cf Ger 10,25) «Il Signore dice alle nazioni che vi hanno spogliato: Chi tocca voi [Israeliti], tocca la pupilla dei miei occhi» (Zc 2,12). 

8Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati. 

«In quei giorni non si dirà più: “I padri hanno mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati!”, ma ognuno morirà per la sua propria iniquità; si allegheranno i denti solo a chi mangia l’uva acerba» (Ger 31,29-30).  

Presto ci venga incontro la tua misericordia, perché siamo così poveri! 

Nelle sventure, Israele, non potendo appoggiarsi sulla sua innocenza, fa leva sulla sua povertà: «“Signore Dio desisti [dalla siccità]! Come potrà resistere Giacobbe? È tanto piccolo”. Il Signore allora si ravvide» (Am 7,5). 

9Aiutaci, o Dio, nostra salvezza, per la gloria del tuo nome; liberaci e perdona i nostri peccati a motivo del tuo nome. 

«Sarai benevolo in grazia del tuo nome, non per i nostri meriti. Cos'altro meriterebbero i nostri peccati se non adeguati castighi? Ma tu sarai benevolo con noi per amore del tuo nome. Così tu ci strappi dal male: aiutandoci a compiere la giustizia» (Ag36,1016). 

10Perché le genti dovrebbero dire: «Dov’è il loro Dio?». Si conosca tra le genti, sotto i nostri occhi, la vendetta per il sangue versato dei tuoi servi. 

«È proprio della giustizia di Dio ricambiare con afflizioni coloro che vi affliggono e a voi, che siete afflitti, dare sollievo, quando si manifesterà il Signore Gesù» (1 Ts 1,5). «Siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove» (1 Pt 1,6). 

11Giunga fino a te il gemito dei prigionieri; con la grandezza del tuo braccio salva i condannati a morte.

 Gli Israeliti si sentono come condannati a morte ma Dio continua ad operare interventi di salvezza: «Come ho vegliato su di loro per sradicare e per demolire, per affliggere con mali, così veglierò su di loro per edificare e per piantare» (Ger 31,28). «Dio vi renda degni della sua chiamata, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede» (2 Ts 1,11). 

12Fa’ ricadere sette volte sui nostri vicini, dentro di loro, l’insulto con cui ti hanno insultato, Signore. 

Il Signore compia la sua giustizia completa (sette volte). «Non si deve pensare che i santi desiderino la vendetta per saziare il loro odio (Ap 6,10). Non esclude la vendetta ma proibisce di vendicarsi da se stessi per dare tempo all'ira di Dio. Ma che senso hanno, allora, le parole: “Amate i vostri nemici?” (Mt 5,44). Se non si deve rendere a nessuno male per male, neppure si deve augurare il male. Ecco: il giusto desidera in primo luogo che il nemico si ravveda e solo subordinatamente che sia punito» (Ag36,1017.1018). 

13E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo, ti renderemo grazie per sempre; di generazione in generazione narreremo la tua lode. 

«Il giusto non trova gioia nella condanna del nemico che non odia, ma rende grazie della divina giustizia, perché ama Dio. Se la punizione avviene in questa vita, se ne rallegra, poiché con essa il colpevole ha l’occasione di correggersi, o quanto meno se ne rallegra per gli altri, in quanto costoro temeranno di imitare il colpevole. Egli stesso poi ne diviene migliore, approfittandone per correggere i propri errori» (Ag36,1017.1018). 

Salmo 79

1Al maestro del coro. Su «Il giglio della testimonianza». Di Asaf. Salmo. Supplica a causa della devastazione della vigna d’Israele (Is 5,1-7). 

2Tu, pastore d’Israele, ascolta, Tu che guidi Giuseppe come un gregge. 

«Come un pastore Egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna» (Is 40,11). Dio, da sempre, ha guidato il suo popolo mediante la cura pastorale di Cristo: «Era stato Lui a guidare Giuseppe e rimase sempre con lui, quando i fratelli lo insidiarono e vendettero ai mercanti. Giacobbe quando scese in Mesopotamia, sperando in Dio, ebbe come pastore lo stesso Verbo di Dio che camminava con lui» (Es23,953). 

Seduto sui cherubini, risplendi 3davanti a Efraim, Beniamino e Manasse. 

«“Mosè, quando entrava nella tenda per parlare con il Signore, udiva la voce che gli parlava dall’alto del propiziatorio che è sopra l’arca della Testimonianza, fra i due cherubini. Ed egli parlava a lui” (Nm 7,89). Ecco il motivo per il quale ora li menziona e chiede a Dio che siede tra loro, di manifestarsi di nuovo» (Td 1512). Le tribù di Efraim, Beniamino e Manasse, erano le prime a mettersi in marcia nel cammino verso la terra (Nm 10,22-24). 

Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci. 

«Invita il Signore a risvegliarsi, a non restare inerte» (Td 1512). «Non è un figlio carissimo per me Efraim, il mio bambino prediletto? Per questo il mio cuore si commuove per lui e sento per lui profonda tenerezza» (Ger 31,20). «Conoscendo quale utilità ci sarebbe pervenuta dall’incarnazione del Signore, lo invoca di risvegliare la sua potenza e di venire a detergere i peccati del genere umano» (Cs 580). 

4O Dio, fa’ che ritorniamo, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. 

«Fammi ritornare e io ritornerò, perché tu sei il Signore, mio Dio» (Ger 31,18). «Per molto tempo, ho taciuto, ho fatto silenzio, mi sono contenuto ma ora griderò come una partoriente… » (Is 42,14). 

5Signore, Dio degli eserciti, fino a quando fremerai di sdegno contro le preghiere del tuo popolo?

Lamenta che Dio continui a punire il suo popolo, nonostante esso si sia ravveduto. «Dio, da padre, corregge ogni figlio che accoglie (Cf Eb 12,6)» (Ag36,1023). 

6Tu ci nutri con pane di lacrime, ci fai bere lacrime in abbondanza. 7Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini e i nostri nemici ridono di noi. 

«Per la misericordia di Dio, ci cibiamo [delle lacrime], quando dalla sofferenza veniamo educati piuttosto che abbattuti» (Cs 581). «Che tu esca da essa ravveduto, non schiacciato» (Ag36,1023). 

8Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. 

L’intervento salvifico di Dio consiste nell’operare la conversione del suo popolo: «Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza, nell’abbandono confidente [in Dio] sta la vostra forza» (Is 30,15). 

9Hai sradicato una vite dall’Egitto, hai scacciato le genti e l’hai trapiantata. 

Dio piantò la vite di Israele tuttavia Gesù, vera vite (Cf Gv 15,5), fu il primo nell'intenzione divina e nella contemplazione di quel frutto desiderabile fu piantata la vigna dell'universo e fissata la successione di molte generazioni.

10Le hai preparato il terreno, hai affondato le sue radici ed essa ha riempito la terra. 

«Il regno dei giudei non si estendeva fino ai confini della terra. Questo sviluppo lo ha raggiunto [la Chiesa], quella vigna della quale era qui predetto: ha riempito la terra» (Ag36,1024).

11La sua ombra copriva le montagne e i suoi rami i cedri più alti. 12Ha esteso i suoi tralci fino al mare, arrivavano al fiume i suoi germogli. 

Menziona l’estensione del regno raggiunta da Davide e Salomone (1 Re 5,1.4), secondo la promessa di Gen 15,18 (Cf Nm 34). Tale estensione vuole significare l’estrema generosità divina. «Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, non manca più alcun carisma a voi» (1 Cor 1,4-6). 

13Perché hai aperto brecce nella sua cinta e ne fa vendemmia ogni passante?

Con brecce, accenna alle numerose incursioni compiute dai nemici (Cf Td 1516). La cinta rappresenta la benevolenza divina: «Ciò che la siepe è per la vigna, così è la protezione di Dio per quanti la meritano» (Td 1516). 

14La devasta il cinghiale del bosco e vi pascolano le bestie della campagna. 

«Coloro che conversano con le passioni mediante i pensieri, è come se avessero lasciato entrare il cinghiale nel loro bosco. In seguito, quando giungono a consentire ad esse, si accorgono che quell’animale è più forte di loro» (Elia Presbitero, Capitoli gnostici 128, Filocalia 2)§.

15Ritorna! Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna. 

«Chiede che Dio torni a visitare la sua vigna. Gli chiede di riprendersela, di recuperarla come medico e salvatore, facendo questo mediante il Figlio che ha reso forte» (Es23,965). «Cristo è apparso come la vera vite che ha sviluppato una quantità immensa di tralci» (Td 1517). 

16Proteggi quello che la tua destra ha piantato. 

«Non piantarne un'altra, ma rinnova questa fino a renderla perfetta. Questa è infatti la discendenza di Abramo nella quale sono benedette tutte le genti» (Ag36,1025). 

18Sia la tua mano sull’uomo della tua destra, sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte. 

Alla destra di Dio, siede il Re Messia (Cf Sal 109,1). «Lo Spirito santo insegna l’unico rimedio: la venuta di Cristo tra gli uomini» (Es23,965). 

19Da te mai più ci allontaneremo, facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome. 

«Guariscimi, Signore, e io guarirò, salvami e sarò salvato, poiché tu sei il mio vanto» (Ger 17,14). «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68). 

20Signore, Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. 

«“Ritornate, figli traviati, io risanerò le vostre ribellioni”. Ecco, noi veniamo a te, perché tu sei il Signore, nostro Dio. Davvero nel Signore, nostro Dio, è la salvezza d’Israele» (Ger 3,22-23). 

Salmo 80

1Al maestro del coro. Su «I torchi». Di Asaf. «Voi, assemblea del Signore, voi che oggi siete qui riuniti, voi che oggi siete Asaf, acclamate a Dio. Gli altri tripudiano per gli spettacoli del circo; voi tripudiate a gloria di Dio» (Ag37,1035). 

2Esultate in Dio, nostra forza, 2acclamate il Dio di Giacobbe! 3Intonate il canto e suonate il tamburello, la cetra melodiosa con l’arpa. 

«Volgete a Dio un canto di ringraziamento perché ci ha soccorsi con la sua provvidenza. Lo celebrano con molteplici strumenti musicali, come è documentato nei libri delle Cronache (Cf 1 Cr. 15,16; 2 Cr 5,12; 7,6)» (Td 1520). 

4Suonate il corno nel novilunio, nel plenilunio, nostro giorno di festa. 5Questo è un decreto per Israele, un giudizio del Dio di Giacobbe, 6una testimonianza data a Giuseppe, quando usciva dal paese d’Egitto. 

«In ogni mese al novilunio, e al sabato di ogni settimana, verrà ognuno a prostrarsi davanti a me, dice il Signore (Is 66,23)». La festa delle Capanne iniziava al plenilunio (Nm 29,12-39). Chi si rinnova nella vita, partecipa in modo reale al novilunio: «Che cosa è la nuova luna? Se uno è in Cristo, è una nuova creatura (2 Cor 5,17)» (Ag37,1036). 

Un linguaggio mai inteso io sento: 7«Ho liberato dal peso la sua spalla, le sue mani hanno deposto la cesta. 8Hai gridato a me nell’angoscia e io ti ho liberato; nascosto nei tuoni ti ho dato risposta, ti ho messo alla prova alle acque di Meriba. 

Un profeta parla all’assemblea a nome di Dio e ricorda alcuni eventi dell’Esodo. La liberazione avviene anche ora per il cristiano: «Chi ha sottratto dai pesi la schiena se non il Signore (Gesù) che grida: “Venite a me, tutti voi che soffrite e siete aggravati” (Mt 11,28)? Ciò che causavano gli egiziani, questo causano i fardelli dei peccati» (Ag37,1037). «[Cristo] ha dato se stesso per i nostri peccati, per strapparci da questo mondo perverso» (Gal 1,4). 

9Ascolta, popolo mio: contro di te voglio testimoniare. Israele, se tu mi ascoltassi!

 Continua l’esortazione profetica. Il Signore, anche se deluso dal comportamento del popolo, lo considera e lo tratta come un amico. «“Ascoltate la mia voce ed eseguite quanto vi comando; allora voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio, e potrò mantenere il giuramento fatto ai vostri padri di dare loro una terra dove scorrono latte e miele, come oggi possedete”. Ma essi non ascoltarono» (Ger 11,4-5.8). «Applichiamoci con grande attenzione alle cose scritte e supplichiamo che ci sia concessa la grazia del Signore per penetrarle, per riconoscere nelle Scritture che leggiamo quale sia la volontà dello Spirito Santo» (Or12,544). 

 10Non ci sia in mezzo a te un dio estraneo e non prostrarti a un dio straniero. 

L’impegno primario del popolo di Dio era quello di evitare l’idolatria. «C’è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore, Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo grazie a lui» (1 Cor 8,6). «Per ciascuno è dio quello che egli venera al di sopra di tutto, quello che più di ogni altra cosa ammira e ama» (Or 954). 

11Sono io il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto salire dal paese d’Egitto: apri la tua bocca, la voglio riempire.

 «Siamo andati nella terra alla quale tu ci avevi mandato; vi scorrono davvero latte e miele e questi sono i suoi frutti» (Nm 13,27). «Dio non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge per stagioni ricche di frutti e dandovi cibo in abbondanza per la letizia dei vostri cuori» (At 14,17). «Sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli, capace di procurare ogni delizia» (Sap 16,20). 

12Ma il mio popolo non ha ascoltato. 

«Le cose alle quali tu rinunzi sono certamente le cattive azioni che meritano la condanna di Dio: i furti, gli spergiuri, gli omicidi, gli adulteri. A tutte queste cose tu rinunzi, ma di nuovo sei vinto da esse e torni indietro!» (Ag37,1042.1043). 

14Se il mio popolo mi ascoltasse! 15Subito piegherei i suoi nemici e contro i suoi avversari volgerei la mia mano; 16quelli che odiano il Signore gli sarebbero sottomessi e la loro sorte sarebbe segnata per sempre. 

«Non temere, vermiciattolo di Giacobbe, larva d’Israele; io vengo in tuo aiuto. Ecco, ti rendo come una trebbia acuminata; tu trebbierai i monti e li stritolerai, ridurrai i colli in pula» (Is 41,13-15). 

17Lo nutrirei con fiore di frumento, lo sazierei con miele dalla roccia». 

«Se volete ascoltare, mangerete il meglio» (Is 1,19). «Il Signore ricolma di beni chi lo cerca» (Sal 33,11). «Il miele è la sapienza. Questo miele proviene dalla Roccia che è Cristo. Quanti se ne saziano, dicono: Non c'è niente di meglio, niente di più dolce si può pensare o immaginare!» (Ag37,1046). 

Salmo 81

1Salmo. Di Asaf. Atto di accusa contro i potenti della terra che opprimono i poveri. 

Dio presiede l’assemblea divina, giudica in mezzo agli dei. 

«Accusa coloro che presiedevano il popolo. Li chiama “dei” o per l’onore di cui erano fatti oggetto oppure per il fatto che, avendo il compito di amministrare la giustizia, facevano le veci di Dio» (Es23,982). «Nei vostri giudizi non avrete riguardi personali, non temerete alcun uomo, poiché il giudizio appartiene a Dio» (Dt 1,17)

2«Fino a quando emetterete sentenze ingiuste e sosterrete la parte dei malvagi? 

«Voi avete devastato la vigna; le cose tolte ai poveri sono nelle vostre case. Quale diritto avete di schiacciare il mio popolo, di pestare la faccia ai poveri?» (Is 3,14-15). «[Occorre] rimproverare i prepotenti, fosse anche necessario morire per la verità» (Es23,988). 

3Difendete il debole e l’orfano, al povero e al misero fate giustizia! 

«Cessate di fare il male, imparate a fare il bene! Soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova» (Is 1,17). 

4Salvate il debole e l’indigente, liberatelo dalla mano dei malvagi!». 

«Chi dà una mano agli oppressi e a coloro che patiscono, se persino i sacerdoti del Signore non si oppongono alla violenza di quei sciacalli?» (Salviano, Il governo di Dio, IV,18-V,19). «Siamo spesso giudici severi nei confronti dei poveri per piccole colpe. Quando sono dei ricchi a commettere colpe anche gravi, nei loro confronti abbiamo riguardo» (Es23,988). 

5Non capiscono, non vogliono intendere, camminano nelle tenebre; vacillano tutte le fondamenta della terra. 

Il prevalere dell’ingiustizia è paragonato ad un sisma che sconvolge l’equilibrio cosmico e sociale. 

6Io ho detto: «Voi siete dei, siete tutti figli dell’Altissimo, 7ma certo morirete come ogni uomo, cadrete come tutti i potenti».

 «Io, il Cristo, volevo che anche voi, al pari di me, diveniste figli dell’Altissimo. Voi, però, avete disprezzato questo dono ed allora morirete per le vostre cattiverie. Vi chiamavo a ricevere un onore divino, ma poiché avete imitato il principe decaduto per primo [il diavolo], ecco che anche voi cadrete» (Es23,988).

8Alzati, o Dio, a giudicare la terra, perché a te appartengono tutte le genti!

 «Tanto grande è la sua misericordia, quanto grande per la sua severità; egli giudicherà l’uomo secondo le sue opere. Non sfuggirà il peccatore con la sua preda, né la pazienza del giusto sarà delusa. Egli farà posto a tutta la sua generosità; ciascuno sarà trattato secondo le sue opere» (Sir 16,12-15). 

Salmo 82

1Canto. Salmo. Di Asaf. Supplica in favore del popolo di Dio minacciato della sua stessa esistenza. 

2Dio, non startene muto, non restare in silenzio e inerte, o Dio. 

«Per molto tempo, ho taciuto, ho fatto silenzio, mi sono contenuto, ora griderò» (Is 42,14). 

3Vedi: i tuoi nemici sono in tumulto e quelli che ti odiano alzano la testa. 4Contro il tuo popolo tramano congiure e cospirano contro i tuoi protetti. 

In ogni epoca si alza il grido degli oppressi e soprattutto il grido dei martiri: «Fino a quando tu che sei santo e veritiero, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue contro gli abitanti della terra?» (Ap 6,10). 

5Hanno detto: «Venite, cancelliamoli come popolo e più non si ricordi il nome d’Israele». 

«Non c’è nessuno paziente come Dio, capace di sopportare tutti ma io, come uomo, vinto dalla mia debolezza, oso pregarti così: cessi la tua indicibile pazienza e questo tollerante silenzio! Agisci contro i malvagi che commettono azioni intollerabili. Coloro che combattono Dio, non vogliono che esista tra gli uomini un popolo di Dio» (Es23,992). 

6Hanno tramato insieme concordi, contro di te hanno concluso un patto: 7le tende di Edom e gli Ismaeliti, Moab e gli Agareni, 8Gebal, Ammon e Amalèk, la Filistea con gli abitanti di Tiro. 9Anche l’Assiria è loro alleata e da man forte ai figli di Lot. 

Compare l’elenco dei nemici che, lottando contro il suo popolo, si oppongono a Dio stesso. «Simbolicamente, in Assur si suole intendere il diavolo, il quale opera nei figli dell'incredulità, servendosene come di suoi strumenti per muovere guerra al popolo di Dio. Diventano suoi ausiliari tutti quegli uomini infedeli, dei quali essi si servono per combattere il popolo di Dio» (Ag37,1053)

10Trattali come Madian, come Sisara, come Iabin al torrente Kison: 11essi furono distrutti a Endor, divennero concime dei campi. 12Rendi i loro principi come Oreb e Zeeb, e come Zebach e come Salmunnà tutti i loro capi; 13essi dicevano: «I pascoli di Dio conquistiamoli per noi». 

«Predice che avverrà alle genti come accadde un tempo a Madian, a Sisara e a Iabin. Di tutti costoro puoi trovare la storia nel Libro dei Giudici (Cf Gdc 4-5; 7-8)» (Es23,997). Come apparirà in modo palese negli ultimi versetti, il salmista desidera la distruzione delle trame dei malvagi ma spera anche nella loro conversione, «il profeta non ha pregato perché ciò [il castigo] accadesse, ma ha profetizzato ciò che sarebbe avvenuto» (Es23,997). 

14Mio Dio, rendili come un vortice, come paglia che il vento disperde. 15Come fuoco che incendia la macchia e come fiamma che divampa sui monti, 16così tu incalzali con la tua bufera e sgomentali con il tuo uragano. 17Copri di vergogna i loro volti perché cerchino il tuo nome, Signore. 18Siano svergognati e tremanti per sempre, siano confusi e distrutti; 19sappiano che il tuo nome è «Signore»: tu solo l’Altissimo su tutta la terra. 

«Menzionando il fuoco e la fiamma, vuol riferirsi a Dio che giudica e che punisce. Ricordiamoci di intendere l'ira di Dio come del tutto esente da turbamento. Per ira divina, infatti, si intende il motivo giusto che lo induce al giudizio» (Ag37,1054). «Dopo aver detto di essi: “Siano confusi e distrutti”, subito aggiunge: “sappiano che il tuo nome è Signore”. Giunti a questa conoscenza, siano confusi, ma in modo da diventare persone a te accette; periscano, ma in modo da sopravvivere» (Ag37,1055). 

In situazione di grave crisi

Verso la caduta della dinastia di Davide. Alternanza di sentimenti di speranza (83.84.86) e di sentimenti di sconforto e supplica (85.87.88).

Salmo 83

1Al maestro del coro. Su «I torchi». Dei figli di Core. Salmo. Il salmista desidera partecipare al culto nel tempio. Ammira l’insieme degli edifici del luogo sacro, ma, più ancora, brama entrare e rimanere in comunione con il Dio vivente. 

2Quanto sono amabili le tue dimore!

Il culto nel tempio era la fonte e il culmine della vita spirituale. «Il mio santuario, orgoglio della vostra forza, delizia dei vostri occhi e amore delle vostre anime!» (Ez 24,21). «Il “quanto” lascia capire che non era in grado di esprimere la grandezza della realtà contemplata ma fece conoscere che essa poteva catturare l’animo all’infinito» (Cs 601). 

3L’anima mia anela e desidera gli atri del Signore. 

Il pellegrino è bramoso (niksefah) e si sfinisce (kalethah) nel desiderio di incontrare Dio. «Al tuo nome e al tuo ricordo, si volge tutto il nostro desiderio» (Is 26,8). «Sostenetemi, rinfrancatemi perché sono malata d’amore» (Ct 2,5). «Ha bevuto, ma quanto maggiore è stata la soavità che ha assaporato, tanto più ardente ne è divenuta la sete (quanto suavius sensit, tanto ardentius adhuc sitit)» (Ag37,1581).

Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente. 

Il desiderio del culto è, in profondità, ricerca della comunione intima con Dio. «Ecco i poveri, spogli di ogni risorsa mondana: non amano più la terra ma Colui che fece cielo e terra. Lo amano ma non sono ancora con lui. Da qui il loro desiderio, il quale, se non viene subito soddisfatto, è perché si accresca per poter contenere quanto desidera. Dio non ci darà una cosa creata ma se stesso. Allenati per accogliere Dio!» (Ag37,1057). 

4Anche il passero trova una casa e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio. 

Il passero e la rondine rappresentano tutti noi bisognosi della comunione con Dio, anche per sfuggire alle insidie: «Ci sono molti che tentano di catturare l’anima del credente, tendendole lacci e reti» (Es23,1005 D-1008). 

5Beato chi abita nella tua casa: senza fine canta le tue lodi. 

Il pellegrino esprime ora nuovi sentimenti nel suo ritorno a casa. Beati sono i ministri del culto ma anche i fedeli che vivono nella grazia, nell’amicizia con Dio: «Se ti stancassi d'amare, verresti meno anche nella lode; ma, se è vero che l'amore sarà eterno, poiché la bellezza di lui sarà inesauribile, allora nulla ti impedirà di lodare per sempre colui che per sempre potrai amare» (Ag37,1061.1063). 

6Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio e ha le tue vie nel suo cuore. 

Beato il pellegrino che mantiene la sua adesione a Dio: «Quanto più amerai, tanto più salirai. Dice: Ha [le tue vie] nel cuore. Chi ve le pose? Impotente com'è l'uomo per sua natura, bisogna che la tua grazia venga a sollevarlo» (Ag37,1063). «Scriverò la mia legge sul loro cuore» (Ger 31,33). 

7Passando per la valle del pianto, la cambia in una sorgente; anche la prima pioggia l’ammanta di benedizioni. 

Chi è stato colmato della benedizione di Dio, la comunica a tutti coloro che incontra. «Farò di loro una benedizione. Manderò la pioggia a tempo opportuno e sarà pioggia di benedizione» (Ez 34,26). «La dottrina degli uomini di Dio, quella che essi stessi hanno seguito e che hanno lasciato ad altri con i loro scritti, è una sorgente di vita» (Es23,1009). 

8Cresce lungo il cammino il suo vigore, finché compare davanti a Dio in Sion. 

«Il Signore moltiplica il vigore allo spossato» (Is 40,29). «Grazie al Cristo, i pellegrini compiranno il loro cammino, rafforzandosi di giorno in giorno, progredendo di continuo: “Veniamo trasformati nell’mmagine [di Cristo], di gloria in gloria” (2 Cor 3, 18)» (Es23,1012). 

9Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera, porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe. 10Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo, guarda il volto del tuo consacrato. 

Forse è una preghiera per il sommo sacerdote o addirittura una richiesta perché Dio mandi finalmente l’Unto escatologico (Cf Dn 9,25). «Rivela a tutti il tuo Cristo! Che sia conosciuto da tutti il tuo Cristo, e la grazia sia effusa oltre misura, dal momento che grande è stato il peccato» (Ag37,1066). 

11Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri che mille nella mia casa. 

Samuele fu consacrato a Dio e portato nel tempio da bambino: «Lo offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vita» (1 Sm 1,11). Il cristiano non vive sempre nel tempio ma si trova sempre in Dio, con Cristo: «La nostra vita è nascosta con Cristo in Dio» (Col 3,3). «La patria nostra è nei cieli» (Fil 3,20). 

Stare sulla soglia della casa del mio Dio è meglio che abitare nelle tende dei malvagi. 

«Il padrone che aveva mandato gli inviti per il banchetto, chiama in alto colui che si è scelto il posto più basso e gli dice: “Sali più in alto” (Cf Lc 14,10. [Da parte sua], non ambisce altro se non stare dentro la casa del Signore, in qualunque posto, purché non debba rimanere fuori della porta» (Ag37,1067). 

12Il Signore concede grazia e gloria. 

«Ora, in un primo tempo, dona la grazia, con la quale il peccatore convertito ottiene la vita; in seguito elargisce anche la gloria. Giustificati dalla grazia divina, possiamo meritare di partecipare alla vita degli angeli» (Cs 605). 

Non rifiuta il bene a chi cammina nell’integrità. 

«Uno vuol possedere l'oro e perde l'innocenza. Che cosa c'è di più prezioso dell'integrità? Se quando hai la cassetta piena d'oro, ti senti ricco, quando hai il cuore ricolmo di virtù, forse sarai povero?» (Ag37,1068-1069). 

13Beato l’uomo che in te confida. 

«Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6,33). 

Salmo 84

1Al maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo. Dio ha sempre trattato con grande benevolenza il suo popolo, ed ora il salmista gli chiede di continuare ad essere fedele al suo amore. «Nelle opere di salvezza compiute a favore d'Israele, preannunciava ciò che avrebbe fatto a favore dell'umanità intera. Liberò gli Israeliti dall'Egitto, ma sottrasse tutti gli uomini alla schiavitù tirannica di Satana e li liberò dalla morte» (Td 1515). 

2Sei stato buono, Signore, con la tua terra, hai ristabilito la sorte di Giacobbe. 3Hai perdonato la colpa del tuo popolo, hai coperto ogni loro peccato. 

Ringrazia il Signore per aver deciso di perdonare e ricondurre in patria il popolo esiliato (Cf Td 1515), in base alla sua promessa: «Ecco, cambierò la sorte delle tende di Giacobbe e avrò compassione delle sue dimore. Sulle sue rovine sarà ricostruita la città» (30,18). Ha agito con bontà nei confronti della sua terra: benché abbia prodotto rovi e spine, essa tuttavia è tua creatura e per questo fu salvata in continuazione. 

4Hai posto fine a tutta la tua collera, ti sei distolto dalla tua ira ardente. 

Il ritono dall’esilio presuppone il perdono. «Dio non serba per sempre la sua ira, ma si compiace di manifestare il suo amore. Egli tornerà ad avere pietà di noi, calpesterà le nostre colpe» (Mi 7,18-19). «Decisi di riversare il mio sdegno su di loro, ma ritirai la mia mano e feci diversamente per riguardo al mio Nome» (Ez 20,21-22). «Dio ci ha riconciliati con sé mediante Cristo» (2 Cor 5,19).

5Ritorna a noi, Dio nostra salvezza, e placa il tuo sdegno verso di noi. 6Forse per sempre sarai adirato con noi, di generazione in generazione riverserai la tua ira? 7Non tornerai tu a ridarci la vita, perché in te gioisca il tuo popolo?

Chiede al Signore di continuare ad agire, anche al presente, conforme alla fedeltà che ha dimostrato sempre. C’è sempre bisogno che Egli rinnovi il suo perdono. Nel tempo presente il cristiano, anche se è già stato salvato in Cristo, sperimenta ancora la sofferenza ed attende la pienezza della salvezza. «Nella speranza infatti siamo stati salvati» (Rm 8,24). 

8Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza. 

Israele chiede il pieno dispiegamento dell’opera di salvezza. «Quale dio è come te, che toglie l’iniquità e perdona il peccato al resto della sua eredità?» (Mi 7,18). La Chiesa chiede il compimento della redenzione già operata da Cristo: «La salvezza è Cristo stesso. Simeone, prendendo tra le braccia Gesù bambino, esclamò: “Congeda ora, Signore, il tuo servo in pace poiché i miei occhi hanno visto la tua salvezza” (Lc 2,29)» (Es23,1021). 

9Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con fiducia. 

Il Signore risponde alle richieste e, tramite un oracolo profetico, assicura il dono della pace (messianica). «Fu il profeta stesso a rivolgere l’invocazione a nome di tutti ed allora ricevette la risposta da parte di Dio» (Td 1549). «Ho visto le sue vie ma voglio risanarlo, guidarlo e offrirgli consolazioni. Io pongo sulle labbra “pace”, pace ai lontani e ali vicini, Io li guarirò» (Is 57,18-19). «Il Signore misericordioso pronunciò una sentenza di pace. La dona sempre a coloro che si convertono; a chi accetta di umiliarsi davanti a Lui» (Td 1549). «Non pensiamo, nel dialogare con Dio, di percepire dei suoni; i pensieri santi che affiorano nel cuore, sono parole con le quali Dio ci parla. Abbiamo un udito con il quale ascoltare la parola di Dio, entrare in relazione ed unirci a Lui» (Or 1284). 

10Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme, perché la sua gloria abiti la nostra terra. 

«La terra si riempirà della conoscenza della gloria del Signore, come le acque ricoprono il mare» (Ab 2,14, Cf Is 58,6-8). «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito» (Gv 1,14). 

11Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno. 12Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo. 

«Il profeta dice poi che due coppie di beni si incontreranno tra loro, misericordia e verità, giustizia e pace. Come se da lungo tempo non si vedessero, si abbracciano: la giustizia, sporgendosi dal cielo verso terra, e la verità, sorgendo dal basso, dalla terra» (Es23,1021). «Pratica la giustizia e avrai la pace. Se non amerai la giustizia, non potrai conseguire la pace. Tu vorresti l’una, ma non pratichi l'altra. Non c'è nessuno che rifugga dal volere la pace, mentre al contrario non tutti sono disposti a praticare la giustizia» (Ag37,1078). 

13Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; 14giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino. 

Dal cielo cadrà la pioggia, il suo bene, perché la terra possa ancora produrre i suoi doni. Tutto dipende dalla visita di grazia del Signore. «Forse che i cieli da sé mandano rovesci? Non sei piuttosto tu, Signore? In te noi speriamo» (Ger 14,22). «Le nubi facciano piovere la giustizia (il Giusto), si apra la terra e produca la salvezza (il Salvatore)» (Is 45,8). Il suo passaggio traccerà il cammino da seguire: «Camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato» (Ef 5,2). 

Salmo 85

1Supplica. Di Davide. Un uomo debole, afflitto viene perseguito da persone arroganti e lontane da Dio. Chiede soccorso al Signore contando sulla sua fedeltà divina, alternando motivi di lode con l’invocazione. 

Signore, tendi l’orecchio, rispondimi perché io sono povero e misero

«Alzando gli occhi a Dio, vedeva di essere niente. Ha bisogno che il Signore abbassi il suo udito divino sino alla sua piccolezza» (Es23,1029). 

2Custodiscimi perché sono fedele; tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te confida. 

«Se ti rivolgerai all’Onnipotente con umiltà, se allontanerai l’iniquità dalla tua tenda, se stimerai come polvere l’oro, allora sarà l’Onnipotente il tuo oro, sarà per te argento a mucchi» (Gb 22,23-25). 

3Pietà di me, Signore, a te grido tutto il giorno

«Pregate incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito» (Ef 6,18). «Da quando il corpo di Cristo ha cominciato a gemere nelle angustie sino alla fine del mondo, quest'uomo geme e grida a Dio. Ciascuno di noi leva il suo grido in tutto questo corpo. È un sol uomo che si estende sino alla fine del mondo» (Ag37,1085). 

4Rallegra la vita del tuo servo, perché a te, Signore, rivolgo l’anima mia. 

«…per allietare gli aflitti, per dar loro olio di letizia invece dell’abito da lutto, canto di lode invece di un cuore mesto» (Is 61,3). «[La mia anima] era a terra e sentiva l'amarezza della terra. L'ho sollevata a te, Signore, perché non si consumasse nell'amarezza, perché non perdesse tutta la dolcezza della tua grazia. Solo tu sei la letizia: il mondo è pieno di amarezza» (Ag37,1085). 

5Tu sei buono, Signore, e perdoni, sei pieno di misericordia con chi t’invoca.

 «Egli è misericordioso e benigno, tardo all’ira e ricco di benevolenza e si impietosisce riguardo alla sventura» (Gl 2,13). «Sei pieno di misericordia, perché mi sopporti. Rafforzami e sarò saldo. Ma, finché non mi renderai così, sopportami, perché tu, Signore, sei dolce e mite» (Ag37,1088).

6Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera e sii attento alla voce delle mie suppliche. 7Nel giorno dell’angoscia alzo a te il mio grido perché tu mi rispondi. 

«Ho invocato il tuo Nome dalla fossa profonda. Tu hai udito la mia voce: “Non chiudere l’orecchio al mio sfogo”. Tu eri vicino quando ti invocavo, hai detto: “Non temere!”. Hai visto, Signore, il torto che ho patito» (Lam 3,54-59). 

8Fra gli dèi nessuno è come te, Signore, e non c’è nulla come le tue opere. 

«Chi è come te fra gli dei, Signore? Maestoso in santità, tremendo nelle imprese, operatore di prodigi?» (Es 15,11). «Chi potrà adeguatamente calcolare la differenza che c'è tra il Creatore e le creature? Dio è ineffabile; più facilmente diciamo ciò che non è, anziché ciò che è» (Ag37,1090). 

9Tutte le genti che hai creato verranno e si prostreranno davanti a te, Signore, per dare gloria al tuo nome. 10Grande tu sei e compi meraviglie: tu solo sei Dio.

 «Preannunzia la Chiesa: tutte le genti, quante ne hai create. Se c'è un popolo che Dio non ha creato, non lo adorerà» (Ag37,1090). 

11Mostrami, Signore, la tua via, perché nella tua verità io cammini; 

«Indicami la tua via, così che io ti conosca, e trovi grazia ai tuoi occhi» (Es 33,13). «Signore, per me che a te tendo, che sto apprendendo la grande arte di pervenire alla sapienza, stabilisci una legge sulla tua via, affinché non devii. Non basta incominciare, dato che i nemici, finché non si è giunti, non si danno pace» (Ag36,198). 

Tieni unito il mio cuore, perché tema il tuo nome. 

«Fammi avere questo solo desiderio: rispettare la tua volontà» (tr. inter.). «Non pensi di ricevere qualcosa dal Signore un uomo che ha l’animo ocillante e instabile in tutte le sue azioni» (Gc 1,8). 

12Ti loderò, Signore, mio Dio, con tutto il cuore e darò gloria al tuo nome per sempre, 13perché grande con me è la tua misericordia: hai liberato la mia vita dal profondo degli inferi. 

«Il peccato mortale è tale da trascinare nel più profondo degli inferi. Tu, Signore, hai perdonato e largito i tuoi doni, strappando la mia anima dal profondo degli inferi. Ti chiedo di rendermi forte perché di nuovo non sia vinto» (Es23,1036). 

14O Dio, gli arroganti contro di me sono insorti e una banda di prepotenti insidia la mia vita, non pongono te davanti ai loro occhi. 

«La folla insorse contro di loro e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere» (At 16,22-26). 

15Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, 16volgiti a me e abbi pietà: dona al tuo servo la tua forza, salva il figlio della tua serva. 

«Verso mezzanotte Paolo e Sila, [in carcere] cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli» (At 16,22-26). 

17Dammi un segno di bontà; vedano quelli che mi odiano e si vergognino, perché tu, Signore, mi aiuti e mi consoli. 

«D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti» (At 16,22-26). 

Salmo 86

1Dei figli di Core. Salmo. Canto. Gerusalemme, la città amata e abitata da Dio, diventa madre di tutti i popoli. Per il cristiano è importante la Gerusalemme del cielo: «Riguardo ad essa l'apostolo dichiara: “Vi siete accostati al monte di Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste, ad una miriade di angeli, alla Chiesa dei primogeniti iscritti nei cieli” (Eb 12,22-23). Parlando del patriarca Abramo, dice: “Aspettava la città dalle solida fondamenta il cui costruttore è Dio stesso” (Eb 11,10). Essa non brilla per lo splendore delle pietre, ma per il coro dei santi» (Td 1564). 

Sui monti santi egli l’ha fondata. 

«Le fondamenta della Chiesa non sono quaggiù presso di noi, ma in alto, sui monti santi, dove sussiste la grande comunione della Sion celeste e della vera città di Dio. Di tale grande città, è immagine la Chiesa» (Es23,1045). «La Gerusalemme di lassù è libera ed è la nostra madre» (Gal 4,26).

2Il Signore ama le porte di Sion più di tutte le dimore di Giacobbe. 

«Creerà il Signore su ogni punto del monte Sion una nube di fumo durante il giorno e un bagliore di fuoco fiammeggiante durante la notte, perché la gloria del Signore sarà sopra ogni cosa come protezione» (Is 4,19). «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei» (Ef 5,25). 

3Di te si dicono cose gloriose, città di Dio!

«Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion, perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele» (Is 12,6). Il Risorto farà comparire davanti a sé «la sua Chiesa, tutta gloriosa, senza macchia, né ruga ma santa e immacolata» (Ef 5,27). 

4Iscriverò Raab e Babilonia fra quelli che mi riconoscono; ecco Filistea, Tiro ed Etiopia: là costui è nato. 

«Al tempo d'Israele non si vide mai che tutte queste genti convenissero a Gerusalemme, ma, dopo l'incarnazione del Salvatore, esse divennero cittadine di quella città, si aggregarono alle Chiese sparse nel mondo, abitarono la Sion celeste e si conformarono al suo stile di vita» (Td 1564.1565). «Da tempo eravamo incamminati verso di lei, ma non riuscivamo a trovare la sua via finché il re di quella stessa città non si fece via per permettere a noi di giungervi» (Ag37,1100). 

5Si dirà di Sion: «L’uno e l’altro in essa sono nati e lui, l’Altissimo, la mantiene salda». 

«Io pensavo: Come vorrei considerarti tra i miei figli e darti un’eredità che sia l’ornamento più prezioso dei popoli. Voi mi direte: Padre mio, e non tralascerete di seguirmi!» (Ger 3,19). «Come c'è una sola città santa, Gerusalemme, così c'è un'unica città perversa, Babilonia. Ma da Babilonia si passa a Gerusalemme. In qual modo se non ad opera di colui che giustifica l'empio?» (Ag37,1105.1106). 

6Il Signore registrerà nel libro dei popoli: «Là costui è nato». 

«Chi sarà rimasto in Sion sarà chiamato santo: quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme» (Is 4,3). 

7E danzando canteranno: «Sono in te tutte le mie sorgenti». 

Ogni popolo si vanterà di essere diventato un cittadino di Gerusalemme. 

I beati in cielo godranno della vita celeste: «Scompariranno la tribolazione e il gemito; cesseranno le suppliche, le lodi prenderanno il loro posto. Sarà, presente colui al quale ora aneliamo e “noi saremo simili a lui, perché lo vedremo come è” (1 Gv 3,2). Lassù tutte le nostre occupazioni saranno il lodare Dio e il fruire di Dio. Abiteremo e saremo abitati in modo che Dio sia tutto in tutti» (Ag37,1108). 

Salmo 87

1Canto. Salmo. Dei figli di Core. Al maestro del coro. Sull’aria di «Macalàt leannòt». Maskil. Di Eman, l’Ezraita. 

L’orante, colpito da una grave malattia fin da bambino, ha visto aggavare la sua situazione e si lamenta con Dio per la lunga sofferenza provata. Si sente perseguitato dal Signore ma, nonostante questo, continua a mantenere una fiducia profonda in lui e continua a supplicarlo. Il salmo è stato “incarnato” d Gesù e la sua vita rappresenta la vera spiegazione di questo componimento, di per sé conturbante. 

«Manifesta anche le sofferenze dell'umanità intera, in seguito al peccato. Il salmo è la preghiera dei fedeli più maturi nella fede» (Td 1568). 

2Signore, Dio della mia salvezza, davanti a te grido giorno e notte. 

«Prego davanti a Te, giorno e notte per gli Israeliti» (Ne 1,6). «La vita umana del nostro Salvatore fu tutta consacrata a Dio. Si dedicava continuamente alla preghiera, vedendo già la salvezza che sarebbe seguita» (Es23,1053). 

3Giunga fino a te la mia preghiera, tendi l’orecchio alla mia supplica. 

«La preghiera del povero attraversa le nubi né si quieta finché non sia arrivata; non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto» (Sir 35,21). «Appare qui la grande forza della preghiera: essa consiste in parole efficaci. Come se fosse una persona, giunge al cospetto di Dio per portare a compimento il suo mandato» (Cs 623). 

4Io sono sazio di sventure, la mia vita è sull’orlo degli inferi. 5Sono annoverato fra quelli che scendono nella fossa, sono come un uomo ormai senza forze. 

«Uomo dei dolori che ben conosce il patire» (Is 53,3). 

Gesù fu sazio di sventure lungo tutta la sua vita e, infine, si trovò in faccia alla morte: «Nei giorni della sua vita terrena Gesù offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito» (Eb 5,7). «Gesù cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora» (Mc 14,35). 

«La tribolazione che ci è capitata, ci ha colpiti oltre misura, al di là delle nostre forze, tanto che disperavamo perfino della nostra vita. Abbiamo addirittura ricevuto su di noi la sentenza di morte, perché non ponessimo fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti» (2 Cor 1,9-10). 

6Sono libero, ma tra i morti, come gli uccisi stesi nel sepolcro, dei quali non conservi più il ricordo, recisi dalla tua mano. 

Si sente trascurato dal Signore fino a paragonarsi ad un morto. «Mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi come i morti da lungo tempo» (Lam 3,6). 

7Mi hai gettato nella fossa più profonda, negli abissi tenebrosi. 8Pesa su di me il tuo furore e mi opprimi con tutti i tuoi flutti. 

Gesù, innocente, ha vissuto la situazione dell’umanità immersa nel peccato. «Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio» (2 Cor 5,20). Alcuni mistici hanno condiviso la lontananza da Dio vissuta da Gesù: «La convinzione di essere respinta da Dio costituisce per l'anima una pena insopportabile. Mi hai gettato nella fossa profonda. Questo stato consiste nel sentirsi privata di Dio, punita e da lui respinta, oggetto della sua indignazione» (Giovanni della Croce, Notte oscura, II,6,2). 

9Hai allontanato da me i miei compagni, mi hai reso per loro un orrore. 

«Era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima» (Is 53,3). «Tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono» (Mt 26,31. 56). «Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato» (2 Tm 4,16). 

Sono prigioniero senza scampo, 10si consumano i miei occhi nel patire. 

«Miei avvocati presso Dio sono i miei lamenti, mentre davanti a lui sparge lacrime il mio occhio, perché difenda l'uomo davanti a Dio, come un mortale fa con un suo amico» (Gb 16,20). 

«Cristo piangeva sempre le miserie degli uomini; piangeva sulla rovina di quelli che non l’accoglievano. Ha pianto su Gerusalemme (Cf Lc 19,41) e sulla la rovina di coloro che si perdono, perché era amico degli uomini e Figlio del Padre, pieno di bontà» (Es23,1061). 

Tutto il giorno ti chiamo, Signore, verso di te protendo le mie mani. 

Pur vivendo un’esistenza morta, l’orante continua a sperare. «Io ho fiducia nel Signore, che ha nascosto il suo volto, e spero in lui» (Is 8,17). «Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di Lui?» (Lc 18,7)». 

11Compi forse prodigi per i morti? O si alzano le ombre a darti lode? 12Si narra forse la tua bontà nel sepolcro, la tua fedeltà nel regno della morte? 13Si conoscono forse nelle tenebre i tuoi prodigi, la tua giustizia nella terra dell’oblio?

L’antico Israele riteneva che la morte separasse da Dio in modo radicale e definitivo. Cristo ha riaperto la vita nella profondità della morte: «Dio ha lasciato che Cristo si facesse carico del destino dell’empio e ha lasciato che percorresse il cammino della morte, per trasformare questo cammino in un cammino di ubbidienza» e poi di vita (RS 48). Da parte suo Cristo dichiara: «Se tu, o Padre, hai voluto che io arrivassi sino a questo, nella morte e nella profondissima fossa, ciò è stato soltanto perché volevi elargire prodigi ai morti» (Es23,1061). «Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me, non rimanga nelle tenebre» (Gv 12,46). 

14Ma io, Signore, a te grido aiuto e al mattino viene incontro a te la mia preghiera.15Perché, Signore, mi respingi? Perché mi nascondi il tuo volto?

«Il Padre non abbandona mai il Figlio. Perciò se in un passo Gesù dichiara: “Perché mi hai abbandonato?” aggiunge subito in un altro: “Sei lontano dalla mia salvezza [ma non assente] ”(Sal 21,2)» (Bs 1055). «Tu eri vicino quando ti invocavo, hai detto: “Non temere”» (Lam 3,57).

16Sin dall’infanzia sono povero e vicino alla morte, sfinito sotto il peso dei tuoi terrori.

 «Nella sua giovinezza Cristo è stato povero trai poveri; si è fatto povero per noi, affinché diventassimo ricchi grazie alla sua povertà (cf 2 Cor 8,9)» (Es23,1065). 

17Sopra di me è passata la tua collera, i tuoi spaventi mi hanno annientato, 18mi circondano come acqua tutto il giorno, tutti insieme mi avvolgono. 

«Questa fu la persuasione dei crocifissori, i quali erano convinti che l'ira di Dio si fosse scatenata contro Gesù che avevano potuto mandare a morte» (Ag37,1113). «Il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti» (Is 53,6). «Nell’eccesso della sua tenerezza e del suo amore per gli uomini, Gesù gemeva sugli uomini che si perdono per la loro malvagità, parlandone come di cosa propria» (Es23,1068). 

19Hai allontanato da me amici e conoscenti, mi fanno compagnia soltanto le tenebre.

 «Questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre» (Lc 22,53). «Gesù insegnava ai discepoli a non cercare in modo repentino la soluzione delle avversità, ma a sopportare fortemente gli eventi» (Crisostomo, Omelie su Matteo/2, 50,1).§ «Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato» (Lc 23,54).

Salmo 88

Il re è stato deportato in esilio e la promessa divina, che aveva assicurato la durata perenne della dinastia del re Davide, sembra dissolversi. Nella prima parte, il salmista celebra la fedeltà di Dio e ricorda la promessa assicurata a Davide. Nella seconda parte, lamenta la situazione di crisi in cui versa la monarchia. 

2Canterò in eterno l’amore del Signore, di generazione in generazione farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà, 3perché ho detto: «È un amore edificato per sempre; nel cielo rendi stabile la tua fedeltà». 

Il binomio amore (chasdè Adonai) e fedeltà (emunatechà), richiamato più volte nel salmo, è proprio di Dio. «Dio non mentisce» (Tt 1,2). «Se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso» (2 Tm 2,13). 

4«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto, ho giurato a Davide, mio servo. 5Stabilirò per sempre la tua discendenza, di generazione in generazione edificherò il tuo trono». Viene evidenziata, subito, la promessa di Dio a Davide, accompagnata da un giuramento. «Il tuo trono sarà reso stabile per sempre» (2 Sm 7,16). «Con Noé, con Abramo, non aveva fatto alcun giuramento, ma con il suo eletto, ha interposto un giuramento» (Es23,1075). L’elezione si estende, in seguito, a tutto il popolo: «Stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati a Davide» (Is 55,3). La promessa divina si realizzerà con l’invio del Messia, Gesù Cristo. «[Queste parole non si riferiscono] soltanto a Cristo, ma anche a tutti noi che crediamo in lui. Siamo, infatti, membra di quel capo. Se il capo è glorificato per sempre, per sempre sono glorificate anche le membra, in modo che Cristo resti tutto intero per l'eternità» (Ag37,1122). 

6I cieli cantano le tue meraviglie, Signore, la tua fedeltà nell’assemblea dei santi. Riprende la celebrazione della fedeltà di Dio che opera meraviglie, esaltata dalla corte celeste. 

7Chi sulle nubi è uguale al Signore, chi è simile al Signore tra i figli degli dèi? La promessa è sicura perché fondata sulla misericordia e onnipotenza divina. Le divinità sono inerti, mentre il Signore agisce in conformità alla sua fedeltà. «Esse non sono in grado di corrispondere nei fatti al loro nome e non risultano affatto ciò che promettono di essere. Al contrario, dal tuo Nome, Signore, provengono opere corrispondenti ad esso e ne confermano la veridicità» (Td 1216).

8Dio è tremendo nel consiglio dei santi, grande e terribile tra quanti lo circondano. «Io ho visto il Signore seduto sul trono; tutto l’esercito del cielo stava alla sua destra e alla sua sinistra» (2 Cr 18,17). 

9Chi è come te, Signore, Dio degli eserciti? Potente Signore, la tua fedeltà ti circonda. «L’espressione “chi è simile a te”, non sta a significare la rarità ma la totale assenza di paragone. Nessuno è simile al Signore perché, gli dice, tu sei potente, la verità delle tue parole e delle tue promesse ti circondano [sono una cosa sola con te]» (Ag37,1127). 

10Tu domini l’orgoglio del mare, tu plachi le sue onde tempestose. Espone l’onnipotenza divina che appare, in primo luogo, nella creazione. Il Creatore ha ordinato la massa confusa delle acque. «Il mare è la regione delle potenze avverse, dei demoni e degli spiriti maligni» (Es23,1084). «Il mondo nella sua malvagità può infuriare, avvalendosi della sua volontà perversa; ma potrà, forse, andare oltre i limiti fissatigli dal Creatore di tutte le cose?» (Ag37,1127). 

11Tu hai ferito e calpestato Raab, con braccio potente hai disperso i tuoi nemici. «Non sei tu che hai fatto a pezzi Raab, che hai trafitto il drago? Non sei tu che hai prosciugato il mare, le acque del grande abisso, e hai fatto delle profondità del mare una strada, perché vi passassero i redenti?» (Is 51,10). 

12Tuoi sono i cieli, tua è la terra, tu hai fondato il mondo e quanto contiene; 13il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati, il Tabor e l’Ermon cantano il tuo nome. 14Tu hai un braccio potente, forte è la tua mano, alta la tua destra. «Sono nominati due monti, come parte eletta tra gli altri. Circa la potenza del braccio e la forza della destra: anche queste virtù degne di Dio era necessario ricordare, parlando delle promesse fatte a Davide. Nulla si opporrà al tuo volere, perché con il volere hai anche il potere» (Es23,1084). 

16Beato il popolo che ti sa acclamare: camminerà, Signore, alla luce del tuo volto; 17esulta tutto il giorno nel tuo nome, si esalta nella tua giustizia. «Per i Giudei vi era luce, letizia, esultanza, onore» (EstE 8,16). «La strada dei giusti è come la luce dell’alba che aumenta lo splendore fino al meriggio» (Pr 4,18)

18Perché tu sei lo splendore della sua forza e con il tuo favore innalzi la nostra fronte. «Chi vuol vantarsi, si vanti di avere senno e di conoscere me, perché io sono il Signore che pratico la bontà, il diritto e la giustizia sulla terra, e di queste cose mi compiaccio” (Ger 9,22-23). “Chi si gloria, si glori del Signore” (2 Cor 10,17). 

19Perché del Signore è il nostro scudo, il nostro re, del Santo d’Israele. Il popolo viene beneficato dal Santo per mezzo del servizio del sovrano e, perciò, nel seguito narra l’elezione di Davide. 

20«Ho portato aiuto a un prode, ho esaltato un eletto tra il mio popolo. 21Ho trovato Davide, mio servo, con il mio santo olio l’ho consacrato»; 22la mia mano è il suo sostegno, il mio braccio è la sua forza. «Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi» (1 Sam 16,13). «Ho molto cercato tra gli uomini per trovare qualcuno degno di me, e ha fatica ho potuto trovare questo mio servo [Davide] che intendeva costruire a me una casa. Edificherò io stesso per me un tempio santissimo, traendolo dalla sua discendenza, [sarà] il Verbo, divenuto uomo dal seme di Davide. Da questo punto conviene riferire tutto a Cristo che nascerà dal seme di Davide» (Es23,1097). 

23Su di lui non trionferà il nemico né l’opprimerà l’uomo perverso. 24Annienterò davanti a lui i suoi nemici e colpirò quelli che lo odiano. 25La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui e nel mio nome s’innalzerà la sua fronte. 26Farò estendere sul mare la sua mano e sui fiumi la sua destra. La solidità del Regno davidico sarà assicurata da Gesù: «Sapete chi sia questo eletto? È [Cristo Gesù], colui per la cui esaltazione voi vi rallegrate, il David nato dalla discendenza di David. La mia mano lo aiuterà e il mio braccio lo conforterà» (Ag37,1129). «Sarà superiore a tutti quelli che combattono contro di lui; spezzerà le persecuzioni contro la sua Chiesa e conferirà gloria e potenza alla parola della sua dottrina» (Es23,1104). 

27Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza”. 28Io farò di lui il mio primogenito, il più alto fra i re della terra. Davide, consacrato come re, verrà considerato figlio eletto di Dio. Gesù, che invoca Dio col nome di “Abbà Padre” (Cf Mc 14,36), sarà insediato nel cielo stesso, alla destra di Dio Padre: «Lo fece sedere alla sua destra nei cieli» (Ef 1,20). «Egli è primogenito di tutta la creazione» (Col 1,15). «Il primogenito tra molti fratelli» (Rm 8,29). 

29Gli conserverò sempre il mio amore, la mia alleanza gli sarà fedele. 30Stabilirò per sempre la sua discendenza, il suo trono come i giorni del cielo. Viene evocata ora la promessa di Dio a Davide: «Il tuo trono sarà reso stabile per sempre» (2 Sam 7,16). «Il Signore Dio darà [a Gesù] il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine» (Lc 1,33). 

31Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge e non seguiranno i miei decreti, 32se violeranno i miei statuti e non osserveranno i miei comandi, 33punirò con la verga la loro ribellione e con flagelli la loro colpa. 34Ma non annullerò il mio amore e alla mia fedeltà non verrò mai meno. 35Non profanerò la mia alleanza, non muterò la mia promessa. 36Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre: certo non mentirò a Davide. Le eventuali colpe dei successori di Davide non determineranno la fine della sua dinastia. «Molto è ciò che Dio promette ai cristiani: se non osserveranno i miei comandamenti, io non li abbandonerò sì che vadano perduti. Ma cosa farò? Visiterò con la verga le loro iniquità. La misericordia non è dunque in lui soltanto quando chiama ma anche quando punisce (Ag37,1131). 

37In eterno durerà la sua discendenza, il suo trono davanti a me quanto il sole, 38sempre saldo come la luna, testimone fedele nel cielo». Nuova conferma della perennità del regno di Davide. La stessa promessa vale per Cristo e i suoi fedeli: «La sua discendenza resta in eterno, perché il Signore conosce i suoi. Suo trono sono coloro nei quali egli domina, coloro al di sopra dei quali siede, coloro che egli governa» (Ag37,1133). 

39Ma tu lo hai respinto e disonorato, ti sei adirato contro il tuo consacrato; 40hai infranto l’alleanza con il tuo servo, hai profanato nel fango la sua corona. 

41Hai aperto brecce in tutte le sue mura e ridotto in rovine le sue fortezze; 42tutti i passanti lo hanno depredato, è divenuto lo scherno dei suoi vicini. 43Hai esaltato la destra dei suoi rivali, hai fatto esultare tutti i suoi nemici. 44Hai smussato il filo della sua spada e non l’hai sostenuto nella battaglia. 45Hai posto fine al suo splendore, hai rovesciato a terra il suo trono. 46Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza e lo hai coperto di vergogna. 47Fino a quando, Signore, ti terrai nascosto: per sempre? Arderà come fuoco la tua collera? Lamentazione a motivo dell’apparente venir meno della promessa divina, dal momento che la discendenza di Davide sembra destinata a scomparire. Dio sembra il responsabile della catastrofe. L’unica possibile risposta è la speranza messianica. Dal punto di vista cristiano, la promessa viene ripresa e consolidata nella risurrezione di Gesù (Cf At 13,22-23): «Avevi promesso tante cose e poi tu stesso hai fatto tutto il contrario! Avrà dunque Dio promesso o giurato il falso. Nella Scrittura si presenta David come termine delle promesse, le quali però si sarebbero dovute realizzare al completo nella sua discendenza, cioè in Cristo» (Ag37,1135). 

48Ricorda quanto è breve la mia vita: invano forse hai creato ogni uomo? 49Chi è l’uomo che vive e non vede la morte? Chi potrà sfuggire alla mano degli inferi? 50Dov’è, Signore, il tuo amore di un tempo, che per la tua fedeltà hai giurato a Davide? L’orante sente come propria la disfatta del suo popolo; teme di morire prima di conoscere la nuova situazione. 

51Ricorda, Signore, l’oltraggio fatto ai tuoi servi: porto nel cuore le ingiurie di molti popoli, 52con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano, insultano i passi del tuo consacrato. Sebbene non sappia come si potrà realizzare la promessa di Dio, il salmista continua a sperare in Lui e ad invocarlo. «Ricordati, Signore, dell'umiliazione dei tuoi servi. Cristo vive, è già nel cielo seduto alla destra del Padre ma, intanto, i cristiani sono coperti di vergogna. Ricordati, Signore! In te, nel tuo ricordo, c'è una immensa dolcezza. Di che cosa ti devi ricordare? Ricordati dell'umiliazione dei tuoi servi, delle offese di molte genti» (Ag37,1138). 

Termina il terzo libro dei Salmi con l’acclamazione: Benedetto il Signore in eterno. Amen, amen.

Risposta alla crisi

Dio intervenga a risarcire, con una grazia più abbondante, il danno sofferto dal popolo (89). Il Signore provvede in ogni circostanza (90). Il malvagio agressore (Babilonia) verrà annientato e il giusto crescerà come palma (91). Il progetto divino è superiore a qualsiasi tempesta (92). Il Signore non respinge il suo popolo ma lo accompagna in qualunque traversia (93). 

Salmo 89

Inizia il quarto libro dei Salmi (89-105). Il salmista, in seguito alla distruzione di Gerusalemme e all’esilio, protesta con Dio per la durezza della situazione. Chiede perfino che Egli si ravveda e provveda un risarcimento per la sofferenza patita. 

Di Mosè, uomo di Dio. Quando Israele perdette la terra ricevuta in dono da Dio, a causa del peccato, tornò a confidare nell’intercessione di Mosè, il profeta che aveva reso possibile l’ingresso nella terra e che si era mostrato un valido intercessore. Ora Mosè è un’immagine della Chiesa intera che ringrazia e intercede (Cf BW 335). 

1Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione. 

«Al posto di rifugio, l'ebraico porta maon, termine che dà più il senso di dimora che di rifugio. Uno che si trova in pieno uragano cerca rifugio sotto una rupe o sotto un tetto. Così l'uomo fin dal primo momento che è stato creato si rivolge a Dio perché lo aiuti; se è stato creato, lo deve a un suo dono gratuito, e se riesce a tenersi in vita lo deve alla sua misericordia, senza di lui non può compiere nessuna opera buona» (Gr Lettera CXL,5). «Il Signore sempre fu un rifugio per il popolo. Lo fu quando esso era in Egitto, nel cammino nel deserto, al tempo di Giosuè, di Gedeone, di Samuele e di Davide. Per mezzo dei profeti si prese cura di loro e concesse ogni tipo di aiuto. L'umanità intera, ricordando i benefici di Dio, può far proprie queste parole» (Td 1599). 

2Prima che nascessero i monti e la terra e il mondo fossero generati, da sempre e per sempre tu sei, o Dio. 4Mille anni, ai tuoi occhi, sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte. 

«Davanti al Signore, un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo» (2 Pt 3,8). Dio, essendo l’Eterno, diventa un fondamento stabile e sicuro per ogni generazione. «Esisti prima di ogni creatura; sei eterno, senza principio e fine; non sei racchiuso nei limiti del tempo» (Td 1599). 

3Tu fai ritornare l’uomo in polvere, quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo». 

Ricorda la parola rivolta da Dio ad Adamo: “Polvere tu sei e in polvere tornerai” (Gen 3,19). La morte è la triste fine del nostro uomo vecchio ma è anche la condizione per la creazione di una nuova condizione di vita perfetta. Dakkà, tradotto con polvere, indica piuttosto frantumazione, avvilimento. Tutti possiamo sperimentare delle frantumazioni e corriamo il rischio di morire nello spirito, prima di morire fisicamente: «Invoco te, che esisti da sempre, che sei l'eterno e sei sempre stato un rifugio, perché non ci trascuri, circondati come siamo da tanti e così grandi mali» (Td 1599.1601). 

5Tu li sommergi: sono come un sogno al mattino, come l’erba che germoglia; 6al mattino fiorisce e germoglia, alla sera è falciata e secca. 

«Ogni uomo è come l’erba e tutta la sua grazia è come un fiore del campo» (Is 40,6-7). «Si leva il sole col suo ardore e fa seccare l’erba. Così anche il ricco nelle sue imprese appassirà» (Gc 1,11). 

7Sì, siamo distrutti dalla tua ira, atterriti dal tuo furore! 8Davanti a te poni le nostre colpe, i nostri segreti alla luce del tuo volto. 9Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua collera, consumiamo i nostri anni come un soffio. 

Le disillusioni della vita sono aggravate dall’esperienza delle conseguenze negative dei nostri peccati (Cf Sal 38,7-12). «Eravamo per natura meritevoli d’ira, come tutti gli altri» (Ef 2,3). «Ci hai sottoposti a queste sofferenze, quando hai visto che trascuravamo le tue leggi» (Td 1604). «Se non fosse d’utilità per la conversione, Dio non punirebbe mai le trasgressioni con delle pene» (Or13,668). Non si vendica ma corregge e stimola la conversione. «Non darò sfogo all’ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Èfraim, perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò da te nella mia ira» (Os 11,9).

10Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, e il loro agitarsi è fatica e delusione; passano presto e noi voliamo via. 

«In modo simile si esprime il patriarca Giacobbe: “Pochi e tristi sono stati gli anni della mia vita” (Gen 47,9). Il salmista si riferisce a ciò che avviene alla maggior parte delle persone. Il tempo trascorso, sempre breve, è cosparso di dispiaceri e fatiche. Quanti mali soffriamo a motivo di una pena dopo tutto assai mite!» (Td 1604). 

11Chi conosce l’impeto della tua ira? [versetto di difficile comprensione; lett: Chi conosce l’impeto della tua ira? Come il tuo timore è la tua ira;]. 

«È di pochissimi uomini, conoscere il senso della tua ira, perché con moltissima gente, in realtà, tu ti adiri quando li risparmi. Quando tu mandi tribolazioni, questo è segno non della tua ira ma piuttosto della tua mansuetudine. Sono mezzi con cui correggi ed ammaestri coloro che ami, affinché non siano tormentati dalle pene eterne» (Ag37,1145). «Se dimentico della misericordia, mi trattenevo troppo sul giudizio, venivo preso da paura. Se mi tenevo troppo stretto alla misericordia venivo preso da trascuratezza» (Be 806). 

12Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio. 

«Il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo» (Os 11,7.8). «Ci procuriamo ricchezze, generiamo figli, ci affatichiamo, ci montiamo la testa come se fossimo dei re e non ci rendiamo conto che stiamo tessendo una tela di ragno» (Gr 1093). 

13Ritorna, Signore: fino a quando? Abbi pietà dei tuoi servi!

Si rivolge con fiducia a Dio che sembra aver abbandonato gli uomini: «Io ho fiducia nel Signore, che ha nascosto il suo volto alla casa di Giacobbe, e spero in lui» (Is 8,17). In ebraico l’imperativo ritorna (shuvà), è lo stesso verbo usato per parlare di conversione (Shuv). «Convertiti, Signore! Così parla l’uomo a Dio, il reo al Giudice? Sì fratelli, perché è lui (Cristo) che porta i nostri peccati e soffre per noi. Convertiti da Dio a uomo, da padrone a servo, da giudice a padre» (Crisologo, PL 52,327). «Come potrei abbandonarti? Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione» (Os 11,7.8). 

14Saziaci al mattino con il tuo amore. 

«“Signore, non continuare a trascurare quelli che stanno soffrendo ma accogli le loro suppliche e tratta con benevolenza i tuoi servi”. Chiedono questo dono non per i loro meriti ma per la fedeltà di Dio» (Td 1605). Tuttavia «sarò saziato quando si manifesterà la tua gloria (Cf Sal 16,15). Finché questo non accadrà, nessun bene ci basterà, né dovrà bastarci! Il nostro desiderio non deve fermarsi sulla via, ma protendersi verso la meta finale finché non vi giunga» (Ag37,1147). 

15Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti. 

«Donaci gioia al posto del dolore e concedi di uscire da questa sofferenza opprimente» (Td 1605). «Creo nuovi cieli e nuova terra; non si ricorderà più il passato, poiché si godrà e si gioirà sempre di quello che sto per creare» (Is 65,17).

16Si manifesti ai tuoi servi la tua opera. 

«Siamo sue creature, non soltanto in Adamo ma anche in quanto “siamo stati creati in Cristo Gesù, per le opere buone che Dio ha preparato affinché in esse camminassimo” (Ef 2,10)» (Ag37,1148). 

17Sia su di noi la dolcezza del Signore: rendi salda per noi l’opera delle nostre mani, l’opera delle nostre mani rendi salda. 

«… per la dolcezza e la mansuetudine di Cristo» (2 Cor 10,1). Il popolo conosca un Dio amabile, anziché adirato, anche se giustamente. Chiede inoltre che Egli consolidi il nostro agire, perché è Dio «che suscita in noi e il volere e l'operare conforme alla buona volontà (Fil 2,13)». «Se noi attribuissimo al nostro libero arbitrio il raggiungimento delle virtù e l'esecuzione dei precetti divini, come ricorreremmo a questa preghiera: Conferma l'opera delle nostre mani?» (Cs 923). 

Salmo 90

Il Signore protegge chi confida in Lui, anche nelle circostanze più critiche. Gesù, nel deserto, respinge una tentazione di Satana, citando un versetto di questo salmo (Cf Mt 4,1-11), che così «profetizza la tentazione dello stesso nostro Salvatore nel deserto…» (Es23,1141). 

Chi abita al riparo dell’Altissimo, passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente. 

Fedeli devoti trascorrevano la notte all’interno del tempio (in attesa d’un oracolo da parte di Dio). “Passare la notte” è anche attraversare i travagli della vita: «Quando ti piombano addosso le tribolazioni, sii forte e paziente! Abiterai nell'aiuto dell'Altissimo. Se, invece, ti allontanerai da esso, non essendo in grado di sostenerti da solo, cadrai» (Ag37,1150). 

2Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio in cui confido». 

«Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna» (Is 26,4). «Egli [Ezechia] confidò nel Signore, Dio d’Israele. Dopo non vi fu uno come lui tra tutti i re di Giuda, né tra quelli che ci furono prima. Aderì al Signore e non si staccò da lui; osservò i precetti che il Signore aveva dato a Mosè. Il Signore fu con lui ed egli riusciva in tutto quello che intraprendeva» (2 Re 18,5-6). 

3Egli ti libererà dal laccio del cacciatore. 

«Il fedele non soltanto apparirà superiore ai nemici che si opporranno a lui in modo aperto, ma anche a quelli che lo osteggeranno con iniziative occulte» (Td 1609). «Il cristiano che, sentendo parole sprezzanti da parte dei pagani pagani, si vergogna [della sua fede], cade nel laccio dei cacciatori. In modo simile, coloro che cercano di essere più virtuosi, vengono derisi da altri cristiani» (Ag37,1152). 

e dalla peste che distrugge. 

«Quando nella terra ci sarà fame o peste, ogni preghiera e ogni supplica di un solo individuo o di tutto il tuo popolo Israele, di chiunque abbia patito piaga e dolore e stenda le mani verso questo tempio, tu ascoltala dal cielo» (2 Cr 6,28-30). 

4Ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troverai rifugio.

Le penne sono un’allusione alle ali dei Cherubini posti di fianco all’arca santa (Cf Es 25,18-20). «Come un’aquila, egli spiegò le ali e lo prese, lo sollevò sulle sue ali. Il Signore, lui solo lo ha guidato» (Dt 32,11). «Chiama penne i soccorsi della provvidenza» (Td 1609). 

La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza. 

«Tu [Golia] vieni a me con la spada, con la lancia e con l’asta. Io [Davide] vengo a te nel nome del Signore» (1 Sm 17,45). «Attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo» (Ef 6,10-11). 

5Non temerai il terrore della notte né la freccia che vola di giorno, 6la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a mezzogiorno. 

Dio protegge soprattutto dalle insidie invisibili, contro le quali non siamo in grado di difenderci. «Gli occhi del Signore sono su quelli che lo amano; egli è protezione potente e sostegno vigoroso, riparo dal vento infuocato e dal sole meridiano, difesa contro gli ostacoli, soccorso nella caduta. Il Signore solleva l’anima e illumina gli occhi, concede guarigione, vita e benedizione» (Sir 34,19-20). 

7Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra, ma nulla ti potrà colpire. 

«Rimase solo Noè e chi stava con lui nell’arca» (Gen 7,23). «Dopo aver esaurito ogni genere di tentazione, il diavolo si allontanò da Gesù» (Lc 4,13). 

8Basterà che tu apra gli occhi e vedrai la ricompensa dei malvagi!

«Se hai scelto una vita tribolata secondo Cristo, non verrà su di te il male che ti è venuto da una condotta di vita mondana. Se amerai la rinuncia, la tristezza non ferirà il tuo cuore, né renderà cupo il tuo volto. Chi si allontana dal piacere, spunta le frecce della tristezza. Cristo si mostra a chi lotta e gli offre una gioia indicibile» (Teolepto, Discorso sull’attività nascosta in Cristo, Filocalia 3, p. 500-501). 

9«Sì, mio rifugio sei tu, o Signore!». Tu hai fatto dell’Altissimo la tua dimora. [Me’onecha Cf Sal 89,1] 

«Chi sono coloro che vincono, se non coloro che non presumono di se stessi e dicono al Signore: Tu mi libererai, non sarò io a liberare me stesso» (Ag37,1157). 

10Non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda. 

«Se vuoi vedere i beni che Dio ha preparato per coloro che lo amano, rimani nel deserto del rinnegamento di te stesso. Vedrai la vita divina e da allora il flagello delle passioni non si avvicinerà alla tua tenda» (N. Stethatos, I, Capitoli pratici 75, Filocalia 3). 

11Egli per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie. 12Sulle mani essi ti porteranno, perché il tuo piede non inciampi nella pietra. 

«Nel salmo leggiamo: “L'angelo del Signore si accampa attorno a coloro che temono Dio e li salva” (33,8). Il patriarca Giacobbe dichiara: “L'angelo che mi ha liberato da ogni male” (Gen 48,16). Abramo si è rivolto al suo servo con queste parole: “Il Signore manderà con te il suo angelo e darà felice esito al tuo viaggio” (Gen 24,40). In tutti questi passi apprendiamo come Dio custodisca quanti sperano in Lui mediante il ministero degli angeli» (Td 1613). 

13Calpesterai leoni e vipere, schiaccerai leoncelli e draghi. 

«Ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni» (Dt 8,15).  «Ecco, io [Gesù] vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi» (Lc 10,19). «Il leone aggredisce apertamente, il serpente insidia di nascosto. Quando erano uccisi i martiri, il diavolo era leone inferocito; quando i corruttori tendono insidie, è serpente che striscia. Non ti ha divorato il leone; non ti inganni il drago» (Ag37,1168). 

14«Lo libererò, perché a me si è legato, lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome. 

Il sacerdote comunica la risposta del Signore al pellegrino che ha vegliato nel tempio. «Questo insegna Dio mostrando quale sia il risultato della speranza in Lui» (Es23,1616). Il merito del fedele sta nell’essersi legato a Dio (il verbo ebraico hasaq indica l’innamorarsi, il desiderare, l’aderire). 

15Mi invocherà e io gli darò risposta. 

«“Mentre ancora stai parlando, dirò: Eccomi” (Is 58,9). Quale padre darebbe retta così ai figli? Quale madre è così disponibile e continuamente presente, nel caso la chiamino i bambini? Non c'è nessuno, né padre né madre, ma Dio che sta continuamente in attesa, se mai qualcuno dei suoi lo invoca» (Crisostomo, PG 58,538-539)§. 

Nell’angoscia io sarò con lui, lo libererò e lo renderò glorioso.

 «Quando soffri, non temere che Dio non sia con te. Sia con te la fede e Dio sarà con te nella tribolazione. A volte forse penserai d'essere abbandonato, per il fatto che non ti libera quando tu vuoi» (Ag37,1169). «Il Padre non abbandona mai il Figlio. Perciò se in un passo Gesù dichiara: “Perché mi hai abbandonato?” aggiunge subito in un altro: “Sei lontano dalla mia salvezza [ma non assente] ”(Sal 21,2)» (Bs 1055). 

16Lo sazierò di lunghi giorni e gli farò vedere la mia salvezza». 

«Il salmo preannuncia tutto lo svolgersi della vita del nostro Salvatore. Fa allusione alla tentazione nel deserto ma, mostrando gli angeli al servizio della sua persona, allude alla sua vita. Quando dice che ha calpestato il leone e il drago, mostra la vittoria che ha riportato contro i demoni, con la sua morte. Quando aggiunge: lo renderò glorioso, richiama la risurrezione» (Es23,1165). 

Salmo 91

Salmo. Canto. Per il giorno del sabato. Recitato dai leviti nel tempio durante il rito mattutino del sabato. «Gli uomini di Dio, mostravano sulla terra l’immagine del Sabato. Cercavano la libertà sospendendo l’esecuzione delle opere ordinarie e, dandosi alla contemplazione delle realtà divine, perseveravano nella meditazione delle parole di Dio. La Parola del Nuovo Testamento trasferisce la festa del sabato [alla domenica]. Così ci trasmette l’immagine del vero riposo, il giorno salvifico del Signore, il primo giorno della luce, nel quale, il Salvatore, riportata la vittoria sulla morte, siede alla destra del Padre» (Es23,1168.1169). 

2È bello rendere grazie al Signore e cantare al tuo nome, o Altissimo, 3annunciare al mattino il tuo amore, la tua fedeltà lungo la notte, 4sulle dieci corde e sull’arpa, con arie sulla cetra. 

Dio viene celebrato per tutta l’estensione del tempo (giorno e notte), con grande gioia (gli strumenti musicali) a motivo della sua fedeltà. «La sua grandezza è illimitata: sia quindi illimitata anche la tua lode. Se non ci sarà tempo in cui tu non sia di Dio, non si darà nemmeno tempo in cui tacerà in te la tua lode» (Ag37,1872). 

5Perché mi dai gioia, Signore, con le tue meraviglie, esulto per l’opera delle tue mani. 

Allusione agli interventi salvifici di Dio nel corso della storia: «Innalzate canti di gioia per Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode e dite: “Il Signore ha salvato il suo popolo”» (Ger 31,7). «Opera delle sue mani potrebbe essere il giorno del quale è detto: “Questo è il giorno che ha fatto il Signore, esultiamo in esso” (Sal 117,24). Si tratta del giorno della risurrezione» (Es23,1173). 

6Come sono grandi le tue opere, Signore, quanto profondi i tuoi pensieri!

 «Grandi e mirabili sono le tue opere, giuste e vere le tue vie, Re delle genti! O Signore, chi non temerà e non darà gloria al tuo nome?» (Ap 15,3-4). «L’espressione quanto profondi amplifica il senso della meraviglia. La tua sapienza manifesta una profondità che per noi rimane inaccessibile. Chi può comprendere le motivazioni profonde del tuo agire?» (Td 1617). 

7L’uomo insensato non li conosce e lo stolto non li capisce.

 «L’uomo naturale non comprende le cose dello Spirito» (1 Cor 2,14). «Chi è privo di sapienza nega che l’universo sussista per la provvidenza. Attribuisce opere di Dio tanto grandi al destino, al caso irrazionale. Vedendo tante anomalie nella vita mortale, s’indigna e bestemmia. Da parte mia sono persuaso che le ragioni del tuo giudizio superano la mia piccolezza» (Es23,1176). 

8Se i malvagi spuntano come l’erba e fioriscono tutti i malfattori, è solo per la loro eterna rovina, 9ma tu, o Signore, sei l’eccelso per sempre. 

«Chi non segue i comandamenti di Dio, perseguita se stesso» (Cs 658). «Immagina una pietra. Non appena l'allontani dal calore diventa fredda, poiché non ha un calore suo proprio ma è riscaldata dal sole o dal fuoco. È chiaro, quindi, che non era una sua risorsa innata ciò che la rendeva calda, ma il suo calore proveniva o dal sole o dal fuoco. Così anche tu, se ti allontanerai da Dio ti raffredderai; se ti avvicinerai a Dio ti riscalderai» (Ag37,1175).

11Tu mi doni la forza di un bufalo.

 Il bufalo è forte a motivo delle sue corna: “Dio che lo ha fatto uscire dall’Egitto, è per Israele come le corna del bufalo” (Nm 23,22). 

Mi hai cosparso di olio splendente. 

«Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi» (1 Sm 16,13). «È Dio stesso che ci conferma in Cristo, ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito» (2 Cor 1,21). 

12I miei occhi disprezzeranno i miei nemici e, contro quelli che mi assalgono, i miei orecchi udranno sventure. 

«Sorprende i saccenti nella loro astuzia e fa crollare il progetto degli scaltri. Di giorno incappano nel buio, in pieno sole brancolano come di notte» (Gb 5,13.14). «Se quest’opera [la fede cristiana] fosse di origine umana, verrebbe distrutta; ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerla» (At 5,38-39).

13Il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano; 14piantati nella casa del Signore, fioriranno negli atri del nostro Dio. 

«La Sapienza elogia se stessa: “Sono cresciuta come un cedro sul Libano, come una palma in Engaddi”» (Sir 24,11). «Efraim, lo vedo come una palma piantata in luoghi verdeggianti» (Osea 9,13). «Il giusto non è come l’erba ma fiorirà come palma; solleverà in alto le radici e la chioma, che non si volgeranno a terra ma si protenderanno verso il cielo» (Es23,1180). «La tua bellezza si manifesterà alla fine. Sia salda la tua radice: la nostra radice è piantata in alto, poiché nostra radice è Cristo, che è asceso al cielo» (Ag37,1179). 

15Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno verdi e rigogliosi, 16per annunciare quanto è retto il Signore, mia roccia: in lui non c’è malvagità. 

Il vangelo parla di anziani ancora vegeti e ricchi di frutti: Simeone (Lc 2, 25-32) ed Anna (Lc 2, 36-38). «Cristo abiti per la fede nei vostri cuori; radicati nella carità, siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio» (Ef 3,17.19). 

Salmo 92

Nel creare il mondo, Dio ha dominato il caos e, in questo modo, ha dato stabilità al mondo. Nei rivolgmenti storici, quando sembra che il caos torni a dominare, di nuovo offre sicurezza al suo popolo: «Le nazioni fanno fragore come il fragore di molte acque, ma egli le minaccia, esse fuggono lontano» (Is 17, 12-14). 

1Il Signore regna, si riveste di maestà: si riveste il Signore, si cinge di forza. È stabile il mondo, non potrà vacillare. 

«Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annunzia la salvezza, che dice a Sion: “Regna il tuo Dio”» (Is 52,7). «Quando Cristo, vinta la morte, assunse il regno, si è compiuto l’oracolo: si è rivestito il Signore di maestà. Si alzò e raddrizzò il mondo, lo rese saldo in modo che nulla potesse più scuoterlo dalla pietà secondo Dio» (Es23,1185). 

2Stabile è il tuo trono da sempre, dall’eternità tu sei.

 «Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre!» (Eb 13,8). 

3Alzarono i fiumi, Signore, alzarono i fiumi la loro voce, alzarono i fiumi il loro fragore. 4Più del fragore di acque impetuose, più potente dei flutti del mare, potente nell’alto è il Signore. 

«La sua voce [del Risorto] era simile al fragore di grandi acque» (Ap 1,15). «Quanti confidano in Lui, non hanno motivo di temere le ondate. La bestia che dimora nel mare lo rende rombante e tumultuoso; minaccia di inondare e distruggere la Chiesa di Dio (Cf Ap 13,1). Suscitavano terrore i flutti del mare, quando i discepoli, gridarono al Signore Gesù: “Salvaci, siamo perduti! Allora Egli rimproverò il mare e si fece grande bonaccia” (Mt 8,26)» (Es23,1192). «Gesù ha permesso in questi giorni che cadessi in mare, per farmi intendere più imperioso il bisogno di lui. Mentre sto per sommergermi, Gesù, camminando sulle acque, mi viene incontro sorridente a salvarmi. La mia miseria è il trono della sua misericordia» (Giovanni XXIII, Il Giornale dell'anima, 15)

5Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti! 

«Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Mc 13,31). «Erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla bocca [di Gesù]» (Lc 4,22). 

La santità si addice alla tua casa per la durata dei giorni, Signore. 

«Chi desidera divenire dimora dello Spirito di santità purifichi la sua anima da ogni male, così che essa divenga simile al cielo» (Isacco di Ninive, Discorsi spirituali, III, 24)§.

Salmo 93

Supplica del popolo oppresso da giudici iniqui, affinché Dio ristabilisca la giustizia. «Preghiera dei fedeli che invocano la liberazione dai persecutori» (BW 344). 

1Dio vendicatore, Signore, Dio vendicatore, risplendi!

 Dio è vendicatore (El nekamòt)  perché tutela i diritti delle vittime, anche quelli di aggressori esposti alla ritorsione, come Caino (Gen 4,15). 

2Alzati, giudice della terra, rendi ai superbi quello che si meritano!

Il Signore si vendica quando ristabilisce la sua giustizia sulla terra. «Quante volte Gesù disse: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti!” (Cf Mt 23). Non ebbe paura di nessuno. Perché? Perché è il Dio vendicatore. Non risparmiava loro parole aspre, per poterli risparmiare nel giorno del giudizio» (Ag37,1197). «Finché dura la vita presente egli, facendo sorgere il sole sui giusti e sugli ingiusti, e piovere sui cattivi e sui buoni (Cf Mt 5,45), elargisce beni a tutti allo stesso modo, ma, al momento opportuno si mostrerà Dio vendicatore» (Es23,1196 ). 

3Fino a quando i malvagi, Signore, fino a quando i malvagi trionferanno?

 «Tu brontoli, a volte, perché Dio non si vendica dei malvagi. […] Se oggi sei "giorno", ripensa a quando eri "notte". Se quando tu compivi opere cattive, fosti lasciato in vita affinché cessassi di compierne, non pretendere, ora che sei passato [all'altra sponda], che la misericordia di Dio tagli ogni ponte. Non sai che per la stessa strada dove sei passato tu, dovranno passare molti altri?» (Ag37,1196). 

Fino a quando i malvagi, 4sparleranno, diranno insolenze, si vanteranno tutti i malfattori?

«Guai a quanti vogliono sottrarsi alla vista del Signore per dissimulare i loro piani, a coloro che agiscono nelle tenebre, dicendo: “Chi ci vede? Chi ci conosce?”» (Is 29,15). «Signore, ti prego di mostrare a tutti la tua grandezza perché i malvagi cessino di inorgoglirsi per le loro azioni inique» (Es23,1196.1197). 

5Calpestano il tuo popolo, Signore, opprimono la tua eredità. 6Uccidono la vedova e il forestiero, massacrano gli orfani. 

«Non è tanto contro i giusti, quanto contro di Te che hanno fatto questo, Signore, perché quelli che venivano oppressi erano tuo popolo e tua eredità» (Es23,1197). «Hanno umiliato il tuo popolo talora con flagelli, altre volte con lusinghe e con promesse, cercando di persuaderli. Che cosa significa calpestare se non soggiogare al proprio volere?» (Bs 1061). 

7E dicono: «Il Signore non vede, il Dio di Giacobbe non intende». 

«Sono forse Dio solo da vicino? Non sono Dio anche da lontano? Può nascondersi un uomo nel nascondiglio senza che io lo veda?  Non riempio io il cielo e la terra?» (Ger 23,23-24). «Chi è giusto sopporti l'ingiusto, sopporti l'impunità temporale dell'ingiusto. Se ha la fede che opera mediante la carità, il buono ami anche i nemici e, per quanto sta in lui, procuri di rendersi utile a loro. Così facendo otterrà che essi non lo danneggino, anche se lo volessero» (Ag37,1215). 

8Intendete, ignoranti del popolo: stolti, quando diventerete saggi? 9Chi ha formato l’orecchio, forse non sente? Chi ha plasmato l’occhio, forse non vede? 10Colui che castiga le genti, forse non punisce, lui che insegna all’uomo il sapere?

 Mediante delle domande retoriche, il salmista ribadisce la sua fede contro l’opinione dei malvagi e contro i membri del popolo che si sentono abbandonati. «Pensa che sei un operaio della vigna! Esegui il tuo lavoro e riceverai il compenso. Dal tuo principale non oseresti pretendere la paga prima di aver lavorato, e la pretendi da Dio? Questa perseveranza rientra nell'opera che hai da compiere, ed anche per essa c'è ricompensa. La costanza nel lavoro è parte del lavoro stesso» (Ag37,1201). 

11Il Signore conosce i pensieri dell’uomo: non sono che un soffio. 

«Tu non conosci i pensieri di Dio e come siano giusti, ma egli conosce i pensieri degli uomini e come siano vani. Agli uomini fu dato conoscere i pensieri di Dio; ma Dio li manifesta ai suoi amici. Non vi sottovalutate! Se vi accostate al Signore con fede, potete ascoltare i pensieri di Dio; li state apprendendo anche adesso, quando vi si parla e vi si danno istruzioni» (Ag37,1202). 

12Beato l’uomo che tu castighi, Signore, e a cui insegni la tua legge, 13per dargli riposo nei giorni di sventura, finché al malvagio sia scavata la fossa. 14Poiché il Signore non respinge il suo popolo e non abbandona la sua eredità, 15il giudizio ritornerà a essere giusto e lo seguiranno tutti i retti di cuore. 

«Non sdegnare la correzione dell’Onnipotente, perché egli ferisce e fascia la piaga, colpisce e la sua mano risana. Da sei tribolazioni ti libererà e alla settima il male non ti toccherà» (Gb 5,18-19). «Ciò che accade di penoso ai giusti, è ordinato al loro bene, affinché, come atleti di Dio, vengano esercitati e provati con calamità per valutarne la pazienza» (Es23,1201). 

16Chi sorgerà per me contro i malvagi?

 «Capita talora che i cattivi si mettano a deridere i buoni. Talvolta il buono, curandosi troppo delle dicerie, si vergogna di essere tale. Al contrario, resista a loro! Non però presumendo delle sue forze, per non diventare superbo e così, mentre cerca di sottrarsi alle insidie dei superbi, andare ad accrescerne il numero» (Ag37,1209). 

17Se il Signore non fosse stato il mio aiuto, in breve avrei abitato nel regno del silenzio. 

«Non temere perché sono con te; non smarrirti perché sono il tuo Dio. Ti rendo forte, ti vengo in iuto e ti sostengo con la destra vittoriosa» (Is 41,10). 

18Quando dicevo: «Il mio piede vacilla», la tua fedeltà, Signore, mi ha sostenuto. 

«Se hai cominciato a vacillare, confessa questa tua instabilità, per non dover piangere la tua caduta. Essendo un uomo, tu ti senti instabile; Egli, che è Dio, ti aiuta. Occorre però che tu ammetta: il mio piede vacilla. Se ti senti scivolare, perché vuoi sostenere di stare fermo? Se dicevo: il mio piede vacilla, la tua misericordia, o Signore, mi aiutava» (Ag37,1209). 

19Nel mio intimo, fra molte preoccupazioni, il tuo conforto mi ha allietato. 

«Dio ci pone nella fornace delle tribolazioni affinché il vaso si cuocia, non si frantumi» (Ag37,1214). «Le tue consolazioni hanno lenito i dolori che mi portavo in cuore, perché la tua bontà confortava la mia anima con potenza ineffabile, e la ricolmava di letizia. L’apostolo diceva: “Benedetto Dio di ogni consolazione, che ci consola in ogni nostra tribolazione” (2 Cor 1, 3-5)» (Es23,1205). 

20Può essere tuo alleato un tribunale iniquo, che in nome della legge provoca oppressioni? 21Si avventano contro la vita del giusto e condannano il sangue innocente. 

«Quale rapporto ci può essere tra la giustizia e l’iniquità, o quale unione tra luce e le tenebre?» (2 Cor 6,14). «Voi avete rinnegato il santo e il giusto. Avete chiesto che vi fosse graziato un assassino, ma Dio l’ha risuscitato dai morti» (At 3,14). 

22Il Signore è il mio baluardo, roccia del mio rifugio è il mio Dio. 

«Le prove spesso ci provengono da parte dei malvagi, dei quali Dio si serve per tenerci in allenamento e per perfezionare il nostro amore. L'amore cristiano infatti non sarebbe perfetto se non si adempisse anche quello che ordinava Cristo, e cioè: “Amate i vostri nemici; fate del bene a coloro che vi odiano e pregate per i vostri persecutori” (Mt 5,44). Così si vince il diavolo, così si ottiene la vittoria» (Ag37,1214).

23Su di loro farà ricadere la loro malizia, li annienterà per la loro perfidia, li annienterà il Signore, nostro Dio. 

«Non esista più l’empio perché ormai ha cambiato vita. Come chi prega perché non vi siano malati, poveri, non prega perché siano distrutti uomini del genere, ma desidera che scompaiono la malattia e la povertà, allo stesso modo ognuno dei santi pregava perché fosse eliminato ciò che fa guerra alla natura» (Es23,1292). 


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