giovedì 16 febbraio 2023

I salmi di lode

 I salmi da 144 a 150 sono sette salmi di lode. Continuano la celebrazione per la venuta del Regno di Dio introdotto dal Re, il Messia, intonata dal salmo precedente (Sal 143, 9ss). Da questo versetto in poi, nel salterio, troviamo soltanto espressioni di lode. 


Mio Dio, ti canterò un canto nuovo, suonerò per te sull'arpa a dieci corde; a te, che dai vittoria al tuo consacrato, che liberi Davide tuo servo. I nostri granai siano pieni, trabocchino di frutti d'ogni specie; siano a migliaia i nostri greggi, a mirìadi nelle nostre campagne; siano carichi i nostri buoi. Beato il popolo che possiede questi beni: beato il popolo il cui Dio è il Signore.


Il primo di questi salmi di lode, il 144, termina con l’esortazione: «Ogni vivente benedica il suo Nome santo» (144,21). Forse questo invito concludeva tutto il salterio ma altri salmisti, rispettando tale consegna, prolungarono la lode con altri 6 salmi (dal 145 al 150). L’intero salterio si concluderà allo stesso modo: «Ogni vivente, dia lode al Signore» (150,6). 

I sei salmi di lode aggiunti al 144, formano il cosiddetto piccolo Hallel (145-150). L'alleluia (ossia l'invito a lodare Dio) compare dieci volte. Se nel grande hallel, il salterio aveva celebrato le grandi gesta di Dio, in questo piccolo hallel esso presta attenzione alle meraviglie quotidiane compiute da Lui. 


Nella rilettura cristiana, l’hallel anticipa la realtà futura: «Come un tempo a Gerusalemme uno solo era il cuore e l'anima di tutti i credenti e tutto era loro in comune, così in cielo uno solo sarà il cuore e l'anima della moltitudine di coloro che vedranno Dio, per amarlo e lodarlo. Tutti avranno tutto in comune perché Dio sarà tutto in tutti. A simbolo di questo momento e a lode della nostra pace gli ultimi sette salmi, che cantiamo in modo speciale a lode del Signore, portano il titolo di alleluia. Alleluia è parola ebraica, che significa lodate il Signore; è invalsa in tutte le Chiese l'usanza che questo canto sia eseguito col termine ebraico dai fedeli di tutto il mondo. In tal modo questa devota consonanza ci ammonisce che in tutta la Chiesa una sola deve essere la fede, l'amore di Cristo e che tutti dobbiamo tendere a quella patria nella quale non c'è diversità di mente, né dissonanza di lingua» (Beda Omelie, X, PL 94,185). Alleluia è quindi il simbolo dell’unità della Chiesa.


Salmo 144

1Lode. Di Davide. Celebrazione della grandezza di Dio e del suo regno di misericordia. «Il profeta eleva la lode al Signore per una moltiplicità di motivazioni» (BW 515). «Padre, sia santificato il tuo Nome, venga il tuo regno» (Mt 6,9). 

O Dio, mio re, voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre. 

Più precisamente: Ti esalto mio Dio, il Re (arominchà Elohai hammélech): il nostro Signore non è una divinità qualsiasi ma il Re eterno. La lode è concentrata sul Nome (shimchà) del Signore, rivelato a Mosé: «Il mio popolo conoscerà il mio nome, comprenderà in quel giorno che io dicevo: “Eccomi!”» (Is 52,6). 

«Ti benedirò, Signore, anche nel pericolo e nella tentazione. Siamo debitori a Dio per i molteplici doni ricevuti: ci creò quando ancora non eravamo, ci conserva nell'esistenza, ogni giorno provvede a noi. Spesso non siamo neppure consapevoli dei beni che ci elargisce. Tuttavia, dobbiamo esaltarlo non soltanto per questi doni, ma per la grandezza della sua gloria, immune da ogni male» (Or 1672). 

2Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre. 

Rinnova il proposito di lodare Dio “in eterno e per sempre” precisando che lo farà ogni giorno. «In ogni circostanza benedici il Signore e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i tuoi desideri giungano a buon fine» (Tb 4,19). 

«Benedite ogni giorno; benedite Dio qualunque cosa vi accada, in quanto è opera sua anche il fatto che vi risparmi ciò che non riuscireste a sopportare. Dio, quando dona, dona per misericordia; quando toglie, toglie per misericordia. Lodalo quando ti favorisce con doni e quando ti visita con sofferenze: lodare chi ti prova è una medicina per le tue ferite» (Ag37,1871). 


3Grande è il Signore e degno di ogni lode; senza fine è la sua grandezza. 

Annuncia il motivo per il quale il Signore merita una lode perenne: la sua grandezza. «Ecco, Dio è così grande, che non lo comprendiamo» (Gb 36,26). «La sua grandezza è illimitata: sia quindi illimitata anche la tua lode. Nemmeno quando sarai morto alla vita presente interromperai la lode del Signore. Se infatti non ci sarà tempo in cui tu non sia di Dio, non si darà nemmeno tempo in cui tacerà in te la tua lode» (Ag37,1872). 

4Una generazione narra all’altra le tue opere, annuncia le tue imprese. 5Il glorioso splendore della tua maestà e le tue meraviglie voglio meditare. 6Parlino della tua terribile potenza: anch’io voglio raccontare la tua grandezza. 7Diffondano il ricordo della tua bontà immensa, acclamino la tua giustizia.

La grandezza di Dio suscita una lode nello scorrere del tempo, da parte di molti. «Grandi e mirabili le sue opere, giuste e veraci le sue vie» (Ap 15,3). «Chi è sempre maggiore di ogni lode, sia lodato senza fine. Da ciò stesso l’uomo tragga la speranza della sua eternità, perché sempre esisterà chi non cessa di lodare Dio» (Pros 412). 

Nel nostro mondo, «la giustizia è utile, ma talora è troppo dura e non le è possibile essere buona; la misericordia, a sua volta, si svolge in modo tale da trascurare la giustizia. La giustizia di Dio, mentre è giusta, non diventa mai troppo dura. Dio non interviene nel momento del nostro peccato per punirci, ma, al contrario, differisce ed attende il soccorso del pentimento, dilazionando la correzione» (Ilr 860). 


8Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. 9Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature. 

La grandezza di Dio appare nella sua bontà perché Egli è misericordioso e pietoso. Appare soprattutto nell’esperienza della sua tenerezza paterna: Tenerezza (rachamàv): «Dove sono il tuo zelo e la tua potenza, il fremito della tua tenerezza e la tua misericordia (rachameka)? Non forzarti all'insensibilità perché tu sei nostro padre, poiché Abramo non ci riconosce e Israele non si ricorda di noi. Tu, Signore, tu sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore» (Is 63,15-16). «Abbà, Padre…» (Mc 14,36).


10Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. 11Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza, 12per far conoscere agli uomini le tue imprese e la splendida gloria del tuo regno. 13Il tuo regno è un regno eterno, il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Dio manifesta se stesso come Padre, nel realizzare il suo Regno d’amore: «Il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto, annienterà tutti gli altri regno mentre esso durerà per sempre» (Dn 2,44). «Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo» (Ap 11,15). «Ogni giorno diciamo “venga il tuo regno”, di cui nessuna mente può concepire né la grandezza né la gloria, né lo splendore. Come è promesso, così si crede; con infallibile desiderio è chiesto finché sia presente» (Pros 413). 

Fedele è il Signore in tutte le sue parole e buono in tutte le sue opere. 

«Eli le rispose: “Va’ in pace e il Dio d’Israele ti conceda quello che gli hai chiesto”» (1 Sm 1,17). 

14Il Signore sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto. 

«Gesù disse (all’adultera): «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più» (Gv 8,11). 

15Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa e tu dai loro il cibo a tempo opportuno. 16Tu apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni vivente. 

Dio provvede il cibo, il pane quotidiano: «Come chi distribuisce il cibo ai malati, tu, Signore, lo dai a tempo opportuno, quando il malato lo deve prendere e dai ciò che deve prendere. Chi ricorre a Dio chiedendo cose giuste, se non viene esaudito, non deve perdersi d'animo. I suoi occhi aspettino il cibo che egli dà al tempo opportuno. Se non [lo] dà, lo fa perché non diventi dannoso ciò che dà» (Ag37,1831). 

17Giusto è il Signore in tutte le sue vie e buono in tutte le sue opere. 

«Conosco i progetti che ho fatto per voi, progetti di pace e non di sventura» (Ger 29,13). «Dio è giusto sia che si mostri severo verso di noi, sia che si mostri mite. Se colpisce, guarisce; corregge, per perdonare» (Pros 414). 

18Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, a quanti lo invocano con sincerità. 

«A tutti è vicino con la sua provvidenza, ma stabilisce con chi lo invoca con scienza un rapporto [di particolare benevolenza]. Oltre la comune provvidenza, egli ne offre una speciale ai fedeli, nell’essere loro vicino e nell’occuparsi maggiormente di loro» (Es24, 61). «Molto vale la preghiera del giusti fatta con insistenza» (Gc 5,16). 

19Appaga il desiderio di quelli che lo temono, ascolta il loro grido e li salva. 

«Nella via dei tuoi giudizi, Signore, noi speriamo in te; al tuo Nome, Signore, e al tuo ricordo si volge il nostro desiderio» (Is 26,8). «Rifletti sui precetti del Signore, medita sempre sui suoi comandamenti; egli renderà saldo il tuo cuore, e il tuo desiderio di sapienza sarà soddisfatto» (Sir 6,37). «C’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo» (Rm 7,18). 

20Il Signore custodisce tutti quelli che lo amano, ma distrugge tutti i malvagi. «Dio distrugge [la malvagità] dei malvagi quando fa in modo che si allontanino dal male» (Or 1673). 

21Canti la mia bocca la lode del Signore e benedica ogni vivente il suo santo nome, in eterno e per sempre. 

«Non gli basta la lode, se non si accompagna al fatto che non cessa di lodare. Loderà ancora, pur lodando già ora. Invita, poi, tutti gli uomini a benedire Dio. Dobbiamo desiderare di benedire in eterno l’Eterno; chi benedice in eterno, rimarrà coeterno con l’Eterno» (Ilr 864). 

Salmo 145

1Alleluia. Loda il Signore, anima mia: 

«Non è la stessa anima che sì rivolge a se stessa. Eccola infatti fluttuare in preda a certi turbamenti, sia pure limitatamente a qualche sua parte. C'è però un'altra parte, che chiamano intelletto o ragione: è quella facoltà con cui pensa alla sapienza, fin da ora aderisce al Signore e sospira a lui. Ebbene, questa facoltà avverte nelle parti a lei inferiori dei turbamenti, constata come certi suoi desideri tendano ad effondersi al di fuori abbandonando Dio che sta dentro. In tale situazione l'anima richiama se stessa a volgersi dall'esterno all'interno, dalle cose inferiori a quelle superiori, e dice: Loda, anima mia, il Signore».

2loderò il Signore finché ho vita, canterò inni al mio Dio finché esisto. 

«Quando lodi Dio, il tuo pensiero si dilata verso le realtà interiori, e l'esserti così dilatato, ti rende più capace di accogliere Colui che lodi» (Ag37,1886). «Ciascuno di voi sia interamente qui per non essere qui. Cioè: sia interamente preso dalla parola di Dio che echeggia qui in terra per essere afferrato da Dio ed elevato oltre la terra. Dio infatti è con noi affinché noi siamo con lui. Per essere con noi egli si abbassò fino a noi; parimenti perché noi siamo con lui ci fa salire fino a sé».

3Non confidate nei potenti, in un uomo che non può salvare. 

«Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, che pone nella carne il suo sostegno e il cui cuore si allontana dal Signore. Egli sarà come un tamerisco nella steppa…» (Ger 17,5). «Il temere gli uomini pone in una trappola; ma chi confida nel Signore è al sicuro» (Pr 29,25). 

4Esala lo spirito e ritorna alla terra: in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni. 

«Guardatevi dall’uomo, nelle cui narici non v’è che un soffio, perché in quale conto si può tenere?» (Is 2,22). «Nell’ora della morte vengono meno le aspirazioni umane. Queste cose si disperdono nel nulla e il desiderio di esse si dimostra irrealizzabile» (Cs 1030). 

5Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe: la sua speranza è nel Signore suo Dio. 

«La tua forza non sta nel numero, né sui forti si regge il tuo regno: tu sei invece il Dio degli umili, sei il soccorritore dei piccoli, il rifugio dei deboli, il protettore degli sfiduciati, il salvatore dei disperati» (Gdt 9,11).

«Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza; in tutti i tuoi passi pensa a Lui ed Egli appianerà i tuoi sentieri» (Pr 3,5). 

6Che ha fatto il cielo e la terra, il mare e quanto contiene, che rimane fedele per sempre. 

«Chi s'è preoccupato di crearti, non si curerà di sostentarti? Chi mi assicura che egli ha cura anche di me? Ti si direbbe: Ma se lui ti ha fatto! Ha fatto il passero, la locusta, il vermiciattolo. Non c'è creatura che egli non abbia fatta, e di tutte le creature egli ha cura» (Ag37,1892). «Tutte le creature nel loro insieme sono perfette in bontà. Non ti succeda che, ingombrato dalle cose create, ti distacchi da chi le fece. Le cose che ingombrano il tuo spirito sono inferiori a te, mentre tu sei stato creato inferiore soltanto a Lui. Occorre quindi che ti tenga unito a chi ti è superiore, se vorrai tenere sotto i tuoi piedi le cose inferiori; se al contrario ti allontani da chi ti è superiore, le cose inferiori si tramuteranno per te in strumenti di tribolazione» (Ag37,1887).

7Rende giustizia agli oppressi. 

«L’oppressione non può riferirsi solo alla possessione diabolica, ma anche a quella esercitata dai vizi, ai quali ci troviamo legati, come se fossero delle funi» (Cs 1032). «Non sono le cose create a schiavizzare i nostri cuori ma i pensieri influenzati dalle nostre passioni. Dio ha creato l'oro, ha creato la donna; di per sé, nessuna cosa creata ostacola la bontà degli uomini ma sono loro a lasciarsi imprigionare dall'avarizia e dalla fornicazione. I pensieri passionali, facendoci violenza, vogliono dominare a lungo nel nostro cuore» (Or 1675). 

Dà il pane agli affamati, il Signore libera i prigionieri

«Tutto ciò che i campi producono ci viene elargito dalla provvidenza divina. L’umana ragione non basterebbe, se le semine e le irrigazioni non fossero incrementate dall’azione potente del Signore. Quindi è dovere di carità e di giustizia che anche noi aiutiamo gli altri con quegli stessi doni che il Padre celeste ci ha elargiti con tanta misericordia» (Leone Magno PL 54,176). 

8Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti. 

«C'è una luce che brilla soltanto agli occhi dei giusti. Tobia era cieco, eppure era in grado di indicare al figlio le vie di Dio. Vedete come c'è un'altra luce che spunta soltanto per il giusto» (Ag37,1251). «È meraviglioso vedere come i ciechi siano dotati di una sensibilità più ricca, perché Dio li rende più accorti in cambio della privazione della vista» ( Es24, 64.65). 

9Il Signore protegge i forestieri, egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. 

«Orfano e vedova sono coloro che, rimasti privi di consolazioni umane, contemplano il Signore con un’anima pura. Cristo li accoglie per tutelarli con la sua protezione» (Cs 1032). Ascoltiamo le parole di incoraggiamento rivolte ad una vedova: «Il non essere stata soffocata dal dolore, non è dipeso da un qualsiasi soccorso umano, ma al contrario dal soccorso della mano di Dio che tutto può. Finché il tuo sposo veniva unito a te, godevi dei vantaggi che era naturale potersi attendere da un uomo; ora, poiché Dio lo ha chiamato a sé Egli stesso ha preso per te il suo posto» (G. Crisostomo, Ad viduam juniorem,1, PG 48,600).

10Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. 

«Ormai i nostri cuori sono fermi in Cristo ma Egli non regna ancora totalmente in noi, perché i nostri cuori, talora, sono dispersi in miseri interessi» (Cs 1033). 

Salmo 146

1È bello cantare inni al nostro Dio. 

«Mi rallegri, Signore, con le tue meraviglie, esulto per l’opera delle tue mani» (Sal 91,5). «L’atto di lodare Dio, ha già in sé la sua ricompensa» (Cs 1033). 

2Il Signore ricostruisce Gerusalemme, raduna i dispersi d’Israele. 

«Ti ho amato di amore eterno, per questo ti conservo ancora pietà. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata» (Ger 31,3-4). «Edificherò la mia Chiesa» (Mt 16,18). «La santità riunisce gli uomini che erano stati divisi tra loro dal peccato» (Or 1675). «Dio non ama ciò che è in disaccordo, anzi raccoglie ciò che è disperso» (Cs 1034). «Egli manderà i suoi angeli e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli» (Mt 24,31). 

3Risana i cuori affranti e fascia le loro ferite. 

«Felice l'uomo, che è corretto da Dio: perciò tu non sdegnare la correzione dell'Onnipotente, perché egli fa la piaga e la fascia, ferisce e la sua mano risana» (Gb 5,17-18). «Ecco io farò rimarginare la loro piaga, li curerò e li risanerò; procurerò loro abbondanza di pace e di sicurezza» (Ger 39,6). 

«Quante volte hai unto la mia coscienza ferita con l'unzione della tua misericordia, e l'hai cosparsa con l'olio della letizia! Quante volte, entrando quasi disperato nell'orazione, ne sono uscito esultante e pieno di fiducia nel perdono!» (Be 947). 

4Egli conta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nome. 

«Levate in alto i vostri occhi e guardate: chi ha creato quegli astri? Egli fa uscire in numero preciso il loro esercito e li chiama tutti per nome; per la sua onnipotenza e il vigore della sua forza non ne manca alcuno» (Is 40,26). «I vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,20). 

«Nessuno conta se non ciò che deve custodire con più attenta cura. Il Pastore, per avere salvo il gregge, lo conta spesso. A tal punto è protetto chi è compreso nel numero che, se si smarrisce, è portato dal Pastore sulle sue spalle perché il numero non diminuisca in nulla. Non vogliate credere, fratelli, che Dio si dimentichi sia pure del più piccolo» (Massimo di Torino, Sermoni 70,3). 

5Grande è il Signore nostro, grande è la sua potenza. La sua sapienza non si può calcolare. 

«Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra. Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile. Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato» (Is 40,28).

«Tornate al rimedio del Salvatore. Il Signore fascerà le vostre fratture, renderà stabile la guarigione. Allora non ci saranno più impossibili le cose che adesso ci sono impossibili» (Ag37,1906). 

6Il Signore sostiene i poveri, ma abbassa fino a terra i malvagi. 

«Farò restare in mezzo a te un popolo umile e povero; confiderà nel Nome del Signore il resto d’Israele» (Sof 3,12). «Dio non ha forse scelto i poveri del mondo per farli ricchi con la fede?» (Gc 2,5). 

7Intonate al Signore un canto di grazie, sulla cetra cantate inni al nostro Dio. 

«Intrattenetevi a vicenda con sali, inni e canti spirituali, cantando al Signore con tutto il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre» (Ef 5,19-20). 

8Egli copre il cielo di nubi, prepara la pioggia per la terra, fa germogliare l’erba sui monti, 9provvede il cibo al bestiame, ai piccoli del corvo che gridano. 

«Io mi rivolgerei a Dio e a Dio esporrei la mia causa: a lui, che fa cose grandi e incomprensibili, meraviglie senza numero, che dà la pioggia alla terra e manda le acque sulle campagne. Colloca gli umili in alto e gli afflitti solleva a prosperità» (Gb 5,8-11). «Guardate i corvi: non seminano e non mietono e Dio li nutre. Quanto più degli uccelli del cielo, voi valete!» (Lc 12,24). 

«Sono indicate sia la provvidenza che la bontà di Dio. Il cielo, coperto di nubi, fa scendere la pioggia, veste di erba le colline, offre il pascolo e provvede il cibo agli uccelli. Per mezzo delle parole divine, noi, già infecondi e sterili, siamo irrorati dal dono della pioggia divina, per portare frutti in noi stessi» (Ilr 872). 

10 Non apprezza il vigore del cavallo, non gradisce la corsa dell’uomo. 

«Guai a quanti scendono in Egitto per cercar aiuto, confidano nei carri perché numerosi e sulla cavalleria perché molto potente, senza guardare al Santo di Israele e senza cercare il Signore» (Is 31,1). 

«Il cavallo indica la superbia. L’uomo orgoglioso, verso il quale Dio non può essere benigno, viene paragonato ad esso, mentre sceglie gli umili. “Il cavallo non giova per la vittoria” (Sal 132,17). “Chi si vanta dei carri e chi dei cavalli, noi siamo forti nel Nome del Signore (Sal 19,8)”» (Cs 1037). 

11Al Signore è gradito chi lo teme, chi spera nel suo amore. 

«Concluderò con essi un'alleanza eterna e non mi allontanerò più da loro per beneficarli; metterò nei loro cuori il mio timore, perché non si distacchino da me. Godrò nel beneficarli» (Ger 32,40). 

«Il timore accetto a Dio è un sentimento che si unisce con l’amore e con un devoto ardimento» (Cs 1038). 

Salmo 147

«L’assemblea dei santi, partecipe della risurrezione [di Cristo], resa conforme alla gloria di Dio, costituisce questa città, costruita con pietre vive. Nella fede vede splendere in anticipo, nel corpo glorificato del Signore, il modo con cui vivrà in futuro» (Ilr 875).

1Celebra il Signore, Gerusalemme, loda il tuo Dio, Sion, 

«Voi, figli di Sion, rallegratevi, gioite nel Signore vostro Dio» (Gl 2,23). 

2perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. «A lodare il Signore sarà la Gerusalemme ormai chiusa [al sicuro]. Ora lodiamo trovandoci in mezzo agli scandali» (Ag37,1920). «Farò scorrere acqua sul suolo assetato, torrenti sul terreno arido. Spanderò il mio spirito sulla tua discendenza, la mia benedizione sui tuoi posteri; cresceranno come erba in mezzo all'acqua, come salici lungo acque correnti» (Is 44,3-4).

3Egli mette pace nei tuoi confini e ti sazia con fiore di frumento. 

«I confini di Gerusalemme si estendono là fin dove c'è pace. Chi non conosce la pace, si trova fuori da Gerusalemme. La pace  libera l’anima dalle passioni» (Or PL 12,1673). «Fior di frumento è la contemplazione della divinità che ristora i sensi dei giusti al punto da superare qualsiasi sazietà. È Lui il pane vero disceso dal cielo (Gv 6, 41). Se già adesso ci ristora con la partecipazione al suo corpo, in quale modo ci sazierà allora quando ci avrà riempiti dell’intera luce della sua divinità?» (Cs 1039). 

4Manda sulla terra il suo messaggio: la sua parola corre veloce. 

«La parola di Dio cresceva e si diffondeva» (At 12,24). «La sollecitudine per l’annuncio del regno di Dio è avvenuta senza lentezze. Dove l’insegnamento degli apostoli non ha fatto un rapido corso? Grazie a tale rapida corsa è iniziata la costruzione di questa città beata» (Ilr 876). 

5Fa scendere la neve come lana, come polvere sparge la brina, 6getta come briciole la grandine: di fronte al suo gelo chi resiste? 

«Dal seno di chi è uscito il ghiaccio e la brina del cielo chi l'ha generata? Come pietra le acque induriscono e la faccia dell'abisso si raggela» (Gb 38,29-30). «I miei fratelli mi hanno deluso, sono dileguati come i torrenti delle valli, i quali sono torbidi per lo sgelo, si gonfiano allo sciogliersi della neve, ma al tempo della siccità svaniscono e all'arsura scompaiono dai loro letti» (Gb 6,15-17). «Dio interviene in due maniere: o permette o vuole in modo diretto» (Or PL 12,1673).

7Manda la sua parola ed ecco le scioglie, fa soffiare il suo vento e scorrono le acque. 

«Quando il sole di giustizia si ritira, allora neve, gelo, nebbia e freddo vengono a dominare la nostra persona, resa priva della ragione. Tuttavia la parola di Dio, non appena arriva, dissolve ogni male» (Or PL 12,1673). «Così avvenne al persecutore Saulo e così accade anche oggi a molti: mentre prima erano inariditi per la durezza della loro ostinazione, in seguito diventano irrigui grazie allo scorrere dell’annunzio» (Cs 1011). 

8Annuncia a Giacobbe la sua parola, i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele. 

«Dio giudica gli uomini in base alla legge naturale che è insita in noi, mentre gli israeliti, sia in base a questa, sia in base a quella scritta. Non ha mandato una legge scritta ai pagani, perché questo privilegio lo ha riservato ai giudei» (Es24,69). A tutti invia la Parola Gesù: «Questa è la parola che egli ha inviato, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti» (At 10,36). 

9Così non ha fatto con nessun’altra nazione, non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. Alleluia. 

«Qual grande nazione ha la divinità così vicina a sé, come il Signore nostro Dio è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E qual grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi espongo?» (Dt 4,7-8). 

«Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce» (1 Pt 2,9)

Salmo 148

1Alleluia. «Il profeta, chiamandone alcune per nome, invita tutte le creature a cantare le lodi divine; quelle razionali e intellettuali lo possono fare da sé, quelle prive della ragione o della sensibilità, lo possono fare per mezzo delle altre che celebrano insieme la lode di Dio» (Cs 1042). «Che cosa c’è di più degno che la creatura lodi il suo Creatore e che la creazione tutta celebri l’Artefice? Quanto al Creatore si riferisce al Signore Salvatore: Egli è il Verbo fatto carne, al cui comando tutte le cose sono state create (Cf Gv 1,3)» (Cs 1044). 

Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell’alto dei cieli. 2Lodatelo, voi tutti, suoi angeli, lodatelo, voi tutte, sue schiere. 3Lodatelo, sole e luna, lodatelo, voi tutte, fulgide stelle. 4Lodatelo, cieli dei cieli, voi, acque al di sopra dei cieli. 5Lodino il nome del Signore, perché al suo comando sono stati creati. 6Li ha resi stabili nei secoli per sempre; ha fissato un decreto che non passerà.

Il salmista invita ogni creatura a lodare Dio. Apre una lode universale, cosmica. Esorta, dapprima, le creature celesti, angeli ed astri, e perfino la massa d’acqua che, secondo la cosmologia ebraica, giace sopra il firmamento, sotto il trono di Dio. 

I primi a lodare sono “i suoi angeli”, come nel salmo 102: «Benedite il Signore, angeli suoi, potenti esecutori dei suoi comandi, attenti alla voce della sua parola. Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, suoi ministri, che eseguite la sua volontà» (Sal 103,20-21). 

Seguono, po, gli astri (sole, luna e stelle). Questi venivano venerati come divinità, ma la Sacra Scrittura li considera soltanto come delle semplici creature. I profeti contrastarono il culto degli astri: «Quando alzi gli occhi al cielo e vedi il sole, la luna, le stelle e tutto l’esercito del cielo, tu non lasciarti indurre a prostrarti davanti a quelle cose e a servirle; cose che il Signore, tuo Dio, ha dato in sorte a tutti i popoli che sono sotto tutti i cieli. Voi, invece, il Signore vi ha presi, vi ha fatti uscire dal crogiuolo di ferro, dall’Egitto, perché foste per lui come popolo di sua proprietà, quale oggi siete» (Dt 4,19). Giobbe attesta di essere stato immune da questi culti: «Se, vedendo il sole risplendere e la luna avanzare smagliante, si è lasciato sedurre in segreto il mio cuore e con la mano alla bocca ho mandato un bacio, anche questo sarebbe stato un delitto da denunciare, perché avrei rinnegato Dio, che sta in alto» (Gb 31,26-28). 

I saggi, tuttavia, ammirarono il loro splendore e li contemplarono come segno della grandezza di Dio: «Vanto del cielo è il limpido firmamento, spettacolo celeste in una visione di gloria. Il sole, quando appare nel suo sorgere, proclama: “Che meraviglia è l’opera dell’Altissimo!”. Grande è il Signore che lo ha creato e con le sue parole ne affretta il corso. Anche la luna, sempre puntuale nelle sue fasi, regola i mesi e indica il tempo. Da essa il mese prende nome, mirabilmente crescendo secondo le sue fasi» (Sir 43,1-8). Le stelle vengono viste come creature che dialogano con Dio, quasi come fossero altri angeli: «Le stelle brillano dalle loro vedette e gioiscono; egli le chiama e rispondono: “Eccoci!”. E brillano di gioia per colui che le ha create» (Bar 3,34-35). 

7Lodate il Signore dalla terra, mostri marini e voi tutti, abissi, 8fuoco e grandine, neve e nebbia, vento di bufera che esegue la sua parola, 9monti e voi tutte, colline, alberi da frutto e voi tutti, cedri, 10voi, bestie e animali domestici, rettili e uccelli alati. 

Estende, ora, l’invito alla lode alle creature della terra. Partendo dall’estremità in alto, dall’alto dei cieli, volge la sua attenzione all’estremità in basso, fino agli abissi. «Come gridano queste creature? Gridano con la tua ricerca, gridano con la tua voce. Quando tu osservi queste creature, ne godi e ti sollevi all'Artefice e dalle cose create, per via d'intelletto, contempli i suoi attributi invisibili, allora si leva la sua lode sulla terra e nel cielo» (Ag37,1946). 

Mostri (tanninim), abissi (tehomòt) e vento di bufera (ruach s‘earà) obbediscono agli ordinamenti stabiliti da Dio. «Il sole, la luna, le stelle, essendo lucenti e destinati a servire a uno scopo, obbediscono volentieri. Così anche il lampo, quando appare, è ben visibile; anche il vento spira su tutta la regione. Quando alle nubi è ordinato da Dio di percorrere tutta la terra, eseguiscono l'ordine; il fuoco, inviato dall'alto per consumare monti e boschi, eseguisce il comando» (Bar 6,59-61). 

«Tutto quel che succede sulla terra è soggetto alla provvidenza di Dio, e l'incredulo aperto all'istruzione resterebbe ammirato anche del modo come sono disposte le membra di una pulce. Considera un animaletto, il più minuto che ti pare. Chi ha dato alla zanzara l'aculeo con cui succhia il sangue? Quant'è sottile questo filo con cui sorbisce i liquidi! Chi ha disposto queste cose? Ti sorprendono le cose infinitamente piccole? Loda Colui che è grande» (Ag37,1943-1944). 

11I re della terra e i popoli tutti, i governanti e i giudici della terra, 12i giovani e le ragazze, i vecchi insieme ai bambini, 13lodino il nome del Signore, perché solo il suo nome è sublime: la sua maestà sovrasta la terra e i cieli. 

Gli uomini, infine, sono invitati a lodare Dio. Ogni persona, a prescindere dalla rilevanza sociale e dal sesso, partecipa alla lode. Esercitando questo privilegio, anche il più piccolo diventa grande: «Chi teme il Signore è sempre grande» (Gdt 16,16). 

Soltanto il nome di Dio è davvero elevato su tutto (nisgàv shemò levaddò). Il suo splendore sovrasta terra e cieli. [Letteralmente: il Signore è accresciuto (nisgàv dalla radice sagav)].

14Ha accresciuto la potenza del suo popolo. 

Il Signore cresce anche nell’accrescere la potenza del suo popolo: «Tu sei un popolo consacrato al Signore, tuo Dio ed Egli ti ha scelto, affinché, tra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra, tu sia un popolo particolarmente suo» (Dt 7,6). Il popolo dicenta glorioso nell’aderire al Signore. «Come questa cintura aderisce ai fianchi di un uomo, così io volli che aderisse a me tutta la casa d’Israele, perché fossero mio popolo, mia fama, mia lode e mia gloria» (Ger 13,11). 

Egli è la lode per tutti i suoi fedeli, per i figli d’Israele, popolo a lui vicino. Alleluia. 

Il Signore stesso è il tema della lode. Celebrandolo, Israele risponde all’amore che lo ha preceduto. 

Meditazione

La sapienza del Signore risplende più degli astri: «Ella in realtà è più radiosa del sole e supera ogni costellazione, paragonata alla luce risulta più luminosa; a questa, infatti, succede la notte, ma la malvagità non prevale sulla sapienza» (Sap 7,29-30). 

Riguardo a Gesù, la Sapienza divina fatta carne, si dice: «Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce» (Mt 17,2). 

Il nuovo cosmo nel quale si manifesta la grandezza del Signore è l’uomo stesso. L’uomo retto riflette in se stesso la bellezza del creato. Così apparve il sommo sacerdote Simeone: «Come un astro mattutino fra le nubi, come la luna nei giorni in cui è piena, come il sole sfolgorante sul tempio dell'Altissimo, come l'arcobaleno splendente fra nubi di gloria, come un giglio lungo un corso d'acqua… » (Sir 50,6 ss). 

«Siate irreprensibili e semplici, figli di Dio immacolati in mezzo a una generazione perversa e degenere, nella quale dovete splendere come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita» (Fil 2,15).

Salmo 149

1Alleluia. Cantate al Signore un canto nuovo; la sua lode nell’assemblea dei fedeli. 

«Chiunque si separa dalla comunione dei santi non canta il cantico nuovo, segue la via dell'animosità che è roba vecchia, non quella della carità, che è nuova. Se tu lodi il Signore e io lodo il Signore, perché dovremmo essere in discordia? La carità loda il Signore, la discordia lo bestemmia» (Ag37,1949). 

2Gioisca Israele nel suo creatore, esultino nel loro re i figli di Sion. 3Lodino il suo nome con danze, con tamburelli e cetre gli cantino inni. 

«Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi che annunzia la pace, messaggero di bene che annunzia la salvezza, che dice a Sion: «Regna il tuo Dio» (Is 52,7). 

«Godiamo in Dio, se godiamo nella carità. Quando uno ha la carità, perché inviarlo lontano per fargli vedere Dio? Abbia la carità e abiterà in lui come nel cielo. Siamo Israele e allietiamoci in colui che ci ha creati» (Ag37,1951). 

4Il Signore ama il suo popolo, incorona i poveri di vittoria. 

«Coloro che li vedranno ne avranno stima, perché essi sono la stirpe che il Signore ha benedetto» (Is 61,9). 

«Dio si compiacerà del suo popolo quando lo renderà felice della gioia piena, quando lo avrà reso uguale agli angeli. Si compiacerà quando, come insegna l’apostolo (1 Cor 15,28), “sarà tutto in tutti”. I poveri sono quelli che hanno sofferto, che in questa vita hanno sopportato molteplici offese, ma che, per amore del regno di Dio, furono ugualmente contenti, colmi di spirito di fede» (Cs 1049). 

5Esultino i fedeli nella gloria, facciano festa sui loro giacigli. 

«La nostra gloria sta nella testimonianza della nostra coscienza (2 Cor 1,12). Esultano quando pensano di possedere un Signore così buono che perdona ai colpevoli, che dona la grazia ai peccatori e la gloria eterna a chi non la merita» (Cs 1049). 

6Le lodi di Dio sulla loro bocca e la spada a due tagli nelle loro mani, 

Forse allude ad una danza rituale, durante la quale, mentre si agitavano le spade, si celebrava il Signore (Cf Ez 21,14-22). I Maccabei «combattendo con le mani e pregando Dio con il cuore, travolsero non meno di trentacinquemila uomini, rallegrandosi grandemente per la manifesta presenza di Dio» (2 Mac 15,27). 

Cristo combatte con la predicazione: «Cristo scelse cose che nel mondo non rappresentavano nulla. A questa gente, riempita di Spirito Santo, diede in mano la spada a doppio taglio; comandò loro di predicare il Vangelo percorrendo l'intero universo. Il leone è vinto mentre infierisce e uccide, l'agnello riporta vittoria a forza di pazientare» (Ag37,1958). «Il potere della parola è dato non solo a quelli che presiedono, ma a tutti» (Pros 424).

7per compiere la vendetta fra le nazioni e punire i popoli, 8per stringere in catene i loro sovrani, i loro nobili in ceppi di ferro, 9per eseguire su di loro la sentenza già scritta. Questo è un onore per tutti i suoi fedeli. Alleluia. 

Dio non lascia impunito il sopruso sui poveri e il suo giudizio avverrà a suo tempo. La Sacra Scrittura suggerisce di abbandonare ogni sentimento di vendetta: «Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai d'un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore» (Lev 19,17-18). «Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all'ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore. Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere» (Rm 12,19-20). 

Salmo 150

Questa glorificazione conclude il settenario di lode ma anche l’intero salterio. Per dieci volte si invita a celebrare il Signore per quello che Egli è, senz’altra considerazione. 

1Alleluia. Lodate Dio nel suo santuario, lodatelo nel suo maestoso firmamento. 

Lodiamo il Padre in Cristo e con Cristo: «Questo Santuario è quello del quale i demoni con terrore dicevano: sappiamo chi sei: il Santo di Dio! Che c’è di più beato dell’essere uniti a Lui e, tramite Lui, al Padre?» (Es24, 76).

2Lodatelo per le sue imprese, lodatelo per la sua immensa grandezza. 

«Chi può narrare i prodigi del Signore, far risuonare tutta la sua lode?» (Sal 105,2). 

3 Lodatelo con il suono del corno lodatelo con l’arpa e la cetra. 4 Lodatelo con tamburelli e danze, lodatelo sulle corde e con i flauti. 5 Lodatelo con cimbali sonori, lodatelo con cimbali squillanti. 

«I quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all'Agnello, avendo ciascuno un'arpa e coppe d'oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi. Cantavano un canto nuovo» (Ap 5,8-9). 

«Voi, o santi di Dio, voi siete la tromba, il salterio, la cetra, il timpano, il coro, le corde e l'organo. Voi siete tutte queste cose» (Ag37,1965).

6 Ogni vivente dia lode al Signore. Alleluia. 

Lett: ogni respirante, dia lode (kòl hanneshamà, tehallel Iàh). «Quando arriveremo alla tua presenza, cesseranno queste molte parole. Tu resterai, solo, Tutto in tutti, e senza fine diremo una sola parola, lodandoti in un solo slancio e divenuti anche noi una sola cosa in Te» (Agostino, La Trinità, XV, 28, 51)


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