lunedì 6 febbraio 2023

Salmi da 83 a 93

 In situazione di grave crisi

Verso la caduta della dinastia di Davide. Alternanza di sentimenti di speranza (83.84.86) e di sentimenti di sconforto e supplica (85.87.88).


Salmo 83

1Al maestro del coro. Su «I torchi». Dei figli di Core. Salmo. Il salmista desidera partecipare al culto nel tempio. Ammira l’insieme degli edifici del luogo sacro, ma, più ancora, brama entrare e rimanere in comunione con il Dio vivente. 


2Quanto sono amabili le tue dimore! «Il mio santuario, orgoglio della vostra forza, delizia dei vostri occhi e amore delle vostre anime!» (Ez 24,21). «Il “quanto” lascia capire che non era in grado di esprimere la grandezza della realtà contemplata ma fece conoscere che essa poteva catturare l’animo all’infinito» (Cs 601). 

3L’anima mia anela e desidera gli atri del Signore. Il pellegrino è bramoso (niksefah) e si sfinisce (kalethah) per il desiderio di incontrare Dio. «Al tuo nome e al tuo ricordo, si volge tutto il nostro desiderio» (Is 26,8). «Sostenetemi, rinfrancatemi perché sono malata d’amore» (Ct 2,5). «Ha bevuto, ma quanto maggiore è stata la soavità che ha assaporato, tanto più ardente ne è divenuta la sete (quanto suavius sensit, tanto ardentius adhuc sitit)» (Ag37,1581).

Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente. «Ecco i poveri, spogli di ogni risorsa mondana: non amano più la terra ma Colui che fece cielo e terra. Lo amano ma non sono ancora con lui. Da qui il loro desiderio, il quale, se non viene subito soddisfatto, è perché si accresca per poter contenere quanto desidera. Dio non ci darà una cosa creata ma se stesso. Allenati per accogliere Dio!» (Ag37,1057). 

4Anche il passero trova una casa e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio. Il passero e la rondine rappresentano tutti noi desiderosi bisognosi della comunione con Dio, anche per sfuggire alle insidie: «Ci sono molti che tentano di catturare l’anima del credente, tendendole lacci e reti» (Es23,1005 D-1008). 

5Beato chi abita nella tua casa: senza fine canta le tue lodi. «Se ti stancassi d'amare, verresti meno anche nella lode; ma, se è vero che l'amore sarà eterno, poiché la bellezza di lui sarà inesauribile, allora nulla ti impedirà di lodare per sempre colui che per sempre potrai amare» (Ag37,1061.1063). 

6Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio e ha le tue vie nel suo cuore. Beato il pellegrino che cammina speditamente verso il Tempio! «Quanto più amerai, tanto più salirai. Dice: Ha [le tue vie] nel cuore. Chi ve le pose? Impotente com'è l'uomo per sua natura, bisogna che la tua grazia venga a sollevarlo» (Ag37,1063). «Scriverò la mia legge sul loro cuore» (Ger 31,33). 

7Passando per la valle del pianto, la cambia in una sorgente; anche la prima pioggia l’ammanta di benedizioni. «Farò di loro una benedizione. Manderò la pioggia a tempo opportuno e sarà pioggia di benedizione» (Ez 34,26). «La dottrina degli uomini di Dio, quella che essi stessi hanno seguito e che hanno lasciato ad altri con i loro scritti, è una sorgente di vita» (Es23,1009). 

8Cresce lungo il cammino il suo vigore, finché compare davanti a Dio in Sion. «Il Signore moltiplica il vigore allo spossato» (Is 40,29). «Grazie al Cristo, i pellegrini compiranno il loro cammino, rafforzandosi di giorno in giorno, progredendo di continuo: “Veniamo trasformati nell’mmagine [di Cristo], di gloria in gloria” (2 Cor 3, 18)» (Es23,1012). 


9Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera, porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe. 10Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo, guarda il volto del tuo consacrato. Forse è una preghiera per il sommo sacerdote o addirittura una richiesta perché Dio mandi finalmente l’Unto escatologico (Cf Dn 9,25). «Rivela a tutti il tuo Cristo! Che sia conosciuto da tutti il tuo Cristo, e la grazia sia effusa oltre misura, dal momento che grande è stato il peccato» (Ag37,1066). 

11Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri che mille nella mia casa. Samuele fu consacrato a Dio e portato nel tempio da bambino: «Lo offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vita» (1 Sm 1,11). «La patria nostra è nei cieli» (Fil 3,20). «La nostra vita è nascosta con Cristo in Dio» (Col 3,3). 

Stare sulla soglia della casa del mio Dio è meglio che abitare nelle tende dei malvagi. «Il padrone che aveva mandato gli inviti per il banchetto, chiama in alto colui che si è scelto il posto più basso e gli dice: “Sali più in alto” (Cf Lc 14,10. [Da parte sua], non ambisce altro se non stare dentro la casa del Signore, in qualunque posto, purché non debba rimanere fuori della porta» (Ag37,1067). 


12Il Signore concede grazia e gloria. «Ora, in un primo tempo, dona la grazia, con la quale il peccatore convertito ottiene la vita; in seguito elargisce anche la gloria. Giustificati dalla grazia divina, possiamo meritare di partecipare alla vita degli angeli» (Cs 605). 

Non rifiuta il bene a chi cammina nell’integrità. «Uno vuol possedere l'oro e perde l'innocenza. Che cosa c'è di più prezioso dell'integrità? Se quando hai la cassetta piena d'oro, ti senti ricco, quando hai il cuore ricolmo di virtù, forse sarai povero?» (Ag37,1068-1069). 

13Beato l’uomo che in te confida. «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6,33). 

Salmo 84

1Al maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo. Dio ha sempre trattato con grande benevolenza il suo popolo, ed ora il salmista gli chiede di continuare ad essere fedele al suo amore. «Dio, nelle opere di salvezza compiute a favore d'Israele, preannunciava ciò che avrebbe fatto a favore dell'umanità intera. Liberò gli Israeliti dall'Egitto, ma sottrasse tutti gli uomini alla schiavitù tirannica di Satana e li liberò dalla morte» (Td 1515). 


2Sei stato buono, Signore, con la tua terra, hai ristabilito la sorte di Giacobbe. 3Hai perdonato la colpa del tuo popolo, hai coperto ogni loro peccato. Ringrazia il Signore per aver deciso di perdonare e ricondurre in patria il popolo esiliato (Cf Td 1515), in base alla sua promessa: «Ecco, cambierò la sorte delle tende di Giacobbe e avrò compassione delle sue dimore. Sulle sue rovine sarà ricostruita la città» (30,18). Ha agito con bontà nei confronti della sua terra: benché abbia prodotto rovi e spine, essa tuttavia è tua creatura e per questo fu salvata in continuazione. 

4Hai posto fine a tutta la tua collera, ti sei distolto dalla tua ira ardente. Il ritono dall’esilio presuppone il perdono. «Dio non serba per sempre la sua ira, ma si compiace di manifestare il suo amore. Egli tornerà ad avere pietà di noi, calpesterà le nostre colpe» (Mi 7,18-19). «Decisi di riversare il mio sdegno su di loro, ma ritirai la mia mano e feci diversamente per riguardo al mio Nome» (Ez 20,21-22). «Dio ci ha riconciliati con sé mediante Cristo» (2 Cor 5,19).

5Ritorna a noi, Dio nostra salvezza, e placa il tuo sdegno verso di noi. 6Forse per sempre sarai adirato con noi, di generazione in generazione riverserai la tua ira? 7Non tornerai tu a ridarci la vita, perché in te gioisca il tuo popolo? Chiede al Signore di continuare ad agire, anche al presente, conforme alla fedeltà che ha dimostrato sempre. C’è sempre bisogno che Egli rinnovi il suo perdono. Nel tempo presente il cristiano, anche se è già stato salvato in Cristo, sperimenta ancora la sofferenza ed attende la pienezza della salvezza. «Nella speranza infatti siamo stati salvati» (Rm 8,24). 

8Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza. Israele chiede il pieno dispiegamento dell’opera di salvezza. «Quale dio è come te, che toglie l’iniquità e perdona il peccato al resto della sua eredità?» (Mi 7,18). La Chiesa chiede il compimento della redenzione già operata da Cristo: «La salvezza è Cristo stesso. Simeone, prendendo tra le braccia Gesù bambino, esclamò: “Congeda ora, Signore, il tuo servo in pace poiché i miei occhi hanno visto la tua salvezza” (Lc 2,29)» (Es23,1021). 

9Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con fiducia. Il Signore risponde alle richieste e, tramite un oracolo profetico, assicura il dono della pace (messianica). «Fu il profeta stesso a rivolgere l’invocazione a nome di tutti ed allora ricevette la risposta da parte di Dio» (Td 1549). «Ho visto le sue vie ma voglio risanarlo, guidarlo e offrirgli consolazioni. Io pongo sulle labbra “pace”, pace ai lontani e ali vicini, Io li guarirò» (Is 57,18-19). «Il Signore misericordioso pronunciò una sentenza di pace. La dona sempre a coloro che si convertono; a chi accetta di umiliarsi davanti a Lui» (Td 1549). «Non pensiamo, nel dialogare con Dio, di percepire dei suoni; i pensieri santi che affiorano nel cuore, sono parole con le quali Dio ci parla. Abbiamo un udito con il quale ascoltare la parola di Dio, entrare in relazione ed unirci a Lui» (Or 1284). 

10Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme, perché la sua gloria abiti la nostra terra. «La terra si riempirà della conoscenza della gloria del Signore, come le acque ricoprono il mare» (Ab 2,14, Cf Is 58,6-8). «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito» (Gv 1,14). 

11Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno. 12Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo. «Il profeta dice poi che due coppie di beni si incontreranno tra loro, misericordia e verità, giustizia e pace. Come se da lungo tempo non si vedessero, si abbracciano: la giustizia, sporgendosi dal cielo verso terra, e la verità, sorgendo dal basso, dalla terra» (Es23,1021). «Pratica la giustizia e avrai la pace. Se non amerai la giustizia, non potrai conseguire la pace. Tu vorresti l’una, ma non pratichi l'altra. Non c'è nessuno che rifugga dal volere la pace, mentre al contrario non tutti sono disposti a praticare la giustizia» (Ag37,1078). 

13Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; 14giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino. Dal cielo cadrà la pioggia, il suo bene, perché la terra possa ancora produrre i suoi doni. Tutto dipende dalla visita di grazia del Signore. «Forse che i cieli da sé mandano rovesci? Non sei piuttosto tu, Signore? In te noi speriamo» (Ger 14,22). «Le nubi facciano piovere la giustizia (il Giusto), si apra la terra e produca la salvezza (il Salvatore)» (Is 45,8). Il suo passaggio traccerà il cammino da seguire: «Camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato» (Ef 5,2). 

Salmo 85

1Supplica. Di Davide. Un uomo debole, afflitto viene perseguito da persone arroganti e lontane da Dio. Chiede soccorso al Signore contando sulla sua fedeltà divina, alternando motivi di lode con l’invocazione. 

Signore, tendi l’orecchio, rispondimi perché io sono povero e misero. «Alzando gli occhi a Dio, vedeva di essere niente. Ha bisogno che il Signore abbassi il suo udito divino sino alla sua piccolezza» (Es23,1029). 

2Custodiscimi perché sono fedele; tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te confida. «Se ti rivolgerai all’Onnipotente con umiltà, se allontanerai l’iniquità dalla tua tenda, se stimerai come polvere l’oro, allora sarà l’Onnipotente il tuo oro, sarà per te argento a mucchi» (Gb 22,23-25). 

3Pietà di me, Signore, a te grido tutto il giorno. «Pregate incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito» (Ef 6,18). «Da quando il corpo di Cristo ha cominciato a gemere nelle angustie sino alla fine del mondo, quest'uomo geme e grida a Dio. Ciascuno di noi leva il suo grido in tutto questo corpo. È un sol uomo che si estende sino alla fine del mondo» (Ag37,1085). 

4Rallegra la vita del tuo servo, perché a te, Signore, rivolgo l’anima mia. «…per allietare gli aflitti, per dar loro olio di letizia invece dell’abito da lutto, canto di lode invece di un cuore mesto» (Is 61,3). «[La mia anima] era a terra e sentiva l'amarezza della terra. L'ho sollevata a te, Signore, perché non si consumasse nell'amarezza, perché non perdesse tutta la dolcezza della tua grazia. Solo tu sei la letizia: il mondo è pieno di amarezza» (Ag37,1085). 

5Tu sei buono, Signore, e perdoni, sei pieno di misericordia con chi t’invoca. «Egli è misericordioso e benigno, tardo all’ira e ricco di benevolenza e si impietosisce riguardo alla sventura» (Gl 2,13). «Sei pieno di misericordia, perché mi sopporti. Rafforzami e sarò saldo. Ma, finché non mi renderai così, sopportami, perché tu, Signore, sei dolce e mite» (Ag37,1088).

6Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera e sii attento alla voce delle mie suppliche. 7Nel giorno dell’angoscia alzo a te il mio grido perché tu mi rispondi. «Ho invocato il tuo Nome dalla fossa profonda. Tu hai udito la mia voce: “Non chiudere l’orecchio al mio sfogo”. Tu eri vicino quando ti invocavo, hai detto: “Non temere!”. Hai visto, Signore, il torto che ho patito» (Lam 3,54-59). 

8Fra gli dèi nessuno è come te, Signore, e non c’è nulla come le tue opere. «Chi è come te fra gli dei, Signore? Maestoso in santità, tremendo nelle imprese, operatore di prodigi?» (Es 15,11). «Chi potrà adeguatamente calcolare la differenza che c'è tra il Creatore e le creature? Dio è ineffabile; più facilmente diciamo ciò che non è, anziché ciò che è» (Ag37,1090). 

9Tutte le genti che hai creato verranno e si prostreranno davanti a te, Signore, per dare gloria al tuo nome. 10Grande tu sei e compi meraviglie: tu solo sei Dio. «Preannunzia la Chiesa: tutte le genti, quante ne hai create. Se c'è un popolo che Dio non ha creato, non lo adorerà» (Ag37,1090). 

11Mostrami, Signore, la tua via, perché nella tua verità io cammini; «Indicami la tua via, così che io ti conosca, e trovi grazia ai tuoi occhi» (Es 33,13). «Signore, per me che a te tendo, che sto apprendendo la grande arte di pervenire alla sapienza, stabilisci una legge sulla tua via, affinché non devii. Non basta incominciare, dato che i nemici, finché non si è giunti, non si danno pace» (Ag36,198). 

Tieni unito il mio cuore, perché tema il tuo nome. «Fammi avere questo solo desiderio: rispettare la tua volontà» (tr. inter.). «Non pensi di ricevere qualcosa dal Signore un uomo che ha l’animo ocillante e instabile in tutte le sue azioni» (Gc 1,8). 

12Ti loderò, Signore, mio Dio, con tutto il cuore e darò gloria al tuo nome per sempre, 13perché grande con me è la tua misericordia: hai liberato la mia vita dal profondo degli inferi. «Il peccato mortale è tale da trascinare nel più profondo degli inferi. Tu, Signore, hai perdonato e largito i tuoi doni, strappando la mia anima dal profondo degli inferi. Ti chiedo di rendermi forte perché di nuovo non sia vinto» (Es23,1036). 

14O Dio, gli arroganti contro di me sono insorti e una banda di prepotenti insidia la mia vita, non pongono te davanti ai loro occhi.  «La folla insorse contro di loro e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere» (At 16,22-26). 

15Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, 16volgiti a me e abbi pietà: dona al tuo servo la tua forza, salva il figlio della tua serva. «Verso mezzanotte Paolo e Sila, [in carcere] cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli» (At 16,22-26). 

17Dammi un segno di bontà; vedano quelli che mi odiano e si vergognino, perché tu, Signore, mi aiuti e mi consoli. «D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti» (At 16,22-26). 

Salmo 86

1Dei figli di Core. Salmo. Canto. Gerusalemme, la città amata e abitata da Dio, diventa madre di tutti i popoli. Per il cristiano è importante la Gerusalemme del cielo: «Riguardo ad essa l'apostolo dichiara: “Vi siete accostati al monte di Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste, ad una miriade di angeli, alla Chiesa dei primogeniti iscritti nei cieli” (Eb 12,22-23). Parlando del patriarca Abramo, dice: “Aspettava la città dalle solida fondamenta il cui costruttore è Dio stesso” (Eb 11,10). Essa non brilla per lo splendore delle pietre, ma per il coro dei santi» (Td 1564). 


Sui monti santi egli l’ha fondata. «Le fondamenta della Chiesa non sono quaggiù presso di noi, ma in alto, sui monti santi, dove sussiste la grande comunione della Sion celeste e della vera città di Dio. Di tale grande città, è immagine la Chiesa» (Es23,1045). «La Gerusalemme di lassù è libera ed è la nostra madre» (Gal 4,26).

2Il Signore ama le porte di Sion più di tutte le dimore di Giacobbe. «Creerà il Signore su ogni punto del monte Sion una nube di fumo durante il giorno e un bagliore di fuoco fiammeggiante durante la notte, perché la gloria del Signore sarà sopra ogni cosa come protezione» (Is 4,19). «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei» (Ef 5,25). 

3Di te si dicono cose gloriose, città di Dio! «Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion, perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele» (Is 12,6). Il Risorto farà comparire davanti a sé «la sua Chiesa, tutta gloriosa, senza macchia, né ruga ma santa e immacolata» (Ef 5,27). 

4Iscriverò Raab e Babilonia fra quelli che mi riconoscono; ecco Filistea, Tiro ed Etiopia: là costui è nato. «Al tempo d'Israele non si vide mai che tutte queste genti convenissero a Gerusalemme, ma, dopo l'incarnazione del Salvatore, esse divennero cittadine di quella città, si aggregarono alle Chiese sparse nel mondo, abitarono la Sion celeste e si conformarono al suo stile di vita» (Td 1564.1565). «Da tempo eravamo incamminati verso di lei, ma non riuscivamo a trovare la sua via finché il re di quella stessa città non si fece via per permettere a noi di giungervi» (Ag37,1100). 

5Si dirà di Sion: «L’uno e l’altro in essa sono nati e lui, l’Altissimo, la mantiene salda». «Io pensavo: Come vorrei considerarti tra i miei figli e darti un’eredità che sia l’ornamento più prezioso dei popoli. Voi mi direte: Padre mio, e non tralascerete di seguirmi!» (Ger 3,19). «Come c'è una sola città santa, Gerusalemme, così c'è un'unica città perversa, Babilonia. Ma da Babilonia si passa a Gerusalemme. In qual modo se non ad opera di colui che giustifica l'empio?» (Ag37,1105.1106). 

6Il Signore registrerà nel libro dei popoli: «Là costui è nato». «Chi sarà rimasto in Sion sarà chiamato santo: quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme» (Is 4,3). 

7E danzando canteranno: «Sono in te tutte le mie sorgenti». Ogni popolo si vanterà di essere diventato un cittadino di Gerusalemme. 

I beati in cielo godranno della vita celeste: «Scompariranno la tribolazione e il gemito; cesseranno le suppliche, le lodi prenderanno il loro posto. Sarà, presente colui al quale ora aneliamo e “noi saremo simili a lui, perché lo vedremo come è” (1 Gv 3,2). Lassù tutte le nostre occupazioni saranno il lodare Dio e il fruire di Dio. Abiteremo e saremo abitati in modo che Dio sia tutto in tutti» (Ag37,1108). 

Salmo 87

1Canto. Salmo. Dei figli di Core. Al maestro del coro. Sull’aria di «Macalàt leannòt». Maskil. Di Eman, l’Ezraita. L’orante, colpito da una grave malattia fin da bambino, ha visto aggavare la sua situazione e si lamenta con Dio per la lunga sofferenza provata. «Manifesta anche le sofferenze dell'umanità intera, in seguito al peccato. Il salmo è la preghiera dei fedeli più maturi nella fede» (Td 1568). 


2Signore, Dio della mia salvezza, davanti a te grido giorno e notte. «Prego davanti a Te, giorno e notte per gli Israeliti, confessando i peccati» (Ne 1,6). «La vita umana del nostro Salvatore fu tutta consacrata a Dio. Si dedicava continuamente alla preghiera, vedendo già la salvezza che sarebbe seguita» (Es23,1053). 

3Giunga fino a te la mia preghiera, tendi l’orecchio alla mia supplica. «La preghiera del povero attraversa le nubi né si quieta finché non sia arrivata; non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto» (Sir 35,21). «Appare qui la grande forza della preghiera: essa consiste in parole efficaci. Come se fosse una persona, giunge al cospetto di Dio per portare a compimento il suo mandato» (Cs 623). 


4Io sono sazio di sventure, la mia vita è sull’orlo degli inferi. Gesù su sazio di sventure e si trovò in faccia alla morte: «Nei giorni della sua vita terrena Gesù offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito» (Eb 5,7). «Gesù cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora» (Mc 14,35).

5Sono annoverato fra quelli che scendono nella fossa, sono come un uomo ormai senza forze. «La tribolazione che ci è capitata, ci ha colpiti oltre misura, al di là delle nostre forze, tanto che disperavamo perfino della nostra vita. Abbiamo addirittura ricevuto su di noi la sentenza di morte, perché non ponessimo fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti» (2 Cor 1,9-10). 

6Sono libero, ma tra i morti, come gli uccisi stesi nel sepolcro, dei quali non conservi più il ricordo, recisi dalla tua mano. 7Mi hai gettato nella fossa più profonda, negli abissi tenebrosi. 8Pesa su di me il tuo furore e mi opprimi con tutti i tuoi flutti. Si sente trascurato dal Signore fino a paragonarsi ad un morto. Gesù, innocente, ha vissuto la situazione dell’umanità immersa nel peccato. «Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio» (2 Cor 5,20). Alcuni mistici hanno condiviso la tenebra vissuta da Gesù: «La convinzione di essere respinta da Dio costituisce per l'anima una pena insopportabile. Mi hai gettato nella fossa profonda. Questo stato consiste nel sentirsi privata di Dio, punita e da lui respinta, oggetto della sua indignazione» (Giovanni della Croce, Notte oscura, II,6,2). 

9Hai allontanato da me i miei compagni, mi hai reso per loro un orrore. «Tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono» (Mt 26,31. 56). 

Sono prigioniero senza scampo, 10si consumano i miei occhi nel patire. «Cristo piangeva sempre le miserie degli uomini; piangeva sulla rovina di quelli che non l’accoglievano. Ha pianto su Gerusalemme (Cf Lc 19,41) e sulla la rovina di coloro che si perdono, perché era amico degli uomini e Figlio del Padre, pieno di bontà» (Es23,1061). 

Tutto il giorno ti chiamo, Signore, verso di te protendo le mie mani. Pur vivendo un’esistenza morta, l’orante continua a sperare. «Io ho fiducia nel Signore, che ha nascosto il suo volto, e spero in lui» (Is 8,17). «Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di Lui?» (Lc 18,7)». 

11Compi forse prodigi per i morti? O si alzano le ombre a darti lode? 12Si narra forse la tua bontà nel sepolcro, la tua fedeltà nel regno della morte? 13Si conoscono forse nelle tenebre i tuoi prodigi, la tua giustizia nella terra dell’oblio? Può forse accadere che un morto, dissolto nella polvere, possa godere della tua bontà e sperare nella tua azione di salvezza? (Cf Td 1572). Da parte suo Cristo dichiara: «Se tu, o Padre, hai voluto che io arrivassi sino a questo, nella morte e nella profondissima fossa, ciò è stato soltanto perché volevi elargire prodigi ai morti» (Es23,1061). «Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me, non rimanga nelle tenebre» (Gv 12,46). 


14Ma io, Signore, a te grido aiuto e al mattino viene incontro a te la mia preghiera.15Perché, Signore, mi respingi? Perché mi nascondi il tuo volto? «Il Padre non abbandona mai il Figlio. Perciò se in un passo Gesù dichiara: “Perché mi hai abbandonato?” aggiunge subito in un altro: “Sei lontano dalla mia salvezza [ma non assente] ”(Sal 21,2)» (Bs 1055).

16Sin dall’infanzia sono povero e vicino alla morte, sfinito sotto il peso dei tuoi terrori. «Nella sua giovinezza Cristo è stato povero trai poveri; si è fatto povero per noi, affinché diventassimo ricchi grazie alla sua povertà (cf 2 Cor 8,9)» (Es23,1065). 

17Sopra di me è passata la tua collera, i tuoi spaventi mi hanno annientato, 18mi circondano come acqua tutto il giorno, tutti insieme mi avvolgono. «Questa fu la persuasione dei crocifissori, i quali erano convinti che l'ira di Dio si fosse scatenata contro Gesù che avevano potuto mandare a morte» (Ag37,1113). «Nell’eccesso della sua tenerezza e del suo amore per gli uomini, Gesù gemeva sugli uomini che si perdono per la loro malvagità, parlandone come di cosa propria» (Es23,1068). 

19Hai allontanato da me amici e conoscenti, mi fanno compagnia soltanto le tenebre. «Questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre» (Lc 22,53). «Gesù insegnava ai discepoli a non cercare in modo repentino la soluzione delle avversità, ma a sopportare fortemente gli eventi» (Crisostomo, Omelie su Matteo/2, 50,1).§ «Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato» (Lc 23,54).

Salmo 88

Il re è stato deportato in esilio e la promessa divina, che aveva assicurato la durata perenne della dinastia del re Davide, sembra dissolversi. Nella prima parte, il salmista celebra la fedeltà di Dio e ricorda la promessa assicurata a Davide. Nella seconda parte, lamenta la situazione di crisi in cui versa la monarchia. 

2Canterò in eterno l’amore del Signore, di generazione in generazione farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà, 3perché ho detto: «È un amore edificato per sempre; nel cielo rendi stabile la tua fedeltà». Il binomio amore (chasdè Adonai) e fedeltà (emunatechà), richiamato più volte nel salmo, è proprio di Dio. «Dio non mentisce» (Tt 1,2). «Se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso» (2 Tm 2,13). 

4«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto, ho giurato a Davide, mio servo. 5Stabilirò per sempre la tua discendenza, di generazione in generazione edificherò il tuo trono». Viene evidenziata, subito, la promessa di Dio a Davide, accompagnata da un giuramento. «Il tuo trono sarà reso stabile per sempre» (2 Sm 7,16). «Con Noé, con Abramo, non aveva fatto alcun giuramento, ma con il suo eletto, ha interposto un giuramento» (Es23,1075). L’elezione si estende, in seguito, a tutto il popolo: «Stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati a Davide» (Is 55,3). La promessa divina si realizzerà con l’invio del Messia, Gesù Cristo. «[Queste parole non si riferiscono] soltanto a Cristo, ma anche a tutti noi che crediamo in lui. Siamo, infatti, membra di quel capo. Se il capo è glorificato per sempre, per sempre sono glorificate anche le membra, in modo che Cristo resti tutto intero per l'eternità» (Ag37,1122). 

6I cieli cantano le tue meraviglie, Signore, la tua fedeltà nell’assemblea dei santi. Riprende la celebrazione della fedeltà di Dio che opera meraviglie, esaltata dalla corte celeste. 

7Chi sulle nubi è uguale al Signore, chi è simile al Signore tra i figli degli dèi? La promessa è sicura perché fondata sulla misericordia e onnipotenza divina. Le divinità sono inerti, mentre il Signore agisce in conformità alla sua fedeltà. «Esse non sono in grado di corrispondere nei fatti al loro nome e non risultano affatto ciò che promettono di essere. Al contrario, dal tuo Nome, Signore, provengono opere corrispondenti ad esso e ne confermano la veridicità» (Td 1216).

8Dio è tremendo nel consiglio dei santi, grande e terribile tra quanti lo circondano. «Io ho visto il Signore seduto sul trono; tutto l’esercito del cielo stava alla sua destra e alla sua sinistra» (2 Cr 18,17). 

9Chi è come te, Signore, Dio degli eserciti? Potente Signore, la tua fedeltà ti circonda. «L’espressione “chi è simile a te”, non sta a significare la rarità ma la totale assenza di paragone. Nessuno è simile al Signore perché, gli dice, tu sei potente, la verità delle tue parole e delle tue promesse ti circondano [sono una cosa sola con te]» (Ag37,1127). 

10Tu domini l’orgoglio del mare, tu plachi le sue onde tempestose. Espone l’onnipotenza divina che appare, in primo luogo, nella creazione. Il Creatore ha ordinato la massa confusa delle acque. «Il mare è la regione delle potenze avverse, dei demoni e degli spiriti maligni» (Es23,1084). «Il mondo nella sua malvagità può infuriare, avvalendosi della sua volontà perversa; ma potrà, forse, andare oltre i limiti fissatigli dal Creatore di tutte le cose?» (Ag37,1127). 

11Tu hai ferito e calpestato Raab, con braccio potente hai disperso i tuoi nemici. «Non sei tu che hai fatto a pezzi Raab, che hai trafitto il drago? Non sei tu che hai prosciugato il mare, le acque del grande abisso, e hai fatto delle profondità del mare una strada, perché vi passassero i redenti?» (Is 51,10). 

12Tuoi sono i cieli, tua è la terra, tu hai fondato il mondo e quanto contiene; 13il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati, il Tabor e l’Ermon cantano il tuo nome. 14Tu hai un braccio potente, forte è la tua mano, alta la tua destra. «Sono nominati due monti, come parte eletta tra gli altri. Circa la potenza del braccio e la forza della destra: anche queste virtù degne di Dio era necessario ricordare, parlando delle promesse fatte a Davide. Nulla si opporrà al tuo volere, perché con il volere hai anche il potere» (Es23,1084). 

16Beato il popolo che ti sa acclamare: camminerà, Signore, alla luce del tuo volto; 17esulta tutto il giorno nel tuo nome, si esalta nella tua giustizia. «Per i Giudei vi era luce, letizia, esultanza, onore» (EstE 8,16). «La strada dei giusti è come la luce dell’alba che aumenta lo splendore fino al meriggio» (Pr 4,18)

18Perché tu sei lo splendore della sua forza e con il tuo favore innalzi la nostra fronte. «Chi vuol vantarsi, si vanti di avere senno e di conoscere me, perché io sono il Signore che pratico la bontà, il diritto e la giustizia sulla terra, e di queste cose mi compiaccio” (Ger 9,22-23). “Chi si gloria, si glori del Signore” (2 Cor 10,17). 

19Perché del Signore è il nostro scudo, il nostro re, del Santo d’Israele. Il popolo viene beneficato dal Santo per mezzo del servizio del sovrano e, perciò, nel seguito narra l’elezione di Davide. 

20«Ho portato aiuto a un prode, ho esaltato un eletto tra il mio popolo. 21Ho trovato Davide, mio servo, con il mio santo olio l’ho consacrato»; 22la mia mano è il suo sostegno, il mio braccio è la sua forza. «Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi» (1 Sam 16,13). «Ho molto cercato tra gli uomini per trovare qualcuno degno di me, e ha fatica ho potuto trovare questo mio servo [Davide] che intendeva costruire a me una casa. Edificherò io stesso per me un tempio santissimo, traendolo dalla sua discendenza, [sarà] il Verbo, divenuto uomo dal seme di Davide. Da questo punto conviene riferire tutto a Cristo che nascerà dal seme di Davide» (Es23,1097). 

23Su di lui non trionferà il nemico né l’opprimerà l’uomo perverso. 24Annienterò davanti a lui i suoi nemici e colpirò quelli che lo odiano. 25La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui e nel mio nome s’innalzerà la sua fronte. 26Farò estendere sul mare la sua mano e sui fiumi la sua destra. La solidità del Regno davidico sarà assicurata da Gesù: «Sapete chi sia questo eletto? È [Cristo Gesù], colui per la cui esaltazione voi vi rallegrate, il David nato dalla discendenza di David. La mia mano lo aiuterà e il mio braccio lo conforterà» (Ag37,1129). «Sarà superiore a tutti quelli che combattono contro di lui; spezzerà le persecuzioni contro la sua Chiesa e conferirà gloria e potenza alla parola della sua dottrina» (Es23,1104). 

27Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza”. 28Io farò di lui il mio primogenito, il più alto fra i re della terra. Davide, consacrato come re, verrà considerato figlio eletto di Dio. Gesù, che invoca Dio col nome di “Abbà Padre” (Cf Mc 14,36), sarà insediato nel cielo stesso, alla destra di Dio Padre: «Lo fece sedere alla sua destra nei cieli» (Ef 1,20). «Egli è primogenito di tutta la creazione» (Col 1,15). «Il primogenito tra molti fratelli» (Rm 8,29). 

29Gli conserverò sempre il mio amore, la mia alleanza gli sarà fedele. 30Stabilirò per sempre la sua discendenza, il suo trono come i giorni del cielo. Viene evocata ora la promessa di Dio a Davide: «Il tuo trono sarà reso stabile per sempre» (2 Sam 7,16). «Il Signore Dio darà [a Gesù] il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine» (Lc 1,33). 

31Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge e non seguiranno i miei decreti, 32se violeranno i miei statuti e non osserveranno i miei comandi, 33punirò con la verga la loro ribellione e con flagelli la loro colpa. 34Ma non annullerò il mio amore e alla mia fedeltà non verrò mai meno. 35Non profanerò la mia alleanza, non muterò la mia promessa. 36Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre: certo non mentirò a Davide. Le eventuali colpe dei successori di Davide non determineranno la fine della sua dinastia. «Molto è ciò che Dio promette ai cristiani: se non osserveranno i miei comandamenti, io non li abbandonerò sì che vadano perduti. Ma cosa farò? Visiterò con la verga le loro iniquità. La misericordia non è dunque in lui soltanto quando chiama ma anche quando punisce (Ag37,1131). 

37In eterno durerà la sua discendenza, il suo trono davanti a me quanto il sole, 38sempre saldo come la luna, testimone fedele nel cielo». Nuova conferma della perennità del regno di Davide. La stessa promessa vale per Cristo e i suoi fedeli: «La sua discendenza resta in eterno, perché il Signore conosce i suoi. Suo trono sono coloro nei quali egli domina, coloro al di sopra dei quali siede, coloro che egli governa» (Ag37,1133). 

39Ma tu lo hai respinto e disonorato, ti sei adirato contro il tuo consacrato; 40hai infranto l’alleanza con il tuo servo, hai profanato nel fango la sua corona. 

41Hai aperto brecce in tutte le sue mura e ridotto in rovine le sue fortezze; 42tutti i passanti lo hanno depredato, è divenuto lo scherno dei suoi vicini. 43Hai esaltato la destra dei suoi rivali, hai fatto esultare tutti i suoi nemici. 44Hai smussato il filo della sua spada e non l’hai sostenuto nella battaglia. 45Hai posto fine al suo splendore, hai rovesciato a terra il suo trono. 46Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza e lo hai coperto di vergogna. 47Fino a quando, Signore, ti terrai nascosto: per sempre? Arderà come fuoco la tua collera? Lamentazione a motivo dell’apparente venir meno della promessa divina, dal momento che la discendenza di Davide sembra destinata a scomparire. Dio sembra il responsabile della catastrofe. L’unica possibile risposta è la speranza messianica. Dal punto di vista cristiano, la promessa viene ripresa e consolidata nella risurrezione di Gesù (Cf At 13,22-23): «Avevi promesso tante cose e poi tu stesso hai fatto tutto il contrario! Avrà dunque Dio promesso o giurato il falso. Nella Scrittura si presenta David come termine delle promesse, le quali però si sarebbero dovute realizzare al completo nella sua discendenza, cioè in Cristo» (Ag37,1135). 

48Ricorda quanto è breve la mia vita: invano forse hai creato ogni uomo? 49Chi è l’uomo che vive e non vede la morte? Chi potrà sfuggire alla mano degli inferi? 50Dov’è, Signore, il tuo amore di un tempo, che per la tua fedeltà hai giurato a Davide? L’orante sente come propria la disfatta del suo popolo; teme di morire prima di conoscere la nuova situazione. 

51Ricorda, Signore, l’oltraggio fatto ai tuoi servi: porto nel cuore le ingiurie di molti popoli, 52con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano, insultano i passi del tuo consacrato. Sebbene non sappia come si potrà realizzare la promessa di Dio, il salmista continua a sperare in Lui e ad invocarlo. «Ricordati, Signore, dell'umiliazione dei tuoi servi. Cristo vive, è già nel cielo seduto alla destra del Padre ma, intanto, i cristiani sono coperti di vergogna. Ricordati, Signore! In te, nel tuo ricordo, c'è una immensa dolcezza. Di che cosa ti devi ricordare? Ricordati dell'umiliazione dei tuoi servi, delle offese di molte genti» (Ag37,1138). 

Termina il terzo libro dei Salmi con l’acclamazione: Benedetto il Signore in eterno. Amen, amen.

Risposta alla crisi

Dio intervenga a risarcire, con una grazia più abbondante, il danno sofferto dal popolo (89). Il Signore provvede in ogni circostanza (90). Il malvagio agressore (Babilonia) verrà annientato e il giusto crescerà come palma (91). Il progetto divino è superiore a qualsiasi tempesta (92). Il Signore non respinge il suo popolo ma lo accompagna in qualunque traversia (93). 

Salmo 89

Inizia il quarto libro dei Salmi (89-105). Il salmista, in seguito alla distruzione di Gerusalemme e all’esilio, protesta con Dio per la durezza della situazione. Chiede perfino che Egli si ravveda e provveda un risarcimento per la sofferenza patita. 

Di Mosè, uomo di Dio. Quando Israele perdette la terra ricevuta in dono da Dio, a causa del peccato, tornò a confidare nell’intercessione di Mosè, il profeta che aveva reso possibile l’ingresso nella terra e che si era mostrato un valido intercessore. Ora Mosè è un’immagine della Chiesa intera che ringrazia e intercede (Cf BW 335). 

1Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione. «Al posto di rifugio, l'ebraico porta maon, termine che dà più il senso di dimora che di rifugio. Uno che si trova in pieno uragano cerca rifugio sotto una rupe o sotto un tetto. Così l'uomo fin dal primo momento che è stato creato si rivolge a Dio perché lo aiuti; se è stato creato, lo deve a un suo dono gratuito, e se riesce a tenersi in vita lo deve alla sua misericordia, senza di lui non può compiere nessuna opera buona» (Gr Lettera CXL,5). «Il Signore sempre fu un rifugio per il popolo. Lo fu quando esso era in Egitto, nel cammino nel deserto, al tempo di Giosuè, di Gedeone, di Samuele e di Davide. Per mezzo dei profeti si prese cura di loro e concesse ogni tipo di aiuto. L'umanità intera, ricordando i benefici di Dio, può far proprie queste parole» (Td 1599). 

2Prima che nascessero i monti e la terra e il mondo fossero generati, da sempre e per sempre tu sei, o Dio. 4Mille anni, ai tuoi occhi, sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte. «Davanti al Signore, un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo» (2 Pt 3,8). Dio, essendo l’Eterno, diventa un fondamento stabile e sicuro per ogni generazione. «Esisti prima di ogni creatura; sei eterno, senza principio e fine; non sei racchiuso nei limiti del tempo» (Td 1599). 

3Tu fai ritornare l’uomo in polvere, quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo». Ricorda la parola rivolta da Dio ad Adamo: “Polvere tu sei e in polvere tornerai” (Gen 3,19). La morte è la triste fine del nostro uomo vecchio ma è anche la condizione per la creazione di una nuova condizione di vita perfetta. Dakkà, tradotto con polvere, indica piuttosto frantumazione, avvilimento. Tutti possiamo sperimentare delle frantumazioni e corriamo il rischio di morire nello spirito, prima di morire fisicamente: «Invoco te, che esisti da sempre, che sei l'eterno e sei sempre stato un rifugio, perché non ci trascuri, circondati come siamo da tanti e così grandi mali» (Td 1599.1601). 

5Tu li sommergi: sono come un sogno al mattino, come l’erba che germoglia; 6al mattino fiorisce e germoglia, alla sera è falciata e secca. «Ogni uomo è come l’erba e tutta la sua grazia è come un fiore del campo» (Is 40,6-7). «Si leva il sole col suo ardore e fa seccare l’erba. Così anche il ricco nelle sue imprese appassirà» (Gc 1,11). 

7Sì, siamo distrutti dalla tua ira, atterriti dal tuo furore! 8Davanti a te poni le nostre colpe, i nostri segreti alla luce del tuo volto. 9Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua collera, consumiamo i nostri anni come un soffio. Le disillusioni della vita sono aggravate dall’esperienza delle conseguenze negative dei nostri peccati (Cf Sal 38,7-12). «Eravamo per natura meritevoli d’ira, come tutti gli altri» (Ef 2,3). «Ci hai sottoposti a queste sofferenze, quando hai visto che trascuravamo le tue leggi» (Td 1604). «Se non fosse d’utilità per la conversione, Dio non punirebbe mai le trasgressioni con delle pene» (Or13,668). Non si vendica ma corregge e stimola la conversione. «Non darò sfogo all’ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Èfraim, perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò da te nella mia ira» (Os 11,9).

10Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, e il loro agitarsi è fatica e delusione; passano presto e noi voliamo via. «In modo simile si esprime il patriarca Giacobbe: “Pochi e tristi sono stati gli anni della mia vita” (Gen 47,9). Il salmista si riferisce a ciò che avviene alla maggior parte delle persone. Il tempo trascorso, sempre breve, è cosparso di dispiaceri e fatiche. Quanti mali soffriamo a motivo di una pena dopo tutto assai mite!» (Td 1604). 

11Chi conosce l’impeto della tua ira? [versetto di difficile comprensione; lett: Chi conosce l’impeto della tua ira? Come il tuo timore è la tua ira;]. «È di pochissimi uomini, conoscere il senso della tua ira, perché con moltissima gente, in realtà, tu ti adiri quando li risparmi. Quando tu mandi tribolazioni, questo è segno non della tua ira ma piuttosto della tua mansuetudine. Sono mezzi con cui correggi ed ammaestri coloro che ami, affinché non siano tormentati dalle pene eterne» (Ag37,1145). «Se dimentico della misericordia, mi trattenevo troppo sul giudizio, venivo preso da paura. Se mi tenevo troppo stretto alla misericordia venivo preso da trascuratezza» (Be 806). 

12Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio. «Il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo» (Os 11,7.8). «Ci procuriamo ricchezze, generiamo figli, ci affatichiamo, ci montiamo la testa come se fossimo dei re e non ci rendiamo conto che stiamo tessendo una tela di ragno» (Gr 1093). 

13Ritorna, Signore: fino a quando? Abbi pietà dei tuoi servi! Si rivolge con fiducia a Dio che sembra aver abbandonato gli uomini: «Io ho fiducia nel Signore, che ha nascosto il suo volto alla casa di Giacobbe, e spero in lui» (Is 8,17). In ebraico l’imperativo ritorna (shuvà), è lo stesso verbo usato per parlare di conversione (Shuv). «Convertiti, Signore! Così parla l’uomo a Dio, il reo al Giudice? Sì fratelli, perché è lui (Cristo) che porta i nostri peccati e soffre per noi. Convertiti da Dio a uomo, da padrone a servo, da giudice a padre» (Crisologo, PL 52,327). «Come potrei abbandonarti? Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione» (Os 11,7.8). 

14Saziaci al mattino con il tuo amore. «“Signore, non continuare a trascurare quelli che stanno soffrendo ma accogli le loro suppliche e tratta con benevolenza i tuoi servi”. Chiedono questo dono non per i loro meriti ma per la fedeltà di Dio» (Td 1605). Tuttavia «sarò saziato quando si manifesterà la tua gloria (Cf Sal 16,15). Finché questo non accadrà, nessun bene ci basterà, né dovrà bastarci! Il nostro desiderio non deve fermarsi sulla via, ma protendersi verso la meta finale finché non vi giunga» (Ag37,1147). 

15Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti. «Donaci gioia al posto del dolore e concedi di uscire da questa sofferenza opprimente» (Td 1605). «Creo nuovi cieli e nuova terra; non si ricorderà più il passato, poiché si godrà e si gioirà sempre di quello che sto per creare» (Is 65,17).

16Si manifesti ai tuoi servi la tua opera. «Siamo sue creature, non soltanto in Adamo ma anche in quanto “siamo stati creati in Cristo Gesù, per le opere buone che Dio ha preparato affinché in esse camminassimo” (Ef 2,10)» (Ag37,1148). 

17Sia su di noi la dolcezza del Signore: rendi salda per noi l’opera delle nostre mani, l’opera delle nostre mani rendi salda. «… per la dolcezza e la mansuetudine di Cristo» (2 Cor 10,1). Il popolo conosca un Dio amabile, anziché adirato, anche se giustamente. Chiede inoltre che Egli consolidi il nostro agire, perché è Dio «che suscita in noi e il volere e l'operare conforme alla buona volontà (Fil 2,13)». «Se noi attribuissimo al nostro libero arbitrio il raggiungimento delle virtù e l'esecuzione dei precetti divini, come ricorreremmo a questa preghiera: Conferma l'opera delle nostre mani?» (Cs 923). 

Salmo 90

Il Signore protegge chi confida in Lui, anche nelle circostanze più critiche. Gesù, nel deserto, respinge una tentazione di Satana, citando un versetto di questo salmo (Cf Mt 4,1-11), che così «profetizza la tentazione dello stesso nostro Salvatore nel deserto…» (Es23,1141). 

Chi abita al riparo dell’Altissimo, passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente. Fedeli devoti trascorrevano la notte all’interno del tempio (in attesa d’un oracolo da parte di Dio). “Passare la notte” è anche attraversare i travagli della vita: «Quando ti piombano addosso le tribolazioni, sii forte e paziente! Abiterai nell'aiuto dell'Altissimo. Se, invece, ti allontanerai da esso, non essendo in grado di sostenerti da solo, cadrai» (Ag37,1150). 

2Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio in cui confido». «Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna» (Is 26,4). «Egli [Ezechia] confidò nel Signore, Dio d’Israele. Dopo non vi fu uno come lui tra tutti i re di Giuda, né tra quelli che ci furono prima. Aderì al Signore e non si staccò da lui; osservò i precetti che il Signore aveva dato a Mosè. Il Signore fu con lui ed egli riusciva in tutto quello che intraprendeva» (2 Re 18,5-6). 

3Egli ti libererà dal laccio del cacciatore. «Il fedele non soltanto apparirà superiore ai nemici che si opporranno a lui in modo aperto, ma anche a quelli che lo osteggeranno con iniziative occulte» (Td 1609). «Il cristiano che, sentendo parole sprezzanti da parte dei pagani pagani, si vergogna [della sua fede], cade nel laccio dei cacciatori. In modo simile, coloro che cercano di essere più virtuosi, vengono derisi da altri cristiani» (Ag37,1152). 

e dalla peste che distrugge. «Quando nella terra ci sarà fame o peste, ogni preghiera e ogni supplica di un solo individuo o di tutto il tuo popolo Israele, di chiunque abbia patito piaga e dolore e stenda le mani verso questo tempio, tu ascoltala dal cielo» (2 Cr 6,28-30). 

4Ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troverai rifugio. Le penne sono un’allusione alle ali dei Cherubini posti di fianco all’arca santa (Cf Es 25,18-20). «Come un’aquila, egli spiegò le ali e lo prese, lo sollevò sulle sue ali. Il Signore, lui solo lo ha guidato» (Dt 32,11). «Chiama penne i soccorsi della provvidenza» (Td 1609). 

La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza. «Tu [Golia] vieni a me con la spada, con la lancia e con l’asta. Io [Davide] vengo a te nel nome del Signore» (1 Sm 17,45). «Attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo» (Ef 6,10-11). 

5Non temerai il terrore della notte né la freccia che vola di giorno, 6la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a mezzogiorno. Dio protegge soprattutto dalle insidie invisibili, contro le quali non siamo in grado di difenderci. «Gli occhi del Signore sono su quelli che lo amano; egli è protezione potente e sostegno vigoroso, riparo dal vento infuocato e dal sole meridiano, difesa contro gli ostacoli, soccorso nella caduta. Il Signore solleva l’anima e illumina gli occhi, concede guarigione, vita e benedizione» (Sir 34,19-20). 

7Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra, ma nulla ti potrà colpire. «Rimase solo Noè e chi stava con lui nell’arca» (Gen 7,23). «Dopo aver esaurito ogni genere di tentazione, il diavolo si allontanò da Gesù» (Lc 4,13). 

8Basterà che tu apra gli occhi e vedrai la ricompensa dei malvagi! «Se hai scelto una vita tribolata secondo Cristo, non verrà su di te il male che ti è venuto da una condotta di vita mondana. Se amerai la rinuncia, la tristezza non ferirà il tuo cuore, né renderà cupo il tuo volto. Chi si allontana dal piacere, spunta le frecce della tristezza. Cristo si mostra a chi lotta e gli offre una gioia indicibile» (Teolepto, Discorso sull’attività nascosta in Cristo, Filocalia 3, p. 500-501). 

9«Sì, mio rifugio sei tu, o Signore!». Tu hai fatto dell’Altissimo la tua dimora. [Me’onecha Cf Sal 89,1] «Chi sono coloro che vincono, se non coloro che non presumono di se stessi e dicono al Signore: Tu mi libererai, non sarò io a liberare me stesso» (Ag37,1157). 

10Non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda. «Se vuoi vedere i beni che Dio ha preparato per coloro che lo amano, rimani nel deserto del rinnegamento di te stesso. Vedrai la vita divina e da allora il flagello delle passioni non si avvicinerà alla tua tenda» (N. Stethatos, I, Capitoli pratici 75, Filocalia 3). 

11Egli per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie. 12Sulle mani essi ti porteranno, perché il tuo piede non inciampi nella pietra. «Nel salmo leggiamo: “L'angelo del Signore si accampa attorno a coloro che temono Dio e li salva” (33,8). Il patriarca Giacobbe dichiara: “L'angelo che mi ha liberato da ogni male” (Gen 48,16). Abramo si è rivolto al suo servo con queste parole: “Il Signore manderà con te il suo angelo e darà felice esito al tuo viaggio” (Gen 24,40). In tutti questi passi apprendiamo come Dio custodisca quanti sperano in Lui mediante il ministero degli angeli» (Td 1613). 

13Calpesterai leoni e vipere, schiaccerai leoncelli e draghi. «Ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni» (Dt 8,15).  «Ecco, io [Gesù] vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi» (Lc 10,19). «Il leone aggredisce apertamente, il serpente insidia di nascosto. Quando erano uccisi i martiri, il diavolo era leone inferocito; quando i corruttori tendono insidie, è serpente che striscia. Non ti ha divorato il leone; non ti inganni il drago» (Ag37,1168). 

14«Lo libererò, perché a me si è legato, lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome. Il sacerdote comunica la risposta del Signore al pellegrino che ha vegliato nel tempio. «Questo insegna Dio mostrando quale sia il risultato della speranza in Lui» (Es23,1616). Il merito del fedele sta nell’essersi legato a Dio (il verbo ebraico hasaq indica l’innamorarsi, il desiderare, l’aderire). 

15Mi invocherà e io gli darò risposta. «“Mentre ancora stai parlando, dirò: Eccomi” (Is 58,9). Quale padre darebbe retta così ai figli? Quale madre è così disponibile e continuamente presente, nel caso la chiamino i bambini? Non c'è nessuno, né padre né madre, ma Dio che sta continuamente in attesa, se mai qualcuno dei suoi lo invoca» (Crisostomo, PG 58,538-539)§. 

Nell’angoscia io sarò con lui, lo libererò e lo renderò glorioso. «Quando soffri, non temere che Dio non sia con te. Sia con te la fede e Dio sarà con te nella tribolazione. A volte forse penserai d'essere abbandonato, per il fatto che non ti libera quando tu vuoi» (Ag37,1169). «Il Padre non abbandona mai il Figlio. Perciò se in un passo Gesù dichiara: “Perché mi hai abbandonato?” aggiunge subito in un altro: “Sei lontano dalla mia salvezza [ma non assente] ”(Sal 21,2)» (Bs 1055). 

16Lo sazierò di lunghi giorni e gli farò vedere la mia salvezza». «Il salmo preannuncia tutto lo svolgersi della vita del nostro Salvatore. Fa allusione alla tentazione nel deserto ma, mostrando gli angeli al servizio della sua persona, allude alla sua vita. Quando dice che ha calpestato il leone e il drago, mostra la vittoria che ha riportato contro i demoni, con la sua morte. Quando aggiunge: lo renderò glorioso, richiama la risurrezione» (Es23,1165). 

Salmo 91

Salmo. Canto. Per il giorno del sabato. Recitato dai leviti nel tempio durante il rito mattutino del sabato. «Gli uomini di Dio, mostravano sulla terra l’immagine del Sabato. Cercavano la libertà sospendendo l’esecuzione delle opere ordinarie e, dandosi alla contemplazione delle realtà divine, perseveravano nella meditazione delle parole di Dio. La Parola del Nuovo Testamento trasferisce la festa del sabato [alla domenica]. Così ci trasmette l’immagine del vero riposo, il giorno salvifico del Signore, il primo giorno della luce, nel quale, il Salvatore, riportata la vittoria sulla morte, siede alla destra del Padre» (Es23,1168.1169). 

2È bello rendere grazie al Signore e cantare al tuo nome, o Altissimo, 3annunciare al mattino il tuo amore, la tua fedeltà lungo la notte, 4sulle dieci corde e sull’arpa, con arie sulla cetra. Dio viene celebrato per tutta l’estensione del tempo (giorno e notte), con grande gioia (gli strumenti musicali) a motivo della sua fedeltà. «La sua grandezza è illimitata: sia quindi illimitata anche la tua lode. Se non ci sarà tempo in cui tu non sia di Dio, non si darà nemmeno tempo in cui tacerà in te la tua lode» (Ag37,1872). 

5Perché mi dai gioia, Signore, con le tue meraviglie, esulto per l’opera delle tue mani. Allusione agli interventi salvifici di Dio nel corso della storia: «Innalzate canti di gioia per Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode e dite: “Il Signore ha salvato il suo popolo”» (Ger 31,7). «Opera delle sue mani potrebbe essere il giorno del quale è detto: “Questo è il giorno che ha fatto il Signore, esultiamo in esso” (Sal 117,24). Si tratta del giorno della risurrezione» (Es23,1173). 

6Come sono grandi le tue opere, Signore, quanto profondi i tuoi pensieri! «Grandi e mirabili sono le tue opere, giuste e vere le tue vie, Re delle genti! O Signore, chi non temerà e non darà gloria al tuo nome?» (Ap 15,3-4). «L’espressione quanto profondi amplifica il senso della meraviglia. La tua sapienza manifesta una profondità che per noi rimane inaccessibile. Chi può comprendere le motivazioni profonde del tuo agire?» (Td 1617). 

7L’uomo insensato non li conosce e lo stolto non li capisce. «L’uomo naturale non comprende le cose dello Spirito» (1 Cor 2,14). «Chi è privo di sapienza nega che l’universo sussista per la provvidenza. Attribuisce opere di Dio tanto grandi al destino, al caso irrazionale. Vedendo tante anomalie nella vita mortale, s’indigna e bestemmia. Da parte mia sono persuaso che le ragioni del tuo giudizio superano la mia piccolezza» (Es23,1176). 

8Se i malvagi spuntano come l’erba e fioriscono tutti i malfattori, è solo per la loro eterna rovina, 9ma tu, o Signore, sei l’eccelso per sempre. «Chi non segue i comandamenti di Dio, perseguita se stesso» (Cs 658). «Immagina una pietra. Non appena l'allontani dal calore diventa fredda, poiché non ha un calore suo proprio ma è riscaldata dal sole o dal fuoco. È chiaro, quindi, che non era una sua risorsa innata ciò che la rendeva calda, ma il suo calore proveniva o dal sole o dal fuoco. Così anche tu, se ti allontanerai da Dio ti raffredderai; se ti avvicinerai a Dio ti riscalderai» (Ag37,1175).

11Tu mi doni la forza di un bufalo. Il bufalo è forte a motivo delle sue corna: “Dio che lo ha fatto uscire dall’Egitto, è per Israele come le corna del bufalo” (Nm 23,22). 

Mi hai cosparso di olio splendente. «Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi» (1 Sm 16,13). «È Dio stesso che ci conferma in Cristo, ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito» (2 Cor 1,21). 

12I miei occhi disprezzeranno i miei nemici e, contro quelli che mi assalgono, i miei orecchi udranno sventure. «Sorprende i saccenti nella loro astuzia e fa crollare il progetto degli scaltri. Di giorno incappano nel buio, in pieno sole brancolano come di notte» (Gb 5,13.14). «Se quest’opera [la fede cristiana] fosse di origine umana, verrebbe distrutta; ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerla» (At 5,38-39).

13Il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano; 14piantati nella casa del Signore, fioriranno negli atri del nostro Dio. «La Sapienza elogia se stessa: “Sono cresciuta come un cedro sul Libano, come una palma in Engaddi”» (Sir 24,11). «Efraim, lo vedo come una palma piantata in luoghi verdeggianti» (Osea 9,13). «Il giusto non è come l’erba ma fiorirà come palma; solleverà in alto le radici e la chioma, che non si volgeranno a terra ma si protenderanno verso il cielo» (Es23,1180). «La tua bellezza si manifesterà alla fine. Sia salda la tua radice: la nostra radice è piantata in alto, poiché nostra radice è Cristo, che è asceso al cielo» (Ag37,1179). 

15Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno verdi e rigogliosi, 16per annunciare quanto è retto il Signore, mia roccia: in lui non c’è malvagità. Il vangelo parla di anziani ancora vegeti e ricchi di frutti: Simeone (Lc 2, 25-32) ed Anna (Lc 2, 36-38). «Cristo abiti per la fede nei vostri cuori; radicati nella carità, siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio» (Ef 3,17.19). 

Salmo 92

Nel creare il mondo, Dio ha dominato il caos e, in questo modo, ha dato stabilità al mondo. Nei rivolgmenti storici, quando sembra che il caos torni a dominare, di nuovo offre sicurezza al suo popolo: «Le nazioni fanno fragore come il fragore di molte acque, ma egli le minaccia, esse fuggono lontano» (Is 17, 12-14). 

1Il Signore regna, si riveste di maestà: si riveste il Signore, si cinge di forza. È stabile il mondo, non potrà vacillare. «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annunzia la salvezza, che dice a Sion: “Regna il tuo Dio”» (Is 52,7). «Quando Cristo, vinta la morte, assunse il regno, si è compiuto l’oracolo: si è rivestito il Signore di maestà. Si alzò e raddrizzò il mondo, lo rese saldo in modo che nulla potesse più scuoterlo dalla pietà secondo Dio» (Es23,1185). 

2Stabile è il tuo trono da sempre, dall’eternità tu sei. «Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre!» (Eb 13,8). 

3Alzarono i fiumi, Signore, alzarono i fiumi la loro voce, alzarono i fiumi il loro fragore. 4Più del fragore di acque impetuose, più potente dei flutti del mare, potente nell’alto è il Signore. «La sua voce [del Risorto] era simile al fragore di grandi acque» (Ap 1,15). «Quanti confidano in Lui, non hanno motivo di temere le ondate. La bestia che dimora nel mare lo rende rombante e tumultuoso; minaccia di inondare e distruggere la Chiesa di Dio (Cf Ap 13,1). Suscitavano terrore i flutti del mare, quando i discepoli, gridarono al Signore Gesù: “Salvaci, siamo perduti! Allora Egli rimproverò il mare e si fece grande bonaccia” (Mt 8,26)» (Es23,1192). «Gesù ha permesso in questi giorni che cadessi in mare, per farmi intendere più imperioso il bisogno di lui. Mentre sto per sommergermi, Gesù, camminando sulle acque, mi viene incontro sorridente a salvarmi. La mia miseria è il trono della sua misericordia» (Giovanni XXIII, Il Giornale dell'anima, 15)

5Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti! «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Mc 13,31). «Erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla bocca [di Gesù]» (Lc 4,22). 

La santità si addice alla tua casa per la durata dei giorni, Signore. «Chi desidera divenire dimora dello Spirito di santità purifichi la sua anima da ogni male, così che essa divenga simile al cielo» (Isacco di Ninive, Discorsi spirituali, III, 24)§.

Salmo 93

Supplica del popolo oppresso da giudici iniqui, affinché Dio ristabilisca la giustizia. «Preghiera dei fedeli che invocano la liberazione dai persecutori» (BW 344). 

1Dio vendicatore, Signore, Dio vendicatore, risplendi! Dio è vendicatore (El nekamòt)  perché tutela i diritti delle vittime, anche quelli di aggressori esposti alla ritorsione, come Caino (Gen 4,15). 

2Alzati, giudice della terra, rendi ai superbi quello che si meritano! Il Signore si vendica quando ristabilisce la sua giustizia sulla terra. «Quante volte Gesù disse: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti!” (Cf Mt 23). Non ebbe paura di nessuno. Perché? Perché è il Dio vendicatore. Non risparmiava loro parole aspre, per poterli risparmiare nel giorno del giudizio» (Ag37,1197). «Finché dura la vita presente egli, facendo sorgere il sole sui giusti e sugli ingiusti, e piovere sui cattivi e sui buoni (Cf Mt 5,45), elargisce beni a tutti allo stesso modo, ma, al momento opportuno si mostrerà Dio vendicatore» (Es23,1196 ). 

3Fino a quando i malvagi, Signore, fino a quando i malvagi trionferanno? «Tu brontoli, a volte, perché Dio non si vendica dei malvagi. […] Se oggi sei "giorno", ripensa a quando eri "notte". Se quando tu compivi opere cattive, fosti lasciato in vita affinché cessassi di compierne, non pretendere, ora che sei passato [all'altra sponda], che la misericordia di Dio tagli ogni ponte. Non sai che per la stessa strada dove sei passato tu, dovranno passare molti altri?» (Ag37,1196). 

Fino a quando i malvagi, 4sparleranno, diranno insolenze, si vanteranno tutti i malfattori? «Guai a quanti vogliono sottrarsi alla vista del Signore per dissimulare i loro piani, a coloro che agiscono nelle tenebre, dicendo: “Chi ci vede? Chi ci conosce?”» (Is 29,15). «Signore, ti prego di mostrare a tutti la tua grandezza perché i malvagi cessino di inorgoglirsi per le loro azioni inique» (Es23,1196.1197). 

5Calpestano il tuo popolo, Signore, opprimono la tua eredità. 6Uccidono la vedova e il forestiero, massacrano gli orfani. «Non è tanto contro i giusti, quanto contro di Te che hanno fatto questo, Signore, perché quelli che venivano oppressi erano tuo popolo e tua eredità» (Es23,1197). «Hanno umiliato il tuo popolo talora con flagelli, altre volte con lusinghe e con promesse, cercando di persuaderli. Che cosa significa calpestare se non soggiogare al proprio volere?» (Bs 1061). 

7E dicono: «Il Signore non vede, il Dio di Giacobbe non intende». «Sono forse Dio solo da vicino? Non sono Dio anche da lontano? Può nascondersi un uomo nel nascondiglio senza che io lo veda?  Non riempio io il cielo e la terra?» (Ger 23,23-24). «Chi è giusto sopporti l'ingiusto, sopporti l'impunità temporale dell'ingiusto. Se ha la fede che opera mediante la carità, il buono ami anche i nemici e, per quanto sta in lui, procuri di rendersi utile a loro. Così facendo otterrà che essi non lo danneggino, anche se lo volessero» (Ag37,1215). 

8Intendete, ignoranti del popolo: stolti, quando diventerete saggi? 9Chi ha formato l’orecchio, forse non sente? Chi ha plasmato l’occhio, forse non vede? 10Colui che castiga le genti, forse non punisce, lui che insegna all’uomo il sapere? Mediante delle domande retoriche, il salmista ribadisce la sua fede contro l’opinione dei malvagi e contro i membri del popolo che si sentono abbandonati. «Pensa che sei un operaio della vigna! Esegui il tuo lavoro e riceverai il compenso. Dal tuo principale non oseresti pretendere la paga prima di aver lavorato, e la pretendi da Dio? Questa perseveranza rientra nell'opera che hai da compiere, ed anche per essa c'è ricompensa. La costanza nel lavoro è parte del lavoro stesso» (Ag37,1201). 

11Il Signore conosce i pensieri dell’uomo: non sono che un soffio. «Tu non conosci i pensieri di Dio e come siano giusti, ma egli conosce i pensieri degli uomini e come siano vani. Agli uomini fu dato conoscere i pensieri di Dio; ma Dio li manifesta ai suoi amici. Non vi sottovalutate! Se vi accostate al Signore con fede, potete ascoltare i pensieri di Dio; li state apprendendo anche adesso, quando vi si parla e vi si danno istruzioni» (Ag37,1202). 

12Beato l’uomo che tu castighi, Signore, e a cui insegni la tua legge, 13per dargli riposo nei giorni di sventura, finché al malvagio sia scavata la fossa. 14Poiché il Signore non respinge il suo popolo e non abbandona la sua eredità, 15il giudizio ritornerà a essere giusto e lo seguiranno tutti i retti di cuore. «Non sdegnare la correzione dell’Onnipotente, perché egli ferisce e fascia la piaga, colpisce e la sua mano risana. Da sei tribolazioni ti libererà e alla settima il male non ti toccherà» (Gb 5,18-19). «Ciò che accade di penoso ai giusti, è ordinato al loro bene, affinché, come atleti di Dio, vengano esercitati e provati con calamità per valutarne la pazienza» (Es23,1201). 

16Chi sorgerà per me contro i malvagi? «Capita talora che i cattivi si mettano a deridere i buoni. Talvolta il buono, curandosi troppo delle dicerie, si vergogna di essere tale. Al contrario, resista a loro! Non però presumendo delle sue forze, per non diventare superbo e così, mentre cerca di sottrarsi alle insidie dei superbi, andare ad accrescerne il numero» (Ag37,1209). 

17Se il Signore non fosse stato il mio aiuto, in breve avrei abitato nel regno del silenzio. «Non temere perché sono con te; non smarrirti perché sono il tuo Dio. Ti rendo forte, ti vengo in iuto e ti sostengo con la destra vittoriosa» (Is 41,10). 

18Quando dicevo: «Il mio piede vacilla», la tua fedeltà, Signore, mi ha sostenuto. «Se hai cominciato a vacillare, confessa questa tua instabilità, per non dover piangere la tua caduta. Essendo un uomo, tu ti senti instabile; Egli, che è Dio, ti aiuta. Occorre però che tu ammetta: il mio piede vacilla. Se ti senti scivolare, perché vuoi sostenere di stare fermo? Se dicevo: il mio piede vacilla, la tua misericordia, o Signore, mi aiutava» (Ag37,1209). 

19Nel mio intimo, fra molte preoccupazioni, il tuo conforto mi ha allietato. «Dio ci pone nella fornace delle tribolazioni affinché il vaso si cuocia, non si frantumi» (Ag37,1214). «Le tue consolazioni hanno lenito i dolori che mi portavo in cuore, perché la tua bontà confortava la mia anima con potenza ineffabile, e la ricolmava di letizia. L’apostolo diceva: “Benedetto Dio di ogni consolazione, che ci consola in ogni nostra tribolazione” (2 Cor 1, 3-5)» (Es23,1205). 

20Può essere tuo alleato un tribunale iniquo, che in nome della legge provoca oppressioni? 21Si avventano contro la vita del giusto e condannano il sangue innocente. «Quale rapporto ci può essere tra la giustizia e l’iniquità, o quale unione tra luce e le tenebre?» (2 Cor 6,14). «Voi avete rinnegato il santo e il giusto. Avete chiesto che vi fosse graziato un assassino, ma Dio l’ha risuscitato dai morti» (At 3,14). 

22Il Signore è il mio baluardo, roccia del mio rifugio è il mio Dio. «Le prove spesso ci provengono da parte dei malvagi, dei quali Dio si serve per tenerci in allenamento e per perfezionare il nostro amore. L'amore cristiano infatti non sarebbe perfetto se non si adempisse anche quello che ordinava Cristo, e cioè: “Amate i vostri nemici; fate del bene a coloro che vi odiano e pregate per i vostri persecutori” (Mt 5,44). Così si vince il diavolo, così si ottiene la vittoria» (Ag37,1214).

23Su di loro farà ricadere la loro malizia, li annienterà per la loro perfidia, li annienterà il Signore, nostro Dio. «Non esista più l’empio perché ormai ha cambiato vita. Come chi prega perché non vi siano malati, poveri, non prega perché siano distrutti uomini del genere, ma desidera che scompaiono la malattia e la povertà, allo stesso modo ognuno dei santi pregava perché fosse eliminato ciò che fa guerra alla natura» (Es23,1292). 

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