sabato 4 febbraio 2023

Salmi da 119 a 133 salmi graduali


I salmi che compongono la seguente raccolta (119-133) vengono chiamati canti delle salite (o graduali) poiché venivano cantati durante il pellegrinaggio al Sion, salendo le gradinate del tempio. Secondo la Mishnà erano cantati sui quindici gradini che, dal cortile delle donne, salivano al cortile d’Israele, all’interno del complesso del tempio. Sono le preghiere di gente semplice e povera che s’imbatte nelle difficoltà comuni dell’esistenza. Il pellegrinaggio a Gerusalemme viene interpretato dai Padri come metafora di un’ascesa a Dio il quale, servendosi di questi salmi, insegna quali siano le convinzioni e gli atteggiamenti spirituali necessari per poter avvicinarsi a Lui.

Salmo 119

1Canto delle salite. Esprime l’estremo disagio vissuto dal popolo di Dio nel vivere tra nazioni ostili. La comunità cristiana, a contatto con l’iniquità, continua a sperare: «Già il solo gridare verso di Lui sarà la nostra pace e il pregare sarà la parte più importante del cammino di salvezza» (Ilr 647). «I salmi non si rapportano solo all’epoca in cui sono stati scritti, ma come parola di Dio riguardano tutti, adattandosi perfettamente al bene di ogni generazione» (Ilr 643).

Nella mia angoscia ho gridato al Signore ed egli mi ha risposto. 2Signore, libera la mia vita dalle labbra bugiarde, dalla lingua ingannatrice. 

«Cercavano una falsa testimonianza contro Gesù ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni» (Mt 26,39-40). «Quando un cristiano comincia a pensare sul serio al progresso [spirituale], subito subisce critiche» (Ag37,1599). «Mentre vi calunniano come malfattori, al vedere le vostre opere buone diano gloria a Dio nel giorno della sua visita» (1 Pt 2,12). Il cristiano deve rafforzarsi nella sua decisione ed essere liberato «da ogni falsa opinione e da ogni inganno. Nessuno lo induca in errore neppure con parole suadenti» (Es24, 9). 

3Che cosa ti darà, come ti ripagherà, o lingua ingannatrice?

«La bocca del giusto esprime la sapienza, la lingua perversa sarà tagliata. Le labbra del giusto stillano benevolenza, la bocca degli empi perversità» (Pr 10,31-32). «Coraggio! Sai d’avere un potente difensore, che usa in tuo favore armi contro i tuoi avversari. Che cosa vuoi che ti sia dato di più?» (Es24, 9). 

4Frecce acute di un prode con braci ardenti di ginestra!

«Le labbra menzognere sono un abominio per il Signore che si compiace di quanti agiscono con sincerità» (Pr 12,22). «Mazza, spada e freccia acuta è colui che depone il falso contro il suo prossimo» (Pr 25,18). «Il giusto Giudice tiene in serbo delle punizioni che imitano la rapidità di una freccia e la forza devastatrice del fuoco» (Td 1876). Cf la morte di Anania e Saffira in At 5,1-11. 

5Ahimè, io abito straniero in Mesec, dimoro fra le tende di Kedar!

Mesec si trova tra il Mar Nero e il Caucaso (Cf Ez 27,13) e Kedar nel deserto arabico (Cf Is 42,11); rappresentano popoli bellicosi tra i quali è difficile abitare. «Le persone sante abiteranno fra le tende e non nelle tende di Kedar. Coloro che abitano presso Dio, come stranieri nel mondo, ascoltino l'Apostolo: “Voi non siete nella carne, ma nello Spirito” (Rm 8,9)» (Ilr 653). «Se per ora non è possibile separare i cattivi dai buoni, occorre sopportarli. Anzi, capita il caso di gente che oggi sembra cattiva e domani diventi buona» (Ag37,1604). «Dio non disdegna di chiamarsi loro Dio: ha preparato infatti per loro una città» (Eb 11,16). «[Sento] il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo» (Fil 1,23). 

6Troppo tempo ho abitato con chi detesta la pace. 

Dio disse al profeta Ezechiele: «Tu non li temere, non aver paura delle loro parole; saranno per te come cardi e spine e ti troverai in mezzo a scorpioni; ma tu non temere le loro parole, non t'impressionino le loro facce, sono una genìa di ribelli» (Ez 2,6). «È finito il tempo trascorso nel soddisfare le passioni dei pagani. Trovano strano che voi non corriate insieme verso questo torrente di perdizione, e vi oltraggiano» (1 Pt 4,3-4). «Quel giusto [Lot], per quello che vedeva e udiva, giorno dopo giorno si tormentava a motivo delle opere malvagie» (2 Pt 2,8). 

7Io sono per la pace, ma essi, appena parlo, sono per la guerra. 

«Beati gli operatori di pace» (Mt 5,9). «Verso i nemici della pace, verso quelli che l’odiano, si propone d’osservare il consiglio dell’Apostolo: “Vivete in pace con tutti” (Rm 12,18). Lo stesso Signore ci chiede nel Vangelo: “Amate i vostri nemici” (Mt 5,43)» (Cs 904). 

Salmo 120

1Canto delle salite. Atto di fiducia del pellegrino che avanza verso Gerusalemme. «Vi siete accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente» (Eb 12,22). 

Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? 2Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra. 

Il pellegrino alza lo sguardo e contempla il profilo lontano dei colli che circondano Gerusalemme e pensa: «Sono certo che non mi potrà giovare nessun soccorso umano e che mi basterà la benevolenza del Signore. Mostra poi il valore di un aiuto così potente: ha fatto cielo e terra. Chi ha creato tutto il mondo con la sola parola, sarà in grado di soccorrere anche me» (Td 1887). «Il Signore è al mio fianco come un prode valoroso» (Ger 20,11). 

3Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode. 4Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d’Israele. 

«Sui passi dei giusti Egli veglia» (1 Sam 2,9). «Mediante la fede, siete custoditi dalla potenza di Dio, in vista della salvezza» (1 Pt 1,5). «Rimanendo presso il Signore, o rimanendo Lui in noi, disponiamo di una difesa inesauribile. Ma se per l'affievolirsi della fede ci addormentiamo, anch'egli si addormenta con noi» (Ilr 657). 

5Il Signore è il tuo custode, il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra. 

«Tu sei sostegno al misero, riparo dalla tempesta, ombra contro il caldo» (Is 25,4). «Ecco uno che ha creduto: cammina nella fede ma è ancora fragile, si dibatte fra le tentazioni. Guai a lui se il Signore non ne protegge la fede, impedendo che sia tentato oltre le sue forze (1 Cor 10,13)» (Ag37,1614). 

6Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte. 

«Custodì l’antico popolo, effondendo su di esso i suoi raggi benefici, sino a proteggerlo di giorno con una nube e a illuminarlo di notte mediante la luce di una colonna di fuoco (Cf Es 13,21). Con le parole sole/luna, e le equivalenti giorno/notte, vuole significare le varie situazioni della vita. In un altro salmo leggiamo: “davanti a te, grido giorno e notte” (Sal 87,1). Vuole così ribadire la necessità della preghiera continua» (Cs 908). 

7Il Signore ti custodirà da ogni male: egli custodirà la tua vita. 

«Il Signore custodisce l’anima del fedele da ogni male, perché il tarlo del diavolo non la corrompa. Da queste sventure dobbiamo aspettarci di essere custoditi da Dio» (Ilr 660). 

8Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri, da ora e per sempre. 

«Io, il Signore, so quando ti alzi o ti metti a sedere, ti conosco sia che tu esca sia che rientri» (Is 37,28). «Io sono la porta [dell’ovile]: se uno entra attraverso di me sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo» (Gv 10,9). «Essere salvaguardati da ogni sventura, non appartiene [a questa vita] nel tempo. I credenti saranno preservati per l'ingresso nel regno celeste, grazie alla custodia del Signore» (Ilr 660). 

Salmo 121

1Canto delle salite. Di Davide. Giunto a Gerusalemme, il pellegrino amira la città di Dio, sede del culto e dell’amministrazione della giustizia, luogo di pace. La forza che lo ha spinto nel cammino è stato l’amore: «Quando l'amore impuro infiamma un cuore, lo precipita in basso, mentre l'amore santo solleva l'uomo alle sommità del cielo. Ogni amore è dotato di una sua forza. Non vi esortiamo, quindi, a non amare, ma a non amare il mondo, affinché possiate amare con libertà Colui che ha creato il mondo» (Ag37,1613). 

«Quale gioia, quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore!». 

Il pellegrino, giunto a Gerusalemme, ricorda il momento della partenza e così avverte, con maggiore intensità, la gioia di aver raggiunto la meta. Il cristiano è forestiero nel mondo e pellegrino: «Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria» (Eb 11,14). «Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me, dove sono io» (Gv 17,24). 

2Già sono fermi i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme!

«Questo è un grido che sgorga da una fede autentica: gioiscono non perché riceveranno dei possedimenti ma perché vedranno il tempio di Dio» (Td 1880). «Come una madre consola il figlio così io vi consolerò; in Gerusalemme sarete consolati» (Is 66,13). «La casa di Dio è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità» (1 Tm 3,15). «Siete tempio di Dio e lo Spirito di Dio abita in voi. Santo è il tempio di Dio che siete voi» (1 Cor 3,16-17). 

3Gerusalemme è costruita come città unita e compatta. 

«La città si erge in modo tale da sembrare un’unica casa. I credenti sono pietre vive con le quali viene innalzato il tempio di Dio, quello vero, compatto per l’unità del pensiero e del sentire» (13). «Gerusalemme si costruisce ogni giorno sino alla fine del mondo con l’operosità delle pietre vive, ossia di quanti credono nel Signore» (Cs 910). «Uno solo è il Corpo della Chiesa; non è una mescolanza confusa, né una serie di individui posti gli uni accanto agli altri, in un ammasso informe. Noi tutti siamo una cosa sola per l’unità della fede, per il vincolo della carità, per la concordia delle opere e della volontà» (Ilr 662.663). 

4È là che salgono le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge d’Israele, per lodare il nome del Signore. 

«Tutte le tribù si radunavano a Gerusalemme, secondo la legge, per offrire un culto unanime» (Td 1880). «[Il Signore], che quaggiù è l'unica [nostra] speranza, lassù [sarà] la nostra reale felicità. Pertanto, quelli che s’affrettano a salire a che cosa debbono pensare? D'essere in certo qual modo lassù e d'esserci stabilmente» (Ag37,1619.1620). 

5Là sono posti i troni del giudizio, i troni della casa di Davide. 

«A Gerusalemme furono edificati anche i palazzi reali e i cittadini che avevano controversie tra loro, si recavano là per risolverle» (Td 1881). «Non c’é nessuna persona saggia tra voi, che possa fare da arbitro tra fratello e fratello? È già per voi una sconfitta avere liti tra voi! Perché non subire piuttosto ingiustizie?» (1 Cor 6,5-7). 

6Chiedete pace per Gerusalemme. 7Sia pace nelle tue mura, sicurezza nei tuoi palazzi. 8Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: «Su te sia pace!». 

La pace e la potenza di questa casa sono connesse tra loro, perché essa non potrà avere alcuna forza se non nella pace. «Venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: Pace a voi!» (Gv 20,21). 

9Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene. 

«Voi, che risvegliate il ricordo del Signore, non concedetevi riposo né a lui date riposo, finché non abbia ristabilito Gerusalemme e ne abbia fatto oggetto di lode sulla terra» (Is 62,7). 

Salmo 122

1Canto delle salite. Il pellegrino chiede l’aiuto di Dio aiuto a favore del popolo umiliato e deriso. Immagina di essere come uno schiavo (o una schiava) che ha chiesto un favore al padrone (o alla padrona) ed attende un cenno favorevole della loro mano. Dio non vuole comportarsi con noi come un padrone ma noi dobbiamo rapportarci con lui con grande rispetto, uniformandoci al suo volere (Cf Ilr 670). «Pensate pure che a parlare sia ciascuno di voi; chi parla è quell'unico [corpo] che è diffuso per tutta la terra» (Ag37,1630). 

A te alzo i miei occhi, a te che siedi nei cieli. 

«Gli uomini si rifugiano presso protettori incerti; i servi di Dio, invece, sopportando con pazienza torti e travagli, alzano lo sguardo al Signore» (Cs 915). «Pietà di noi, in te speriamo; sii il nostro braccio ogni mattina, nostra salvezza nel tempo dell’angoscia» (Is 33,2). 

2Ecco, come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni, come gli occhi di una schiava alla mano della sua padrona, così i nostri occhi al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi. 

«Perché continuare a parlare come se fossimo servi? Sebbene per la grazia siamo diventati figli, tuttavia come creature siamo servi» (Ag37,1634). «La sua speranza è tenace fino a quando non abbia ottenuto grazia. Il Signore non abbandona la propria misericordia, benché la differisca per provare la fede» (Ilr 672). «Si alzerà [per esaudirlo] almeno per la sua insistenza» (Lc 11,8). «Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza» (Gc 5,16). 

3Pietà di noi, Signore, pietà di noi, siamo già troppo sazi di disprezzo. 

«“Perdona, Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità al ludibrio e alla derisione delle genti”. Il Signore si mostra geloso per la sua terra e si muove a compassione del suo popolo» (Gl 2,17-18). «Invochiamo la tua misericordia non perché ci sentiamo meritevoli di essere aiutati ma perché siamo diventati oggetto di disprezzo» (Td 1884). 

4Troppo sazi noi siamo dello scherno dei gaudenti, del disprezzo dei superbi. 

«Tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati» (2 Tm 3,12). «L'ingiusto ha in odio il fatto che noi predichiamo la giustizia; se elogiamo la purezza, l'impuro si offende; gli ubriachi detestano in noi i digiuni. Quando poi invitiamo alla generosità, l'avaro ci accusa di insipienza. Quando annunciamo Cristo crocifisso, il giudeo e ogni persecutore pagano coprono di insulti la fede» (Ilr 673). 

Salmo 123

1Canto delle salite. Il pellegrino ripensa al cammino intrapreso, alle difficoltà superate grazie all’aiuto del Signore.  I santi in cielo «ci hanno preceduto [nella patria], e possono cantare [il salmo] con ogni verità. Ripensano [i santi] alle sofferenze che hanno incontrate, e dal luogo di beatitudine dove ora si trovano guardano al cammino percorso per arrivarvi» (Ag37,1640). 

2Se il Signore non fosse stato per noi, quando eravamo assaliti, 3allora ci avrebbero inghiottiti vivi, quando divampò contro di noi la loro collera. 

«Non pensate di aver vinto per la vostra forza. Dio vi ha donato la vittoria. Dite l'un l'altro, colmi di gioia: se non fossimo stati amati da Dio, saremmo stati divorati dai nemici, come fossero stati delle fiere» (Td 1884.1885). «Si lasciano inghiottire vivi coloro che sanno una qualche cosa essere male ma vi consentono approvandola» (Ag37,1642). 

4Allora le acque ci avrebbero travolti, un torrente ci avrebbe sommersi; 5allora ci avrebbero sommersi acque impetuose. 

«Mostra la violenza della moltitudine di nemici che irrompevano contro gli israeliti, con l’impeto d'un fiume, sperando di travolgerli» (Td 1885). «Ecco, si sollevano ondate dal settentrione [le incursioni dei nemici invasori], diventano un torrente che straripa. Allagano la terra e ciò che è in essa, la città e i suoi abitanti» (Ger 47,2). «Il serpente vomitò come un fiume d’acqua dietro alla donna [Chiesa], per farla travolgere» (Ap 12,15). «L’acqua soverchiante non può sopraffare un’anima in cui abita Dio» (Ilr 678). 

6Sia benedetto il Signore, che non ci ha consegnati in preda ai loro denti. 

«Mostra la disumanità dei nemici e la forza dell'aiuto di Dio» (Td 1885). «Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente, va in giro cercando chi divorare» (1 Pt 5,8). «L’ira, la cupidigia, la dissolutezza, la gola, l’avarizia: questi sono i denti capaci di dilaniare» (Ilr 678). «Il potente va a caccia del più debole e cerca di farlo fuori; e questo, non per altro motivo se non perché quel tale possiede cose che gli si potrebbero portar via» (Ag37,1646). 

7Siamo stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori. 

«Nel paragonarsi ai passeri, i fedeli, con grande sincerità, dichiarano la loro impotenza. Rivelando la forza dei nemici - li chiamano infatti cacciatori -, annunciano poi la potenza di Dio» (Td 1885). «Essi tendono i lacci in modo occulto: c'è un laccio nell'ozio, uno nel denaro, uno nell'ambizione, uno nella dissolutezza» (Ilr 678). «Sii dolce nel riprendere gli oppositori, nella speranza che Dio voglia loro concedere di convertirsi, sfuggendo al laccio del diavolo, che li ha presi nella rete perché facessero la sua volontà» (2 Tm 2,25-26). 

8Il nostro aiuto è nel nome del Signore: egli ha fatto cielo e terra. 

«Potendo contare contare sull'aiuto dello stesso Creatore, ci burliamo di qualsiasi opposizione. Invocandolo otteniamo un aiuto adeguato» (Td 1885). «Non vi è altro Nome sotto il cielo [oltre a quello di Cristo] nel quale è stabilito che possiamo essere salvati» (At 4,12). 

Salmo 124

1Canto delle salite. Il pellegrino testimonia, di nuovo, in sé quale sia la solidità del credente. «Quanti confidano nel Signore non rimarranno turbati perché sono persuasi che tutte le sue decisioni sono giuste, e che tutti gli eventi, favorevoli e contrari, si volgeranno in bene. Non vengono corrotti dal benessere né vengono spezzati dalle sventure, ma rimangono fermi, uguali a se stessi» (Gero 835). 

Chi confida nel Signore è come il monte Sion: non vacilla, è stabile per sempre. 

«Al passaggio della bufera, il malvagio cessa di essere, ma il giusto resterà saldo per sempre» (Pr 10,25). «Il temere gli uomini pone in una trappola; ma chi confida nel Signore è al sicuro» (Pr 29,25). «Fa quello che piace a Dio; non pretendere che Dio s'adatti a fare ciò che piace a te. Tutte le cose fatte da Dio sono fatte con rettitudine: per cui, anche se non possiamo penetrare nei segreti della sua Provvidenza né scorgere il motivo per cui ha fatto una cosa così e un'altra diversamente, è bene per noi chinarci di fronte alla sua sapienza» (Ag37,1648-1649). 

2Il Signore circonda il suo popolo, da ora e per sempre. 

«Come una corona di monti cinge una città, così la benevolenza di Dio custodisce un popolo fedele. Tale protezione non è passeggera ma permanente. Dio la riserva per coloro che lo riconoscono» (Td 1888). «Io stesso le farò da muro di fuoco all’intorno» (Zc 2,9). «Io sono con voi tutti i giorni» (Mt 28,20). 

3Non resterà lo scettro dei malvagi sull’eredità dei giusti. 

«Lo scettro degli empi è il potere degli uomini malvagi. Lo detengono finché Dio consente loro di colpire i buoni, affinché diventino migliori grazie alla loro pazienza. Non permetterà che questo scettro pesi per sempre sull'esistenza dei giusti» (Gero 835). «Quando il Signore durante la sua Passione sopportò tante offese, chi l'offendeva? Non erano forse i servi a maltrattare il padrone? E lui come reagì? Invece che con l'odio li ripagò con l'amore» (Ag37,1654). 

4Sii buono, Signore, con i buoni e con i retti di cuore. 

«Molti agiscono bene per godere del favore degli uomini o per paura. Se non saremo buoni nella volontà, anche se sembreremo tali agli occhi degli uomini, non lo saremo agli occhi di Dio: la bontà vera consiste nei sentimenti di un cuore retto» (Ilr 684). 

5Ma quelli che deviano per sentieri tortuosi il Signore li associ ai malfattori. Pace su Israele! 

«Esistono vincoli che impediscono in noi la fede, soprattutto la preoccupazione di accrescere il denaro. Da tutto ciò dobbiamo quindi tener lontana ogni intenzione, perché coloro che vanno verso vie tortuose saranno accomunati a quanti operano il male» (Ilr 684). 

Salmo 125

1Canto delle salite. Ricorda il momento, inatteso e gioioso, del rimpatrio dall’esilio. Il cristiano pensa alla liberazione pasquale e al cammino verso la patria celeste. «Cristo è risorto prima di noi per offrirci un motivo di fiducia. Il Signore ha cambiato la nostra prigionia: dalla prigionia ci ha messi sulla strada [del ritorno] e già siamo incamminati verso la patria, per quella via che è Cristo stesso» (Ag37,1656). 

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci sembrava di sognare. 2Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia. 

Il ritorno dall’esilio fu un evento di grazia inatteso: «Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?» (Is 43,19). Pietro, quando fu liberato dal carcere, credeva di sognare: «Pietro uscì [dal carcere] e prese a seguire [l’angelo], ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione» (At 12,9). 

Allora si diceva tra le genti: «Il Signore ha fatto grandi cose per loro». 3Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia. 

«Saranno stati, per caso, gli stessi esuli a compiere grandi cose? Essi furono certo capaci di causarsi del male, vendendosi schiavi al peccato; a far loro del bene fu il Redentore: egli venne e operò cose grandi a loro vantaggio» (Ag37,1663). «Il Signore ha fatto cessare la nostra prigionia mediante la remissione dei peccati, ha liberato l'anima dal dominio dei vizi, non imputandoci le colpe di prima, rigenerandoci per una vita nuova» (Ilr 688).

4Ristabilisci, Signore, la nostra sorte, come i torrenti del Negheb. 

I torrenti del deserto del Negheb, dopo le piogge, riprendono ad essere dei corsi d’acqua consistenti. Il salmista chiede che, in modo analogo, il popolo dei deportati riprenda vita: «Mi lascerò trovare da voi, cambierò in meglio la vostra sorte» (Ger 29,14). «Eravamo irrigiditi dal freddo dei peccati ma ecco soffiare un vento caldo. Si levò il vento australe, lo Spirito Santo, e ci furono rimessi i peccati e noi ci sentimmo sciolti dal gelo dell'iniquità» (Ag37,1663-1664). 

5Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia. 6Nell’andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni. 

Citazione di un proverbio sulla semina. La sofferenza dell’esilio potrebbe essere una semina dalla quale ricavare un frutto inatteso. «Vi ho visto partire fra gemiti e pianti, m Dio vi ricondurrà a me, con letizia e gioia per sempre. Coraggio, gridate a Dio, poiché si ricorderà i voi colui che vi ha provati» (Bar 4,23-27). «Quando l'agricoltore va a spargere la semente, guarda il cielo e lo vede tetro, tuttavia avanza spargendo il seme. Seminate d'inverno; seminate le opere buone anche quando vi tocca piangere, poiché chi semina fra le lacrime mieterà nella gioia» (Ag37,1665.1666). «Chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. E non stanchiamoci di fare il bene, a suo tempo mieteremo» (Gal 6,8-9). 

Salmo 126

1Canto delle salite. Di Salomone. La prosperità del popolo dipende in primo luogo dalla suo amare gratuito e misericordioso. «Nei Cantici dei gradini risuona la voce dell'uomo che muove i passi verso la Gerusalemme celeste. Ogni uomo che progredisce nel bene, sale verso questa città; da essa si allontana, chi smette di crescere. Sali amando Dio, precipiti amando il mondo» (Ag37,1667). 

Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori. Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella. 

«Nessun costruttore e nessun custode conti soltanto sulla propria abilità, ma chieda l'aiuto del Signore. Grazie al suo soccorso, tutto diventerà più facile ma se Egli non interviene, lo sforzo dell'uomo risulterà inutile» (Td 1892). «Senza di me [Cristo] non potete far nulla» (Gv 15,5). «Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui» (2 Ts 1,11-12).

2Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare, voi che mangiate un pane di fatica: al suo prediletto egli lo darà nel sonno. 

Quel pane che l’uomo si guadagna faticando (Cf Gen 3,17-19), gli viene donato nel momento di massima inattività, come ricompensa della sua fiducia nel Signore. «Colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù» (Fil 1,6). 

3Ecco, eredità del Signore sono i figli, è sua ricompensa il frutto del grembo. 

«Il Signore tuo Dio ti concederà abbondanza di beni, quanto al frutto del tuo grembo, al frutto del tuo bestiame» (Dt 28,11). «Dio promette tali doni e la benedizione di avere dei figli è donata come una ricompensa, purché si ponga in Lui la speranza» (Td 1894). Tuttavia «felice l’eunuco la cui mano non ha fatto nulla d’ingiusto e non ha pensato male del Signore: riceverà una ricompensa privilegiata per la sua fedeltà» (Sap 3,14). Cf Sal 127,6. 

4Come frecce in mano a un guerriero sono i figli avuti in giovinezza. 5Beato l’uomo che ne ha piena la faretra: non dovrà vergognarsi quando verrà alla porta a trattare con i propri nemici. 

Nell’area antistante alla porta della città si affrontavano le dispute, si trattavano affari. I genitori anziani venivano aiutati dai giovani figli, che diventavano come armi (frecce) di difesa. «Quando uscivo verso la porta della città e sulla piazza ponevo il mio seggio: vedendomi, i giovani si ritiravano e i vecchi si alzavano in piedi» (Gb 29,7-8). L’assistenza dei figli è uno dei modi con cui il giusto può verificare la provvidenza di Dio nella sua vita, ma «chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna» (Mt 19,29). 

Salmo 127

1Canto delle salite. Felicità dell’uomo retto. 

Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie. 

«La beatitudine [augurata] dagli uomini cambia facilmente; è fatta soltanto di espressioni incerte e viene distrutta dalla sventura. Non accade la stessa cosa a chi teme Dio: conosce la vera beatitudine» (Es24, 22). 

2Della fatica delle tue mani ti nutrirai, sarai felice e avrai ogni bene. 

«Virtù e fatica secondo Dio sono cibo e gioia dell’anima. Chi poi lo ama, dal momento che è diventato perfetto, mangia il pane celeste. “Beato chi mangia il pane nel regno dei cieli” (Lc 14,15)» (Es24, 22). «Dai semi che avrai sparso, ricaverai un buon raccolto. Lo conferma l'Apostolo: “Chi semina scarsamente, mieterà scarsamente ma chi semina con larghezza, con larghezza mieterà” (2 Cor 9,6). Non soltanto sarai felice e apprezzato a parole, ma conoscerai di fatto la felicità» (Td 1896). 

3La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa. 4Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il Signore. 

Giacobbe godette di molti figli: «Esaù domandò: “Chi sono questi con te?”. Giacobbe rispose: “Sono i bambini che Dio si è compiaciuto di dare al tuo servo”» (Gen 33,5). «Noi stessi, sua Chiesa, siamo la sposa di Cristo. Per quali suoi figli può dirsi vite feconda la Chiesa? Vediamo entrarvi molti [tralci] infruttuosi: vi entrano infatti ubriaconi, usurai, falsari. Sarà mai questa la fecondità della vite, la prolificità della sposa? No di certo. Queste ne sono le spine, ma essa non è spinosa da ogni parte. Ha una sua fecondità; è una vite feconda» (Ag37,1684). 

5Ti benedica il Signore da Sion. Possa tu vedere il bene di Gerusalemme tutti i giorni della tua vita. 

«Molti beni vengono donati a colui che teme il Signore, ma questi non valgono molto per colui che lo ama con tutta l’anima, con tutto il cuore e con tutta la forza. Per lui valgono piuttosto dei beni più grandi: “quelle cose che occhio non vide”(1 Cor 2,9)» (Es24, 21). «Certo, è del Signore anche la benedizione materiale. Dio elargisce questi beni, ma non ti accorgi che li ha dati anche alle bestie? Se ricevi beni di questo genere, usane con sapienza» (Ag37,1686). 

6Possa tu vedere i figli dei tuoi figli! Pace su Israele!

«In quel tempo era considerato un grande dono giungere all'estrema vecchiaia, godendo di molti figli. Il profeta Isaia, però, insegnò a non porre la felicità in questi beni: “Non dica l'eunuco: Sono un albero sterile, poiché così promette il Signore: agli eunuchi che metteranno in pratica le mie richieste, assegnerò loro un posto d'onore nella mia casa e assicurerò loro un nome più duraturo di quello di chi ha figli e figlie” (Is 56,3-5)» (Td 1896). 

Salmo 128

1Canto delle salite. Il popolo d’Israele attesta di essere scampato, per grazia di Dio, dalle persecuzioni ricorrenti che avrebbero potuto annientarlo. 

Quanto mi hanno perseguitato fin dalla giovinezza – lo dica Israele –, 2quanto mi hanno perseguitato fin dalla giovinezza, ma su di me non hanno prevalso!

«Quanto più opprimevano il popolo, tanto più si moltiplicava» (Es 1,12). «Soffro fino a portare le catene come un malfattore. Ma la parola di Dio non è incatenata!» (2 Tm 2,9). 

3Sul mio dorso hanno arato gli aratori, hanno scavato lunghi solchi. 

«Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare» (Gv 19,1). «Da gran tempo esiste la Chiesa. Un tempo risultò costituita dal solo Abele, e fu combattuta da Caino. Poi fu costituita dal solo Enoch, e lo si dovette sottrarre di fra mezzo agli iniqui. Poi fu costituita dalla famiglia di Noé, e dovette sostenere l'opposizione di tutti coloro che perirono nel diluvio. Più tardi la Chiesa fu costituita dal popolo d'Israele, ma ebbe a tollerare l'odio del faraone e degli egiziani. E così si giunse al nostro Signore Gesù Cristo e cominciò a predicarsi il Vangelo» (Ag37,1689). 

4Il Signore è giusto: ha spezzato le funi dei malvagi. 

«Farò cicatrizzare la tua ferita e ti guarirò dalle tue piaghe. Poiché ti chiamano la ripudiata, quella di cui nessuno ha cura, ecco restaurerò la sorte delle tende di Giacobbe e avrò compassione delle sue dimore» (Ger 30,17-18). «Presi gli apostoli, li gettarono nella prigione. Ma, durante la notte, un angelo del Signore aprì le porte del carcere, li condusse fuori e disse: “Andate e proclamate al popolo, nel tempio, tutte queste parole di vita”» (At 5,18-20). 

5Si vergognino e volgano le spalle tutti quelli che odiano Sion. 

«Non temere, perché io sono con te; non smarrirti, perché io sono il tuo Dio. Ti rendo forte e ti vengo in aiuto. Ecco, saranno svergognati e confusi quanti s’infuriavano contro di te» (Is 41,10-11). «Una sola donna ebrea ha gettato la vergogna sulla casa del re Nabucodònosor! Oloferne eccolo a terra, ed è privo della testa» (Gdt 14,18). «Rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo» (1 Pt 3,16). «Coloro che entrano nella Chiesa con intenzioni non rette odiano la Chiesa, come la odiano quelli che ricusano di mettere in pratica la parola di Dio. Cosa dovrà fare la Chiesa se non sopportarli sino alla fine?» (Ag37,1694). 

6 Siano come l’erba dei tetti: prima che sia strappata, è già secca; 

«L'erba dei tetti è quella che spunta fra le tegole. Sta in alto, però non ha radici. Nasce in alto per seccarsi più presto. [Così i malvagi] non sono ancora finiti, poiché non è arrivato il giudizio di Dio; eppure è disseccata la linfa che li faceva verdeggiare. Guardate alle loro opere e vedrete che sono davvero inariditi. Sono diventati proprio come l'erba dei tetti» (Ag37,1694-1695). 

7non riempie la mano al mietitore né il grembo a chi raccoglie covoni. 

«Il loro grano sarà senza spiga» (Os 8,7). «Chi semina nella carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna» (Gal 6,8). 

8I passanti non possono dire: «La benedizione del Signore sia su di voi, 9vi benediciamo nel nome del Signore». 

«Tra gli ebrei vigeva la consuetudine che quando uno incontrava un passante o un contadino al lavoro, gli parlava cordialmente, dandogli un saluto di benedizione. Nel libro di Rut si legge: “Booz arrivò da Betlemme e disse ai mietitori: II Signore sia con voi. Quelli risposero: II Signore ti benedirà”» (Rt 2,4-5). Di questa abitudine qui si parla in senso opposto. Non si pensi, però, che la benedizione possa provenire da forze umane; infatti viene precisato: Vi benediciamo nel nome del Signore. Ecco la differenza: la Benedizione vera e solida, da cui discendono tutti gli altri beni, è quella impartita nel nome del Signore» (Cs 938). 

Salmo 129

1Canto delle salite. Supplica di un uomo caduto in un abisso. Egli non rappresenta soltanto il suo caso personale ma la situazione del popolo d’Israele e di tutta l’umanità, perché l’uomo non compie il bene che vuol fare ma il male che vorrebbe evitare (Cf Rm 7,18-19). 

Dal profondo a te grido, o Signore. 

«La mia anima era vicina alla morte, la mia vita era giù, vicino agl’inferi. Mi rivolsi al soccorso degli uomini, e non c’era. Allora mi ricordai della tua misericordia, Signore, e dei tuoi benefici da sempre» (Sir 51,8-9; Gio 2,3). «L'uomo è capace di precipitare, non è capace di risollevarsi. Se nell'abisso riesce a gridare, già comincia a risollevarsi. Il suo stesso gridare gli impedisce di rimanere sul fondo» (Ag37,1696).

2Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica. 

«Mi hanno chiuso vivo nella fossa, ho detto: è finita per me. Ho invocato il tuo nome, o Signore, dalla fossa profonda. Tu eri vicino quando t’invocavo, hai detto: Non temere! Tu hai difeso, Signore, la mia causa, hai riscattato la mia vita» (Lam 3,53-58). «Non pensare che riuscirai da solo a rimetterti in sesto. Tu puoi danneggiarti; riparare il danno, non lo puoi. Per aggiustarti occorre la mano di Chi ti aveva formato. Non è di poco valore, agli occhi dell'Artefice, un'opera che egli ha fatta, e non alla buona ma a sua immagine e somiglianza» (Ag37,1223). 

3Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi ti può resistere?

«Come può un uomo avere ragione innanzi a Dio?» (Gb 1,2). «Chi può dire: ho purificato il cuore, sono mondo dal mio peccato?» (Pr 20,9). «Non c'è [sulla terra] un cuore puro che possa sentirsi sicuro sulla base della propria giustizia. Affidiamoci tutti alla misericordia di Dio» (Ag37,1697). «Forse non troverà in te colpe gravi; allora non troverà niente [di male]? Raccogli tutte le minuzie e vedrai se non formino una massa enorme. Le goccioline d'acqua, pur essendo tanto piccole, formano i fiumi e trascinano persino i macigni» (Ag37,1699). 

4Ma con te è il perdono: così avremo il tuo timore. 

Dio è colui che perdona e noi potremo servirlo. «A un tuo grido di supplica ti farà grazia, appena udrà ti darà risposta» (Is 30,19).

5Io spero, Signore. Spera l’anima mia, attendo la sua parola. 

«Dio tornerà ad avere pietà di noi, calpesterà le nostre colpe. Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati» (Mi 7,19). 

6L’anima mia è rivolta al Signore più che le sentinelle all’aurora. 

L’aurora di speranza è costituita da Dio stesso. «Il Signore aspetta per farvi grazia, per questo sorge per avere pietà di voi» (Is 30,18). Per il cristiano il nuovo giorno non è più soltanto atteso ma è già cominciato: «Non riponete in voi stessi la vostra fiducia ma volgetela alla veglia del mattino [all’aurora della risurrezione]. Fissate lo sguardo sul vostro Capo, risorto e asceso al cielo. In lui non c'era colpa, e per suo mezzo saranno cancellate anche le colpe vostre» (Ag37,1703). 

7Israele attenda il Signore perché con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione. 

«Il Signore Gesù non ha disdegnato di guardare all'abisso dove eravamo; anzi si è degnato venire in questa nostra vita» (Ag37,1697). «Ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone» (Tt 1,14).

8Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe. 

«Da Sion uscirà il Liberatore, egli toglierà l’empietà da Giacobbe» (Rm 11,26). La redenzione, attesa in un futuro indefinito, è cominciata con Gesù: «Lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,21). «Per opera di Dio, Cristo Gesù è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione» (1 Cor 1,30).

Salmo 130

1Canto delle salite. Di Davide. L’orante dichiara: “Ho rinunciato a perseguire progetti dettati dall’orgoglio e dall’ambizione. Non voglio più ribellarmi a Dio. Mi affido a Lui e, nell’abbandonarmi alla sua volontà, trovo la serenità di un bambino che si sente sicuro tra le braccia della madre”. Questo sentimento personale corrisponde alla vera fede del popolo di Dio. 

Signore, non si esalta il mio cuore né i miei occhi guardano in alto; non vado cercando cose grandi né meraviglie più alte di me. 

«Non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi» (Rm 12,16). «Davide era umile e disprezzato, eppure trovò compiacenza presso Dio, fu unto re e ispirato come profeta. Una volta sul trono, non si insuperbisce, non è spinto all’odio; ama i suoi persecutori, ha compassione dei figli. Non chiede la vendetta, non sceglie la punizione. Non va dunque dietro queste cose, che sono grandi e alte sopra di lui» (Ilr 726). 

2Io invece resto quieto e sereno: come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è in me l’anima mia. 

Bisogna fidarsi di Dio come un bambino si affida ai genitori. «Guai a voi, figli ribelli, che fate progetti da me non suggeriti, così da aggiungere peccato a peccato» (Is 30,1). «Gesù per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito [dal Padre]» (Eb 5,7). «Chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli» (Mt 18,4). «Prendi il più insignificante che ci sia nella Chiesa! Se crede in Cristo, se ama Cristo e la sua pace, costui ha il nome scritto in cielo. Chiunque esso sia e per quanto tu lo lasci incalcolato» (Ag37,1710).

3Israele attenda il Signore, da ora e per sempre. 

«Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna» (Is 26,4). «Non ha manifestato il suo sentimento per elogiare se stesso, ma per indurre altri a condividere il suo stato d'animo. Tutti potranno nutrire la medesima fiducia, in modo permanente, per godere dei frutti di questa disposizione» (Td 1904)

Salmo 131

1Canto delle salite. Il salmista ricorda l’impegno profuso da Davide per ritrovare l’arca del Signore e la sua intenzione di edificare un tempio. Si parla della scelta di Sion, come dimora di Dio e della scelta di Davide e della sua discendenza come guide del popolo. Infine viene promesso l’avvento del Messia (v.17). 

Ricordati, Signore, di Davide, di tutte le sue fatiche, 2quando giurò al Signore, al Potente di Giacobbe fece voto: 3«Non entrerò nella tenda in cui abito, non mi stenderò sul letto del mio riposo, 4non concederò sonno ai miei occhi né riposo alle mie palpebre, 5finché non avrò trovato un luogo per il Signore, una dimora per il Potente di Giacobbe». 

Davide si era impegnato per acquistare un sito dove edificare il tempio e aveva fatto dei preparativi per costruirlo (Cf 1 Cr 29,2). La comunità ora chiede che il Signore si ricordi di questo progetto meritevole. «Secondo tutta la mia possibilità ho fatto preparativi per il tempio del mio Dio; ho preparato oro su oro, argento su argento, bronzo su bronzo, ferro su ferro, legname su legname, ònici, brillanti, topàzi, pietre di vario valore e pietre preziose e marmo bianco in quantità. Inoltre, per il mio amore per la casa del mio Dio, quanto possiedo in oro e in argento dò per il tempio del mio Dio»  (! Cr 29,1-3). 

Come Davide, Gesù ha voluto costruire una dimora per Dio Padre: «L’opera più grande del Signore Gesù è di aver reso l’uomo dimora degna di Dio, dopo averlo istruito nella scienza divina» (Ilr 732). 

6Ecco, abbiamo saputo che era in Efrata, l’abbiamo trovata nei campi di Iaar. 

Parlano ora i messi di Davide che avevano cercato l’arca del Signore, perduta dopo una battaglia (Cf 1 Sam 4,10-11). Dopo averla cercata vicino ad Efrata, l’hanno trovata a Iaar (Kiriat-Iearim; Cf 1 Sam 6,21-7,1). 

7Entriamo nella sua dimora, prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi. 

La comunità si dispone ad entrare nella tenda e prostrarsi davanti all’arca. «Introdussero l’arca del Signore e la collocarono al suo posto, in mezzo alla tenda che Davide aveva piantato per essa» (2 Sam 6,17). «Quando entri in casa tua vi entri per abitarvi, quando entri nella casa di Dio vi entri perché lui abiti in te. Quando egli comincia ad abitare in te comincia a renderti beato, mentre invece se tu non ti lascerai abitare da lui sarai sempre misero. Entra e lasciati possedere [da Dio]. Non pretendere d'essere tua proprietà; sii proprietà di lui» (Ag37,1721).

8Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo, tu e l’arca della tua potenza.  9I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia ed esultino i tuoi fedeli. 10Per amore di Davide, tuo servo, non respingere il volto del tuo consacrato. 

Evoca un culto liturgico che prevede una processione con un trasporto dell’Arca. Chiede a Dio di effondere la sua benedizione sui sacerdoti e sul popolo. I supplicanti si appoggiano sui meriti di Davide per chiedere la protezione di Dio a favore del re consacrato, attualmente regnante (Cf 2 Cr 6,40). La Chiesa confida nell’intercessione di Cristo (Cf Eb 7,25). 

11Il Signore ha giurato a Davide, promessa da cui non torna indietro: «Il frutto delle tue viscere io metterò sul tuo trono! 12Se i tuoi figli osserveranno la mia alleanza e i precetti che insegnerò loro, anche i loro figli per sempre siederanno sul tuo trono». 

Si ricorda la promessa di Dio di dare continuità perenne alla dinastia davidica. Da essa verrà il Messia (Cf Lc 1,32; Rm 1,3). «Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu giacerai con i tuoi padri, io assicurerò dopo di te la discendenza uscita dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me e il tuo trono sarà reso stabile per sempre» (2 Sam 7,12-16). «Il Signore Dio darà [a Gesù] il trono di Davide e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà mai fine» (Lc 1,32-33). 

12Se i tuoi figli osserveranno la mia alleanza e i precetti che insegnerò loro, anche i loro figli per sempre siederanno sul tuo trono». 

Condiziona la durata del regno davidico alla fedeltà dei successori di Davide, regno che subì una crisi a causa dell’infedeltà dei sovrani di Giuda. Infine Dio preferì restare fedele alla promessa espressa al re Davide e inviò il suo Messia, discendente di David. La fedeltà divina supera i tradimenti umani: «Se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso» (2 Tm 2,13). 

13Sì, il Signore ha scelto Sion, l’ha voluta per sua residenza. 

La dimora definitiva del Signore è il tempio costruito sul monte Sion e là sarà presente per continuare a benedire il popolo. «Il Signore ha fondato Sion e in essa si rifugiano gli oppressi del suo popolo» (Is 14,32). Tuttavia la vera dimora di Dio è il cielo (66,1) e la persona degli umili: «Così dice il Signore: Il cielo è il mio trono, la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi potreste costruire? In quale luogo potrei fissare la dimora? Tutte queste cose ha fatto la mia mano ed esse sono mie - oracolo del Signore -. Su chi volgerò lo sguardo? Sull'umile e su chi ha lo spirito contrito e su chi teme la mia parola» (Is 66,1-2).

Nella rilettura cristiana: «Cristo abita per la fede nei nostri cuori. Non fa meraviglia se il Signore Gesù abita volentieri in questo cielo che non solo creò con una sola parola, ma si acquistò combattendo e redense con la sua morte» (Be 918). 

«Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre: qui risiederò, perché l’ho voluto. 

«Io camminerò con voi e ti darò riposo» (Es 33,14). «Mio riposo significa: in essa trovo riposo. Quanto ci ama Dio, o fratelli! Fino a dire che lui riposa quando noi siamo nella pace. Difatti non è che lui si turbi per poi calmarsi. Se dice di trovar riposo è perché noi avremo in lui il nostro riposo» (Ag37,1725). Riposo e pace si trovano nella Sapienza: «Avvicìnati ad essa con tutta l'anima e con tutta la tua forza resta nelle sue vie. Seguine le orme e cercala, ti si manifesterà; e una volta raggiunta, non lasciarla. Alla fine troverai in lei il riposo, ed essa ti si cambierà in gioia» (Sir 6,24-28).

15Benedirò tutti i suoi raccolti, sazierò di pane i suoi poveri. 16Rivestirò di salvezza i suoi sacerdoti, i suoi fedeli esulteranno di gioia. 

Continua la descrizione delle benedizioni concesse da Dio al suo popolo, grazie alla sua continua presenza in Sion. «Il Signore ordinerà alla benedizione di essere con te nei tuoi granai e in tutto ciò a cui metterai mano» (Dt 28,8). 

17Là farò germogliare una potenza per Davide [corno], preparerò una lampada per il mio consacrato. 18 Rivestirò di vergogna i suoi nemici, mentre su di lui fiorirà la sua corona. 

Dio assicura che un giorno invierà il suo Messia, prefigurato in tre simboli: corno (qeren, la potenza); la lampada (ner, discendenza; simbolo del re: Cf 2 Sam 21,17); corona (nizrò, diadema regale). «Farò germogliare per Davide un Germoglio di giustizia; egli eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla. Così sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia» (Ger 33,15-16). «[Dio] ha suscitato per noi una Salvezza potente [Gesù]» (Lc 1,69). 

La Chiesa attende i tempi di consolazione, la piena realizzazione dell’opera cominciata da Gesù Risorto. «Convertitevi, perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi colui che vi aveva destinato come Cristo, cioè Gesù» (At 3,19).

Salmo 132

1Canto delle salite. Di Davide. «Il profeta non ha elogiato il semplice coabitare umano. L’abitare nello stesso domicilio nasconde spesso degli avversari e il vivere insieme fa crescere le odiosità. C’è però una casa comune sotto il segno della fede religiosa. È buono e piacevole che i fratelli abitino insieme in quanto si raccolgono nell'assemblea della Chiesa; in quanto sono chiamati fratelli, concordi nella carità di un'unica volontà» (Ilr 745.746). «Queste parole del salterio hanno generato i monasteri. Da questa armonia sono stati destati quei fratelli che maturarono il desiderio di vivere nell'unità» (Ag37,1729). 

Ecco, com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme!

«Darò loro un solo cuore e un solo modo di comportarsi» (Ger 32,39). «Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso» (Fil 2,3). «La nostra volontà sia pronta all'amicizia con tutti; che non provenga da noi il motivo per interrompere o non preservare la pace. Ecco ciò che si addice al popolo di Dio: essere fratelli sotto un unico Padre, essere una sola cosa sotto un solo Spirito, essere membra di un unico corpo» (Ilr 745.746)

2È come olio prezioso versato sul capo, 

la vita di fraternità sembra emanare lo stesso profumo che viene diffuso da un unguento raffinato, il più prezioso dei quali era quello con il quale veniva consacrato il sommo sacerdote: «Il Signore parlò a Mosè: Procùrati balsami pregiati: mirra vergine, cinnamòmo odorifero, canna odorifera, cassia, e un hin d'olio d'oliva. Ne farai l'olio per l'unzione sacra, un unguento composto secondo l'arte del profumiere: sarà l'olio per l'unzione sacra» (Es 30,22-25.30). «L'unguento sacerdotale era composto da varie essenze odorose ma nessuna di esse, da sola, era in grado di diffondere un profumo così gradevole. Soltanto la composizione di tutte e il giusto dosaggio tra esse rendeva possibile la creazione di un unguento tanto prezioso. Ecco perché ha paragonato l'unione fraterna a tale unguento: la comunione fra tanti che operano santamente rende possibile la produzione di quel profumo che rappresenta la virtù perfetta della carità» (Td 1912). 

che scende sulla barba, la barba di Aronne, che scende sull’orlo della sua veste. 

Il sommo sacerdote portava un pettorale prezioso che rappresentava le dodici tribù d’Israele (Cf Es 28,15-21) e veniva intriso anch’esso dell’unguento che colava dalla barba. «L'unguento profumato è simbolo della carità. Come il santo unguento, dalla testa, scorrendo per la barba fino al petto, impregnava di buon odore il sacerdote, così il grande bene della concordia raggiungeva insieme i capi e tutti i membri della comunità» (Td 1912). 

3È come la rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion. 

Sul monte di Sion compare una quantità considerevole di rugiada, pari a quella che scende di solito sul monte Ermon. «Sarò come rugiada per Israele» (Os 14,6). Tale abbondanza insolita è segno della grazia: «Il bene della carità non l’otteniamo per le nostre forze né per i nostri meriti, ma per dono di Dio; l’otteniamo per la sua grazia, che come rugiada [scende] dal cielo» (Ag37,1735). 

Perché là il Signore manda la benedizione, la vita per sempre: 

«Il Signore ordinerà alla benedizione di essere con te; il Signore ti renderà popolo a lui consacrato» (Dt 28,8-9). «Dove sono due o tre riuniti nel mio Nome, lì io sono in mezzo a loro» (Mt 18,20). «Che cosa può esserci di più gioioso che imitare sulla terra il modo di vivere che viene offerto come la ricompensa maggiore nella patria beata? La carità verso il prossimo ci conduce all’amore più perfetto con Dio; il salmo fa capire che per amare Dio occorre prima amare il prossimo» (Cs 957). 

Salmo 133

1Canto delle salite. Questo salmo è unito al precedente (entrambi iniziano con l’espressione Ecco): la comunità raggiunge la massima coesione nella lode di Dio, dove sperimenta la tutta dolcezza dell’unione con Lui e dell’unità tra fratelli. «Terminano i cantici graduali, ma in modo degno della loro ascensione. Visto che con essi ci si eleva alla conoscenza del mistero celeste, si deve riservare alla fine la benedizione per Colui che si è raggiunto. Il profeta chiama tutti a benedire il Signore: ci ha portati in alto, e sui gradini della fede ci ha innalzati alla sublimità della sua Casa» (Ilr 750). 

Ecco, benedite il Signore, voi tutti, servi del Signore. 

Benedite: barechù et-Adonài. Un gruppo di fedeli esorta i ministri incaricati del servio perenne nel tempio a rimanere fedeli al loro compito e a profondersi nella lode per tutto il corso della notte di Dio. «Questa benedizione non appartiene a quel servo che è tale solo a parole, ma che è ancora tergiversante. Perciò ha soggiunto: Voi che state nella casa del Signore. Chi sta, non si muove da quel posto. Già è asceso e ormai rimane fermo: “Ha stabilito sulla roccia i miei piedi” (Sal 39,3); e riterrà detto a sé, come a Mosè: “Tu invece resta qui con me” (Es 34,2)» (Ilr 751). 

Voi che state nella casa del Signore durante la notte. 

Voi che state: ha‘omedìm. «Questi erano i cantori; liberi da altri compiti, abitavano nelle stanze del tempio, perché giorno e notte erano in attività [in servizio bammela’cah)» (1 Cr 9,33). «Voi che rammentate le promesse del Signore, non prendeti mai riposo e neppure a lui date riposo, finché non abbia ristabilito Gerusalemme e finché non l’abbia resa il vanto della terra» (Is 62,6). «Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere» (Lc 2,37). «[Gli apostoli] stavano sempre nel temoio lodando Dio» (Lc 24,53). 

Nella notti: ballelòt. «In questa notte dell’ignoranza, delle insidie, dei vizi, bisogna elevare le mani a ciò che è santo, non solo per pregare ma anche per operare» (Ilr 751.752). «Chi ama Dio con tutto il cuore non lascia spazio all’ingresso dei vizi. Da dove può entrare il male, se tutto il tuo essere è pieno di Dio? Il diavolo cerca il vuoto dell’anima. Là dove fiuta la presenza di Dio, scappa impaurito. Come un bicchiere colmo fino all’orlo non può ritenere altro liquido, così chi è tutto colmo dell’amore per Dio, non lascia alcuna fessura per la quale il male possa filtrare all’interno» (Cs 958).

2Alzate le mani verso il santuario e benedite il Signore. 

«Gli uomini che un giorno benediranno il Signore senza interruzione debbono cominciare a benedirlo quaggiù. Sì, quaggiù, in mezzo alle tribolazioni, alle tentazioni, mentre il mondo frappone ostacoli, il nemico tende insidie» (Ag37,1737). «Voglio che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera» (1 Tm 2,8). 

3Il Signore ti benedica da Sion: egli ha fatto cielo e terra. 

Segue un augurio di benedizione, destinata a quanti stanno a vegliare, a nome di tutti. «In ogni luogo dove io vorrò ricordare il mio Nome, verrò a te e ti benedirò» (Es 20,24). «Mentre Gesù li benediceva, si staccò da loro» (Lc 2451). «Potendo contare contare sull'aiuto dello stesso Creatore del cielo e della terra, ci burliamo di qualsiasi opposizione. Invocandolo, otteniamo un aiuto adeguato» (Td 1885). 

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