mercoledì 8 febbraio 2023

Salmi da14 a 23

La comunione del giusto con Dio

(14-23)

Salmo 14

1Salmo. Di Davide. Soltanto chi cammina nella carità, è ammesso alla comunione con Dio. «Il Signore risponde al profeta che lo interroga: saremo accolti negli atri della sua beatitudine praticando i precetti che sono esposti nel Decalogo» (BW 83). 

Signore, chi abiterà nella tua tenda?

Al pellegrino, giunto alla soglia del tempio, vengono ricordate le condizioni per essere ammesso alla comunione con Dio. «Se ti rivolgerai all'Onnipotente con umiltà, se allontanerai l'iniquità dalla tua tenda, se stimerai come polvere l'oro e come ciottoli dei fiumi l'oro di Ofir, allora sarà l'Onnipotente il tuo oro e sarà per te argento a mucchi. Allora sì, nell'Onnipotente ti delizierai e alzerai a Dio la tua faccia. Lo supplicherai ed egli t'esaudiràe tu scioglierai i tuoi voti» (Gb 22,23-27).

Il tempio era stato preceduto dalla tenda, la dimora preferita dal Signore: era il segno del desiderio di Dio di stare sempre con il suo popolo. «A questa tenda, posta fuori dell’accampamento, si recava chiunque volesse consultare il Signore» (Es 33,7). «Io non ho abitato in una casa da quando ho fatto uscire gli Israeliti dall’Egitto; sono andato vagando sotto una tenda, in un padiglione» (2 Sam 7,6). 

Chi dimorerà sulla tua santa montagna?

«Mi hai detto di costruirti un tempio sul tuo monte santo, un’imitazione della tenda santa» (Sap 9,8). «Il monte santo è il Regno futuro; è un vero monte per la sua elevatezza e sublimità. Nessun impuro vi dimorerà» (Crl 806). 

2Colui che cammina senza colpa, pratica la giustizia e dice la verità che ha nel cuore. 

Gesù «è stato l’unico ad entrare nel tempio senza alcuna colpa. Egli agì sempre con giustizia; lo fece quando espulse dal tempio i venditori e i compratori» (BW 84). «Parlò lealmente quando insegnò con integrità; egli disse: “Tutto ciò che ho udito dal Padre mio ve l’ho fatto conoscere” (Gv 15,15)» (Cs 109). Ora ci introduce al Padre insieme a lui, perché è espiazione dei peccati e mediatore: «Abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi, cioè la sua carne» (Eb 10,19). 

3Non sparge calunnie con la sua lingua, non fa danno al suo prossimo e non lancia insulti al suo vicino. 

«Qualsiasi comandamento si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Pieno compimento della Legge è l’amore» (Rm 13,9-10). 

4Ai suoi occhi è spregevole il malvagio, ma onora chi teme il Signore. 

Il giusto è capace di sovvertire i criteri di giudizio di questo mondo; il malvagio, infatti, è sempre spregevole agli occhi di Dio, anche se fosse un potente: «Talora, infatti, con vergognosa adulazione, ci mettiamo al servizio anche di re che fanno richieste ingiuste o, per debolezza della nostra coscienza, assecondiamo i difetti degli altri» (Ilr 306). «Spesso riteniamo di dover riverire i re, come per un obbligo religioso, invece, svendiamo, per paura di una breve sofferenza fisica, la libertà della Chiesa» (Ilr 332). 

5Non presta il suo denaro a usura e non accetta doni contro l’innocente. 

«Se tu presti denaro a qualcuno, all’indigente che sta con te, non agirai da usuraio; non dovete imporgli alcun interesse» (Es 22,24). «Fate del bene e prestate senza sperarne nulla» (Lc 6,35). L’usura è «indizio massimo di disumanità» (Cf Bsl 265). «Se sei cristiano, perché trasformi in un tesoro per te la povertà di un tuo fratello, per il quale Cristo è morto?» (Ilr 307). 

Colui che agisce in questo modo resterà saldo per sempre. 

«Il premio di una vita virtuosa è partecipare senza posa all’abbondanza di Dio, poter godere di un’infinità di beni in una vita senza fine» (Td 956). 

Salmo 15

1Miktam. Di Davide. Il credente rifiuta le divinità e sceglie il Signore, quale sua magnifica eredità e suo destino (calice). Da Lui viene istruito e guidato in tutto il percorso di vita. Il legame che Dio stabilisce con il suo fedele è così solido che non potrà essere spezzato neppure dalla morte. «Pregare correttamente questo salmo è il compito di tutta la vita» (RS 108). 

Custodiscimi, o Dio, perché in te mi rifugio. 

«La nostra vita non è nelle nostre mani. Non siamo padroni di noi stessi, se non veniamo protetti» (RS 108). L’invocazione può rievocare con fedeltà il sentimento di Gesù nel corso della sua vita. «Lo vediamo pregare senza posa, in ginocchio con forti grida e lacrime» (Td 957). La sua preghiera, ora, si prolunga in quella della Chiesa: «Il Salvatore supplica il Padre tramite noi e per noi, come uno di noi. Chiede di essere custodito, custodendo la Chiesa, la quale forma una stessa cosa con Lui» (Crl 805).

2Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu, solo in te è il mio bene». 

Il salmista sceglie Dio (Yhwh) come suo Signore. 

«Rispose Tommaso a Gesù: Mio Signore e mio Dio» (Gv 20,28). «Tutto io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore» (Fil 3,8). 

Egli diventa nostro bene, quando accettiamo di essere suoi: «Ti possegga il Signore, affinché tu Lo possegga» (Ag36,330-331). «Nessuno possiede Dio, a meno che non sia posseduto egli stesso da Dio. Di conseguenza, diventi lui stesso possesso di Dio e Dio diventerà suo padrone e suo bene» (Po 460). 

3Agli idoli del paese, agli dèi potenti andava tutto il mio favore. 

Il salmista confessa di essere stato un tempo un idolatra e l’idolatria rimane sempre un pericolo: «Per ciascuno è dio quello che egli venera al di sopra di tutto, quello che più di ogni altra cosa ammira e ama» (Or 954). «Abbandonarono tutti i comandi del Signore loro Dio; si eressero i due vitelli in metallo fuso, si prepararono un palo sacro, si prostrarono davanti a tutta la milizia celeste e venerarono Baal. Fecero passare i loro figli e le loro figlie per il fuoco; praticarono la divinazione e gli incantesimi; si vendettero per compiere ciò che è male agli occhi del Signore, provocandolo a sdegno» (2 Re 17,16-17). 

4Moltiplicano le loro pene quelli che corrono dietro a un dio straniero. 

«Tornerò dal mio primo marito, infatti stavo meglio di adesso» (Os 2,9). «[Il figlio prodigo] cominciò a trovarsi nel bisogno» (Lc 15,14). «Quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate?» (Rm 6,21). Chi abbandona il Signore provoca la sua rovina: «Volendo possedere me stesso senza di te, ho perso te e me. Così mi sono diventato di peso; sono diventato per me stesso un luogo di miseria e di tenebra» (Aelredo di Rievaulx PL 195,512).

Io non spanderò le loro libagioni di sangue, né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi. 

«Avverrà in quel giorno: mi chiamerai: Marito mio, e non mi chiamerai più mio padrone (Ba’li). Le toglierò dalla bocca i nomi dei Baal, che non saranno più ricordati» (Os 2,18-19). 

5Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. 

Quando Israele entrò nella terra promessa, il territorio fu distribuito tra le tribù tirando a sorte, ma i sacerdoti non ricevettero alcun appezzamento perché il Signore stesso sarebbe stata la loro eredità (Nm 18,20; Gs 13-21). Dio è il miglior possesso che l’uomo possa ricevere. Calice significa il futuro: il salmista si abbandona a Dio in ogni circostanza. «Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!» (Gb 1,21). «Mia parte è il Signore, per questo in Lui voglio sperare. Buono è il Signore con chi spera in lui, con l’anima che lo cerca. È bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore» (Lam 3,24-26). 

Per Gesù, il calice fu l’obbedienza al Padre nella passione (Mt 26,39), con la quale ci redense (Cf Td 960). L’eredità ricevuta, in seguito alla morte, furono i popoli che aderirono al vangelo (Cf Atn 104). 

6Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi: la mia eredità è stupenda. 

«Il Signore vi ha presi, vi ha fatti uscire dal crogiuolo di ferro, dall’Egitto, perché foste un popolo che gli appartenesse, come oggi siete» (Dt 4,20). «Io pensavo: Come vorrei considerarti tra i miei figlie darti una terra invidiabile, un'eredità che sia l'ornamento più prezioso dei popoli! Io pensavo: Voi mi direte: Padre mio, e non tralascerete di seguirmi» (Ger 3,19).

Il salmista considera Dio la sua unica vera ricchezza. «Niente vuole tanto donare Dio quanto se stesso. Se troverai qualcosa di meglio, chiedila. Se chiederai qualcosa d'altro farai offesa a Lui e danno a te» (Ag36,330.331). 

7Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio animo mi istruisce.

 «Tutti saranno ammaestrati da Dio» (Gv 6,45). Gesù, in modo particolare, fu istruito e confortato dal Padre: «Istruito dal Signore, sostenuto da ottimi propositi, superò la notte della passione. Cristo come uomo fu istruito. Nessuno si meravigli di questo; lo attesta san Luca: “crebbe in sapienza e grazia” (Lc 2,52) e, mentre era in angoscia per la passione imminente, un angelo gli apparve per sostenerlo (Cf Lc 22,43)» (Td 961). 

8Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mia destra, non potrò vacillare. 

«La mia anima anela a te di notte, al mattino il mio spirito ti cerca» (Is 26,9). Vivendo su questa terra, Gesù non si è mai distolto dal Padre: «Non ha distolto l’occhio da Colui che sempre rimane, nell’intento di correre di nuovo a lui, non appena avrà completate le cose temporali» (Ag36,145). 

9Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro. 

Grazie alla sua amicizia con il Signore, il fedele è certo che non incontrerà la morte. «Noi crediamo che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù, insieme con lui» (1 Ts 4,14). 

10Perché non abbandonerai la mia vita negli inferi, né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. 

L’apostolo Pietro interpreta il versetto come un preannuncio della risurrezione di Gesù: Davide «previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione» (At 2,31;13,35). «Non permetterai che si corrompa quel corpo santificato, per cui mezzo anche altri dovranno essere santificati» (Ag36,145). 

11Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra. 

«Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo ch sta alla destra di Dio» (At 7,56). «Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono» (Ap 3,21). «Ci sarà gioia completa quando il corpo intero, cioè la Chiesa, si radunerà del Regno di Dio, dove si contempla il Volto di Dio» (BW 87). 

Salmo 16

1Preghiera. Di Davide. Accusato di una grave colpa, ma persuaso di aver agito, invece, con rettitudine, l’orante chiede di essere difeso da Dio. 

Risuona la «voce di Cristo nella sua passione, e la voce della Chiesa nella sua tribolazione» (Cf BW 87). 

Ascolta, Signore, la mia giusta causa, sii attento al mio grido. Porgi l’orecchio alla mia preghiera: sulle mie labbra non c’è inganno. 2Dal tuo volto venga per me il giudizio, i tuoi occhi vedano la giustizia. 

«Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio» (Is 42,1). «È vicino chi mi rende giustizia» (Is 50,8). «Se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta» (Gv 9,31). «Supplica Dio di farsi ascoltatore non tanto delle sue parole, ma piuttosto della rettitudine che è in lui, come se essa gridasse tramite le azioni di giustizia, e inducesse Dio a dare ascolto» (Es23,160). 

3Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte, provami al fuoco: non troverai malizia. La mia bocca non si è resa colpevole, 4secondo l’agire degli uomini; seguendo la parola delle tue labbra, ho evitato i sentieri del violento. 

«Egli conosce la mia condotta, se mi prova al crogiuolo, come oro puro io ne esco» (Gb 23,10). 

L’unico innocente in assoluto è stato Gesù: «Gettato come oro nel fuoco, è rimasto splendente e puro» (Es23,161). I cristiani possono diventare giusti: «Sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l’Agnello. Non fu trovata menzogna sulla loro bocca: sono senza macchia» (Ap 14,5). 

5Tieni saldi i miei passi sulle tue vie e i miei piedi non vacilleranno. 

«Coloro che temono il Signore non disobbediscono alle sue parole; e coloro che lo amano seguono le sue vie. Coloro che temono il Signore cercano di piacergli; e coloro che lo amano si saziano della legge. […] Gettiamoci nelle braccia del Signore e non nelle braccia degli uomini; poiché, quale è la sua grandezza, tale è anche la sua misericordia» (Sir 2,15-18). «Ci ammonisce a non fidarci di noi stessi ma a lasciarci rinvigorire da Dio» (Atn 108). 

6Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio; tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole, 7mostrami i prodigi della tua misericordia, tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra. 

«Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto» (Gv 11,40). «Rinnova i segni e compi altri prodigi, glorifica la tua mano e il tuo braccio destro» (Sir 36,5). «Stendi la mano [o Dio] perché si compiano guarigioni, miracoli e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù» (At 4,30)

8Custodiscimi come pupilla degli occhi, all’ombra delle tue ali nascondimi, 9di fronte ai malvagi che mi opprimono, ai nemici mortali che mi accerchiano. 

«[Il Signore] trovò [Israele] in terra deserta. Lo circondò, lo allevò, lo custodì come pupilla del suo occhio» (Dt 32,10). 

Cristo ha chiesto la protezione di Dio e «per la sua Chiesa, che è il suo corpo, ha innalzato al Padre queste preghiere. Le ali sono gli atti potenti della sua provvidenza» (Es23,164). «Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali!» (Mt 23,37). 

10Il loro animo è insensibile, le loro bocche parlano con arroganza. 11Eccoli: avanzano, mi circondano, puntano gli occhi per gettarmi a terra, 12simili a un leone che brama la preda, a un leoncello che si apposta in agguato. 

«Il mondo odia me, perché di esso io attesto che le sue opere sono cattive» (Gv 7,7). «Combattete unanimi per la fede del Vangelo, senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari» (Fil 1,2). I nemici «si sforzavano di farmi vacillare e di smuovermi dal mio stato e dal mio progresso in Dio, imitando il diavolo che “come leone ruggente va in giro cercando di divorare” (1 Pt 5,8)» (Es23,164). 

13Alzati, Signore, affrontalo, abbattilo; con la tua spada liberami dal malvagio, 14con la tua mano, Signore, dai mortali, dai mortali del mondo, la cui sorte è in questa vita. 

Chiede di essere difeso dai malvagi, chiusi in uno ristretto orizzonte terreno. Gesù diceva ai suoi avversari: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo» (Gv 8,23). Bisogna evitare di cadere in una prospettiva mondana per non perire nella mlvagità: «Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rm 12,2)

[Dalla tua riserva] sazia pure dei tuoi beni il loro ventre, se ne sazino anche i figli e ne avanzi per i loro bambini. 

«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti» (Lc 16,19). I malvagi godano pure di tanti beni terreni con i loro figli, ma il giusto godrà dei beni divini. 

15Ma io nella giustizia contemplerò il tuo volto, al risveglio mi sazierò della tua immagine. 

 I giusti «vedranno la sua faccia e porteranno il suo Nome sulla fronte» (Ap 22,4). Ognuno di loro sarà custodito dal Signore: «Godrò dei beni che vengono dalla tua provvidenza, e sperimenterò con larghezza i tuoi benefici» (Es23,165). 

«Quando si rivelerà la tua gloria, io, la Chiesa e la moltitudine dei santi, nella rettitudine che ho custodito, come tu chiedevi, comparirò davanti a te e mi sazierò di quelle tue delizie ineffabili, delle quali godono gli angeli e dalle quali sono rinfrancati» (Bs 745). 

Salmo 17

1Al maestro del coro. Di Davide, servo del Signore, che rivolse al Signore le parole di questo canto quando il Signore lo liberò dal potere di tutti i suoi nemici e dalla mano di Saul. 

Il re, nel corso di una dura battaglia, ha rischiato di perire, ma è stato soccorso dal Signore. Quando Egli lotta con noi e per noi, risultiamo invincibili contro ogni genere di male. La Chiesa celebra con questo salmo il Signore «Colui che procura la vittoria» (Es23,168). 

2Disse dunque: Ti amo, Signore, mia forza, 3Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore, mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio; mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo. 

«Si propone di amare il Signore e non accetta che vi possa essere un limite a questo suo sentimento. Considera Dio come forza, roccia, fortezza, liberatore perché lo ha sperimentato come tale. Vede nei benefici ricevuti da Dio una manifestazione delle sue qualità e ne compone un elenco» (Td 973). 

4Invoco il Signore, degno di lode, e sarò salvato dai miei nemici. 

«Insegna a ringraziare per i doni ricevuti e a chiedere, ancora, gli aiuti necessari: facendo così, riusciremo vincitori nelle avversità» (Td 973). 

Pronunciate queste acclamazioni, il salmista inizia a raccontare l’evento vissuto, cioè una battaglia assai rischiosa. 

5Mi circondavano flutti di morte, mi travolgevano torrenti infernali; 6già mi avvolgevano i lacci degli inferi, già mi stringevano agguati mortali. 

Nello scontro, ha rischiato la morte. Per noi, le battaglie più pericolose sono interiori e si svolgono negli abissi del nostro intimo: «Torrenti infernali sono i pensieri iniqui» (Atn 109). 

7Nell’angoscia invocai il Signore, nell’angoscia gridai al mio Dio: dal suo tempio ascoltò la mia voce, a lui, ai suoi orecchi, giunse il mio grido. 8La terra tremò e si scosse; vacillarono le fondamenta dei monti, si scossero perché egli era adirato. 9Dalle sue narici saliva fumo, dalla sua bocca un fuoco divorante. 

Non appena è stato invocato, Dio interviene a favore del suo eletto che versa in estremo pericolo. Le immagini vivaci che descrivono un’esplosione d’ira, vogliono rivelare la forza invincibile di Dio ma anche la sua prontezza nel soccorrere chi lo invoca. L’esplosione vulcanica (con un movimento tellurico, fumo, fuoco) rievoca la rivelazione al Sinai, ove Dio si manifestò in tale maniera (Cf Es 19,18). «Tutto ciò avvenne perché il popolo di Dio potesse essere liberato dalla schiavitù. Anche ora, per liberare la Chiesa manda grandine e carboni di fuoco contro gli egiziani spirituali» (Es23,173). 

10Abbassò i cieli e discese, una nube oscura sotto i suoi piedi. 11Cavalcava un cherubino e volava, si librava sulle ali del vento. 

Il Signore si muove con prontezza, con velocità, senza imbattersi in ostcoli. «Lo scendere e il salire di Dio significano gli atti della sua benevolenza. A volte si manifesta con grande mitezza, altre volte con grande magnificenza» (Td 976). 

12Si avvolgeva di tenebre come di un velo, di acque oscure e di nubi come di una tenda. 

Nonostante l’intensità della sua manifestazione, il Signore rimane nascosto perché il suo agire supera la nostra comprensione o non corrisponde ai nostri progetti: «La tenebra indica la sua invisibilità e il velo (o tenda) che lo avvolge corrisponde alla sua luce, infatti abita in una luce inaccessibile» (Td 977). 

13Davanti al suo fulgore passarono le nubi, con grandine e carboni ardenti. 14Il Signore tuonò dal cielo, l’Altissimo fece udire la sua voce: grandine e carboni ardenti. 15Scagliò saette e li disperse. 16Allora apparve il fondo del mare, si scoprirono le fondamenta del mondo, per la tua minaccia, Signore, per lo spirare del tuo furore. 

Dio entra in battaglia per venire in soccorso del suo eletto e il suo agire è simile allo scoppio di un violento fortunale. Nel momento culminante, sposta la massa delle acque fino a mostrare l’asciutto. Anzi in questo caso appaiono le fondamenta stesse del mondo. La prodezza del Mar Rosso, compiuta per tutto il popolo (cf Es 14,24-29), ora si rinnova a beneficio di un singolo. 

17Stese la mano dall’alto e mi prese, mi sollevò dalle grandi acque, 18mi liberò da nemici potenti, da coloro che mi odiavano ed erano più forti di me. 19Mi assalirono nel giorno della mia sventura, ma il Signore fu il mio sostegno; 20mi portò al largo, mi liberò perché mi vuol bene. 

È il momento decisivo dell’impresa liberatrice. Dio, quando vide l’uomo travolto dal male lo soccorse, inviando il suo Figlio: «Quando lo vide sommerso e quasi fatto prigioniero, Dio mandò il proprio Figlio, lo afferrò…» (Es23,176). «Venne in soccorso della Chiesa e la congiunse a sé» (BW 94). La stessa vicenda si ripete per ognuno di noi: «Mi liberò, mi mise al largo in modo che potessi riprendermi e mi dessi premura di curarmi. Mi libererà completamente, dandomi il perdono dei peccati, al momento del suo ritorno alla fine dei tempi» (Es23,176). 

21Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia, mi ripaga secondo l’innocenza delle mie mani, 22 perché ho custodito le vie del Signore, non ho abbandonato come un empio il mio Dio. 23 I suoi giudizi mi stanno tutti davanti, non ho respinto da me la sua legge; 24 ma integro sono stato con lui e mi sono guardato dalla colpa.

 Conclusa la descrizione dell’evento vissuto, il salmista medita sull’accaduto. Dio, il protagonista dell’azione liberatrice, ha voluto ripagare la rettitudine dell’uomo fedele a Lui, o meglio che Lui aveva reso tale, coronando così i suoi doni: «Mi hai reso degno della tua benevolenza. Tu, Signore, che sei giusto, sei capace di santificarti nell'uomo santo. Se avessi perseverato nel peccato, avrei sperimentato il tuo giudizio, ma da quando ho cominciato a vivere nella rettitudine, nel tuo giudizio, hai stabilito di ricompensarmi» (Atn 116). 

25Il Signore mi ha ripagato secondo la mia giustizia, secondo l’innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi. 

«Mi ha ripagato, il Signore, secondo la mia giustizia, dovuta alla mia buona volontà, perché in precedenza mi aveva già concesso la sua misericordia, quando non ero ancora animato da alcun buon volere. Mi ha ripagato secondo l’innocenza delle mie mani, perché prima mi aveva già fatto il dono di poter compiere il bene, portandomi nell’ampio spazio della fede» (Ag36,151). 

Il re vittorioso intensifica la riflessione sull’esperienza vissuta ed aggiunge altre considerazioni. 

26Con l’uomo buono tu sei buono, con l’uomo integro tu sei integro, 27con l’uomo puro tu sei puro e dal perverso non ti fai ingannare. 

«Volendomi a sua immagine e somiglianza, ha reso integro il mio cammino» (Es23,180). «A chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza» (Mt 25,29). «Non fatevi illusioni: Dio non si lascia ingannare. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato» (Gal 6,7). 

28Perché tu salvi il popolo dei poveri, ma abbassi gli occhi dei superbi. 

Dio ha premiato l’innocenza ma soprattutto ha soccorso la povertà, come sempre: «Vi farò salire dalla umiliazione dell’Egitto» (Es 3,17). «Israele fu ridotto in grande miseria a causa di Madian e gli Israeliti gridarono al Signore» (Gdc 6,6). «Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo» (2 Cor 12,9). 

29Signore, tu dai luce alla mia lampada, il mio Dio rischiara le mie tenebre. 30Con te mi getterò nella mischia, con il mio Dio scavalcherò le mura. 

«Non siamo capaci di illuminarci da soli ma tu darai luce alla mia lampada; noi siamo tenebre, a causa dei nostri peccati, ma tu Signore illuminerai le mie tenebre» (Ag36,152). «Immagina una pietra. Non appena l'allontani dal calore diventa fredda, poiché non ha un calore suo proprio ma è riscaldata dal sole o dal fuoco. Così anche tu, se ti allontanerai da Dio ti raffredderai; se ti avvicinerai a Dio ti riscalderai». 

31La via di Dio è perfetta, la parola del Signore è purificata nel fuoco; egli è scudo per chi in lui si rifugia. 32 Infatti, chi è Dio, se non il Signore? O chi è roccia, se non il nostro Dio? 

«Egli è la Roccia: perfette le sue opere, giustizia tutte le sue vie; è un Dio fedele e senza malizia, egli è giusto e retto» (Dt 32,4). «Dichiara irreprensibile il suo governo, le disposizioni della sua provvidenza» (Es23,180). 

33Il Dio che mi ha cinto di vigore e ha reso integro il mio cammino, 34mi ha dato agilità come di cerve e sulle alture mi ha fatto stare saldo, 35ha addestrato le mie mani alla battaglia, le mie braccia a tendere l’arco di bronzo. 

Finora ha parlato dell’azione compiuta da Dio ma ora attesta che anche il credente deve partecipare alla lotta collaborando con il Signore: «Consolidando anche me con le sue forze, irrobustisce il mio vigore di uomo mortale, affinché resista ai nemici» (Es23,180). 

Torna a descrivere la battaglia sostenuta. Testimonia la forza e la premura del Signore ma anche il fatto di essere stato in grado di lottare in sinergia con Lui.

36Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza, la tua destra mi ha sostenuto, mi hai esaudito e mi hai fatto crescere. 37Hai spianato la via ai miei passi, i miei piedi non hanno vacillato. 38Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti, non sono tornato senza averli annientati. 39Li ho colpiti e non si sono rialzati, sono caduti sotto i miei piedi. 40Tu mi hai cinto di forza per la guerra, hai piegato sotto di me gli avversari. 41Dei nemici mi hai mostrato le spalle: quelli che mi odiavano, li ho distrutti. 42Hanno gridato e nessuno li ha salvati, hanno gridato al Signore, ma non ha risposto. 43Come polvere al vento li ho dispersi, calpestati come fango delle strade. 44Mi hai scampato dal popolo in rivolta, mi hai posto a capo di nazioni. Un popolo che non conoscevo mi ha servito; 45all’udirmi, subito mi obbedivano, stranieri cercavano il mio favore, 46impallidivano uomini stranieri e uscivano tremanti dai loro nascondigli. 

Il Signore, dapprima, ha allenato e preparato il suo fedele perché fosse in grado di sostenere lo scontro e gli urti dell’esistenza. In seguito lo ha accompagnato nel combattimento come alleato. La vittoria è, nello stesso tempo, opera dell’uomo e opera decisiva di Dio. «Il Signore agiva insieme con loro [gli apostoli] e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano» (Mc 16,20). «Non oserei dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio, con parole e opere, con la forza dello Spirito» (Rm 15,18-19). «Ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me» (1 Cor 15,10). 

47Viva il Signore e benedetta la mia roccia, sia esaltato il Dio della mia salvezza. 48Dio, tu mi accordi la rivincita e sottometti i popoli al mio giogo, 49mi salvi dai nemici furenti, dei miei avversari mi fai trionfare e mi liberi dall’uomo violento. 50Per questo, Signore, ti loderò tra le genti e canterò inni al tuo nome. 51Egli concede al suo re grandi vittorie, si mostra fedele al suo consacrato, a Davide e alla sua discendenza per sempre. 

Ringrazia Dio per averlo reso vittorioso. Per il cristiano, la vittoria consiste nel saper realizzare la sequela del suo Maestro: «Chi segue Gesù, segue le sue orme: e per il fatto stesso di camminare sulla via battuta da Gesù, si fanno forti i suoi piedi» (Es23,184). «Al vincitore che custodisce sino alla fine le mie opere, darò autorità sopra le nazioni: le governerà con la stessa autorità che ho ricevuto dal Padre mio; e a lui darò la stella del mattino» (Ap 2,27-28). 

Salmo 18

1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 

La bellezza e l’ordine degli astri rivelano la grandezza del Creatore. Il sole, poi, rappresenta bene le prerogative del giusto che vive in conformità alla Legge, che è la seconda grande manifestazione di sé donata da Dio agli uomini. «Se, affascinati dalla bellezza [degli astri], li hanno presi per dèi, pensino quanto è superiore il loro sovrano, perché li ha creati colui che è principio e autore della bellezza. Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore» (Sap 13,3-5). «Nell'ammirare la mole armoniosa di un palazzo, ci congratuliamo con l'architetto; molto di più la visione della grandezza dell'universo, ci spinge a riconoscere il suo Creatore» (Td 992).

2I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.

 «Bellezza del cielo è la gloria degli astri. Stanno agli ordini di Colui che è Santo; secondo il suo decreto, non abbandonano le loro postazioni di guardia» (Sir 43,9-10). «Le stelle hanno brillato nei loro posti di guardia e hanno gioito; egli le ha chiamate ed hanno risposto: Eccoci!, e hanno brillato di gioia per colui che le ha create» (Bar 3,34-35). I fedeli mostrano la luminosità del vangelo nella loro esistenza: «… figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo (Fil 2,15). 

3Il giorno al giorno ne affida il racconto e la notte alla notte ne trasmette notizia. 4Senza linguaggio, senza parole, senza che si oda la loro voce, 5per tutta la terra si diffonde il loro annuncio e ai confini del mondo il loro messaggio. 

«Senza pronunciare parole o discorsi, ma manifestando soltanto il loro ordine regolare, [gli astri] invitano terra e mare a celebrare Dio» (Td 993). Si può annunciare con forza, pur rimanendo in silenzio, mediante la voce potente della carità. 

Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio: l’annuncio diffuso dagli astri, prefigura quello compiuto dagli apostoli (Cf Rm 10,18). «Cristo, infondendo la sua luce nel cuore degli apostoli, incise in esso parole celesti e purissime. Gli apostoli, a loro volta, hanno illuminato i cuori dei fedeli con un insegnamento radioso» (BW 100).

Là pose una tenda per il sole 6che esce come sposo dalla stanza nuziale: esulta come un prode che percorre la via. 7Sorge da un estremo del cielo e la sua orbita raggiunge l’altro estremo: nulla si sottrae al suo calore. 

Il buio della notte è una tenda nella quale il sole si corica e dalla quale esce rinfrancato, ogni mattina. «[Il sole] imitando la bellezza d'uno sposo o di un prode, incede con energia e forza. Si leva ad oriente e, nello spazio di una giornata, dopo aver percorso la volta celeste, raggiunge l'occidente, vivificando ogni essere con il suo calore» (Td 994). «Il sole, quando appare nel suo sorgere, proclama: “Che meraviglia è l’opera dell’Altissimo!”» (Sir 43,2). Presenta, così, le stesse caratteristiche del giusto: «Il sole è costituito maestro di lode divina, in quanto osserva inviolata la legge del Sovrano. Non osa percorrere via diversa da quella che è stata stabilita per lui» (Es23,192). Il sole, infine, rappresenta Cristo (Cf Mt 17,2; Ap 1,16) (Cf Ag36,155; Cs 139; BW 100). 

8La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima; la testimonianza del Signore è stabile, rende saggio il semplice. 9I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore; il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi. 10Il timore del Signore è puro, rimane per sempre; i giudizi del Signore sono fedeli, sono tutti giusti, 11più preziosi dell’oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante. 

«Le opere tutte della creazione bastano a rivelare Dio agli uomini. Tuttavia, oltre ad esse, Egli ha aggiunto il dono della Legge, la quale guida gli uomini che errano» (Td 996). Dio, mediante l’obbedienza alla sua parola, illumina, conforta e rallegra gli uomini. Ora Cristo stesso «è la Legge del Signore, perché è venuto ad adempiere la Legge; è Legge immacolata poiché non ha commesso peccato. Non schiaccia gli uomini sotto il giogo della servitù, ma li converte in libertà all'imitazione di se stesso» (Ag36,155).

12Anche il tuo servo ne è illuminato, per chi li osserva è grande il profitto. 

«La Sapienza è apparsa sulla terra e ha vissuto fra gli uomini. Essa è il libro dei decreti di Dio e la legge che sussiste in eterno; tutti coloro che si attengono ad essa avranno la vita, quanti l’abbandonano moriranno. Ritorna, Giacobbe, e accoglila, cammina allo splendore della sua luce. Beati siamo noi, o Israele, perché ciò che piace a Dio è da noi conosciuto» (Bar 4,1-4).

13Le inavvertenze, chi le discerne? Assolvimi dai peccati nascosti. 

«Anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!» ( I Cor 4,3-4). «Non siamo in grado di portare adeguatamente alla coscienza la condizione del nostro essere. Noi non siamo trasparenti nemmeno a noi stessi. Lasciato solo con me, io non so chi sono» (RS 136-137). 

14Anche dall’orgoglio salva il tuo servo perché su di me non abbia potere; allora sarò irreprensibile, sarò puro da grave peccato. 

L’orgoglio corrisponde alla presunzione di sé che respinge Dio dalla propria vita. Costituito ad immagine di Dio, l’uomo è come uno specchio nel quale riflette Dio. Solo con se stesso, lo specchio non riflette nulla. Se, invece l’uomo si colloca davanti a Dio, realizza un vero dialogo e, in questo frangente, viene purificato dal Signore, con il quale sta parlando (RS 137).

15Ti siano gradite le parole della mia bocca, davanti a te i pensieri del mio cuore, Signore, mia roccia e mio redentore. 

L’offerta doveva essere gradita, senza difetto: «Non offrirete nulla con qualche difetto, perché non sarebbe gradito» (Lv 22,20). «Sono intenzionato ad osservare i tuoi comandamenti con grande slancio, ma finisco col trasgredirli a causa della mia naturale debolezza. Se non faccio nulla di male con le opere, sono contaminato dai miei pensieri. Rivolgo a te, allora, la mia supplica perché Tu solo, Signore, puoi purificarmi» (Td 997). 

Salmo 19

1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 

Implorazione a favore di un re in procinto di affrontare una battaglia. Egli è certo che, soltanto con l’aiuto di Dio, potrà sconfiggere un nemico ben più potente. La Chiesa, partecipa alla forza di Gesù Cristo, discendente di Davide e Risorto da morte (Es23,196). 

2Ti risponda il Signore nel giorno dell’angoscia, ti protegga il nome del Dio di Giacobbe. 3Ti mandi l’aiuto dal suo santuario e dall’alto di Sion ti sostenga. 

Il nome di Dio (Shem Elohé): «Chiede di essere salvato da Dio soltanto in virtù del suo nome, perché sapeva che c’è un “Nome che è al di sopra di ogni nome” (Cf Fil 2,9). Come ci sono degli incantesimi, certe parole o certi nomi, allo stesso modo sapeva che il Nome che è al di sopra di ogni nome è salutare» (Es23,465). «Chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvato» (Gl 3,5; Rm 10,13). 

4Si ricordi di tutte le tue offerte e gradisca i tuoi olocausti. 5Ti conceda ciò che il tuo cuore desidera, adempia ogni tuo progetto. 

«In precedenza, in tempo di pace, Davide aveva curato il culto divino. Ora giustamente viene richiamato questo suo merito e si chiede a Dio di tener conto della sua religiosità» (Td 1002). 

Dio si lasci riconcilare dalla intercessione di Gesù: «Nei giorni della sua vita terrena Gesù offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito» (Eb 5,7). 

6Esulteremo per la tua vittoria, nel nome del nostro Dio alzeremo i nostri vessilli: adempia il Signore tutte le tue richieste. 

Il popolo dichiara al re: «Quando verrai esaudito, anche noi parteciperemo alla tua gioia» (Cf Td 1002). «Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede» (1 Gv 5,4). 

7Ora so che il Signore dà vittoria al suo consacrato; gli risponde dal suo cielo santo con la forza vittoriosa della sua destra. 

Un sacerdote pronuncia un oracolo e comunica al popolo la notizia dell’esaudimento da parte di Dio. «David si appostò in mezzo al campo, lo difese e sconfisse i Filistei, e il Signore operò una grande vittoria» (2 Sm 23,12). Il vero David è Cristo: «Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!» (1 Cor 15,57). 

8 Chi fa affidamento sui carri, chi sui cavalli: noi invochiamo il nome del Signore, nostro Dio. 9Quelli si piegano e cadono, ma noi restiamo in piedi e siamo saldi. 

Invocare è ricordarsi (nazkìr) della bontà e delle azioni di Dio. «Non c’è differenza per il Cielo tra salvare per mezzo di molti e salvare per mezzo di pochi; perché la vittoria in guerra non dipende dalla moltitudine delle forze, ma è dal Cielo che viene la forza» (1 Mac 3,18; cf 2 Cr 16,7-9). «L'aiuto degli uomini è insicuro, mentre quello di Dio è solido. I santi dichiarano che è misero, anzi maledetto l'uomo che confida nell'uomo e distoglie il suo cuore da Dio (Cf Ger 17,5)» (Crl 834). L’autentico combattente vittorioso è l’orante: «Non smette di lottare per voi nelle sue preghiere, perché siate saldi, perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio» (Col 4,12). 

10Da’ al re la vittoria, Signore; rispondici, quando t’invochiamo. 

Il re vincitore definitivo è Cristo Gesù: «Dio ha costituito Signore e Cristo, quel Gesù che voi avete crocifisso» (At 2,26). Il popolo cristiano, partecipe della vittoria di Cristo, afferma: «Ci ha reso forti, nel presente infondendoci la sua grazia; nella vita futura, donandoci una beatitudine eterna» (BW 103). «Quando questo questo corpo mortale si sarà vestito d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata inghiottita nella vittoria» (1 Cor 15,54). 

Salmo 20

1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 

Ringraziamento per un beneficio concesso al re; anche in futuro Dio continuerà a proteggere il sovrano (e tutto il popolo) dai nemici. 

«Questo salmo, nel testo profetico, celebra dapprima i fatti della vita terrena del Signore, nostro Salvatore, e poi gli eventi manifesti della sua divinità (risurrezione ed ascensione)» (BW 104). 

2Signore, il re gioisce della tua potenza! Quanto esulta per la tua vittoria! 

«Signore, hai accolto le invocazioni del nostro re e hai accettato le sue richieste. Anzi, gli hai concesso altri doni più grandi che non aveva neppure chiesto» (Td 1004). 

Il cristiano gioisce della potenza di Dio quando si mostra capace di operare il bene: «In me c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo» (Rm 7,18), ma «Colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento» (Fil 1,6). 

3Hai esaudito il desiderio del suo cuore, non hai respinto la richiesta delle sue labbra. 

«Il Signore appaga il desiderio di quelli che lo temono» (Sal 144,19). «Allontana da me ogni smodato desiderio. Sensualità e libidine non s’impadroniscano di me, a desideri vergognosi non mi abbandonare» (Sir 23,5). «Il desiderio del mio cuore e la mia preghiera salgono a Dio per la salvezza [di tutti]» (Rm 10,1). «Signore, noi speriamo in te; al tuo nome e al tuo ricordo si volge tutto il nostro desiderio» (Is 26,8).

4Gli vieni incontro con larghe benedizioni, gli poni sul capo una corona di oro puro. 

Gesù Risorto ha ricevuto questa corona promess al Re vittorioso: «Sulla nube [bianca] uno stava seduto, simile a un Figlio d’uomo: aveva sul capo una corona d’oro» (Ap 14,14). 

«Dio ci dona molto di più di quanto chiediamo ed osiamo sperare (Cf Ef 4,20). «Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio» (Is 62,3). «Non temere ciò che stai per soffrire. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita» (Ap 2,10). 

5Vita ti ha chiesto, a lui l’hai concessa, lunghi giorni in eterno, per sempre. 

La gloria del re prefigura quella di Cristo: liberato da Dio dalla morte e glorificato nella risurrezione, si rallegra di aver salvato gli uomini e di averli resi partecipi della sua vita eterna (Cf BW 104). 

6Grande è la sua gloria per la tua vittoria, lo ricopri di maestà e di onore, 

«Rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre. Dio mostrerà il tuo splendore ad ogni creatura sotto il cielo» (Bar 5, 1.3). «Ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse» (Gv 17,5). Dio «risuscitò Cristo dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni Principato e Potenza» (Ef 1,20-21). 

7poiché gli accordi benedizioni per sempre, lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto. 

«Il Signore ordinerà alla benedizione di essere con te» (Dt 28,8). «Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l’ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione, perché ciascuno di voi si allontani dalle sue iniquità» (At 3,25-26). 

«Mi colmerai di gioia con la tua presenza» (At 2,28, Cf Sal 15,11). Gesù pregò: «[I miei discepoli] abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia» (Gv 17,13)

8Perché il re confida nel Signore: per la fedeltà dell’Altissimo non sarà mai scosso. 

Il re fu esaudito per aver confidato in Dio; avendo ottenuto misericordia grazie alla sua fiducia, non cesserà di sperare nel Dio Altissimo (Cf Es23,200). La fiducia in lui, è ciò che Dio richiede ed apprezza maggiormente nei suoi fedeli. «Chi confida nel Signore è beato» (Pr 16,20). «Orecchio non ha sentito, occhio non ha visto che un Dio, fuori di te, abbia fatto tanto per chi confida in lui» (Is 64,3). 

«Stai unito al Signore senza separartene. Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose, perché l’oro si prova con il fuoco e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. Nelle malattie e nella povertà confida in lui. Affìdati a lui ed egli ti aiuterà, raddrizza le tue vie e spera in lui» (Sir 2,2-6). 

9La tua mano raggiungerà tutti i nemici, la tua destra raggiungerà quelli che ti odiano. 10Gettali in una fornace ardente nel giorno in cui ti mostrerai; nella sua ira li inghiottirà il Signore, li divorerà il fuoco. 11Eliminerai dalla terra il loro frutto, la loro stirpe di mezzo agli uomini. 

«Ricordiamoci di intendere l'ira di Dio come del tutto esente da turbamento. Per ira divina, si intende il motivo giusto che lo induce al giudizio» (Ag37,1054). 

La punizione attraverso il fuoco, esalta la forza del giudizio di Dio (Cf 2 Re 1,12)  ma l’efficacia del suo intervento è reale soltanto se vengono eliminati anche le eventuali propaggini del male. «L'ira di Dio tormenta in vista del pentimento; ora il fuoco dello Spirito arde per consumare i peccati» (BW 106; cf Ag36,166). Tuttavia, «chi non risultò scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco» (Ap 20,15).

12Perché hanno riversato su di te il male, hanno tramato insidie; ma non avranno successo. 13Hai fatto loro voltare la schiena, quando contro di loro puntavi il tuo arco. 

Ciò che viene fatto contro il suo popolo, ferisce il Signore stesso: «Le trame ordite contro i tuoi fedeli, erano escogitate contro di te, o Dio» (Es23,201). 

14Alzati, Signore, in tutta la tua forza: canteremo e inneggeremo alla tua potenza. 

«In quel giorno direte: Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere, fate ricordare che il suo nome è sublime» (Is 12,4). «Siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi a vicenda con salmi, inni, cantici spirituali, cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore» (Ef 5,19). 

Salmo 21

1Al maestro del coro. Su «Cerva dell’aurora». Salmo. Di Davide. Dio sembra ritardare ad esaudire le invocazioni di un giusto, di un povero, che sta vivendo una situazione drammatica ma questi è certo che la sua preghiera sarà esaudita. Allora una moltitudine di uomini, verificando tale evento di salvezza, si convertirà al Signore. 

«Il salmo preannuncia la passione e la risurrezione di Cristo Signore, la chiamata alla fede dei pagani e la salvezza di tutto il mondo» (Td 1008). L’ultima invocazione di Gesù al Padre venne espressa con le parole iniziali di questo salmo (Mc 15,34 e Mt 27,46). Gli insulti dei crocifissori di Gesù ricordano a Matteo le ingiurie dei vv. 8-10 (Mt 27,43). Giovanni cita il v. 19 per alludere alla spartizione delle vesti del Crocifisso (Gv 19,23-24). 

2Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Lontane dalla mia salvezza le parole del mio grido!

Abbandonato: Azavtàni (nel vangelo, in aramaico, leggiamo: sabactàni. Gesù ha pregato nella sua lingua materna, non in quella ufficiale della Sinagoga). 

Lontano dalla mia salvezza (rachòq mishu‘atì). Dio rimane vicino all’orante (altrimenti sarebbe inutile invocarlo) ma ritarda a venire in suo soccorso, benché ci sia tra loro una relazione d’amicizia duratura. 

Se Dio non esaudisce, sembra eclissato dall’orizzonte del credente: «Se vado a oriente, egli non c’è, se vado a occidente, non lo sento. A settentrione lo cerco e non lo scorgo, mi volgo a mezzogiorno e non lo vedo. Poiché egli conosce la mia condotta, se mi mette alla prova, come oro puro io ne esco» (Gb 23,9-10). Ma il profeta precisa: «Tu eri vicino quando ti invocavo, hai detto: “Non temere”» (Lam 3,57). Del resto la caratteristica propria del Dio della Bibbia è la sua vicinanza: «Quale grande nazionebha la divinità così vicina a sé, come il Signore nostro è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?» (Dt 4,7).

3Mio Dio, grido di giorno e non rispondi; di notte, e non c’è tregua per me. 

«Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza» (Gc 5,16). «Dobbiamo sempre invocare senza mai sospendere. Se non veniamo esauditi subito, non dobbiamo smettere» (Bs 766). Dio esaudisce il grido dell’uomo interiore più profondo del nostro sentire immediato: «[Gesù] offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a Colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà» (Eb 5,7). L’apostolo Paolo quando chiese che gli fosse levata una particolare sofferenza, fu persuaso a perseguire una diversa aspirazione (cf 2 Cor 12,18): «L’uomo capisca che Dio è un medico e che la sofferenza è una medicina per la salvezza. Sotto l’azione del chirurgo gridi per il dolore, ma non ti ascolta perché vuole guarirti» (Ag36,173). 

4Eppure tu sei il Santo, tu siedi in trono fra le lodi d’Israele. 5In te confidarono i nostri padri, confidarono e tu li liberasti; 6a te gridarono e furono salvati, in te confidarono e non rimasero delusi. 

Compare per tre volte il verbo batach: confidare. «Considerate le generazioni passate e riflettete: chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso? O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato? O chi lo ha invocato e da lui è stato trascurato?» (Sir 2,10-11). «L’occhio del Signore veglia su chi lo teme, su chi spera nella sua grazia» (Sal 33,18). 

7Ma io sono un verme e non un uomo. 

Io verme (anochì tolà‘at). «“Non temere, Giacobbe [che ora sei] un verme (tolà‘at), Israele che ora sei morto. Trebbierai i monti, frantumerai i colli” (Is 41,14-16). Dopo aver definito [il popolo] verme, minuscolo per la sua piccolezza, gli attribuisce pure una grande potenza. [Ora] il Salvatore mette in evidenza la sua situazione di debolezza ma anche la distruzione delle potenze avverse» (Es23,205). 

Rifiuto degli uomini, disprezzato dalla gente. 

«Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto, siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti» (1 Cor 4,9.13). 

8Si fanno beffe di me quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo: 9«Si rivolga al Signore; lui lo liberi, lo porti in salvo, se davvero lo ama!». 

«[Dicono gli increduli:] “Se il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto e lo libererà dalle mani dei suoi avversari. Condanniamolo a una morte infamante, perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà”. Hanno pensato così, ma si sono sbagliati. Non conoscono i misteriosi segreti di Dio» (Sap 2,18-22). Il giusto non pretese d’essere salvaguardato da Dio. 

10 Sei proprio tu che mi hai tratto dal grembo, mi hai affidato al seno di mia madre. 11Al mio nascere, a te fui consegnato; dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio. 

Il fedele ricorda la tenerezza di Dio che ha sperimentato fin dalla nascita. Cristo, nell’ora della passione, confidò nella paternità di Dio, Abbà (Mc 14,36). «Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, da seno di mia madre sei tu il mio sostegno» (Sal 70,6). 

 12Non stare lontano da me, perché l’angoscia è vicina e non c’è chi mi aiuti. Compare di nuovo l’impressione della lontananza (rachaq): «Dove sono il tuo zelo e la tua potenza, il fremito delle tue viscere e la tua misericordia? Non forzarti all’insensibilità, perché tu sei nostro padre» (Is 63,15). 

Seconda parte: Il sentimento d’angoscia

13Mi circondano tori numerosi, mi accerchiano grossi tori di Basan. 14Spalancano contro di me le loro fauci: un leone che sbrana e ruggisce. 

15Io sono come acqua versata, sono slogate tutte le mie ossa. Il mio cuore è come cera, si scioglie in mezzo alle mie viscere. 16 Arido come un coccio è il mio vigore, la mia lingua si è incollata al palato, mi deponi su polvere di morte. 17Un branco di cani mi circonda, mi accerchia una banda di malfattori; 

Comincia la descrizione del sentimento interiore dell’orante. L’assalto di tre generi d’animali (tori, leoni e cani) allude all’estremo pericolo in cui si trova mentre l’angoscia provata è tale da far rinsecchire gli elementi umidi del suo corpo e a liquefare quelli solidi. 

hanno scavato le mie mani e i miei piedi. 18Posso contare tutte le mie ossa. Essi stanno a guardare e mi osservano: 19 si dividono le mie vesti, sulla mia tunica gettano la sorte. 

«Tutti questi casi sono accaduti nel corso della passione [di Cristo]» (Td 1016).

20Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, vieni presto in mio aiuto. 21Libera dalla spada la mia vita, dalle zampe del cane l’unico mio bene. 22Salvami dalle fauci del leone e dalle corna dei bufali. 

Compare per la terza volta il lamento sulla lontananza. «Il credente vive di una fonte di forza che non fluisce da lui stesso, ma è più forte proprio quando ha rinunciato alla sua sicurezza e alla sua difesa» (RS 158). «Tutto posso in colui che mi dà la forza» (Fil 4,13). [Oppure LXX: salva dalle corna dei bufali la mia povertà]. 

Terza parte: l’esaudimento del povero

Tu mi hai risposto!

«La preghiera del povero attraversa le nubi né si quieta finché non sia arrivata; non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto» (Sir 35,21). 

23Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all’assemblea. 

Il salmista, certo d’essere esaudito, promette che innalzerà la lode all’interno della comunità. Gesù, dopo la sua Pasqua, loda Dio nella sua Chiesa ed annuncia la redenzione ottenuta. Non si vergogna di chiamarci fratelli, dicendo: “Annunzierò il tuo Nome ai miei fratelli” (cf Eb 2,12). «Ogni giorno il Signore continua ad annunciare nella sua Chiesa poiché ogni giorno vengono proclamate le sue parole. Sono sue parole il messaggio contenuto nel Primo e nel Secondo Testamento» (Bs 769). 

24Lodate il Signore, voi suoi fedeli, gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe, lo tema tutta la discendenza d’Israele; 25perché egli non ha disprezzato né disdegnato l’afflizione del povero, il proprio volto non gli ha nascosto ma ha ascoltato il suo grido di aiuto. 

Il Dio che ha liberato degli schiavi dall’Egitto, si mostra attento alla preghiera dei miseri. Cristo ci sollecita alla lode: «Celebrate l'autore della vostra salvezza, Dio Padre: non ha disprezzato la miseria della vostra umanità ma mi ha esaudito e, grazie alla mia resurrezione, vi ha portato salvezza» (Td 1020). 

27I poveri mangeranno e saranno saziati, loderanno il Signore quanti lo cercano; il vostro cuore viva per sempre!

Il soccorso prestato a questo povero orante che si è affidato a Lui, è una caparra della salvezza messianica che Dio donerà ai poveri. «I poveri sono coloro che desiderano il Regno di Dio. Chi non ha questa fame, non può essere saziato. Vive il loro cuore, la loro speranza rinverdisce sempre. Vive veramente soltanto chi rimane sempre nella grazia di Dio» (BW 111). Il dono più grande che Cristo concede al discepolo è quello di renderlo come Lui, capace di condividere la sua passione: «Cristo offrì la sua cena ed offrì la sua passione; si è saziato il discepolo che lo ha imitato; gli apostoli hanno sofferto per andar dietro alle orme di Cristo» (Ag36,178). 

L’esito dell’evento

28Ricorderanno e torneranno al Signore tutti i confini della terra; davanti a te si prostreranno tutte le famiglie dei popoli 29Perché del Signore è il regno: è lui che domina sui popoli!

«Il Signore ha snudato il suo santo braccio davanti a tutte le nazioni; tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio» (Is 52,10). «Il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo echeggiarono voci potenti che dicevano: “Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo: egli regnerà nei secoli dei secoli”» (Ap 11,15). 

30A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra. 

(Cf Dn 12,2). Versetto di difficile interpretazione: Mangeranno e si prostreranno tutti gli opulenti della terra. 

Davanti a lui si curveranno quanti discendono nella polvere. 

I morti loderanno Dio e la lode si estenderà fino nel mondo dei defunti, ai quali verrà data una possibilità di speranza. «Tutti gli uomini che vengono in questo mondo, tutti coloro che conosceranno la morte, si prostreranno davanti a Dio, come ha preannunciato Isaia: “Davanti a me si prostrerà ogni uomo e mi glorificherà ogni lingua (45,23)”» (Bs 770). 

Ma io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza. Si parlerà del Signore alla generazione che viene; 32annunceranno la sua giustizia; al popolo che nascerà diranno: «Ecco l’opera del Signore!». 

«La generazione che viene è il popolo dei pagani, generato dall'acqua e dallo Spirito Santo; all'annuncio del Vangelo si convertirà al Signore. È detto che il popolo cristiano sarà creato dal Signore poiché Egli lo ha predisposto prima dei secoli, poi lo ha creato e redento: con il dono di se stesso, lo ha reso libero dai peccati» (BW 112). 

Salmo 22

1Salmo. Di Davide. 

«Nel salmo precedente era stato promesso che i poveri avrebbero mangiato e sarebbero stati saziati, ed ora indica chi sia Colui che dona e nutre, e lo chiama pastore: Cristo Signore ha detto di essere lui il Pastore (Gv 10,1-6)» (Td 1025). 

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. 

«Il mio Dio colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù» (Fil 4,19). «Cristo non è una guida qualsiasi: “in lui si trovano tutti i tesori della sapienza e della scienza” (Col 2,3). Consapevoli di questo privilegio, [i cristiani] non lamentano alcuna mancanza. Cristo, fonte e l’elargitore d’ogni bene, dona loro dalla sua pienezza e comunica le benedizioni del Padre» (Crl 840). 

2Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce.
 

«Ristorerò copiosamente l’anima stanca e sazierò ogni anima che languisce» (Ger 31,25). Chi non vuole avere nessuna guida o si lascia guidare da pastori falsi, viene a trovarsi in luoghi estranei; soltanto il Buon Pastore ci riporta al nostro essere (RS 165). 

3Rinfranca l’anima mia, 

«La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima» (Sal 18,8). «Il pascolo erboso è la parola di Dio; è la santa Scrittura ispirata che alimenta i cuori dei fedeli, infondendo loro una forza spirituale. L'acqua viva e vivificante è l'elargizione dello Spirito» (Crl 841). «È acqua di ristoro perché lì deponiamo il grave e penoso carico dei peccati, ci laviamo da ogni sozzura» (Es23,217). 

Mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome. 

«Ti indico la via della sapienza, ti guido per i sentieri della rettitudine. Quando camminerai non saranno intralciati i tuoi passi, e se correrai, non inciamperai. Attieniti alla disciplina, non lasciarla, custodiscila, perché essa è la tua vita» (Pr 4,11). «Farò camminare i ciechi per vie che non conoscono, li guiderò per sentieri sconosciuti. Tali cose io ho fatto e non cesserò di fare» (Is 42,16). «Mi ha guidato negli angusti sentieri della sua giustizia, non per il mio merito, ma a causa del suo nome» ossia per la sua fedeltà (Ag36,182). 

4Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. 

Valle oscura: nella valle dell’ombra della morte (beghé’ tzalmavet). «Non temere, perché io sono con te; non smarrirti, perché io sono il tuo Dio. Ti rendo forte e ti vengo in aiuto e ti sostengo con la destra della mia giustizia» (Is 41,10). «Non temerò il male, perché tu abiti, grazie alla fede, nel mio cuore; ed ora sei con me, affinché, dopo l'ombra della morte, sia anch'io con te» (Ag36,182). 

Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. 

«Come ha passato al crogiuolo costoro [Abramo, Giacobbe, Labano] non altrimenti che per saggiare il loro cuore, così ora non vuol far vendetta di noi, ma è a fine di correzione che il Signore castiga coloro che gli stanno vicino» (Gdt 8,27). «Ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia» (Eb 12,11). «La tua disciplina non mi ha afflitto, anzi da essa sono stato consolato; perché tu ti ricordi di me» (Ag36,182). 

5Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici. Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca. 

«Hai preparato davanti a me una mensa affinché non continui più a nutrirmi soltanto di latte, come fanno i bambini, ma mi alimenti di un cibo ben più solido, che mi renda capace di affrontare le avversità. Hai profumato di olio il mio capo; hai infuso una grande gioia spirituale al mio cuore. Il tuo calice inebriante, che fa dimenticare e superare, tutte le vanità di un tempo, davvero è prezioso» (Ag36,152). 

«Mi hai nutrito con questi beni mentre i miei nemici [i demoni] si rattristavano e si affliggevano perché vedevano che colui che prima era stato loro schiavo, era cambiato in modo così radicale» (Td 1023). 

6Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni. 

Essere ospitati da Dio come suoi amici, senza nostro merito, non è un fatto occasionale ma abituale (tutti i giorni); questo privilegio anticipa la vita eterna. «La tua ineffabile bontà ci comunica tutti questi beni: non aspetta le nostre richieste, ci insegue quando fuggiamo via da essa, ci previene, ci salva, offre una dimora presso Dio, in questa vita e in quella futura» (Td 10028). «La tua misericordia e la tua grazia mi consolideranno affinché abbia sempre, come mia casa, la tua casa, cioè la Chiesa, e così, restando in essa, ottenga lunghezza di giorni presso di te e la vita eterna» (Es23,220). 

Salmo 23

1Di Davide. Salmo. 

Una moltitudine di popoli s’aggrega al popolo di Dio (denominato qui Giacobbe) e tutti insieme glorificano il Signore che sta per entrare nel tempio. La Chiesa celebra il Signore Gesù entrato nel santuario di Gerusalemme ma, poi, nel cielo stesso, e chiede di partecipare alla sua gloria. 

Del Signore è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti. 

«Ecco, al Signore tuo Dio appartengono i cieli, i cieli dei cieli, la terra e quanto essa contiene» (Dt 10,14). «Il Signore non è soltanto Dio degli Ebrei, ma governa tutta la terra. Non la domina come un sovrano che ha usurpato il potere, ma come Colui che l'ha creata e che l'ha tratta all'esistenza dal non essere» (Td 1029). Il Verbo Creatore, però, ha dovuto riconquistare la sua creazione: il diavolo pensava che il mondo fosse suo, ma Cristo, svuotando se stesso e obbedendo fino alla morte (Cf Fil 2,7-8), ha ricevuto da Dio la terra in eredità (Cf Gero1064). 

2È lui che l’ha fondato sui mari sui fiumi l’ha stabilito. 

«Dio disse: “Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto”. E così avvenne» (Gen 1,9). 

Dio può edificare anche sopra un’estrema fluidità: «Con potenza creatrice ha voluto che il solido elemento terrestre fosse posto al di sopra dell’elemento liquido» (Es23,220). A sua volta, «Cristo ha stabilito fermamente la sua Chiesa sopra tutti i marosi di questo mondo» (Ag36,183). 

3Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? 4Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli, chi non giura con inganno. 

«Prima, all'inizio del salmo ha insegnato che Dio è il Creatore, ora indica la strada che ci può condurre a Lui» (Td 1030). Richiama le condizioni per poter entrare nel tempio, o meglio, per vivere in comunione con Dio: abbandonare gli idoli e agire con rettitudine. «Se vuoi vedere il volto di Dio, devi cambiare te stesso, eliminare tutto ciò che è proprio dell'uomo ed acquisire lo stile di vita degli angeli, anzi devi diventare dio» (Or 1268). «Le mani indicano le azioni e il cuore i pensieri; con il cuore deliberiamo che cosa fare e con le mani mettiamo in opera i nostri intenti» (Td 1032). [Cf Sal 14: la purezza di vita corrispondeva allo sviluppo di relazioni solidali con il prossimo]. 

5Egli otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. 

«Tutte le opere buone che gli uomini compiono non sono altro che espressione di doni ricevuti in precedenza e un anticipo di quelli che ci verranno donati nel futuro, i quali superano ogni aspettativa» (Td 1032). 

6Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, [Dio di ] Giacobbe. 

«Nel salmo 21 [v.28] aveva preannunciato l'annuncio della salvezza alle genti; ora torna a parlare dei popoli e della loro conversione» (Td 1032). I fedeli manifestano il desiderio di cercare Dio e i pagani vogliono unirsi al popolo di Dio, personificato in Giacobbe. «Gli uomini retti, desiderano vedere il Signore, sapendo che un tempo si era mostrato al grande Giacobbe. Ora, ogni luogo della terra, accolto il Vangelo, abbandona le divinità per cercare il Dio di Giacobbe» (Td 1032). 

7Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. 

Le porte del tempio devono spalancarsi in segno di sottomissione al Vincitore. Tra la folla, emerge anche un sovrano vittorioso (che ha operato in nome di Dio) oppure l’Arca dell’Alleanza, trono del Signore. 

Il Re glorioso è Cristo che torna al Padre. «Entrerà nel suo tempio, il Signore che voi cercate» (Ml 3,1). «Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, il Figlio sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli» (Eb 1,3-4). «Cristo rovesciò la dura tirannia del diavolo. Gli angeli ordinano che le porte eterne del cielo vengano aperte, lasciando passare per la prima volta una persona appartenente alla natura umana. Nessuno uomo fino allora aveva varcato quelle soglie» (Td 1033). 

8Chi è questo re della gloria? Il Signore forte e valoroso, il Signore valoroso in battaglia. 9Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. 

«Entra in cielo il Signore forte e potente, che tu hai ritenuto debole. La debolezza umana è stata restituita all'immortalità. Entrerà il Re della gloria per intercedere per noi alla destra del Padre» (Ag36,184). 

10Chi è mai questo re della gloria? Il Signore degli eserciti è il re della gloria. 

Dio è a capo degli astri ma anche di potenti eserciti angelici. «Bellezza del cielo è la gloria degli astri. Stanno agli ordini di colui che è santo, non abbandonano le loro postazioni di guardia» (Sir 43,9-10). La potenza dei suoi eserciti è a servizio del suo amore: «Vedi com’è pacifico l’animo del Signore? Pur essendo il Signore degli eserciti, non ferisce mai neppure un avversario, nessuno atterra, con nessuno viene a battaglia» (Bsl 427). 

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