martedì 7 febbraio 2023

Salmi da 24 a 40

Salmi della comunità

Salmo 24

1Di Davide. Invocazione per la redenzione del popolo (padah, v.22), che é liberazione dalle angosce, dal peccato e capacità di vivere nella via di Dio. «Nelle parole di questo salmo la Chiesa chiede di essere protetta dallo sguardo di Dio» (BW 116). Come Anna, dichiara: «Sono una donna affranta; sto solo sfogandomi davanti al Signore» (1 Sam 1,15). «Confido in te, Signore, che hai annientato te stesso per redimermi. La tua somma umiliazione divenne la mia somma elevazione» (Cf Gero 1098).

A te, Signore, innalzo l’anima mia. 

«Ora è riuscito librarsi nelle altezze; ha sollevato la sua anima e l'ha indirizzata verso l'alto» (Es23,224). «Ho innalzato a te la mia anima, come chi avvicina la brocca alla fonte» (Ag37,1833). 

2Mio Dio, in te confido: che io non resti deluso! Non trionfino su di me i miei nemici! 3Chiunque in te spera non resti deluso; sia deluso chi tradisce senza motivo. 

«Considerate le generazioni passate e riflettete: chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso?» (Sir 2,10). «Circondato da un'infinità di mali, ti presento, Signore, la mia vita: tutto dipende da te e dal tuo aiuto. Come stimolo alla speranza, conservo il ricordo di coloro che hanno confidato in te e hanno ottenuto il tuo aiuto» (Td 1036). 

4Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. 5Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza; io spero in te tutto il giorno. 

«Sono vie del Signore le disposizioni della sua provvidenza, con le quali governa ogni cosa» (Es23,225). «Per prima cosa, ti chiedo, Signore, di conoscere le tue vie e di camminare lungo i sentieri che conducono fino a te, affinché rimanga sempre con fermezza sulla giusta strada» (Td 1037). «Ho deviato nella mia falsità ma Tu guidami affinché non vada più errando» (Beda 605). 

6Ricordati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore, che è da sempre. 7I peccati della mia giovinezza e le mie ribellioni, non li ricordare: ricordati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore. 

Chiede di essere ricordato e che le sue colpe siano, invece, dimenticate perché non fanno parte del suo essere. Si richiude in uno spazio di quattro pareti: misericordia ed amore, misericordia e bontà. «Dio, Tu governi sempre gli uomini con benevolenza. Ti chiedo di sperimentare anch'io, adesso, la tua bontà; ricordati di questa e non dei miei peccati. Non ho alcun merito ma spero di ottenere quanto ti chiedo per la tua bontà» (Td 1037). 

8Buono e retto è il Signore, indica ai peccatori la via giusta; 9guida i poveri secondo giustizia, insegna ai poveri la sua via. 

«Non si distoglie dai peccatori né li trascura, lasciando che si rovinino con i loro peccati. Salvatore buono e amico degli uomini, si cura più dei malati che dei sani e indica loro le vie della conversione» (Es23,228). «Se il malvagio si allontana da tutti i peccati che ha commesso, egli vivrà, non morirà. Nessuna delle colpe commesse sarà più ricordata. Forse che io ho piacere della morte del malvagio o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?» (Ez 18,22-23). 

10Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti. 

«Dio, ti sei ricordato di me e non hai abbandonato coloro che ti amano» (Dn 14,38). «Sono molte le vie del Signore, ma davanti a tutte corre la misericordia, perché Dio ha misericordia di tutti gli esseri, e non ha in abominio nulla di ciò che ha fatto (Sap 11,23). In ciascuna via del governo e della provvidenza di Dio, la sua misericordia prevale sempre» (Es23,228). 

11Per il tuo nome, Signore, perdona la mia colpa, anche se è grande. 

«Dio è colui che giustifica!» (Rm 8,33). «Egli non si propone di beneficare in base ai meriti degli uomini, ma è Lui per primo a riversare i suoi doni. E questo lo fa da sempre, da quando esiste il mondo, da quando il mondo ha cominciato ad essere governato da Lui» (Cs 180). 

12C’è un uomo che teme il Signore? Gli indicherà la via da scegliere. 13Egli riposerà nel benessere, la sua discendenza possederà la terra. 

«Tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me» (Gv 6,45). «L’unzione [dello Spirito] rimane in voi e non avete bisogno che qualcuno vi istruisca» (1 Gv 2,27). 

14Il Signore si confida con chi lo teme, gli fa conoscere la sua alleanza. 

Dio accoglie nella comunione con Lui e rivela i suoi segreti ai suoi amici: «Devo tener nascosto ad Abramo ciò che sto per fare?» (Gen 18,17). «Il Signore non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo consiglio ai suoi servitori, i profeti» (Am 3,7). «Vi ho chiamato amici perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi» (Gv 15,15). «Noi abbiamo il pensiero di Cristo» (1 Cor 2,16). 

15I miei occhi sono sempre rivolti al Signore, è lui che fa uscire dalla rete il mio piede. 

«I miei occhi interiori, ossia tutti i miei affetti, sono sempre rivolti al Signore e così trascuro ogni attaccamento terreno. Egli libererà dal laccio di ogni esitazione che mi blocca» (Beda 607). «Immagina una pietra. Non appena l'allontani dal calore diventa fredda, Così anche tu, se ti allontanerai da Dio ti raffredderai; se ti avvicinerai a Dio ti riscalderai» (Ag37,1175)

16Volgiti a me e abbi pietà, perché sono povero e solo. 

«Prima aveva detto: “i miei occhi sono rivolti al Signore” ed ora invece chiede a Lui: volgiti verso di me, come io avevo guardato a te, e abbi pietà. Chi si rivolge a Lui in continuità, chiede con insistenza di essere guardato, a sua volta, a motivo della sua miseria. Questa supplica esprime l’invocazione della Chiesa» (Cs 181). 

17Allarga il mio cuore angosciato, liberami dagli affanni. 

«Sono cosciente di essere povero e senza aiuto e di non essere in grado di procurarmi la salvezza» (Es23,229). L’apostolo ha sperimentato l’allargamento del suo cuore: «Siamo tribolati ma non schiacciati; sconvolti ma non disperati; perseguitati ma non abbandonati» (2 Cor 4,8-9). 

18Vedi la mia povertà e la mia fatica e perdona tutti i miei peccati. 

«Chi cammina per una strada impolverata, facilmente si sporchi i piedi e dovrà lavarli. Allo stesso modo, chi si trova in questa vita, per quanto sia perfetto, non riuscirà ad evitare il peccato e avrà sempre bisogno di una purificazione» (Beda 608). 

19Guarda i miei nemici: sono molti, e mi detestano con odio violento. 20Proteggimi, portami in salvo; che io non resti deluso, perché in te mi sono rifugiato. 

La Chiesa prega per i nemici perché si ravvedano. Il Signore è capace di convertire, senza indugio, coloro a cui guarda con amore, come nel Vangelo guardò Pietro e questi pianse per il dolore (Lc 22,61). Non può sopportare la perdizione di qualcuno (Cf Cs 181). 

21Mi proteggano integrità e rettitudine, perché in te ho sperato. 

«L’integrità guida gli uomini retti, la mavagità è la rovina per i perfidi» (Pr 11,3). La Chiesa chiede che la sua fede sia custodita in modo da rimanere totalmente integra e possa presentarsi al suo Sposo, il Cristo, senza macchia né ruga (Cf Ef 5,27); (Cf Cs 181). 

22O Dio, libera Israele da tutte le sue angosce. 

Invocazione riassuntiva del salmo: “Pedeh Elohim”, redimi, libera, Signore, il tuo popolo. «Il salmista ha imparato a non curarsi solo di sé, né a supplicare Dio per sé soltanto ma intercede per tutto il popolo» (Es23,232). 

Salmo 25

1Di Davide. Un fedele afferma la sua innocenza (vv.1-8) e chiede di saper rimanere fedele a Dio (9-12). La sua rettituine non consiste in una perfetta impeccabilità ma nella sua estrema fiducia nella bontà di Dio (v.3) e nel proposito di rimanere fedele a Lui. «Si applica al cristiano che partecipa alla vita della Chiesa con molto impegno e si consolida per i doni ricevuti da Dio» (BW 120). 

Fammi giustizia, Signore: nell’integrità ho camminato, confido nel Signore, non potrò vacillare. 

«Dio porti a compimento, con la sua potenza, ogni vostra volontà di bene» (2 Ts 1,11). «“Per la misericordia che Tu mi hai usata, Signore, ho qualche merito della mia innocenza”. Tuttavia, non sperando in me, ma nel Signore, resterò unito a Lui» (Ag36,192). 

2Scrutami, Signore, e mettimi alla prova, raffinami al fuoco il cuore e la mente. 

«Il crogiuolo è per l’argento e il forno per l’oro, ma chi prova i cuori è il Signore» (Pr 17,3; Cf Zc 13,9). «Ho cercato di piacere a Dio solo» (Es23,233). «Nulla in me rimanga nascosto; rendi noto a me stesso chi sono in verità. Applica, come fuoco, la medicinale purificazione dei miei piaceri e dei miei pensieri» (Ag36,192). 

3La tua bontà è davanti ai miei occhi, nella tua verità ho camminato. 

Gesù disse a Natanaele: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità» (Gv 1,47). «Se esaminerai le profondità del mio cuore, troverai che confido soltanto nella tua compassione, o Dio. Così facendo, ti sarò gradito» (Atn 148). 

4Non siedo con gli uomini falsi e non vado con gli ipocriti; 5odio la banda dei malfattori e non siedo con i malvagi. 

Gesù si è seduto a mensa con uomini falsi: «Perché il vostro Maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?» (Mt 9,11). Nella società ci sono i malvagi e dobbiamo convivere con loro, con rispetto ma dobbiamo anche separarci da loro mediante uno stile di vita opposto (Cf Bs 780): «Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello, ed è impudico o avaro o idolatra» (1 Cor 5,11). 

6Lavo nell’innocenza le mie mani e giro attorno al tuo altare, o Signore, 7per far risuonare voci di lode e narrare tutte le tue meraviglie. 

«Lava le proprie mani, chi deterge i propri peccati con le lacrime del pentimento» (BW 121). «Davide e tutta la casa d’Israele danzavano davanti al Signore con tutte le forze, con canti e con cetre, arpe, tamburelli, sistri e cimbali» (2 Sam 6,5). «Siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo» (Ef 6,19-20).

8Signore, amo la casa dove tu dimori e il luogo dove abita la tua gloria. 

La dimora di Cristo è la comunità dei suoi discepoli: «Venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”» (Gv 20,19). «Ho amato tutta la tua casa, Signore; soprattutto ho amato lo splendore delle dottrine e delle parole pie, la bellezza delle letture ispirate» (Es23,236). «[…] senza disertare le nostre riunioni, ma esortandoci vicenda» (Eb 10,25). 

9Non associare me ai peccatori né la mia vita agli uomini di sangue, 10perché vi è delitto nelle loro mani, di corruzione è piena la loro destra. 

«Gesù ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone» (Tt 2,14). 

11Ma io cammino nella mia integrità; riscattami e abbi pietà di me. 12Il mio piede sta su terra piana; nelle assemblee benedirò il Signore. 

«Il peccato non regni più nel vostro corpo mortale, così da sottomettervi ai suoi desideri» (Rm 6,12). Riscattami: «Mi sia utile, Signore, la fatica con la quale mi hai redento in modo mirabile, a prezzo del tuo sangue. Abbi sempre pietà di me in ogni occasione, perché non vada fuori strada» (Beda 617). Benedirò il Signore: «Siete la stirpe eletta perché proclami le opere meravigliose di Dio che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce» (1 Pt 2,9). 

Salmo 26

1Di Davide. L’orante, di fronte a gravi difficoltà, consolida il suo sentimento d’abbandono in Dio. Il rischio che deve affrontare è una contesa legale insidiosa (v.12). 

Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura?

«Quando viene illuminata da Dio, l'anima è capace di vedere chi sia il suo Difensore e Salvatore, poi affronta [tutto] con coraggio. Il termine ebraico “mia salvezza [weIsh‘ì]” evoca il nome di Gesù, nostro Salvatore. Le lettere ebraiche con cui viene espresso, tracciano il nome di Gesù» (PG Or 12,1276). 

2Quando mi assalgono i malvagi per divorarmi la carne, sono essi, avversari e nemici, a inciampare e cadere. 

«Se il Signore non fosse stato per noi, quando eravamo assaliti, allora ci avrebbero inghiottiti vivi» (Sal 123,2-3). «Chi tocca voi [Israeliti], tocca la pupilla dei miei occhi» (Zc 2,12). «I malvagi non ti divorano quando ti perseguitano, ma quando ti inducono ad essere ciò che essi sono» (Ag36,341). 

3Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me si scatena una guerra, anche allora ho fiducia. 

«Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?» (Rm 8,31). «Combattete unanimi per la fede del Vangelo, senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari» (Fil 1,27-28). «Non temere ciò che stai per soffrire» (Ap 2,10). 

4Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario. 

La convinzione di fede dell’orante verrebbe consolidata da una visita al tempio. «Vorrei abitare nella tua tenda per sempre, vorrei rifugiarmi all’ombra delle tue ali» (Sal 60,6). Immerso in Dio e rinfrancato da Lui, affronterebbe gli avversari con serena fiducia. «Non chiedo al mio Benefattore ricchezza e potenza, ma piuttosto di stare con frequenza nel tempio santo, per contemplare, come in uno specchio, la bellezza divina e per riflettere su come devo fare per agire in conformità alla Legge. So per esperienza che, così facendo, ottengo salvezza e sfuggo alle avversità» (Td 1052). «Il termine ultimo del cammino verso Dio conduce proprio a questo, al volto di Dio, in modo di stare davanti a lui e godere dell’irradiarsi della sua divinità» (Es23,241 D-242). “Ammirare il suo santuario (vakker behechalò)” “Vakker” significa, forse, “prestare attenzione ai segni”, cioè attendere un responso rassicurativo, come accadeva nelle veglie. 

5Nella sua dimora mi offre riparo nel giorno della sventura. Mi nasconde nel segreto della sua tenda, sopra una roccia mi innalza. 

«Dio agisce alla maniera di un'aquila la quale, come dice Mosè, protegge il suo nido e dopo aver disteso le ali, ricopre i suoi piccoli e non permette che vengano aggrediti (Cf Dt 32,11). Non soltanto li nasconde e li protegge, ma li innalza sopra la roccia. Stare sulla roccia è rimanere fedeli, in modo irremovibile e saldo; la Roccia, poi, è Cristo e su di Lui siamo stabiliti» (Crl 853). 

6E ora rialzo la testa sui nemici che mi circondano. Immolerò nella sua tenda sacrifici di vittoria, inni di gioia canterò al Signore. 

Grazie ad una consumata esperienza, il fedele sa che la vicinanza con Dio lo consolida e lo rasserena. È certo che sarà esaudito. 

7Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!

Ripete la richiesta, già formulata al v. 4, di poter sperimentare i benefici della relazione con Dio. La visita al tempio, capace di infondere pace e speranza, era stata soltanto desiderata ma non ancora realizzata? O forse il salmista è stato sopraffatto di nuovo dal dubbio che pensava di aver fugato del tutto?

Il mio cuore ripete il tuo invito: «Cercate il mio volto!». Il tuo volto, Signore, io cerco. 

La preghiera è il servizio del cuore. «Nel segreto, dove tu solo ascolti, ti ha detto il cuor mio: ho cercato il tuo volto. Non qualche altro vantaggio diverso da te, o Signore. Con perseveranza insisterò in questa ricerca; non cercherò infatti qualcosa di poco conto, ma il tuo volto, o Signore, per amarti gratuitamente, dato che non trovo niente di più prezioso» (Ag36,198). «Non pensiamo, nel dialogare con Dio, di percepire dei suoni; i pensieri santi che affiorano nel cuore, sono parole con le quali Dio ci parla. Abbiamo un udito con il quale ascoltare la parola di Dio, entrare in relazione ed unirci a Lui» (Or 1284). 

9Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. 10Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto. 

Nonostante si fosse sentito invitato da Dio, teme di non essere accolto da lui a motivo della sua indegnità. Prevale, tuttavia, la certezza della fedeltà di Dio nei suoi confronti: «Il padre e la madre possono rinnegare la loro paternità e maternità; non Dio, perché “non può rinnegare se stesso” (2 Tm 2,13). Non vi è allontanamento da Dio, che abbia la sua causa in Dio» (RS 200). Cf Ger 31,20. 

11Mostrami, Signore, la tua via, guidami sul retto cammino, perché mi tendono insidie. 

La convinzione della paternità di Dio pacifica il fedele. «Indicami la tua via, così che io ti conosca, e trovi grazia ai tuoi occhi» (Es 33,13). «Signore, per me che a te tendo, e che sto apprendendo la grande arte di pervenire alla sapienza, stabilisci una legge sulla tua via, affinché io non devii. Non basta infatti incominciare, dato che i nemici, finché non si è giunti, non si danno pace» (Ag36,198). 

12Non gettarmi in preda ai miei avversari. Contro di me si sono alzàti falsi testimoni che soffiano violenza. 

Il salmista chiarisce ora il motivo della sua angoscia: teme i falsi testimoni. Lo stesso accadrà anche a Gesù: «Cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù, per condannarlo a morte» (Mt 26,59). 

14Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
 

«Comportatevi da uomini, siate forti» (1 Cor 16,13). «[Il Signore] vi conceda si essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell’uomo interiore» (Ef 3,16). «Ascolto il Signore stesso che parla nel mio cuore, ascolto lo Spirito Santo che mi corrobora» (Bs 785). 

Salmo 27

1Di Davide. Preghiera di un tribolato che, dopo aver sperimentato il silenzio di Dio, viene esaudito. «Da’ a tutto il tuo popolo e a ogni tribù la prova che sei tu il Signore, il Dio di ogni potere e di ogni forza, e non c’è altri, all’infuori di te, che possa proteggere la stirpe d’Israele» (Gdt 9,14). 

A te grido, Signore, mia roccia, con me non tacere: se tu non mi parli, sono come chi scende nella fossa. 

«L’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore» (Dt 8,3). «La Parola del Signore era rara in quei giorni» (1 Sm 3,1). «Marta disse a Gesù: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”» (Gv 11,21). 

2Ascolta la voce della mia supplica, quando a te grido aiuto, quando alzo le mie mani verso il tuo santo tempio. 

“Verso il tuo santo tempio (Devir)”: era l’edificio centrale del tempio che comprendeva il Santo dei Santi. «Se nel pregare, qualcuno chiede beni terreni, la sua voce rimane fievole. Se chiede beni celesti, allora grida. Ognuno di noi cerchi di pregare come se inalzasse un grido, anzi un grido acutissimo» (Or 1283). «Quando alzo le mie mani a Dio e mi elevo fino a Lui, vinco Amalek, anzi l’anniento del tutto (Cf Es 17,8-12)» (Or 1285). 

3Non trascinarmi via con malvagi e malfattori, che parlano di pace al loro prossimo, ma hanno la malizia nel cuore. 

Chiede di non essere trattato come un malvagio che merita una punizione. Doppiezza dell’uomo perverso: «Apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità» (Mt 23,28); Cf Sal 54,21-22.

4Ripagali secondo il loro agire, secondo la malvagità delle loro azioni; secondo le opere delle loro mani, rendi loro quanto meritano. 5Non hanno compreso l’agire del Signore e l’opera delle sue mani: egli li demolirà, senza più riedificarli. 

«Ciò che videro con gli occhi, non fu accolto per la fede nella luce del cuore» (Cs 675). Nella Gerusalemme celeste «non entrerà chi commette abominio o falsità ma solo quelli che sono scritti nel libro di vita dell’Agnello» (Ap 21,27). 

6Sia benedetto il Signore, che ha dato ascolto alla voce della mia supplica. 

Forse ha ricevuto un’assicurazione da parte d’un oracolo. «Il Dio che non mente, per confermare le sue promesse delle quali dice: “Mentre ancora mi parli, io dirò: Eccomi!” (Is 58,9), si mostra pronto ad esaudire le suppliche, quasi stando accanto a chi lo invoca con purezza» (Es23,249). 

7Il Signore è mia forza e mio scudo, in lui ha confidato il mio cuore. Mi ha dato aiuto: esulta il mio cuore, con il mio canto voglio rendergli grazie. 

Certo dell’esaudimento, conferma la sua fiducia in Dio. «Padre, ti ringrazio perché mi hai ascoltato» (Gv 11,41). 

8Forza è il Signore per il suo popolo, rifugio di salvezza per il suo consacrato. 

Il Signore sarà sempre la salvezza del suo popolo e del suo consacrato (unto, meshichò). «Tutti insieme innalzarono la loro voce a Dio dicendo: “Ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce e concedi ai tuoi servi di proclamare con tutta franchezza la tua parola”. Quand’ebbero terminato la preghiera, tutti furono colmati di Spirito Santo e proclamavano la parola di Dio con franchezza» (At 4,23.29-31). 

9Salva il tuo popolo e benedici la tua eredità, sii loro pastore e sostegno per sempre. 

Il popolo viene chiamato eredità, possesso di Dio (nachalatéka). «Nessuno possiede Dio, a meno che non sia posseduto egli stesso da Dio. Di conseguenza, diventi lui stesso possesso di Dio e Dio diventerà suo padrone e suo bene» (Po 460). Cristo ha sofferto perché noi godessimo il vantaggio d’essere suoi. Fanno parte dell’eredità di Cristo anche tutti gli uomini dell’antico popolo, che furono amici di Dio (Cf Es23,249). 

Salmo 28

1Salmo. Di Davide. Dio, che siede in trono nel cielo, manifesta la sua forza nell’impeto di un uragano ma assicura di porla a servizio del suo popolo, nella pace. «Udite attentamente il rumore della sua bocca. Dio tuona mirabilmente con la sua voce, opera meraviglie che non comprendiamo» (Gb 37,3.5). Il Signore agisce anche nella brezza (Cf 1 Re 19,12) ma, in ogni caso, opera meraviglie. Compare sette volte l’espressione voce del Signore (qôl, tuono), la quale si mostra capace di abbattere qualsiasi potenza, in ogni luogo e di determinare la vita di ogni creatura. 

1 Date al Signore, figli di Dio, date al Signore gloria e potenza. 2 Date al Signore la gloria del suo nome, prostratevi al Signore nel suo atrio santo (alla sua maestà santa [behadrat-kodesh]). 

Figli di Dio (bené elìm): figli di Dei (divinità, angeli). «Udii voci di molti angeli attorno al trono [di Dio, in cielo]. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia» (Ap 5,11). 

3La voce del Signore è sopra le acque, tuona il Dio della gloria, il Signore sulle grandi acque. 

La voce è la decisione del suo volere: «Il Signore farà udire la sua voce maestosa, alla sua voce tremerà l’Assiria» (Is 30,30-31; Cf Sal 92,4). 

«“Voce del Signore sulle acque”: profetizza quella voce del cielo che si fece udire al Giordano [al Battesimo di Gesù] e proclamava: “Tu sei il Figlio mio, l’Amato, in te mi sono compiaciuto” (Mt 3,17). Il salmista la chiama tuono perché questa dichiarazione riecheggia in tutta la terra mediante la predicazione del Vangelo» (Td 1065). 

4La voce del Signore è forza, la voce del Signore è potenza. 

«Egli ha formato la terra con la sua potenza, ha fissato il mondo con la sua sapienza. Al rombo della sua voce rumoreggiano le acque nel cielo» (Ger 51,15). 

«Il salmista chiama voce la grazia dello Spirito Santo che riempì gli apostoli di forza e di potenza» (Td 1065).

5La voce del Signore schianta i cedri, schianta il Signore i cedri del Libano. 

«Ci sarà un giorno del Signore degli eserciti contro ogni superbo e altero, contro chiunque si innalza ad abbatterlo; contro tutti i cedri del Libano alti ed elevati, contro tutte le querce del Basan» (Is 2,12-13). «La voce del Signore spezza i cedri. Spezzerà con la penitenza quanti si inorgogliscono per lo splendore della nobiltà terrena, dal momento che ha eletto le cose ignobili di questo mondo, nelle quali manifesta la sua presenza» (Ag36,213).

6Fa balzare come un vitello il Libano, e il monte Sirion come un giovane bufalo. 7La voce del Signore saetta fiamme di fuoco, 8la voce del Signore scuote il deserto, scuote il Signore il deserto di Kades. 9La voce del Signore provoca le doglie alle cerve e affretta il parto delle capre. 

Descrizione di una tempesta che si scatena dalle acque superiori, poste sopra il firmamento e sotto il trono di Dio (quindi viene permessa e dominata, da Lui); si manifesta al Nord (il Sirion corrisponde all’Ermon) e percorre il territorio fino a sud (Kades). 

«Nel diluvio di questo secolo, il Signore dimora nei suoi santi, custoditi nella Chiesa, come in un'arca. Darà fortezza al suo popolo che combatte contro le tempeste e le bufere di questo mondo» (Ag36,214).

Nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».10Il Signore è seduto sull’oceano del cielo, il Signore siede re per sempre. 

“Oceano del cielo [mabbul]”, richiama il diluvio. Torna a contemplare Dio che regna in cielo, al di sopra di ogni tumulto cosmico. «Ora è per me come ai giorni di Noè, quando giurai che non avrei più riversato le acque di Noè sulla terra; così ora giuro di non più adirarmi con te e di non farti più minacce. Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto, né vacillerebbe la mia alleanza di pace; dice il Signore che ti usa misericordia» (Is 54,9-10). 

11Il Signore darà potenza al suo popolo, 

«Il regno, il potere e la grandezza di tutti i regni che sono sotto il cielo saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo, il cui regno sarà eterno e tutti gli imperi lo serviranno e obbediranno» (Dn 7,27). «Rinsalderà la terra inondata dallo straripare dell'iniquità, la rinnoverà fino a renderla una nuova creazione» (Td 1069). 

il Signore benedirà il suo popolo con la pace. 

«Benedirà il suo popolo, offrendogli in se stesso la pace, poiché, dice, “vi do la mia pace, la mia pace vi lascio” (Gv 14,27)» (Ag36,214). «[Al comando di Gesù], il vento cessò e si fu grande bonaccia» (Mc 4,39). 

Salmo 29

1Salmo. Canto per la dedicazione del tempio. Di Davide. Ringraziamento di un uomo risanato da una malattia mortale. La Chiesa celebra la resurrezione di Gesù: Egli è la primizia della nostra umanità e la guarisce dalla mortalità (Cf Td 1072). 

2Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato, non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me. 

«In un salmo precedente [Sal 27] aveva detto: “Signore, se tu non mi parli, sono come chi scende nella fossa”. Ora rende grazie perché era sceso in basso, caduto nella fossa, ma ne è stato tratto fuori» (Es23,240). «Lodo, esalto, glorifico il Re del cielo: tutte le sue opere sono verità e le sue vie giustizia» (Dn 4,34)

3Signore, mio Dio, a te ho gridato e mi hai guarito

L’orante è guarito da una malattia mortale. «Io sono il Signore, Colui che ti guarisce» (Es 15,26). «Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati» (Gc 5,14-15).

4Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi, mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa. 

La liberazione dal rischio della morte è vista come una risurrezione. «Quando in me sentivo venir meno la vita, ho ricordato il Signore. La mia preghiera è giunta fino a te» (Gio 2,8). 

«Parla a nome di Cristo: mi hai fatto risalire dagli inferi. Parla anche dell'uomo in generale: dopo essere sprofondato nel regno della morte, poté uscire di là perché venne in suo soccorso il Verbo stesso» (Or 1202). «La carne è stata dunque risanata. Quando? Quando Cristo è risorto: “la morte è stata assorbita nella vittoria” (1 Cor 15,54)» (Ag36,223). 

5Cantate inni al Signore, o suoi fedeli, della sua santità celebrate il ricordo, 6perché la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita. Alla sera ospite è il pianto e al mattino la gioia.

 «Dio ha un amore tanto grande per gli uomini da non voler mai alcun male per loro. Se uno deve essere corretto, si arma di sdegno, ma, quanto alla sua volontà, non vuole la morte dell’uomo» (Es23,240). «Contro il suo desiderio egli umilia e affligge i figli dell’uomo» (Lm 3,33). «Il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria» (2 Co4 4,17). 

Dopo aver ringraziato il Signore, passa a descrivere la sua esperienza: dal benessere è passato alla sofferenza e da questa alla gioia attuale. 

7Ho detto, nella mia sicurezza: «Mai potrò vacillare!». 8Nella tua bontà, o Signore, mi avevi posto sul mio monte sicuro; il tuo volto hai nascosto e lo spavento mi ha preso. 

Pensava che avrebbe continuato a vivere nel benessere, in tranquillità, ma ha sperimentato una prova estrema che lo ha sconvolto. «Pensavo: la mia gloria sarà sempre nuova e il mio arco si rinforzerà nella mia mano» (Gb 29,20). «Dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposa, mangia, bevi e datti alla gioia» (Lc 12,19). «Il Signore mi ha fatto camminare nelle tenebre. Sono rimasto lontano dalla pace, ho dimenticato il mio benessere. E dico: “È scomparsa la mia gloria, la speranza che mi veniva dal Signore”» (Lam 3, 17-18). 

9A te grido, Signore, al Signore chiedo pietà: 10«Quale guadagno dalla mia morte, dalla mia discesa nella fossa? Potrà ringraziarti la polvere e proclamare la tua fedeltà? 11Ascolta, Signore, abbi pietà di me, Signore, vieni in mio aiuto!». 

Non si è ribellato, né ha abbandonato Dio ma ha fatto ricorso a Lui. «Tu, Signore, eri vicino quando t’invocavo, hai detto: Non temere! Tu hai difeso la mia causa, hai riscattato la mia vita» (Lam 3,57-58). «Dio è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze ma, insieme con la tentazione, vi darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere» (1 Cor 10,13). «Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste» (Fil 4,6). 

12Hai mutato il mio lamento in danza, mi hai tolto l’abito di sacco, mi hai rivestito di gioia 13perché ti canti il mio cuore, senza tacere. 

«Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio, così il Signore, tuo Dio, corregge te» (Dt 8,5). Dopo l’umiliazione, ha conosciuto un arricchimento. Lo stesso è accaduto al popolo: «Ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi. Egli sta per farti entrare in una buona terra: terra di frumento, di orzo, di  viti, di fichi e di melograni; terra di ulivi, di olio e di miele, dove non mangerai con scarsità il pane, dove non ti mancherà nulla» (Dt 8,3-9). 

Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre. 

«Mangerai, sarai sazio e benedirai il Signore, tuo Dio, a causa della buona terra che ti avrà dato» (Dt 8,10). «Noi [cristiani] abbiamo un motivo molto grande di godere: “Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo Figlio Unigenito, affinché chi crede in lui non muoia ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16). Ti loderò per sempre: in questa vita e in quella futura» (Td 1076). 

Salmo 30

Supplica di un fedele che, con grande fiducia «si aggrappa completamente a Dio; vi si trova la profezia di molti fatti avvenuti durante la passione del Signore» (Es23,265). 

2In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso; difendimi per la tua giustizia. 

«Beato chi, trascurando ogni altro soccorso, pone la sua fiducia in Dio solo! Egli non opera nell'uomo che talora pone la sua fiducia nella ricchezza e nella potenza mondana, talora, invece, si affida a lui. Bisogna, invece, riporre la speranza in Dio solo» (Crl 857). «[Il Signore] ti assedierà in tutte le tue città, finché in tutta la tua terra cadano le mura alte e fortificate, nelle quali avrai riposto la fiducia» (Dt 28,52). 

3Sii per me una roccia di rifugio, un luogo fortificato che mi salva. 

«Sono fuggito lontano da te e ho perso me stesso. Ritornerò da te, per ritrovarmi. Rimani sempre per me un luogo fortificato in cui salvarmi» (Beda 631). 

4Perché mia rupe e mia fortezza tu sei, per il tuo nome guidami e conducimi. 

«Giustamente dice: “guidami e conducimi”. La vita retta si ottiene proprio sapendo la direzione (che cosa fare) ed avendo l’energia per portare a termine il cammino» (Crl 858.860). «È Dio che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore» (Fil 2,13).

5Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la mia difesa. 

«Cristo ha dato se stesso per i nostri peccati al fine di strapparci da questo mondo malvagio» (Gal 1,4). «In Cristo, liberami, o Dio, dalla schiavitù del demonio e dalla morte eterna» (Crl 857). Alcuni possono trovarsi impigliati nella rete: «[Sii] dolce nel riprendere gli oppositori, nella speranza che Dio voglia loro concedere di convertirsi, perché riconoscano la verità e ritornino in sé sfuggendo al laccio del diavolo, che li ha presi nella rete perché facessero la sua volontà» (2 Tm 2,25). 

6Alle tue mani affido il mio spirito. 

Il mio spirito (ruchì): respiro, vita. «Le mani divine in cui l’orante si consegna rappresentano gli atti potenti della sua provvidenza. Anche il Salvatore, mentre stava appeso alla croce, si è servito di questa preghiera (Cf Lc 23,46)» (Og1300). Ha pensato: «per cancellare il peccato dei miei, offro me stesso in croce. Sono come un chicco di grano che, sparso in terra, produrrà una grande discendenza» (Gero 1289). «Lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: “Signore Gesù”, accogli il mio spirito» (At 7,59). 

Tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. 

Padìta otì (da padath, riscattare). Dio ha agito come l’uomo solidale che si prende cura del parente caduto in schiavitù. «Se il tuo fratello si grava di debiti e si vende al forestiero, ha il diritto di riscatto: lo potrà riscattare uno dei suoi fratelli» (Lev 25,47-48). 

7Tu hai in odio chi serve idoli falsi, io invece confido nel Signore. 

Le divinità vengono chiamate “nullità di vanità (havlè shav)”. «Resta confuso ogni orafo per i suoi idoli, perché è menzogna ciò che ha fuso» (Ger 10,15). «Vi predichiamo di convertirvi da queste vanità al Dio vivente» (At 14,15). 

«Se confidi nel denaro o nella nobiltà o in qualche altra carica, stai cercando cose vane. Mentre speri, spiri e se muori perdi tutto ciò in cui speravi. Amiamo allora quei beni che non ci lasciano quando moriamo né vengono abbandonati da noi appena morti» (Beda 632). «Com’è indifesa [quella fede] che invoca ad ogni istante la protezione dei re, dei giudici, dei ricchi» (Zeno di Verona, Discorsi, II, 3,4)

8Esulterò e gioirò per la tua grazia, perché hai guardato alla mia miseria, hai conosciuto le angosce della mia vita; 9non mi hai consegnato nelle mani del nemico, hai posto i miei piedi in un luogo spazioso.

 «Tu sei il Dio degli umili, sei il soccorritore dei piccoli, il rifugio dei deboli, il protettore degli sfiduciati, il salvatore dei disperati» (Gdt 9,11). «Umiliatevi sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno» (1 Pt 5,6). «La tua bontà, senza misura, opera seguendo un progetto profondo, il cui senso spesso sfugge a noi. È necessario aspettare il suo sviluppo nel tempo. Solo allora apparirà nella sua chiarezza» (Crl 864.865). 

10Abbi pietà di me, Signore, sono nell’affanno; per il pianto si consumano i miei occhi, la mia gola e le mie viscere. 

«Pietà di noi, Signore, in te speriamo; sii il nostro braccio ogni mattina, nostra salvezza nel tempo dell’angoscia» (Is 33,2).

11Si logora nel dolore la mia vita, i miei anni passano nel gemito; inaridisce per la pena il mio vigore e si consumano le mie ossa. 

«Signore, tu domini sempre, noi continuamente periamo. Ascolta la supplica dei morti d’Israele. Ricordati, ora, della tua potenza e del tuo Nome» (Bar 3,3.5). 

12Sono il rifiuto dei miei nemici e persino dei miei vicini, il terrore dei miei conoscenti; chi mi vede per strada mi sfugge. 13Sono come un morto, lontano dal cuore; sono come un coccio da gettare. 14Ascolto la calunnia di molti: «Terrore all’intorno!», quando insieme contro di me congiurano, tramano per togliermi la vita. 

Si sente rifiutato da tutti: forse è stato preso da una malattia contagiosa. «La gente che mi osservava, preferiva starsene al largo; tutti erano convinti che ormai fossi perduto. Già s'erano dimenticati del tutto di me, avendomi considerato come un vaso ormai inservibile» (Crl 861). 

In tutta la sua vita, Gesù, sperimentando l’ostilità e il rifiuto, si è affidato al Padre con grida e lacrime (Cf Eb 5,21). Il versetto ricorda soprattutto la passione di Gesù: i nemici lo deridevano ed oltraggiavano e i discepoli lo abbandonarono (Cf Es23,269). 

15Ma io confido in te, Signore; dico: «Tu sei il mio Dio, 16i miei giorni sono nelle tue mani». Liberami dalla mano dei miei nemici e dai miei persecutori. 

Il mio futuro è nelle tue mani. «Ora i miei nemici prevalgono, tuttavia i miei tempi sono custoditi nelle tue mani e so che sono custodite presso di te anche le mie sorti» (Es23,272). «Gettate nel Signore ogni vostra preoccupazione, perché Egli ha cura di voi» (1 Pt 5,7). 

17Sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto, salvami per la tua misericordia. 18Signore, che io non debba vergognarmi per averti invocato; si vergognino i malvagi, siano ridotti al silenzio negli inferi. 19Tacciano le labbra bugiarde, che dicono insolenze contro il giusto con orgoglio e disprezzo.

 «Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio» (Nm 6,25). «Non presentiamo le nostre suppliche davanti a te, basate sulla nostra giustizia, ma sulla tua grande misericordia» (Dn 9,18). «Quando Dio si distoglie da noi, sorgono i nemici dell’anima e l’assalgono. Tuttavia quando Egli fa risplendere la luce della sua divinità, viene dissolto tutto ciò che è contrario a lui» (Es23,272). 

20Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi per coloro che ti temono, la dispensi, davanti ai figli dell’uomo, a chi in te si rifugia. 

«Noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato» (1 Gv 3,2). «Il Creatore usa bontà verso tutti; non dona però a tutti nella stessa misura, ma riversa i suoi benefici soprattutto in coloro che mostrano rispetto verso di lui» (Crl 864). 

21Tu li nascondi al riparo del tuo volto, lontano dagli intrighi degli uomini; li metti al sicuro nella tua tenda, lontano dai litigi delle lingue. 

«Una tenda fornirà ombra contro il caldo di giorno e rifugio e riparo contro i temporali e contro la pioggia» (Is 4,6). «Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro» (Ap 7,15)

22Benedetto il Signore, che per me ha fatto meraviglie di grazia in una città fortificata. 

In una città assediata (Be’ir matzòr). «Dio è stato glorificato in me: mentre mi assediavano una miriade di avversari, il Signore, ha innalzato una barriera attorno a me, rendendomi come una città circondata da mura fortificate. Ha fatto questo, quando ho umiliato me stesso, ho riconosciuto la mia impotenza e mi sono affidato a lui» (Cf Es23,273). «Col nome di città fortificata, Dio indica il suo Figlio. Indica anche la sua Chiesa, inespugnabile al demonio, perché su di essa non prevarranno le potenze infernali» (Crl 865). 

23Io dicevo, nel mio sgomento: «Sono escluso dalla tua presenza». Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera quando a te gridavo aiuto. 

«La convinzione di essere respinta da Dio costituisce per l'anima una pena insopportabile. Questo stato consiste nel sentirsi privata di Dio, punita e da lui respinta, oggetto della sua indignazione» (Giovanni della Croce, Notte oscura, II,6,2). «Tu eri vicino quando ti invocavo, hai detto: “Non temere!”. Hai visto il torto che ho patito, difendi il mio diritto» (Lam 3,57.59). 

24Amate il Signore, voi tutti suoi fedeli; il Signore protegge chi ha fiducia in lui e ripaga in abbondanza chi opera con superbia. 

«(Gli Israeliti] erano stati soccorsi, perché durante l’assalto si erano rivolti a Dio, che li aiutò per la loro fiducia in lui» (1 Cr 5,20). «Considerate di generazione in generazione: quanti hanno fiducia in lui non soccombono» (1 Mc 2,61). Al contrario, «non aveste fiducia nel Signore, vostro Dio, che andava innanzi a voi nel cammino per cercarvi un luogo dove porre l’accampamento: di notte nel fuoco, per mostrarvi la via dove andare, e di giorno nella nube» (Dt 1,32-33).

25Siate forti, rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore. 

«Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo» (Gv 16,33). «Rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire» (Eb 12,12-13). 

Salmo 31

Di Davide. Maskil. Annuncio della beatitudine del perdono. «Preghiera di un penitente e promessa di Dio che assicura di abbracciare con la sua misericordia chi spera in lui» (BW 137). 

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa e coperto il peccato. 

Il peccato viene coperto (cesui, da casah), al penitente che non lo copre (v.5: il mio delitto non l’ho coperto, lo’-chissìti). «Ho dissipato come nube le tue iniquità; ritorna a me perché ti ho redento» (Is 44,22). «Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati» (Ef 2,4-5). 

 2Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto e nel cui spirito non è inganno. 


Il delitto viene dissolto con l’amissione di colpa e il pentimento, come fece il malfattore crocifisso con Gesù: «“Noi riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni”. Gesù gli rispose: “Oggi sarai con me nel paradiso”» (Lc 23,41). «Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana» (Is 1,18).

3Tacevo e si logoravano le mie ossa, mentre ruggivo tutto il giorno. 4Giorno e notte pesava su di me la tua mano, come nell’arsura estiva si inaridiva il mio vigore. 

Allusione, forse, ad una grave malattia. «Signore, dal momento che sei Buono, mi hai educato usando maniere forti perché ricercassi la salvezza» (Atn 161). «Egli ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà» (Os 6,1). «Non vuole fare vendetta di noi, ma è a fine di correzione che il Signore castga coloro che gli stanno vicini» (Gdt 8,27). «Qual è il figlio che non è corretto dal Padre?» (Eb 12,7). «Ogni correzione sembra causa di tristezza; dopo arreca un frutto di pace» (Eb 12,11). 

5Ti ho fatto conoscere il mio peccato, non ho coperto la mia colpa. Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità» e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. 

«Hai ascoltato la confessione che era già nel cuore prima che fosse espressa nel discorso» (Ag36,256). «A Dio piace chi dispiace a se stesso: quando ci riconosciamo peccatori, diciamo la verità; quando ci giustifichiamo, mentiamo» (Cs 219). «Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità» (1 Gv 1,8-9). 

6Per questo ti prega ogni fedele nel tempo dell’angoscia; quando irromperanno grandi acque non potranno raggiungerlo. 

«Ogni fedele, osservando ciò che è stato fatto per me, ti pregherà con fiducia e salverai anche lui. Anche se si riversasse su di lui una massa travolgente di acque, non gli causerebbe del male, poiché [grazie al pentimento] avrebbe costruito la sua casa sulla roccia (Cf Mt 7,25)» (Es23,277). 

7Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia, mi circondi di canti di liberazione: 

«Se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paraclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo» (1 Gv 2,1-2). «Liberati dal peccato e dalla morte, abbiamo ottenuto gioia ed esultanza. Che cosa, ormai, ci impedisce di godere dei beni celesti?» (Clr 868). 

8«Ti istruirò e ti insegnerò la via da seguire; con gli occhi su di te, ti darò consiglio. 

«“Mi prenderò cura di te e, rischiarato da una luce radiosa, scorgerai la strada che avevo voluto di mostrarti”» (Crl 868). «Il Signore promette di mostrargli Colui che ha detto: “Io sono la via” (Gv 14,6), vale a dire il Verbo di Dio, che conduce quanti sono in cammino alla felicissima meta che è il Padre suo» (PG 3,277). «Era imputridito il tuo cuore, quando era volto alla terra. Leva dunque anche tu i tuoi occhi a Dio sempre, affinché Egli fissi su di te i suoi» (Ag36,271.272). 

9Non siate privi d’intelligenza come il cavallo e come il mulo: la loro foga si piega con il morso e le briglie, se no, a te non si avvicinano». 

Dio sollecita l’uomo perché risponda con libertà: «Il bene che fai non sia forzato ma volontario» (Fil 14). La vostra donazione «sia pronta come una vera offerta e non come una grettezza» (2 Cor 9,5). «Ciascuno dia non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia» (2 Cor 9,7). 

10Molti saranno i dolori del malvagio, ma l’amore circonda chi confida nel Signore. 

«Le molteplici tribolazioni dei giusti diventano punizioni per i peccatori» (Or 1304). «La gloria del Signore li avvolse di luce» (Lc 2,9). 

11Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti! Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia!

«È retto di cuore l'uomo che, soffrendo per quanto gli accade, non ritiene che Dio sia insipiente, come se non sapesse che cosa stia facendo. Un legno storto, anche se lo collochi sopra un pavimento liscio, non si adagia ma sempre si muove e traballa; così anche il tuo cuore, finché è distorto, non può allinearsi con la rettitudine di Dio, così da aderire a Lui» (Ag36,273.274). 

Salmo 32

Celebrazione della fedeltà di Dio che attua nella storia il suo progetto d’amore. «Il profeta invita i giusti a gode re nel Signore e li chiama beati poiché sono stati scelti per essere assistiti da lui» (BW 140). 

1Esultate, o giusti, nel Signore; per gli uomini retti è bella la lode. 

«Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi» (Fil 4,4). «Quando lodi Dio, il tuo pensiero si dilata verso le realtà interiori, e l'esserti così dilatato ti rende più capace di accogliere Colui che lodi» (Ag37,1886). 

2Lodate il Signore con la cetra, con l’arpa a dieci corde a lui cantate. 

«Davide e tutto Israele danzavano con tutte le forze davanti a Dio, cantando e suonando cetre, arpe, timpani, cembali e trombe» (1 Cr 13,8). 

«I quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all'Agnello, avendo ciascuno un'arpa e coppe d'oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi. Cantavano un canto nuovo» (Ap 5,8-9). «Noi stessi possiamo diventare uno strumento musicale, per celebrare Dio con i nostri sensi fisici e spirituali» (Td 1094). 

3Cantate al Signore un canto nuovo, con arte suonate la cetra e acclamate.

 «Cantavano un canto nuovo [all’Agnello]: Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli» (Ap 5,9). «Il cantico vecchio lo canta la cupidigia carnale; il cantico nuovo lo canta la carità divina» (Ag37,1227). «Liberati dalla schiavitù delle passioni, possiamo intonare il cantico nuovo» (Or 1409).

4Perché retta è la parola del Signore e fedele ogni sua opera. 

Il nucleo della composizione sta nella celebrazione della fedeltà di Dio. «Perfetta è l’opera sua; tutte le sue vie sono giustizia» (Dt 32,4). «Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo a esserti fedele. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, vergine d’Israele» (Ger 31,4). 

5Egli ama la giustizia e il diritto; dell’amore del Signore è piena la terra. 

«La misericordia non è necessaria dove non c'è miseria. Sulla terra abbonda la miseria dell'uomo e sovrabbonda allora la misericordia di Dio» (Ag36,287). «Le creature da Lui fatte, siano rispettate da tutti. Dobbiamo imitare il Creatore che governa con misericordia tutti gli uomini e prova compassione per quanti subiscono ingiustizia. Allo stesso modo, anche noi dobbiamo giudicare i malvagi con giustizia e nutrire solidarietà con le vittime» (Td 1096). 

6Dalla parola del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera. 7Come in un otre raccoglie le acque del mare, chiude in riserve gli abissi. 

La bontà di Dio appare in primo luogo nella creazione, tramite la sua parola e il suo soffio. «Nel creare, Dio non si affaticò né impiegò molto tempo ma gli bastò dare un ordine. Il Verbo Dio ha creato i cieli insieme allo Spirito» (Td 1096). 

8Tema il Signore tutta la terra, tremino davanti a lui gli abitanti del mondo, 9perché egli parlò e tutto fu creato, comandò e tutto fu compiuto. 

«Allora il re Dario scrisse a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano tutta la terra: “In tutto l'impero a me soggetto si onori e si tema il Dio di Daniele, perché egli è il Dio vivente, che dura in eterno; il suo regno è tale che non sarà mai distrutto e il suo dominio non conosce fine. Egli salva e libera, fa prodigi e miracoli in cielo e in terra» (Dn 6,26-28). 

Il vero timore di Dio sorgerà negli uomini dopo l’incarnazione del Verbo, quando verrà formata la nuova creazione (Cf Td 1097). «All’annuncio del Vangelo, ogni udito si è riempito della parola, tutti gli uomini sono stati scossi da tanta potenza» (Es23,284). 

10Il Signore annulla i disegni delle nazioni, rende vani i progetti dei popoli. 11Ma il disegno del Signore sussiste per sempre, i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.

Dio continua a salvaguardare la sua creazione, riordinando ancora una volta il caos rappresentato dai progetti umani iniqui. «Rende vani i pensieri degli scaltri, perché le loro mani non abbiano successo. Egli sorprende i saccenti nella loro astuzia e fa crollare il progetto degli scaltri» (Gb 5,13.14). «Secca l’erba, appassisce il fiore ma la Parola del nostro Dio dura sempre» (Is 40,8). «Conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo, progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza» (Ger 29,11). 

«Chi può annullare il progetto di Dio? Prima della creazione del mondo, Egli ci vide, ci creò, ci educò, venne presso di noi, ci redense e questo progetto sussiste per sempre» (Ag36,292). 

12Beata la nazione che ha il Signore come Dio, il popolo che egli ha scelto come sua eredità. 

«Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa» (Es 19,6). 

In questa parte successiva del salmo, viene spiegato il modo con il quale Dio continua a operare nella storia: agisce tramite gli uomini che continuano a confidare in Lui, sperando nella sua fedeltà e misericordia. 

13Il Signore guarda dal cielo: egli vede tutti gli uomini; 14dal trono dove siede scruta tutti gli abitanti della terra, 15lui, che di ognuno ha plasmato il cuore e ne comprende tutte le opere. 

Dio vede tutti gli uomini (oppure: “è colui che ha plasmato di ognuno (yahad) il loro cuore”, cioè li ha creati e li custodisce ad uno, ad uno). «Tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci dà forma, tutti noi siamo opera delle tue mani» (Is 64,7). 

Se l’uomo fosse stato creato simile agli animali irrazionali, Dio non avrebbe avuto necessità di guardare su di loro, ma sarebbe bastata la provvidenza universale con cui provvede a tutti. Egli guarda ad ognuno di noi e solo Lui comprende da quale intenzione procedono e come vengano attuate le nostre opere (Cf Es23,285). 

16Il re non si salva per un grande esercito né un prode scampa per il suo grande vigore. 17Un’illusione è il cavallo per la vittoria, e neppure un grande esercito può dare salvezza. 

«La tua forza non sta nel numero, né sui forti si regge il tuo regno: tu sei invece il Dio degli umili» (Gdt 9,11). «La tua speranza sia Dio; la tua fortezza, sia ancora Dio e la tua sicurezza, sia sempre Dio. A Lui si rivolga la tua supplica e l’oggetto della tua lode, rimanga sempre Lui. Il fine ultimo a cui tendi per riposare, sia Dio e sia Lui a sostenerti, mentre stai faticando. Nessuna potenza [il cavallo], ti prometta di salvarti; se te l'ha promesso, vedrai che fallirà. Se Dio lo vorrà, ti libererai; se non lo vorrà, cadrai ancora più rovinosamente dall'altezza di questo cavallo» (Ag36,297). [Cf Sal 19,8-9]

18Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore, 

Dio chiede soltanto la fiducia nel suo amore. «(Gli Israeliti] erano stati soccorsi, perché durante l’assalto si erano rivolti a Dio, che li aiutò per la loro fiducia in lui» (1 Cr 5,20). «Considerate di generazione in generazione: quanti hanno fiducia in lui non soccombono» (1 Mc 2,61). «Se vivrete nel timore di Dio, avrete i suoi occhi vigili su di voi. Avendo come grande presidio gli occhi della sua provvidenza, sperate soltanto in Lui e nella sua misericordia» (Es23,288). 

19per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame.
 

In tempi avversi, «quando è raro trovare chi distribuisca gli alimenti spirituali, allora gli occhi del Signore, per influsso dello Spirito, nutrono le anime, che vengono ammaestrate da Dio stesso. È così che le sfamano con potenza ineffabile anche senza alcun insegnamento da parte di uomini» (Es23,288). 

20L’anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo. 21È in lui che gioisce il nostro cuore, nel suo santo nome noi confidiamo. 

Questi ultimi versetti riassumono il messaggio del salmo: Dio vuole che si confidi e si speri in Lui. Solo questo sentimento è decisivo. «Attendere il Signore significa accettare di affrontare la sofferenza per amore di Lui, senza rifiutare le fatiche utili alla salvezza, per compiere ciò che è a lui gradito. “Avete bisogno soltanto di pazienza affinché, dopo aver compiuto la volontà di Dio, possiate conseguire la promessa” (Eb 10,36)» (Crl 881). 

22Su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo.

«Sia su di noi il tuo amore! Per quale nostro merito? Perché abbiamo sperato in te» (Ag36,298). 

Salmo 33

1Di Davide. Quando si finse pazzo in presenza di Abimelec [Achis], tanto che questi lo scacciò ed egli se ne andò (1 Sam 21,11-16). Ringraziamento per la redenzione concessa agli umili. 

2Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. 

«In ogni cosa rendete grazie; questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi» (1 Ts 5,18). «Lodo il mio Dio in ogni tempo, nella prosperità e nell’avversità» (Td 1104). 

3Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino. 

«Chi ama le cose spirituali può dichiarare: mi glorio nel Signore. Chi è attaccato agli interessi terreni, si gloria della propria ignominia» (Crl 835). «[Gli apostoli] se ne andarono dal sinedrio lieti di essere stati oltraggiati per amore del nome di Gesù» (At 5,41).

4Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. 

«L’anima mia magnifica il Signore» (Lc 1,46). «Nessun uomo, da solo, è in grado di comprendere la grandezza delle opere di Dio; il salmista convoca allora i miti per svolgere questo compito, compiendolo insieme a tutti loro» (Crl 835). 

5Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato. 

«Non cercare qualcosa di diverso da Dio, ma cerca Dio stesso e ti esaudirà: “Qualsiasi cosa ti possa donare è molto inferiore a me. Cerca proprio me, godi di me, abbracciami. Per ora non potrai avermi in modo completo. Toccami con la fede, e cerca di avvicinarti a me. Quando cambierò la tua mortalità in immortalità, ti sgraverò da tutti i tuoi pesi, affinché possa aderire a me”» (Ag36,313). 

6Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire. 

«Tenete fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede» (Eb 12,2). «Noi tutti, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore» (2 Cor 3,18). «Chi si avvicina a Lui con fede, accoglie raggi di luce spirituale. Mosè fu glorificato con un volto luminoso (Cf Es 34,29)» (Td 1104). 

7Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce. 8L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono, e li libera. 

«Durante la notte, un angelo del Signore aprì le porte del carcere, condusse fuori [gli apostoli]» (At 5,19). «Anche noi siamo in questo mondo quasi come in prigione. Se meritiamo di essere visitati da Dio, egli ci manda un angelo che dice ad ognuno di noi: “Metti la cintura e legati i sandali” (At 12,8)» (Cromazio, Cat. 29,3, p.190). «Gli angeli non sono forse dei ministri mandati a nostro servizio, di noi che stiamo per ricevere in eredità la salvezza? (Eb 1,14)» (Td 1104). 

9Gustate e vedete com’è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia. 10Temete il Signore, suoi santi: nulla manca a coloro che lo temono. I leoni sono miseri e affamati, ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene. 

«Sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli, capace di procurare ogni delizia» (Sap 16,20). «Conoscete per esperienza la bontà di Dio. Il significato profondo di questo testo allude alla grazia dei divini misteri: mediante il santo Battesimo viene donata una vera illuminazione ai credenti che vi accedono e l’invito a gustare il cibo vivificante mostra in modo palese la bontà del Salvatore (Cf Eb 6,4-5)» (Td 1106). 

12Venite, figli, ascoltatemi: vi insegnerò il timore del Signore. 13Chi è l’uomo che desidera la vita e ama i giorni in cui vedere il bene?

«Cristo è la vera vita; può diventare anche la nostra vera vita se viviamo rimanendo in lui» (Crl 889).

 14Custodisci la lingua dal male, le labbra da parole di menzogna. 

«Non rendete male per male né ingiuria per ingiuria, ma rispondete augurando il bene. A questo infatti siete stati chiamati da Dio per avere in eredità la sua benedizione» (1 Pt 3,9). 

15Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, cerca e persegui la pace. 

«Se non proviamo odio per il male, non possiamo amare il bene» (Gr Lettera CXXV, 14). «L’uomo pacifico comunica la pace a tutti. Benefica, consiglia, elargisce, collabora, soccorre i deboli. Queste sono le manifestazioni del vero amore e della sincera amicizia» (Td 1105.1108). 

16Gli occhi del Signore sui giusti, i suoi orecchi al loro grido di aiuto. 17Il volto del Signore contro i malfattori, per eliminarne dalla terra il ricordo. 

«Il Signore osserva i giusti con occhio lieto, come fa un padre che ama i propri figli. Li custodisce ovunque si trovino perché non incorrano in qualche pericolo ma protetti dalla sua grazia ottengano tutte le virtù senza sforzo» (Crl 802). «Qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da Lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui» (1 Gv 3,22). 

18Gridano e il Signore li ascolta, li libera da tutte le loro angosce. 19Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, egli salva gli spiriti affranti. 

«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28). «Gesù le replicò: “Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”. E da quell’istante sua figlia fu guarita» (Mt 15,28). 

20Molti sono i mali del giusto, ma da tutti lo libera il Signore. 

«La tribolazione, che ci è capitata ci ha colpiti oltre misura, al di là delle nostre forze. Da quella morte però egli ci ha liberato e ci libererà, e per la speranza che abbiamo in lui ancora ci libererà, grazie anche alla vostra cooperazione nella preghiera per noi» (2 Cor 1,10-11). 

21Custodisce tutte le sue ossa: neppure uno sarà spezzato. 

«Le ossa sono le potenze dell'anima che attuano ogni azione buona e bella. Come il corpo non può reggersi senza le ossa, così l'anima dell'uomo non può realizzare nulla di buono, se non possiede una forza adeguata» (Crl 893). L’agnello pasquale rapprenta il giusto incolume: «Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe» (Gv 19,33; Es 12,46). 

22Il male fa morire il malvagio e chi odia il giusto sarà condannato. 23 Il Signore riscatta la vita dei suoi servi; non sarà condannato chi in lui si rifugia. 

«Allora tutta l'assemblea diede in grida di gioia e benedisse Dio che salva coloro che sperano in lui. Poi insorgendo contro i due anziani, [Daniele] fece loro subire la medesima pena alla quale volevano assoggettare il prossimo e applicando la legge di Mosè li fece morire» (Dn 13,61-62). «I Giudei insorsero in massa contro Paolo e lo condussero al tribunale. Gallione disse ai Giudei: «Se si trattasse di un delitto io vi ascolterei. Ma io non voglio essere giudice di queste faccende». E li fece cacciare dal tribunale. Allora tutti afferrarono Sòstene, capo della sinagoga, e lo percossero davanti al tribunale» (At 18,12-16). «Il figlio della sorella di Paolo venne a sapere del complotto; si recò alla fortezza, entrò e ne informò Paolo» (At 23,16). 

Salmi dei miseri

Salmo 34

Di Davide. Invocazione a Dio perché si ponga a difesa di un giusto perseguitato e tradito dagli amici. «Cristo parla col Padre della sua passione e chiede di essere liberato dalla persecuzione dei suoi nemici» (BW 147). 

1Signore, accusa chi mi accusa, combatti chi mi combatte. 

«Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?» (Rm 8,31). «Fuggiamo di fronte a Israele perché il Signore combatte per loro!» (Es 14,25). «Giosuè prese tutti questi re e il loro paese in una sola volta, perché il Signore combatteva per Israele» (Gs 10,42). «Non depredare il povero perché egli è povero, e non affliggere il misero in tribunale, perché il Signore difenderà la loro causa e spoglierà della vita coloro che li hanno spogliati» (Pro 22,22-23). 

2Afferra scudo e corazza e sorgi in mio aiuto. 3Impugna lancia e scure contro chi mi insegue; dimmi: «Sono io la tua salvezza». 

«Dio è uno scudo per chi ricorre a lui» (Pr 30,5). «Te beato, Israele! Chi è come te, popolo salvato dal Signore? Egli è lo scudo della tua difesa e la spada del tuo trionfo» (Dt 33,29). 

«Dio si arma per te! Le sue armi, se progrediremo nel bene, saremo noi stessi. Ne parla anche l'Apostolo: lo scudo della fede, l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è il Verbo di Dio (cf Ef 6,13 ss.)» (Ag36,323). 

4Siano svergognati e confusi quanti attentano alla mia vita; retrocedano e siano umiliati quanti tramano la mia sventura. 

«Appena Gesù disse loro “Sono io”, indietreggiarono e caddero a terra» (Gv 18,6). «Rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro gli spiriti del male» (Ef 6,10-12). 

5Siano come pula al vento e l’angelo del Signore li disperda; 6la loro strada sia buia e scivolosa quando l’angelo del Signore li insegue. 

«Il mio angelo camminerà alla tua testa e ti farà entrare presso l’Amorreo, l’Ittita, il Perizzita, il Cananeo» (Es 23,23). «Gli angeli non sono essi tutti spiriti inviati per servire coloro che devono ereditare la salvezza?« (Eb 1,14). 

7Poiché senza motivo mi hanno teso una rete, senza motivo mi hanno scavato una fossa. 

«Se non avessi compiuto opere che nessun altro ha mai compiuto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. Ma questo, perché si compisse la parola che sta scritta nella loro Legge: “Mi hanno odiato senza ragione”» (Gv 15,24-25).

8Li colga una rovina improvvisa, li catturi la rete che hanno teso e nella rovina siano travolti. 

«Quando si dirà: pace e sicurezza, allora d’improvviso li colpirà la rovina e nessuno scamperà» (1 Ts 5,3). «La malvagità procede da te, e chi devasta per primo se non proprio te? Può accadere che la tua malvagità non nuoccia ad altri; ma non può accadere che non nuoccia a te» (Ag36,330). 

9Ma l’anima mia esulterà nel Signore e gioirà per la sua salvezza. 

«Che cosa mi sarà dato che sia migliore di Dio? Dio ti ama. Chiedi ciò che vuoi; e tuttavia non troverai niente di migliore di Colui che tutto ha creato. Chiedi Colui che ha fatto tutto, ed in Lui e da Lui avrai tutto ciò che ha creato» (Ag36,330. 331). 

10Tutte le mie ossa dicano: «Chi è come te, Signore, che liberi il povero dal più forte, il povero e il misero da chi li rapina?». 

«Più forte di te era stato il diavolo nell'afferrarti, in quanto vinse per il tuo consenso. Ma che ha fatto Cristo Signore? Con il suo potere ha legato il diavolo, per liberare il misero, che nessuno aiutava» (Ag36,332). «Sperimenterai che non abbiamo bisogno di nessun altro aiuto e salvatore, se non del Cristo stesso» (Es23,299).

11Sorgevano testimoni violenti, mi interrogavano su ciò che ignoravo, 12mi rendevano male per bene: una desolazione per l’anima mia. 

«I Giudei fecero la stesso cosa contro il nostro Capo, il Cristo. Ti ha offerto un esempio di pazienza affinché non venga meno quando dovrai vivere tra malvagi» (Ag36,329). «Presentarono quindi falsi testimoni, che dissero: “Costui [Stefano] non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge”» (At 6,13). «Abbiamo scoperto che quest’uomo [Paolo] è una peste ed è capo dei Nazorei» (At 24,5). 

13Ma io, quand’erano malati, vestivo di sacco, mi affliggevo col digiuno, la mia preghiera riecheggiava nel mio petto. 14Accorrevo come per un amico, come per un mio fratello, mi prostravo nel dolore come in lutto per la madre. 

La solidarietà diventa efficace nella preghiera. Gesù aveva amato il popolo dal quale, poi, è stato perseguitato: «Quando fu vicino, alla vista della città pianse su di essa dicendo: “Se avessi compreso anche tu quello che porta alla pace!”» (Lc 19,41-42). «Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite» (Rm 12,14). 

15Ma essi godono della mia caduta, si radunano, si radunano contro di me per colpirmi di sorpresa. Mi dilaniano di continuo, 16mi mettono alla prova, mi coprono di scherni; contro di me digrignano i loro denti. 

«Ricordiamoci, o fratelli, che noi apparteniamo al Corpo del Cristo, e siamo qui esortati, in ogni nostra tribolazione, a non pensare in che modo rispondere ai nemici, ma in che modo renderci benigno Dio con la preghiera, e soprattutto a come non essere vinti nella tentazione; infine, anche al modo di convertire alla salvezza coloro che ci perseguitano» (Agostino 34,3 Ag36,334). 

17Fino a quando, Signore, starai a guardare? Libera la mia vita dalla loro violenza, dalle zanne dei leoni l’unico mio bene. 

«Per noi lunga è l'attesa, ed è in persona nostra che viene detto: fino a quando starai a guardare? Quando ascolterà la causa di quella vedova il giudice che ora sembra preso dal tedio (Cf Lc 18, 1-8)? Il nostro Giudice, non per tedio ma per amore, differisce la nostra salvezza» (Ag36,338). «Nessua perversità umana potrà nuocere a colui che Dio vorrà aiutare. Egli conosce bene il tempo e il modo di liberarti, e perciò devi affidarti alla sua volontà» (Imitazione di Cristo, 2,2-3). 

18Ti renderò grazie nella grande assemblea, ti loderò in mezzo a un popolo numeroso. 

19Non esultino su di me i nemici bugiardi, non strizzino l’occhio quelli che, senza motivo, mi odiano. 20Poiché essi non parlano di pace; contro gente pacifica tramano inganni. 21Spalancano contro di me la loro bocca; dicono: «Bene! I nostri occhi hanno visto!». 

«Come un agnello mansueto che viene portato al macello, non sapevo che tramavano contro di me, e dicevano: “Abbattiamo l’albero nel suo pieno vigore, strappiamolo dalla terra dei viventi; nessuno ricordi più il suo nome”» (Ger 11,19). 

23Destati, svégliati per il mio giudizio, per la mia causa, mio Dio e Signore! 

«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te» (Gv 17,1). «La pena è uguale per i buoni come per i cattivi. Ciò che fa i martiri non è il supplizio, ma la causa» (Ag36,340). 

24Giudicami secondo la tua giustizia, Signore, mio Dio, perché di me non debbano gioire. 25Non pensino in cuor loro: «È ciò che volevamo!». Non dicano: «Lo abbiamo divorato!».

 «Non ti divorano quando ti perseguitano, ma quando ti inducono ad essere ciò che essi sono» (Ag36,341). 

26Sia svergognato e confuso chi gode della mia rovina, sia coperto di vergogna e disonore chi mi insulta.

 «I nemici invisibili suggeriscono al nostro cuore che Dio non ci soccorre; dopo averci convinti a cercare un altro aiuto, ci troveranno deboli e cadremo loro prigionieri» (Ag36,325). 

27Esulti e gioisca chi ama il mio diritto, dica sempre: «Grande è il Signore, che vuole la pace del suo servo». 28La mia lingua mediterà la tua giustizia, canterà la tua lode per sempre. 

«Nella purezza delle tue opere disponiti a lodare Dio tutto il giorno» (Ag36,341). 

Salmo 35

1Al maestro del coro. Di Davide, servo del Signore. 

Il salmista denuncia la sottomissione del malvagio al Peccato, e celebra la bontà di Dio in tutta la sua immensità; «accusa con asprezza i dispregiatori della Legge e, in spirito di riconoscenza, descrive il cumulo dei doni concessi da Dio ai fedeli» (BW 152). 

2Oracolo del peccato nel cuore del malvagio: non c’è paura di Dio davanti ai suoi occhi. 

L’uomo dominato dal Peccato, serve ad esso ed obbedisce ai suoi oracoli. «Siamo portati ad agire in modo irresistibile, a fare ciò che odiamo. A stento Paolo è riuscito a liberarsi per opera della grazia di Cristo (Cf Rm 7,24-25)» (Am14,1006). «[Pietro disse a Simone]: “Il tuo cuore non è retto davanti a Dio. Pentiti di questa tua iniquità e prega il Signore che ti sia perdonato questo pensiero, Ti vedo chiuso in fiele amaro e in lacci d’iniquità”» (At 8,21-23). 

3Perché egli s’illude con se stesso, davanti ai suoi occhi, nel non trovare la sua colpa e odiarla. 

«Vi sono uomini che sembrano sforzarsi di cercare la loro iniquità ma temono di trovarla» (Ag36,343). «Perché osi dire non mi sono contaminata? Considera i tuoi passi là nella valle, riconosci quello che hai fatto?» (Ger 2,23). 

«Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane» (Gv 9,41; cf Gen 18,15). «Ci sono dei peccatori che vogliono sembrare giusti e, per questo, nascondono le loro colpe. Se si vergognano di esse, però, significa che le disapprovano. È necessario, invece, mostrare agli occhi di Dio una vita senza falsità» (Crl 916). 

4Le sue parole sono cattiveria e inganno, rifiuta di capire, di compiere il bene. «Dovrebbero vergognarsi dei loro atti abominevoli, ma non si vergognano affatto, non sanno neppure arrossire» (Ger 8,11-12). «Così dice il Signore: “Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi dei sentieri del passato, dove sta la strada buona percorretela, così troverete pace per la vostra vita”. Ma essi hanno risposto: “Non la prenderemo!”» (Ger 6,16-17). 

5Trama cattiveria nel suo letto, si ostina su vie non buone, non respinge il male. 

«Guai a coloro che meditano l’iniquità e tramano il male sui loro giacigli; alla luce dell’alba lo compiono, perché in mano loro è il potere. Sono avidi di campi e li usurpano, di case e se le prendono» (Mi 2,1).

6Signore, il tuo amore è nel cielo, la tua fedeltà fino alle nubi. 

«Dopo aver descritto la malizia del malvagio, [il salmista] presenta la sovraeminente ricchezza della pazienza di Dio, per la quale sopporta anche gli iniqui» (Es23,317). «Vuole che apprendiamo l’altezza, la sublimità, la vastità della fedeltà di Dio» (Crl 917). Possiate «comprendere quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio» (Ef 3,18-19). 

7La tua giustizia è come le più alte montagne, il tuo giudizio come l’abisso profondo: 

«I tuoi giudizi sono come un abisso che non può essere raggiunto dal nostro sguardo. Come gli uomini non possono scrutare il fondo di un baratro, così non sono in grado neppure di penetrare nella profondità dei tuoi giudizi» (Td 1122.1124). «La sabbia del mare, le gocce della pioggia e i giorni dei secoli chi li potrà contare? L’altezza del cielo, la distesa della terra e le profondità dell’abisso chi le potrà esplorare?» (Sir 1,2-3). 

Uomini e bestie tu salvi, Signore. 

«La tua bontà si estende fino agli animali. Tu, Signore, non nutri soltanto gli uomini ma anche le bestie che hai creato per il loro servizio e così continui a beneficarci per loro tramite» (Td 1124). 

8Quanto è prezioso il tuo amore, o Dio! Si rifugiano gli uomini all’ombra delle tue ali. 

Rifugiarsi sotto le ali divine significa partecipare al culto del tempio. «Gli uomini si rifugiano presso di te, per aver visto l'abbondanza dei beni presenti nella tua casa. Si riferisce alla ricchezza dell’insegnamento ma anche al godimento dell'alimento spirituale» (Td 1124). 

9Si saziano dell’abbondanza della tua casa. Tu li disseti al torrente delle tue delizie. 

«Felici vi diranno tutte le genti perché sarete una terra di delizie» (Ml 3,12). «Sono venuto nel mio giardino, e raccolgo la mia mirra e il mio balsamo; mangio il mio favo e il mio miele. Mangiate, amici, bevete; inebriatevi d’amore» (Ct 5,1). L’esperienza spirituale è simile ad una ebbrezza: «Una volta ricevuta l’ineffabile letizia spirituale, la mente umana viene meno e diventa divina, e si inebria nell'abbondanza della casa di Dio. Da questo calice erano inebriati i martiri» (Ag36,351). 

10È in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce. 

«Ho innalzato a te la mia anima, come chi avvicina la brocca alla fonte. Riempimi poiché a te ho innalzato la mia anima» (Ag37,1833). «Dopo aver fatto menzione dei benefici celesti, parla del loro autore, il Signore Gesù, sorgente di vita eterna, disceso sulla terra per irrigare i terreni aridi del nostro cuore. Lui è anche lo splendore della gloria di Dio Padre, l’immagine della sua essenza: nella sua luce vera, vedremo il Padre» (Am14,1008). 

11Riversa il tuo amore su chi ti riconosce, la tua giustizia sui retti di cuore. 

«L’amore del Signore è da sempre, per sempre su quelli che lo temono» (Sal 103,17). «Signore, usa misericordia verso di noi che ti conosciamo affinché penetriamo in quella luce; ci guidi, ci conduca e ci renda partecipi dello splendore di quella luce» (Bs 819). 

12Non mi raggiunga il piede dei superbi e non mi scacci la mano dei malvagi. 

«La mano del peccatore è ogni azione diabolica; è l’avidità, è dare o ricevere un prezzo di corruzione, mano del peccatore è il sacerdote che concede agli indegni l’accesso all’altare. Bisogna che rimaniamo fermi e stabili nella rettitudine, sebbene tutti gli altri possano cadere in peccato» (Crl 921). 

13Ecco, sono caduti i malfattori: abbattuti, non possono rialzarsi. 

«Gli empi, una volta abbattuti, più non sono, ma la casa dei giusti sta salda» (Pr 12,7). «Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio?» (1 Cor 6,9). «Un angelo possente prese allora una pietra, grande come una macina, e la gettò in mare esclamando: “Con questa violenza sarà distrutta Babilonia”» (Ap 18,21). 

Salmo 36

1Di Davide. Raccolta d’insegnamenti di carattere sapienziale. Dio concede la terra promessa ai miti, agli uomini obbedienti a Lui, mentre i malvagi non hanno alcuna prospettiva di felicità. 

Non irritarti a causa dei malvagi, non invidiare i malfattori. 

I giusti non invidiano i malvagi, né vogliono imitarli. Avviene, tuttavia, che «alcuni, vedendo che altri cercano la ricchezza con astuzia fraudolenta e ottengono poi onori, spinti da una rivalità perversa, ambiscano a seguirne le orme» (Am14,1016). «Avete affermato: «È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall’aver osservato i suoi comandamenti? Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti» (Ml 3,14-15). 

2Come l’erba presto appassiranno; come il verde del prato avvizziranno. 

«L’uomo saggio, che ascolta le parole del Signore e le pratica, mangia il pane celeste e suo cibo è Gesù. I malvagi invece risulteranno come un fieno per quelli che li seguono» (Or 1323). 

3Confida nel Signore e fa’ il bene: abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza. 

La terra a cui bisogna aspirare è quella celeste (Cf Eb 11,16). «Qual è la terra che ti consiglia di abitare, se non te stesso? Devi coltivarti bene, perché tu non inselvatichisca per lungo abbandono» (Am14, 1017). 

4Cerca la gioia nel Signore: esaudirà i desideri del tuo cuore. 

«Se le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato» (Gv 15,7). «Le richieste dell’uomo esteriore non sono le stesse dell’uomo interiore e non tutte trovano l’approvazione di Cristo. Il Signore, quando è invocato, risponde alle domande dell’uomo interiore, che è stato rinnovato nello spirito» (Am14,1017). Solo chi rinnega i suoi desideri passionali, troverà ciò che il suo cuore desidera. 

LXX: Deliziati nel Signore. «L’uomo interiore non soltanto può sfamarsi, ma anche godere di delizie. Nessuno, però, può godere di delizie sia nella carne sia nello spirito. Il Signore è verità, è sapienza, è giustizia, è santificazione; se avrai in abbondanza (queste qualità), allora troverai la gioia nel Signore, in modo totale e completo» (Or 1326). 

5Affida al Signore la tua via, confida in lui ed egli agirà. 

«Mostragli che cosa soffri, mostragli che cosa vuoi. Che cosa soffri? “La carne brama contro lo spirito, e lo spirito contro la carne” (Gal 5,17). Che cosa vuoi? “Me infelice, chi mi libererà?” (Rm 7,24) Puoi esser certo che Egli agirà, quando gli avrai fatto conoscere la tua via» (Ag36,359). 

6Farà brillare come luce la tua giustizia, il tuo diritto come il mezzogiorno.

 «Se tu volessi occultare la tua giustizia, sarà Dio a portarla alla luce. Non solo farà risplendere il tuo giudizio, ma risplenderà come un mezzogiorno. Era mezzogiorno quando Giuseppe banchettava con i suoi fratelli, privo di sentimenti di vendetta (Gen 45,4-5)» (Am14,1019). Infine, «la nostra giustizia brillerà come luce, quando si manifesterà Cristo, nostra speranza: “Quando Cristo, la vostra vita apparirà, voi apparirete con lui nella gloria” (Col 3,4)» (Cs 259). 

7Sta’ in silenzio davanti al Signore e spera in lui; non irritarti per chi ha successo, per l’uomo che trama insidie. 8Desisti dall’ira e deponi lo sdegno, non irritarti: non ne verrebbe che male; 

aggredire l’ingiustizia con la violenza, induce in gravi errore perché «l’ira è una grande maestra di peccato» (Am14, 1021). 

9perché i malvagi saranno eliminati, ma chi spera nel Signore avrà in eredità la terra. 

Nel mondo di Dio non può esserci spazio per il male. Non sarà il peccatore ad essere eliminato, ma chi persiste nel male con ostinazione: «Una cosa è essere vinti dal male, altra cosa è far del male in modo volontario e con determinazione: questa è la malvagità» (Or 1332). 

Chi spera nel Signore avrà in eredità la terra. 

Per il cristiano la terra da ereditare, non è un possedimento terreno ma è la partecipazione alla vita di Cristo, nel momento presente e nella vita eterna: «C’è un’altra terra, dove scorre latte e miele. Chi l’erediterà? Quanti sperano nel Signore. Egli è una fonte perenne dalla quale possiamo attingere tutti i beni delle virtù, purché però vi portiamo degni e puri i nostri fragili vasi» (Or 1332). 

10Ancora un poco e il malvagio scompare: cerchi il suo posto, ma lui non c’è più. 


Chi vince il peccato non scompare ma partecipa alla vita eterna: «Sforziamoci di osservare le parole di Dio che non passano, perché non ci accada di venir meno insieme con codeste cose che passano» (Or 1333). 

11I poveri invece avranno in eredità la terra e godranno di una grande pace. 

«Chi sono i poveri mansueti, se non quelli che nessuna provocazione riesce a scuotere, l'ira non sconvolge, la violenza non esacerba? Proprio perché non hanno amato l’ubriachezza, le gozzoviglie, la ricchezza, ma la pace del Signore, già fin nella loro vita corporea, saranno dilettati nell'abbondanza della pace» (Am14, 1024). «Nel tempo della fornicazione siamo soggetti allo spirito di fornicazione e nel tempo dell’ira, obbediamo allo spirito dell’ira. Tutte le azioni, tutte le parole e tutti i pensieri nostri siano trovati sottomessi a Cristo. Finché rimaniamo nelle colpe, invano chiediamo il perdono» (Or 1330). 

12Il malvagio trama contro il giusto, contro di lui digrigna i denti. 13Ma il Signore ride di lui, perché vede arrivare il suo giorno. 

«La vita del giusto è una accusa per il peccatore ed è una condanna tacita; ha una risonanza più forte di una condanna espressa a voce alta» (Am14,1024). 

14I malvagi sfoderano la spada e tendono l’arco per abbattere il povero e il misero, per uccidere chi cammina onestamente. 15 Ma la loro spada penetrerà nel loro cuore e i loro archi saranno spezzati. 

«Se vedi uno in preda a vizi e passioni, che va in giro e ovunque porta turbamento, non avere dubbi: è una freccia del diavolo e il diavolo ha usato la sua bocca come un suo arco» (Or 1339). L’annuncio della verità, se viene svolto con violenza, diventa una spada iniqua: «Se discuto con uno e comincio a lanciargli contro parole insane, anche di me si può affermare che ho sguainato la spada» (Or 1336.1337). 

16È meglio il poco del giusto che la grande abbondanza dei malvagi; 17le braccia dei malvagi saranno spezzate, ma il Signore è il sostegno dei giusti. 18Il Signore conosce i giorni degli uomini integri: la loro eredità durerà per sempre. 

Il poco del giusto è il guadagno onesto, mentre l’abbondanza degli empi è l’accumulo di ricchezze ingiuste. Oppure, l’abbondanza degli empi è la cultura accumulata nelle varie discipline, ma senza che essa giovi ad avvicinarli al Signore; al contrario il poco del giusto è la sapienza dell’uomo semplice che possiede in grande misura il timore di Dio (Cf Or 1341). Le ricchezze accendono sempre di più la fiamma dell’avidità: quando si aspira a maggiori beni, non si è in grado di evitare le vie contorte dei peccatori» (Am14,1024). 

19Non si vergogneranno nel tempo della sventura e nei giorni di carestia saranno saziati. 

«I giorni della fame sono i giorni di questa vita. Mentre altri sono affamati, i fedeli si saziano. Gloriamoci nella tribolazione (Cf Rm 5,3): mentre al di fuori apparivano soltanto angustie, nel loro intimo sperimentavano la dilatazione. Che cosa fa invece il malvagio quando comincia a esser tribolato? All'esterno non ha niente, nella coscienza non ha alcuna consolazione» (Ag36,369) 

20I malvagi infatti periranno, i nemici del Signore svaniranno; come lo splendore dei prati, in fumo svaniranno. 

«Il fumo quanto più si solleva, quanto più si estende, tanto più si fa evanescente. I nemici del Signore, subito, non appena si esaltano, svaniscono come fumo: la loro stoltezza apparirà a tutti» (Ag36,370). 

21Il malvagio prende in prestito e non restituisce, ma il giusto ha compassione e dà in dono. 

Il peccatore prende a prestito senza restituire. Che cosa non restituisce? L'azione di grazie. Il giusto ha compassione e dona. Se è povero, può donare? Non possiede ricchezze esteriori, ma nell'intimo ha la carità. Dona la sua benevolenza; presta il suo consiglio. Se non può dare né consiglio né aiuto, soccorre col desiderio e prega in favore di chi soffre (Ag36,371). 

22Quelli che sono benedetti dal Signore avranno in eredità la terra, ma quelli che sono da lui maledetti saranno eliminati. 

«Possiedono la terra quelli in cui Dio stesso trova riposo: “sopra chi troverò riposo, se non sopra l’umile?” (Is 66,2)» (Am14, 1024). 

 23Il Signore rende sicuri i passi dell’uomo e si compiace della sua via. 

«Se il Signore non dirigesse i passi degli uomini, questi andrebbero sempre per sentieri malvagi né potrebbero rivolgersi [a Lui]. Ma è venuto Lui, ha chiamato e ha redento. Ha diretto i nostri passi, affinché noi vogliamo la sua via» (Ag36,372). 

24Se egli cade, non rimane a terra, perché il Signore sostiene la sua mano. 

«Chi non ha riposto la sua speranza in Dio, se cade, rimane a terra e non si rialza; se pecca, non si pente e non è capace di correggere il suo peccato» (Or 1351).

25Sono stato fanciullo e ora sono vecchio: non ho mai visto il giusto abbandonato né i suoi figli mendicare il pane; 26ogni giorno egli ha compassione e dà in prestito, e la sua stirpe sarà benedetta. 

«Ho il necessario e anche il superfluo; sono ricolmo dei vostri doni. Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno» (Fil 4,18). 

27Sta’ lontano dal male e fa’ il bene e avrai sempre una casa. 28Perché il Signore ama il diritto e non abbandona i suoi fedeli. Gli ingiusti saranno distrutti per sempre e la stirpe dei malvagi sarà eliminata. 29I giusti avranno in eredità la terra e vi abiteranno per sempre.

30La bocca del giusto medita la sapienza e la sua lingua esprime il diritto; 31la legge del suo Dio è nel suo cuore: i suoi passi non vacilleranno. 

«Chi ha familiarità con la legge di Dio e l’ha depositata nella mente e nel cuore, ottiene di non vacillare in alcun modo. È sempre pronto per ogni opera buona; avanza nella via regale e diritta, senza ostacoli o impedimenti» (Crl 945). «Il nostro discorso sia il Signore Gesù, poiché è lui la sapienza. Quando parliamo di sapienza, è lui che parla; quando parliamo di virtù, è lui che parla; quando parlo di giustizia, è lui; quando parliamo di pace, è lui; quando parlo di verità, di vita, di redenzione, è lui» (Am14,1048). 

32Il malvagio spia il giusto e cerca di farlo morire. 33Ma il Signore non lo abbandona alla sua mano, nel giudizio non lo lascia condannare. 

«Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli» (Mt 10,32). 

34Spera nel Signore e custodisci la sua via: egli t’innalzerà perché tu erediti la terra; tu vedrai eliminati i malvagi. 

«Non è di un unico tipo la rovina dei peccatori. Saranno per te morti e rovinati ancora prima [del giudizio], se non ne ammirerai il potere o le ricchezze; se non ti adirerai nel vederli colmi di onori. A te basti la costanza, la giustizia: nessuno provochi il tuo sdegno; vedrai che il malvagio non è che una nullità» (Am14,1053).

35Ho visto un malvagio trionfante, gagliardo come cedro verdeggiante; 36sono ripassato ed ecco non c’era più, l’ho cercato e non si è più trovato. 

«Chi non è partecipe di Colui che è sempre, di costui si dice che non ha consistenza» (Or 1363).

37Osserva l’integro, guarda l’uomo retto: perché avrà una discendenza l’uomo di pace. 38Ma i peccatori tutti insieme saranno eliminati, la discendenza dei malvagi sarà sterminata. 

39La salvezza dei giusti viene dal Signore: nel tempo dell’angoscia è loro fortezza. 40Il Signore li aiuta e li libera, li libera dai malvagi e li salva, perché in lui si sono rifugiati. 

«La salvezza dei giusti è presso il Signore che è eterno, inalterabile, immobile. In nessun luogo l’uomo può essere più al sicuro di quanto lo è stando presso al Signore: Egli è per me terra natale, casa, dimora, riposo, focolare» (Or 1365). 

Salmo 37

1Salmo. Di Davide. «Supplica di un penitente che implora la misericordia del giudice benigno. Già dolorante nel corpo e nell’animo, dichiara di essere turbato anche per il disprezzo degli amici» (BW 162). Nei Padri troviamo varie linee interpretative circa questo salmo: 1. Preghiera di un malato, colpito da un morbo ributtante, simile alla lebbra. Gli amici lo abbandonano mentre gli avversari si fanno più aggressivi. 2. Preghiera di un peccatore colpito dai pesanti rimproveri della coscienza. La sua malattia non è fisica ma spirituale. 3. Preghiera del giusto messo alla prova, come lo fu Davide, Giobbe e come lo sarà Gesù. 

1Per fare memoria. «Mi sembra che Davide, volendo confessare in molti modi la colpa da lui commessa, abbia messo da parte per sé questo salmo, come memoriale, in modo da averlo sempre in bocca, e usarlo come una medicina per la cura della sua anima» (Es23,337). 

2Signore, non punirmi nella tua collera, non castigarmi nel tuo furore. 

[Cf Salmo 6]. «In un impeto di collera ti ho nascosto per poco il mio volto, ma con affetto perenne ho avuto pietà di te» (Is 54,8). 1. L’orante «non rifiuta il castigo, ma chiede di essere corretto con moderazione. Non rifiuta la cura, ma una terapia troppo dolorosa» (Es23,337). «Chi fa penitenza, non deve attendere, ma correre incontro allo sdegno di Dio! Ti pare che [Davide] abbia chiesto il condono della pena? Se lo avesse fatto, meriterebbe l’accusa di sfrontato. Con l’umiltà alleggeriamo una punizione che nessuna difesa può farci evitare» (Am14,1062.1063). 

3Le tue frecce mi hanno trafitto, la tua mano mi schiaccia. 

1. Il salmista ritiene che la sua malattia sia una pena di un suo peccato. La guarigione, di conseguenza, presuppone l’ottenimento del perdono. 

2. «Mi pare che queste frecce siano le parole stesse di Dio che trafiggono la sua anima e tormentano la sua coscienza» (Es23,341).

3. «Giobbe aveva subito ogni sorta di prove; non ignorando donde gli erano venute diceva: “Le tue frecce, Signore, mi hanno trafitto (Gb 6,4). Egli fa menzione anche della mano del Signore: “la mano del Signore mi ha percosso” (Gb 19,21)» (Es23,339). 

4Per il tuo sdegno, nella mia carne non c’è nulla di sano, nulla è intatto nelle mie ossa per il mio peccato. 

1.2. «Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: Lo voglio, sii purificato» (Mc 1,41). 

5Le mie colpe hanno superato il mio capo, sono un carico per me troppo pesante. 

2. «Mio Dio, sono confuso, ho vergogna di alzare, mio Dio, la faccia verso di te, poiché le nostre colpe si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa» (Esd 9,6). «Quelli che non si addolorano per i peccati, non si accorgono che le loro iniquità crescono e superano in altezza il loro capo, mentre loro sono diminuiti, annientati» (Or 1376). 

6Fetide e purulente sono le mie piaghe a causa della mia stoltezza. 7Sono tutto curvo e accasciato, triste mi aggiro tutto il giorno. 8Sono tutti infiammati i miei fianchi, nella mia carne non c’è più nulla di sano. 

1. Comincia ad esporre la gravità della sua malattia (6-11). 2. I peccati diventano purolenti come piaghe quando vengono approvati: «Considera il peccatore che gode dei suoi peccati: non si accorge del fetore che esala dalla sporcizia del male. Se però gli capita di acquisire la sensibilità della parola di Dio, subito comincia a pentirsi» (Or 1377). 

9Sfinito e avvilito all’estremo, ruggisco per il fremito del mio cuore. 

1. Espone a Dio il suo intenso dolore, aspettando la guarigione 2. «Se vuoi capire come uno sia sfinito all’estremo, considera quel pubblicano che entra nel tempio, si ferma lontano, non osa levare gli occhi al cielo ma si batte il petto (cf Lc 18,10)» (Or 1378). «Ruggisce chi sa emettere soltanto un gemito, non parole. Tale appare quella splendida preghiera [che erompe], quando lo Spirito intercede per noi (Cf Rm. 8,26). Il gemito è il segno precipuo dello Spirito Santo. Il gemito di Pietro è stato conosciuto ed esaudito, quando ha pianto con grande amarezza (Cf Lc 22,62)» (Am14, 1076). 

10Signore, è davanti a te ogni mio desiderio e il mio gemito non ti è nascosto. 

Ritiene che la sua situazione sia ben conosciuta dal Signore. «Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: “Vuoi guarire?”» (Gv 5,6). 

11Palpita il mio cuore, le forze mi abbandonano, non mi resta neppure la luce degli occhi. 

La malattia è così grave da apparire mortale. «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva» (Mc 5,23). 

12I miei amici e i miei compagni si scostano dalle mie piaghe, i miei vicini stanno a distanza. 

1.3. Il malato vede gli amici allontanarsi da lui e i suoi nemici diventare sempre più ostili. I profeti hanno sperimentato l’abbandono e l’opposizione. Lo stesso accadde a Cristo: «Già intendiamo le parole del Capo, già comincia a illuminarsi nella Passione il nostro Capo» (Ag36,406). 

13Tendono agguati quelli che attentano alla mia vita, quelli che cercano la mia rovina tramano insidie e tutto il giorno studiano inganni.

 1. Oltre la sofferenza per la malattia, il malato viene minacciato da nemici 3. «Da quel giorno decisero di ucciderlo. I capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo» (Gv 11,53.57). «I Giudei ordirono un complotto, dicendo che non avrebbero né mangiato, né bevuto finché non avessero ucciso Paolo» (At 23,12). 

14Io come un sordo non ascolto e come un muto non apro la bocca; 15sono come un uomo che non sente e non vuole rispondere. 16Perché io attendo te, Signore; tu risponderai, Signore, mio Dio. 

3. Non si difende da sé ma spera nella difesa da parte di Dio. «Beato chi può avere virtù così grande da non adirarsi nella provocazione! Pietro ha affermato a proposito del Signore Gesù: pur essendo maledetto, non malediceva (1 Pt 2,23). Puoi vedere che ti sono d’aiuto anche quelli che ti offendono: allora il Signore ti ascolta e ti rimette il tuo peccato. Penitenza esige pazienza; la pazienza addolcisce le colpe anche più gravi» (Am14, 1081.1082). 

17Avevo detto: «Non ridano di me! Quando il mio piede vacilla, non si facciano grandi su di me!». 

1.2. «Mi hanno abbandonato gli uomini perché le mie piaghe fanno loro schifo, quelle che io ho ritenuto di dover schiudere alla tua misericordia. Quelli dicono: Và fuori dai piedi, perché sei un peccatore. Allontanati che ci insozzi. Ma tu, o Signore, mi curi e non ti contamini, perché sei tu il Dio della mia salvezza, o Signore» (Am14, 1085.1087).

18Ecco, io sto per cadere e ho sempre dinanzi la mia pena. 

2. «In me c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo» (Rm 7,18). 

19Ecco, io confesso la mia colpa, sono in ansia per il mio peccato. 

2. «Chiunque di voi, pur consapevole di aver commesso un peccato si sente tranquillo, possa essere scosso da questa dichiarazione: sono in ansia per il mio peccato» (Or 1386). Tuttavia, «la tua mano, Signore, è avvezza a guarire, non ad uccidere» (Am14, 1085 e 1087 ). 

20I miei nemici sono vivi e forti, troppi mi odiano senza motivo: 21mi rendono male per bene, mi accusano perché cerco il bene. 

1. Sebbene riconosca d’aver peccato, è convinto d’essere aggredito in modo ingiusto, spropositato. 3. «Se vengo odiato, desidero che la mia coscienza sappia che lo sono in modo ingiusto. Anche i profeti sono stati odiati, ma in modo ingiusto; Cristo è stato odiato, ma senza ragione (Gv 15,25)» (Or 1388). «Questa è grazia: subire afflizioni, soffrendo ingiustamente a causa della conoscenza di Dio» (1 Pt 2,19). 

22Non abbandonarmi, Signore, Dio mio, da me non stare lontano; 23vieni presto in mio aiuto, Signore, mia salvezza. 

1.2.3. «Senza confidare in me stesso, ho prescritto a me stesso ciò che poteva risanarmi [ricorrere a Te, Signore]. Per questo esaudiscimi, perché ami la misericordia» (Es23,345). «[Il Padre] che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite» (Gv 8,29). 

Salmo 38

1Al maestro del coro. A Iedutùn. Salmo. Di Davide. 

R vichiesta pressante di perdono e di aiuto da parte di una persona che si riconosce peccatrice ma che pensa di aver ricevuto una correzione troppo dura da parte di Dio. 

2Ho detto: «Vigilerò sulla mia condotta per non peccare con la mia lingua; metterò il morso alla mia bocca finché ho davanti il malvagio». 3Ammutolito, in silenzio, tacevo, ma a nulla serviva, e più acuta si faceva la mia sofferenza. 

Avrebbe voluto protestare con Dio per le sofferenze che, a suo giudizio lo hanno colpito in modo eccessivo, ma ha evitato di farlo, temendo di lasciarsi prendere dallo sdegno. Un incredulo, poi, ascoltandolo, si confermerebbe nella sua incredulità. «Recingi pure la tua proprietà con una siepe, ma controlla anche le tue parole» (Sir 28,24). «Se il malvagio non presenta alcuna disposizione a riflettere, è meglio non parlare» (Bs 832). 

Mi ardeva il cuore nel petto; al ripensarci è divampato il fuoco. 

Tacere il suo dolore lo ha portato all’esasperazione. Il fuoco attesta il sentimento di sdegno o di abbattimento, di cui è pervaso l’orante: «Mi bruciava il fuoco dell'abbattimento» (Cf Es23,348). Cf Ger 20,9. 

4Allora ho lasciato parlare la mia lingua: 5«Fammi conoscere, Signore, la mia fine, quale sia la misura dei miei giorni, e saprò quanto fragile io sono». 

L’orante interroga Dio, in modo provocatorio e confidenziale, sulla durata della sua vita. Vale a dire: se non intervieni subito ad aiutarmi, in seguito potrebbe essere troppo tardi: «Ho lasciato parlare la mia lingua non all’ascoltatore che voglio istruire, ma a Dio che esaudisce e dal quale voglio essere istruito. Ho parlato a Signore dal quale ascolto nell’intimo qualcosa di buono e di vero, quando riesco a percepirlo» (Ag36,417). «Il credente non ha segreti dinnanzi a Dio. Non c’è niente nel suo cuore che non esprimerebbe davanti a Lui. Prendersela con Dio può essere un modo di venerarlo, così come può far parte dell’amore litigare con una persona che sembra farci un torto» (RS 277). 

6Ecco, di pochi palmi hai fatto i miei giorni, è un nulla per te la durata della mia vita. Sì, è solo un soffio ogni uomo che vive. 7Sì, è come un’ombra l’uomo che passa. Sì, come un soffio si affanna, accumula e non sa chi raccolga. 

Dio «ha in mano l’anima di ogni vivente e il soffio di ogni essere umano» (Gb 12,10; Qo 6,4). «Signore, la nostra vita, paragonata alla tua, sembra del tutto inconsistente. Tu sei senza inizio e senza fine mentre la nostra esistenza viene delimitata in strette misure di tempo. In altri testi, leggiamo: “Mille anni ai tuoi occhi sono come il giorno di ieri che è passato” (Sal 89,4). “Tu sei sempre lo stesso e i tuoi anni non hanno fine” (Sal 101,27)» (Td 1148). 

8Ora, che potrei attendere, Signore? È in te la mia speranza. 

«Qual è allora la mia attesa? Il Signore stesso. La mia sostanza proviene da te. Se possiedo la sostanza delle ricchezze spirituali, essa viene da Dio. Tutto abbiamo in Cristo» (Or 1404). «Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede» (Rm 15,13).

9Liberami da tutte le mie iniquità, non fare di me lo scherno dello stolto. 

«Dio accetta da noi il nostro pentimento e ci dona l’assoluzione delle iniquità in maniera proporzionale alla misura della conversione» (Or 1404). 

10Ammutolito, non apro bocca perché sei Tu che agisci. 

Il suo silenzio è un atto di fiducia nell’agire di Dio; nell’orante non compare soltanto il sentimento di protesta ma anche quello di abbandono: «Mi ricorderò che tu hai predisposto queste lotte e hai preparato per noi questi esercizi di pazienza» (Or 1406). 

11Allontana da me i tuoi colpi: sono distrutto sotto il peso della tua mano. 

«La mano del Signore è sopra di te: sarai cieco e per un certo tempo non vedrai il sole» (At 13,11). «Agli uomini sono preparate correzioni severe di duplice natura: quando siamo colpiti da malattie, disgrazie o da altro genere di afflizioni; oppure siamo trafitti nell’intimo dai pungoli della coscienza. Di fronte a entrambi i generi di punizione converrà che si dica: allontana da me i tuoi colpi; la misura è richiesta in ogni circostanza e molto di più è opportuna nelle punizioni» (Or 1407). 

12Castigando le sue colpe tu correggi l’uomo, corrodi come un tarlo i suoi tesori. Sì, ogni uomo non è che un soffio. 

«Io sarò come una tignola per Efraim e come un tarlo per la casa di Giuda. Cercheranno il mio volto e ricorreranno a me nella loro angoscia» (Os 5,12.15). «Dio rende sottile e consuma ogni strato più pesante di cui l’anima è ancora circondata» (Or 1407). 

13Non essere sordo alle mie lacrime. 

«Accenna alle lacrime perché sono molto efficaci; per esse l’orante ottiene più facilmente il gesto di misericordia che lo guarisce» (BW 169). «È questa la maniera di pregare secondo la parola di Gesù, in modo energico, tenace, insistente. Nella sua vita terrena Gesù “offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime a Dio che poteva salvarlo da morte” (Eb 5,8)» (RS 281). 

perché presso di te io sono forestiero, ospite come tutti i miei padri. 

«La terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e inquilini» (Lv 25,23). «Noi siamo stranieri davanti a te e pellegrini come tutti i nostri padri. Come un’ombra sono i nostri giorni sulla terra» (1 Cr 29,15). «Vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai cattivi desideri» (1 Pt 2,11). 

14Distogli da me il tuo sguardo [indignato]: che io possa respirare, prima che me ne vada e di me non resti più nulla. 

Invocazione provocatoria nel tono ma molto confidenziale nel contenuto. «Non sono poca cosa i miei giorni? Lasciami, che io possa respirare un poco prima che me ne vada, senza ritorno, verso la terra delle tenebre» (Gb 10,20-21). In realtà «dipende da noi l’essere o il non essere. Finché aderiamo a Dio e restiamo uniti a lui che veramente è, anche noi siamo» (Or 1410). «Esistono davvero soltanto coloro che sono in Dio, in modo stabile [come i beati]» (BW 169). 

LXX: Nella mia meditazione, divamperà un fuoco. Speranza in un passaggio dallo sdegno attuale al fervore futuro: «Non so se ho raggiunto una condizione spirituale tale che, quando medito, da ciascuna parola di Dio divampi il fuoco e accenda il mio cuore per mettere in pratica ciò che medito» (Or 1396).

Salmo 39

1Al maestro del coro. Di Davide. Salmo. Un giusto, desiderando ringraziare Dio, si propone di donargli tutto se stesso, vivendo in perfetta obbedienza e gli chiede di rimanergli fedele. 

2Ho sperato, ho sperato nel Signore, ed egli su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido. 

«Il giusto si mostra assiduo nell’invocazione; se la sua preghiera non viene subito esaudita, persevera in essa e attende nella speranza» (Es23,352). Anche «[Cristo] offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo» (Eb 5,7). 

3Mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose, dal fango della palude; ha stabilito i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi. 

«[I fratelli] tirarono su ed estrassero Giuseppe dalla cisterna» (Gen 37,28). «I capi erano sdegnati contro il profeta, lo percossero e lo gettarono in prigione. Geremia entrò in una cisterna sotterranea a volta e rimase là molti giorni. Il re Sedecìa mandò a prenderlo» (Ger 37,15-17). 

Noi pure siamo stati estratti dalla palude: «Parla di roccia per opporre al fango il fondamento di un solida determinazione» (Es23,353). 

4Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo, una lode al nostro Dio. Molti vedranno e avranno timore e confideranno nel Signore. 

«Liberati dalla schiavitù delle passioni, possiamo intonare il cantico nuovo» (Or 1409). L’uomo redento diventa uno stimolo per altri: non soltanto io posso esser detto beato ma a tutti è aperta la stessa possibilità (Cf Es23,353). «In che cosa consiste la salvezza? Non è salvezza da questo e da quello, bensì riscatto dalla nullità del proprio sé. È liberazione a favore dell’amore per Dio e per i fratelli» (RS 286). 

5Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore e non si volge verso chi segue gli idoli né verso chi segue la menzogna. 

Non si volge verso “i potenti che risulteranno impotenti” (rehavim): «Vano e inutile è l’aiuto dell’Egitto; per questo lo chiamo “Raab l’ozioso”» (Is 30,7). «Beato l’uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia» (Ger 17,7). 

6Quante meraviglie hai fatto, tu, Signore, mio Dio, quanti progetti in nostro favore: nessuno a te si può paragonare! Se li voglio annunciare e proclamare, sono troppi per essere contati. 

«Superano la possibilità di ogni lode le meraviglie che hai compiute nel corso della storia, al tempo di Mosè, di Giosué, di Samuele, e tutte le altre che non posso neppure percorrere con la mente» (Td 1156). «Dio non ha fatto se non opere mirabili. L’azione più sorprendente, tuttavia, è stata la sua volontaria umiliazione, quando ha assunto la nostra carne e ha condiviso le nostre sofferenze» (Bs 836). 

7Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato. 8Allora ho detto: «Ecco, io vengo. Nel rotolo del libro su di me è scritto 9 di fare la tua volontà: mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo». 

«Il fedele, volendo ringraziare il Signore, così gli parla: “Non hai voluto i sacrifici [d’animali] prescritti da Mosè, ma, al posto loro, hai ben disposto la mia volontà perché obbedisca alle tue parole. Invece di olocausti e sacrifici, offro a Te me stesso poiché l’obbedienza ti è gradita più di qualsiasi sacrificio”» (Cf Es23,356). «Il salmista, animato dalla grazia della profezia, trae fuori dal tesoro del cuore delle parole eccellenti, al punto da poter essere assunte dal Figlio di Dio: “Tu, o Padre, non gradisci i sacrifici comandati dalla Legge, allora vengo nel mondo con il corpo che mi hai creato, opera della potenza dello Spirito Santo. Vengo per obbedire al tuo volere, ad offrire me stesso come vittima senza macchia. In questo modo porrò fine a quel culto nel tempio che non è in grado di eliminare il peccato”» (Crl 958). 

Nella LXX, anziché mi hai aperto l’orecchio, troviamo un corpo mi hai preparato e questa variante, citata nella Lettera agli Ebrei (10,5), è quella commentata dai Padri. «La lettera agli Ebrei attesta che questi versetti sono pronunciati in nome del Salvatore e suggerisce, così, che l'intera composizione del salmo riguardi la persona di Cristo (Cf Eb 10,5)» (Or 1409). 

Nel rotolo del libro

 (Bimghillàth sefer), è il libro nel quale Dio scrive le azioni degli uomini, prima ancora che siano compiute da loro. «In quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro» (Dn 12,1). «Fu aperto anche un altro libro, quello della vita» (Ap 20,12). 

La tua legge è nel mio intimo. 

È “nelle mie viscere (Betok me’ai)”, nei miei sentimenti, nei miei desideri, nella mia profonda convinzione. «Porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore (Ger 31,33). «Voi avete l’unzione ricevuta dal Santo e tutti avete la scienza» (1 Gv 2,20). 

10Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai. 

«Ora parla la Chiesa, le cui membra sono tutti coloro che sono ordinati alla vita, a partire dal primo uomo fino all’ultimo» (Bs 835). «Nella predicazione, non ho nulla se non le labbra; le altre cose sono tue» (Bs 838). 

11Non ho nascosto la tua giustizia dentro il mio cuore, la tua verità e la tua salvezza ho proclamato. Non ho celato il tuo amore e la tua fedeltà alla grande assemblea. 

«Annunziatelo in Giuda, gridate a piena voce e dite…» (Ger 4,5). 

«Molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio. Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore» (At 13,43-44). «Ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina» (2 Tm 4,2). 

12Non rifiutarmi, Signore, la tua misericordia; il tuo amore e la tua fedeltà mi proteggano sempre, 13perché mi circondano mali senza numero, le mie colpe mi opprimono e non riesco più a vedere: sono più dei capelli del mio capo, il mio cuore viene meno. 

Nel ringraziare Dio, volge lo sguardo alle lotte che dovrà sostenere in futuro. 

«La Chiesa di Dio, sebbene abbia già ottenuto la salvezza, ha ancora bisogno della provvidenza divina, a motivo dell'opposizione degli uomini e dei demoni» (Td 1158). «Non presume, per orgoglio, di essere una valida lottatrice. Del resto la Chiesa non è formata soltanto da persone che hanno raggiunto la perfezione ma anche da alcuni che vivono con scarso impegno» (Td 1160). 

14Degnati, Signore, di liberarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto. 

«Il Dio di ogni grazia, dopo che avrete un poco sofferto, vi ristabilirà, vi confermerà, vi rafforzerà, vi darà solide fondamenta» (1 Pt 5,10). 

15Siano svergognati e confusi quanti cercano di togliermi la vita. Retrocedano, coperti d’infamia, quanti godono della mia rovina. 16Se ne tornino indietro pieni di vergogna quelli che mi dicono: «Ti sta bene!». 

«Retrocedano dal loro cattivo proposito, per il quale s’affrettano a compiere il male, come afferma l’Apostolo: “Quale frutto raccoglievate da quelle opere delle quali ora vi vergognate” (Rm 6,21)? Vergognarsi è cosa lodevole» (Bs 839). 

17Esultino e gioiscano in te quelli che ti cercano; dicano sempre: «Il Signore è grande!» quelli che amano la tua salvezza. 

«Chiede il dono della gioia non per quelli che nutrono un amore qualsiasi, ma per i fedeli che provano sempre e di continuo l'amore più sublime» (Td 1160). «Non cercherò qualcosa di poco conto, ma il tuo volto, o Signore, per amarti gratuitamente, dato che non trovo niente di più prezioso» (Ag36,198).

18Ma io sono povero e bisognoso: di me ha cura il Signore. Tu sei mio aiuto e mio liberatore: mio Dio, non tardare. 

«Tu sei il Dio degli umili, sei il soccorritore dei piccoli, il rifugio dei deboli, il protettore degli sfiduciati, il salvatore dei disperati» (Gdt 9,11). «Gettate nel Signore ogni vostra preoccupazione, perché Egli ha cura di voi» (1 Pt 5,7). 

Salmo 40

1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 

Un ammalato, visitato da falsi amici, invoca l’aiuto di Dio. Gesù ha vissuto il tradimento e il raggiro ed ha sperato nel soccorso da parte del Padre. «Il salmista elogia chi dona ai poveri; poi ci parla della passione e risurrezione di Cristo» (BW 174). 

2Beato l’uomo che ha cura del debole: nel giorno della sventura il Signore lo libera. 

«Se vi sarà in mezzo a te qualche tuo fratello che sia bisognoso, non indurirai il tuo cuore, ma gli aprirai la mano e gli presterai quanto occorre alla necessità in cui si trova» (Dt 15,7-8). «Il ricco è messo alla prova dal misero, perché si veda se egli è privo di misericordia, oppure, al contrario, se è benigno e misericordioso» (Eus23, 264). 

Paolo fu accolto e accudito dai Galati durante una sua malattia: «Fu a causa di una malattia ch vi annunziai il vangelo: e quella che nella mia carne era per voi una prova non l’avete respinta, ma al contrario mi avete accolto come un angelo di Dio, come Cristo Gesù» (Gal 4, 13-14). 

3Il Signore veglierà su di lui, lo farà vivere beato sulla terra, non lo abbandonerà in preda ai nemici. 

«Non indugiare a visitare un malato, perché per questo sarai amato» (Sir 7,35). «Se tu cercherai Dio e implorerai l’Onnipotente, se puro ed integro tu sei, fin d’ora veglierà su di te» (Gb 8,6). 

4Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore; tu lo assisti quando giace ammalato. 

Dio assiste i sofferenti mediante persone solidali: «Dio che consola gli afflitti, ci ha consolati con la venuta di Tito» (2 Cor 7,6). «Avete fatto bene a prendere parte alle mie tribolazioni. Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza» (Fil 4,14.19). «Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore» (Gc 5,14). 

5«Pietà di me, Signore, guariscimi: contro di te ho peccato». 

«Figlio, non avvilirti nella malattia, ma prega il Signore ed egli ti guarirà» (Sir 38,9). Si considera innocente circa la colpa che gli viene attribuita, ma riconosce di aver peccato in precedenza. Gesù innocente prende su di sé i nostri peccati: «“Sono il povero, perché ho scelto volontariamente di esserlo e sono l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, che mi attribuisco le malattie degli uomini. Non ho alcuna colpa, ma intercedo per l’umanità, poiché sono la primizia”» (Td 1164). 

6I miei nemici mi augurano il male: «Quando morirà e perirà il suo nome?». 7Chi viene a visitarmi dice il falso, il suo cuore cova cattiveria e, uscito fuori, sparla. 8Tutti insieme, quelli che mi odiano contro di me tramano malefici, hanno per me pensieri maligni: 9«Lo ha colpito una malattia infernale; dal letto dove è steso non potrà più rialzarsi». 

I visitatori del malato si rivelano falsi amici perché, mentre sembrano solidarizzare con il sofferente, desiderano la sua morte, percosso da una malattia infernale (devar beliià‘al). 

«Sono scomparsi vicini e conoscenti, mi hanno dimenticato gli ospiti di casa; da estraneo mi trattano le mie ancelle, sono un forestiero ai loro occhi» (Gb 19,14). Gesù, a sua volta, incontrò l’ostilità e perfino il tradimento: «Nemici furono quei giudei che lo osteggiavano e complottavano per farlo morire» (Td 1164). 

10Anche l’amico in cui confidavo, che con me divideva il pane, contro di me alza il suo piede

 Gesù ha vissuto l’esperienza dell’abbandono degli amici e, perfino, il tradimento: «Non parlo di tutti voi; conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: “Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno”. Gesù si commosse profondamente e dichiarò: “Uno di voi mi tradirà”» (Gv 13,18.21).  «“Non soltanto i nemici cercavano la mia morte, ma anche un discepolo che viveva con me. Simulava sentimenti di pace e di benevolenza, sedeva a mensa con me e mangiava con me, ma mostrò l’ostilità che covava nel cuore”» (Td 1165). 

11Ma tu, Signore, abbi pietà, rialzami, che io li possa ripagare. 

Il malato chiede di essere ristabilito in modo da vincere i nemici. 

Gesù chiese l’assistenza del Padre per poter beneficare anche i suoi persecutori: «Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l'ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione e perché ciascuno si converta dalle sue iniquità» (At 3,26).

12Da questo saprò che tu mi vuoi bene: se non trionfa su di me il mio nemico. 

«Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere» (At 2,24). 

13 Per la mia integrità tu mi sostieni e mi fai stare alla tua presenza per sempre. 

Gesù è stato integro per la sua completa non-violenza: «“Oltraggiato non rispondeva con oltraggi” (1 Pt 2,23). Dando prova di estrema pazienza, mentre veniva accusato, taceva. Offriva le spalle ai flagelli e le guance agli schiaffi» (Es23,365). «Mi colmerai di gioia con la tua presenza» (At 2,28). 

14 Sia benedetto il Signore, Dio d’Israele, da sempre e per sempre. Amen, amen.

 Acclamazione conclusiva del primo libro dei Salmi. 

RIPRESA

Figlio, non avvilirti nella malattia, ma prega il Signore ed egli ti guarirà. Fà poi passare il medico- il Signore ha creato anche lui -non stia lontano da te, poiché ne hai bisogno. Ci sono casi in cui il successo è nelle loro mani. Anch'essi pregano il Signore perché li guidi felicemente ad alleviare la malattia e a risanarla, perché il malato ritorni alla vita. (Sir 38, 9.13-14). 

«Per il momento ho creduto necessario mandarvi Epafrodito, questo nostro fratello che è anche mio compagno di lavoro e di lotta, vostro inviato per sovvenire alle mie necessità; lo mando perché aveva grande desiderio di rivedere voi tutti e si preoccupava perché eravate a conoscenza della sua malattia. È stato grave, infatti, e vicino alla morte. Ma Dio gli ha usato misericordia, e non a lui solo ma anche a me, perché non avessi dolore su dolore. L'ho mandato quindi con tanta premura perché vi rallegriate al vederlo di nuovo e io non sia più preoccupato. Accoglietelo dunque nel Signore con piena gioia e abbiate grande stima verso persone come lui; perché ha rasentato la morte per la causa di Cristo, rischiando la vita, per sostituirvi nel servizio presso di me» (Fil 2,26-30). 

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