venerdì 3 febbraio 2023

Salmi da 137 a 150

 Salmo 137

1Di Davide. Un re, povero ed umile, ringrazia il Signore per avergli concesso una vittoria inattesa, superiore all’aspettativa. Cristo Gesù dice: «“Ringrazio te, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai prudenti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25). Loda il Padre perché non rigetta gli umili mentre umilia i superbi. Anche nel nostro salmo ascolteremo una confessione di questo genere» (Ag37,1774). 

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: hai ascoltato le parole della mia bocca. 

«Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze» (Dt 6,5). «In ogni circostanza benedici il Signore Dio e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i tuoi desideri giungano a buon fine» (Tb 4,19). «Ringraziate in ogni caso» (1 Ts 5,18). 

Non agli dei, ma a te voglio cantare, 2mi prostro verso il tuo tempio santo. 

Vuole prostrarsi verso il luogo su cui Dio volge la sua attenzione: «Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: “Lì sarà il mio nome”» (1 Re 8,29). Ora il luogo della presenza di Dio è Gesù: «Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo» (Gv 1,51). Partecipiamo al suo ringraziamento: «Padre, ti ringrazio perché mi hai ascoltato» (Gv 11,41). LXX: davanti agli angeli salmeggerò a Te! 

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà. 

L’amore di Dio (chasdechà) si manifesta come verità (amittechà), ossia come fedeltà indefettibile. 

Hai reso la tua promessa più grande del tuo nome. 

Traduzione congetturale. «Sei andato oltre le tue promesse, al di là di ogni attesa». «Dio risuscitò [Gesù] dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro» (Ef 1,20). «Questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna» (1 Gv 2,25). 

3Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto, hai accresciuto in me la forza. 

Precisa il motivo del ringraziamento: esaudito da Dio, nella lotta, ha saputo dispiegare una forza inaspettata. «Il Signore dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato» (Is 40,29). «Tutto posso in colui che mi da forza» (Fil 4,13). «Dio vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell'uomo interiore» (Ef 3,16). «Ogni persona giusta non trascorre giorno senza timore. Il profeta chiede allora che Dio lo esaudisca in qualsiasi giorno lo invochi. Sa che cosa otterrà: crescerà nella forza interiore. Ogni sofferenza sarà sopportata con energia» (Ilr 789).

4Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra, quando ascolteranno le parole della tua bocca. 5Canteranno le vie del Signore: grande è la gloria del Signore! 

Meravigliato nel verificare come Dio si prende cura del povero, idealmente, invita tutti gli altri re a glorificarlo. Tutti i sovrani, dopo aver appreso la grande vittoria del re fedele ed umile, ammireranno la potenza del Dio di tutti. «Dice il Signore a colui la cui vita è disprezzata, al reietto delle nazioni: “I re vedranno e si alzeranno in piedi, i principi vedranno e si prostreranno, a causa del Signore che è fedele, a causa del Santo di Israele che ti ha scelto”» (Is 40,7). 

«In modo particolare dopo l'incarnazione del nostro Salvatore, re e principi lodano il Creatore di tutti. Non ascoltarono semplicemente un annuncio, ma videro un evento insolito» (Td 1932). 

6Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile; il superbo invece lo riconosce da lontano. 

Rende nota la motivazione dell’esaudimento: «Dei beffardi Egli si fa beffe e agli umili concede la grazia» (Pr 3,34). «Su chi volgerò lo sguardo? Sull’umile e su chi ha lo spirito contrito e su chi teme la mia parola» (Is 66,2). «Dio resiste ai superbi; agli umili invece dà la sua grazia» (Gc 4,6). «A seconda di una diversa disposizione della fede, è vicino o lontano da ognuno di noi; con la sua energia si ferma dove trova una dimora degna di lui. Si allontana invece dall’orgoglioso a motivo della sua indisponibilità» (Ilr 790). «Perché mai si insuperbisce chi è terra e cenere? Il Signore ha rovesciato i troni dei potenti, al loro posto ha fatto sedere gli umili» (Sir 10,9.14)

7Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni vita; contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano e la tua destra mi salva. 

L’esperienza vissuta, rafforza la sua fede: «Sono certo che, sebbene circondato da un'infinità di sventure, continuerò a vivere grazie al tuo soccorso» (Td 1932). «Il giusto non rifiuta di camminare in mezzo ai travagli» (Ilr 790). «Mi ripagherà per l’ingiustizia che non voglio vendicare, perché intendo obbedire al consiglio dell’apostolo: “Non vendicatevi da voi, carissimi, ma lasciate tempo all’ira divina” (Rm 12,19). Gli avversari non potranno nuocermi veramente, anche se a loro verrà concesso dal Signore la possibilità di farmi tribolare» (Gero 914.915). 

8Il Signore farà tutto per me. 

«Signore, ci concederai la pace, poiché tu dai successo a tutte le nostre imprese» (Is 26,12). «Chi rimane in me ed io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5). Dio «che ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù» (Fil 1,6). 

Signore, il tuo amore è per sempre: non abbandonare l’opera delle tue mani. 

«Distogli il tuo sguardo dai miei peccati, che sono opera mia; invece le opere delle tue mani, quelle che hai realizzato in me, non disprezzarle. Valutale nella tua misericordia senza limiti, che retribuisce già ora i nostri meriti ma poi li ricompenserà con premi duraturi nei secoli dei secoli» (Gero 916).

Salmo 138

1Al maestro del coro. Di Davide. Salmo. Desiderio di comunione con Dio, il quale già ha pervaso l’esistenza dell’orante. 

Signore, tu mi scruti e mi conosci. 

«Tu solo conosci i cuori di tutti i figli degli uomini» (1 Re 8,39). «Signore, mi conosci, mi vedi, tu provi che il mio cuore è con te» (Ger 12,3). «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene» (Gv 21,16). 

2Tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo, intendi da lontano i miei pensieri, 3osservi il mio cammino e il mio riposo, ti sono note tutte le mie vie. 

«Che tu sieda, esca o rientri, Io lo so» (Is 37,28). «Non bisogna pensare che Dio conosca gli eventi soltanto dopo il loro verificarsi. Per correggere questa opinione, aggiunge: intendi da lontano i miei pensieri. Da lontano significa prima della mia creazione (Cf Ef 1,4)» (Td 1933). «Non vogliate giudicare prima del tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio» (1 Cor 4,5). 

4La mia parola non è ancora sulla lingua ed ecco, Signore, già la conosci tutta. 

«Gesù, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”» (Gv 1,47). 

5Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano. 

«Nel fatto che tu abbia posto su di me la tua mano, riconosco la benevolenza con la quale mi hai assistito dopo avermi creato» (Td 1936). «Umiliatevi sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno, gettando in lui ogni vostra preoccupazione, perché Egli ha cura di voi» (1 Pt 5,6-7). 

6Meravigliosa per me la tua conoscenza, troppo alta, per me inaccessibile. 

«A stento immaginiamo le cose della terra, scopriamo con fatica quelle a portata di mano; ma chi ha investigato le cose del cielo?» (Sap 9,16). «Mi proposi di celebrare la tua sapienza; poi mi accorsi della sua vastità e compresi che non ero in grado di farlo in modo adeguato» (Td 1936). «Dal momento che non conosco neppure me stesso, molto di più conoscere te supera le capacità dell’uomo» (Gero 918). 

7Dove andare lontano dal tuo spirito? Dove fuggire dalla tua presenza? 8Se salgo in cielo, là tu sei; se scendo negli inferi, eccoti. 9Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, 10anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra.

«Tu, Signore Dio, sei più elevato di qualsiasi altezza, più profondo di ogni abisso. Presente in ogni luogo, sei vicino a tutti: “in lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28)» (Td 1936). 

«Se vorrò innalzarmi, mi imbatterò in te che mi abbassi; se vorrò nascondermi, mi imbatterò in te che mi cerchi e mi scopri. Se mi abbandonerò al peccato, scendendo fino al fondo del male, anche laggiù mi sarai vicino per educarmi» (Ag37,1791). 

11Se dico: «Almeno le tenebre mi avvolgano e la luce intorno a me sia notte», 12nemmeno le tenebre per te sono tenebre e la notte è luminosa come il giorno; per te le tenebre sono come luce. 

«La tenebra per me è davvero tenebra. Per te invece, anche la notte diventa chiarissima e più luminosa del fulgore di mezzogiorno. Tenebra e luce per te si equivalgono» (Td 1937). LXX: La notte sarà illuminazione nelle mie delizie. Versetto ripreso dal Preconio pasquale. «La notte mi si è cambiata in luce. Chiamandomi, mi ha sottratto alla rovina e ha illuminato la mia notte. La notte mi si è trasformata in gaudio. Nostro gaudio è Cristo, e, già al presente, possiamo godere di lui» (Ag37,1792). 

13Sei tu che hai formato i miei reni e mi hai tessuto nel grembo di mia madre. 

«Signore, mi hai plasmato quando ero ancora nascosto nel grembo di mia madre e, come se mi fossi trovato nell'angolo più oscuro della terra, mi traesti fuori da là. Nulla può rimanere nascosto a te che crei l’essere umano in un'officina segreta della natura» (Td 1940). 

14Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda; meravigliose sono le tue opere, le riconosce pienamente l’anima mia. 

«Le tue mani mi hanno plasmato e mi hanno fatto integro in ogni parte.  Di pelle e di carne mi hai rivestito, di ossa e di nervi mi hai intessuto. Vita e benevolenza tu mi hai concesso e la tua premura ha custodito il mio spirito» (Gb 10,8.11-12). 

15Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, ricamato nelle profondità della terra. 16Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi; erano tutti scritti nel tuo libro i giorni che furono fissati quando ancora non ne esisteva uno. 

«Mi hai conosciuto così bene che questi giorni che trascorrono e si compiono, si trovano scritti nei tuoi libri» (Td 9040). «Pietro prometteva e poi negava, presumeva e poi cedeva. Ma i tuoi occhi lo videro. Il Signore lo guardò, sicché, dopo la terza negazione, ripensando alla predizione del Signore, uscì fuori e pianse amaramente» (Ag37,1797). 

17Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio!

 Cf Sal 39,6: «Quanti progetti a nostro favore! Se li voglio annunciare e proclamare, sono troppi per essere contati!». «O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!» (Rm 11,33). 

18Se volessi contarli, sono più della sabbia. Mi risveglio e sono ancora con te. 

Sono immerso in questi pensieri anche in sogno e quando mi risveglio col pensiero sono ancora con te. LXX: Sono risorto e sono ancora con te (Cf Canto d’ingresso della Messa di Pasqua). 

19Se tu, Dio, uccidessi i malvagi! Allontanatevi da me, uomini sanguinari! 20Essi parlano contro di te con inganno, contro di te si alzano invano.

«Questo è il modo in cui vengono uccisi i peccatori: la loro intelligenza si oscura e si estraniano alla vita di Dio. A causa dell'orgoglio non riescono a confessare [il proprio peccato]» (Ag37,1800). «Chi sono uomini sanguinari se non coloro che odiano i propri fratelli? Quanti ci odiano e ci son nemici per il fatto che serviamo Dio, cos'altro fanno se non odiare Dio stesso e diventare suoi nemici?» (Ag37,1802). «Chiunque odia il proprio fratello è omicida» (1 Gv 3,15). 

21Quanto odio, Signore, quelli che ti odiano! Quanto detesto quelli che si oppongono a te! 22Li odio con odio implacabile, li considero miei nemici. 

«Saremo forse dispensati dall'amare questi nostri nemici? In loro io odiavo le colpe da loro commesse, ma amavo la creatura tua. Ecco come si odia con odio perfetto: non odiando la persona a causa dei suoi vizi e non amando i vizi in vista della persona» (Ag37,1802). 

23Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri; 24vedi se percorro una via di dolore e guidami per una via di eternità. 

«Vedi se in me c'è la via dell'iniquità, da me commessa o accettata col consenso e conducimi nella via eterna. Cos'altro chiede se non conducimi in Cristo? Qualora ci fosse capitato di peccare, “abbiamo un avvocato presso il Padre, Gesù Cristo giusto” (1 Gv 2,1)» (Ag37,1802). 

Salmo 139

1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. Richiesta di protezione dai progetti dei malvagi, simili a quelli che dovette affrontare Gesù: «C’erano là anche i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo accusavano con insistenza» (Lc 23,10). «Il corpo di Cristo, cioè la Chiesa, mentre vive in mezzo ad iniqui, s’addolora. Esprime la voce di quel povero affamato e assetato di giustizia, al quale è stata promessa una sazietà, tenuta in serbo per i tempi della fine» (Ag37,1805). 

2Liberami, Signore, dall’uomo malvagio. 

«Non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male» (Mt 6,13). «Non chiedo che tu tolga dal mondo [i miei discepoli], ma che li custodisca dal maligno» (Gv 17,15). «Sto combattendo: al di fuori di me, contro i giusti apparenti; dentro di me, combatto contro le mie passioni disordinate. Affranto da tale guerra, volsi lo sguardo alla grazia di Dio» (Ag37,1809). 

Proteggimi dall’uomo violento, 3da quelli che tramano cose malvagie nel cuore e ogni giorno scatenano guerre.

 «…spuntò anche la zizzania. Lasciate che il grano e la zizzania crescano insieme fino alla mietitura» (Mt 13,26.30). «Non chiede la rovina dei nemici ma la possibilità di sfuggire a loro» (Td 1944). «Se ci risultasse che oggi uno è cattivo, non sappiamo come sarà domani; potrebbe diventare un nostro fratello» (Ag37,1804). 

4Aguzzano la lingua come serpenti, veleno di vipera è sotto le loro labbra. 

La malvagità cerca d’imporsi con la menzogna. Paragona «l’inganno e la trama al veleno dei serpenti» (Td 1944). «Amarezza è nel cuore di chi trama il male, gioia hanno i consiglieri di pace» (Pr 12,20). «Tendono la lingua come il loro arco; non la verità ma la menzogna domina nella terra» (Ger 9,2). «Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi?» (Mt 12,34). «Chiunque è dalla verità, ascolta mia voce» (Gv 18,37). 

5Proteggimi, Signore, dalle mani dei malvagi, salvami dall’uomo violento: essi tramano per farmi cadere. 

«Nei cattivi odieremo la cattiveria e ameremo la persona. Opera di Dio è l’uomo; opera dell’uomo è il peccato. Ama l’opera di Dio e odia l’opera dell’uomo. In questa maniera porterai a liberazione l’opera di Dio» (Ag37,1804). 

 6I superbi hanno nascosto lacci e funi, hanno teso una rete sul mio sentiero e contro di me hanno preparato agguati. 7Io dico al Signore: tu sei il mio Dio; ascolta, Signore, la voce della mia supplica.

«Parla di lacci, funi, agguati; parla per immagini, attingendole dall'arte venatoria» (Td 1944). «Il nemico ha il dolce sulle labbra, ma in cuore medita di gettarti nella fossa» (Sir 12,16). «Gli mandrono alcuni farisei ed erodiani per cogliere Gesù in fallo nel discorso» (Mc 12,13). 

8Signore Dio, forza che mi salva, proteggi il mio capo nel giorno della lotta. 

«Tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo morire» (Mt 26,4). «Non mi sono lasciato travolgere dalla paura, ma ho affidato a te la mia persona. So che sei Signore e attendo da te un aiuto efficace» (Td 1944). 

9Non soddisfare, Signore, i desideri dei malvagi. Non favorire le loro trame. 

Egli «rende vani i pensieri degli scaltri» (Gb 5,12). Il desiderio dei malvagi si trova anche dentro di noi: «Il desiderio produce calore ma l'ombra del Signore placa il desiderio, consentendoci di frenare ciò che ci attraeva con forza» (Ag37,1810). 

Il Signore dissolve le trame degli iniqui quando ci distoglie dall’aderire ad esse: «Gli iniqui si accanirono contro i martiri ma Dio non li consegnò nelle mani dei peccatori, perché essi non si lasciarono vincere dal loro proprio desiderio. Prega, con tutto l'ardore possibile, perché Dio non ti consegni al peccatore spinto dal tuo proprio desiderio malvagio» (Ag37,1810). 

10Alzano la testa quelli che mi circondano; ma la malizia delle loro labbra li sommerga! 11Piovano su di loro carboni ardenti; gettali nella fossa e più non si rialzino. 12L’uomo maldicente non duri sulla terra, il male insegua l’uomo violento fino alla rovina. (Gen 19,24). 

La malvagità stessa basta, senza che sia necessaria una punizione, a distruggere la persona che la coltiva. La vita, poi, costringe a passare attraverso delle situazioni dolorose che sono come carboni ardenti e fosse profonde: «Nella miseria i malvagi non resisteranno. Li sorprende la sventura ma non la sopportano; il giusto, al contrario, resiste, come seppe resistere l’apostolo Paolo: “Ci gloriamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce la pazienza, la pazienza la virtù provata, la virtù provata la speranza” (Rm 5,4)» (Ag37,1811). 

13So che il Signore difende la causa dei poveri. 

«“Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia”: ecco i poveri! Essi gemono tra gli scandali e pregano il loro Capo, Cristo, che li scampi dalle mani degli ingiusti. La loro causa sarà certamente presa a cuore dal Signore e, se ora soffrono angustie, verrà il giorno in cui si rivelerà la loro gloria» (Ag37,1814). 

14Sì, i giusti loderanno il tuo nome, gli uomini retti abiteranno alla tua presenza. 

«Beato il giusto, perché egli avrà bene, mangerà il frutto delle sue opere» (Is 3,10). 

Salmo 140

1Salmo. Di Davide. Richiesta urgente di protezione dai malvagi. 

Signore, a te grido, accorri in mio aiuto; porgi l’orecchio alla mia voce quando t’invoco. 

«Signore grido a Te da lungo tempo, da quando il sangue di Abele fece sentire la sua voce dalla terra. Griderò in tutto il corso della storia, facendo mia la voce dei santi che ti implorano presso l’altare (Cf Ap 6,10). Il grido non cessa di levarsi, perché non cessa neppure l’oppressione» (Gero 933.934). 

2La mia preghiera stia davanti a te come incenso, le mie mani alzate come sacrificio della sera. 

«Chiede che l'invocazione salga in alto come ascende il fumo dell'incenso e che anch'essa sia pregna di buon odore. La preghiera valga come il sacrificio che veniva offerto alla sera» (Td 1948). «Che la mia preghiera sia davanti a te come incenso, consumata dal fuoco della carità. Il sacrificio serale stabilito dalla Legge era gradito a Dio perché prefigurava il vero sacrificio, offerto da Cristo sull’altare della croce» (Gero 934.935). 

3Poni, Signore, una guardia alla mia bocca, sorveglia la porta delle mie labbra. 

«Davide, mentre era perseguitato da Saul, non volle lanciare alcuna maledizione contro di lui» (Td 1948). «Se qualcuno pensa di essere religioso, ma non frena la lingua, la sua religione è vana» (Gc 1,26). 

4Non piegare il mio cuore al male, a compiere azioni criminose con i malfattori: che io non gusti i loro cibi deliziosi. 

«Chiede che non solo la lingua ma anche i pensieri della mente permangano nella rettitudine, affinché nessuno di essi contrasti con la legge divina» (Td 1949). «Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello, ed è impudico o avaro o idolatra» (1 Cor 5,11). «Le cattive compagnie corrompono i costumi» (1 Cor 15,33). 

5Mi percuota il giusto e il fedele mi corregga, l’olio del malvagio non profumi la mia testa, tra le loro malvagità continui la mia preghiera. 

«Preferisco sentire, da parte dei giusti, rimproveri spiacevoli che servano a correggermi, piuttosto che ricevere congratulazioni da parte dei peccatori. Preferisco essere rimproverato dai giusti, che onorato dai malvagi» (Td 1949). «Non rimproverare il beffardo per non farti odiare; rimprovera il saggio ed egli ti amerà» (Pr 9,8). 

6Siano scaraventati sulle rocce i loro capi e sentano quanto sono dolci le mie parole. 

Versetto oscuro; forse viene pronunciata in senso ironico. Traduzioni possibili: impareranno che le mie preghiere sono state ascoltate, oppure: le mie parole sono state ben dette. 

7«Come si lavora e si dissoda la terra, le loro ossa siano disperse alla bocca degli inferi». 

La fine dei nemici, auspicata in questa imprecazione, è stata eseguita contro gli Edomiti: «Quelli di Giuda catturarono i figli di Seir e, dopo averli condotti sulla cima della roccia, li precipitarono giù» (2 Cr 25,12). «Dio distrugge i malvagi quando fa in modo che si allontanino dal male» (Or 1673). 

8A te, Signore Dio, sono rivolti i miei occhi; in te mi rifugio, non lasciarmi indifeso. 9Proteggimi dal laccio che mi tendono, dalle trappole dei malfattori. 

«Non curo le minacce di chi mi attornia; i miei occhi [sono rivolti] a te, Signore. Fisso lo sguardo più sulle tue promesse che sulle loro minacce. So che cosa tu abbia sofferto per me e che cosa mi abbia promesso» (Ag37,1830). 

10I malvagi cadano insieme nelle loro reti, mentre io, incolume, passerò oltre. 

«Condussero Gesù fin sul ciglio del monte per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino» (Lc 4,29-30; cf At 12,10). «Cercarono di nuovo di catturalo, ma egli sfuggì dalle loro mani» (Gv 10,39). L’apostolo, rimane incolume anche di fronte al martirio: «Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia» (2 Tm 4,7-8). 

Salmo 141

1Maskil. Di Davide. Quando era nella caverna. Preghiera. «Davide nella spelonca, Cristo nei giorni della sua umanità, Cristo insieme alle membra del suo corpo che vivono nel mondo (ossia la Chiesa), prega per essere salvato da Saul, ossia dal dominio del Male» (cf 1 Sam 24; Sal 57,1)(Gero 939). 

2Con la mia voce grido al Signore, con la mia voce supplico il Signore; 3davanti a lui sfogo il mio lamento. 

«Dice di sfogare il lamento per indicare la forza prorompente del suo sentimento» (Td 1952). «Chi tra voi è nel dolore, preghi» (Gc 5,13). «Io [Anna] sono una donna affranta; sto solo sfogandomi davanti al Signore» (1 Sm 1,15). «Vedendo tutti i mali che mi minacciano, - credo quasi di morire - imploro il Signore» (Td 1952). 

Davanti a lui espongo la mia angoscia, 4mentre il mio spirito viene meno. 

«Mi manca il respiro e così non presumo delle mie capacità. [Se presumessi di me] perderei ancora di più le forze perché “chi pensa di essere qualcosa, mentre non è nulla, inganna se stesso” (Gal 6,3)» (Gero 911). 

Tu conosci la mia via: nel sentiero dove cammino mi hanno teso un laccio. 

«I cacciatori osservano le orme degli animali e proprio là predispongono delle trappole. Anche il diavolo agisce in questo modo: al temperante, prepara un'occasione di lussuria; al misericordioso che si profonde in elemosine, offre la vanagloria; il vergine lo induce all’orgoglio. In breve, ad ogni genere di vita, predispone un laccio apposito» (Td 1952.1953). 

5Guarda a destra e vedi: nessuno mi riconosce. Non c’è per me via di scampo, nessuno ha cura della mia vita. 

«Mi trovo chiuso in un vicolo cieco; non vedo alcuna via di fuga e non ho nessuno che mi aiuti» (Td 1953). Cristo, a sua volta, fu abbandonato «quando gli apostoli non rimasero al suo fianco, ma dopo averlo lasciato solo, fuggirono travolti dal terrore della morte (Cf Mt 26,56)» (Gero 942). Lo stesso accadde a Paolo: «Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato» (2 Tm 4,16). «Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai» (Is 49,15). 

6Io grido a te, Signore! Dico: «Sei tu il mio rifugio, sei tu la mia eredità nella terra dei viventi». 

«Ho gridato io, Cristo, sulla croce. Ho gridato io, Pietro, in carcere, prigioniero di Erode. Ho gridato io, Chiesa, io persona singola che rappresento tutta la Chiesa, trovandomi in angustie superiori alle mie forze. Tu, Signore, sei la mia speranza» (Gero 942). 

7Ascolta la mia supplica perché sono così misero! Liberami dai miei persecutori perché sono più forti di me. 

«L'uomo ci perseguita volendo uccidere il corpo, l'altro nemico, invisibile, ci perseguita volendo catturare l'anima» (Ag37,1837). «Noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati» (Rm 8,37). 

8Fa’ uscire dal carcere la mia vita, perché io renda grazie al tuo nome. 

«Non è una prigione la carne che Tu, Signore, hai creata, ma la corruzione della carne. [Nella vita eterna] non saremo senza corpo, poiché il corpo risorgerà. Che cos'è quello che non ci sarà più? La corruzione. Il tuo corpo è stato creato buono da un Dio che è buono» (Ag37,1837). 

I giusti mi faranno corona quando tu mi avrai colmato di beni. 

Dio ci colmerà di beni soprattutto nella vita eterna: «Lassù verranno a cessare tutte le varie incombenze imposte dal bisogno. Dovremo soltanto lodare Colui che amiamo. La nostra lode non avrà fine, come non avrà fine l'amore» (Ag37,1844). 

Salmo 142

1Salmo. Di Davide. A motivo dalla estrema precarietà della sua situazione, innalza la sua lamentazione, certo della fedeltà di Dio (1-6). Privo dell’aiuto divino, cadrebbe nel nulla ma ora attende il suo soccorso (7-12). 

Signore, ascolta la mia preghiera! Per la tua fedeltà, porgi l’orecchio alle mie suppliche e per la tua giustizia rispondimi. 

Non si appoggia sui propri meriti ma sulla fedeltà di Dio. La giustizia di Dio si rivela nel fatto che Egli adempie le sue promesse, espresse per pura bontà: «Tu, Signore, ti mostrerai giusto e verace nel adempiere ciò che hai promesso. Ora chiedo che tu mi doni ciò che mi hai assicurato perché conto sulla tua e non sulla mia fedeltà» (Gero 949). 

2Non entrare in giudizio con il tuo servo: davanti a te nessun vivente è giusto. 

«Come può un uomo aver ragione davanti a Dio?» (Gb 9,3). «Tutti hanno peccato ma sono giustificati gratuitamente, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù» (Rm 3,24). «Io mi condanno da me stesso, come tu vedi, Signore. Non ho bisogno di nessun giudice. Dove l'accusato vede e confessa se stesso come uno che ogni giorno, ogni ora pecca, risparmia il processo, o Signore amante dell'uomo! Cerco misericordia, o generosa fonte di misericordia» (Callisto Patriarca, Capitoli sulla preghiera, 58, Filocalia IV). 

3Il nemico mi perseguita, calpesta a terra la mia vita. 

«Viene calpestata a terra, la vita di colui che è insozzato dal peccato» (Cas 1010). «Che cosa si propone il nostro persecutore se non che, rinunciando alla speranza di quel che ci attende in cielo, nutriamo sentimenti terreni e, attacchiamo il nostro cuore alle cose di quaggiù?» (Ag37,1849). 

Mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi come i morti da gran tempo. 

«Il mio spirito viene meno, i miei giorni si spengono. Sii tu la mia garanzia presso di te» (Gb 17,1.3). 

4In me viene meno il respiro, dentro di me si raggela il mio cuore. 

«La tribolazione ci ha colpiti oltre misura, al di là delle nostre forze, tanto che disperavamo perfino della nostra vita. Abbiamo addirittura ricevuto su di noi la sentenza di morte, perché non ponessimo fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti» (2 Cor 1,8-9). 

5Ricordo i giorni passati, ripenso a tutte le tue azioni, medito sulle opere delle tue mani.

 «Popolo mio, ricorda le trame di Balàk re di Moab… Ricordati di quello che è avvenuto da Sittìm a Gàlgala, per riconoscere i benefici del Signore» (Mi 6,5). «Mi sono messo a considerare da quante sventure hai liberato i nostri antenati; così facendo, ho trovato conforto» (Td 1958). 

6A te protendo le mie mani, sono davanti a te come terra assetata. 

«Ho ricordato i giorni antichi grazie alla meditazione delle divine letture. Poi ho proteso le mani, assetato di Te, o Dio. Non solo come il cervo che desidera fonti d’acqua, ma come la terra arida che brama la pioggia» (Es24,49). 

7Rispondimi presto, Signore: mi viene a mancare il respiro. 

«È venuto meno il mio respiro, perché sia pieno del tuo Spirito» (Pros 407). «Chi non può più fare affidamento alle sue forze, comincia a sperare in Dio con maggiore convinzione» (Cas 1011).

Non nascondermi il tuo volto: che io non sia come chi scende nella fossa. 

Ritiene di trovarsi in una situazione gravosa, prossima alla morte. Cristo affrontò la morte per noi, dicendo: «Non ho fatto nulla per cui debba morire, ma faccio in modo di morire, affinché per la morte dell'innocente siano liberati coloro che meritavano di morire» (Ag37,1850). «Da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati» (Ef 2,5).

 8Al mattino fammi sentire il tuo amore, perché in te confido. Fammi conoscere la strada da percorrere perché a te s’innalza l’anima mia. 

Il mattino è l’ora della ripresa e della speranza. «Fammi sperimentare la tua benevolenza, in modo che riprenda a sperare. Fammi da guida e indicami il giusto sentiero» (Td 1957). 

9Liberami dai miei nemici, Signore, in te mi rifugio. 

«Non mi riferisco a uomini nemici; la nostra lotta non è contro la carne e il sangue ma contro i principi e le potenze che reggono il mondo (Cf Ef 6,12)» (Ag37,1855). 

10Insegnami a fare la tua volontà, perché sei tu il mio Dio. 

«Signore, fa che non soltanto comprenda ciò che vuoi, ma sappia anche fare ciò che vuoi. Chiedo di essere guidato dal tuo Spirito, affinché il sentiero indicato non mi appaia troppo impervio» (Cf Td 1957). La volontà di Dio sarà da sola la nostra pienezza e non lascerà in noi alcun vuoto. Niente è più ragionevole e perfetto di essa. «In ogni circostanza chiedi che sia fatta la sua volontà, perché Egli vuole ciò che è bene e utile a te, e che tu invece non sempre cerchi» (Evagrio Pontico, La preghiera,31). 

Il tuo spirito buono mi guidi in una terra piana. 

«Si dice che è condotto ciò che viene mosso da un istinto superiore. Gli animali non agiscono ma sono condotti. In modo simile, l'uomo spirituale viene inclinato a compiere qualcosa per istinto dello Spirito Santo. Tuttavia ciò non esclude che essi operino con una volontà, in quanto lo Spirito causa lo stesso moto della loro volontà e del loro libero arbitrio» (Tommaso d'Aquino, Commento alla Lettera ai Romani /1, VIII, III, 635).

11Per il tuo nome, Signore, fammi vivere; per la tua giustizia, liberami dall’angoscia. 

Giustizia significa rettitudine, fedeltà di Dio. «Per amore del tuo nome, Signore, mi darai la vita. Non perché io abbia meritato qualcosa ma perché tu hai avuto compassione di me. I miei meriti [troppo scarsi], li sostituisti con i tuoi doni» (Ag37,1855). 

12Per la tua fedeltà stermina i miei nemici, distruggi quelli che opprimono la mia vita, perché io sono tuo servo. 

Chiede l’annientamento dei nemici. La Chiesa chiede l’annientamento delle loro opere; i nemici non sono gli uomini ma il demonio, il peccato e la morte: «Cristo, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi» (Eb 10,12-13). «L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte» (1 Cor 15,26). 

Salmo 143

1Di Davide. Annuncio della vittoria definitiva sul male ottenuta dal Messia, rappresentato da Davide, e celebrabrazione dell’avvento del suo Regno. 

Benedetto il Signore, mia roccia, che addestra le mie mani alla guerra, le mie dita alla battaglia, 2mio alleato e mia fortezza, mio rifugio e mio liberatore, mio scudo in cui confido, colui che sottomette i popoli al mio giogo. 

«Le mani del vero Davide [il Cristo] furo addestrate quando vinse il mondo; quando, disteso sulla croce, fu ammaestrato nelle armi invincibili della passione stessa» (Ilr 845). «Tutte le azioni dell’uomo amico di Dio operano per la distruzione delle potenze avverse, e Dio stesso insegna ad usare così le mani; quanto alle dita, esse indicano le azioni più umili della vita» (Es24, 52). 

3Signore, che cos’è l’uomo perché tu l’abbia a cuore? Il figlio dell’uomo, perché te ne dia pensiero

 4L’uomo è come un soffio, i suoi giorni come ombra che passa. Colui che combatte le battaglie di Dio è un povero, ma, proprio a motivo della sua miseria, viene amato e sostenuto da Lui. «Ammiro la tua benevolenza per gli uomini che è senza misura. Tu che sei Dio, creatore di tutti, mostri una premura così delicata verso questo essere così imperfetto» (Td 1961). «Quanto non ti ha creduto prezioso se non ha risparmiato il suo proprio Figlio ma lo ha consegnato alla morte per tutti noi? Come non ci ha donato insieme con lui anche tutte le cose? (Cf Rm 8,31-32)» (Ag37,*)§. 

5Signore, abbassa il tuo cielo e discendi, tocca i monti ed essi fumeranno. 6Lancia folgori e disperdili, scaglia le tue saette e sconfiggili. 7Stendi dall’alto la tua mano, scampami e liberami dalle grandi acque, dalla mano degli stranieri. 

Dio intervenga in modo diretto a combattere i nemici (come era accaduto al passaggio del Mar Rosso) (Td 1961), e salvare il suo eletto (Cf Sal 17). «È necessario che il Verbo di Dio discenda per distruggere i nemici. Sebbene Dio addestri molto bene le mie mani, tuttavia qual’é la forza dell’uomo perché possa resistere ad un simile esercito? Perciò Tu stesso, Signore, piega i cieli e scendi» ( Es24, 53). 

8La loro bocca dice cose false e la loro è una destra di menzogna. 

La forza degli avversari di Dio e del suo Eletto sta nella menzogna. 

9O Dio, ti canterò un canto nuovo, inneggerò a te con l’arpa a dieci corde, 10a te, che dai vittoria ai re, che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua. 

Ringraziamento per il dono della vittoria che inaugura i tempi messianici. «A partire da questo salmo fino alla conclusione del salterio, incontriamo benedizioni, confessioni di lode, espressioni ferventi di lode, suggerite dalla fede, concepite dalla speranza, create dall’amore» (Gero 954). «Il cantico nuovo è l'inno alla grazia; il cantico nuovo è il canto dell'uomo nuovo, del Testamento Nuovo» (Agostino 143,16 Ag37,1866). 

Scampi Davide, tuo servo. 11Scampami e liberami dalla mano degli stranieri: la loro bocca dice cose false e la loro è una destra di menzogna. 

«Riconoscete [questo] David; siate voi stessi David!» (Ag37,1866). 

 12I nostri figli siano come piante, cresciute bene fin dalla loro giovinezza; le nostre figlie come colonne d’angolo, scolpite per adornare un palazzo. 

«In mezzo a te ha benedetto i tuoi figli» (Sal 147,13 Cf esaltazione della bellezza delle figlie: Gb 42,14-15; Sir 26,18). Si annuncia l’abbondanza di beni di cui i fedeli godranno. Dio vuole arricchire il suo popolo: «Egli ti amerà, ti benedirà, ti moltiplicherà…» (Dt 7, 13). «Io esulterò di Gerusalemme, godrò del mio popolo. Non si udranno più in essa, voci di pianto, grida d’angoscia» (Is 65, 19).

 13I nostri granai siano pieni, traboccanti di frutti d’ogni specie. Siano a migliaia le nostre greggi, a miriadi nelle nostre campagne; 14siano carichi i nostri buoi. 

«La felicità non si trova forse nel godimento dei beni? Abramo non aveva forse abbondanza in casa? Questa però, è una felicità temporale, e non devi confonderla con la felicità [vera]: Dio, l'eternità. In queste cose deve essere il nostro desiderio. Serviamoci di quel che si trova nella vita temporale ma desideriamo [i possessi eterni]» (Ag37,1867). I doni messianici per il cristiano sono soprattutto spirituali: «Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni» (1 Cor 1,4-5). 

Nessuna breccia, nessuna fuga. 

Non ci dovrà essere più nessuna breccia (incursione dei nemici) e nessuna fuga (degli abitanti della città occupata). 

Nessun gemito nelle nostre piazze: 

«Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, clamore con gni sorta di malignità» (Ef 4,31). 

15Beato il popolo che possiede questi beni. 

«Tutto ciò che i campi producono ci viene elargito dalla provvidenza divina. Quindi è dovere di carità e di giustizia che anche noi aiutiamo gli altri con quegli stessi doni che il Padre celeste ci ha elargiti con tanta misericordia. Nulla è maggiormente nostro di quanto spendiamo per il prossimo» (Leone Magno, Discorsi 16,1-2)§. 

Beato il popolo che ha il Signore come Dio. 

«Chi chiede a Dio un altro premio all'infuori di lui e per questo vuole servirlo, considera ciò che vuole ricevere più prezioso di colui dal quale vuol riceverlo. Il premio di Dio è Dio medesimo» (Ag37,928). 

I sette salmi di lode

I salmi da 144 a 150 sono sette salmi di lode. Continuano la celebrazione per la venuta del Regno di Dio introdotto dal Re, il Messia, intonata dal salmo precedente (Sal 143, 9ss). Da questo versetto in poi, nel salterio, troviamo soltanto espressioni di lode. 

Mio Dio, ti canterò un canto nuovo, suonerò per te sull'arpa a dieci corde; a te, che dai vittoria al tuo consacrato, che liberi Davide tuo servo. I nostri granai siano pieni, trabocchino di frutti d'ogni specie; siano a migliaia i nostri greggi, a mirìadi nelle nostre campagne; siano carichi i nostri buoi. Beato il popolo che possiede questi beni: beato il popolo il cui Dio è il Signore.

Il primo di questi salmi di lode, il 144, termina con l’esortazione: «Ogni vivente benedica il suo Nome santo» (144,21). Forse questo invito concludeva tutto il salterio ma altri salmisti, rispettano tale consegna, prolungarono la lode con altri 6 salmi (dal 145 al 150). L’intero salterio si concluderà allo stesso modo: «Ogni vivente, dia lode al Signore» (150,6). 

I sei salmi di lode aggiunti al 144, formano il cosiddetto piccolo Hallel (145-150). L'alleluia (ossia l'invito a lodare Dio) compare dieci volte. Se nel grande hallel, il salterio aveva celebrato le grandi gesta di Dio, in questo piccolo hallel esso presta attenzione alle meraviglie quotidiane compiute da Lui. 

Nella rilettura cristiana, l’hallel anticipa la realtà futura: «Come un tempo a Gerusalemme uno solo era il cuore e l'anima di tutti i credenti e tutto era loro in comune, così in cielo uno solo sarà il cuore e l'anima della moltitudine di coloro che vedranno Dio, per amarlo e lodarlo. Tutti avranno tutto in comune perché Dio sarà tutto in tutti. A simbolo di questo momento e a lode della nostra pace gli ultimi sette salmi, che cantiamo in modo speciale a lode del Signore, portano il titolo di alleluia. Alleluia è parola ebraica, che significa lodate il Signore; è invalsa in tutte le Chiese l'usanza che questo canto sia eseguito col termine ebraico dai fedeli di tutto il mondo. In tal modo questa devota consonanza ci ammonisce che in tutta la Chiesa una sola deve essere la fede, l'amore di Cristo e che tutti dobbiamo tendere a quella patria nella quale non c'è diversità di mente, né dissonanza di lingua» (Beda Omelie, X, PL 94,185). Alleluia è quindi il simbolo dell’unità della Chiesa.



Salmo 144

1Lode. Di Davide. Celebrazione della grandezza di Dio e del suo regno di misericordia. «Il profeta eleva la lode al Signore per una moltiplicità di motivazioni» (BW 515). «Padre, sia santificato il tuo Nome, venga il tuo regno» (Mt 6,9). 

O Dio, mio re, voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre. 

Più precisamente: Ti esalto mio Dio, il Re (arominchà Elohai hammélech): il nostro Signore non è una divinità qualsiasi ma il Re eterno. La lode è concentrata sul Nome (shimchà) del Signore, rivelato a Mosé: «Il mio popolo conoscerà il mio nome, comprenderà in quel giorno che io dicevo: “Eccomi!”» (Is 52,6). 

«Siamo debitori a Dio per i molteplici doni ricevuti: ci creò quando ancora non eravamo, ci conserva nell'esistenza, ogni giorno provvede a noi. Spesso non siamo neppure consapevoli dei beni che ci elargisce. Tuttavia, dobbiamo esaltarlo non soltanto per questi doni, ma per la grandezza della sua gloria, immune da ogni male» (Or 1672). 

2Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre. 

Rinnova il proposito di lodare Dio “in eterno e per sempre” precisando che lo farà ogni giorno. «In ogni circostanza benedici il Signore e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i tuoi desideri giungano a buon fine» (Tb 4,19). 

«Benedite ogni giorno; benedite Dio qualunque cosa vi accada, in quanto è opera sua anche il fatto che vi risparmi ciò che non riuscireste a sopportare. Dio, quando dona, dona per misericordia; quando toglie, toglie per misericordia. Lodalo quando ti favorisce con doni e quando ti prova permettendo delle sofferenze: è una medicina per le tue ferite» (Ag37,1871).

3Grande è il Signore e degno di ogni lode; senza fine è la sua grandezza. 

Annuncia il motivo per il quale il Signore merita una lode perenne: la sua grandezza. «Ecco, Dio è così grande, che non lo comprendiamo» (Gb 36,26). «La sua grandezza è illimitata: sia quindi illimitata anche la tua lode. Nemmeno quando sarai morto alla vita presente interromperai la lode del Signore. Se infatti non ci sarà tempo in cui tu non sia di Dio, non si darà nemmeno tempo in cui tacerà in te la tua lode» (Ag37,1872). 

4Una generazione narra all’altra le tue opere, annuncia le tue imprese. 

Né una singola persona, né una sola generazione può esaurire la grandezza di Dio. È necessario che il lievito fermenti tutta la pasta, che il granello di senape diventi albero e che il grano marcito produca frutto. 

5Il glorioso splendore della tua maestà e le tue meraviglie voglio meditare. 

L’ammirazione per la grandezza di Dio può sfumare in noi se non la ricordiamo nella nostra meditazione. Al contrario Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19).

6Parlino della tua terribile potenza: anch’io voglio raccontare la tua grandezza. 

Il salmista vuole unirsi personalmente alla lode eterna. «Il mio cuore esulta nel Signore, la mia fronte s’innalza grazie al mio Dio» (1 Sam 2,1). 

7Diffondano il ricordo della tua bontà immensa, acclamino la tua giustizia. 

La grandezza di Dio appare nella sua bontà immensa (rav tuvechà). In questo versetto bontà e giustzia (zidqatechà) sono sinonimi, perché giustizia significa fedeltà, l’agire giusto e retto di Dio. «[Il Signore] è la Roccia: perfette le sue opere, giustizia tutte le sue vie; è un Dio fedele e senza malizia, egli è giusto e retto» (Dt 32,4; Cf Is 30,29).

8Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. 9Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature. 

Egli è misericordioso e pietoso. Appare soprattutto nell’esperienza della sua tenerezza paterna: Tenerezza (rachamàv): «Dove sono il tuo zelo e la tua potenza, il fremito della tua tenerezza e la tua misericordia (rachameka)? Non forzarti all'insensibilità perché tu sei nostro padre, poiché Abramo non ci riconosce e Israele non si ricorda di noi. Tu, Signore, tu sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore» (Is 63,15-16). «Abbà, Padre…» (Mc 14,36).

10Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. 11Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza, 12per far conoscere agli uomini le tue imprese e la splendida gloria del tuo regno. 13Il tuo regno è un regno eterno, il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Dio manifesta se stesso come Padre, nel realizzare il suo Regno d’amore: «Il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto, annienterà tutti gli altri regno mentre esso durerà per sempre» (Dn 2,44). «Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo» (Ap 11,15). «Ogni giorno diciamo “venga il tuo regno”, di cui nessuna mente può concepire né la grandezza né la gloria, né lo splendore. Come è promesso, così si crede; con infallibile desiderio è chiesto finché sia presente» (Pros 413). 

Fedele è il Signore in tutte le sue parole e buono in tutte le sue opere. 

«Eli rispose [ad Anna]: “Va’ in pace e il Dio d’Israele ti conceda quello che gli hai chiesto”» (1 Sm 1,17). 

14Il Signore sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto. 

«Gesù disse (all’adultera): «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più» (Gv 8,11). 

15Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa e tu dai loro il cibo a tempo opportuno. 16Tu apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni vivente. 

Dio provvede il cibo, il pane quotidiano: «Dio non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge per stagioni ricche di frutti e dandovi cibo in abbondanza per la letizia dei vostri cuori» (At 14,17). «Tutto ciò che i campi producono ci viene elargito dalla provvidenza divina. L’umana ragione non basterebbe, se le semine e le irrigazioni non fossero incrementate dall’azione potente del Signore. Quindi è dovere di carità e di giustizia che anche noi aiutiamo gli altri con quegli stessi doni che il Padre celeste ci ha elargiti con tanta misericordia» (Leone Magno PL 54,176). 

«Come fa chi distribuisce il cibo ai malati, tu, Signore, lo dai a tempo opportuno, quando il malato lo deve prendere e dai ciò che deve prendere. Chi ricorre a Dio chiedendo cose giuste, se non viene esaudito, non deve perdersi d'animo. I suoi occhi aspettino il cibo che egli dà al tempo opportuno. Se non [lo] dà, lo fa perché non diventi dannoso ciò che dà» (Ag37,1831). 

17Giusto è il Signore in tutte le sue vie e buono in tutte le sue opere. 

«Conosco i progetti che ho fatto per voi, progetti di pace e non di sventura» (Ger 29,13). «Dio è giusto sia che si mostri severo verso di noi, sia che si mostri mite. Se colpisce, guarisce; corregge, per perdonare» (Pros 414). 

18Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, a quanti lo invocano con sincerità. 

«A tutti è vicino con la sua provvidenza, ma stabilisce con chi lo invoca con scienza un rapporto [di particolare benevolenza]. Oltre la comune provvidenza, egli ne offre una speciale ai fedeli, nell’essere loro vicino e nell’occuparsi maggiormente di loro» (Es24, 61). «Molto vale la preghiera del giusti fatta con insistenza» (Gc 5,16). 

19Appaga il desiderio di quelli che lo temono, ascolta il loro grido e li salva. 

«Nella via dei tuoi giudizi, Signore, noi speriamo in te; al tuo Nome, Signore, e al tuo ricordo si volge il nostro desiderio» (Is 26,8). «Rifletti sui precetti del Signore, medita sempre sui suoi comandamenti; egli renderà saldo il tuo cuore, e il tuo desiderio di sapienza sarà soddisfatto» (Sir 6,37). «C’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo» (Rm 7,18). 

20Il Signore custodisce tutti quelli che lo amano, ma distrugge tutti i malvagi. 

«Dio distrugge [la malvagità] dei malvagi quando fa in modo che si allontanino dal male» (Or 1673). 

21Canti la mia bocca la lode del Signore e benedica ogni vivente il suo santo nome, in eterno e per sempre. 

«Non gli basta la lode, se non si accompagna al fatto che non cessa di lodare. Loderà ancora, pur lodando gia' ora. Chi benedice in eterno, rimarra' coeterno con l'Eterno" (Ilr 864).

Salmo 145

1Alleluia. Loda il Signore, anima mia:

«Qui non parla l'anima rivolgendosi a se stessa. Eccola infatti fluttuare in preda a certi turbamenti. C'è però un'altra parte, che chiamano intelletto o ragione: è quella facoltà con cui pensa alla sapienza, fin da ora aderisce al Signore e sospira a lui. Ebbene, questa facoltà avverte nelle parti a lei inferiori dei turbamenti, constata come certi suoi desideri tendano ad effondersi al di fuori abbandonando Dio che sta dentro. In tale situazione l'anima richiama se stessa a volgersi dall'esterno all'interno, dalle cose inferiori a quelle superiori, e dice: Loda, anima mia, il Signore».

2loderò il Signore finché ho vita, canterò inni al mio Dio finché esisto. 

«Quando lodi Dio, il tuo pensiero si dilata verso le realtà interiori, e l'esserti così dilatato, ti rende più capace di accogliere Colui che lodi» (Ag37,1886). «Ciascuno di voi sia interamente qui per non essere qui. Cioè: sia interamente preso dalla parola di Dio che echeggia qui in terra per essere afferrato da Dio ed elevato oltre la terra. Dio infatti è con noi affinché noi siamo con lui. Per essere con noi egli si abbassò fino a noi; parimenti perché noi siamo con lui ci fa salire fino a sé».

3Non confidate nei potenti, in un uomo che non può salvare. 

«Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, che pone nella carne il suo sostegno e il cui cuore si allontana dal Signore. Egli sarà come un tamerisco nella steppa…» (Ger 17,5). «Il temere gli uomini pone in una trappola; ma chi confida nel Signore è al sicuro» (Pr 29,25). 

4Esala lo spirito e ritorna alla terra: in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni.

«Guardatevi dall’uomo, nelle cui narici non v’è che un soffio, perché in quale conto si può tenere?» (Is 2,22). «Nell’ora della morte vengono meno le aspirazioni umane. Queste cose si disperdono nel nulla e il desiderio di esse si dimostra irrealizzabile» (Cs 1030). 

5Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe: la sua speranza è nel Signore suo Dio. 

«La tua forza non sta nel numero, né sui forti si regge il tuo regno: tu sei invece il Dio degli umili, sei il soccorritore dei piccoli, il rifugio dei deboli, il protettore degli sfiduciati, il salvatore dei disperati» (Gdt 9,11).

«Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza; in tutti i tuoi passi pensa a Lui ed Egli appianerà i tuoi sentieri» (Pr 3,5). 

6Che ha fatto il cielo e la terra, il mare e quanto contiene, che rimane fedele per sempre. 

«Chi s'è preoccupato di crearti, non si curerà di sostentarti? Chi mi assicura che egli ha cura anche di me? Ti si direbbe: Ma se lui ti ha fatto! Ha fatto il passero, la locusta, il vermiciattolo. Non c'è creatura che egli non abbia fatta, e di tutte le creature egli ha cura» (Ag37,1892). «Tutte le creature nel loro insieme sono perfette in bontà. Non ti succeda che, ingombrato dalle cose create, ti distacchi da chi le fece. Le cose che ingombrano il tuo spirito sono inferiori a te, mentre tu sei stato creato inferiore soltanto a Lui. Occorre quindi che ti tenga unito a chi ti è superiore, se vorrai tenere sotto i tuoi piedi le cose inferiori; se al contrario ti allontani da chi ti è superiore, le cose inferiori si tramuteranno per te in strumenti di tribolazione» (Ag37,1887).

7Rende giustizia agli oppressi. 

«L’oppressione non può riferirsi solo alla possessione diabolica, ma anche a quella esercitata dai vizi, ai quali ci troviamo legati, come se fossero delle funi» (Cs 1032). «Non sono le cose create a schiavizzare i nostri cuori ma i pensieri influenzati dalle nostre passioni. Dio ha creato l'oro, ha creato la donna; di per sé, nessuna cosa creata ostacola la bontà degli uomini ma sono loro a lasciarsi imprigionare dall'avarizia e dalla fornicazione. I pensieri passionali, facendoci violenza, vogliono dominare a lungo nel nostro cuore» (Or 1675). 

Dà il pane agli affamati, il Signore libera i prigionieri. 

«Tutto ciò che i campi producono ci viene elargito dalla provvidenza divina. L’umana ragione non basterebbe, se le semine e le irrigazioni non fossero incrementate dall’azione potente del Signore. Quindi è dovere di carità e di giustizia che anche noi aiutiamo gli altri con quegli stessi doni che il Padre celeste ci ha elargiti con tanta misericordia» (Leone Magno PL 54,176). 

8Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti. 

«C'è una luce che brilla soltanto agli occhi dei giusti. Tobia era cieco, eppure era in grado di indicare al figlio le vie di Dio. Vedete come c'è un'altra luce che spunta soltanto per il giusto» (Ag37,1251). «È meraviglioso vedere come i ciechi siano dotati di una sensibilità più ricca, perché Dio li rende più accorti in cambio della privazione della vista» ( Es24, 64.65). 

9Il Signore protegge i forestieri, egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. 

«Orfano e vedova sono coloro che, rimasti privi di consolazioni umane, contemplano il Signore con un’anima pura. Cristo li accoglie per tutelarli con la sua protezione» (Cs 1032). Ascoltiamo le parole di incoraggiamento rivolte ad una vedova: «Il non essere stata soffocata dal dolore, non è dipeso da un qualsiasi soccorso umano, ma al contrario dal soccorso della mano di Dio che tutto può. Finché il tuo sposo veniva unito a te, godevi dei vantaggi che era naturale potersi attendere da un uomo; ora, poiché Dio lo ha chiamato a sé Egli stesso ha preso per te il suo posto» (G. Crisostomo, Ad viduam juniorem,1, PG 48,600).

10Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. 

«Ormai i nostri cuori sono fermi in Cristo ma Egli non regna ancora totalmente in noi, perché i nostri cuori, talora, sono dispersi in miseri interessi» (Cs 1033). 

Salmo 146

1È bello cantare inni al nostro Dio. 

«Mi rallegri, Signore, con le tue meraviglie, esulto per l’opera delle tue mani» (Sal 91,5). «L’atto di lodare Dio, ha già in sé la sua ricompensa» (Cs 1033). 

2Il Signore ricostruisce Gerusalemme, raduna i dispersi d’Israele. 

«Ti ho amato di amore eterno, per questo ti conservo ancora pietà. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata» (Ger 31,3-4). «Edificherò la mia Chiesa» (Mt 16,18). «La santità riunisce gli uomini che erano stati divisi tra loro dal peccato» (Or 1675). «Dio non ama ciò che è in disaccordo, anzi raccoglie ciò che è disperso» (Cs 1034). «Egli manderà i suoi angeli e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli» (Mt 24,31). 

3Risana i cuori affranti e fascia le loro ferite. 

«Felice l'uomo, che è corretto da Dio: perciò tu non sdegnare la correzione dell'Onnipotente, perché egli fa la piaga e la fascia, ferisce e la sua mano risana» (Gb 5,17-18). «Ecco io farò rimarginare la loro piaga, li curerò e li risanerò; procurerò loro abbondanza di pace e di sicurezza» (Ger 39,6). 

«Quante volte hai unto la mia coscienza ferita con l'unzione della tua misericordia, e l'hai cosparsa con l'olio della letizia! Quante volte, entrando quasi disperato nell'orazione, ne sono uscito esultante e pieno di fiducia nel perdono!» (Be 947). 

4Egli conta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nome. 

«Levate in alto i vostri occhi e guardate: chi ha creato quegli astri? Egli fa uscire in numero preciso il loro esercito e li chiama tutti per nome; per la sua onnipotenza e il vigore della sua forza non ne manca alcuno» (Is 40,26). «I vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,20). 

«Nessuno conta se non ciò che deve custodire con più attenta cura. Il Pastore, per avere salvo il gregge, lo conta spesso. A tal punto è protetto chi è compreso nel numero che, se si smarrisce, è portato dal Pastore sulle sue spalle perché il numero non diminuisca in nulla. Non vogliate credere, fratelli, che Dio si dimentichi sia pure del più piccolo» (Massimo di Torino, Sermoni 70,3). 

5Grande è il Signore nostro, grande è la sua potenza. La sua sapienza non si può calcolare. 

«Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra. Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile. Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato» (Is 40,28).

«Tornate al rimedio del Salvatore. Il Signore fascerà le vostre fratture, renderà stabile la guarigione. Allora non ci saranno più impossibili le cose che adesso ci sono impossibili» (Ag37,1906). 

6Il Signore sostiene i poveri, ma abbassa fino a terra i malvagi. 

«Farò restare in mezzo a te un popolo umile e povero; confiderà nel Nome del Signore il resto d’Israele» (Sof 3,12). «Dio non ha forse scelto i poveri del mondo per farli ricchi con la fede?» (Gc 2,5). 

7Intonate al Signore un canto di grazie, sulla cetra cantate inni al nostro Dio. 

«Intrattenetevi a vicenda con sali, inni e canti spirituali, cantando al Signore con tutto il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre» (Ef 5,19-20). 

8Egli copre il cielo di nubi, prepara la pioggia per la terra, fa germogliare l’erba sui monti, 9provvede il cibo al bestiame, ai piccoli del corvo che gridano. 

«Io mi rivolgerei a Dio e a Dio esporrei la mia causa: a lui, che fa cose grandi e incomprensibili, meraviglie senza numero, che dà la pioggia alla terra e manda le acque sulle campagne. Colloca gli umili in alto e gli afflitti solleva a prosperità» (Gb 5,8-11). «Guardate i corvi: non seminano e non mietono e Dio li nutre. Quanto più degli uccelli del cielo, voi valete!» (Lc 12,24). 

«Sono indicate sia la provvidenza che la bontà di Dio. Il cielo, coperto di nubi, fa scendere la pioggia, veste di erba le colline, offre il pascolo e provvede il cibo agli uccelli. Per mezzo delle parole divine, noi, già infecondi e sterili, siamo irrorati dal dono della pioggia divina, per portare frutti in noi stessi» (Ilr 872).

10 Non apprezza il vigore del cavallo, non gradisce la corsa dell’uomo. 

«Guai a quanti scendono in Egitto per cercar aiuto, confidano nei carri perché numerosi e sulla cavalleria perché molto potente, senza guardare al Santo di Israele e senza cercare il Signore» (Is 31,1). 

«Il cavallo indica la superbia. L’uomo orgoglioso, verso il quale Dio non può essere benigno, viene paragonato ad esso, mentre sceglie gli umili. “Il cavallo non giova per la vittoria” (Sal 132,17). “Chi si vanta dei carri e chi dei cavalli, noi siamo forti nel Nome del Signore (Sal 19,8)”» (Cs 1037). 

11Al Signore è gradito chi lo teme, chi spera nel suo amore. 

«Concluderò con essi un'alleanza eterna e non mi allontanerò più da loro per beneficarli; metterò nei loro cuori il mio timore, perché non si distacchino da me. Godrò nel beneficarli» (Ger 32,40). 

«Il timore accetto a Dio è un sentimento che si unisce con l’amore e con un devoto ardimento» (Cs 1038). 

Salmo 147

«L’assemblea dei santi, partecipe della risurrezione [di Cristo], resa conforme alla gloria di Dio, costituisce questa città, costruita con pietre vive. Nella fede vede splendere in anticipo, nel corpo glorificato del Signore, il modo con cui vivrà in futuro» (Ilr 875). 

1Celebra il Signore, Gerusalemme, loda il tuo Dio, Sion, 

«Voi, figli di Sion, rallegratevi, gioite nel Signore vostro Dio» (Gl 2,23). 

2perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. 

«A lodare il Signore sarà la Gerusalemme ormai chiusa [al sicuro]. Ora lodiamo trovandoci in mezzo agli scandali» (Ag37,1920). «Farò scorrere acqua sul suolo assetato, torrenti sul terreno arido. Spanderò il mio spirito sulla tua discendenza, la mia benedizione sui tuoi posteri; cresceranno come erba in mezzo all'acqua, come salici lungo acque correnti» (Is 44,3-4). 

3Egli mette pace nei tuoi confini e ti sazia con fiore di frumento. 

«I confini di Gerusalemme si estendono là fin dove c'è pace. Chi non conosce la pace, si trova fuori da Gerusalemme. La pace  libera l’anima dalle passioni» (Or PL 12,1673). «Fior di frumento è la contemplazione della divinità che ristora i sensi dei giusti al punto da superare qualsiasi sazietà. È Lui il pane vero disceso dal cielo (Gv 6, 41). Se già adesso ci ristora con la partecipazione al suo corpo, in quale modo ci sazierà allora quando ci avrà riempiti dell’intera luce della sua divinità?» (Cs 1039).

4Manda sulla terra il suo messaggio: la sua parola corre veloce. 

«La parola di Dio cresceva e si diffondeva» (At 12,24). «La sollecitudine per l’annuncio del regno di Dio è avvenuta senza lentezze. Dove l’insegnamento degli apostoli non ha fatto un rapido corso? Grazie a tale rapida corsa è iniziata la costruzione di questa città beata» (Ilr 876). 

5Fa scendere la neve come lana, come polvere sparge la brina, 6getta come briciole la grandine: di fronte al suo gelo chi resiste? 

«Dal seno di chi è uscito il ghiaccio e la brina del cielo chi l'ha generata? Come pietra le acque induriscono e la faccia dell'abisso si raggela» (Gb 38,29-30). «I miei fratelli mi hanno deluso, sono dileguati come i torrenti delle valli, i quali sono torbidi per lo sgelo, si gonfiano allo sciogliersi della neve, ma al tempo della siccità svaniscono e all'arsura scompaiono dai loro letti» (Gb 6,15-17). «Dio interviene in due maniere: o permette o vuole in modo diretto» (Or PL 12,1673). 

7Manda la sua parola ed ecco le scioglie, fa soffiare il suo vento e scorrono le acque. 

«Quando il sole di giustizia si ritira, allora neve, gelo, nebbia e freddo vengono a dominare la nostra persona, resa priva della ragione. Tuttavia la parola di Dio, non appena arriva, dissolve ogni male» (Or PL 12,1673). «Così avvenne al persecutore Saulo e così accade anche oggi a molti: mentre prima erano inariditi per la durezza della loro ostinazione, in seguito diventano irrigui grazie allo scorrere dell’annunzio» (Cs 1011). 

8Annuncia a Giacobbe la sua parola, i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele. 

«Dio giudica gli uomini in base alla legge naturale che è insita in noi, mentre gli israeliti, sia in base a questa, sia in base a quella scritta. Non ha mandato una legge scritta ai pagani, perché questo privilegio lo ha riservato ai giudei» (Es24,69). A tutti invia la Parola Gesù: «Questa è la parola che egli ha inviato, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti» (At 10,36). 

9Così non ha fatto con nessun’altra nazione, non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. Alleluia. 

«Qual grande nazione ha la divinità così vicina a sé, come il Signore nostro Dio è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E qual grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi espongo?» (Dt 4,7-8). 

«Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce» (1 Pt 2,9). 

Salmo 148

1Alleluia. «Il profeta, chiamandone alcune per nome, invita tutte le creature a cantare le lodi divine; quelle razionali e intellettuali lo possono fare da sé, quelle prive della ragione o della sensibilità, lo possono fare per mezzo delle altre che celebrano insieme la lode di Dio» (Cs 1042). «Che cosa c’è di più degno che la creatura lodi il suo Creatore e che la creazione tutta celebri l’Artefice? Quanto al Creatore si riferisce al Signore Salvatore: Egli è il Verbo fatto carne, al cui comando tutte le cose sono state create (Cf Gv 1,3)» (Cs 1044). 

Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell’alto dei cieli. 2Lodatelo, voi tutti, suoi angeli, lodatelo, voi tutte, sue schiere. 3Lodatelo, sole e luna, lodatelo, voi tutte, fulgide stelle. 4Lodatelo, cieli dei cieli, voi, acque al di sopra dei cieli. 5Lodino il nome del Signore, perché al suo comando sono stati creati. 6Li ha resi stabili nei secoli per sempre; ha fissato un decreto che non passerà.

Il salmista invita ogni creatura a lodare Dio. Apre una lode universale, cosmica. Esorta, dapprima, le creature celesti, angeli ed astri, e perfino la massa d’acqua che, secondo la cosmologia ebraica, giace sopra il firmamento, sotto il trono di Dio. 

I primi a lodare sono “i suoi angeli”, come nel salmo 102: «Benedite il Signore, angeli suoi, potenti esecutori dei suoi comandi, attenti alla voce della sua parola. Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, suoi ministri, che eseguite la sua volontà» (Sal 103,20-21). 

Seguono, po, gli astri (sole, luna e stelle). Questi venivano venerati come divinità, ma la Sacra Scrittura li considera soltanto come delle semplici creature. I profeti contrastarono il culto degli astri: «Quando alzi gli occhi al cielo e vedi il sole, la luna, le stelle e tutto l’esercito del cielo, tu non lasciarti indurre a prostrarti davanti a quelle cose e a servirle; cose che il Signore, tuo Dio, ha dato in sorte a tutti i popoli che sono sotto tutti i cieli. Voi, invece, il Signore vi ha presi, vi ha fatti uscire dal crogiuolo di ferro, dall’Egitto, perché foste per lui come popolo di sua proprietà, quale oggi siete» (Dt 4,19). Giobbe attesta di essere stato immune da questi culti: «Se, vedendo il sole risplendere e la luna avanzare smagliante, si è lasciato sedurre in segreto il mio cuore e con la mano alla bocca ho mandato un bacio, anche questo sarebbe stato un delitto da denunciare, perché avrei rinnegato Dio, che sta in alto» (Gb 31,26-28). 

I saggi, tuttavia, ammirarono il loro splendore e li contemplarono come segno della grandezza di Dio: «Vanto del cielo è il limpido firmamento, spettacolo celeste in una visione di gloria. Il sole, quando appare nel suo sorgere, proclama: “Che meraviglia è l’opera dell’Altissimo!”. Grande è il Signore che lo ha creato e con le sue parole ne affretta il corso. Anche la luna, sempre puntuale nelle sue fasi, regola i mesi e indica il tempo. Da essa il mese prende nome, mirabilmente crescendo secondo le sue fasi» (Sir 43,1-8). Le stelle vengono viste come creature che dialogano con Dio, quasi come fossero altri angeli: «Le stelle brillano dalle loro vedette e gioiscono; egli le chiama e rispondono: “Eccoci!”. E brillano di gioia per colui che le ha create» (Bar 3,34-35). 

7Lodate il Signore dalla terra, mostri marini e voi tutti, abissi, 8fuoco e grandine, neve e nebbia, vento di bufera che esegue la sua parola, 9monti e voi tutte, colline, alberi da frutto e voi tutti, cedri, 10voi, bestie e animali domestici, rettili e uccelli alati. 

Estende, ora, l’invito alla lode alle creature della terra. Partendo dall’estremità in alto, dall’alto dei cieli, volge la sua attenzione all’estremità in basso, fino agli abissi. «Come gridano queste creature? Gridano con la tua ricerca, gridano con la tua voce. Quando tu osservi queste creature, ne godi e ti sollevi all'Artefice e dalle cose create, per via d'intelletto, contempli i suoi attributi invisibili, allora si leva la sua lode sulla terra e nel cielo» (Ag37,1946). 

Mostri (tanninim), abissi (tehomòt) e vento di bufera (ruach s‘earà) obbediscono agli ordinamenti stabiliti da Dio. «Il sole, la luna, le stelle, essendo lucenti e destinati a servire a uno scopo, obbediscono volentieri. Così anche il lampo, quando appare, è ben visibile; anche il vento spira su tutta la regione. Quando alle nubi è ordinato da Dio di percorrere tutta la terra, eseguiscono l'ordine; il fuoco, inviato dall'alto per consumare monti e boschi, eseguisce il comando» (Bar 6,59-61). 

«Tutto quel che succede sulla terra è soggetto alla provvidenza di Dio, e l'incredulo aperto all'istruzione resterebbe ammirato anche del modo come sono disposte le membra di una pulce. Considera un animaletto, il più minuto che ti pare. Chi ha dato alla zanzara l'aculeo con cui succhia il sangue? Quant'è sottile questo filo con cui sorbisce i liquidi! Chi ha disposto queste cose? Ti sorprendono le cose infinitamente piccole? Loda Colui che è grande» (Ag37,1943-1944). 

11I re della terra e i popoli tutti, i governanti e i giudici della terra, 12i giovani e le ragazze, i vecchi insieme ai bambini, 13lodino il nome del Signore, perché solo il suo nome è sublime: la sua maestà sovrasta la terra e i cieli. 

Gli uomini, infine, sono invitati a lodare Dio. Ogni persona, a prescindere dalla rilevanza sociale e dal sesso, partecipa alla lode. Esercitando questo privilegio, anche il più piccolo diventa grande: «Chi teme il Signore è sempre grande» (Gdt 16,16). 

Soltanto il nome di Dio è davvero elevato su tutto (nisgàv shemò levaddò). Il suo splendore sovrasta terra e cieli. [Letteralmente: il Signore è accresciuto (nisgàv dalla radice sagav)].

14Ha accresciuto la potenza del suo popolo. 

Il Signore cresce anche nell’accrescere la potenza del suo popolo: «Tu sei un popolo consacrato al Signore, tuo Dio ed Egli ti ha scelto, affinché, tra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra, tu sia un popolo particolarmente suo» (Dt 7,6). Il popolo dicenta glorioso nell’aderire al Signore. «Come questa cintura aderisce ai fianchi di un uomo, così io volli che aderisse a me tutta la casa d’Israele, perché fossero mio popolo, mia fama, mia lode e mia gloria» (Ger 13,11). 

Egli è la lode per tutti i suoi fedeli, per i figli d’Israele, popolo a lui vicino. Alleluia. 

Il Signore stesso è il tema della lode. Celebrandolo, Israele risponde all’amore che lo ha preceduto. 

Meditazione

La sapienza del Signore risplende più degli astri: «Ella in realtà è più radiosa del sole e supera ogni costellazione, paragonata alla luce risulta più luminosa; a questa, infatti, succede la notte, ma la malvagità non prevale sulla sapienza» (Sap 7,29-30). 

Riguardo a Gesù, la Sapienza divina fatta carne, si dice: «Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce» (Mt 17,2). 

Il nuovo cosmo nel quale si manifesta la grandezza del Signore è l’uomo stesso. L’uomo retto riflette in se stesso la bellezza del creato. Così apparve il sommo sacerdote Simeone: «Come un astro mattutino fra le nubi, come la luna nei giorni in cui è piena, come il sole sfolgorante sul tempio dell'Altissimo, come l'arcobaleno splendente fra nubi di gloria, come un giglio lungo un corso d'acqua… » (Sir 50,6 ss). 

«Siate irreprensibili e semplici, figli di Dio immacolati in mezzo a una generazione perversa e degenere, nella quale dovete splendere come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita» (Fil 2,15). 

Salmo 149

1Alleluia. Cantate al Signore un canto nuovo; la sua lode nell’assemblea dei fedeli. 

«Chiunque si separa dalla comunione dei santi non canta il cantico nuovo, segue la via dell'animosità che è roba vecchia, non quella della carità, che è nuova. Se tu lodi il Signore e io lodo il Signore, perché dovremmo essere in discordia? La carità loda il Signore, la discordia lo bestemmia» (Ag37,1949). 

2Gioisca Israele nel suo creatore, esultino nel loro re i figli di Sion. 3Lodino il suo nome con danze, con tamburelli e cetre gli cantino inni. 

«Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi che annunzia la pace, messaggero di bene che annunzia la salvezza, che dice a Sion: «Regna il tuo Dio» (Is 52,7). 

«Godiamo in Dio, se godiamo nella carità. Quando uno ha la carità, perché inviarlo lontano per fargli vedere Dio? Abbia la carità e abiterà in lui come nel cielo. Siamo Israele e allietiamoci in colui che ci ha creati» (Ag37,1951).

4Il Signore ama il suo popolo, incorona i poveri di vittoria. 

«Coloro che li vedranno ne avranno stima, perché essi sono la stirpe che il Signore ha benedetto» (Is 61,9). 

«Dio si compiacerà del suo popolo quando lo renderà felice della gioia piena, quando lo avrà reso uguale agli angeli. Si compiacerà quando, come insegna l’apostolo (1 Cor 15,28), “sarà tutto in tutti”. I poveri sono quelli che hanno sofferto, che in questa vita hanno sopportato molteplici offese, ma che, per amore del regno di Dio, furono ugualmente contenti, colmi di spirito di fede» (Cs 1049). 

5Esultino i fedeli nella gloria, facciano festa sui loro giacigli. 

«La nostra gloria sta nella testimonianza della nostra coscienza (2 Cor 1,12). Esultano quando pensano di possedere un Signore così buono che perdona ai colpevoli, che dona la grazia ai peccatori e la gloria eterna a chi non la merita» (Cs 1049). 

6Le lodi di Dio sulla loro bocca e la spada a due tagli nelle loro mani, 

Forse allude ad una danza rituale, durante la quale, mentre si agitavano le spade, si celebrava il Signore (Cf Ez 21,14-22). I Maccabei «combattendo con le mani e pregando Dio con il cuore, travolsero non meno di trentacinquemila uomini, rallegrandosi grandemente per la manifesta presenza di Dio» (2 Mac 15,27). 

Cristo combatte con la predicazione: «Cristo scelse cose che nel mondo non rappresentavano nulla. A questa gente, riempita di Spirito Santo, diede in mano la spada a doppio taglio; comandò loro di predicare il Vangelo percorrendo l'intero universo. Il leone è vinto mentre infierisce e uccide, l'agnello riporta vittoria a forza di pazientare» (Ag37,1958). «Il potere della parola è dato non solo a quelli che presiedono, ma a tutti» (Pros 424).

7per compiere la vendetta fra le nazioni e punire i popoli, 8per stringere in catene i loro sovrani, i loro nobili in ceppi di ferro, 9per eseguire su di loro la sentenza già scritta. Questo è un onore per tutti i suoi fedeli. Alleluia. 

Dio non lascia impunito il sopruso sui poveri e il suo giudizio avverrà a suo tempo. La Sacra Scrittura suggerisce di abbandonare ogni sentimento di vendetta: «Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai d'un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore» (Lev 19,17-18). «Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all'ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore. Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere» (Rm 12,19-20). 

Salmo 150

Questa glorificazione conclude il settenario di lode ma anche l’intero salterio. Per dieci volte si invita a celebrare il Signore per quello che Egli è, senz’altra considerazione. 

1Alleluia. Lodate Dio nel suo santuario, lodatelo nel suo maestoso firmamento.

Lodiamo il Padre in Cristo e con Cristo: «Questo Santuario è quello del quale i demoni con terrore dicevano: sappiamo chi sei: il Santo di Dio! Che c’è di più beato dell’essere uniti a Lui e, tramite Lui, al Padre?» (Es24, 76).

2Lodatelo per le sue imprese, lodatelo per la sua immensa grandezza. 

«Chi può narrare i prodigi del Signore, far risuonare tutta la sua lode?» (Sal 105,2). 

3Lodatelo con il suono del corno lodatelo con l’arpa e la cetra. 4Lodatelo con tamburelli e danze, lodatelo sulle corde e con i flauti. 5Lodatelo con cimbali sonori, lodatelo con cimbali squillanti. 

«I quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all'Agnello, avendo ciascuno un'arpa e coppe d'oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi. Cantavano un canto nuovo» (Ap 5,8-9). 

«Voi, o santi di Dio, voi siete la tromba, il salterio, la cetra, il timpano, il coro, le corde e l'organo. Voi siete tutte queste cose» (Ag37,1965).

6 Ogni vivente dia lode al Signore. Alleluia. 

Lett: ogni respirante, dia lode (kòl hanneshamà, tehallel Iàh). «Quando arriveremo alla tua presenza, cesseranno queste molte parole. Tu resterai, solo, Tutto in tutti, e senza fine diremo una sola parola, lodandoti in un solo slancio e divenuti anche noi una sola cosa in Te» (Agostino, La Trinità, XV, 28, 51). 




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