lunedì 6 febbraio 2023

Salmi da 72 a 82

 Salmo 72

1Salmo. Di Asaf. Inizia il terzo libro dei Salmi (72-88). «Il popolo d'Israele, osservando come i Babilonesi vivessero nella prosperità, sebbene fossero malvagi, fu scosso da molti dubbi circa la provvidenza di Dio. Lo Spirito Santo, conoscendo questo sentimento, li rese consapevoli dei loro ragionamenti ed offrì loro la soluzione. Il salmista rappresenta tutti coloro che vivono un dubbio simile» (Td 1441.1444). 


Quanto è buono Dio con gli uomini retti, Dio con i puri di cuore! Dichiarazione di fede che anticipa anche la conclusione della vicenda quando il giusto ritroverà serenità dopo il turbamento. «Istruito da Dio, il salmista capì che, al di sopra di tutte le cose che Dio dà ai buoni e ai cattivi, riserba qualcosa per i buoni soltanto. Che cosa? Se stesso» (Ag37,918). 

2Ma io per poco non inciampavo, quasi vacillavano i miei passi, 3perché ho invidiato i prepotenti, vedendo il successo dei malvagi. Il salmista, che desiderava il benessere di cui godevano i malvagi, confessa il suo smarrimento. «Il sole appare giocondo a chi ha occhi sani, mentre sembra quasi scagliare dardi acuti contro chi ha gli occhi ammalati. Allo stesso modo, se tu comincerai ad essere perverso, anche Dio ti sembrerà perverso» (Ag37,919). «Essi godevano una pace temporale, caduca e terrena; tuttavia, era la stessa pace che anch’io avrei desiderato ricevere da Dio. Mi accorsi che quelli che non servivano Dio avevano ciò che io mi ripromettevo servendolo; allora vacillarono i miei piedi» (Ag37,919). In realtà, Dio si mostra generoso verso i malvagi per chiamarli alla conversione: «Il salmista osserva il temporaneo successo degli empi; ciò è dovuto alla bontà di Dio. Attesta l’apostolo: “Disprezzi forse la ricchezza della sua bontà. Non sai che essa vuole indurti al pentimento?” (Rm 2,4)» (Es23,836). 


4Fino alla morte infatti non hanno sofferenze e ben pasciuto è il loro ventre. 5Non si trovano mai nell’affanno dei mortali e non sono colpiti come gli altri uomini. 6Dell’orgoglio si fanno una collana e indossano come abito la violenza. 7I loro occhi sporgono dal grasso, dal loro cuore escono follie. Descrizione vivace del malvagio, arrogante e violento. «Finiscono nel benessere i loro giorni e scendono tranquilli nel regno dei morti. Eppure dicevano a Dio: “Allontanati da noi, non vogliamo conoscere le tue vie. Chi è l’Onnipotente, perché dobbiamo servirlo? E che giova pregarlo?”» (Gb 21, 13-15). 

8Scherniscono e parlano con malizia, parlano dall’alto con prepotenza. 9Aprono la loro bocca fino al cielo e la loro lingua percorre la terra. «Ecco un ricco che abbonda di ogni cosa. Perché dovrà rubare i beni altrui? Di ora al ricco: Perché ti comporti così e non temi Dio? Sempre che tu abbia il coraggio di andare a fargli delle rimostranze! Questa gente, infatti, minaccia rappresaglie a chiunque osi ammonirli e richiamarli al dovere. Che cosa risponderà, allora, questo ricco? La sua risposta risuonerà del suo disprezzo di Dio» (Ag37,920).

10Perciò il loro popolo li segue e beve la loro acqua in abbondanza. 11E dicono: «Dio, come può saperlo? L’Altissimo, come può conoscerlo?». Molti assimilano la mentalità dominante. È facile farsi trascinare dal dubbio: «Gli uomini accorti che pongono in Dio una fiducia incondizionata, sono pochi. La maggior parte preferisce godere dei piaceri disponibili all’istante, piuttosto che volgersi a quelli riposti nella speranza. Così dichiarano: Dove sta la provvidenza di Dio, viste tutte le sventure che accadono? Quale segno abbiamo della cura divina?» (Crl 740).

 

12Ecco, così sono i malvagi: sempre al sicuro, ammassano ricchezze. 13Invano dunque ho conservato puro il mio cuore, e ho lavato nell’innocenza le mie mani! 14Perché sono colpito tutto il giorno e fin dal mattino sono castigato? «Da tempo mi vedo dinanzi una difficoltà tremenda: come Dio possa essere giusto e curarsi delle cose umane, e non essere, al contrario, ingiusto, quando consente che gli scellerati siano felici in questa terra. Veramente molto difficile è capire tutto questo» (Ag37,924).

15Se avessi detto: «Parlerò come loro», avrei tradito la generazione dei tuoi figli. Era stato tentato di abbandonare la fede ma, poi decise di rimanere nella comunità dei credenti. «Il cristiano deve sopportare ogni specie di strettezza piuttosto che commettere una qualsiasi colpa» (Ag37,920). 

16Riflettevo per comprendere questo ma fu una fatica ai miei occhi. 17finché non entrai nel santuario di Dio e compresi quale sarà la loro fine. [Cf Pr 30, 1-3]. Entrare nel santuario significa entrare nell’intimo segreto del proprio cuore e parlare con Dio (Cf Mt 6,6; Bs 976). 


18Ecco, li poni in luoghi scivolosi, li fai cadere in rovina. 19Sono distrutti in un istante! Sono finiti, consumati dai terrori! Anche prima del giudizio definitivo, chi compie il male si logora da sé e s’incammina verso la disillusione. La distruzione istantanea, qui prospettata, «accadde ai babilonesi al tempo di Ciro: presi prigionieri, divennero schiavi mentre i giudei tornarono in patria. Giustamente il loro benessere viene paragonato al sogno poiché dall'arroganza passarono all'estrema schiavitù» (Td 1449).

20Come un sogno al risveglio, Signore, così, quando sorgi, fai svanire la loro immagine. Ogni fortuna è incerta e fuggevole: «Immagina un uomo che, in sogno, creda di aver trovato dei tesori; è ricco finché non si sveglia. Gli uomini iniqui troveranno la miseria che s'erano preparata; quando alla fine della vita si sveglieranno, troveranno che è passato tutto ciò che come in sogno possedevano» (Ag37,925). 

21Quando era amareggiato il mio cuore e i miei reni trafitti dal dolore, 22io ero insensato e non capivo, stavo davanti a te come una bestia. «Sebbene prima avessi continuato ad essere come un giumento senza ragione, tuttavia non ti abbandonavo o Dio; questo accadeva per grazia tua, non per capacità mia. Tu stesso, nel tuo amore per gli uomini, mi avevi preso per la mano destra perché i miei piedi restassero fermi presso di te» (Es23,845). 


23Ma io sono sempre con te: tu mi hai preso per la mano destra. 24Mi guiderai secondo i tuoi disegni e poi mi accoglierai nella gloria. «Come un padre buono, dopo aver ritrovato il figlio che si era perso, lo prende per mano per riportarlo a casa, così hai fatto Tu, Signore» (Td 1452). «Se Tu, Signore, non mi avessi preso per la destra, sarei stato come travolto da un torrente. Il tuo amore per l’uomo, la tua misericordia e la tua grazia, sono stati per me causa di tutti i beni» (Es23,847). 

25Chi avrò per me nel cielo? Con te non desidero nulla sulla terra. «Chi chiede a Dio un altro premio all'infuori di lui e per questo vuole servirlo, considera ciò che vuole ricevere più prezioso di colui dal quale vuol riceverlo. Il premio di Dio è Dio medesimo. Questo ama, questo predilige il salmista. Se amasse qualche altra cosa, l'amore non sarebbe casto» (Ag37,928). «Tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore» (Fil 3,8). 

26Vengono meno la mia carne e il mio cuore; ma Dio è roccia del mio cuore, mia parte per sempre. «Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso» (Gb 19,26-27). «Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno» (Fil 1,21). 

27Ecco, si perderà chi da te si allontana; tu distruggi chiunque ti è infedele. Minaccia ai cultori delle divinità. Dio distrugge quando permette che l’idolatra perda se stesso nel rifiuare il Signore. «Dio non allontana da sé nessuno, ma ognuno può estraniarsi da Dio. Sapendo tutto questo, pur non comprendendo i tuoi misteri, restavo di continuo unito a te. Nulla infatti mi appariva più bello che aderire a te, mio Dio, e scegliere ciò che hai stabilito e comandato» (Es23,847). 

28Per me, il mio bene è stare vicino a Dio; nel Signore Dio ho posto il mio rifugio, per narrare tutte le tue opere. «Istruito dall'esperienza vissuta, non mi separerò mai dal Dio che mi ha salvato» (Td 1453). «Quando vedremo Dio faccia a faccia, non ci sarà niente di meglio che stare uniti a Lui. E ora? Siccome parlo ancora da esule, è ugualmente buono per me, dice, starmene unito a Dio. Ciascuno di voi lo possederà tutto intero; e tutto intero lo avrete tutti» (Ag37,928.929). 

Salmo 73

1Maskil. Di Asaf. Supplica in seguito alla devastazione del tempio. La comunità rimane sempre, in ogni caso, il popolo di Dio; questi ha mostrato di operare interventi di salvezza anche nelle situazioni più devastanti.  


O Dio, perché ci respingi per sempre, fumante di collera contro il gregge del tuo pascolo? Dio non può respingere per sempre perché i suoi doni e la sua chiamata sono irrevocabili (Cf Rm 11,1.17.29). «Io domando: Dio ha forse ripudiato il suo popolo? Impossibile!» (Rm 11,1). Cf Sal 79,16. «Dio non solo non vuole abbandonarci, ma, anche quando ci punisce, non vorrebbe farlo. Cristo poi piange sulla rovina di Gerusalemme, come noi facciamo per i nostri amici» (Crisostomo, Omelie su Giovanni, 68,2). 

2Ricordati della comunità che ti sei acquistata nei tempi antichi. La comunità, pur composta da peccatori, ha sempre un grande valore agli occhi di Dio, che l’ha scelta a prescindere da ogni merito (Cf Rm 9,10-11). «Dai tempi antichi, dall'inizio hai voluto chiamarti nostro Dio e noi siamo stati considerati il tuo popolo» (Td 1455). Il Signore non dimentica le promesse ai patriarchi: «Ricordati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso: “Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre”» (Es 32,13). 

Hai riscattato la tribù che è tua proprietà, il monte Sion, dove hai preso dimora. «Chi è come il tuo popolo, come Israele, unica nazione sulla terra che Dio è venuto a riscattare come popolo per sé e a dargli un nome?» (2 Sm 7,23). Il popolo cristiano è stato acquistato e riscattato con la morte di Cristo ed ora “siamo in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria”» (Ef 1,14; Cf 1 Pt 2,9). 

3Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne: il nemico ha devastato tutto nel santuario. «Dopo tutto questo, resterai ancora insensibile, o Signore?» (Is 63,11). «Come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione» (2 Cor 1,5). 

4Ruggirono i tuoi avversari nella tua assemblea, issarono le loro bandiere come insegna. I nemici irruppero nel santuario durante il culto (LXX: in mezzo alla festa). Lo stesso avvenne per le comunità cristiane: «Mentre il popolo di Dio ascoltava e cantava, un lettore stava sul pulpito ed eseguiva il canto dell’alleluia; in questo stesso momento fu colpito nella gola e, mentre il libro gli cadeva dalle mani, egli stesso cadde morto» (Vittore di Vita, Storia della persecuzione vandalica in Africa, 41). 

Profanarono il santuario introducendo in esso simboli pagani. «Sull’ala del tempio [sarà posta] l’abominio devastante [una statua di un dio pagano]» (Dn 9,27). Porre le bandiere come insegne (lett: i propri segni come segni [samu ototàm otòt]) significa imporre le proprie opinioni menzognere come contenuti culturali obbligatori («mettere a morte tutti coloro che non avessero adorato la statua della bestia» Ap 13,15). 

5Come gente che s’apre un varco verso l’alto con la scure nel folto della selva, 6con l’ascia e con le mazze frantumavano le sue porte». «Non era un incarico onorifico, conferito ai nemici, quello di distruggere la città. Essi erano uno strumento dell'ira divina che usava severità verso coloro che [in seguito] intendeva salvare» (Ag36,935). «Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi» (1 Cor 3,17). 

7Hanno dato alle fiamme il tuo santuario, hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome; 8pensavano: «Distruggiamoli tutti. I nemici vogliono sopprimere del tutto e per sempre il popolo di Dio: «Se il Signore non fosse stato per noi, quando eravamo assaliti, allora ci avrebbero inghiottiti vivi, quando divampò contro di noi la loro collera» (Sal 123,2-3). «Non ti divorano quando ti perseguitano, ma quando ti inducono ad essere ciò che essi sono» (Ag36,341). 

Hanno incendiato nel paese tutte le dimore di Dio. Le dimore di Dio (mo’ade-El) sono i luoghi di raduno (LXX: tutte le feste di Dio). Annientano il popolo, soffocandone l’anima, sopprimendone la fede. «Apri gli occhi e guarda le nostre distruzioni e la città sulla quale è stato invocato il tuo nome! Noi presentiamo le nostre suppliche davanti a te, confidando non sulla nostra giustizia, ma sulla tua grande misericordia» (Dn 9,18).

9Non vediamo più le nostre bandiere, non ci sono più profeti e tra noi nessuno sa fino a quando. «Ai sacerdoti verrà meno la dottrina, agli anziani il consiglio» (Ez 7,26). «Vagheranno da settentrione a oriente, per cercare la parola del Signore, ma non la troveranno» (Am 8,11-12). «Andranno in cerca del Signore, ma non lo troveranno: egli si è ritirato da loro» (Os 5,6). In realtà, «le loro azioni non permettono di tornare al loro Dio, perché uno spirito di prostituzione è in mezzo a loro e non conoscono il Signore» (Os 5,4).

10Fino a quando, o Dio, insulterà l’avversario? Il nemico disprezzerà per sempre il tuo nome? Ciò che viene fatto contro il suo popolo, è fatto contro Dio stesso. «Non hanno tramato contro gli uomini, ma è contro di te, o Dio, che lottavano» (Es23,857). Ciò che è fatto contro qualsiasi povero indifeso, è come se venisse fatto contro Dio stesso (Es 22,22.23). 

11Perché ritiri la tua mano e trattieni in seno la tua destra? Rimprovera Dio di rimanere inattivo, indifferente, contro il suo stile abituale, nella certezza che questa inattività è solo apparente e provvisoria. 

12Eppure Dio è nostro re dai tempi antichi, ha operato la salvezza nella nostra terra. 13Tu con potenza hai diviso il mare, hai spezzato la testa dei draghi sulle acque. 14Tu hai frantumato le teste di Leviatan, lo hai dato in pasto a un branco di belve. L’evento di salvezza primordiale è stato il passaggio del mar Rosso, atto in cui Dio ha confermato ha sua capacità di dare ordine al caos, come avvenne all’inizio delle creazione. Il mostro Leviatan, il più terrificante tra i mostri mitici, rappresenta ogni potere tragico della storia. «In quel giorno il Signore punirà con la spada forte, il Leviatan, serpente guizzante, il Leviatan, serpente tortuoso, e ucciderà il drago che sta nel mare» (Is 27,1; Cf 30,7). 

15Tu hai fatto scaturire fonti e torrenti, tu hai inaridito fiumi perenni. 16Tuo è il giorno e tua è la notte, tu hai fissato la luna e il sole; 17tu hai stabilito i confini della terra, l’estate e l’inverno tu li hai plasmati. L’evento del Mar Rosso è stato possibile grazie alla potenza creativa di Dio che rimane sempre attiva per garantire la stabilità del mondo. Egli crea tutti gli eventi nei loro aspetti contrastanti. «Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili. Ha soccorso Israele suo servo» (Lc 1,52.54). 

18Ricordati di questo: il nemico ha insultato il Signore, un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome. Le azioni contro il popolo di Dio sono dirette contro il Signore stesso. Persuaso che Dio non sia affatto indifferente, rivolgerà sette invocazioni (ricorda, non abbandonare, non dimenticare, sii fedele, sorgi, ricorda, non dimenticare). Se il popolo verrà abbandonato, il nome di Dio sarà profanato. Quando, al contrario, santificherà il suo Nome, allora il povero riavrà la sua dignità. 

19Non abbandonare ai rapaci la vita della tua tortora. Israele è come una tortora minacciata da uccelli rapaci. «Non vogliamo più instaurare una nostra giustizia, ma riconosciamo la tua grazia. Battendo il nostro petto, diciamo: Signore, sii benigno con me peccatore. Non dimenticare sino alla fine le anime dei tuoi poveri» (Ag36,942). LXX: Non consegnare alle bestie la vita di chi ti loda.  

20Volgi lo sguardo alla tua alleanza; gli angoli della terra sono covi di violenza. «La terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza» (Gen 6,12). «[L’apostolo Paolo] dovette essere portato a spalla dai soldati a causa della violenza della folla. La moltitudine del popolo infatti veniva dietro, urlando: “A morte!”» (At 21,36). «Signore, mia potente salvezza e mio baluardo, dalla violenza tu mi salvi» (2 Sam 22,3). 

21L’oppresso non ritorni confuso, il povero e il misero lodino il tuo nome.22Alzati, o Dio, difendi la mia causa, ricorda che lo stolto ti insulta tutto il giorno. L’orante s’identifica con il popolo e le sofferenze di quest’ultimo, diventano sue: «Chiunque sia dedito a Dio, soffre per lo sconforto che gli provoca la rovina di molti. Trova un farmaco che lo cura del suo male: la preghiera a Dio» (Es23,1249). Variante: Difendi la tua causa, o Signore. 

23Non dimenticare il clamore dei tuoi nemici; il tumulto dei tuoi avversari cresce senza fine. Clamore e tumulto sono spesso attuali nel corso della storia: «Tutto vi è mescolato: sangue e omicidio, furto e inganno, corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro, sconcerto dei buoni, dimenticanza dei favori, corruzione di anime, perversione sessuale, disordini nei matrimoni, adulterio e impudicizia» (Sap 14,25-26). «Scoppiò un grande tumulto riguardo a questa Via [la fede cristiana]. Cessato il tumulto, Paolo mandò a chiamare i discepoli e, dopo averli esortati, li salutò e si mise in viaggio» (At 19,23; 20,1). 

Salmo 74

1Al maestro del coro. Su «Non distruggere». Salmo. Di Asaf. Canto. «Il salmo preannuncia il giusto giudizio di Dio. Perciò non dobbiamo smettere di coltivare pensieri di fiducia; anzi dobbiamo alimentarli sempre, per ottenere in eredità la vita eterna» (Td 1468). 


2Noi ti rendiamo grazie, o Dio, ti rendiamo grazie: invocando il tuo nome, raccontiamo le tue meraviglie. L’assemblea radunata per il culto, invoca e loda (ma viene dato maggior valore al ringraziamento Cf Sal 49,14-15). «Loda ed invoca! Colui che invochi, lo chiami in te. Per raggiungere le cose poste in alto, cerchiamo qualche mezzo per poterci innalzare fino a prenderle. Il contrario accade a Dio perché Egli è altissimo, ma si rende accessibile agli umili» (Ag36,947). 

3Sì, nel tempo da me stabilito io giudicherò con rettitudine. Dio, per mezzo d’un oracolo profetico, annuncia il suo giudizio. «Siano rese grazie alla sua misericordia! Ci ha preavvertiti riguardo il suo giudizio. Se ci giudicasse senza averci avvisato, chi potrebbe assolvere?» (Ag36,949). «Non amo punire e se annuncio dei castighi, lo faccio per sollecitare i peccatori» (Td 1469). «Gesù, oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia» (1 Pt 2,23). 

4Tremi pure la terra con i suoi abitanti: io tengo salde le sue colonne. «Tiene sospesa la terra sopra il nulla» (Gb 26,7). Dio, con il suo insegnamento e il suo giudizio, ricompone ed assicura la stabilità del mondo, messa a repentaglio dalla malvagità degli uomini. «Posso fare qualsiasi cosa perché ho creato ogni cosa. Ho creato la terra, l'ho consolidata, appoggiandola su delle colonne che la fissano. Ho stabilito un ordinamento che non verrà meno» (Td 1468). 

5Dico a chi si vanta: «Non vantatevi!», e ai malvagi: «Non alzate la fronte!». 6Non alzate la fronte contro il cielo, non parlate con aria insolente. «Dalla vostra bocca non esca arroganza, perché il Signore è il Dio che sa tutto e le sue opere sono rette» (2 Sm 2,3). 

7Né dall’oriente né dall’occidente né dal deserto viene l’esaltazione, 8perché Dio è giudice: è lui che abbatte l’uno ed esalta l’altro. Solo Dio rende giustizia, non le divinità dei popoli o le false potenze astrali. «[Principe d’Israele empio] togliti la corona: tutto sarà cambiato: ciò che è basso sarà elevato e ciò che è alto sarà abbassato» (Ez 21,31). «Dio ha scelto ciò che nel mondo è disprezzato e ciò che è nulla per ridurre al nulla le cose che sono» (1 Cor 1,28). «Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno?» (Gc 2,5). 

9Il Signore infatti tiene in mano una coppa, colma di vino drogato. Egli ne versa: fino alla feccia lo dovranno sorbire, ne berranno tutti i malvagi della terra. «Così mi disse il Signore: “Prendi dalla mia mano questa coppa di vino della mia ira e falla bere a tutte le nazioni alle quali ti invio”» (Ger 25,15-16; Cf Ap 14,10). «Come farebbe un medico, Dio manda i suoi castighi come amaro antidoto, in modo che quelli che li ricevono vomitino e si svuotino della malvagità che è in loro» (Es23,873). Gesù ha preso su di sé la situazione dei peccatori: «Gesù allora disse a Pietro: “Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?”» (Gv 18,11). 

10Ma io ne parlerò per sempre, canterò inni al Dio di Giacobbe. 11Piegherò la fronte dei malvagi, s’innalzerà la fronte dei giusti. [Fronte: lett: corna]. «Dio, che lo ha fatto uscire dall’Egitto, è per [Israele] come le corna del bufalo» (Nm 23,22). «Poiché voi avete urtato con il fianco e con le spalle e cozzato con le corna contro le più deboli fino a cacciarle e disperderle, io salverò le mie pecore» (Ez 34,21). «Il giusto sarà esaltato quando regnerà insieme al suo Re, il Cristo» (Es23,876). 

Salmo 75

1Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo. Di Asaf. Canto. Celebrazione di Dio che ha operato un giudizio. Il salmo ricorda forse la punizione dell'esercito assiro e di Sennacherib (Cf 2 Re 19,35-36). Tuttavia, ciò che compì un tempo per Israele, oggi lo compie ogni giorno nella Chiesa rendendo possibile la vittoria su tutte le manifestazioni del Peccato (Cf Bruno di Segni, PL 164,987). 


2Dio si è fatto conoscere in Giuda, in Israele è grande il suo nome. «Tutti coloro che hanno ricevuto la conoscenza di Dio sono Giudea. La Chiesa di Dio, sparsa sulla terra, nella quale è conosciuto il Dio di tutti, può essere considerata Giudea» (Es23,877). 

3È in Salem la sua tenda, in Sion la sua dimora. In Salem, nome antico di Gerusalemme (Cf Gen 14,18), luogo di pace, Dio ha stabilito la sua dimora. Luogo di pace è anche ogni persona pacificata: «Se sulla terra possiamo trovare persone libere da ogni guerra, che vivono in perfetto equilibrio e quiete, possono venir dette luogo di Dio, perché accolgono in sé il divino Spirito» (Es23,880). «Finché non avrai confessato i tuoi peccati è come se tu litigassi con Dio. Cominciate ad essere uniti a Dio. Come? Facendo sì che sia sgradito a voi ciò che è sgradito anche a lui. Divenuto dissimile a Lui, ti guardi e ti addolori: in questo modo hai già cominciato a tornare simile a Dio, perché ti è sgradito ciò che è sgradito anche a lui» (Ag36,959). 

4Là spezzò le saette dell’arco, lo scudo, la spada, la guerra. «Ciò avviene anche nella Chiesa ogni giorno quando vengono annientati gli assalti del maligno» (Bs 987). Il cristiano spegne la guerra: «Non rendete a nessuno male per male. Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti» (Rm 12,17-18). 

5Splendido tu sei, magnifico su montagne di preda. Dio si mostra splendido nei suoi collaboratori: «Stupenda è l’illuminazione operata dallo Spirito Santo; la sperimentarono gli apostoli quando furono dotati di una sapienza alla quale i dotti non potevano contrapporsi: “Io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere” (Lc 21,15)» (Bs 988). «Non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui [Stefano] parlava» (At 6,10). 

6Furono spogliati i valorosi, furono colti dal sonno, nessun prode ritrovava la sua mano. «[Cristo] giudica e combatte con giustizia. Ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all’infuori di lui» (Ap 19,11.12). Egli dissipa tutto ciò che ci toglie la pace e sostiene ciò che la incrementa: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace» (Gv 14,27). 

7Dio di Giacobbe, alla tua minaccia si paralizzano carri e cavalli. «Il Signore gettò uno sguardo sul campo degli egiziani e lo mise in rotta» (Es 14,24). «Gesù lo sgridò. E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui» (Mc 1,26). «All’udire queste parole [il rimprovero di Pietro], Anania cadde a terra e spirò. E un timore grande prese tutti quelli ascoltavano» (At 5,5). 

8Tu sei davvero terribile; chi ti resiste quando si scatena la tua ira?. «Allora gli Egiziani dissero: “Fuggiamo di fronte a Israele perché il Signore combatte per loro» (Es 14,25). «Trionfò in modo così rapido al punto che gli avversari riuscirono soltanto a provare paura e a pentirsi della loro opposizione» (Bs 988). «Le folle che erano accorse [al Calvario], ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto» (Lc 23,48). 

9Dal cielo hai fatto udire la sentenza: sbigottita tace la terra 10quando Dio si alza per giudicare, per salvare tutti i poveri della terra. Dio opera sempre a favore degli umili, oppressi e perseguitati: «Lodate il Signore perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori» (Ger 20,12-13). Per questo anche «Gesù maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a Colui che giudica con giustizia» (1 P1 1,22-23). La terra tacque sbigottita al momento della risurrezione di Cristo (Cf Mt 28,2). 

11Persino la collera dell’uomo ti dà gloria; gli scampati dalla collera ti fanno festa. Il senso del versetto non è chiaro. “Anche i più violenti ti daranno gloria, gli scampati dalla violenza, ti faranno corona”. 

12Fate voti al Signore, vostro Dio, e adempiteli, quanti lo circondano portino doni al Terribile, «Cercherete il Signore nel luogo che avrà scelto per stabilirvi il suo nome. Là presenterete le vostre offerte votive» (Dt 12, 5-6). Quanti lo circondano sono forse gli israeliti che esercitano il culto nel tempio. «Attorno al trono c’erano ventiquattro anziani avvolti in candide vesti con corone d’oro sul capo.  Si prostrano davanti a Colui che siede sul trono e adorano Colui che vive nei secoli dei secoli» (Ap 4,3.10). 

13a lui che toglie il respiro ai potenti, che è terribile per i re della terra. «I re davanti a lui [al Servo del Signore] si chiuderanno la bocca» (Is 52,15). «Così dice il Signore a colui che è disprezzato, rifiutato dalle nazioni, schiavo dei potenti: “I re vedranno e si alzeranno in piedi, a causa  del Santo d’Israele che ti ha scelto”» (Is 49,7). 

Salmo 76

1Al maestro del coro. Su «Iedutùn». Di Asaf. Salmo. Il salmista, turbato per la sciagura accaduta al popolo, cerca conforto presso Dio ma a fatica trova serenità. Ricorda le meraviglie già operate da Dio nel passato, ma teme che quel tempo di grazia sia finito per sempre. 


2La mia voce verso Dio: io grido aiuto! La mia voce verso Dio, perché mi ascolti. «Molti gridano al Signore per la felicità temporale; solo di rado qualcuno grida al Signore per il Signore stesso. Non cercare qualcosa d'altro per mezzo di Dio, ma nella tribolazione cerca Dio, in modo che, se ti libererà dalla tribolazione, ciò valga ad unirti a Lui» (Ag36,971). 

3Nel giorno della mia angoscia io cerco il Signore, nella notte le mie mani sono tese e non si stancano; l’anima mia rifiuta di calmarsi. «Buono è il Signore con chi spera in lui, con l’anima che lo cerca. È bene spettare in silenzio la salvezza del Signore» (Lam 3,26). «Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza» (Gc 5,16). 


4Mi ricordo di Dio e gemo, medito e viene meno il mio spirito. 5Tu trattieni dal sonno i miei occhi, sono turbato e incapace di parlare. È preso da smarrimento nel dubbio che Dio abbia deciso di abbandonare il suo popolo. «I dubbi che mi travagliavano costituivano la mia malattia. Un tempo il Signore operava meraviglie e portenti ma ora c’è stato un mutamento in Lui» (Es23,893). «Dico: “è sparita la mia gloria, la speranza che mi veniva dal Signore”. Il ricordo della mia miseria è come assenzio e veleno» (Lam 3,19).

6Ripenso ai giorni passati, ricordo gli anni lontani. 7Un canto nella notte mi ritorna nel cuore: medito e il mio spirito si va interrogando. L’orante ricorda il passato con nostalgia (Cf Sal 41,5). «Di notte, il Signore ha comandato il cantico, cioè di saper gioire anche nelle tribolazioni (Cf 1 Ts 1,6). Di giorno Egli annuncia la misericordia, ma di notte la fa sperimentare in un modo ancora più sensibile» (BW 179). È bene «fuggire la cattiva tristezza perché essa infrange la pazienza, estingue la luce dell’amore, indebolisce il desiderio e il vigore della speranza, sconvolge l’intera esistenza» (BW 181).

8Forse il Signore ci respingerà per sempre, non sarà mai più benevolo con noi? 9È forse cessato per sempre il suo amore, è finita la sua promessa per sempre? 10Può Dio aver dimenticato la pietà, aver chiuso nell’ira la sua misericordia? «Le misericordie del Signore non sono finite, non è esaurita la sua compassione; esse sono rinnovate ogni mattina. Il Signore non rigetta mai. Ma se affligge avrà anche pietà. Poiché contro il suo desiderio egli umilia e affligge i figli dell’uomo» (Lam 3,22-33). «Negherà forse per sempre la sua misericordia? In te non c'è misericordia verso gli altri, se non è Dio che te la dona; e lo stesso Dio dimenticherà la misericordia? Scorre il fiume; si prosciugherà la sorgente? È più facile che egli trattenga l'ira che non la misericordia» (Ag36,977). 

11E ho detto: «Questo è il mio tormento: è mutata la destra dell’Altissimo. In realtà, «I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!» (Rm 8,29). «Tutte le promesse di Dio in lui [Cristo] sono “sì”» (2 Cor 1,20). 

12Ricordo i prodigi del Signore, sì, ricordo le tue meraviglie di un tempo. 13Vado considerando le tue opere, medito tutte le tue prodezze. «Discutendo tra me e me, mi avvilivo. Parlando da solo, mi perdevo d’animo, mentre, da quando ho continuato a ricordarmi di Dio, mi sono colmato di gioia» (Es23,889). «Va oltre se stesso e in Dio trova la sua gioia. Non si compiace di se stesso, né di ciò che è, ma di Colui che lo ha fatto» (Ag36,977).

14O Dio, santa è la tua via; quale dio è grande come il nostro Dio? 15Tu sei il Dio che opera meraviglie, manifesti la tua forza fra i popoli. «Allietarti nelle opere di Dio significa dimenticare te stesso, perché tu possa trovar gioia soltanto in lui. Che cosa c'è infatti meglio di lui? Non vedi che quando torni a te stesso, scendi a un oggetto più misero?» (Ag36,978). 

16Hai riscattato il tuo popolo con il tuo braccio, i figli di Giacobbe e di Giuseppe. «“Signore Dio, non distruggere il tuo popolo, la tua eredità, che hai riscattato nella tua grandezza. Ricordati dei tuoi servi Abramo, Isacco e Giacobbe; non guardare alla caparbietà di questo popolo… Al contrario, essi sono il tuo popolo, la tua eredità, che tu hai fatto uscire dall’Egitto con grande potenza e con il tuo braccio teso”» (Dt 9,26-29). «[L’Agnello di Dio] è stato immolato e ha riscattato per Dio, con il suo sangue, uomini di ogni popolo» (CF Ap 5,9-10). 


17Ti videro le acque, o Dio, ti videro le acque e ne furono sconvolte; sussultarono anche gli abissi. Viene rievocato il passaggio del mare Rosso, l’opera maggiore compiuta da Dio: è bastato soltanto che Egli si mostrasse ad essa e la massa dell’acqua si sconvolse in una fragorosa tempesta. Il Signore è sempre presente anche nelle burrasche della storia umana, in modo discreto: «Quando il Salvatore costrinse i discepoli a salire sulla barca e a passare all’altra riva, anche allora lo videro le acque e ne ebbero timore (Cf Mt 8,23ss.)» (Es23,896). Dio continua a guidare gli uomini facendosi percepire alle loro coscienze: «Che cosa sono gli abissi? Chi non si turba quando viene scossa la coscienza? Cerchi una profondità come quella del mare; e che cosa c'è di più profondo della coscienza umana?» (Ag36,980). 

18Le nubi rovesciavano acqua, scoppiava il tuono nel cielo; le tue saette guizzavano. 19Il boato dei tuoi tuoni nel turbine, le tue folgori rischiaravano il mondo; tremava e si scuoteva la terra. «Si vide terra asciutta emergere dove prima c’era acqua: il Mar Rosso divenne una strada senza ostacoli e flutti violenti una pianura piena d’erba; passarono contemplando meravigliosi prodigi. Saltellarono come agnelli esultanti, celebrando te, Signore, che li avevi liberati» (Sap 19,7-9). 

20Sul mare la tua via, i tuoi sentieri sulle grandi acque, ma le tue orme non furono riconosciute. «Tu tracciasti un cammino anche nel mare e un sentiero sicuro anche fra le onde, mostrando che puoi salvare da tutto» (Sap 14,3-4). «Il Signore ha creato per sé una via sul mare quando chiamò gli uomini alla fede; attraverso questo sentiero continua a muoversi e visita di continuo le sue Chiese. Le sue orme non sono riconoscibili non soltanto perché non sono evidenti ma anche perché sono pochi coloro che sanno rintracciarle (Cf Gv 3,8)» (Bs 994). 

21Guidasti come un gregge il tuo popolo per mano di Mosè e di Aronne. Dalle tracce invisibili, si passa alle tracce visibili: i pastori del popolo. «Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi e devono renderne conto, affinché lo facciano con gioia e non lamentandosi» (Eb 13,17). 

Salmo 77

1Maskil. Di Asaf. Celebrando la fedeltà di Dio e denunciando, al contrario, la mancanza di fede del suo popolo, sollecita un sentimento di abbandono fiducioso in Lui. 


Ascolta, popolo mio, la mia legge, porgi l’orecchio alle parole della mia bocca. La “Legge” non è in primo luogo un codice scritto ma un messaggio che si ascolta, nel dialogo con Dio. «Dio, molte volte e in diversi modi nei tempi antichi, aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti» (Eb 1,1).

2Aprirò la mia bocca con una parabola, rievocherò gli enigmi dei tempi antichi. Gli eventi vissuti rimangono enigmi finchè non sono compresi. «Voi avete visto quanto il Signore ha fatto sotto i vostri occhi, nella terra d’Egitto. Ma fino a oggi il Signore non vi ha dato una mente per comprendere né occhi per vedere né orecchi per udire» (Dt 29,1-3).

3Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato 4non lo terremo nascosto ai nostri figli, raccontando alla generazione futura le azioni gloriose e potenti del Signore e le meraviglie che egli ha compiuto. «Quale deve essere il risultato di questo insegnamento tramandato? Venendo a conoscere la potenza di Dio e come sia facile per Lui compiere ogni cosa buona, imparino a fidarsi di Lui, con grande fiducia, così da obbedire alle sue disposizioni» (Td 1485). 

5Ha stabilito un insegnamento in Giacobbe, ha posto una legge in Israele, che ha comandato ai nostri padri di far conoscere ai loro figli, 6perché la conosca la generazione futura, i figli che nasceranno. Essi poi si alzeranno a raccontarlo ai loro figli, 7perché ripongano in Dio la loro fiducia e non dimentichino le opere di Dio, ma custodiscano i suoi comandi. «Guardati e guardati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno viste. Le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli» (Dt 4,9). «Non inasprite i vostri figli ma allevateli nella disciplina del Signore» (Ef 6,4). «State saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso. [Dio] conforti i vostri cuori e li confermi» (2 Ts 2,15.17). 

8Non siano come i loro padri, generazione ribelle e ostinata, generazione dal cuore incostante e dallo spirito infedele a Dio. «Roboamo fece il male perché non aveva applicato il cuore alla ricerca del Signore» (2 Cr 12,14). «Gesù non si confidava con loro, perché conosceva tutti» (Gv 2,24). «Badate, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente» (Eb 3,12). 

9I figli di Efraim, arcieri valorosi, voltarono le spalle nel giorno della battaglia. 10Non osservarono l’alleanza di Dio e si rifiutarono di camminare nella sua legge. «Non era certo stolta per natura [quella generazione], ma divenne tortuosa a motivo della sua perversità. Primi fra tutti furono i figli di Efraim, onorati in modo speciale perché avevano ricevuta per primi l’arca di Dio a Silo. Tuttavia divennero un arco distorto. Ricordando i figli di Efraim allude a tutta la nazione che tenne un comportamento analogo» (Es23,909). 


11Dimenticarono le sue opere, le meraviglie che aveva loro mostrato. 12Cose meravigliose aveva fatto davanti ai loro padri nel paese d’Egitto, nella regione di Tanis. 13Divise il mare e li fece passare, e fermò le acque come un argine. 14Li guidò con una nube di giorno e tutta la notte con un bagliore di fuoco. 15Spaccò rocce nel deserto e diede loro da bere come dal grande abisso. 16Fece sgorgare ruscelli dalla rupe e scorrere l’acqua a fiumi. «Liberò l'antico popolo dall'Egitto, ma il secondo da quella del demonio. L'antico popolo fu guidato nel passaggio del mar Rosso ma il nuovo nell'acqua del battesimo; nutrì l'uno con il pane celeste e l'atro con il Pane vivo che scende dal cielo; al primo concesse la terra promessa ai padri, all'altro donò la terra dei viventi promessa ai santi» (Gero 699). 


17Eppure continuarono a peccare contro di lui, a ribellarsi all’Altissimo in luoghi aridi. Neppure le opere prodigiose convincono gli increduli: «Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre» (Gv 10,37-38). 

18Nel loro cuore tentarono Dio, chiedendo cibo per la loro gola. 19Parlarono contro Dio, dicendo: «Sarà capace Dio di preparare una tavola nel deserto?». 20Certo! Egli percosse la rupe e ne scaturì acqua e strariparono torrenti. «Saprà dare anche pane o procurare carne al suo popolo?». 21Perciò il Signore udì e ne fu adirato; un fuoco divampò contro Giacobbe e la sua ira si levò contro Israele, 22perché non ebbero fede in Dio e non confidarono nella sua salvezza. All’azione solidale e generosa del Signore viene contrapposta la sfiducia del popolo che non crede di poter essere sfamato dalla provvidenza divina. «Il braccio del Signore è forse raccorciato? Ora vedrai se la parola che ti ho detta si realizzerà o no» (Nm 11,23). Gesù incontrò la sfiducia dei discepoli: «[Disse loro:] Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito?» (Mc 8,17 ss). 

23Diede ordine alle nubi dall’alto e aprì le porte del cielo; 24fece piovere su di loro la manna per cibo e diede loro pane del cielo: 25l’uomo mangiò il pane dei forti; diede loro cibo in abbondanza. «Sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli, capace di procurare ogni delizia» (Sap 16,20). «Il vero pane celeste è quello che preserva dalla morte chi se ne nutre. Questo pane è il Verbo di Dio. Pertanto anche le potenze angeliche godono della vita eterna grazie alla comunione con il Verbo: Egli solo è nutrimento per ogni essere razionale» (Es23,917). 

26Scatenò nel cielo il vento orientale, con la sua forza fece soffiare il vento australe; 27su di loro fece piovere carne come polvere e uccelli come sabbia del mare, 28li fece cadere in mezzo ai loro accampamenti, tutt’intorno alle loro tende. 29Mangiarono fino a saziarsi ed egli appagò il loro desiderio. 30Il loro desiderio non era ancora scomparso, avevano ancora il cibo in bocca, 31quando l’ira di Dio si levò contro di loro, uccise i più robusti e abbatté i migliori d’Israele. «Là [a Kibrot-Taavà] seppellirono il popolo che si era abbandonato all’ingordigia» (Nm 11,34). «Non essere ingordo per qualsiasi ghiottoneria e non ti gettare sulle vivande, perché l’abuso dei cibi causa malattie. Molti sono morti per ingordigia, chi invece si controlla vivrà a lungo» (Sir 37,29-31). 

32Con tutto questo, peccarono ancora e non ebbero fede nelle sue meraviglie. «Mangiarono, senza badare al prodigio straordinario e senza dar gloria a Colui che opera prodigi. Erano interessati soltanto a quelle carni e si rovinarono da sé. Costituiti spettatori delle grandi opere di Dio, avrebbero dovuto affidarsi a lui e invece, come animali senza ragione, si attaccarono alle vanità, senza guadagnare nulla da ciò che veniva loro elargito in vista della conoscenza di Dio e della loro salvezza» (Es23,921). 

33Allora consumò in un soffio i loro giorni e i loro anni nel terrore. «Se uno porta a compimento le sue giornate nella luce e nelle opere buone, non vede consumarsi i suoi giorni, anzi, gli risulteranno pieni. Per coloro che invecchiano nell’incredulità, il tempo si consuma, trascorre rapido e vano» (Es23,921). 

34Quando li uccideva, lo cercavano e tornavano a rivolgersi a lui, 35ricordavano che Dio è la loro roccia e Dio, l’Altissimo, il loro redentore. «[Il figlio prodigo] ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!» (Lc 15,17). «“Chi aderisce al Signore è un solo spirito con lui” (1 Cor 6,17), mentre chi aderisce alla carne, diventa una cosa sola con essa» (Es23,924). 

36Lo lusingavano con la loro bocca, ma gli mentivano con la lingua: 37il loro cuore non era costante verso di lui e non erano fedeli alla sua alleanza. «Che dovrò fare per te, Giuda? Il vostro amore è come una nube del mattino, come rugiada che all’alba svanisce» (Os 6,4). «Hai abbandonato il tuo amore di prima» (Ap 2,4). 

38Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa, invece di distruggere. Molte volte trattenne la sua ira e non scatenò il suo furore; 39ricordava che essi sono di carne, un soffio che va e non ritorna. «Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono, perché egli sa bene di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere» (Sal 102,13-14). 


40Quante volte si ribellarono a lui nel deserto, lo rattristarono in quei luoghi solitari! 41Ritornarono a tentare Dio, a esasperare il Santo d’Israele. 42Non si ricordarono più della sua mano, del giorno in cui li aveva riscattati dall’oppressione, 43quando operò in Egitto i suoi segni, i suoi prodigi nella regione di Tanis. «Questo popolo si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me» (Is 29,13 Cf Mc 7,6). 

44Egli mutò in sangue i loro fiumi e i loro ruscelli, perché non bevessero. 45Mandò contro di loro tafani a divorarli e rane a distruggerli. 46Diede ai bruchi il loro raccolto, alle locuste la loro fatica. 47Devastò le loro vigne con la grandine, i loro sicomòri con la brina. 48Consegnò alla peste il loro bestiame, ai fulmini le loro greggi. Dio si è impegnato con grande forza per far uscire il suo popolo dalla schiavitù. Ha cercato in tutti i modi di persuadere gli Egiziani prima di intervenire con una punizione estrema. «Sì, Signore Dio onnipotente, veri e giusti sono i tuoi giudizi» (Ap 16,7). «Dalla bocca dell’Altissimo non procedono forse le sventure e il bene? Perché si rammarica un essere vivente, un uomo, per i castighi dei suoi peccati? Esaminiamo la nostra condotta e scrutiamola, ritorniamo al Signore. Innalziamo i nostri cuori al di sopra delle mani, verso Dio nei cieli» (Lam 3,38-41).

49Scatenò contro di loro l’ardore della sua ira, la collera, lo sdegno, la tribolazione, e inviò messaggeri di sventure. 50Spianò la strada alla sua ira: non li risparmiò dalla morte e diede in preda alla peste la loro vita. 51Colpì ogni primogenito in Egitto, nelle tende di Cam la primizia del loro vigore. «Non ci toglie mai la sua misericordia, ma, correggendoci con le sventure, non abbandona il suo popolo» (2 Mc 6,16). «Qual è il figlio che non viene corretto dal padre?» (Eb 12,7). 


52Fece partire come pecore il suo popolo e li condusse come greggi nel deserto. 53Li guidò con sicurezza e non ebbero paura, ma i loro nemici li sommerse il mare. 54Li fece entrare nei confini del suo santuario, questo monte che la sua destra si è acquistato. 55Scacciò davanti a loro le genti e sulla loro eredità gettò la sorte, facendo abitare nelle loro tende le tribù d’Israele. «Portò via, come pecore, il suo popolo e li condusse come gregge nel deserto. È questo un fatto del quale possiamo dire che è tanto più notevole quanto più si compie nell'intimo: là dove, liberati dal potere delle tenebre, siamo trasportati con lo spirito nel regno di Dio e, adeguandoci ai pascoli spirituali, diventiamo pecore di Dio. Camminiamo, allora, in questo secolo come fossimo nel deserto, perché nessuno vede la nostra fede, proprio come dice l'Apostolo: “La vostra vita è nascosta con Cristo in Dio” (Col 3,3). » (Ag36,1004). 

56Ma essi lo tentarono, si ribellarono a Dio, l’Altissimo, e non osservarono i suoi insegnamenti. 57Deviarono e tradirono come i loro padri, fallirono come un arco allentato. 58Lo provocarono con le loro alture sacre e con i loro idoli lo resero geloso. «Tutte queste cose accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per nostro ammonimento. Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. Nessuna tentazione, superiore alle forze umane, vi ha sorpresi; Dio è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze ma, insieme con la tentazione, vi darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere» (1 Cor 10,11-13).

59Dio udì e s’infiammò, e respinse duramente Israele. 60Abbandonò la dimora di Silo, la tenda che abitava tra gli uomini; 61ridusse in schiavitù la sua forza, il suo splendore in potere del nemico. 62Diede il suo popolo in preda alla spada e s’infiammò contro la sua eredità. 63Il fuoco divorò i suoi giovani migliori, le sue fanciulle non ebbero canti nuziali 64I suoi sacerdoti caddero di spada e le loro vedove non fecero il lamento. 65Ma poi il Signore si destò come da un sonno, come un eroe assopito dal vino. 66Colpì alle spalle i suoi avversari, inflisse loro una vergogna eterna. Riferimento al periodo delle guerre contro i Filistei e ai fatti narrati nel primo libro di Samuele (cap. 4-6). L’apparente abbandono di Dio, precede il suo pronto risveglio, dovuto alla sua grande fedeltà. In contrasto con l’infedeltà del suo popolo, prevale sempre la fedeltà di Dio che sembra riprendersi dopo un periodo di assopimento. 

67Rifiutò la tenda di Giuseppe, non scelse la tribù di Èfraim, 68ma scelse la tribù di Giuda, il monte Sion che egli ama. 69Costruì il suo tempio alto come il cielo, e come la terra, fondata per sempre. 70Egli scelse Davide suo servo e lo prese dagli ovili delle pecore. 71Lo allontanò dalle pecore madri per farne il pastore di Giacobbe, suo popolo, d’Israele, sua eredità. 72Fu per loro un pastore dal cuore integro e li guidò con mano intelligente. «Il Signore che solleva il misero dal letame, elesse anche Davide, così piccolo e messo da parte dalla sua famiglia. Costui, imparando ad essere pastore di pecore, apprendeva ad aver una cura sollecita per chi ha bisogno. Prendendolo dalla cura pastorale di pecore, Dio lo predispose a pascere il suo popolo» (Es23,940). «Elesse David suo servo. Scelse, dunque, la tribù di Giuda in vista di David, e David in ordine a Cristo» (Ag36,1005). 

Salmo 78

1Salmo. Di Asaf. Il salmo parla di una devastazione della nazione, in conseguenza di una sconfitta militare (Cf 2 Re 25,8 ss). Tuttavia «non solo per loro sono state donate queste parole perché esse si adattano a tutti quelli che ricevono un’ostilità analoga. Nelle persecuzioni contro di noi cristiani, molti affrontarono sofferenze simili e potevano servirsi di queste espressioni: per la gloria del tuo Nome, liberaci. Non saremmo degni di aiuto e, tuttavia, non vogliamo che sia bestemmiato il nome della tua gloria» (Es23,5-11; Cf Ag36,1011). 


O Dio, nella tua eredità sono entrate le genti: hanno profanato il tuo santo tempio, hanno ridotto Gerusalemme in macerie. «[I nemici] non avrebbero potuto far niente contro l'eredità del Signore, se egli non avesse voluto [punirla per] farla ravvedere» (Ag36,1016). «Hanno profanato il tuo santo tempio: non pensare alle pietre, ma alle persone, con le quali, come fossero pietre vive, è costruita la dimora di Dio (Cf 1 Pt 2,5; 1 Cor 3,17)» (Ag36,1012). 

2Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi in pasto agli uccelli del cielo, la carne dei tuoi fedeli agli animali selvatici. 3Hanno versato il loro sangue come acqua intorno a Gerusalemme e nessuno seppelliva. Questo scempio si ripetè altre volte: «[Bacchide] prese sessanta di loro [Israeliti] e li uccise, secondo la parola che sta scritta: “Le carni dei tuoi santi e il loro sangue hanno sparso e nessuno seppelliva”» (1 Mc 7,16). «I cadaveri [dei due profeti] rimarranno esposti sulla piazza della grande città. Uomini di ogni popolo vedono i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permettono che vengano deposti in un sepolcro» (Ap 11,8-9). 

4Siamo divenuti il disprezzo dei nostri vicini, lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno. «Sono diventato lo scherno di tutti i popoli, la loro canzone d’ogni giorno» (Lam 3,13-14). Gli apostoli, nell’annunciare il Vangelo, vennero disprezzati: «Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto» (1 Cor 4,9). «Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni lo deridevano, altri dicevano: “Su questo ti sentiremo un’altra volta”. Così Paolo si allontanò da loro» (At 17,32-33).

5Fino a quando sarai adirato, Signore: per sempre? Arderà come fuoco la tua gelosia? «Hai stabilito il tuo popolo Israele come popolo tuo per sempre, e tu, Signore, sei diventato Dio per loro. Ora, Signore Dio, laparola che hai pronunciata confermala per sempre e fa’ come hai detto» (2 Sm 7,24-25). «L'ira o la gelosia di Dio non sono dei turbamenti passionali. Le tribolazioni colpiscono gli uomini a causa dei loro peccati, e queste ci sono per tutti, anche per i fedeli. Da tali tribolazioni fiorisce la gloria del martirio mediante il dono della pazienza, purché si sappia sopportare con amore la correzzione del Signore» (Ag36,1014). 

6Riversa il tuo sdegno sulle genti che non ti riconoscono e sui regni che non invocano il tuo nome, 7perché hanno divorato Giacobbe, hanno devastato la sua dimora. (Cf Ger 10,25) «Il Signore dice alle nazioni che vi hanno spogliato: Chi tocca voi [Israeliti], tocca la pupilla dei miei occhi» (Zc 2,12). 

8Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati. «In quei giorni non si dirà più: “I padri hanno mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati!”, ma ognuno morirà per la sua propria iniquità; si allegheranno i denti solo a chi mangia l’uva acerba» (Ger 31,29-30).  

Presto ci venga incontro la tua misericordia, perché siamo così poveri! Nelle sventure, Israele, non potendo appoggiarsi sulla sua innocenza, fa leva sulla sua povertà: «“Signore Dio desisti [dalla siccità]! Come potrà resistere Giacobbe? È tanto piccolo”. Il Signore allora si ravvide» (Am 7,5). 

9Aiutaci, o Dio, nostra salvezza, per la gloria del tuo nome; liberaci e perdona i nostri peccati a motivo del tuo nome. «Sarai benevolo in grazia del tuo nome, non per i nostri meriti. Cos'altro meriterebbero i nostri peccati se non adeguati castighi? Ma tu sarai benevolo con noi per amore del tuo nome. Così tu ci strappi dal male: aiutandoci a compiere la giustizia» (Ag36,1016). 

10Perché le genti dovrebbero dire: «Dov’è il loro Dio?». Si conosca tra le genti, sotto i nostri occhi, la vendetta per il sangue versato dei tuoi servi. 

«È proprio della giustizia di Dio ricambiare con afflizioni coloro che vi affliggono e a voi, che siete afflitti, dare sollievo, quando si manifesterà il Signore Gesù» (1 Ts 1,5). «Siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove» (1 Pt 1,6). 

11Giunga fino a te il gemito dei prigionieri; con la grandezza del tuo braccio salva i condannati a morte. Gli Israeliti si sentono come condannati a morte ma Dio continua ad operare interventi di salvezza: «Come ho vegliato su di loro per sradicare e per demolire, per affliggere con mali, così veglierò su di loro per edificare e per piantare» (Ger 31,28). «Dio vi renda degni della sua chiamata, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede» (2 Ts 1,11). 

12Fa’ ricadere sette volte sui nostri vicini, dentro di loro, l’insulto con cui ti hanno insultato, Signore. Il Signore compia la sua giustizia completa (sette volte). «Non si deve pensare che i santi desiderino la vendetta per saziare il loro odio (Ap 6,10). Non esclude la vendetta ma proibisce di vendicarsi da se stessi per dare tempo all'ira di Dio. Ma che senso hanno, allora, le parole: “Amate i vostri nemici?” (Mt 5,44). Se non si deve rendere a nessuno male per male, neppure si deve augurare il male. Ecco: il giusto desidera in primo luogo che il nemico si ravveda e solo subordinatamente che sia punito» (Ag36,1017.1018). 

13E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo, ti renderemo grazie per sempre; di generazione in generazione narreremo la tua lode. «Il giusto non trova gioia nella condanna del nemico che non odia, ma rende grazie della divina giustizia, perché ama Dio. Se la punizione avviene in questa vita, se ne rallegra, poiché con essa il colpevole ha l’occasione di correggersi, o quanto meno se ne rallegra per gli altri, in quanto costoro temeranno di imitare il colpevole. Egli stesso poi ne diviene migliore, approfittandone per correggere i propri errori» (Ag36,1017.1018). 

Salmo 79

1Al maestro del coro. Su «Il giglio della testimonianza». Di Asaf. Salmo. Supplica a causa della devastazione della vigna d’Israele (Is 5,1-7). 


2Tu, pastore d’Israele, ascolta, Tu che guidi Giuseppe come un gregge. «Come un pastore Egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna» (Is 40,11). Dio, da sempre, ha guidato il suo popolo mediante la cura pastorale di Cristo: «Era stato Lui a guidare Giuseppe e rimase sempre con lui, quando i fratelli lo insidiarono e vendettero ai mercanti. Giacobbe quando scese in Mesopotamia, sperando in Dio, ebbe come pastore lo stesso Verbo di Dio che camminava con lui» (Es23,953). 

Seduto sui cherubini, risplendi 3davanti a Efraim, Beniamino e Manasse. «“Mosè, quando entrava nella tenda per parlare con il Signore, udiva la voce che gli parlava dall’alto del propiziatorio che è sopra l’arca della Testimonianza, fra i due cherubini. Ed egli parlava a lui” (Nm 7,89). Ecco il motivo per il quale ora li menziona e chiede a Dio che siede tra loro, di manifestarsi di nuovo» (Td 1512). Le tribù di Efraim, Beniamino e Manasse, erano le prime a mettersi in marcia nel cammino verso la terra (Nm 10,22-24). 

Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci. «Invita il Signore a risvegliarsi, a non restare inerte» (Td 1512). «Non è un figlio carissimo per me Efraim, il mio bambino prediletto? Per questo il mio cuore si commuove per lui e sento per lui profonda tenerezza» (Ger 31,20). «Conoscendo quale utilità ci sarebbe pervenuta dall’incarnazione del Signore, lo invoca di risvegliare la sua potenza e di venire a detergere i peccati del genere umano» (Cs 580). 

4O Dio, fa’ che ritorniamo, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. «Fammi ritornare e io ritornerò, perché tu sei il Signore, mio Dio» (Ger 31,18). «Per molto tempo, ho taciuto, ho fatto silenzio, mi sono contenuto ma ora griderò come una partoriente… » (Is 42,14). 

5Signore, Dio degli eserciti, fino a quando fremerai di sdegno contro le preghiere del tuo popolo? Lamenta che Dio continui a punire il suo popolo, nonostante esso si sia ravveduto. «Dio, da padre, corregge ogni figlio che accoglie (Cf Eb 12,6)» (Ag36,1023). 

6Tu ci nutri con pane di lacrime, ci fai bere lacrime in abbondanza. 7Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini e i nostri nemici ridono di noi. «Per la misericordia di Dio, ci cibiamo [delle lacrime], quando dalla sofferenza veniamo educati piuttosto che abbattuti» (Cs 581). «Che tu esca da essa ravveduto, non schiacciato» (Ag36,1023). 

8Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. L’intervento salvifico di Dio consiste nell’operare la conversione del suo popolo: «Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza, nell’abbandono confidente [in Dio] sta la vostra forza» (Is 30,15). 

9Hai sradicato una vite dall’Egitto, hai scacciato le genti e l’hai trapiantata. Dio piantò la vite di Israele tuttavia Gesù, vera vite (Cf Gv 15,5), fu il primo nell'intenzione divina e nella contemplazione di quel frutto desiderabile fu piantata la vigna dell'universo e fissata la successione di molte generazioni.

10Le hai preparato il terreno, hai affondato le sue radici ed essa ha riempito la terra. «Il regno dei giudei non si estendeva fino ai confini della terra. Questo sviluppo lo ha raggiunto [la Chiesa], quella vigna della quale era qui predetto: ha riempito la terra» (Ag36,1024).

11La sua ombra copriva le montagne e i suoi rami i cedri più alti. 12Ha esteso i suoi tralci fino al mare, arrivavano al fiume i suoi germogli. Menziona l’estensione del regno raggiunta da Davide e Salomone (1 Re 5,1.4), secondo la promessa di Gen 15,18 (Cf Nm 34). Tale estensione vuole significare l’estrema generosità divina. «Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, non manca più alcun carisma a voi» (1 Cor 1,4-6). 

13Perché hai aperto brecce nella sua cinta e ne fa vendemmia ogni passante? Con brecce, accenna alle numerose incursioni compiute dai nemici (Cf Td 1516). La cinta rappresenta la benevolenza divina: «Ciò che la siepe è per la vigna, così è la protezione di Dio per quanti la meritano» (Td 1516). 

14La devasta il cinghiale del bosco e vi pascolano le bestie della campagna. «Coloro che conversano con le passioni mediante i pensieri, è come se avessero lasciato entrare il cinghiale nel loro bosco. In seguito, quando giungono a consentire ad esse, si accorgono che quell’animale è più forte di loro» (Elia Presbitero, Capitoli gnostici 128, Filocalia 2)§.

15Ritorna! Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna. «Chiede che Dio torni a visitare la sua vigna. Gli chiede di riprendersela, di recuperarla come medico e salvatore, facendo questo mediante il Figlio che ha reso forte» (Es23,965). «Cristo è apparso come la vera vite che ha sviluppato una quantità immensa di tralci» (Td 1517). 

16Proteggi quello che la tua destra ha piantato. «Non piantarne un'altra, ma rinnova questa fino a renderla perfetta. Questa è infatti la discendenza di Abramo nella quale sono benedette tutte le genti» (Ag36,1025). 

18Sia la tua mano sull’uomo della tua destra, sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte. Alla destra di Dio, siede il Re Messia (Cf Sal 109,1). «Lo Spirito santo insegna l’unico rimedio: la venuta di Cristo tra gli uomini» (Es23,965). 

19Da te mai più ci allontaneremo, facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome. «Guariscimi, Signore, e io guarirò, salvami e sarò salvato, poiché tu sei il mio vanto» (Ger 17,14). «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68). 

20Signore, Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. «“Ritornate, figli traviati, io risanerò le vostre ribellioni”. Ecco, noi veniamo a te, perché tu sei il Signore, nostro Dio. Davvero nel Signore, nostro Dio, è la salvezza d’Israele» (Ger 3,22-23).

Salmo 80

1Al maestro del coro. Su «I torchi». Di Asaf. «Voi, assemblea del Signore, voi che oggi siete qui riuniti, voi che oggi siete Asaf, acclamate a Dio. Gli altri tripudiano per gli spettacoli del circo; voi tripudiate a gloria di Dio» (Ag37,1035). 


2Esultate in Dio, nostra forza, 2acclamate il Dio di Giacobbe! 3Intonate il canto e suonate il tamburello, la cetra melodiosa con l’arpa. «Volgete a Dio un canto di ringraziamento perché ci ha soccorsi con la sua provvidenza. Lo celebrano con molteplici strumenti musicali, come è documentato nei libri delle Cronache (Cf 1 Cr. 15,16; 2 Cr 5,12; 7,6)» (Td 1520). 

4Suonate il corno nel novilunio, nel plenilunio, nostro giorno di festa. 5Questo è un decreto per Israele, un giudizio del Dio di Giacobbe, 6una testimonianza data a Giuseppe, quando usciva dal paese d’Egitto. «In ogni mese al novilunio, e al sabato di ogni settimana, verrà ognuno a prostrarsi davanti a me, dice il Signore (Is 66,23)». La festa delle Capanne iniziava al plenilunio (Nm 29,12-39). Chi si rinnova nella vita, partecipa in modo reale al novilunio: «Che cosa è la nuova luna? Se uno è in Cristo, è una nuova creatura (2 Cor 5,17)» (Ag37,1036). 

Un linguaggio mai inteso io sento: 7«Ho liberato dal peso la sua spalla, le sue mani hanno deposto la cesta. 8Hai gridato a me nell’angoscia e io ti ho liberato; nascosto nei tuoni ti ho dato risposta, ti ho messo alla prova alle acque di Meriba. Un profeta parla all’assemblea a nome di Dio e ricorda alcuni eventi dell’Esodo. La liberazione avviene anche ora per il cristiano: «Chi ha sottratto dai pesi la schiena se non il Signore (Gesù) che grida: “Venite a me, tutti voi che soffrite e siete aggravati” (Mt 11,28)? Ciò che causavano gli egiziani, questo causano i fardelli dei peccati» (Ag37,1037). «[Cristo] ha dato se stesso per i nostri peccati, per strapparci da questo mondo perverso» (Gal 1,4). 

9Ascolta, popolo mio: contro di te voglio testimoniare. Israele, se tu mi ascoltassi! Continua l’esortazione profetica. Il Signore, anche se deluso dal comportamento del popolo, lo considera e lo tratta come un amico. «“Ascoltate la mia voce ed eseguite quanto vi comando; allora voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio, e potrò mantenere il giuramento fatto ai vostri padri di dare loro una terra dove scorrono latte e miele, come oggi possedete”. Ma essi non ascoltarono» (Ger 11,4-5.8). «Applichiamoci con grande attenzione alle cose scritte e supplichiamo che ci sia concessa la grazia del Signore per penetrarle, per riconoscere nelle Scritture che leggiamo quale sia la volontà dello Spirito Santo» (Or12,544). 

 10Non ci sia in mezzo a te un dio estraneo e non prostrarti a un dio straniero. L’impegno primario del popolo di Dio era quello di evitare l’idolatria. «C’è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore, Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo grazie a lui» (1 Cor 8,6). «Per ciascuno è dio quello che egli venera al di sopra di tutto, quello che più di ogni altra cosa ammira e ama» (Or 954). 

11Sono io il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto salire dal paese d’Egitto: apri la tua bocca, la voglio riempire. «Siamo andati nella terra alla quale tu ci avevi mandato; vi scorrono davvero latte e miele e questi sono i suoi frutti» (Nm 13,27). «Dio non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge per stagioni ricche di frutti e dandovi cibo in abbondanza per la letizia dei vostri cuori» (At 14,17). «Sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli, capace di procurare ogni delizia» (Sap 16,20). 

12Ma il mio popolo non ha ascoltato. «Le cose alle quali tu rinunzi sono certamente le cattive azioni che meritano la condanna di Dio: i furti, gli spergiuri, gli omicidi, gli adulteri. A tutte queste cose tu rinunzi, ma di nuovo sei vinto da esse e torni indietro!» (Ag37,1042.1043). 

14Se il mio popolo mi ascoltasse! 15Subito piegherei i suoi nemici e contro i suoi avversari volgerei la mia mano; 16quelli che odiano il Signore gli sarebbero sottomessi e la loro sorte sarebbe segnata per sempre. «Non temere, vermiciattolo di Giacobbe, larva d’Israele; io vengo in tuo aiuto. Ecco, ti rendo come una trebbia acuminata; tu trebbierai i monti e li stritolerai, ridurrai i colli in pula» (Is 41,13-15). 

17Lo nutrirei con fiore di frumento, lo sazierei con miele dalla roccia». «Se volete ascoltare, mangerete il meglio» (Is 1,19). «Il Signore ricolma di beni chi lo cerca» (Sal 33,11). «Il miele è la sapienza. Questo miele proviene dalla Roccia che è Cristo. Quanti se ne saziano, dicono: Non c'è niente di meglio, niente di più dolce si può pensare o immaginare!» (Ag37,1046). 

Salmo 81

1Salmo. Di Asaf. Atto di accusa contro i potenti della terra che opprimono i poveri. 


Dio presiede l’assemblea divina, giudica in mezzo agli dei. «Accusa coloro che presiedevano il popolo. Li chiama “dei” o per l’onore di cui erano fatti oggetto oppure per il fatto che, avendo il compito di amministrare la giustizia, facevano le veci di Dio» (Es23,982). «Nei vostri giudizi non avrete riguardi personali, non temerete alcun uomo, poiché il giudizio appartiene a Dio» (Dt 1,17)

2«Fino a quando emetterete sentenze ingiuste e sosterrete la parte dei malvagi? «Voi avete devastato la vigna; le cose tolte ai poveri sono nelle vostre case. Quale diritto avete di schiacciare il mio popolo, di pestare la faccia ai poveri?» (Is 3,14-15). «[Occorre] rimproverare i prepotenti, fosse anche necessario morire per la verità» (Es23,988). 

3Difendete il debole e l’orfano, al povero e al misero fate giustizia! «Cessate di fare il male, imparate a fare il bene! Soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova» (Is 1,17). 

4Salvate il debole e l’indigente, liberatelo dalla mano dei malvagi!». «Chi dà una mano agli oppressi e a coloro che patiscono, se persino i sacerdoti del Signore non si oppongono alla violenza di quei sciacalli?» (Salviano, Il governo di Dio, IV,18-V,19). «Siamo spesso giudici severi nei confronti dei poveri per piccole colpe. Quando sono dei ricchi a commettere colpe anche gravi, nei loro confronti abbiamo riguardo» (Es23,988). 

5Non capiscono, non vogliono intendere, camminano nelle tenebre; vacillano tutte le fondamenta della terra. Il prevalere dell’ingiustizia è paragonato ad un sisma che sconvolge l’equilibrio cosmico e sociale. 

6Io ho detto: «Voi siete dei, siete tutti figli dell’Altissimo, 7ma certo morirete come ogni uomo, cadrete come tutti i potenti». «Io, il Cristo, volevo che anche voi, al pari di me, diveniste figli dell’Altissimo. Voi, però, avete disprezzato questo dono ed allora morirete per le vostre cattiverie. Vi chiamavo a ricevere un onore divino, ma poiché avete imitato il principe decaduto per primo [il diavolo], ecco che anche voi cadrete» (Es23,988).

8Alzati, o Dio, a giudicare la terra, perché a te appartengono tutte le genti! «Tanto grande è la sua misericordia, quanto grande per la sua severità; egli giudicherà l’uomo secondo le sue opere. Non sfuggirà il peccatore con la sua preda, né la pazienza del giusto sarà delusa. Egli farà posto a tutta la sua generosità; ciascuno sarà trattato secondo le sue opere» (Sir 16,12-15).

Salmo 82

1Canto. Salmo. Di Asaf. Supplica in favore del popolo di Dio minacciato della sua stessa esistenza. 


2Dio, non startene muto, non restare in silenzio e inerte, o Dio. «Per molto tempo, ho taciuto, ho fatto silenzio, mi sono contenuto, ora griderò» (Is 42,14). 

3Vedi: i tuoi nemici sono in tumulto e quelli che ti odiano alzano la testa. 4Contro il tuo popolo tramano congiure e cospirano contro i tuoi protetti. In ogni epoca si alza il grido degli oppressi e soprattutto il grido dei martiri: «Fino a quando tu che sei santo e veritiero, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue contro gli abitanti della terra?» (Ap 6,10). 

5Hanno detto: «Venite, cancelliamoli come popolo e più non si ricordi il nome d’Israele». «Non c’è nessuno paziente come Dio, capace di sopportare tutti ma io, come uomo, vinto dalla mia debolezza, oso pregarti così: cessi la tua indicibile pazienza e questo tollerante silenzio! Agisci contro i malvagi che commettono azioni intollerabili. Coloro che combattono Dio, non vogliono che esista tra gli uomini un popolo di Dio» (Es23,992). 

6Hanno tramato insieme concordi, contro di te hanno concluso un patto: 7le tende di Edom e gli Ismaeliti, Moab e gli Agareni, 8Gebal, Ammon e Amalèk, la Filistea con gli abitanti di Tiro. 9Anche l’Assiria è loro alleata e da man forte ai figli di Lot. Compare l’elenco dei nemici che, lottando contro il suo popolo, si oppongono a Dio stesso. «Simbolicamente, in Assur si suole intendere il diavolo, il quale opera nei figli dell'incredulità, servendosene come di suoi strumenti per muovere guerra al popolo di Dio. Diventano suoi ausiliari tutti quegli uomini infedeli, dei quali essi si servono per combattere il popolo di Dio» (Ag37,1053)

10Trattali come Madian, come Sisara, come Iabin al torrente Kison: 11essi furono distrutti a Endor, divennero concime dei campi. 12Rendi i loro principi come Oreb e Zeeb, e come Zebach e come Salmunnà tutti i loro capi; 13essi dicevano: «I pascoli di Dio conquistiamoli per noi». «Predice che avverrà alle genti come accadde un tempo a Madian, a Sisara e a Iabin. Di tutti costoro puoi trovare la storia nel Libro dei Giudici (Cf Gdc 4-5; 7-8)» (Es23,997). Come apparirà in modo palese negli ultimi versetti, il salmista desidera la distruzione delle trame dei malvagi ma spera anche nella loro conversione, «il profeta non ha pregato perché ciò [il castigo] accadesse, ma ha profetizzato ciò che sarebbe avvenuto» (Es23,997). 


14Mio Dio, rendili come un vortice, come paglia che il vento disperde. 15Come fuoco che incendia la macchia e come fiamma che divampa sui monti, 16così tu incalzali con la tua bufera e sgomentali con il tuo uragano. 17Copri di vergogna i loro volti perché cerchino il tuo nome, Signore. 18Siano svergognati e tremanti per sempre, siano confusi e distrutti; 19sappiano che il tuo nome è «Signore»: tu solo l’Altissimo su tutta la terra. «Menzionando il fuoco e la fiamma, vuol riferirsi a Dio che giudica e che punisce. Ricordiamoci di intendere l'ira di Dio come del tutto esente da turbamento. Per ira divina, infatti, si intende il motivo giusto che lo induce al giudizio» (Ag37,1054). «Dopo aver detto di essi: “Siano confusi e distrutti”, subito aggiunge: “sappiano che il tuo nome è Signore”. Giunti a questa conoscenza, siano confusi, ma in modo da diventare persone a te accette; periscano, ma in modo da sopravvivere» (Ag37,1055). 

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