mercoledì 8 febbraio 2023

Salmi da 1 a 13

Prologo ai Salmi

(1.2)

Il salmo primo e il secondo costituiscono un unico salmo e fungono da prologo a tutto il salterio

Salmo 1

Inizia il primo libro dei Salmi (1-40). Il giusto è come un albero rigoglioso e fruttifero. Egli prefigura Cristo e tutti i veri fedeli uniti a Lui: «Il salmo tratta lo stesso argomento che è esposto in tutto il salterio: parla di Cristo nella sua totalità, del Capo, e di tutte le membra del suo Corpo, che sono tutti i giusti» (BW 49). 

1Beato l’uomo! 

Il salterio comincia proclamando una beatitudine, come farà Gesù nell’annunciare il Vangelo. Beato è un nome proprio di Dio (Cf 1 Tm 6,15); «Dio, per suo dono, ci ha resi partecipi di quell’attributo degno della sua gloria» (Cf. Am 14,971). Cristo, che ha vissuto proponendosi di vivere in piena conformità al volere di Dio Padre, «ci ha resi partecipi anche di questa qualità» rendendoci beati (1 Cor 1,9) (Td 611). 

1Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti. 

Il giusto evita la progressione nel male vissuta, invece, dall’uomo iniquo. Questi entra nel consiglio dei malvagi quando, devia dal retto cammino; resta nel male, quando gode del peccato; si siede quando approva il proprio operato. Soltanto con l’aiuto del Signore Gesù può ricredersi, rialzarsi e riprendere il cammino (Cf Ag36,67). 

2Ma nella legge del Signore trova la sua gioia. 

«L’uomo saggio si sottopone alla legge per volontà propria, non per costrizione» (Am14,980.981). «Colui che è nella legge, opera [volentieri] in conformità ad essa; chi è sotto la Legge, è costretto a muoversi secondo essa. Il primo è un uomo libero, il secondo è un servo» (Ag36,67). 

La sua legge medita giorno e notte. 

Ha detto le tre cose che il giusto non deve fare e adesso suggerisce, invece, ciò che deve fare. Il saggio medita la parola in maniera assidua (Cf Atn 61). Meditare era leggere ad alta voce un testo biblico (Cf At 8,28-30). «Giorno e notte: non significa una continua applicazione alla lettura, quanto avere una buona disposizione a custodire la legge» (Am14,981). «Medita di continuo, chi agisce con santità in tutto ciò che opera» (Cs 30). 

3È come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono. 

«Verso la corrente stende le radici; non teme il caldo, le sue foglie rimangono verdi, non smette di produrre frutti» (Ger 17,8). «Il flusso del divino Spirito imita l’irrigazione dell’acqua» (Td 613).  

Tutto quello che fa, riesce bene. 

L’impegno per vivere con rettitudine, a suo tempo, ottiene un risultato tangibile (Atn 61; Cf Gs 1,7-8). Solo dopo aver tradotto in vita i comandamenti meritiamo l'intelligenza della Scrittura (Cf Gr Lettere CXXVII,4) . «Prima della venuta del nostro Salvatore, non era facile per l’uomo dominare i suoi malvagi desideri ma ora ci è stata aperta da Lui una strada priva di particolari difficoltà» (Crl 91). Il giusto riesce in tutte le sue opere: «Cresce in se stesso in quanto rimane una persona retta nelle parole e nelle opere; negli eventi che accadono perché s’avvantaggia del benessere ma anche dell’avversità. La provvidenza di Dio, in modo mirabile, volge il male in bene, a favore dei suoi. Permette che alcuni cadano, affinché si riprendano con maggiore forza. Ai malvagi avviene il contrario: perfino un evento favorevole, finisce in una sventura» (Rmg 153). 

4Non così, non così i malvagi, ma come pula che il vento disperde; 5perciò non si alzeranno i malvagi nel giudizio né i peccatori nell’assemblea dei giusti. 

Il malvagio vive in agitazione, come pula travolta da un vento di bufera. Tutti i malvagi sono peccatori ma non tutti i peccatori sono malvagi, poiché mentre i primi possono ancora redimersi, quest’ultimi sono condannati da Dio, spesso già nel tempo della vita attuale e, di sicuro, al momento del giudizio definitivo (Cf Ag36,69). 

6Poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina. 

«Alcuni si trovano a metà strada tra fedeltà ed empietà. Sono trattenuti nella Chiesa dalla paura di Dio, ma insieme sono sollecitati ai vizi terreni. Di qui il giudizio, perché pur amando la Luce, preferiscono ad essa la tenebra (Cf Gv 3,19)» (Ilr 259.260). «Non vanno in rovina i malvagi ma la loro via. Se si convertono, perderanno soltanto la via della malvagità, che non esisteva da principio e non esisterà nel futuro» (Am14,997.998). 

Salmo 2

Il salmo primo continua nel secondo: il giusto è il re/Messia. Un re, insediato sul trono per volontà divina, viene rifiutato da altri sovrani e dai loro popoli. Egli, però, può contare sull’aiuto di Dio che lo ha scelto e così, la ribellione contro di lui fallirà. «Il Profeta parla della congiura dei malvagi contro Cristo (At 4,23-29). Questi parla del suo regno invincibile e della sua generazione ineffabile [dal Padre]» (BW 32). 

1Perché le genti sono in tumulto e i popoli cospirano invano? 2Insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme contro il Signore e il suo consacrato. 3«Spezziamo le loro catene, gettiamo via da noi il loro giogo!». 

Popoli e sovrani insorgono contro il re, consacrato dal Signore, ma ribellione si volge contro Dio che lo ha scelto. Per giustificare la sommossa, i rivoltosi dichiarano che l’autorità divina è oppressiva. In realtà, servire Dio è regnare e Gesù si pose a servizio dei discepoli. Offrì loro riposo e un giogo soave (Cf Mt 11,28-30) (Bs 700). 

4Ride colui che sta nei cieli, il Signore si fa beffe di loro. 5Egli parla nella sua ira, li spaventa con la sua collera: 6«Io stesso ho stabilito il mio sovrano sul Sion, mia santa montagna». 

Dio, per nulla preoccupato della ribellione, conferma la sua decisione ed appoggia il suo consacrato. Che significano riso e scherno da parte di Dio? «Si riferisce a quella forza che Dio dona ai suoi santi» (Ag36,70). Il Signore reagisce al rifiuto, consolidando quanti accolgono il suo regno. 

 7Voglio annunciare il decreto del Signore. Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato.
 

Ora parla lo stesso re rifiutato e annuncia la decisione di Dio. Afferma d’essere stato designato da Lui come figlio perché l’intronizzazione regale è considerata una generazione. La resurrezione di Gesù ha ribadito e arricchito il senso di questo versetto. Resuscitandolo, Dio lo ha generato e posto accanto a sé come Figlio e Re, in eterno (Eb 1,5; 5,3). Manifestato come tale nella sua resurrezione, tuttavia Gesù è Figlio di Dio da sempre: «Oggi significa il presente; nell'eternità non c'è alcunché di passato, né di futuro ma c'è soltanto il presente» (Ag36,71). 

8Chiedimi e ti darò in eredità le genti e in tuo dominio le terre più lontane. 

Il Signore dichiara di mettere a disposizione la sua potenza a favore del re designato. Riguardo a Gesù: «Questa è la sua eredità, dare la vita eterna ad ogni uomo, perché tutte le nazioni, istruite e battezzate, siano rigenerate alla vita» (Ilr 280). 

9Le spezzerai con scettro di ferro, come vaso di argilla le frantumerai». 

Lo scettro di ferro indica la potenza regale invincibile. Gli antichi scrivevano i nomi dei re nemici su vasi d’argilla e poi li frantumavano per anticiparne la fine, in modo magico. «Al vincitore che custodisce sino alla fine le mie opere darò autorità sopra le nazioni: le governerà con scettro di ferro, come vasi di argilla si frantumeranno, con la stessa autorità che ho ricevuto dal Padre mio» (Ap 2,26-28). 

Cristo, però, unisce alla forza la dolcezza: «Cristo pasce con dolcezza le sue pecore, senza mai allontanarsi da loro» (Es23,90). Non frantuma gli uomini ma i loro mali, «i desideri dell’egoismo, le relazioni immonde del vecchio uomo e tutto quanto è stato sporcato e inquinato dal fango del peccato» (Ag36,71). Il Signore spezza con la morte, per ricreare in modo più splendido: «Dio restaurerà il corpo che era stato spezzato, concedendo una bellezza a lui gradita, a partire dalla stessa materia di prima. Non la farà scomparire, ma ne cambierà il modo di essere» (Ilr 285.286). 

 10E ora siate saggi, o sovrani; lasciatevi correggere, o giudici della terra; 11servite il Signore con timore e rallegratevi con tremore. 

«Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo» (1 Gv 3,8). «Al timore è stata aggiunta la gioia perchè servire il Signore con timore, non deve infondere afflizione. Tuttavia, per evitare che l’esortazione all’esultanza provochi eccessiva confidenza, ha aggiunto il timore, perché chi ascolta rimanga vigilante» (Ag36,71). «Il timore del Signore non porta alla tristezza ma alla gioia» (Cs 41). 

12Imparate la disciplina, [oppure baciate il figlio, nasqu bar] perché non si adiri e voi perdiate la via: in un attimo divampa la sua ira. 

«Egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”» (Lc 13,27). 

Beato chi in lui si rifugia. 

«Chi è vinto da Cristo, ha vinto il male; lo ha distrutto col sottomettersi a lui» (Es23,101). 

Salmi del povero

Salmo 3

1Salmo. Di Davide. Quando fuggiva davanti al figlio Assalonne. 

Davide, quando fu avversato dal figlio Assalonne, soffrì il rifiuto anche di molti altri sudditi (2 Sm 15,13-15), i quali credettero che fosse stato abbandonato da Dio (2 Sam 16,7-8). 

«Cristo parla al Padre dei suoi persecutori e invita il popolo fedele a non temere la morte perché, risorgendo, ha fondato la speranza della vera risurrezione» (BW 34). 

2Signore, quanti sono i miei avversari! Molti contro di me insorgono. 

«Giuda, preso un distaccamento di soldati, si recò [da Gesù], con laterne, torce ed armi» (Gv 18,3). «Sarete odiati da tutti a causa del mio Nome» (Mt 10,22). 

«Ognuno di noi può dire, quando la folla delle passioni tenta di trascinarci: Signore molti insorgono contro di me! Pensiamo alle calamità che la Chiesa ha affrontato e affronterà, in tutto il mondo», in ogni epoca (Ag36,77). 

3Molti dicono della mia vita: «Per lui non c’è salvezza in Dio!». 

«Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio”» (Mt 27,43). I nemici del salmista deridono la sua fiducia in Dio; soltanto corrodendo la sua fede, possono distruggerlo: «Signore, i nemici dicono che non posso contare affatto sulla tua provvidenza. Ritengo, invece, che Tu non mi disprezzi, anche se sono un grande peccatore» (Td 885). 

4Ma tu sei mio scudo, Signore, sei la mia gloria e tieni alta la mia testa. 

«Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso» (Is 50,7). «C’è chi è debole e ha bisogno di soccorso, ma gli occhi del Signore lo guardano con benevolenza, lo sollevano dalla sua povertà e gli fanno alzare la testa, sì che molti ne restano stupiti» (Sir 11,12-13). «Dio solleva il nostro capo, quando guardiamo verso l'alto, e non lo pieghiamo verso interessi meschini» (Crl 728). Il salmista «non attribuisce a sé la forza con cui eccelle, comprendendo che è fedele per grazia e misericordia del Signore» (Ag36,77). 

5A gran voce grido al Signore ed egli mi risponde dalla sua santa montagna. 

Gridare al Signore, significa contare su di Lui. «Li volevo salvare, ma essi non gridano a me con il loro cuore quando gridano sui loro giacigli» (Os 7,13-14). «Coraggio, figli miei, gridate a Dio, ed egli vi libererà dall’oppressione. Io, infatti, ho sperato dall’Eterno la vostra salvezza e una grande gioia mi è venuta dal Santo, per la misericordia che presto vi giungerà dall’Eterno, vostro salvatore» (Bar 4,21-22). All’orante «viene donato molto di più di ciò che desidera, perché il Benefattore, nel donare, supera l’uomo che può fare il bene secondo le sue limitate possibilità» (Es23,93). 

6Io mi corico, mi addormento e mi risveglio: il Signore mi sostiene. 

(Pr 3,21 ss.) Il fedele prosegue a percorrere, in perfetta serenità, tutti gli eventi della sua esistenza: «Se ti coricherai, non avrai da temere; se ti coricherai, il tuo sonno sarà dolce» (Pro 3,24). «La tua benevolenza, o Signore, è per me un muro inespugnabile e un'armata invincibile» (Crl 725). 

Il risveglio preannuncia la risurrezione di Gesù: «Sono certo che solleverai dalla morte il Cristo, dopo che si sarà umiliato e avrà accettato il disprezzo, e che lo farai trionfare» (Td 885). 

7Non temo la folla numerosa che intorno a me si è accampata. 

«“I dominatori trionfavano [sul popolo] e sempre, tutti i giorni, il mio nome è stato disprezzato. Pertanto il mio popolo conoscerà il mio nome, comprenderà in quel giorno che io dicevo: “Eccomi!”» (Is 52,5). 

«Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!» (Gv 16,33). 

8Sorgi, Signore! Salvami, Dio mio! Tu hai colpito alla mascella tutti i miei nemici, hai spezzato i denti dei malvagi, 

Li hai privati di tutta la loro forza. «Le fiere che, private dei denti, diventano deboli» (Td 888). «Te, beato, Israele! Chi è come te, popolo salvato dal Signore?» (Dt 33,29). 

9La salvezza viene dal Signore: sul tuo popolo la tua benedizione. 

«Il Signore ordinerà alla benedizione di essere con te» (Dt 28,8). «Dio, dopo aver risuscitato il suo servo [Gesù], l’ha mandato a voi per portarvi la benedizione, perché ciascuno di voi si allontani dalle sue iniquità» (At 3,26). 

«[Cristo dice al Padre:] Hai concesso il dono della risurrezione non soltanto a me, ma anche a tutti quelli che sarebbero diventati il tuo popolo» (Es23,100). 

Salmo 4

1Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo. Di Davide. 

Il salmista invita ad abbandonare le divinità e a confidare in Dio e confessa la gioia che lo pervade nel vivere in comunione con Lui. 

2Quando t’invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia! Nell’angoscia mi hai dato sollievo; pietà di me, ascolta la mia preghiera. 

Dio rimane sempre fedele (giustizia qui significa fedeltà). «Esaudito, il salmista non si inorgoglisce né si abbandona all’indolenza, ma subito prega di nuovo per il futuro. Chiede di essere ascoltato per misericordia, non perché pensa che gli sia dovuta una ricompensa» (Es23,103). «Continua a pregare, evidenziando quanto sia grande il guadagno della preghiera» (Crl 736). Invoca con un solo gemito, come farà il ladrone pentito sulla croce, perché al Signore bastano poche parole, purché siano sincere (Cf Es23,113). 

3Fino a quando, voi uomini, calpesterete il mio onore, amerete cose vane e cercherete la menzogna 

Si rivolge a chi venera le divinità e li esorta a desistere dal perseguitarlo e a rinunciare a culti inutili. 

4Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele; il Signore mi ascolta quando lo invoco. 

«Dio provvede a tutti. Non abbandona nessuno dei suoi fedeli, ma sempre mostra in loro meraviglie» (Es23,105). «Ascolta le invocazioni dei santi ed esaudisce le loro richieste. Vi può essere un vantaggio maggiore di questo?» (Crl 737). 

5Tremate e più non peccate, nel silenzio, sul vostro letto, esaminate il vostro cuore. 

Continua ad esortare gli idolatri che hanno abbandonato il Signore: «Nel corso della notte ricusate i pensieri deteriori. Il sentimento di dolore è come un pungolo dell'anima, un pungiglione. Nella notte i buoni propositi diventano più limpidi» (Atn 73). 

6Offrite sacrifici legittimi e confidate nel Signore. 

«[Signore], accetta ciò che è bene; non offerta di tori immolati, ma la lode delle nostre labbra» (Os 14,3).

7Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene, se da noi, Signore, è fuggita la luce del tuo volto?». 

Dopo aver esortato gli increduli, si sofferma sul dubbio angoscioso dei fedeli che temono di essere stati abbandonati da Dio: «Pochi uomini pongono in Dio una fiducia incondizionata. La maggior parte preferisce godere dei piaceri immondi, disponibili all’istante, piuttosto che volgersi a quelli riposti nella speranza. Si chiedono: “Chi ci mostrerà i beni? Dove sta la provvidenza di Dio, viste tutte le sventure che accadono?”» (Crl 740). 

8Hai messo più gioia nel mio cuore di quanta ne diano a loro grano e vino in abbondanza.

 È meglio parlare a Dio che parlare di Dio; perciò, dopo esservi rivolto agli uomini, il salmista preferisce dialogare con il Signore (Cf Rmg 162). Offre ai dubbiosi questa testimonianza di vita: i beni danno soddisfazione ma l’amicizia con Dio vale molto di più ed appaga in pienezza. «Molti uomini non sperano che qualcuno mostri loro le cose veramente buone, ed allora si limitano a riempirsi di vino, olio, frumento. Pensano che soltanto questi siano i beni di cui si possa godere, ma a me, Signore, mi hai dato la gioia del cuore» (Es23,109). 

9In pace mi corico e subito mi addormento, perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare. 

«Io stabilirò la pace nella terra e, quando vi coricherete, nulla vi turberà» (Lv 26,6). «In pace, perché non sono nel peccato, che è inimicizia con Dio. Al termine della vita, mi verrà data una dimora da Dio» (Crl 741). 

Salmo 5

1Al maestro del coro. Per flauti. Salmo. Di Davide. 

Invocazione a Dio, affinché apra, tra le difficoltà, un sentiero di rettitudine. 

2Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole: intendi il mio lamento. 

L’uomo «non può raggiungere l’altezza della divinità. Dio, però, abbassando la propria maestà, piega l’orecchio verso quelli che ritiene degni di essere ascoltati» (Es23,1252). 

3Sii attento alla voce del mio grido, o mio re e mio Dio, perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera. 

«Queste parole sono messe in bocca alla Chiesa affinché l'Amata si rivolga al Signore, l'Invitata si affretti. Dopo aver attraversato la nequizia di questo mondo, grazie al suo aiuto, si unisca per sempre al suo Sposo, come sposa senza macchia e senza ruga (Cf Ef 5,27)» (Cs 53). 

4Al mattino ascolta la mia voce; al mattino ti espongo [la mia richiesta] e resto in attesa. 

Espone al Signore ciò che lo fa soffrire. «Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste» (Fil 4,6). «Non ti chiedo benefici terreni, ma i doni necessari alla salvezza, elargiti in abbondanza dalla tua generosità» (Crl 741). 

5Tu non sei un Dio che gode del male, non è tuo ospite il malvagio; 6gli stolti non resistono al tuo sguardo. 

«Hanno paura i peccatori. Chi di noi può abitare presso un fuoco divorante? Colui che cammina nella giustizia e parla con lealtà» (Is 33,14-15). «Dio è luce e in lui non ci sono tenebre» (1 Gv 1,5). «Fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo ma si batteva il petto» (Lc 18,13). «Il Signore, voltatosi guardò Pietro. [Ed Egli], uscito, pianse amaramente» (Lc 22,61). 

Tu hai in odio tutti i malfattori, 7tu distruggi chi dice menzogne. Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta. 

Dio disse a Caino: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me» (Gen 4,10). «Tu [Davide] hai versato troppo sangue, per questo non costruirai il tempio al mio Nome» (1 Cr 22,8). 

8Io, invece, per il tuo grande amore, entro nella tua casa; mi prostro verso il tuo tempio santo nel tuo timore. 

«La chiamata divina precede il merito. Non trova la persona degna d'amore, ma la rende tale; è un dono gratuito» (Cs 58). «Se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio; e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché facciamo quel che è gradito a lui» (1 Gv 3,21-22). «Sono certo che sarò esaudito perché non provo alcun interesse verso le cose che Tu, Signore, detesti» (Atn 73). 

9Guidami, Signore, nella tua giustizia a causa dei miei nemici; spiana davanti a me la tua strada. 

«Non possiamo giungere fino a Te contando sulle nostre forze, poiché spesso ci troviamo a percorrere sentieri tortuosi» (Cs 56). «Il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata» (Is 40,4) «Spianami il tuo sentiero, poiché sono ancora in cammino. Nel corso del mio viaggio sulla terra, fammi crescere di virtù in virtù, per la tua fedeltà, non per il mio merito; guida la mia vita affinché possa essere stimata da te; fammi comprendere i tuoi comandamenti con vera sapienza» (Rmg 169). 

10Non c’è sincerità sulla loro bocca, è pieno di perfidia il loro cuore; la loro gola è un sepolcro aperto, la loro lingua seduce.

 «Avete rattristato con menzogne il cuore del giusto, mentre io non l’avevo rattristato e avete rafforzato il malvagio perché non desistesse dalla sua vita malvagia e vivesse» (Ez 13,22). 

11Condannali, o Dio, soccombano alle loro trame, per i tanti loro delitti disperdili, perché a te si sono ribellati. 

«Falliscano nelle trame ordite contro di noi; imparino, per esperienza, che hanno costruito tele di ragno» (Td 900). Dio distrugga nei malvagi tutto ciò essi che hanno creato da sé, ossia i loro peccati; che la loro coscienza li rimproveri, fino a farli smettere dal perseguire i loro intenti iniqui (Cf Rmg 169). 

12Gioiscano quanti in te si rifugiano, esultino senza fine. Proteggili, perché in te si allietino quanti amano il tuo nome. 

«Siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po’ aflitti da varie prove» (1 Pt 1,6). 

13Poiché tu benedici il giusto, Signore, come scudo lo circondi di benevolenza. 

La benevolenza è «la sua grande generosità verso di noi. Le Scritture designano il buon volere di Dio col termine eudokia. Quest'uso appare nel passo: “Hai mostrato il tuo buon volere (eudokesas) verso la tua terra” (Cf Sal 84,1). San Paolo dichiara: “secondo il beneplacito (katà ten eudokian) del tuo volere (Ef 1,9)”» (Td 904). 

Salmo 6

1Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Sull’ottava. Salmo. Di Davide. 

Un fedele, ammalato grave, incontra l’ostilità da parte di nemici (v. 11). Non si ritiene innocente, anzi è convinto che Dio potrebbe, a buon diritto, punirlo con rigore. Invoca tuttavia il perdono, la guarigione e la liberazione. «Davanti a Dio vi è soltanto la fuga verso Dio. Davanti a Lui come giudice vi è soltanto l’appello a Lui come Padre che si impietosisce, perché vede soffrire il figlio» (RS 47). [Cf Sal 37].

2Signore, non punirmi nella tua ira, non castigarmi nel tuo furore. 

«Correggimi, Signore, ma con giusta misura, non secondo la tua ira, per non farmi vacillare» (Ger 10,24). «Correggimi come un padre, non come un giudice. Non commisurare il castigo alla colpa ma tempera, con la misericordia, la severità della giustizia» (Td 902). 

3Pietà di me, Signore, sono sfinito; guariscimi, Signore: tremano le mie ossa. 

«Non ha detto: abbi pietà perché lo merito, ma perché non posso affrontare la tua giustizia. Il Giudice stesso ci ispira che cosa dobbiamo dire come colpevoli. Temerai ancora di non essere ascoltato, se pregherai nei modi che egli stesso ti ha suggerito?» (Cs 62). 

Guariscimi: 

«Da lui (Gesù) usciva una forza che guariva tutti» (Lc 6,19). «Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, disse [al paralitico]: “Vuoi guarire”?» (Gv 5,6). 

4Trema tutta l’anima mia. Ma tu, Signore, fino a quando?

«Anche i monti e le fondamenta della terra tremano di spavento quando [il Signore] li scruta» (Sir 16,19). «Si presenteranno tremanti al rendiconto dei loro peccati; le loro iniquità si ergeranno contro di loro per accusarli» (Sap 4,20). «[Il pubblicano] non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto. Tornò a casa sua giustificato» (Lc 18,13-14). 

5Ritorna, Signore, libera la mia vita, salvami per la tua misericordia. 

Sembra che sia Dio a dover ravvedersi da una punizione troppo severa (Cf Sal 89,13). «Quando vi sarete convertiti a lui con tutto il cuore e con tutta l’anima per fare ciò che è giusto davanti a lui, allora egli ritornerà a voi e non vi nasconderà più il suo volto» (Tb 13,6). 

6Nessuno tra i morti ti ricorda. Chi negli inferi canta le tue lodi?

La morte era considerata la fine della glorificazione di Dio. Cristo ha riaperto la vita nella profondità della morte: «Dio ha lasciato che Cristo si facesse carico del destino dell’empio e ha lasciato che percorresse il cammino della morte, per trasformare questo cammino in un cammino di ubbidienza» e poi di vita (RS 48). 

7Sono stremato dai miei lamenti, ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio, bagno di lacrime il mio letto. 8I miei occhi nel dolore si consumano, invecchiano fra tante mie afflizioni. 

«La voce delle lacrime si fa udire ancora più in alto e viene ascoltata da Dio molto di più di quella espressa con parole» (Bs 715). «Il popolo venne a Betel [nel santuario], dove rimase fino alla sera davanti a Dio. Alzò la voce, prorompendo in pianto» (Gdc 21,2). «[La peccatrice] si rannicchiò piangendo ai piedi di [Gesù] e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli» (Lc 7.38). «Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: “Tre volte mi rinnegherai”. E scoppiò in pianto» (Lc 14,72). «Cambierò il loro lutto in gioia, li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni» (Ger 31,13). «Tergerà ogni lacrima dai loro occhi perché le cose di prima sono passate» (Ap 21,4). 

9Via da me, voi tutti che fate il male: il Signore ascolta la voce del mio pianto. 10Il Signore ascolta la mia supplica, il Signore accoglie la mia preghiera. 

Certo di essere liberato dai nemici, il salmista ne anticipa l’allontanamento. Il nome di Dio (Signore) è ripetuto per tre volte: è la vera speranza. La terza volta dice che il Signore ha preso la sua preghiera, «come se l’avesse afferrata con le mani. Da queste espressioni intuiamo la sua grande gioia: Dio avrebbe ascoltato la sua preghiera con il suo orecchio e l’avrebbe presa in mano come se fosse stato un dono» (Cs 64). «Guarigione da ogni infermità è la potenza che viene da Dio. Chi ne ha fatto esperienza dice: “tutto posso in Colui che mi da forza”, cioè il Cristo (Fil 4,13)» (Es23,120).

11Si vergognino e tremino molto tutti i miei nemici, tornino indietro e si vergognino all’istante. 

I nemici dovranno provare vergogna, tremare ed indietreggiare; la ripetizione segnala l’importanza della richiesta. «La Chiesa preferisce chiedere la conversione dei peccatori piuttosto che la loro morte» (Bs 715). 

Salmo 7

1Lamento che Davide cantò al Signore a causa delle parole di Cus, il Beniaminita. 

Dio stronchi la prepotenza dei malvagi! Fu la richiesta di David quando dovette difendersi dalle accuse di un certo Cus, un personaggio sconosciuto. Gesù fu un povero perseguitato e soccorso da Dio. Nella preghiera della Chiesa, Egli continua a supplicare il Padre a favore di tutti gli oppressi. 

2Signore, mio Dio, in te ho trovato rifugio: salvami da chi mi perseguita e liberami, 

«Il forte non ha bisogno del giudice. Egli ottiene da se stesso ciò che vuole. [Per il debole] non è difficile esigere giustizia e un giudice giusto. Per questo, chi prega Dio deve assumere l’atteggiamento del povero, di colui che si rimette alla giustizia» (RS 52.53). «Non mi appoggio sull’aiuto degli uomini, ma, come avvolgendomi nella fiducia in Dio, attendo il suo aiuto» (Td 908 ). 

3perché non mi sbrani come un leone, dilaniandomi senza che alcuno mi liberi. 

Il malvagio sbrana, persegue con ferocia l’annientamento della vittima. «Se mi trovassero privo della tua difesa, i miei oppositori, assalendomi come tante fiere, mi divorerebbero senza lasciare traccia» (Td 908). Il leone è un simbolo dell’opposizione all’evangelizzazione: «Il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone» (2 Tm 4,17). «Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede» (1 Pt 5,8-9). 

4Signore, mio Dio, se così ho agito, se c’è ingiustizia nelle mie mani, 5se ho ripagato il mio amico con il male, se ho spogliato i miei avversari senza motivo, 6il nemico mi insegua e mi raggiunga, calpesti a terra la mia vita e getti nella polvere il mio onore. 

L’orante ribadisce la sua innocenza [riguardo alla specifica colpa della quale viene accusato] con una formula di giuramento imprecatorio: se ho commesso quel crimine di cui sono accusato, allora accetto di essere punito, in applicazione della legge del taglione. In mancanza di prove, il giuramento imprecatorio valeva in tribunale come testimonianza. Teodoreto attribuisce queste parole a Davide: «Non solo non ho offeso alcuno, ma neppure ho voluto vendicarmi di chi invece mi aveva fatto del male. Non ho trattato con odio neppure Saul, sebbene più volte fosse caduto in mio potere. Ti chiedo perciò, o Signore, Tu che sai tutto, di esaminarmi con giustizia e se ho commesso qualcosa di male, accetto di non meritare il tuo aiuto» (Td 908). 

7Sorgi, Signore, nella tua ira, alzati contro la furia dei miei avversari, svegliati, mio Dio, emetti un giudizio! 

Invoca il giudizio di Dio, chiamato a svegliarsi, con una certa audacia (forse perché possa assistere alla prima udienza del mattino?). «Tu, Signore, hai stabilito che gli oppressi vengano protetti; ciò che hai imposto agli altri, fallo anche tu» (Td 909). 

8L’assemblea dei popoli ti circonda: ritorna dall’alto a dominarla! 9Il Signore giudica i popoli. Giudicami, Signore, secondo la mia giustizia, secondo l’innocenza che è in me. 

Non ritiene di essere senza peccato in assoluto ma sa di non aver commesso quella colpa specifica di cui viene accusato. Meglio recitare questo versetto come preghiera di Cristo perché nessuno di noi, per natura, è mosso da un interesse assoluto per la giustizia (Cf RS 53). Noi la desideriamo ma se venisse applicata con rigore, si ritorcerebbe contro di noi. Dobbiamo fare nostra l’invocazione come sgorga dal cuore di Cristo. 

10Cessi la cattiveria dei malvagi. Rendi saldo il giusto, tu che scruti mente e cuore, o Dio giusto. 

È come chiedere la venuta del Regno di Dio. Più Dio si fa strada in noi e nel mondo, la malvagità perde forza fino a sparire del tutto. 

11Il mio scudo è in Dio: egli salva i retti di cuore. 

«La nostra innocenza ha maggior valore della nostra persona e se ne siamo privi, siamo dei miseri; possedendola, siamo felici» (Bs 717). Ci sono in noi desideri nascosti di affermazione a svantaggio degli altri ma allora tutte le suppliche per la vittoria della giustizia devono essere recitate nello spirito di Gesù, devono essere invocazioni per la venuta del Regno (Cf RS 54).

12Dio è giudice giusto, Dio si sdegna ogni giorno. 

Dio è giudice giusto e guerriero invincibile. Lo sdegno di Dio è una conseguenza della sua bontà. L’amore stesso non può accordarsi con il male. 

13Non torna forse ad affilare la spada, a tendere, a puntare il suo arco? 14Si prepara strumenti di morte, arroventa le sue frecce. 

Chi sta affilando la spada? Dio o l’empio? Se è Dio, il suo giusto sdegno è sempre temperato dalla sua misericordia: «Dio è giudice giusto, forte e longanime, che non riversa la sua ira ogni giorno» (LXX). Se è il malvagio, allora agirà con grande cattiveria: «Se l’empio non si converte, affilerà la sua spada» (Testo masoretico). 

15Ecco, il malvagio concepisce ingiustizia, è gravido di cattiveria, partorisce menzogna. 16Egli scava un pozzo profondo e cade nella fossa che ha fatto; 17la sua cattiveria ricade sul suo capo, la sua violenza gli piomba sulla testa. 

Il malvagio viene ucciso dalle sue stesse trame. «Il malvagio rovina se stesso più ancora di quanto ferisca la vittima della sua trama. Ad esempio, chi froda del denaro, mentre desidera far male ad altri, è a sua volta lacerato dalla ferita dell'avarizia. Chi è tanto stolto da non vedere quanta differenza vi sia tra costoro, dato che quello subisce danno nel denaro, questo nell'innocenza? Cadrà, dunque, nella fossa che ha fatto» (Ag36,107). 

18Renderò grazie al Signore per la sua giustizia e canterò il nome di Dio, l’Altissimo. 

«La fine del salmo è di giubilo. Quella definitiva giustizia è certamente la cosa più significativa che esista. Il fatto che Dio sia giusto è fondato sul fatto che Egli è misericordioso» (RS 56). 

Salmo 8

1Al maestro del coro. Su «I torchi». Salmo. Di Davide. 

L’uomo di per sé sarebbe un nulla (Cf Sal 89,48), ma Dio l’ha onorato fino a renderlo signore nell’universo. Nella glorificazione di Gesù, poi, si attua in modo pieno l’annuncio del salmo. «La Chiesa celebra la lode del Signore Cristo e la sua grandezza; dichiara che Egli, nella sua umanità, ha ottenuto l’onore più grande possibile» (BW 66); fa risuonare, nei secoli, la lode degli inermi e attende di partecipare alla glorificazione di Cristo Gesù. 

2O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza. 

«Quanto esprime l’ammirazione stupita di fronte ad una grandezza smisurata» (Td 913). Il salmista non parla di ciò che ha fatto l’uomo nel mondo ma di ciò che ha fatto Dio e parla della natura come manifestazione divina. Non si dà nessuna dottrina di salvezza senza una dottrina della creazione: Dio è salvatore perché è Creatore. Non si dà alcuna salvezza, se il mondo non è, nel suo fondamento, buono e bello (Cf RS 58). 

3Con la bocca di bambini e di lattanti: hai posto una difesa contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli. 

«Mediante la sapienza di persone [sante] che avevano imitato la semplicità dei bambini lattanti, abbatti la pessima tirannia [del diavolo]» (Td 916). 

Il coro dei piccoli rappresenta forse il popolo d’Israele, scampato alla morte nonostante l’ostilità di nemici e rimasto fedele a Dio nell’esilio. Richiama il coro dei ragazzi che, all’ingresso solenne di Gesù a Gerusalemme, lo acclamano, contrapponendosi alle autorità a Lui ostili (Cf Mt 21,26) (Td 916). Rappresenta la confessione dei cristiani rigenerati: «Bambini e lattanti sono i battezzati dei quali parla s. Pietro Apostolo (Cf 1 Pt 2,2); in costoro dobbiamo vedere tutta la moltitudine dei cristiani» (Bs 720). 

4 Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, 5che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

L’uomo che, non avrebbe neppure potuto esistere, è grande in dignità perché è amato da Dio in modo gratuito. L’orante sa di dipendere in ogni momento dal ricordo di Dio (RS 62). Il salmista, infatti, qui «non parla tanto dell’opera creatrice ma piuttosto dell’azione della provvidenza di Dio. Non parla tanto dell’uomo creato, ma dell’uomo che viene beneficato e visitato da Lui. In altri passi della Bibbia è ben rilevata la povertà dell’uomo; viene detto che è come un nulla (Sal 38,6-7) e che i suoi giorni sono come ombra che passa (Sal 143,4). Ora il testo del salmo dichiara [al Signore]: non soltanto hai donato all’uomo la vita, ma gli hai dato una vita ricca; lo custodisci nel tuo ricordo e lo proteggi dal male» (Td 918). «La testimonianza resa da tutte le tue creature è sufficiente per glorificarti, ma la provvidenza che espandi anche agli uomini più miseri, proclama ancora meglio la tua generosità ineffabile» (Td 917).

6Davvero l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato. 7Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani. 

L’uomo è simile ai membri della corte celeste. «Dio ha coronato l’uomo di gloria perché solo a suo riguardo ha detto: facciamo l’uomo a nostra immagine e nostra somiglianza (Gen 1,26)» (Es23,129). «Come Dio è re di tutte le cose, così l’uomo, avendo ricevuto l’immagine divina, è costituito a capo di tutto ciò che è sulla terra» (Es23,129). Il graduale dominio dell’uomo sul cosmo, in tutti i settori dell’esistenza (sconfitta delle malattie, delle ingiustizie, della miseria ecc.) è voluto da Dio. «Sono come un nulla, una tua creatura infima, eppure sono in grado di contemplare un’opera così grande e meravigliosa come l’universo» e di studiarlo (Atn PG 27 81).

Tutto hai posto sotto i suoi piedi: 8tutte le greggi e gli armenti e anche le bestie della campagna, 9gli uccelli del cielo e i pesci del mare, ogni essere che percorre le vie dei mari. 10O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! 

La glorificazione dell’uomo prefigura quella di Gesù (Cf Eb 2,9. In Cristo la natura umana ha raggiunto il massimo splendore: «Il Dio Verbo, ha assunto la nostra natura, come primizia; l’ha denominata sua carne, l’ha unita a sé in modo ineffabile. L’ha fatta sedere al di sopra di ogni principato e potenza. Ogni creatura, visibile o invisibile, è sottoposto a Cristo Signore, Dio e uomo. Fino a tal segno Dio ha glorificato la nostra umanità» (Td 917.920). 

Salmo 9/1-2

1Al maestro del coro. Su «La morte del figlio». Salmo. Di Davide. 

La lode a Dio, a motivo della sua giustizia a difesa dei miseri (9/1), è accompagnata dall’implorazione perché soccorra gli oppressi in modo definitivo (9/2). Il salmo, che è di carattere alfabetico, non presenta un vero sviluppo ma un alternarsi di argomenti, come una eco del succedersi di sentimenti contrapposti. 

Credere che non ci sia un’altra vita oltre a questa vita terrena e aspettarsi di constatare la giustizia di Dio nel corso della storia, in modo esaustivo, provoca un’amara delusione. Gesù, risorgendo da morte, ha allargato il nostro orizzonte. Ha ricevuto il risarcimento da Dio quale vittima della malvagità dei suoi oppressori e il premio per la sua fedeltà paziente. 

Pregando questo salmo, la Chiesa impara che l’oppressione degli umili è un misfatto insopportabile agli occhi di Dio: affida a lui la causa dei poveri, impara a stare dalla loro parte, ma, soprattutto, avvia il povero a condividere i sentimenti di Gesù. Attende il giudizio parziale e soprattutto quello definitivo, come un dono e spera nella nuova creazione della vita eterna. «Non sono le cose presenti ad essere contenute nel salmo, ma quelle ultime» (Ilr 292).

2Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, annuncerò tutte le tue meraviglie. 3Gioirò ed esulterò in te, canterò inni al tuo nome, o Altissimo, 4mentre i miei nemici tornano indietro, davanti a te inciampano e scompaiono, 5perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa: ti sei seduto in trono come giudice giusto. 

«Ringrazia Dio con tutto il cuore, non chi dubita della sua provvidenza, ma chi vede già le cose occulte della sapienza di Dio. Chi vede quanto grande sia il suo premio invisibile e dice: “gloriamoci nelle tribolazioni” (Rm 5,3). I dolori che ci sono inflitti, servono per provare coloro che si sono convertiti a Dio, o per ammonirli a convertirsi; oppure per preparare gli ostinati alla giusta condanna estrema» (Ag36,117). Cristo «rimetteva la sua causa a Colui che giudica con giustizia» (1 Pt 2,23).

6Hai minacciato le nazioni, hai sterminato il malvagio, il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre. 7Il nemico è battuto, ridotto a rovine per sempre. È scomparso il ricordo delle città che hai distrutto. 

«Cancellerò del tutto la memoria di Amalek sotto il cielo» (Es 17,14). Parla dell’abbattimento della città iniqua: «Sono quelle città sulle quali regna il diavolo. Il senato è costituito da consigli ingannatori e fraudolenti. La plebe di questa città è costituita da tutti i sentimenti sensuali e dai moti turbolenti dell'animo, che sollevano nell'uomo rivolte quotidiane. E non vi sarebbero tali elementi nelle città malvagie, se prima essi non fossero nei singoli uomini, che sono come gli elementi e i germi delle città» (Ag36,120.121). 

8Ma il Signore siede in eterno, stabilisce il suo trono per il giudizio: 9governerà il mondo con giustizia, giudicherà i popoli con rettitudine. 

«Poiché verrà anche apertamente per giudicare i vivi e i morti, ha preparato in segreto il suo trono» (Ag36,121). «Vidi un grande trono bianco e Colui che sedeva su di esso. Dalla sua presenza erano scomparsi la terra e il cielo senza lascia traccia di sé» (Ap 20,11). «Ci perseguiti quanto vuole quel nemico che già è stato vinto: che male potrà fare a coloro dei quali il Signore si è fatto rifugio? Ma questo accadrà solo se avranno scelto di essere poveri in questo tempo» (Ag36,121). 

10Il Signore sarà un rifugio per l’oppresso, un rifugio nei momenti di angoscia. 

«Allora Susanna ad alta voce esclamò: Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano, tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me. E il Signore ascoltò la sua voce» (Dn 13,42-44). «Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all’infuori di te, o Signore, perché un grande pericolo mi sovrasta» (Ester [greco] 4,17). 

11Confidino in te quanti conoscono il tuo nome, perché tu non abbandoni chi ti cerca, Signore. 

«Tu sei sostegno al misero, sostegno al povero nella sua angoscia, riparo dalla tempesta, ombra contro il caldo; poiché lo sbuffo dei tiranni è come pioggia che rimbalza sul muro, come arsura in terra arida il clamore degli stranieri. Tu mitighi l’arsura con l’ombra di una nube, l’inno dei tiranni si spegne» (Is 25,4-5). 

12Cantate inni al Signore, che abita in Sion, narrate le sue imprese tra i popoli, 13perché egli chiede conto del sangue versato, se ne ricorda, non dimentica il grido dei poveri. 

[Dio disse a Caino:] Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lontano dal suolo che ha aperto la bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano (Gen 4,10-11). Così dice il Signore [al re Acab]: Hai assassinato [Nabot] e ora usurpi [occupando la sua vigna]!”: Nel luogo ove lambirono il sangue di Nabot, i cani lambiranno anche il tuo sangue” (1 Re 21,19). 

14Abbi pietà di me, Signore, vedi la mia miseria, opera dei miei nemici, tu che mi fai risalire dalle porte della morte, 15perché io possa annunciare tutte le tue lodi; alle porte della figlia di Sion esulterò per la tua salvezza. 

La situazione di oppressione vie considerata un’esperienza di morte, dalla quale soltanto Dio può far risalire. Il grido di ogni misero è stato fatto proprio da Gesù: «Non ha detto: abbi pietà di noi, o Signore, guarda alla nostra umiliazione, come se a gridare fossero molti poveri, ma ha detto, come se si trattasse di uno solo: abbi pietà di me, o Signore? Forse perché è uno Colui che intercede per i santi, quegli che per primo si è fatto povero per noi?» (Ag36,123). 

16Sono sprofondate le genti nella fossa che hanno scavato, nella rete che hanno nascosto si è impigliato il loro piede. 17Il Signore si è fatto conoscere, ha reso giustizia; il malvagio è caduto nella rete, opera delle sue mani. 18Tornino i malvagi negli inferi, tutte le genti che dimenticano Dio. 19Perché il misero non sarà mai dimenticato, la speranza dei poveri non sarà mai delusa. 

Mentre il povero risale dalla morte, i gli oppressori precipitano in essa. È così certo d’essere esaudito da celebrare come già avvenuto ciò che è ancora atteso dalla sua incrollabile speranza. «L’attesa dei giusti è gioia, ma la speranza degli iniqui svanirà. La via del Signore è una fortezza per l’uomo integro, ma è una rovina per i malfattori. Il giusto non vacillerà mai, ma gli empi non dureranno sulla terra» (Pr 10,28-30). 

20Sorgi, Signore, non prevalga l’uomo. Davanti a te siano giudicate le genti. 21Riempile di spavento, Signore, riconoscano le genti di essere mortali. 

Dio provvidente è anche giudice universale. «Egli esalta gli umili e solleva a prosperità gli afflitti; è lui che rende vani i pensieri degli scaltri, perché le loro mani non abbiano successo. Egli sorprende i saccenti nella loro astuzia e fa crollare il progetto degli scaltri» (Gb 5,11-13). «Il Signore annulla i disegni delle nazioni, rende vani i progetti dei popoli. Ma il disegno del Signore sussiste per sempre, i progetti del suo cuore per tutte le generazioni» (Sal 32,10-11). 

9/2. 

22Perché, Signore, ti tieni lontano, nei momenti di pericolo ti nascondi? 23Con arroganza il malvagio perseguita il povero: cadano nelle insidie che hanno tramato! 

«Fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e veritiero, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue contro gli abitanti della terra?» (Ap 6,10). 

24Il malvagio si vanta dei suoi desideri, l’avido benedice se stesso. 25Nel suo orgoglio il malvagio disprezza il Signore: «Dio non ne chiede conto, non esiste!»; questo è tutto il suo pensiero. 

«Se qualcuno si lusinga in cuor suo dicendo: Avrò benessere, anche se mi regolerò secondo l'ostinazione del mio cuore, il Signore non consentirà a perdonarlo» (Dt 29,18). «Vuoi tu seguire il sentiero d'un tempo, gia battuto da uomini empi, che prima del tempo furono portati via, quando un fiume si era riversato sulle loro fondamenta? Dicevano a Dio: «Allontànati da noi! Che cosa ci può fare l'Onnipotente?». Eppure egli aveva riempito le loro case di beni, anche se i propositi degli empi erano lontani da lui» (Gb 22,15-18). «Farò giustizia di quegli uomini che riposando sulle loro fecce pensano: il Signore non fa né bene, né male» (Sof 1,12).

26Le sue vie vanno sempre a buon fine, troppo in alto per lui sono i tuoi giudizi: con un soffio spazza via i suoi avversari. 27Egli pensa: «Non sarò mai scosso, vivrò sempre senza sventure». 

La pretesa del malvagio è illusoria: «[I fraudolenti] complottano contro il proprio sangue, pongono agguati contro se stessi. Tale è la fine di chi si dà alla rapina; la cupidigia toglie di mezzo colui che ne è dominato» (Pr 1,18-19). «Anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beni» (Lc 12,15). 

28Di spergiuri, di frodi e d’inganni ha piena la bocca, sulla sua lingua sono cattiveria e prepotenza. 29Sta in agguato dietro le siepi, dai nascondigli uccide l’innocente. 30I suoi occhi spiano il misero, sta in agguato di nascosto come un leone nel covo. 

«Tra il mio popolo vi sono malvagi che spiano come cacciatori in agguato, pongono trappole per prendere uomini. Come una gabbia piena di uccelli, così le loro case sono piene di inganni; perciò diventano grandi e ricchi. Sono grassi e pingui, oltrepassano i limiti del male; non difendono la giustizia, non si curano della causa dell'orfano, non fanno giustizia ai poveri. Non dovrei forse punire queste colpe?» (Ger 5, 26-29)

Sta in agguato per ghermire il povero, ghermisce il povero attirandolo nella rete. 31Si piega e si acquatta, cadono i miseri sotto i suoi artigli. 32Egli pensa: «Dio dimentica, nasconde il volto, non vede più nulla». 

Denuncia la gravità della situazione in cui vive l’uomo del suo tempo e di ogni epoca. La mancanza di pietà da parte dell’oppressore proviene dal suo rifiuto di Dio, che si esprime in modo particolare nell’uso della violenza. «Poiché non si dà una sentenza immediata contro una cattiva azione, per questo il cuore dei figli dell'uomo è pieno di voglia di fare il male; poiché il peccatore, anche se commette il male cento volte, ha lunga vita. Tuttavia so che saranno felici coloro che temono Dio, appunto perché provano timore davanti a lui, e non sarà felice l'empio e non allungherà come un'ombra i suoi giorni, perché egli non teme Dio» (Qo 8,11-13).

33Sorgi, Signore Dio, alza la tua mano, non dimenticare i poveri. 34Perché il malvagio disprezza Dio e pensa: «Non ne chiederai conto»? 

Il salmista non si lascia prendere dallo sconforto, ma conferma la sua speranza in Dio e continua a supplicarlo. «Fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e veritiero, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue contro gli abitanti della terra? Allora venne data a ciascuno di loro una veste candida e fu detto loro di pazientare ancora un poco, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro» (Ap 6,10-11). 

33Eppure tu vedi l’affanno e il dolore, li guardi e li prendi nelle tue mani. A te si abbandona il misero, dell’orfano tu sei l’aiuto. 

«Non maltratterai la vedova o l'orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l'aiuto, io ascolterò il suo grido, la mia collera si accenderà» (Es 22,21-23). «Ecco, il salario da voi defraudato ai lavoratori che hanno mietuto le vostre terre grida; e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore degli eserciti» (Gc 5,4). 

36Spezza il braccio del malvagio e dell’empio, cercherai il suo peccato e più non lo troverai. 

«Ho spezzato il braccio di Faraone; egli non è stato curato per fargli riprendere forza e maneggiare la spada» (Ez 30,22). 

37Il Signore è re in eterno, per sempre: dalla sua terra sono scomparse le genti.

«Questa è la fine per le cose occulte [del progetto di Dio]: la risurrezione dei morti, la glorificazione dei santi, la scomparsa del dominio del male, la soppressione della morte. Tramite il regno di Cristo, si instaurerà anche quello di Dio Padre» (Ilr 203). 

38Tu accogli, Signore, il desiderio dei poveri, rafforzi i loro cuori, porgi l’orecchio, 39perché sia fatta giustizia all’orfano e all’oppresso, e non continui più a spargere terrore l’uomo fatto di terra. 

«[Abramo dic al ricco epulone] Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti» (Lc 16,25). 

Meditazione

«Vi sono due generi d'ingiustizia: uno quando infliggiamo i torti, l'altro allorché trascuriamo di ribellarci — pur potendolo — a quelli inflitti dagli altri. Difatti, in certo qual modo (anche) noi opprimiamo quando, pur potendo difendere gli oppressi, rinunciamo a farlo. Né mi giova in alcun modo il fatto che non approfitto di qualcuno, e non lo inganno, se (poi) lascio che sia ingannato (da altri) e ci si approfitti di lui» (G. Pomerio, La vita contemplativa III, 23,1 PL 59,506 A». 

Salmo 10

1Al maestro del coro. Di Davide. 

Un giusto, minacciato da uomini violenti, non accoglie la sollecitazione a fuggire lontano, come se Dio non potesse soccorrerlo. «Il credente maturo nella fede parla in questo modo, condividendo il sentire di Paolo: “Chi potrà impedire all'amore di Cristo di raggiungermi?” (Rm 8,35)» (Es23,137). 

Nel Signore mi sono rifugiato. Come potete dirmi: «Fuggi come un passero verso il monte»?


I monti erano rifugi tradizionali ma il fedele preferisce rifugiarsi nel tempio, presso il Signore stesso. «Mi han dato la caccia come a un passero coloro che mi sono nemici senza ragione» (Lam 3,52). «Anche il passero si è trovato una dimora e il Signore si è fatto rifugio per il povero» (Ag36,131). 

2Ecco, i malvagi tendono l’arco, aggiustano la freccia sulla corda per colpire nell’ombra i retti di cuore.

«Tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo morire» (Mt 26,4). «Vi saranno impostori, che si comporteranno secondo le loro empie passioni. Tali sono quelli che provocano divisioni, gente materiale, privi dello Spirito» (Gd 1,18).

3Quando sono scosse le fondamenta, il giusto che cosa può fare?

«Le solide fondamenta gettate da Dio resistono e portano questo sigillo: il Signore conosce quelli che sono suoi» (2 Tm 2,19). «Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste e la pac di Dio custodirà i vostri cuori» (Fil 4,6). « È bene spettare in silenzio la salvezza del Signore» (Lam 3,26). 

4Ma il Signore sta nel suo tempio santo, il Signore ha il trono nei cieli. 

«Dio abita in cielo, in un regno stabile e sicuro, ma non si disinteressa di quanto accade in terra» (Es23,137). «A Colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire davanti alla sua gloria, senza difetti e nella letizia, gloria, maestà e potenza» (Gd 1,24). 

I suoi occhi osservano attenti, le sue pupille scrutano l’uomo (LXX: misero).

«Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: Lì sarà il mio nome» (1 Re 8,29). «Il Signore assiste il misero con atti d'amore, a motivo della sua premurosa attenzione. Gli occhi di cui parla il salmista significano questi gesti di soccorso. Le pupille, in modo analogo, rappresentano la sua provvidenza con la quale esamina e discerne ogni uomo. Per mezzo di questo suo discernimento, corregge anche il giusto perché non cada nel peccato» (Es23,137). 

5Il Signore scruta giusti e malvagi, egli odia chi ama la violenza. LXX: Chi ama la violenza, odia se stesso. 

«[O re di Babilonia] quando hai soppresso popoli numerosi hai fatto del male contro te stesso. Lo scempio [di cedri] fatto al Libano ricadrà su di te e il massacro dgli animali ti colmerà di spavento» (Ab 2,10-12). «Violenza e oppressione risuonano in essa. Lasciati correggere, o Gerusalemme, perché io non mi allontani da te e non ti riduca a un deserto» (Ger 6,7). «Tu hai versato troppo sangue e hai fatto grandi guerre; per questo non costruirai il tempio al mio nome, perché hai versato troppo sangue sulla terra davanti a me» (1 Cr 22,8). 

6Brace, fuoco e zolfo farà piovere sui malvagi; vento bruciante toccherà loro in sorte. 

Ai malvagi, accadrà un castigo analogo di quello che colpì Sodoma e Gomorra (Gen 19,24) (Cf Td 940). La vera punizione è restare immersi nel male, per aver abbandonato Dio. «Dio li ha abbandonati a passioni infami» (Rm 1,26). «Conoscono il fuoco quando vengono divorati dall'ardore dell'avidità; lo zolfo, quando vivono nella corruzione; il vento bruciante quando sono inquietati dall'affanno» (BW 77). 

7Giusto è il Signore, ama le cose giuste; gli uomini retti contempleranno il suo volto. 

«Mosè salì [sul Sinai] con Aronne e i settanta anziani. Videro il Dio d’Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento di lastra di zaffiro, limpido come il cielo» (Es 24,9). «Saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è» (1 Gv 3,2). I giusti «vedranno il suo volto e porteranno il suo nome sulla fronte» (Ap 22,4). 

Salmo 11

1Al maestro del coro. Sull’ottava. Salmo. Di Davide. 

I prepotenti, pur di garantirsi il potere, manipolano la verità. Il Signore promette che interverrà per difendere gli oppressi e ristabilire rapporti leali tra gli uomini. 

La Chiesa, che ha visto accadere tutto questo nella vita di Gesù, prega per contrastare il potere della menzogna e dell'ideologia imperante, a difesa della verità del Vangelo. 

2Salvami, Signore! Non c’è più un uomo giusto; sono scomparsi i fedeli tra i figli dell’uomo. 

«Le vostre palme sono macchiate di sangue; la vostra lingua sussurra perversità. Nessuno muove causa con giustizia, nessuno la discute con lealtà. Si confida nel nulla e si dice il falso, si concepisce la malizia e si genera l'iniquità» (Is 59,3-4). «Ho cercato fra loro un uomo che costruisse un muro e si ergesse sulla breccia di fronte a me, per difendere il paese perché io non lo devastassi, ma non l'ho trovato» (Ez 22,30). «Dal momento che non posso contare su nessun altro salvatore, sii tu stesso, Signore, colui che mi salva» (Es23,140).

3Si dicono menzogne l’uno all’altro, labbra adulatrici parlano con cuore doppio. 

«Una saetta micidiale è la loro lingua, inganno le parole della loro bocca. Ognuno parla di pace con il prossimo, mentre nell'intimo gli ordisce un tranello. Non dovrei forse punirli per tali cose?» (Ger 9,7-8). 

È l'esperienza che sarà vissuta da Gesù: «Tale era la generazione di un tempo condannata dal Salvatore (cf Mt 12,41-45): gli tendevano insidie e si accostavano a lui con inganno» (Es23,140). 

4Recida il Signore le labbra adulatrici, la lingua che vanta imprese grandiose, 5quanti dicono: “Con la nostra lingua siamo forti, le nostre labbra sono con noi: chi sarà il nostro padrone?”. 

«[I malvagi] provocano la pazienza di Dio e rifiutano di riconoscere la sua autorità. Faraone agì in questo modo quando disse: “Non conosco il Signore” (Es 5,2). Fece lo stesso Nabucodonosor quando cercò di spaventare i tre giovani e non ebbe la minima esitazione col dire: “Chi è questo vostro Dio che potrebbe liberarvi dalla mia mano?” (Dn 3,15)» (Td 944). 

Gesù fu misconosciuto come inviato di Dio: «Arroganti erano gli anziani e i sacerdoti che osavano condannarlo chiedendogli: “Con quale potere fai queste cose? Chi te ne ha dato l’autorità?” (Mt 21,23)» (Es23,141). 

6Per l’oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, ecco, mi alzerò – dice il Signore –; metterò in salvo chi è disprezzato. 

«Soltanto Dio vince la malvagità» (Es23,140). «Per il mio nome rinvierò il mio sdegno, per il mio onore lo frenerò a tuo riguardo, per non annientarti. Per riguardo a me, per riguardo a me lo faccio; come potrei lasciar profanare il mio nome? Non cederò ad altri la mia gloria» (Is 48,9.11). 

«Il profeta parla a nome del Padre in riferimento al Figlio: mi alzerò, apparirò e mi manifesterò nel Figlio per redimere i miseri del mondo» (BW 79). «Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo» (1 Gv 3,8). «Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno?» (Gc 2,5). 

7Le parole del Signore sono parole pure, argento separato dalle scorie nel crogiuolo, raffinato sette volte. 

«Ogni parola di Dio è purificata nel fuoco» (Pr 30,5). «Ha detto sette per significare un'infinità di volte, come è tipico del linguaggio biblico» (Cf Td 941). «Purificherò nel crogiuolo le tue scorie, eliminerò da te tutto il piombo. Renderò i tupoi giudici come una volta… Dopo, sarai chiamata città della giustizia» (Is 1,25-26). «[Cristo Risorto] aveva gli occhi fiammeggianti come fuoco, i piedi avevano l'aspetto del bronzo splendente purificato nel crogiuolo. La voce era simile al fragore di grandi acque» (Ap 1,14-15). 

8Tu, o Signore, le manterrai, ci proteggerai da questa gente, per sempre, 9anche se attorno si aggirano i malvagi e cresce la corruzione in mezzo agli uomini. 

«Signore è la mia roccia, la mia fortezza, il mio liberatore, il mio Dio, il mio riparo! Sei la mia roccaforte che mi salva: tu mi salvi dalla violenza» (2 Sam 22,2-3). «Dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo» (1 Pt 1,5). 

Salmo 12

1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 

Un credente vive da lungo tempo nel dolore. Tormentato da un avversario che non gli lascia tregua, teme che Dio lo abbia dimenticato. Mentre implora, si sente già rianimare nella certezza dell'esaudimento. 

2Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?

«[Il salmista] considera dimenticanza [da parte di Dio], il ritardo nell’esaudimento» (Td 945). «Perché ci vuoi dimenticare per sempre? Rinnova i nostri giorni come in antico poiché non ci hai rigettati per sempre» (Lam 5,20.2). 

Il salmo esprime la speranza della venuta dei tempi messianici: «È l'invocazione di quanti aspettavano con grande desiderio la redenzione di Cristo. Il Signore ha parlato di loro: “Molti re e profeti desiderarono vedere ciò che voi vedere ma non lo videro” (Lc 10,24)» (Bs 734). La Chiesa chiede il pieno compimento dell'opera che Cristo ha iniziato.

Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?

Il senso della lontananza da Dio, l’affanno, la tristezza sono anche gli stati d’animo di chi vive nel peccato. «Le vostre iniquità hanno scavato un abisso fra voi e il vostro Dio, gli hanno fatto nascondere il suo volto» (Is 59,2). «Mi sento lontano da Lui, a causa del peccato. Ricreo il mio animo con un pentimento sincero per non morire in esso» (Crl 800). Nella misura in cui l’uomo invoca Dio, il male non ha ancora vinto (RS 90).

3Fino a quando nell’anima mia addenserò pensieri, tristezza nel mio cuore tutto il giorno? Fino a quando su di me prevarrà il mio nemico?

«Perché il mio dolore è senza fine? Tu sei diventato per me un torrente dalle acque incostanti» (Ger 15,18). «Passo la notte e il giorno tormentandomi; penso e ripenso alle mie preoccupazioni, sperando di godere infine della tua generosità. A volte, dubito di ottenere qualche bene e rinuncio a sperare» (Td 945). «Colui che cammina nelle tenebre, senza avere luce, confidi nel nome del Signore, si affidi al suo Dio» (Is 50,10). 

4Guarda, rispondimi, Signore, mio Dio, conserva la luce ai miei occhi, perché non mi sorprenda il sonno della morte, 5perché il mio nemico non dica: «L’ho vinto!» e non esultino i miei avversari se io vacillo. 

Si sente prossimo alla morte ma è certo che Dio ama la vita: «Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte sono tue, Signore, amante della vita» (Sap 11,25-26). 

L’uomo, oltre a quella fisica, può conoscere la morte spirituale: la vita non si identifica con il semplice essere ma è un dono, un’illuminazione (RS 90). «Non volendo che il sonno della pigrizia si trasformasse in una morte amara, chiede che i suoi occhi rimangano illuminati, ossia che si attivi la sensibilità dello spirito per essere in grado di percepire la verità» (Crl 800). «Invia a noi la tua Luce splendida che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (Cf Gv 1,9)» (Bs 735).

6Ma io nella tua fedeltà ho confidato; esulterà il mio cuore nella tua salvezza, canterò al Signore, che mi ha beneficato. 

«Il mio cuore godrà, esulterà e gioirà nella tua salvezza con una gioia sconfinata. Dio, inviando suo Figlio, gli donerà con Lui tutti i beni che poteva desiderare e sperare di ricevere» (Bs 735). 

Salmo 13

I prepotenti che escludono Dio dalla loro vita, escludono anche il fratello e perseguono i loro interessi a danno degli umili. Il povero si appella a Dio. La Chiesa, pregando questo salmo, pensa alla vicenda di Gesù che fu perseguitato; impara a porsi a fianco degli umili e si presenta con loro davanti a Dio. 

1Al maestro del coro. Di Davide. Lo stolto pensa: «Dio non c’è». 

Gli oppressori escludono l’idea che ci sia un Dio che esige giustizia e si sentono i padroni del mondo. Rinnegano Dio per non dover disapprovare se stessi: «Chi non avverte che Dio c’è, quando osserva l’universo? Sebbene l’assolutezza della verità ci costringa ad ammetterne l’esistenza, il piacere dei vizi ci persuade che Dio non esiste» (Ilr 325). 

2Il Signore dal cielo si china sui figli dell’uomo per vedere se c’è un uomo saggio, uno che cerchi Dio. 3Sono tutti traviati, tutti corrotti; non c’è chi agisca bene, neppure uno. 

San Paolo, cita questo versetto per denunciare la peccaminosità di tutto il genere umano (Cf Rm 3,10). Sebbene solo alcuni mostrino una vera malvagità, nessuno è senza colpa: «Era necessario mostrare le dimensioni del morbo che colpiva gli uomini prima della venuta del Salvatore, perché apparisse evidente la necessità di essa» (Es23,145). Anche nelle situazioni più devastanti, Dio ha avviato percorsi di salvezza, attraverso persone a lui fedeli: «ll Signore ha rivolto spesso lo sguardo verso di noi, ogni volta cioè che è stato mosso dai peccati dell’umanità, in vista della nostra salvezza: quando sceglie Noè prima del diluvio, quando giustifica Abramo per la fede» (Ilr 326.327). 

4Non impareranno dunque tutti i malfattori, che divorano il mio popolo come il pane e non invocano il Signore?

La potenza del peccato appare nella malvagità delle potenze che vogliono annientare il popolo di Dio e dissolvere il Vangelo. 

 5Ecco, hanno tremato di spavento, perché Dio è con la stirpe del giusto. 6Voi volete umiliare le speranze del povero, ma il Signore è il suo rifugio. 

Giusto e povero qui sono sinonimi. Il popolo di Dio incarna la stirpe del giusto e del povero che continua a confidare in Lui. Gesù è il vero giusto e il vero povero che verrà insediato dal Padre come Signore: «Avete schernito il consiglio del misero, poiché il Signore è la sua speranza, avete disprezzato l'umile avvento del Figlio di Dio perché non avete visto in lui la pompa del secolo» (Ag36,142). 

7Chi manderà da Sion la salvezza d’Israele?

«Non un inviato né un angelo, ma egli stesso li ha salvati; con amore e compassione egli li ha riscattati; li ha sollevati e portati su di sé in tutti i giorni del passato» (Is 63,9). «Guardai: nessuno mi aiutava; osservai stupito: nessuno mi sosteneva. Allora mi prestò soccorso il mio braccio» (Is 63,5).

Quando il Signore ristabilirà la sorte del suo popolo, esulterà Giacobbe e gioirà Israele.

 Il popolo di Dio continuerà a sussistere: «Soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede» (Ab 2,4). Inoltre «presenta la futura libertà dai peccati che sarà procurata a tutti gli uomini mediante il Salvatore» (Es23,148). Alla fine lo stesso Israele godrà della salvezza: «Nel [primo ed] umile avvento [di Cristo] si è verificata la cecità di una parte di Israele, per fare entrare la totalità dei pagani, nell'altro [avvento] tutto Israele sarà salvato (Cf Rm 11,25-26)» (Ag36,142). 


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