martedì 7 febbraio 2023

Salmi da 41 a 59

L’amore fedele di Dio

Dio è davvero fedele? (41.42.43). Egli è lo Sposo d’Israele e continuerà a manifestare la sua fedeltà e la sua presenza (44.45.46.47); libererà perfino dalla morte (48). 

Inizia il secondo libro dei Salmi (41-71).

Salmo 41-42

1Al maestro del coro. Maskil. Dei figli di Core. 

Il salmista esprime il desiderio di poter riprendere a celebrare il culto nel tempio: «soltanto nella preghiera il bisogno oggettivo di Dio si fa desiderio soggettivo. La meditazione del salmo dovrebbe indurci a questa disposizione d’animo» (RS 302). 

Il salmo diventa, anche, la «preghiera dei fedeli che desiderano il Signore e che invitano se stessi a non turbarsi nelle avversità della vita, poiché sanno di poter contare sull’aiuto di Dio» (BW 176). 

2Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. 

Non potendo più frequentare il tempio, si strugge nel desiderio di poterlo fare: «“Desidero e bramo celebrare il culto del mio Dio”» (Td 1170). 

Il desiderio di Dio è, tuttavia, un’istanza che pervade tutta l’esistenza; la cerva rappresenta il credente liberato da ogni attaccamento che separa dal Signore: «Tu mi dirai, se sei cervo: Dio sa che io non sono più avaro, che non ardo più nel desiderio dell'adulterio, che non mi consumo nell'odio, nell'invidia e in altre colpe di questo genere. Desidera allora ciò che ti può dar gioia; anela alle fonti delle acque; Dio ha di che ristorarti» (Ag36,466). 

Il testo parla di corsi d’acqua o sorgenti d’acqua, quindi di acqua sorgiva. Dio è fonte d’acqua viva (Cf Ger 2,13); allo stesso modo «Cristo è una sorgente sempre viva (Gv 4,14); il salmista non parla di torrenti che possono dissecarsi, ma di una sorgente dalla quale sempre scaturisce acqua» (BW 177). 

3L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio? 

Vedere il volto di Dio, ossia godere della comunione con Lui, era lo scopo del culto. «Qui, a parlare, non è un solo uomo, ma un solo corpo: il Corpo di Cristo che è la Chiesa. Questa aspirazione è la voce dell'unità cristiana» (Ag36,464). 

4Le lacrime sono il mio pane giorno e notte, mentre mi dicono sempre: «Dov’è il tuo Dio?». 

Sembra che Dio abbia abbandonato il suo fedele, visto che non gli concede più la possibilità di incontrarlo. È stata anche l’esperienza di Geremia: «Tu sei diventato per me un torrente infido, dalle acque incostanti» (Ger 15,18). L’apparente abbandono da parte di Dio suscità lo scherno degli increduli. «Gli increduli tra il popolo deridevano i credenti: dov’è il vostro Dio? All’udir queste espressioni di scherno, da parte anche di congiunti e conoscenti, i fedeli facevano ancora più lutto» (Es23,372). 

5Questo io ricordo e l’anima mia si strugge: avanzavo tra la folla, la precedevo fino alla casa di Dio, fra canti di gioia e di lode di una moltitudine in festa. 

L’orante rievoca il passato con nostalgia. È necessario «fuggire la cattiva tristezza perché sempre si oppone al bene: infrange la pazienza, estingue la luce dell’amore, indebolisce il desiderio e il vigore della speranza, sconvolge l’intera esistenza» (BW 181). 

6Perché ti rattristi, anima mia, perché ti agiti in me? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio. 

Privo della possibilità di partecipare al culto, viene pervaso da tristezza. Il cristiano, a sua volta, non gode ancora della pienezza della redenzione e per questo gli capita di rattristarsi: «Forse che già bevo a quella fonte, senza più alcun timore? Forse che sto sicuro da ogni desiderio come se già li avessi tutti vinti e domati? Forse il diavolo mio nemico non veglia contro di me?» (Ag36,471). 

7In me si rattrista l’anima mia; perciò di te mi ricordo dalla terra del Giordano e dell’Ermon, dal monte Misar. 8Un abisso chiama l’abisso al fragore delle tue cascate; tutti i tuoi flutti e le tue onde sopra di me sono passati. 

Si trova nell’Alta Galilea, nella regione delle sorgenti del Giordano, e si sente come una pietra del fiume percossa dal rocorrente precipitare dei flutti. «Le correnti mi hanno circondato; tutti i tuoi flutti e le tue onde sopra di me sono passati. Io dicevo: “Sono scacciato lontano dai tuoi occhi; eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio”» (Gn 2,3-4). «Le tue ondate sono passate su di me, tuttavia so bene, e sono del tutto convinto, che non c’è alcun momento nel quale tu non usi misericordia» (Es23,376). «L’abisso dei peccati invoca l’abisso della misericordia di Dio» (Atn 204).

9Di giorno il Signore mi dona il suo amore e di notte il suo canto è con me, preghiera al Dio della mia vita. 

«Di giorno, ossia nella prosperità, Dio ha chiesto di saper accogliere [i doni] della sua misericordia e di condividerli con altri. Di notte, ha comandato il cantico, cioè di saper gioire anche nelle tribolazioni (Cf 1 Ts 1,6). Di giorno Egli annuncia la misericordia, ma di notte la fa sperimentare in un modo ancora più sensibile» (BW 179). 

10Dirò a Dio: «Mia roccia! Perché mi hai dimenticato? Perché triste me ne vado, oppresso dal nemico?». 11Mi insultano i miei avversari quando rompono le mie ossa, mentre mi dicono sempre: «Dov’è il tuo Dio?». 

Dopo aver parlato ad altri della sua situazione, si propone di parlare con il Signore e, gradualmente, passerà dallo sconforto alla speranza. Compare il verbo, dimenticare shacha), meno drammatico di abbandonare (‘azab) del salmo 21,2. 

12Perché ti rattristi, anima mia, perché ti agiti in me? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio. 

«Osservate un poco se questo discorso non si ritrova in quel conflitto di cui parla l'Apostolo: amo con voi la legge di Dio secondo l'uomo interiore ma vedo un'altra legge nelle mie membra (Cf Rm 7,23), cioè i sentimenti carnali; e in questa lotta quasi disperata invoca la grazia di Dio. Il Signore stesso si è degnato di prefigurare in sé tali forze che tra loro combattono, allorché dice: “Triste è l'anima mia sino alla morte” (perilypos: Mc 14,34)» (Ag36,480). 

42. 1Fammi giustizia, o Dio, difendi la mia causa contro gente spietata; liberami dall’uomo perfido e perverso. 2Tu sei il Dio della mia difesa: perché mi respingi? Perché triste me ne vado, oppresso dal nemico. 

Trasformato dallo Spirito nella sua preghiera, si apre alla speranza in un futuro, essa consente a Dio di intervenire nella nostra vita: «Da quella morte Dio ci ha liberati e ci libererà, per la speranza che abbiamo riposto in lui, che ci libererà ancora» (2 Cor 1, 9). 

3Manda la tua luce e la tua verità: siano esse a guidarmi, mi conducano alla tua santa montagna, alla tua dimora. 

Chiede d’essere scortato da due personificazioni di virtù divine, dalla luce e dalla verità. «Implora che vengano inviate la luce che allora non era ancora brillata sulla terra e la verità. Il Salvatore lo insegna di persona, dicendo: “Io sono la luce” (Gv 8,12), “Io sono la verità e la vita” (Gv 14,6). Ha felicemente collegato la luce alla verità poiché ciò che è la luce sensibile per gli occhi del corpo, lo è la verità per l’anima» (Es23,381). 

4Verrò all’altare di Dio, a Dio, mia gioiosa esultanza. A te canterò sulla cetra, Dio, Dio mio. 

«Desidero poter avvicinarmi all'altare che ho tanto amato. Desidero contemplarti nel culto poiché tu mi concedi il dono di una grande gioia e mi colmi di ogni bene desiderato. Là canterò con la cetra i canti rituali» (Td 1177). 

Nella LXX, invece di al Dio della mia gioiosa esultanza, c’è al Dio che rallegra la mia giovinezza: «Chiama giovinezza la gioia che rinnova l’anima» (Atn 204). «Per giovinezza s’intende il rinnovamento di vita. Dio restaura ogni cosa. Ciò che era decaduto, lo ridona ai credenti rinnovato mediante quella giovinezza che è la fede ferma» (BW 181). 

Salmo 43

1Al maestro del coro. Dei figli di Core. Maskil. 

La comunità che, un tempo, ha conosciuto l’aiuto di Dio, ora lamenta di essere stata dimenticata, benchè ritenga di essere rimasta fedele a lui. Chiede, perciò, a Dio di riprendere ad operare a suo favore, come nel passato. «Supplica dei martiri o dei confessori che chiedono, nel giudizio futuro, di ottenere giustizia sui nemici» (BW 181). 

2Dio, con i nostri orecchi abbiamo udito, i nostri padri ci hanno raccontato l’opera che hai compiuto ai loro giorni, nei tempi antichi. 

«Tu sei davvero grande, Signore Dio! Nessuno è come te, proprio come abbiamo udito con i nostri orecchi. E chi è come il tuo popolo, unica nazione sulla terra che Dio è venuto a riscattare come popolo per sé?» (2 Sam 7,22-23). 

3Tu, per piantarli, con la tua mano hai sradicato le genti, per farli prosperare hai distrutto i popoli.

Il popolo viene paragonato ad una pianta che estende le sue radici, in modo graduale. «Ti avevo piantato come vigna scelta, tutta di vitigni genuini» (Ger 2,21). «Rigogliosa vite era Israele, che dava frutto abbondante» (Os 10,1). «Io ho piantato, ma è Dio che ha fatto crescere» (1 Cor 3,6). 

4Non con la spada, infatti, conquistarono la terra, né fu il loro braccio a salvarli; ma la tua destra e il tuo braccio e la luce del tuo volto. 

Dio ha donato la terra al suo popolo, senza che questi abbia dovuto conquistarla: «Mandai i calabroni davanti a voi, per sgominare i due re amorrei non con la tua spada né con il tuo arco. Vi diedi una terra che non avevate lavorato» (Gs 24,12-13). «Guardati dal pensare: la mia forza e potenza hanno acquistato queste ricchezze. Ricordati invece del Signore tuo Dio perché Egli ti da la forza per acquistare ricchezze» (Dt 8,17-18). 

La terra promessa del cristiano è la vita eterna, che già abbiamo ricevuto in parte, come caparra, nel dono dello Spirito Santo: «Avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione» (Ef 1,13-14).

Perché tu li amavi: 

«Poiché ha amato i tuoi padri, ti ha fatto uscire dall’Egitto» (Dt 4,37). «Non voleva che si dicesse: i nostri padri furono graditi per i loro meriti e per questo poterono ottenere dei doni così grandi; il beneficio non fu donato per i meriti, ma perché a Dio aveva voluto elargirlo, poiché ogni suo dono è gratuito» (Cs 341). 

«Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi» (Gv 15,16). 

5Sei tu il mio re, Dio mio, che decidi vittorie per Giacobbe. 6Per te abbiamo respinto i nostri avversari, nel tuo nome abbiamo annientato i nostri aggressori. 7Nel mio arco infatti non ho confidato, la mia spada non mi ha salvato, 8ma tu ci hai salvati dai nostri avversari, hai confuso i nostri nemici. 

Il protagonista di ogni liberazione è stato il Signore. «Proclamano le vittorie del Signore, le vittorie del suo governo in Israele» (Gdc 5,11). «Concede al suo re grandi vittorie, si mostra fedele al suo consacrato» (Sal 17,51). 

«L’uomo è liberato soltanto dalla grazia di Dio: “Ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del Figlio del suo amore” (Col 1,12-13). Di questa liberazione quel popolo era simbolo quando fu liberato dal potere degli egiziani e trasportato nel regno della terra promessa, ove scorrevano il latte e il miele, la cui dolcezza raffigura la dolcezza della grazia» (Ag36,1003). 

9In Dio ci gloriamo ogni giorno e lodiamo per sempre il tuo nome. 

«Ci gloriamo in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo» (Rm 5,11). «È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore» (Fil 2,13). «Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene» (Ef 2,8-9). 

10Ma ora ci hai respinti e coperti di vergogna, e più non esci con le nostre schiere. 

Respinti (da zanah): respingere, aborrire, ripudiare. Israele si sente come una posa tradita? Il salmo successivo, confermerà la fedeltà dello Sposo divino. «Chi non avverte più l’assistenza divina, crede di essere respinto e abbandonato. Ma talvolta Dio abbandona temporaneamente quelli che vuole siano premiati nella lotta: vuole che vincano per mezzo della fede» (Am14,1156). 

Dio, presente nell’arca, è considerato il capo dell’esercito d’Israele. «Come si saprà che ho trovato grazia ai tuoi occhi, io [Mosè] e il tuo popolo, se non nel fatto che tu cammini con noi?» (Es 33,16). 

11Ci hai fatto fuggire di fronte agli avversari e quelli che ci odiano ci hanno depredato. 

«Israele fu sconfitto [dai Filistei] e fu costretto a fuggire nella sua tenda. La strage fu molto grande; in più l’arca di Dio fu presa» (1 Sam 4,10). 

Il popolo cristiano ha conosciuto la necessità della fuga: «In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti, ad eccezione degli apostoli, si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samaria» (At 8,1). 

12Ci hai consegnati come pecore da macello, ci hai dispersi in mezzo alle genti. 

Essere pecore da macello era il destino dei nemici: «Li farò scendere al macello, come agnelli» (Ger 51,40). Fu anche il destino del profeta: «Ero come agnello mansueto che viene portato al macello» (Ger 11,19) e del Servo del Signore: «Si lasciò umiliare e non aprì la bocca: era come un agnello condotto al macello» (Is 53,7). 

Dopo la vicenda di Gesù, la mitezza appare una forza: «Finché siamo pecore, vinciamo ma, se diventiamo lupi, siamo sconfitti perché ci viene meno il soccorso del pastore. Non pascola lupi, ma pecore e quindi ti abbandona e si ritira perché non permetti che si mostri la sua potenza» (Crisostomo, Su Matteo/2 33,1 p.118)§

13Hai svenduto il tuo popolo per una miseria, sul loro prezzo non hai guadagnato. 

«Dice il Signore: "Dov'è il documento di ripudio di vostra madre, con cui l'ho scacciata? Oppure a quale dei miei creditori io vi ho venduti?» (Is 50,1). In realtà non esistono documenti che attestino il ripudio da parte di Dio o una compravendita dei suoi fedeli. Tutto può tornare come un tempo. 

14Hai fatto di noi il disprezzo dei nostri vicini, lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno. Ci hai resi la favola delle genti, su di noi i popoli scuotono il capo. 16Il mio disonore mi sta sempre davanti e la vergogna copre il mio volto, 17per la voce di chi insulta e bestemmia davanti al nemico e al vendicatore. 

«Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore o delatore. Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; per questo nome, anzi, dia gloria a Dio» (1 Pt 4,15-16). «Ritengo che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi» (1 Cor 4,9.13). 

18Tutto questo ci è accaduto e non ti avevamo dimenticato, non avevamo rinnegato la tua alleanza. 

Il popolo considera del tutto immeritata la sventura che sta subendo. Di solito è il popolo a dimenticare Dio (Dt 32,18; Is 17,10; Ger 18,15), mentre ora sembra accadere il contrario. In questi casi, il Signore rassicura: «Sion ha detto: “Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato”. Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai» (Is 49,14-15).

19Non si era volto indietro il nostro cuore, i nostri passi non avevano abbandonato il tuo sentiero; 20ma tu ci hai stritolati in un luogo di sciacalli e ci hai avvolti nell’ombra di morte.

«Avete accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo» (1 Ts, 1,6). «Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua perseveranza. Sei perseverante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti» (Ap 2,2-3). «Parlano coloro che non vengono meno in mezzo a tutte le angustie; coloro che non si rallegrano per la parola di Dio solo per un momento, e che nel tempo della tribolazione inaridiscono come se fosse sorto il sole, ma hanno le radici della carità (Cf Mt 13,6). Abbi, ripeto, la radice della carità, in modo che, quando sarà sorto il sole, non ti brucerà, ma ti nutrirà» (Ag36,490). 

21Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio e teso le mani verso un dio straniero, 22forse che Dio non lo avrebbe scoperto, lui che conosce i segreti del cuore?

«Dio dice ad Abramo: “Ora ho saputo che tu temi Dio. Forse che prima non lo sapeva?” Ma era Abramo che non lo sapeva, ha imparato nella tentazione a conoscere se stesso. La maggior parte degli uomini infatti crede di potere ciò che non può, oppure di non potere ciò che può» (Ag36,490). 

23Per te ogni giorno siamo messi a morte, stimati come pecore da macello. 

Nonostante la sventura, Dio non trascura il suo popolo: «Io ti ho formato, mio servo sei tu; Israele, non sarai dimenticato da me» (Is 44,21). 

«In tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a Colui che ci ha amati. Io sono persuaso che né morte né vita, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore» (Rm 8,38-38). 

24Svégliati! Perché dormi, Signore? Déstati, non respingerci per sempre! 25Perché nascondi il tuo volto, dimentichi la nostra miseria e oppressione?

«Svegliati, svegliati, rivestiti di forza, o braccio del Signore. Svegliati come nei giorni antichi» (Is 51,9). «Si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: “Salvaci, Signore, siamo perduti!”» (Mt 8,25). 

26La nostra gola è immersa nella polvere, il nostro ventre è incollato al suolo. 

«Abbiamo ricevuto su di noi la sentenza di morte, perché non ponessimo fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti. Da quella morte però egli ci ha liberato e ci libererà» (2 Cor 1,10-11). 

27Alzati, vieni in nostro aiuto! Salvaci per la tua misericordia!

«Riscattaci gratuitamente: per il tuo nome, non per i miei meriti; perché tu ti sei degnato di fare, non perché io sia degno che tu operi per me» (Ag36,493). 

Salmo 44

1Al maestro del coro. Su «I gigli». Dei figli di Core. Maskil. Canto d’amore. 

Un componimento creato in occasione delle nozze di un re d’Israele con una principessa fenicia, diventa celebrazione dell’amore nuziale di Dio verso il suo popolo. La mistica biblica non prevede la dissoluzione della persona nel mare dell’Uno divino ma l’unione amorevole con Dio nelle nozze spirituali. Sembra la risposta al dubbio del popolo: ora ci hai respinti, ripudiati (Sal 43,10). 

«Il Profeta, pieno di Spirito Santo, si propone di parlare dell’incarnazione di Cristo Signore e celebra la Chiesa, Sposa di Cristo, a motivo delle sue qualità spirituali» (BW 186). 

2Liete parole mi sgorgano dal cuore: io proclamo al re il mio poema, la mia lingua è come stilo di scriba veloce. 

«Mi sento pieno di parole, mi preme lo spirito che è dentro di me. Dentro di me c’è un vino che squarcia gli otri nuovi» (Gb 32,18-19). Lo Spirito scrive i suoi pensieri, non più su tavole di pietra, ma in noi stessi, a misura del grado di purezza a cui siamo giunti. In seguito, la lingua del giusto, mossa dallo Spirito Santo, scrive parole di vita eterna nel cuore dei credenti (Cf Bsl 394). 

3Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo. 

«Cristo è bello per coloro che sono in grado di intuire la sua bellezza che trascende questo mondo» (Atn 209). «Essa riguarda la sua santità» (Es23,396). «Paolo, quando vide lo splendore del Signore, giudicò tutto come spazzatura (Cf Fil 3,8) (Cf Bsl 396). 

Sulle tue labbra è diffusa la grazia, perciò Dio ti ha benedetto per sempre. 

«La bellezza dello sposo, ossia la sua forza d’attrazione, si manifesta nella sapienza del parlare. È scritto nel Vangelo: “si stupivano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca” (Lc 4,22)» (Cf Bsl 398). 

4O prode, cingiti al fianco la spada, tua gloria e tuo vanto, 5e avanza trionfante. 

Dopo la sapienza, si esalta la forza del re, rappresentata dalla spada al fianco. Cristo Gesù adopera come spada la sua parola: «La sua parola è efficace e più affilata di una spada a doppio taglio (Eb 4,12)» (Bsl 400). 

Cavalca per la causa della verità, della mitezza e della giustizia. 

Il Messia cavalca in umiltà e mitezza (Cf Sal 44,9): «Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino» (Zc 9,9). «Ascoltiamo il Signore stesso dire ai discepoli: Io sono la via, la verità e la vita (Gv 14,10); Imparate da me che sono mite ed umile di cuore (Mt 11,29); a Giovanni Battista dice: Lascia che adempiamo ogni giustizia (Mt 3,15). Mediante queste virtù, rovesciò la tirannia diabolica, distrusse la morte, donò la salvezza ai credenti» (Td 1189). 

6Le tue frecce sono acute – sotto di te cadono i popoli –, colpiscono al cuore i nemici del re. 

«Le parole dei sapienti sono come pungoli» (Sir 12,11) (Bsl 401). «Frecce acute sono le parole efficaci: raggiungono il cuore degli ascoltatori, battono e colpiscono le anime sensibili. «Frecce acute furono gli apostoli inviati ad evangelizzare su tutta la terra. Dopo aver reso acuti se stessi, risplendevano per le opere di giustizia e si insinuarono finemente nell’animo dei discepoli» (Bsl 401.403). 

7Il tuo trono, o Dio, dura per sempre; scettro di rettitudine è il tuo scettro regale. 

“Siedi come un dio, su un trono eterno” (Cf Eb 1,8). Il re era considerato una figura divina: «Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente» (Is 9,5). In Gesù, si manifesta Dio stesso in pienezza, poiché è irradiazione della sua gloria (Eb 1,3). 

8Ami la giustizia e la malvagità detesti. 

Celebra la sapienza amministrativa del sovrano. «L'Unigenito si fece uomo per rettificare in se stesso il comportamento degli uomini. Voleva che gli uomini divenissero partecipi di Lui e conoscessero la sua gioia; fossero in grado di amare la giustizia e odiare l'iniquità» (Atn 209). 

Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni. 

Un unguento particolare distingueva i sacerdoti e i re, ma la carne del Signore fu unta con la presenza dello Spirito Santo, chiamato qui olio di gioia. Agli uomini che furono partecipi di Cristo, fu data una qualche comunione con lo Spirito, invece sul Figlio di Dio, discese e rimase senza alcuna misura (Cf Gv 3,34) (Cf Bsl 405). 

9Di mirra, aloe e cassia profumano tutte le tue vesti; da palazzi d’avorio ti rallegri il suono di strumenti a corda. 

Concluso l’elogio dello sposo, il salmista descrive i particolari della festa. L’abito nuziale: «Le vesti dell'Unigenito rappresentano le sue qualità, le quali, furono per noi un buon odore: “Profumo effuso è il tuo Nome”, “Corriamo, attirati dal tuo profumo” (Ct 1,34)» (Atn 209.212). I sovrani antichi si costruirono case d’avorio (Cf 1 Re 22,39); troni d’avorio (2 Cr 9,17). 

10Figlie di re fra le tue predilette; alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir. 

«Le fanciulle sono senza numero ma unica è la mia perfetta» (Ct 6,8-9). «Le figlie di re, cioè di Cristo e della sua Chiesa, sono le singole persone ma la regina stessa sta alla sua destra. Chi è costei se non l’intera Chiesa cattolica proveniente da tutte le genti?» (Es23,401). «La regina è la Chiesa, Sposa di un re così grande. La collocazione alla destra significa l’onore che riceverà nel secolo futuro. La sua veste preziosa è costituita dalla fede, dalla speranza e dalla carità. Possiede una veste ancora più splendida, cioè lo stesso Cristo: “Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo” (Gal 3,26)» (Atn 212). 

11Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio: dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre. 

La principessa straniera viene invitata a compiere lo stesso percorso spirituale di Abramo: abbandonare le divinità per aderire a Dio solo. La stessa scelta fu compiuta da Rut, la moabita. Disse alla suocera Noemi, israelita: «Dove andrai tu, andrò anch’io; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio» (Rut 1,16). «I battezzandi devono dimenticare la casa del padre e il loro popolo. Una volta purificata, l’anima ritroverà di nuovo la bellezza con la quale fu creata ad immagine di Dio» (Crl 1044). 

12Il re è invaghito della tua bellezza. È lui il tuo signore: rendigli omaggio. 

«Cristo ha amato la Chiesa per renderla santa, tutta gloriosa» (Ef 5,25). «Sebbene questa esortazione sia rivolta a tutta la Chiesa, conviene in modo particolare alla Vergine Maria» (Bs 858). 

13Gli abitanti di Tiro portano doni, i più ricchi del popolo cercano il tuo favore. 

I concittadini della sposa vengono dalla Fenicia a renderle omaggio: «Tiro significa le genti che avrebbero creduto in Cristo. Di lì veniva la donna Cananea» elogiata da Gesù per la sua fede (Ag36,511). 

14Entra la figlia del re: è tutta splendore, tessuto d’oro è il suo vestito. 15 È condotta al re in broccati preziosi. 

La vestizione vale per la sposa ma soprattutto per la Chiesa: «Io gioisco pienamente nel Signore, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza, come una sposa si adorna di gioielli» (Is 61,10). «Le hanno dato una veste di lino puro splendente» (Ap 19,8). «Mi mostrò la città santa, risplendente della gloria di Dio» (Ap 21,10).

Dietro a lei le vergini, sue compagne, a te sono presentate; 16condotte in gioia ed esultanza, sono presentate nel palazzo del re. 

Le compagne partecipano alla festa e sono ammesse all’interno del palazzo. Tutti i singoli credenti partecipano ai beni della Chiesa/Sposa: «Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa tutti voi che l’amate. Così sarete allattati e vi sazierete al seno delle sue consolazioni» (Is 66,10-11). 

17Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli; li farai principi di tutta la terra. 

Augurio di fecondità rivolto agli sposi. Esiste anche una discendenza spirituale: «Al posto dei patriarchi, per mezzo di Cristo, le nacquero dei figli che compirono le opere di Abramo, e furono onorati come quelli, per aver compiuto opere eguali alle loro» (Bsl 413). «Non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o figli per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e figli» (Mc 10,29-30). 

18Il tuo nome voglio far ricordare per tutte le generazioni; così i popoli ti loderanno in eterno, per sempre. 

La discendenza di David durerà in eterno: «Il tuo trono sarà reso stabile per sempre» (2 Sm 7,16). 

Salmo 45

1Al maestro del coro. Dei figli di Core. Per voci di soprano. Canto. «Preghiera dei credenti che non vengono presi da paura neppure nello sconvolgimento del mondo, certi della protezione divina» (BW 190). (Altri salmi che celebrano Sion: 47, 75, 83, 86, 121). 

2Dio è per noi rifugio e fortezza, aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.

 «Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti» (Fil 4,6). «Pochi sono gli uomini che non si lasciano turbare dagli eventi e si affidano interamente a Dio, riponendo in lui ogni speranza» (Bsl 418). «Vi sono certi rifugi in cui non c'è forza; chi si rifugia in essi, si indebolisce, anziché rafforzarsi» (Ag36,515). 

3Perciò non temiamo se trema la terra, se vacillano i monti nel fondo del mare. 

«Anche se i monti si spostassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto» (Is 54,10). Viene evocata una catastrofe totale, un irrompere del caos primordiale. Nel corso dell’evangelizzazione, gli apostoli dovettero affrontare difficoltà estreme: «Quando essi andavano per il mondo, le città in cui giungevano erano scosse da turbamento profondo. Demetrio sollevò gli Efesini (Cf At 19,23); uno sconvolgimento simile si verificò a Listra e a Derbe (Cf At 14,16.19). Erano gli spiriti maligni ad agitare le acque. Quanti si erano lasciati turbare da loro dicevano: “quei tali che mettono il mondo in agitazione, sono venuti anche qui(At 17,6)» (Td 1201). 

4Fremano, si gonfino le sue acque, si scuotano i monti per i suoi flutti. 

«Ho fissato un limite [al mare] dicendo: “Fin qui giungerai e non oltre e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”» (Gb 38,10-11). «Il credente potrà dire: “In tutte queste cose siamo più che vincitori per mezzo del Signore che ci ha amati” (Rm 8,37). È tanto lontano dallo scoraggiarsi al punto da affermare: “Ci gloriamo anche nelle tribolazioni” (Rm 5,3)» (Bsl 420). 

5Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio, la più santa delle dimore dell’Altissimo. 

In Gerusalemme era stato scavato il canale di Siloe che portava in città l’acqua del Ghicon (2 Cr 32,30). “Le acque di Siloe, che scorrono piano” (Is 8,6) ricordavano l’assistenza divina. «Farò scorrere verso di essa, come un fiume, la pace» (Is 66,12). «Mi mostrò un fiume d’acqua viva, limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello» (Ap 22,1). «Il fiume di Dio è lo Spirito Santo che zampilla in coloro che ne sono degni (cf Gv 4,13). Città rallegrata dalla piena dello Spirito Santo sono tutti questi credenti» (Cf Bsl 422). 

6Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare. 

«Gioisci, figlia di Sion, poiché ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te» (Zc 2,14). «Il Signore ha promesso nel Vangelo: “Sono con voi ogni giorno, fino alla fine dei secoli” (Mt 28,20); “Dove due o tre sono radunati nel mio Nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). 

Dio la soccorre allo spuntare dell’alba. 

«Dio soccorre con un aiuto pronto ed efficace» (Td 1204). «Alla sera, ecco, era tutto uno spavento; prima del mattino, [l’invasore] già non è più. Questo è il destino di chi ci depredava» (Is 17,14). 

7Fremettero le genti, vacillarono i regni; egli tuonò: si sgretolò la terra.8 Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe. 

Respingendo un assalto di popoli contro Gerusalemme, il Signore si rivela come il Dio con noi. «Immagina una città assediata, pronta a capitolare; immagina poi uno stratega che compaia all’improvviso e la liberi. Una simile speranza è offerta dal Salvatore alla città di Dio. Egli si manifesta come l’Emanuele (Cf Is 7,14)» (Cf Bsl 426). 

9Venite, vedete le opere del Signore, egli ha fatto cose tremende sulla terra. 

Il Signore di continuo ci invita ad avvicinarci a Lui: «È la voce di un padre, che a braccia aperte chiama a sé coloro che fino a poco prima si sottraevano a Lui» (Bsl 427). Egli opera cose tremende, ben superiori alle possibilità umane, tali da suscitare uno stupore immenso. «Oggi abbiamo visto cose prodigiose» (Lc 5,26). 

10Farà cessare le guerre sino ai confini della terra, romperà gli archi e spezzerà le lance, brucerà nel fuoco gli scudi. 

«Gli abitanti delle città d’Israele usciranno e per accendere il fuoco bruceranno armi, scudi, archi e frecce, e con quelle alimenteranno il fuoco per sette anni» (Ez 39,9; Cf Is 2,4; 9,4). «Vedi com’è pacifico l’animo del Signore? Pur essendo il Signore degli eserciti, non ferisce mai neppure un avversario, nessuno atterra, con nessuno viene a battaglia» (Bsl 427). Il Signore distrugge l’arma della nostra presunzione affinché contiamo sulla sua forza: «Se il tuo valore è in te, necessariamente sarai turbato. Ascolta il Signore che dice: “Ti basti la mia grazia” (2 Cor 12,9). Tu che desideravi essere potente in te stesso, sei stato fatto debole da Dio, perché tu potessi divenire forte per opera sua» (Ag36,523). 

11Fermatevi! Sappiate che io sono Dio, eccelso tra le genti, eccelso sulla terra. 

«Arco, spada e guerra eliminerò dal paese; e li farò riposare tranquilli» (Os 2,20). “Fermatevi” oppure “prendete tempo per… (LXX scholàsate)”: «Fino a quando siamo presi da occupazioni estranee a Dio, non possiamo avvicinarci a Lui per conoscerlo. Procuriamo di tenere sempre occupata nel bene la nostra dimora interiore in modo da ospitare in noi stessi Cristo, per mezzo dello Spirito Santo» (Bsl 427.430). 

12Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe. 

Salmo 46

1Al maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo. 

Proclamazione della regalità universale di Dio. I popoli, un tempo sottomessi, ora, in modo spontaneo, aderiscono al Dio di Abramo, per formare un unico popolo con Israele. 

2Popoli tutti, battete le mani! Acclamate Dio con grida di gioia, 3perché terribile è il Signore, l’Altissimo, grande re su tutta la terra. 

«Il Signore è altissimo per la Chiesa, terribile contro i nemici: i malvagi [i demoni] non dominano più sugli uomini. Ha dato ai discepoli il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e ha sottomesso ai loro piedi tutta la schiera dei demoni (Cf Lc 10,18)» (Atn 217). 

4Egli ci ha sottomesso i popoli, sotto i nostri piedi ha posto le nazioni. 

Gesù ha sottomesso i popoli morendo sulla croce per loro: «Non gli bastò avere sotto di sé un solo popolo; ha riscattato la terra intera. Riscattandoci, ci ha reso suoi amici» (Ag36,526). 

5Ha scelto per noi la nostra eredità, orgoglio di Giacobbe che egli ama. 

«Nella sua grande misericordia, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, ci ha rigenerati per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe» (1 Pt 3,4). 

6Ascende Dio tra le acclamazioni, il Signore al suono di tromba. 

«Davide e tutta la casa d’Israele trasportavano l’arca del Signore con tripudi e a suon di tromba» (2 Sam 6,15). Le acclamazioni sono un corrispettivo del giubilo. «Ascende Dio tra il giubilo. Che cosa è il giubilo se non la gioia ammirata che non riesce ad esprimersi a parole? I discepoli quando videro salire al cielo Gesù si meravigliarono, colmi di gioia; siccome per questa gioia non bastavano le parole, non restò loro che esprimere con il giubilo ciò che nessuno poteva spiegare» (Ag36,528). «Nei cieli apparve una visione straordinaria per gli angeli: l'uomo adornato di gloria divina e innalzato al di sopra di ogni aspettativa» (Crl 1054). 

7Cantate inni a Dio, cantate inni, cantate inni al nostro re, cantate inni; 8perché Dio è re di tutta la terra, cantate inni con arte. 

«Voi, o popoli, imitando lo stesso servizio [reso dagli angeli], inneggiate al Dio! Chi possiede la gioia che è conforme a Dio può salmeggiare. “Chi di voi si sente gioioso? Salmeggi!” (Cf Gc 5,13)» (Atn 217). 

9Dio regna sulle genti, Dio siede sul suo trono santo. 

Ora Cristo siede presso il Padre e abita in ogni credente. «Vuoi essere il suo trono? Prepara per lui un posto nel tuo cuore; egli viene e, volentieri, vi si stabilisce. Dio dimora in tutti gli uomini che vivono nella carità» (Ag36,529.530). 

10I capi dei popoli si sono raccolti come popolo del Dio di Abramo. 

Nasce un nuovo popolo di Dio, formato da ebrei e pagani. «Io verrò a radunare tutti i popoli e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria» (Is 66,18b). «Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore e diverranno suo popolo» (Zc 2,15). 

Sì, a Dio appartengono i poteri della terra: egli è eccelso. 

«Ha preso possesso del suo regno il Signore, il nostro Dio, l’Onnipotente» (Ap 19,6). 

Salmo 47

1Cantico. Salmo. Dei figli di Core. 

Ringraziamento a Dio per il soccorso prestato a Gerusalemme nel corso d’un assedio. «Preghiera del profeta che loda Dio per aver dilatato la sua Chiesa nel tempo» (BW 194). 

2Grande è il Signore e degno di ogni lode nella città del nostro Dio. 

Dio è grande per la sua forza creatrice ma soprattutto per la sua bontà che manifesta per il suo popolo: «Guardando il cielo e osservando il mondo intero, comprenderai perché Dio sia proclamato tale; più ancora: è grande per la sapienza, la bontà, la pazienza, per l’amore verso l’uomo» (Es23,417.420). 

La tua santa montagna, 3altura stupenda, è la gioia di tutta la terra. 

In Gerusalemme, il luogo più eminente era il monte di Sion, sul quale si egeva il tempio del tempio. Il Sion viene definito “bella altura” (yafeh nof) e la bellezza suscita gioia: «Tutto il popolo risalì dietro [a Salomone], il popolo suonava i flauti e godeva di una grande gioia; il loro clamore lacerava la terra» (1 Re 1,40). Nella rilettura cristiana, «il monte santo è Cristo Signore, fondamento e culmine della Chiesa. Di questo monte parla il profeta Daniele (Dn 2,35)» (Cs 334) «Monte santo è [anche] la Chiesa per la sublimità del suo insegnamento su Dio» (Atn 220). «La gioia derivata dalla manifestazione [del Cristo] è diffusa in tutto il mondo e la grazia ha sovrabbondato» (Atn 220); ad es.: «Vi fu grande gioia in quella città» (At 8,8).

Il monte Sion, vera dimora divina (Tsafon), è la capitale del grande re. 

La vera dimora di Dio è il Sion. Esso è il vero Tsafon (estremo nord), una dimora mitologica delle divinità (Cf Is 14,13: beyarkethè tzafon). «Il monte degno di Dio è di per sé il cielo stesso ma Egli non ha sdegnato di avere nel suo regno gli uomini che sono ancora sulla terra» (Es23,420). 

4Dio nei suoi palazzi un baluardo si è dimostrato. 

«Io proteggerò questa città e la salverò, per riguardo a me stesso e al mio servo Davide» (Is 37,35). 

5Ecco, i re si erano alleati, avanzavano insieme. 6Essi hanno visto: atterriti, presi dal panico, sono fuggiti. 

«Dio è invisibile ma si può vedere la sua presenza quando soccorre la sua città, assediata da nemici» (Es23,421). Viene descritto l’assedio da parte di popoli stranieri (ad es. «L’angelo del Signore scese e percosse nell’accampamento degli assiri…», Cf Is 37,35-36). 

7Là uno sgomento li ha colti, doglie come di partoriente, 8simile al vento orientale, che squarcia le navi di Tarsis. 

Il vento orientale, particolarmente violento (Os 13,15), può far affondare le grosse navi mercantili (Ez 27,25); [Tarsis; forse Tartesso o Tharros, in Sardegna o in Andalusia]. 

9Come avevamo udito, così abbiamo visto nella città del Signore degli eserciti, nella città del nostro Dio. 

Nella fuga degli assedianti, Israele ha verificato l’adempiersi delle promesse di Dio. Il pieno adempimento si trova in Cristo: «Tutte le promesse di Dio in lui [Cristo] sono “sì”» (2 Cor 1,20). «Il Salvatore diceva: “Molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete” (Lc 10,24). Ma queste parole valgono anche per noi che, ai nostri giorni, vediamo le stesse opere» (Es23,425). 

Dio l’ha fondata per sempre: Ha fondato Gerusalemme e la Chiesa: «Ha edificato la città “sul fondamento degli apostoli e dei profeti, ponendo Cristo Signore come pietra angolare” (Ef 2,20). Il Signore stesso ha detto a Pietro: “Sopra questa roccia edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno contro di essa” (Mt 16,18)» (Td 1212). 

10O Dio, meditiamo il tuo amore dentro il tuo tempio. 

Non è possibile stabilire con esattezza il significato del verbo damah: i fedeli vedono realizzarsi, rendersi visibili, le promesse dell’amore di Dio oppure si propongono più semplicemente di renderle vive nella loro mente ricordandole. La LXX presenta il verbo ricevemmo: «La misericoria [ricevuta] è Cristo Signore perché Egli ha avuto misericordia del mondo gravemente malato e venne all’unico scopo di poter perdonare ad ogni credente» (Cs 339).

11Come il tuo nome, o Dio, così la tua lode si estende sino all’estremità della terra; di giustizia è piena la tua destra. 

«Dall’oriente all’occidente grande è il mio nome fra le nazioni e in ogni luogo si brucia incenso al mio nome e si fanno offerte pure, perché grande è il mio nome fra le nazioni» (Ml 1,11). 

12Gioisca il monte Sion, esultino i villaggi di Giuda a causa dei tuoi giudizi. 13Circondate Sion, giratele intorno, contate le sue torri, 14osservate le sue mura, passate in rassegna le sue fortezze, per narrare alla generazione futura. 

I fedeli sono invitati a perlustrare la città per poter verificare, anche personalmente, la sua solidità e quindi la credibilità della protezione divina. «Abbiamo una città forte; mura e bastioni egli ha posto a salvezza» (Is 26,1). «Guarda Sion, la città delle nostre feste! I tuoi occhi vedranno Gerusalemme, dimora tranquilla, tenda che non sarà più rimossa» (Is 33,20). «Circondate Sion, cioè difendete la Chiesa con la vostra fede e abbracciatela nella carità»  (BW 196). 

15Questo è Dio, il nostro Dio in eterno e per sempre; egli è colui che ci guida oltre la morte (ebraico); in ogni tempo (LXX). 

«Sia sufficiente per noi predicare Lui nella Chiesa poiché Cristo Dio è il nostro re per sempre: è Lui che ci guida e ci ama. Non dobbiamo mai cercare di sottrarci al suo dominio, accogliendo un insegnamento diverso dal suo ma compiere umilmente ciò che ci chiede» (Bs 868). 

Salmo 48

1Al maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo. 

Riflessione di un sapiente: soltanto il Signore può riscattare dalla morte; potenza o ricchezza non rendono immortali. È Dio il vero bene dell’uomo, il suo futuro. 

2Ascoltate questo, popoli tutti, porgete l’orecchio, voi tutti abitanti del mondo, 3voi, gente del popolo e nobili, ricchi e poveri insieme. 

«Questo salmo, il quale prima era recitato da un solo popolo, nella sinagoga dei Giudei, è recitato ora in tutto il mondo, da tutte le chiese. Si adempie ciò che qui è detto: Ascoltate questo, popoli tutti» (Ag36,543). «Qual è il maestro dotato di tanta sapienza che possa trovare insegnamenti adatti ad una assemblea così vasta? A chiamare a raccolta, è lo Spirito di verità. La Chiesa è una comunione di persone delle più svariate condizioni, [di poveri e ricchi], affinché nessuno resti escluso dai suoi benefici. L’universalità della chiamata è conciliatrice di pace poiché gli uomini che erano opposti tra loro per la condizione [sociale], ora si abituano al reciproco amore» (Bsl 433). 

4La mia bocca dice cose sapienti, il mio cuore medita con discernimento. 5Porgerò l’orecchio a un proverbio, esporrò sulla cetra il mio enigma. 

Il salmista dichiara di parlare per ispirazione: ciò che vi annuncio l’ho appreso dallo Spirito Santo, e non dico nulla di mio o di umano (Cf Bsl 436). 

6Perché dovrò temere nei giorni del male, quando mi circonda la malizia di quelli che mi fanno inciampare? 7Essi confidano nella loro forza, si vantano della loro grande ricchezza. 

«Non si vanti il forte della sua forza, non si vanti il ricco della sua ricchezza. Ma chi vuol vantarsi, si vanti di avere senno e di conoscere me, perché io sono il Signore che pratico la bontà, il diritto e la giustizia sulla terra, e di queste cose mi compiaccio» (Ger 9,22).

8Certo, l’uomo non può riscattare se stesso né pagare a Dio il proprio prezzo. 9Troppo caro sarebbe il riscatto di una vita: non sarà mai sufficiente 10per vivere senza fine e non vedere la fossa. 

Nessun potente o nessun ricco può ottenere con denaro il riscatto dalla morte. Il bene più prezioso, ossia la vita, non è in nostro potere. «Non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati…, ma con il sangue prezioso di Cristo» (1 Pt 1,18). «Ricco (dives) si dice da divo, perché crede di non aver bisogno di nulla come se fosse Dio stesso; proprio per questo dobbiamo considerarlo empio» (BW 190). «Chi ha grande abbondanza di denaro, se in esso non si inorgoglisce, è povero; chi non possiede denaro, ma lo brama perdendosi dietro ad esso, è annoverato da Dio tra i ricchi e i reprobi» (Ag36,545).

11Vedrai infatti morire i sapienti; periranno insieme lo stolto e l’insensato e lasceranno ad altri le loro ricchezze. 12 Il sepolcro sarà loro eterna dimora, loro tenda di generazione in generazione: eppure a terre hanno dato il proprio nome. 

Anche chi ha acquistato numerose o vaste proprietà, avrà come dimora definitiva il sepolcro. Una vita sepolcrale si può anticipare anzitempo: «Gli uomini la cui vita è piena di opere morte, procurate da tutti i loro peccati, hanno come casa un sepolcro per l’eternità. Chi è morto a causa del peccato, non abita una casa ma un sepolcro, perché la sua anima è morta» (Bsl 447). 

13Ma nella prosperità l’uomo non dura: è simile alle bestie che muoiono. 

«Chi vuole essere ricco, non si attacchi ad una parte [a qualche bene], e allora possederà tutto; si unisca a Colui che tutto ha creato» (Ag36,545).

LXX : L’uomo che era in onore non comprese, si rese come le bestie insensate e si fece simile a loro. «Gli uomini hanno la capacità di conoscere il loro Creatore. Dio pose nell’uomo una parte della propria grazia, affinché dal simile conoscesse il Simile» (Bsl 450). Tuttavia «non comprese questo [onore] ma tralasciò di seguire Dio, di assomigliare al suo Creatore e si fece schiavo delle passioni. Ora, come un cavallo pazzo, nitrisce verso la donna del prossimo; ora, come lupo rapace, tende insidie agli altri; un’altra volta ancora, come volpe astuta, inganna il fratello» (Cf Bsl 451). 

14Questa è la via di chi confida in se stesso, la fine di chi si compiace dei propri discorsi. 15Come pecore sono destinati agli inferi, sarà loro pastore la morte; scenderanno a precipizio nel sepolcro, svanirà di loro ogni traccia, gli inferi saranno la loro dimora. 

È inutile inorgoglirsi perché tutti gli uomini condividono la povertà radicale della morte. Chi confida in se stesso si farà pascolare dalla morte; chi Confida in Dio verrà vivificato dal Signore. «Morte è la separazione dell'anima dal corpo ma la vera morte è la separazione dell'anima da Dio» (Ag36,556). 

 16Certo, Dio riscatterà la mia vita, mi strapperà dalla mano degli inferi. 

Compare il messaggio centrale del salmo: Dio riscatta il suo eletto anche dalla morte. «Li strapperò di mano agli inferi, li riscatterò dalla morte» (Os 13,14). «Chi ascolta la mia parola, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita» (Gv 5,24). «Parla della redenzione, che Cristo già mostra in sé. È disceso infatti agli inferi, ed è asceso al cielo. Ciò che abbiamo visto nel Capo, troviamo nel Corpo» (Ag36,556). 

17Non temere se un uomo arricchisce, se aumenta la gloria della sua casa. 18 Quando muore, infatti, con sé non porta nulla né scende con lui la sua gloria. 

«Noi dobbiamo morire e siamo come acqua versata per terra, che non si può più raccogliere» (2 Sam 14,14). «Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare» (Gc 4,14). 

19Anche se da vivo benediceva se stesso: «Si congratuleranno, perché ti è andata bene», 20andrà con la generazione dei suoi padri, che non vedranno mai più la luce. 

«Dirò a me stesso: “Hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio» (Lc 12,20-23).

La sorte del ricco oppressore è ancora più dura: «Qualcuno ora diventa ricco opprimendo il povero? Non sconcertarti perché passa in fretta e non porta con sé nulla della refurtiva. Non avere soggezione del ricco perché muore povero e porta con sé soltanto la materia con la quale alimenterà il fuoco [che lo divorerà]» (BW 206). «I beni che ha divorato, dovrà vomitarli, Dio glieli caccerà fuori dal ventre, perché ha oppresso e abbandonato i miseri, ha rubato case invece di costruirle, perché non ha saputo calmare il suo ventre, con i suoi tesori non si salverà» (Gb 20, 15-19).

21Nella prosperità l’uomo non comprende, è simile alle bestie che muoiono. 

«Ha voluto concludere questo bellissimo salmo ripetendo il ritornello. Si proponeva d’allontanare il peccatore dal suo cattivo proposito, e per questo, ancora una volta, gli pone davanti la sua stoltezza; insiste nell’ammonirlo» (Cs 347). 

Salmi di pentimento

Il vero culto consiste nella confidenza con dio e nell’obbedienza a lui (49). Dio desidera il pentimento per concedere il perdono e rinnovare l’uomo (50)

Salmo 49

1 Salmo. Di Asaf. 

Dio convoca un giudizio per tentare una riconciliazione con il suo popolo. I fedeli, piuttosto che offrire sacrifici, devono dare maggior importanza a coltivare un rapporto familiare con Lui e obbedire al suo volere. 

Parla il Signore, Dio degli dei, convoca la terra da oriente a occidente. 

«Il Signore è il Dio degli dei, il Signore dei signori, il Dio grande, forte e terribile che non usa parzialità, rende giustizia all’orfano, ama il forestiero» (Dt 10,17). «Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il Nome del Signore» (Sal 112,3). 

2 Da Sion, bellezza perfetta, Dio risplende. 

Il monte del tempio, luogo della presenza divina, è denominato “bellezza perfetta” (michlal-iofi). «La tua fama si diffuse fra le genti per la tua bellezza, per la gloria che avevo posto in te» (Ez 16,14). Nella rilettura cristiana, «da Sion è cominciata la bellezza del Vangelo e di lì ha cominciato a predicare [Cristo], il più bello dei figli degli uomini» (Ag36,566.567). «Parla quel Signore che ha mostrato la sua perfezione e bellezza in Sion, dove affrontò la passione salvifica» (Td 1229). 

3Viene il nostro Dio e non sta in silenzio, davanti a lui un fuoco divorante. 

«Il Signore è in lite con il suo popolo, intenta causa con Israele» (Mi 6,2). «Il profeta Daniele ha visto questo fiume di fuoco che scorreva davanti a Lui» (Cf Dn 7,9-10) (Td 1231). «Chi di noi può abitare presso un fuoco divorante?» (Is 33,14). «Il fuoco che lo precede purifica il suo regno; davanti a lui non compaiono né legna, né fieno, né paglia (Cf 1 Cor 3,12). Fuoco è l’insegnamento del Verbo di Dio perché esso consuma le cattive abitudini, mentre saggia i puri» (Es23,436). Nel tempo presente, «tollera i peccatori che ogni giorno compiono cattive azioni, intercede ancora per noi, non riversa la sua ira, ma spera nella nostra conversione» (Ag36,568). 

4Convoca il cielo dall’alto e la terra per giudicare il suo popolo: 5«Davanti a me riunite i miei fedeli, che hanno stabilito con me l’alleanza offrendo un sacrificio». 

La stipula dell’allenza  è raccontata in Es 24,4-8.  

6I cieli annunciano la sua giustizia: è Dio che giudica. 

«Io sono il Signore che amo il diritto e odio la rapina e l’ingiustizia» (Is 61,8). «Non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!» (1 Cor 4,4-5). 

7«Ascolta, popolo mio, voglio parlare, testimonierò contro di te, Israele: Io sono Dio, il tuo Dio. 

Il Signore preferisce assumere il ruolo di parte lesa, anziché quello di giudice e si rivolge ai fedeli con tenerezza (popolo mio). «Il Signore corregge chi ama, come un padre il figlio prediletto» (Pr 3,12). «Quale ingiustizia trovarono in me i vostri padri per allontanarsi da me e correre dietro al nulla, diventando loro stessi nullità?» (Ger 2,5). 

8Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici, i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti. 

Dio non ha bisogno dei nostri doni, ma desidera piuttosto che, conservando un rapporto amichevole con Lui, nutriamo noi stessi grazie alla comunione con Lui. «Chi vuole offrire un olocausto a Dio arda tutto intero del fuoco dell'amore divino. C’è un fuoco della carità ardente: l'anima si infiammi di carità, e questa carità pieghi le membra al suo servizio» (Ag36,576).

9Non prenderò vitelli dalla tua casa né capri dai tuoi ovili. 10Sono mie tutte le bestie della foresta, animali a migliaia sui monti. 11Conosco tutti gli uccelli del cielo, è mio ciò che si muove nella campagna. 

«Voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti» (Os 6,6). «Ti è stato insegnato ciò che il Signore richiede da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio» (Os 6,8). 

12Se avessi fame, non te lo direi: mio è il mondo e quanto contiene. 13Mangerò forse la carne dei tori? Berrò forse il sangue dei capri

 «È cibo di Dio quello di cui dice: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere. Tutto ciò che avrete fatto ad uno di questi piccoli, lo avrete fatto a me” (Mt 25, 35.40)» (Es23,436). 

14Offri a Dio come sacrificio la lode e sciogli all’Altissimo i tuoi voti; 15invocami nel giorno dell’angoscia: ti libererò e tu mi darai gloria». 

Il migliore atto di culto non sta nel sacrificio di animali ma nel conservare una relazione viva con il Signore: «Immola a Dio un sacrificio di lode e di questo profumo il Signore si allieterà. Rendi all'Altissimo le tue preghiere, perché non devi fidarti delle tue forze. Invocami nel giorno della tribolazione: ti libererò e tu mi glorificherai. Ho permesso che venisse per te il giorno della tribolazione; perché se tu non l'avessi conosciuta, forse, non mi avresti invocato. Dal momento che soffri, mi invochi; poiché mi invochi io ti salverò; poiché ti salverò, tu mi glorificherai e non ti allontanerai più da me» (Ag36,578). 

16Al malvagio Dio dice: «Perché vai ripetendo i miei decreti e hai sempre in bocca la mia alleanza, 17tu che hai in odio la disciplina e le mie parole ti getti alle spalle?

«Non ti rimprovero d’aver trascurato di offrirmi i sacrifici (perché in realtà continui a farlo) ma ti chiedo di non ridurre al solo culto la tua religiosità» (Td 1233). «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Mt 7,21). «Tu che ti vanti della Legge, offendi Dio trasgredendo la Legge» (Rm 2,23). «Proprio tu che condanni l’adulterio, commetti adulterio e compi le stesse opere di chi osa fare il male (Cf Rm 2,22)» (Td 1230).

18Se vedi un ladro, corri con lui e degli adulteri ti fai compagno. 19Abbandoni la tua bocca al male e la tua lingua trama inganni. 20Ti siedi, parli contro il tuo fratello, getti fango contro il figlio di tua madre. 

«Allontanate ogni genere di cattiveria e di frode, ipocrisie, gelosie e ogni maldicenza» (1 Pt 2,1; Cf Gc 3,9). 

21Hai fatto questo e io dovrei tacere? Forse credevi che io fossi come te! Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa.

 «Tu t’illudevi che approvassi il tuo agire e che dimenticassi le tue opere. Ora invece ti accuso e pongo tutto sotto il tuo sguardo perché, osservando, te ne vergogni» (Es23,437). 

22Capite questo, voi che dimenticate Dio, perché non vi afferri per sbranarvi e nessuno vi salvi. 

«È necessario onorare Dio con il culto, ma anche camminare nella rettitudine e purificare dal male la nostra esistenza» (Td 1237). «Uscite, popolo mio, da [Babilonia], per non associarvi ai suoi peccati e non ricevere parte dei suoi flagelli. Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità» (Ap 18,4). 

23Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora; a chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio. 

(Cf Os 5,14). «Accetta ciò che è bene: non offerta di tori immolati, ma la lode delle nostre labbra» (Os 14,3). La preghiera di lode della comunità, è considerato un atto di culto equivalente ad un sacrificio: «Per mezzo di lui dunque offriamo a Dio continuamente un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome» (Eb 13,15). «Chiama via retta la preghiera dei salmi; grazie ad essa camminiamo, non con i piedi ma con il cuore puro, fino a giungere presso Cristo» (BW 204). 

Salmo 50

1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 2Quando il profeta Natan andò da lui, che era andato con Betsabea. 

Un peccatore, illuminato dalla sapienza di Dio, riconosce i peccati commessi e chiede d’essere rinnovato in profondità. 

3Pietà di me, o Dio, nel tuo amore. 

«David, ammonito dal profeta Natan, non accampò scuse (Cf 2 Sm 12). Dicendo “pietà di me” tolse la motivazione della condanna. Questa parola non suscita mai irritazione ma piuttosto rappacifica; è l’unica che ci può difendere da colpevoli» (Cf Cs 359). 

Nella tua grande misericordia, cancella la mia iniquità. 

«La grandezza della bontà di Dio supera l’estensione dei peccati; se essi ci possono sembrare grandi, Dio è molto più grande di essi» (Cs 360). «La misericordia di Dio è così grande da indurre il Creatore del mondo a lasciare il cielo per rivestire un corpo terreno» (Gero 1604). 

Cancella la mia iniquità. 

«Io, io cancello i tuoi misfatti; per riguardo a me non ricordo più i tuoi peccati» (Is 43,25). «Il salmista s'ispira alla lavorazione della cera. Se l'immagine impressa [sopra una tavoletta] si è deformata, allora la si cancella e poi [con la stessa cera] si rifà un'immagine bella» (Gero 1604). «Si esprime con grande sapienza: non vuole che rimanga alcuna traccia delle sue colpe: nel libro della vita viene iscritto soltanto colui i cui peccati sono stati distrutti in modo completo (Cf Ap 20,15)» (Cs 360). 

4Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro. 

«Cristo fu una sorgente di misericordia nella quale si lavò David, Pietro, Zaccheo, Paolo, Maria, il ladrone e un'infinità di altri uomini» (Gero 1604). «Siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio» (1 Cor 6,11). 

5Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. 

Il salmista espone ciò che Dio chiede all’uomo, cioè la sincerità del pentimento. «Mi leverò e andrò da mio Padre e gli dirò: ho peccato, non sono degno d’essere chiamato tuo figlio» (Lc 15,18-19). «Nel peccare mi sono nascosto allo sguardo di tutti, ma non sono sfuggito alla tua vista» (Atn 240). 

6Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto: così sei giusto nella tua sentenza, sei retto nel tuo giudizio. 

(Cf Rm 3,4). «Sono stato molto scorretto, mentre Tu, Signore, risplendi nella tua giustizia. Se da una parte io pongo tutti i benefici che ho ricevuto da te e dall’altra i peccati che ho commesso, apparirà chiaro che Tu sei stato retto e generoso, mentre io apparirò ingiusto ed ingrato» (Td 1244). 

7Ecco, nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre. 

Non intende considerare peccaminoso il rapporto coniugale dei genitori; vuole dire che abbiamo tutti una lunga consuetudine con il peccato, da quando siamo al mondo: «Il peccato non è un elemento che appartenga alla nostra umanità in modo naturale (se così fosse, non potremmo essere biasimati, quando pecchiamo); vuole dire soltanto che siamo inclini a cadere in esso, sollecitati dalle passioni. Nessuno, allora, condanni le nozze, né consideri il matrimonio qualcosa d’iniquo» (Td 1244). «Eravamo per natura meritevoli d’ira» (Ef 2,3). «Io sono di carne, venduto come schiavo del peccato» (Rm 7,14). 

8Ma tu gradisci la sincerità nel mio intimo, nel segreto del cuore mi insegni la sapienza. 

Per sapienza, s’intende la maturazione interiore che sfocia nella confessione. «L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore» (1 Sm 16,7). «Voi purificate l’esterno della coppa, ma il vostro interno è pieno d’iniquità» (Lc 11,39). 

9Aspergimi con rami d’issopo e sarò puro. 

L’issopo era una pianta aromatica usata nelle aspersioni, soprattutto nella purificazione del lebbroso (Cf Es 12,22; Lv 14,4. 6. 49, 51-52; Nm 19,6. 18; 1 Re 5,13; Eb 9,19). È «un’immagine del sangue di Cristo che deterge ogni macchia ma soprattutto rende l’anima splendente più della neve» (BW 206). 

Lavami e sarò più bianco della neve. 

«Se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve» (Is 1,18). 

10Fammi sentire gioia e letizia: esulteranno le ossa che hai spezzato. 

«Ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà» (Os 6,1). «Comunicami la gioiosa promessa che mi purificherai del tutto; una gioia profonda invaderà allora tutta la mia persona. Le ossa contratte dal dolore, di nuovo riprenderanno vigore e recupereranno tutta la loro energia» (Td 1248). «Essi vanno dicendo: le nostre ossa sono inaridite, noi siamo perduti» (Ez 37,11). 

11Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe. 

«I miei occhi scrutano le loro vie: ciò che fanno non può restare nascosto dinanzi a me» (Ger 16,17). «La mia amarezza si è trasformata in pace. Tu hai preservato la mia vita dalla fossa della distruzione, perché ti sei gettato dietro le spalle tutti i miei peccati» (Is 38,17). «[Dio] annullò il documento scritto del nostro debito. Egli lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce» (Col 2,14).

12Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. 13Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito. 14Rendimi la gioia della tua salvezza, sostienimi con uno spirito generoso. 

«Dal cuore escono i cattivi pensieri, i furti, gli adulteri, gli spergiuri, gli omicidi, e altre cose simili che inquinano l’uomo (Mt 15,19). Perciò sta scritto: “Con ogni cura custodisci il tuo cuore, perché la vita sgorga da esso” (Pr 4,23)» (Cf Bs 881.882). Lo spirito è il soffio vitale umano ma anche la forza che viene da Dio: «Nel periodo dell’esilio, Dio promise ai prigionieri: darò a voi un cuore nuovo e uno spirito nuovo (Cf Ez 36,26). Non si riferiva [in modo diretto] allo Spirito Santo ma alla nostra decisione interiore: il cuore malato si rinnovi, la mente si rinforzi per correre sulla strada di Dio» (Td 1248). 

15Insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno. 

Descrizione della vita nuova del penitente: «Ottenuto il tuo perdono, diventerò un testimone di conversione per gli uomini che procedono ancora sulla strada del male; sarò un annunciatore della tua bontà, inviterò gli iniqui a rivolgersi te e ad invocarti» (Td 1249). 

16Liberami dal sangue, o Dio, Dio mia salvezza: la mia lingua esalterà la tua giustizia. 

Sangue in ebraico è un termine al plurale (damim, sangui), un’allusione a tutti i peccati commessi da David (tra i quali l’uccisione di Uria) (Cf Td 1249). I nostri peccati sono come una perdita di sangue e di vita: «Una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, venne tra la folla e da dietro toccò il mantello [di Gesù]. E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male» (Mc 5,25-29). 

17Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode. 

«Il peccato blocca la parola di lode, costringe al silenzio: «Tu [Zaccaria] sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole» (Lc 1.20). Il salmista «chiede di ritrovare la fiducia di prima in modo da saper lodare il Signore» (Td 1249; cf Mc 7,34). «All’istante si aprì la bocca [di Zaccaria] e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio» (Lc 1,64). 

18Tu non gradisci il sacrificio; se offro olocausti, tu non li accetti. 19Uno spirito contrito è sacrificio a Dio; un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. 

«Su chi volgerò lo sguardo? Sull’umile e su chi ha lo spirito contrito e su chi teme la mia parola» (Is 66,2).  «So ormai che non ti piacciono i sacrifici [di animali], che valgono soltanto per il loro significato prefigurativo. È molto opportuno allora che l’uomo immoli se stesso, offra se stesso nel pentimento» (Cf Bs 883). 

20Nella tua bontà fa’ grazia a Sion, ricostruisci le mura di Gerusalemme. 21Allora gradirai i sacrifici legittimi, l’olocausto e l’intera oblazione; allora immoleranno vittime sopra il tuo altare. 

Il salmista auspicava la ricostruzione del tempio di pietre; il cristiano spera nell’innalzamento della Gerusalemme spirituale: «Invoca l’edificazione della nuova Sion e chiede che compaia sulla terra la Gerusalemme celeste; desidera che s’inauguri un nuovo culto, come dichiara l’Apostolo: “Vi esorto ad offrire voi stessi” (Rm 12,1)» (Td 1252). 

LXX: gradirai il sacrificio di giustizia: 

«Sacrificio di giustizia è la passione gloriosa del Figlio che offrì se stesso per tutti. Gli olocausti e le oblazioni riguardano invece i cristiani che avrebbero creduto» (Cf Cs 379). 

Protezione contro il male

Preghiere di supplica contro gli oppressori (51-54), nella città ove la convivenza pacifica è divenuta difficile (55-59)

Salmo 51

1Al maestro del coro. Maskil. Di Davide. 2Quando l’idumeo Doeg andò da Saul per informarlo e dirgli: «Davide è entrato in casa di Achimélec». 

La figura tipica del malvagio è stata incarnata da Doeg, che, messosi a servizio del re Saul, provocò, con la sua delazione, lo sterminio dei sacerdoti di Nob (1 Sm 22,9). Mentre il penitente del salmo precedente «piangeva i propri peccati, qui l’uomo potente nel male, non sopporta i rimproveri, ma al contrario si compiace del male, ne va fiero; ha soffocato lo stimolo della coscienza» (Es23,448). Diventa, così, un simbolo di tutti gli operatori d’iniquità. 

 3Perché ti vanti del male, o prepotente?

«Conviene essere potenti nella bontà, non nella malizia. Costruire la casa è di pochi, ma qualsiasi può distruggerla. Distruggere è molto facile. Chi si gloria, dunque, si glori nel Signore, si glori nella bontà» (Ag36,604). 

Dio è fedele ogni giorno. 

Al contrario del prepotente, il Signore è magnanimo, «perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi» (2 Pt 3,9). 

4Tu escogiti insidie; la tua lingua è come lama affilata, o artefice d’inganni! 

La lingua, paragonata al rasoio del barbiere, può diventare strumento di morte (Cf Pr 18,21). «Se qualcuno pensa di essere religioso, ma non frena la lingua, la sua religione è vana» (Gc 1,26). La lingua affilata ricorda l’invettiva blasfema del re assiro Sennacherib contro il Dio d’Israele (2 Re 18,17-35) (Td 1253). 

5Tu ami il male invece del bene, la menzogna invece della giustizia. 

«Negli ultimi tempi verranno momenti difficili. Gli uomini saranno egoisti, empi, gente che ha una religiosità solo apparente, ma ne disprezza la forza interiore» (2 Tm 3,4). 

6Tu ami ogni parola che distrugge, o lingua d’inganno. 

Compiere il male è andare contro la verità: «Tu [o malvagio] vuoi sollevar l'acqua al di sopra dell'olio ma l'olio verrà a galla. Se amerai la malizia, più che la bontà, sprofonderai, poiché il male non riuscirà a prevalere sul bene» (Ag36,606). 

7Perciò Dio ti demolirà per sempre, ti spezzerà e ti strapperà dalla tenda e ti sradicherà dalla terra dei viventi. 

«È ovvio attendersi il castigo per un uomo simile, ma forse è piccola pena egli a se stesso? Prega Dio per lui, affinché sia liberato da se stesso» (Ag36,605). «Una passione malvagia rovina chi la possiede» (Sir 6,4). 

8I giusti vedranno e avranno timore e di lui rideranno. 

Gli operatori d’iniquità «non andranno molto lontano, perché la loro stoltezza sarà manifesta a tutti» (2 Tm 3,9). 

9«Ecco l’uomo che non ha posto Dio come sua fortezza, ma ha confidato nella sua grande ricchezza. 

«Quanto è infelice quella fiducia che si pone in cose vane: disprezzare Dio perché si possiede dell’oro! Come se qualcuno potesse acquistare il bene di una vita felice per il solo fatto di possedere dell’oro. Ne godrà certamente purché in vita se ne sia servito bene, abbia saziato l’affamato. Questi sono gli investimenti della ricchezza che devono farci guadagnare Dio, questa la forza che suscita il perdono dei peccati. Così per mezzo dell’oro saremo trasformati, da terreni diventeremo celesti» (Cf Ilr 320.321). 

10Ma io, come olivo verdeggiante nella casa di Dio, confido nella fedeltà di Dio in eterno e per sempre. 

«Ulivo verde, maestoso era il nome che il Signore ti aveva imposto» (Ger 11,16; Pr 11,28). «Mentre dimorava presso stranieri, non ignorava di essere piantato nella casa di Dio, nella comunità dei credenti» (Es23,449). Viene paragonato all’olivo fruttifero per aver perdonato il suo nemico: «È giusto paragonare a una pianta di ulivo fruttifero, colui che mostrava per il prossimo tanta benevolenza» (Es23,449). 

11Voglio renderti grazie in eterno per quanto hai operato. Spero nel tuo nome, perché è buono, davanti ai tuoi fedeli. 

«Per chi ama Dio, il nome di Dio è dolce al di sopra di ogni piacere. Occorre un palato capace di gustare una tale dolcezza. Loda pure il miele quanto puoi, se prima non lo avrà assaggiato non potrà comprendere il tuo discorso» (Ag36,642). 

Salmo 52

1 Al maestro del coro. Su «Macalàt». Maskil. Di Davide. 

Invocazione accorata a Dio contro l’insorgere dell’iniquità. «La Chiesa rimprovera coloro che sono corrotti nel cuore o nelle azioni e invita i fedeli a sopportare le avversità del mondo (BW 210,). 

Per il commento Cf Sal 13. 

«Gli uomini non possono essere costanti nel bene ma possono diventare capaci di fare il bene, anche con eroismo. Sono soggetti al mutamento a causa di tanti fattori, e per questo scivolano nel peccato. Tuttavia Dio non è un giudice severo della nostra mutevolezza. Si lascia placare da ciò che vorremmo [ossia dal nostro proposito], più di quanto non si lasci irritare da ciò che non siamo stati in grado di fare. Altro è non volere, altro è non potere. Tanti uomini hanno conseguito la gloria del giudizio celeste nei loro riguardi, con le più grandi opere della bontà, pur essendosi allontanati un pochino dal proposito della fede per l’instabilità della natura» (Ilr 329.331). 

Salmo 53

1Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Maskil. Di Davide. 2Dopo che gli abitanti di Zif andarono da Saul a dirgli: «Ecco, Davide se ne sta nascosto presso di noi» (Cf 1 Sm 23,25-28). 

È una richiesta di protezione dalla minaccia di uomini violenti, preghiera di Cristo nella sua vita terrena e nella sua passione (Cf Ilr 337), oppure preghiera della Chiesa minacciata. «Dica questo la Chiesa, mentre si trova in mezzo agli Zifei [i corruttori]» (Ag36,622). 

3Dio, per il tuo nome, salvami, per la tua potenza rendimi giustizia. 

«Chiede di essere salvato da Dio soltanto in virtù del suo nome, perché sapeva che c’è un “Nome che è al di sopra di ogni nome” (Cf Fil 2,9). Come ci sono degli incantesimi, certe parole o certi nomi, allo stesso modo sapeva che il Nome che è al di sopra di ogni nome è salutare» (Es23,465). 

4Dio, ascolta la mia preghiera, porgi l’orecchio alle parole della mia bocca. 

«Non si dilunga in discorsi, ma poiché si rivolge a Dio che tutto sa, gli presenta soltanto una memoria» (Es23,465). «Vi esortiamo nel Signore a non fissarvi su delle richieste particolari, ma chiedete quanto Dio sa che vi convenga. Non spetta a voi suggerire al medico le medicine da prendere» (Ag36,624). 

5Poiché stranieri contro di me sono insorti. 

«Vuoi conoscere questi stranieri? Coloro che ripongono speranza nei beni della terra, hanno trovato un nuovo sistema per far scomparire la stirpe dei santi. Le due categorie di persone nascono insieme e vivono insieme, ma sono terribilmente in contrasto tra di loro» (Ag36,625). «Non c’è tempo nel quale coloro che vogliono vivere con fede non siano perseguitati» (Es23,468).

6Ecco, Dio è il mio aiuto, il Signore sostiene la mia vita. 

«Tutti i santi sono aiutati da Dio, ma nell'intimo, dove nessuno vede. Come la cattiva coscienza è una grande tortura per gli empi, così la buona coscienza è la grande gioia dei giusti. Sebbene le cose che egli mi promette, siano lontane, oggi per me è dolce ed attuale il suo aiuto» (Ag36,625). 

7Ricada il male sui miei nemici, nella tua fedeltà annientali. 

«Liberaci dal male» (Mt 6,13). «Bisogna che Cristo regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi» (1 Cor 15,25). «Non esista più l’empio, perché ormai, chi era tale, ha cambiato vita» (Es23,1292). 

8Ti offrirò un sacrificio spontaneo, loderò il tuo nome, Signore, perché è buono. 

Riprende la menzione del Nome; prima per invocare, ora per ringraziare. «Consacrerò a te il mio libero volere e il mio proposito; ti offrirò, invece d’una vittima animale, il mio ringraziamento» (Es23,469). 

9Da ogni angoscia egli mi ha liberato e il mio occhio ha guardato dall’alto i miei nemici. 

«Colui che è in voi [il Signore] è più grande di colui che è nel mondo [Satana]» (1 Gv 4,4). 

Salmo 54

I salmi da 54 a 59 presentano una richiesta di aiuto in situazione di convivenza umana assai difficile perché pregna di violenza. 

1Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Maskil. Di Davide. 

Richiesta di aiuto in una situazione di convivenza impossibile. «Cristo chiede al Padre di non respingere la sua supplica che Egli innalza nella debolezza umana» (BW 213). 

2Porgi l’orecchio, Dio, alla mia preghiera, non nasconderti di fronte alla mia supplica. 3Dammi ascolto e rispondimi. 

«Dio intende ascoltare sempre, ma una preghiera merita di essere esaudita solo per la dignità delle cose richieste» (Ilr 349). 

Mi agito ansioso e sono sconvolto 4dalle grida del nemico, dall’oppressione del malvagio. Mi rovesciano addosso cattiveria e con ira mi aggrediscono. 

«Cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù per condannarlo a morte» (Mt 26,59). «Essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!» (Mc 15,13).

 5Dentro di me si stringe il mio cuore, piombano su di me terrori di morte. 6Mi invadono timore e tremore e mi ricopre lo sgomento. 

«Ora l’anima mia è turbata» (Gv 12,27). 

7Dico: «Chi mi darà ali come di colomba per volare e trovare riposo? 

Desidera fuggire dalla città violenta: «Chi mi darà nel deserto un rifugio per viandanti? Lascerei il mio popolo e mi allontanerei, perché sono una massa di traditori» (Ger 9,1-2). «Furono date alla donna [la Chiesa] le ali della grande aquila, per volare nel deserto verso il rifugio preparato per lei» (Ap 12,14). 

9In fretta raggiungerei un riparo. 

«La colomba cerca di allontanarsi da chi le reca molestia, ma non perde l'amore. Non posso giovar loro con le mie parole ma sarò utile a loro con la mia preghiera» (Ag36,634). Tuttavia, «non potrai essere separato dal genere umano, finché vivi fra gli uomini. Osserva il nostro Consolatore (Gesù), come mischiò tra i suoi dodici uno che avrebbe dovuto tollerare con pazienza» (Ag36,635). 

10Disperdili, Signore, confondi le loro lingue. 

«Ricorda quella celebre torre (Babele). Dio intervenne dividendo le loro lingue, per impedire che, comprendendosi, rendessero micidiale la loro superba unità» (Ag36,637). 

Ho visto nella città violenza e discordia: 11giorno e notte fanno la ronda sulle sue mura; in mezzo ad essa cattiveria e dolore, 12in mezzo ad essa insidia, e non cessano nelle sue piazze sopruso e inganno. 

«Non giudicherai tu la città sanguinaria? Mostrale tutti i suoi abomini» (Ez 22,1). La città è dominata da un settenario di sventure (violenza [hâmâs], discordia [ribh], cattiveria [’âwen], dolore [‘âmâl], insidie [hawwôth], sopruso [tok], inganno [mirmâh]). «[I nemici di Paolo] facevano la guardia anche alle porte della città, di notte e di giorno, per sopprimerlo» (At 9,24). 

13Se mi avesse insultato un nemico, l’avrei sopportato; se fosse insorto contro di me un avversario, da lui mi sarei nascosto. 14Ma tu, mio compagno, mio intimo amico, 15legato a me da dolce confidenza! Camminavamo concordi verso la casa di Dio. 

«Un amico fedele è un rifugio sicuro: chi lo trova, trova un tesoro» (Sir 6,14). Il salmista, invece, viene tradito anche dall’amico più caro. Gesù sperimentò il tradimento da parte di Giuda, un suo discepolo: «Gesù gli lavò i piedi quando quegli aveva già deciso di tradirlo. Non lo trattenero né la condivisione della mensa né il fatto che il Maestro tollerò che egli rimanesse con Lui» (Crisostomo, Omelie su Giovanni, 70,1). 

16Li sorprenda improvvisa la morte. 

Chi vive nella malvagità è già sprofondato nella morte, anche da vivo: «Siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte» (Gv 3,14). Viene chiesto l’annientamento di chi è incapace di conversione (come viene precisato alla fine del v. 20). Solo Dio sa contro chi e quando intervenire e il cristiano, che non può sostituirsi a Dio nel giudicare. In ogni caso, prega per la conversione di tutti e invoca l’annientamento del peccato, non dei peccatori. «Non esista più l’empio perché ormai ha cambiato vita» (Es23,1292).

Scendano vivi negli inferi, perché il male è nelle loro case e nel loro cuore. 

Fu la punizione di Core (Cf Nm 16,33). 

«Discendono vivi agli inferi coloro che provano orrore dei loro pessimi intenti e con l’aiuto della grazia divina passano ad uno stile di vita migliore. Quindi, in qualche modo, scendiamo negli inferi ancora vivi, quando rabbrividiamo nel ricordare le cattive azioni» (Cs 390). 

17Io invoco Dio e il Signore mi salva. 

È necessario «pregare sempre, senza stancarsi mai» (Lc 18,1). «Lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera» (Rm 12,12). Quest’uomo singolo è la sintesi di un intero popolo: «Il corpo di Cristo nel turbamento della prova, quest’unico uomo, con l'anima angustiata, grida dai confini della terra» (Ag36,640). 

18 Di sera, al mattino, a mezzogiorno vivo nell’ansia e sospiro, ma egli ascolta la mia voce; 19in pace riscatta la mia vita da quelli che mi combattono: sono tanti i miei avversari.

 «Le finestre della sua stanza si aprivano verso Gerusalemme e tre volte al giorno [Daniele] si metteva a pregare» (Dn 6,11). Gesù ha pregato al mattino (Mc 1,35), di notte (Mc 6,46), nel dolore (Eb 5,7); ha provato la pace (Gv 14,27); ha visto l’umiliazione dei nemici (At 2,24). 

 20Dio ascolterà e li umilierà, egli che domina da sempre; essi non cambiano e non temono Dio. 

Dio umilia i suoi avversari salvaguardando la sua opera: «Soffro [per il Vangelo] fino a portare le catene come un malfattore. Ma la parola di Dio non è incatenata!» (2 Tm 2,9-10). «Il Signore Gesù distruggerà l’Empio con il soffio della sua bocca» (2 Ts 2,8). 

21Ognuno ha steso la mano contro i suoi amici, violando i suoi patti. 22Più untuosa del burro è la sua bocca, ma nel cuore ha la guerra; più fluide dell’olio le sue parole, ma sono pugnali sguainati. 

«Apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità» (Mt 23,28). 

23Affida al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà. 

«Il Signore ha allontanato da noi la pressione delle preoccupazioni, quando ha detto: “Non affannatevi per il domani. Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutto vi sarà dato” (Cf Mt 6,33-34). Occorre gettare su di lui l’affanno; egli stesso infatti nutrirà, secondo quella parola: “ad acque di sollievo mi ha ristorato” (Sal 22,2)» (Ilr 356). «Le preoccupazioni della vita ci opprimono di continuo al punto da farci distruggere da esse. Tuttavia, se le affidiamo al Signore, allora non soltanto non ci logorano più ma ci irrobustiscono» (Cs 392). «Finché è ormeggiata alle ancore, la nave può ondeggiare, ma non è spinta lontano da terra» (Ag36,644).

24Tu, o Dio, li sprofonderai nella fossa profonda, questi uomini sanguinari e fraudolenti. Essi non giungeranno alla metà dei loro giorni.

 L’uomo sprofonda nella fossa di morte, quando sprofonda nella tenebra del male. «Dio li ha abbandonati alle concupiscenze del loro cuore, ed essi hanno amato le tenebre, non la luce» (Ag36,645). «Usando l'immagine della fossa profonda, ci esorta a sfuggire ai tormenti della Geenna. Il Signore è un giudice molto sollecito! Ci avvisa con premura affinché evitiamo di fare i peccati che ci condannerebbero» (Cs 392). 

Ma io, Signore, in te confido. 

«In ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti» (Fil 4,6).

Salmo 55

1Al maestro del coro. Su «Colomba dei terebinti lontani». Di Davide. Miktam. Quando i Filistei lo tenevano prigioniero a Gat (Cf 1 Sm 21,11-12). 

Invocazione in una situazione molto dolorosa. «Preghiera della Chiesa durante una persecuzione» (BW 219). 

2 Pietà di me, o Dio, perché un uomo mi perseguita, un aggressore tutto il giorno mi opprime. 

«Il primo grappolo d'uva schiacciato nel torchio fu Cristo. Quando venne spremuto nella passione, ne scaturì vino eccellente! Se pensi d'essere esente da tribolazioni, non hai ancora cominciato ad essere cristiano. “Tutti coloro che vogliono piamente vivere in Cristo, soffriranno persecuzioni” (2 Tm 3,12). Preparati ad essere pressato, se non vuoi che niente scaturisca da te» (Ag36,649). 

3Tutto il giorno mi perseguitano i miei nemici, numerosi sono quelli che dall’alto mi combattono. 

«La Chiesa sa di dover affrontare senza posa le battaglie suscitate dal diavolo (Cf. Ef 6,12). Il nostro contendente non viene meno per la fatica, né mai si dichiara sconfitto; anzi, se capita che preveda di essere battuto, allora riprende la lotta con un furore ancora più intenso» (Cs 394). 

4Nell’ora della paura io in te confido. 5In Dio, di cui lodo la parola, in Dio confido, non avrò timore: che cosa potrà farmi un essere di carne?

Il salmista «tiene a mostrarti perché non abbia timore; dice: Signore, io in te confido. Non predica una fiducia illimitata in se stesso ma rivela la causa della sua sicurezza» (Ag36,650). «Davide fu in grande angustia perché la gente parlava di lapidarlo. Ma ritrovò forza e coraggio nel Signore, suo Dio» (2 Sm 30,6). 

6Travisano tutto il giorno le mie parole, ogni loro progetto su di me è per il male. 7Congiurano, tendono insidie, spiano i miei passi, per attentare alla mia vita. 

«Tennero consiglio per vedere di cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi» (Mt 22,15). «Se così è accaduto con il Signore, non ricusi il corpo di subire ciò che prima è accaduto al Capo (Cristo): e così il corpo rimarrà unito al capo. Il tuo Signore è stato disprezzato, e tu vorresti essere onorato?» (Ag36,652). «Ordirono una congiura e fecero voto di non toccare cibo, sino a che non avessero ucciso Paolo» (At 23,12).

8Nella tua ira abbatti i popoli, o Dio. 

«Signore, la tua è un'ira paterna. Si adira il padre con il figlio che disprezza i suoi comandi, lo prende per l'orecchio, lo trascina per mano, lo conduce a scuola. Quanti hanno riempito la casa del Signore trascinati dalla sua ira, cioè, spaventati dalle tribolazioni e riempiti di fede! A questo mira, infatti, la tribolazione: a vuotare il vaso che è pieno di malvagità per ricolmarlo di grazia» (Ag36,655). 

9I passi del mio vagare tu li hai contati, nel tuo otre raccogli le mie lacrime: non sono forse scritte nel tuo libro?

«Ho ascoltato la tua preghiera, ho visto le tue lacrime» (Ez 38,5). «Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò» (Lc 15,20). «Hai conosciuto tutto ciò che ho dentro di me; i miei segreti, le riflessioni della mia anima, tu le conosci, perciò hai posto le mie lacrime davanti a te e non le hai respinte» (Es23,497). 

10Allora si ritireranno i miei nemici, nel giorno in cui ti avrò invocato; questo io so: che Dio è per me. 

«Non dice: Ho saputo che tu sei Dio, ma: che tu sei [per me], sei il mio Dio. Certamente egli è Dio di tutti; però lo è più propriamente di coloro che lo amano, che si tengono stretti a lui. Appartengono alla sua casa, come ad una sua grande famiglia, tutti i riscattati dal sangue prezioso dell'unico Figlio. Immensità del dono divino: essere noi suoi, e lui nostro!» (Ag36,657). 

11In Dio, di cui lodo la parola, nel Signore, di cui lodo la parola, 12in Dio confido, non avrò timore: che cosa potrà farmi un uomo?

«Il Signore mi libererà da ogni male e mi salverà per il suo regno eterno» (2 Tm 4,18). 

13Manterrò, o Dio, i voti che ti ho fatto: ti renderò azioni di grazie.

 «Quando uno avrà fatto un voto al Signore, non violi la sua parola, ma dia esecuzione a quanto ha promesso con la bocca» (Nm 30,2). «Se degli esseri di carne possono essere amati in modo disinteressato, come dovremo amare Dio? Io amo il mio Dio: nessuno mi può togliere questo amore; nessuno mi può togliere ciò che do a lui, perché è racchiuso nel mio cuore» (Ag36,658.659). 

14perché hai liberato la mia vita dalla morte, i miei piedi dalla caduta, per camminare davanti a Dio nella luce dei viventi. 

«Consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù» (Rm 6,11). 

Salmo 56

1Al maestro del coro. Su «Non distruggere». Di Davide. Miktam. Quando fuggì da Saul nella caverna 

(Cf 1 Sam 22,1-2; 24,1-9). Richiesta di protezione da uomini ingiusti e violenti. «Cristo, come uomo, prega nel corso della sua passione. Ricorda la gloria della sua risurrezione e celebra la grandezza del Padre» (BW  221). 

2Pietà di me, pietà di me, o Dio, in te si rifugia l’anima mia. 

«Davvero il Signore ha pietà di Sion; ha pietà di tutte le sue rovine» (Is 51,3).  «Con affetto perenne, ho avuto pietà di te» (Is 54,8). 

«[Bartimeo] gridò dicendo: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: “Figlio di Davide, abbi pietà di me!”» (Lc 18,38-39). «I giusti gridano a Dio per un’eminente potenza dell’anima. Anche quando tacciono, spesso gridano con lo spirito perché lo Spirito stesso intercede presso Dio con gemiti inesprimibili (Cf Rm 8,26)» (Es23,308). 

All’ombra delle tue ali mi rifugio finché l’insidia sia passata. 

«Sia piena per te [o Rut] la ricompensa da parte del Signore, Dio d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti» (Rut 4,12). «È proprio degli uccelli coprire con le ali la debolezza dei piccoli. Il Signore Gesù evoca questa consuetudine: “Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le sue ali e tu non hai voluto!” (Mt 23,37). Il santo spera all’ombra delle ali di Dio, finché passi l'ingiustizia» (Cf Ilr 363 – 364). «Sino alla fine del mondo non verrà meno né l'ingiustizia che opprime né la giustizia che sopporta. All'ombra delle tue ali spererò, sino a che sarà passata l'iniquità» (Ag36,665). 

3Invocherò Dio, l’Altissimo, Dio che fa tutto per me. 

«Ci concederai la pace, poiché tu dai successo a tutte le nostre imprese» (Is 26,12). «Se mi ha beneficato prima che io lo cercassi, non mi esaudirà quando grido a lui? Per chi ha voluto che morisse il suo Figlio? Per i malvagi. I malvagi non cercavano Dio, e Dio è venuto a cercarli» (Ilr 364). «Dio che ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento» (Fil 1,6).

4Mandi dal cielo a salvarmi, confonda chi vuole inghiottirmi. Dio mandi il suo amore e la sua fedeltà.

«Per quanto Egli sia altissimo, la nostra miseria e il nostro gemito non sono lontani da lui» (Ilr 364). «Ora sono certo che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode» (At 12,11). 

«Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo» (1 Gv 5,4). 

Dio «può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire davanti alla sua gloria senza difetti e colmi di gioia» (Gd 24). 

5In mezzo a leoni devo coricarmi, infiammati di rabbia contro gli uomini!

«Il mio Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso le fauci dei leoni» (Dn 6,23). «Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere» (At 12,2-4). «Notte e giorno sono incatenato a dieci leopardi, cioè a un manipolo di soldati. Grazie ai loro soprusi ricevo una migliore istruzione» (Ignazio, Ai Romani, 5,1). 

I loro denti sono lance e frecce, la loro lingua è spada affilata. 

«C’è gente i cui denti sono spade e i cui molari sono coltelli per divorare gli umili» (Pro 30,14). «Distruggono con la crudeltà del potere e feriscono con i dardi delle calunnie» (Ilr 365). «Insistevano a gran voce chiedendo che venisse crocifisso e le loro grida crescevano» (Lc 23,23). «Come la spada affilata provoca morte all’istante, così anche quelle grida eseguirono una rapida sentenza di morte» (Cs 402). 

6Innalzati sopra il cielo, o Dio, su tutta la terra la tua gloria. 

«Padre sia santificato il tuo Nome» (Mt 6,9). 

7Hanno teso una rete ai miei piedi, hanno piegato il mio collo, hanno scavato davanti a me una fossa, ma dentro vi sono caduti. 

«È migliore la tristezza della vittima che subisce l'ingiustizia, della gioia dell’aggressore che commette l'ingiustizia. La gioia di chi compie il male è la sua fossa» (Ag36,671). 

8Saldo è il mio cuore, o Dio, saldo è il mio cuore. Voglio cantare, voglio inneggiare: 9svegliati, mio cuore, svegliatevi, arpa e cetra, voglio svegliare l’aurora. 

«Il mio cuore [è saldo], la mia facoltà di pensiero è pronta. E Tu, allora, manda il tuo Spirito. Quando abiterà nella mia anima, io, secondo l’uso canterò e salmeggerò, offrendo il mio servizio con la potenza dello Spirito profetico» (Es23,513).

10Ti loderò fra i popoli, Signore, a te canterò inni fra le nazioni: 11grande fino ai cieli è il tuo amore e fino alle nubi la tua fedeltà. 

«Per un breve istante ti ho abbandonata, ma ti riprenderò con immenso amore, con affetto perenne ho avuto pietà di te» (Is 54,8).

12Innalzati sopra il cielo, o Dio, su tutta la terra la tua gloria. 

«Venga il tuo Regno» (Mt 6,9). 

Salmo 57

1Al maestro del coro. Su «Non distruggere». Di Davide. Miktam. 

Requisitoria contro i giudici corrotti. «Cristo condanna la malizia dei suoi persecutori ed annuncia la loro punizione. Preannuncia la gioia dei giusti nel contemplare la disfatta degli iniqui» (BW 223). 

2Rendete veramente giustizia, o potenti, giudicate con equità gli uomini? 3No! Voi commettete iniquità con il cuore, sulla terra le vostre mani soppesano violenza. 

«I tuoi capi sono ribelli e complici di ladri; tutti sono bramosi di regali, ricercano mance, non rendono giustizia all’orfano e la causa della vedova fino a loro non giunge» (Is 1, 23). 

4Sono traviati i malvagi fin dal seno materno, sono pervertiti dalla nascita i mentitori. 

Il traviamento fin dal seno materno non significa che il male sia connaturato in loro ma che sono dominati da esso da lungo tempo. «L’uomo, essere abominevole e corrotto che beve iniquità come acqua!» (Gb 15,16). 

«La verità ha scolpito nei nostri cuori, per la mano stessa del Creatore, il principio: ciò che non vuoi sia fatto a te, non farlo tu agli altri. A nessuno fu mai permesso di ignorare questo comandamento, anche prima che fosse data la legge scritta» (Ag36,673). 

5Sono velenosi come un serpente, come una vipera sorda che si tura le orecchie, 6che non segue la voce degli incantatori, del mago abile nei sortilegi. 

«L’incantatore vuole trarre alla luce l’aspide; ma, siccome esso ama le tenebre nelle quali si nasconde, rifiuta di ascoltare le voci dalle quali si sente attratto. Lo Spirito di Dio ha detto che sono simili a quest'aspide coloro che non vogliono ascoltare la parola di Dio» (Ag36,679). 

7Spezzagli, o Dio, i denti nella bocca, rompi, o Signore, le zanne dei leoni. 

«Si ispira a ciò che avviene alle fiere che, se vengono private dei denti, diventano deboli» (Td 888). Dio rompe denti e zanne quando la sua verità confuta le menzogne degli uomini falsi: «Avevano udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei» (Mt 22,34). «Vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere» (Lc 21,15). 

8Si dissolvano come acqua che scorre, come erba calpestata inaridiscano. 9Passino come bava di lumaca che si scioglie, come aborto di donna non vedano il sole! 10Prima che producano spine come il rovo, siano bruciati vivi, la collera li travolga. 

Chiede che i malvagi siano vinti prima che essi portino a compimento i loro disegni. 

«Per lo più non si vedono i suoi giudizi nella vita presente, e tuttavia non c’è niente tra gli uomini che non venga da lui giudicato ed esaminato» (Es23,531). [V. 10 testo oscuro: prima che avvertano le vostre pentole pruno, come vivo, come turbine porti via lui].

11Il giusto godrà nel vedere la vendetta, laverà i piedi nel sangue dei malvagi. 

«Il Signore farà giustizia al suo popolo e dei suoi servi avrà compassione» (Dt 32,36). «Mi vendicherò dei miei nemici, purificherò nel crogiuolo le tue scorie» (Is 1,25). I giusti si rallegrano della distruzione delle istituzioni corrotte e oppressive e dell’avvento della nuova creazione (Cf Ap 19,1-2). Nei malvagi «odiavo le colpe, ma amavo la creatura tua» (Ag37,1800.1802). 

 12Gli uomini diranno: «C’è un guadagno per il giusto, c’è un Dio che fa giustizia sulla terra!». 

«Il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna» (Rm 6,23). «Ecco, prima che venga ciò che ci è stato promesso, prima che ci sia data la vita eterna, qui, in questa vita, c'è il frutto per il giusto. Quale frutto? “Lieti nella speranza, pazienti nella tribolazione” (Rm 12,12). Nella carità è il frutto del giusto» (Ag36,691). 

Salmo 58

1Al maestro del coro. Su «Non distruggere». Di Davide. Miktam. Quando Saul mandò uomini a sorvegliare la casa e a ucciderlo (1 Sm 19,11-17). Il salmista, aggredito da uomini violenti, invoca la protezione di Dio. «Cristo prega per non essere vinto dai nemici» (BW 226). 

2Liberami dai nemici, mio Dio, difendimi dai miei aggressori. 3Liberami da chi fa il male, salvami da chi sparge sangue. 

«I nostri nemici (il diavolo e gli angeli suoi) non rinunziano ad aggredirci ogni giorno. Ciò si è compiuto nella carne di Cristo e si compie anche in noi» (Ag36,694). 

4Ecco, insidiano la mia vita. Contro di me congiurano i potenti. 

«Esistono ancora nemici invisibili, come quelli che eccitavano Saul all’invidia e al rancore» (Es23,535). Il diavolo, inoltre, suggerisce di perseguitare gli evangelizzatori: alcuni giudei «ordirono un complotto e invocarono su di sé la maledizione, dicendo che non avrebbero né mangiato né bevuto finché non avessero ucciso Paolo» (At 23,12). 

Non c’è delitto in me, non c’è peccato, Signore, 5senza mia colpa accorrono e si schierano. 

«Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete?» (Gv 8,46-47). «Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore o delatore. Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; per questo nome, anzi, dia gloria a Dio» (1 Pt 4,15-16). 

Svegliati, vienimi incontro e guarda. 6Tu, Signore, Dio degli eserciti, Dio d’Israele, alzati a punire tutte le genti; non avere pietà dei perfidi traditori.

«Chiede al Padre di venirgli incontro mentre sta per tornare da Lui. [Gesù] però non si era mai staccato da [Dio], né [il Padre] da [Gesù], come Egli stesso afferma nel vangelo: “Io sono nel Padre e il Padre è in me” (Gv 14,10)» (Cs 412). 

Dio condanna l’ostinazione  risoluta, irremovibile: «Esiste un'ingiustizia il cui reo non può ottenere misericordia da Dio. Qual’è? È la difesa dei peccati» (Ag36,701). 

7Ritornano a sera e ringhiano come cani, si aggirano per la città. 8Eccoli, la bava alla bocca; le loro labbra sono spade. 

«I capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, e tennero consiglio per catturare Gesù con un inganno e farlo morire» (Mt 26,3). 

Dicono: «Chi ci ascolta?». 9Ma tu, Signore, ridi di loro, ti fai beffe di tutte le genti. 

«Voi avete rinnegato il Santo e il Giusto, ma Dio l’ha risuscitato dai morti» (At 3,14-15). 

10Io veglio per te, mia forza, perché Dio è la mia difesa. 

Vegliare (shamar) significa attendere un segno o una parola da parte di Dio. L’orante veglia come una sentinella: “Penso a te nelle veglie notturne” (Sal 62,9); “I miei occhi precedono il mattino” (Sal 118,148). «Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio» (Lc 6,12). «L'anima umana da se stessa non ha luce; da se stessa non ha forza. Non mi allontanerò da te, non presumerò di me stesso» (Ag36,703). 

11Il mio Dio mi preceda con il suo amore; Dio mi farà guardare dall’alto i miei nemici. 

«Signore, la tua nube cammini davanti a loro di giorno e di notte in una colonna di fuoco» (Nm 14,14). Il credente è certo della vittoria: «[Disse David a Golia:] il Signore non salva per mezzo della spada, perché è arbitro della lotta e vi metterà certo nelle nostre mani» (1 Sm 17,47).

Il Padre ha preceduto il Figlio: «Il Padre ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati» (Gv 5,20). 

12Non ucciderli, perché il mio popolo non dimentichi; disperdili con la tua potenza e abbattili, Signore, nostro scudo. 

«Mentre li disperdi nella sconfitta, non [ucciderli], così avrai ancora modo di agire in loro. Che cosa ucciderai? I delitti della loro bocca. Ucciderai il grido “Crocifiggi, crocifiggi!”, ucciderai ciò che hanno gridato, non coloro che hanno gridato» (Ag36,708). 

13Peccato della loro bocca è la parola delle loro labbra; essi cadono nel laccio del loro orgoglio, per le bestemmie e le menzogne che pronunciano. 

La malvagità appare in primo luogo nel linguaggio menzognero e prepotente: «Alla Bestia [serva di Satana] fu data una bocca per proferire parole d’orgoglio e bestemmie» (Ap 13,5). I nemici di Gesù dissero a Pilato: «Se costui [Gesù] non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato» (Gv 18,30). 

14Annientali con furore, annientali e più non esistano, e sappiano che Dio governa in Giacobbe, sino ai confini della terra. 

«Chi prega perché non vi siano malati, poveri, non chiede che siano distrutti uomini del genere, ma desidera che scompaiono la malattia e la povertà; allo stesso modo ognuno dei santi pregava perché fosse eliminato ciò che distrugge la persona, [cioè il peccato]» (Es23,1292).

15Ritornano a sera e ringhiano come cani, si aggirano per la città; 16ecco, vagano in cerca di cibo, ringhiano se non possono saziarsi. 

Ultima presentazione della tenacia dei malvagi. Essa fu conosciuta anche da Gesù: i suoi avversari «se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi» (Mt 22,15); «tennero consiglio contro di lui per farlo morire (Mc 3,6). 

17Ma io canterò la tua forza, esalterò la tua fedeltà al mattino, perché sei stato mia difesa, mio rifugio nel giorno della mia angoscia. 18O mia forza, a te voglio cantare, poiché tu sei, o Dio, la mia difesa, Dio della mia fedeltà. 

Ultimo atto di fiducia nel suo Salvatore: «Che cosa sarei stato, se tu, Signore, non mi avessi soccorso? Egli non abbandona nessuno, ma è necessario che tu non ti sottragga alla sua mano. Mentre sei lontano, ti richiama e ti spinge a tornare da lui; ti attira mentre cerchi di sfuggirgli» (Ag36,712). 

Salmo 59

1Al maestro del coro. Su «Il giglio della testimonianza». Miktam. Di Davide. Da insegnare. 2Quando uscì contro Aram Naharàim e contro Aram Soba (2 Sm 8) e quando Ioab, nel ritorno, sconfisse gli Edomiti nella valle del Sale: dodicimila uomini (1 Cr 18). 

Un oracolo promette la vittoria al popolo di Dio, che viene ridestato alla fiduci dopo una desolante sconfitta. 

3Dio, tu ci hai respinti, ci hai messi in rotta, ti sei sdegnato: ritorna a noi. 4Hai fatto tremare la terra, l’hai squarciata: risana le sue crepe, perché essa vacilla. 5Hai messo a dura prova il tuo popolo, ci hai fatto bere vino che stordisce. 

Si lamenta con Dio perché avrebbe respinto il suo popolo. La sconfitta sconvolge gli animi, come un terremoto; l’ira di Dio viene paragonata alla somministrazione d’una bevanda inebriante e debilitante. «I padri si adirano con bontà; la loro collera è piena di compassione verso i peccati dei figli. La punizione, pur severa del momento, deve giovare alla salvezza dello spirito» (Cf Ilr 385). 

6 Hai dato un segnale a quelli che ti temono, perché fuggano lontano dagli archi. 

Nella disfatta, alcuni fedeli hanno sperimentato episodi di protezione da parte del Signore, i quali fanno sperare nella sua misericordia; da qui il rinnovarsi dell’invocazione nel versetto successivo. 

7Perché siano liberati i tuoi amici, salvaci con la tua destra e rispondici!

«Benché siano caduti nel peccato, sono chiamati amici di Dio» (Es23,564). 

8 Dio ha parlato nel suo santuario: «Esulto e divido Sichem, spartisco la valle di Succot. 9Mio è Galaad, mio è Manasse, Efraim è l’elmo del mio capo, Giuda lo scettro del mio comando. 

Un oracolo sacerdotale assicura che i regni ostili confinanti verranno conquistati e che le tribù d’Israele (Efraim e Giuda), diverranno lo strumento del trionfo divino. Nell’interpretazione cristiana, la promessa preannuncia la diffusione del Vangelo in ogni nazione, con metodi conformi allo stile di Gesù: «In ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio con molta fermezza: nelle tribolazioni, nelle percosse, nelle prigioni, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con sapienza, con benevolenza, con amore sincero, con parola di verità, con potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra» (2 Cor 6,4-7). 

10Moab è il catino per lavarmi, su Edom getterò i miei sandali, il mio grido di vittoria sulla Filistea!». 

Continua l’elenco dei popoli che saranno sottomessi, subendo gesti umilianti. «Tutti questi popoli appartengono alla Chiesa e questa santa madre Chiesa è magnificata e dilatata ovunque tra i popoli» (Bs 914).  

11Chi mi condurrà alla città fortificata, chi potrà guidarmi fino al paese di Edom, 12se non tu, o Dio, che ci hai respinti e più non esci, o Dio, con le nostre schiere?

 Udito l’oracolo, la comunità riprende l’invocazione perché il Signore attui ciò che ha promesso. «Come si saprà che ho trovato grazia ai tuoi occhi, io [Mosè] e il tuo popolo, se non nel fatto che tu cammini con noi?» (Es 33,16). «Non c’è per noi altra speranza di vedere le tue promesse, se non sei tu stesso a voler realizzarle» (Es 23,573). 

13Nell’oppressione vieni in nostro aiuto, perché vana è la salvezza dell’uomo. 

Cf Is 30,7. «Abbiamo concepito, abbiamo sentito i dolori quasi dovessimo partorire: era solo vento; non abbiamo portato salvezza alla terra» (Is 26,18). «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti» (Lc 5,5). «Non ha alcun valore vivere questa vita senza la misericordia di Dio. Spera da Dio l'aiuto nelle afflizioni, perché vana è la salvezza degli uomini» (Ilr 390.391). 

14Con Dio noi faremo prodezze, egli calpesterà i nostri nemici. 

«Chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre» (Gv 14,12). «Non oserei dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio, con parole e opere, con la forza dello Spirito» (Rm 15,18-19). «Ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me» (1 Cor 15,10). 

Nessun commento:

Posta un commento