sabato 4 febbraio 2023

Salmi da 101 a 106

Preghiere per il rinnovamento


Salmo 100

1Di Davide. Salmo. Un funzionario si propone di amministrare lo stato con rettitudine. Rifiuta i comportamenti negativi tipici delle corti (calunnia, arrivismo, inganno). A sua volta, il cristiano si propone di vivere nell’integrità davanti a Dio, per affrettare la venuta del suo regno (2 Pt 3,12). 

Amore e giustizia io voglio cantare, voglio cantare inni a te, Signore. «I tuoi decreti sono il mio canto nella dimora del mio esilio» (Sal 118,54). 

2Agirò con saggezza nella via dell’innocenza: «Il cammino delle persone oneste è l'innocenza, la quale impedisce di nuocere a sé e agli altri. Chiunque pecca, prima di qualsiasi altro, danneggia se stesso» (Gero 597). 

Quando a me verrai? «Ho preparato per te delle stanze splendide e magnifiche; ora desidero, Signore, la tua venuta. Concedimi quanto bramo» (Td 1672). «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23). 

Camminerò con cuore innocente dentro la mia casa. Camminare nella propria casa significa trovarsi bene con se stessi: «Chiunque in fondo al cuore è tormentato da cattiva coscienza, è come l'uomo costretto ad uscire di casa, perché è piena di fumo. C'è tanta gente che con le aspirazioni dell'animo vive al di fuori di se stessa e ripone la felicità in cose esterne. Perché cercano la felicità al di fuori? Dentro non si trovano bene; nella coscienza non hanno di che godere» (Ag37,1286). 

3Non sopporterò davanti ai miei occhi azioni malvagie, «La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene» (Rm 12,9). «Se non proviamo odio per il male, non possiamo amare il bene» (Gr Lettera CXXV, 14).

detesto chi compie delitti: non mi starà vicino. Non mi legherò con lui [Lò idbak lì]. «Odia questi prevaricatori, e tienili lontani da te! Ma oggetto del tuo odio dovrà essere il prevaricatore, non l'uomo» (Ag37,1286). «Se qualcuno non obbedisce a quanto diciamo, interrompete i rapporti, perché si vergogni; non trattatelo però come un nemico, ma ammonitelo come un fratello» (2 Ts 3,14-15). 

4Lontano da me il cuore perverso, il malvagio non lo voglio conoscere. «Il cuore d'un uomo è retto quando vuole tutto quello che Dio vuole. Se pertanto, fratelli, v'imbattete in gente che non ragiona così e se non siete in grado di richiamarla al dovere, non approvatene, almeno, il comportamento!» (Ag37,1287). 

5Chi calunnia in segreto il suo prossimo io lo ridurrò al silenzio; chi ha occhio altero e cuore superbo non lo potrò sopportare. «C'è differenza fra giudicare, disprezzare e calunniare. Il calunniare consiste nel parlare contro qualcuno come, per esempio, dire che il tale ha mentito. Giudicare, invece, è dire: il tale è un mentitore, così si giudica la disposizione stessa della sua anima, suggerendo che uno è fatto in un certo modo. Disprezzare, poi, significa guardare con orrore il prossimo e averne disgusto» (Es23,1245). 

6I miei occhi sono rivolti ai fedeli del paese perché restino accanto a me: «Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando» (Gv 15,14). «Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono» (Ap 3,21). 

Chi cammina nella via dell’innocenza, costui sarà al mio servizio. «Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi» (Gv 12,26). 

7Non abiterà dentro la mia casa chi agisce con inganno, chi dice menzogne non starà alla mia presenza. «Quale rapporto può esservi fra giustizia e iniquità, o quale comunione fra luce e tenebre?» (2 Cor 6,14). «Il giusto, è separato da te molte miglia? Se avete un cuore solo, voi abitate insieme» (Ag37,1291). 

8Ridurrò al silenzio ogni mattino tutti i malvagi del paese, per estirpare dalla città del Signore quanti operano il male. «Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello ed è immorale» (1 Cor 5,11-13). «Se non vengono recisi dall'anima i primi moti verso il male, necessariamente questi desideri si svilupperanno nelle opere. Con le preghiere mattutine e con l’assiduo permanere davanti a Dio, tacitavo i pensieri maligni» (Es23,1248). 


Salmo 101

1Preghiera di un povero che è sfinito ed effonde davanti al Signore il suo lamento. L’orante, un povero che espone la sua angoscia al Signore, rappresenta la nazione intera. «Chiunque sia dedito a Dio, soffre per lo sconforto che gli provoca la perdizione di molti. Trova un farmaco che lo cura del suo male: la preghiera a Dio» (Es23,1249). «Ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne» (Rm 9,2-3). 

2Signore, ascolta la mia preghiera, a te giunga il mio grido di aiuto. «Il povero è Cristo che si rivestì delle nostre povertà. Dice poi [a Dio Padre]: Non allontanare il tuo volto da me per l'umiltà delle mie membra. Quando il Padre potrebbe allontanarsi dal Figlio? La pietà del Capo soffre insieme con ogni parte del corpo e la sofferenza di tutti, che cambia nei luoghi e nei tempi, non è mai senza colui che ha pietà di tutti» (Pros 279). 

3Non nascondermi il tuo volto nel giorno in cui sono nell’angoscia. «L'uomo santo non prega per evitare le tribolazioni, ma per non essere vinto da esse; per sopportarle gioioso nella speranza (Cf Rm 12,12)» (Es23,1252). 

Tendi verso di me l’orecchio, quando t’invoco, presto, rispondimi! «La forza umana non può raggiungere l’altezza della divinità. Dio, però, abbassando la propria maestà, piega l’orecchio verso quelli che ritiene degni di essere ascoltati» (Es23,1252). Il grido del povero è sempre ascoltato: «Ecco il salario da voi defraudato, grida e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore» (Gc 5,4).

4Svaniscono in fumo i miei giorni e come brace ardono le mie ossa. 5Falciato come erba, inaridisce il mio cuore. Comincia descrivere la desolazione di tutta la nazione (distruzione di Gerusalemme ed esilio), divenuta anche la sua personale. La sventura della città richiama la precarietà di ogni esistenza: «Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare» (Gc 4,14). «Le mie ossa bruciano dall’arsura» (Gb 30,30). 

Dimentico di mangiare il mio pane. Il dolore toglie l’appetito: «La sua rivale l’affliggeva con durezza. Anna si mise a piangere e non voleva prendere cibo. Si alzò e andò a presentarsi al Signore» (1 Sam 1,6-9). 

6A forza di gridare il mio lamento, mi si attacca la pelle alle ossa. 7Sono come la civetta del deserto, sono come il gufo delle rovine. «Il salmista mostra con ciò la desolata solitudine della nazione» (Es23,1253). Civetta e gufo erano animali impuri dai quali starsene lontani. 

8Resto a vegliare: sono come un passero solitario sopra il tetto. La vigilanza: «Voi, che risvegliate il ricordo del Signore, non concedetevi riposo, né a lui date riposo, finché non abbia ristabilito Gerusalemme e ne abbia fatto oggetto di lode sulla terra» (Is 62,6-7). Rimane a vegliare come farà un discepolo di Paolo: «Non smette di lottare per voi nelle sue preghiere, perché siate saldi, perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio» (Col 4,12). 

9Tutto il giorno mi insultano i miei nemici, furenti imprecano contro di me. 10Cenere mangio come fosse pane, alla mia bevanda mescolo il pianto. «Espone come un evento personale tutto ciò che è accaduto al popolo, e mostra che tutta la sua forza si è perduta» (Es23,1252).  

11Per il tuo sdegno e la tua collera mi hai sollevato e scagliato lontano. Israele era stato innalzato da Dio ma poi, nell’esilio, venne scagliato lontano dalla sua patria. «Il popolo era stato elevato a grande gloria tanto che esso era stato chiamato popolo di Dio, ma, nella misura in cui Dio lo aveva innalzato e onorato, in seguito, lo ha abbattuto, consegnando il popolo alla deportazione» (Es23,1257). 

12I miei giorni declinano come ombra e io come erba inaridisco. «Il mio cuore è stato battuto come il fieno e si è inaridito. Questo fieno tornerà a rifiorire, irrigato dal sangue del Salvatore» (Ag37,1302.1303). 

13Ma tu, Signore, rimani in eterno, il tuo ricordo di generazione in generazione. «Chi è eterno, salvi chi è temporaneo. Se io sono caduto, non per questo tu sei invecchiato» (Ag37,1302.1303). «“Quando poi venne la pienezza del tempo, Dio inviò il suo Figlio” (Gal 4,4). Ecco, adesso è il tempo favorevole; ecco, adesso è il giorno della salvezza» (Ag37,1303).

14Ti alzerai e avrai compassione di Sion: è tempo di averne pietà, l’ora è venuta! 15Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre e li muove a pietà la sua polvere. «Io di nuovo mi volgo con compassione a Gerusalemme: la mia casa vi sarà riedificata e la corda del muratore sarà tesa di nuovo sopra Gerusalemme» (Zc 1,16). «Voi siete l'edificio di Dio: questa è l'opera che ora si compie. Voi pietre viventi, affrettatevi a quest'opera di costruzione; viene edificato il Sion, evitate dunque di ridurvi a macerie» (Ag37,1304).

16Le genti temeranno il nome del Signore e tutti i re della terra la tua gloria, 17quando il Signore avrà ricostruito Sion e sarà apparso in tutto il suo splendore. «Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria» (Is 66,18). «Edificherò la mia Chiesa» (Mt 16,18). 

18Egli si volge alla preghiera dei derelitti, non disprezza la loro preghiera. «Dopo tutto questo, resterai ancora insensibile, o Signore, tacerai e ci umilierai fino all’estremo?» (Is 64,11). Dio continua ad ascoltare la preghiera dei derelitti: «Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui» (At 12,5). 

19Questo si scriva per la generazione futura e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore. «Darò loro un cuore e orecchi che ascoltino; nella terra del loro esilio mi loderanno e si ricorderanno del mio nome» (Bar 2,31-32). «Come pensaste di allontanarvi da Dio, così, ritornando, decuplicate lo zelo per ricercarlo; perché chi vi ha afflitto con tanti mali vi darà anche, con la vostra salvezza, una gioia perenne» (Bar 4,28-29). 

20«Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario, dal cielo ha guardato la terra, 21per ascoltare il sospiro del prigioniero, per liberare i condannati a morte, 22perché si proclami in Sion il nome del Signore e la sua lode in Gerusalemme, 23quando si raduneranno insieme i popoli e i regni per servire il Signore». «Ho osservato la miseria del mio popolo. Sono sceso per liberarlo» (Es 3,7-8). «Ci hai ridotti a spazzatura e rifiuto in mezzo ai popoli. Il mio occhio piange senza sosta perché non ha pace, finché non guardi e non veda il Signore dal cielo» (Lam 3,45-50). «Chi sono i condannati a morte? Siamo noi! Ciascuno di noi infatti viene sciolto dalle catene dei desideri malvagi o dai nodi dei propri peccati. La Chiesa può accordare lo scioglimento dai vincoli del peccato, ma il ritorno di un morto alla vita non può di per sé avvenire se il Signore interiormente non grida» (Ag37,1306). 

24Lungo il cammino mi ha tolto le forze, ha abbreviato i miei giorni. 25Io dico: mio Dio, non rapirmi a metà dei miei giorni; i tuoi anni durano di generazione in generazione. Dio, l’Eterno, potrà attuare il ritorno in patria degli esiliati. «Non temete l’insulto degli uomini, non vi spaventate per i loro scherni; poiché le tarme li roderanno come una veste, ma la mia giustizia durerà per sempre, la mia salvezza di generazione in generazione» (Is 51,7-8). 

26In principio tu hai fondato la terra, i cieli sono opera delle tue mani. 27Essi periranno, tu rimani; si logorano tutti come un vestito, come un abito tu li muterai ed essi svaniranno. 28Ma tu sei sempre lo stesso e i tuoi anni non hanno fine. «In Dio non c’è variazione, né ombra di cambiamento» (Gc 1,17). «Io sono l’Alfa e l’Omega. Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente» (Ap 1,8). «Le creature non esistono se non da te, per te ed in te; non sono quel che sei Tu, perché solo Tu sei sempre lo stesso» (Ag37,1312). 

29I figli dei tuoi servi avranno una dimora, la loro stirpe vivrà sicura alla tua presenza. Donerà una dimora permanente ai suoi fedeli: «Vidi anche la città santa, scendere dal cielo, da Dio» (Ap 21,3). «Ci fu una generazione durante la vita di Adamo: essa passò. Da essa anche in quel tempo nacquero alcuni destinati a divenire partecipi dell'eternità di Dio, cioè Abele, Seth, Enoch. Furono poi scelti Abramo, Isacco e Giacobbe, ed ora tutti coloro che sono santi nel nome di Cristo; dopo di noi, tutti coloro che saranno santi, e così ancora fino alla fine del mondo. Da questa serie innumerevole di generazioni se ne ricava una sola: sarà essa a partecipare della tua eternità» (Ag37,1311). 


Salmo 102

1Di Davide. «Tutti gli uomini dovrebbero far proprio questo inno di ringraziamento, perché tutti hanno ottenuto una liberazione ben più grande [della fine dell’esilio in Babilonia] e godono d’una libertà molto migliore» (Td 1685). 

Benedici il Signore, anima mia. «Quando sei uscito dalla chiesa, la tua anima deve continuare a far risuonare le lodi di Dio. Quando attendi a un affare, anche allora la tua anima deve lodare Dio. Quando dormi, la tua anima deve benedire il Signore. Non ti deve tener desto il pensiero di un'azione disonesta» (Ag37,1316).

Quanto è in me benedica il suo santo nome. «Sollecita tutto ciò che ha in sé a lodare Dio; sollecita i pensieri e tutte le forze dell’animo: la ragione, l’intuizione, il desiderio, l’immaginazione, la memoria» (Es23,1261). 

2Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. «La lode che Dio richiede da te, non è per se stesso, ma per te e a te riuscirà utile. Non desidera da te quel che possa ingrandirlo, ma quello che valga a condurti a lui» (Ag37,1318).

3Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità. «[Il versetto anticipa alcuni eventi del Vangelo:] Rievoca il paralitico che si sentì dire: “Ti sono perdonati i peccati; Prendi il tuo lettuccio e cammina” (Cf Mc 2,2). Anche la donna peccatrice ottenne il risanamento e il perdono (Cf Lc. 7,47-48). Lo stesso avvenne al ladrone (Lc 23,43), ai pubblicani, a tutti coloro che s’affidarono a lui» (Td 1685).

4Salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia. «A noi è stata concessa la speranza nella risurrezione perché ci è stata data la caparra dello Spirito» (Td 1685). 

5Sazia di beni la tua vecchiaia, si rinnova come aquila la tua giovinezza. «Quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi (Is 40,31). «L’aquila vola altissima e fissa i raggi del sole. È giusto che l’anima rinnovata venga paragonata ad essa: si parla del suo volo dalla terra al cielo e della vita che avrà una volta pervenuta alla Luce suprema» (Es23,1265). 

6Il Signore compie cose giuste, difende i diritti di tutti gli oppressi. 7Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie, le sue opere ai figli d’Israele. «Tutti i beni (ricordati) provengono dall'abisso della bontà divina, dalla sua misericordia senza limiti, dal mare sconfinato della sua benevolenza» (Td 1689). 

8Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. 9Non è in lite per sempre, non rimane adirato in eterno. «Il Signore passò davanti a [Mosé] proclamando: Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso…» (Es 34,6). «Non ci ha salvati per le nostre buone azioni ma a motivo della sua grande misericordia, mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito (Cf Tt 3,5)» (Td 1688). 

10Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. 11Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono; 12quanto dista l’oriente dall’occidente, così egli allontana da noi le nostre colpe. «Si pecca e si continua a vivere; si bestemmia tutti i giorni, eppure Dio fa sorgere il suo sole sopra i buoni e i cattivi (Cf Mt 5,45). Da ogni parte egli chiama alla correzione ed invita alla penitenza. Perché ti perdona, pensi forse che gli sei gradito? Dio, mentre ti perdona, t'induce a penitenza» (Ag37,1330). 

13Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono, 14perché egli sa bene di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere. «Dio, che ci ha creati, vuole imitare la tenerezza di un padre; verso di noi che eravamo soltanto dei servi ha dimostrato l'amore che si prova verso i figli» (Td 1689). 

15L’uomo: come l’erba sono i suoi giorni! Come un fiore di campo, così egli fiorisce. 16Se un vento lo investe, non è più, né più lo riconosce la sua dimora. «Non deve sorprenderti il fatto che sarai partecipe della eternità del Verbo: egli stesso si è fatto per primo partecipe dell'erba di cui sei fatto tu. Potrà forse negarti quel che per te è infinitamente sublime, se da te ha preso quel che era tanto umile?» (Ag37,1333)

17Ma l’amore del Signore è da sempre, per sempre su quelli che lo temono, e la sua giustizia per i figli dei figli, 18per quelli che custodiscono la sua alleanza e ricordano i suoi precetti per osservarli. «L’amore di Dio per l’uomo custodisce anche per i discendenti la ricompensa dovuta ai loro antenati. Per la giustizia di Abramo, di Isacco e Giacobbe il popolo che discendeva da loro, fu fatto degno della chiamata e di una speciale assistenza divina. Per il mirabile David, Dio custodì inestinguibile la sua stirpe, anche in essa comparvero degli empi» (Es23,1268). «Per l’obbedienza di uno solo [Cristo], tutti saranno costituiti giusti» (Rm 5,19). 

19Il Signore ha posto il suo trono nei cieli e il suo regno domina l’universo. 20Benedite il Signore, angeli suoi, potenti esecutori dei suoi comandi, attenti alla voce della sua parola. 21Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, suoi ministri, che eseguite la sua volontà. «Se ci sono uomini che seguono la vita angelica poiché riproducono in sé l’immagine dell’Uomo celeste e sono in grado di essere esecutori della sua Parola, costoro, essendo simili agli angeli, lo benedicano» (Es23,1269). 

22Benedite il Signore, voi tutte opere sue, in tutti i luoghi del suo dominio. Benedici il Signore, anima mia. «Alzatevi e benedite il Signore, vostro Dio, da sempre e per sempre! Benedicano il tuo nome glorioso, esaltato al di sopra di ogni benedizione e di ogni lode!» (Ne 9,5). 

Salmo 103

Di Davide. Dio vuole ricreare un mondo bello ed ordinato, come alle origini. Ogni rinnovamento nel tempo anticipa quello messianico: «Il salmista preannuncia la venuta del Salvatore: è il Creatore di tutto, è il Redentore di tutti» (Bs 1092). 

1Benedici il Signore, anima mia! «La grazia dello Spirito Santo non ci ispira soltanto degli insegnamenti morali o teologici, ma ci istruisce anche come convenga lodare il Creatore» (Td 1693). «Guardate quello che ha fatto per voi e ringraziatelo con tutta la voce; benedite il Signore che è giusto e date gloria al re dei secoli» (Tb 13,7).

Sei tanto grande, Signore, mio Dio! Sei rivestito di maestà e di splendore. 2Avvolto di luce come di un manto. «Dio abita una luce inaccessibile” (1 Tm 6,16). La sua luce è così abbagliante al punto che nessuno può avvicinarsi ad essa. Se il sole è così luminoso da impedire di poter essere osservato da chi pretenderebbe di fissarlo, quanto più saremo incapaci di contemplare la Luce inaccessibile» (Td 1693.1696). «Se Dio non può essere ancora contemplato, non ha cessato però di mettere sotto i nostri occhi le sue opere. Vedendo le cose che possiamo vedere, impariamo ad amare Colui che non possiamo vedere e quindi, grazie a questo amore, potremo un giorno vederlo» (Ag37,1336).

Tu che distendi i cieli come una tenda, 3costruisci sulle acque le tue alte dimore, fai delle nubi il tuo carro, cammini sulle ali del vento, 4fai dei venti i tuoi messaggeri e dei fulmini i tuoi ministri. (Cf Eb 1,7) Comincia celebrare l’evento della creazione. Dio fissa per sé una tenda e si serve gli elementi naturali più indocili (Cf Td 1696). «Mediante la magnificenza delle creature, constatando la provvidenza che le regge, l’anima apprende a gioire e farsi fiduciosa, tanto da gloriarsi in Dio e da attribuirsi quale proprio Signore il grande Artefice» (Es23,1272). 

5Egli fondò la terra sulle sue basi: non potrà mai vacillare. 6Tu l’hai coperta con l’oceano come una veste; al di sopra dei monti stavano le acque. L’apparizione dell’asciutto, presuppone la separazione delle acque, delle superiori dalle inferiori. «Con terra io intendo la Chiesa. Proprio essa è la terra assetata, essa è colei che parla nei salmi. Sola tra tutti essa dice: la mia anima è come terra senz'acqua dinanzi a te» (Ag37,1349).

7Al tuo rimprovero esse fuggirono, al fragore del tuo tuono si ritrassero atterrite. 8Salirono sui monti, discesero nelle valli, verso il luogo che avevi loro assegnato; 9hai fissato loro un confine da non oltrepassare, perché non tornino a coprire la terra. L’ordinamento delle acque tumultuose si verifica anche nella storia quando cessano gli eventi negativi, come una persecuzione: «Questo si è verificato, o fratelli: fuggirono le acque dinanzi al rimprovero di Dio, perché è in mano di Dio il cuore dei re: egli li ha piegati secondo la sua volontà» (Ag37,1355). 

10Tu mandi nelle valli acque sorgive perché scorrano tra i monti, 11dissetino tutte le bestie dei campi e gli asini selvatici estinguano la loro sete. «Uomini e bestie tu salvi, Signore» (Sal 35). «Dio abbevera le montagne e i campi che sono in esse, non con le sorgenti che sgorgano dai dirupi, ma dalle sue alte stanze, provvedendo dalle altezze celesti piogge sufficienti e moderate. Ha paternamente provveduto per l’uomo una mensa ricca di vari cibi» (Es23,1273). 

«Questo è un discorso utile per quelli che rendono schiavi i loro simili. Servi degli uomini sono soltanto gli esseri irrazionali, mentre tu non ne fai conto. Chi mai può vendere o comperare colui che è fatto a immagine di Dio ed è padrone di tutta la terra? Potrebbe farlo solo Dio, ma neppure lui, perché i suoi doni sono senza pentimento. Se Dio non riduce in schiavitù ciò che è libero, chi anteporrà la propria potestà a quella di Dio? Basta, dunque, con il ridurre a schiavi gli uomini che sono liberi, tanto più che la differenza è solo questa: la stessa polvere che domina o è dominata» (Es23,1276). 

19Hai fatto la luna per segnare i tempi e il sole che sa l’ora del tramonto. «Quaggiù la Chiesa attraversa una temporale vicenda, ma non durerà sempre questa mortalità: passeranno una buona volta le fasi del crescere e del calare, perché è stata fatta a distinzione dei tempi» (Ag37,1373)». 

20Stendi le tenebre e viene la notte: in essa si aggirano tutte le bestie della foresta; 21ruggiscono i giovani leoni in cerca di preda e chiedono a Dio il loro cibo. 22Sorge il sole: si ritirano e si accovacciano nelle loro tane. 23Allora l’uomo esce per il suo lavoro, per la sua fatica fino a sera. Nell’ordine della creazione, tutte le creature convivono in armonia. «Non bisogna dire: “Che cos’è questo? Perché quello?”. Tutto infatti è stato creato con uno scopo preciso» (Sir 39,21). 

24Quante sono le tue opere, Signore! Le hai fatte tutte con saggezza; la terra è piena delle tue creature. «È giunto al massimo dell’entusiasmo. Non sentendosi più capace di lodare il Signore dice: Quante sono le tue opere, Signore! Hai fatto ogni cosa con sapienza, cioé nel Signore Gesù, che è la Sapienza di Dio [Cf 1 Cor 1,30]). Davvero tutte le opere del Signore sono piene di sapienza. Al vedere che la formica sa quando giunge l’inverno e mette da parte le provviste…» (Gr 1134). 

25Ecco il mare spazioso e vasto: là rettili e pesci senza numero, animali piccoli e grandi; 26lo solcano le navi e il Leviatàn che tu hai plasmato per giocare con lui. «Questo dragone, l'antico nostro nemico, si trova in un grande mare. Molti infatti dicono: perché il diavolo ha avuto un potere così vasto? Se non gli viene permesso, non può proprio nulla! Tu agisci in modo che non gli venga permesso nulla contro di te, o - se gli è stato permesso di tentarti - che si abbia a ritirare sconfitto e non ti possa far suo» (Ag37,1379). 

27Tutti da te aspettano che tu dia loro cibo a tempo opportuno. 28Tu lo provvedi, essi lo raccolgono; apri la tua mano, si saziano di beni. «Dio non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge per stagioni ricche di frutti e dandovi cibo in abbondanza per la letizia dei vostri cuori» (At 14,17). 

29Nascondi il tuo volto: li assale il terrore; togli loro il respiro: muoiono, e ritornano nella loro polvere. «Dio dà a tutti la vita, il respiro e ogni cosa. In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17,25.28). «Affinché tutto il creato sussista, c’è bisogno del soffio di vita che è dato da Dio e che per Lui è facile dare e prendere, facendo tutto in modo rapido e senza difficoltà. Ma quello che più è divino è che a noi è stato promesso che saremo trasferiti alla vita perfetta e all’immortalità» (Es23,1288). 

30Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra. «Qui viene preannunciata la risurrezione, la vita nuova mediante il santissimo Spirito» (Es23,1285) «Alcuni spiegano così questi versetti: manderai il tuo Spirito che giunge mediante il santo Battesimo, ed essi saranno formati come nuove creature, come popolo nuovo» (Es23,1288). 

31Sia per sempre la gloria del Signore; gioisca il Signore delle sue opere. 32Egli guarda la terra ed essa trema, tocca i monti ed essi fumano. 33Voglio cantare al Signore finché ho vita, cantare inni al mio Dio finché esisto. «Non dice : Salmeggerò a Dio, ma, al mio Dio, a colui che mi ha creato, che mi ha nutrito, che si è fatto per me autore di ogni bene. Questa aggiunta manifesta grande affetto e familiarità con Lui. Siccome non è in grado di offrirgli alcuna ricompensa adeguata, gli presenta ciò che ha, questo continuo inneggiare, questo consumare in ciò tutta la sua vita. Ascoltino quanti tutto il giorno si logorano in traffici né si volgono una sola volta alla preghiera, ascoltino di quanto siano debitori a Dio. Questo è guadagno nella vita: benedire Dio, e per questo è degno vivere» (Es23,1288). 

34A lui sia gradito il mio canto, io gioirò nel Signore. «Gli sia dolce il mio parlare, perché chi salmeggia dialoga con Dio. La preghiera altro non è se non un dialogare con Dio. Devi qui pensare che la salmodia ha in se stessa la sua ricompensa. Che cosa, può essere paragonabile alla possibilità di dialogare con Dio? L'anima che lo fa, si separa dai tumulti, si trasferisce al cielo, si rende più leggera. Se chi parla con una persona sapiente, trae vantaggio da questo colloquio, quale risultato raccoglierà chi dialoga con Dio?» (Es23,1289). 

Gioirò nel Signore. «Le cose visibili sono certo belle, il cielo ci delizia, il sole ci rallegra ma più che di tutto questo, io mi rallegro nel Creatore. Questa è la mia delizia, questo è il mio piacere, in questo ho beni senza fine» (Es23,1289). 

35Scompaiano i peccatori dalla terra e i malvagi non esistano più. Benedici il Signore, anima mia. Alleluia. «Non esista più l’empio perché ormai ha cambiato vita. Come chi prega perché non vi siano malati, poveri, non prega perché siano distrutti uomini del genere, ma desidera che scompaiono la malattia e la povertà, allo stesso modo ognuno dei santi pregava perché fosse eliminato ciò che fa guerra alla natura èil peccato]» (Es23,1292). 

Salmo 104

Lode a Dio e azione di grazie per la protezione donata al suo popolo, in modo particolare negli eventi dell’Esodo. Egli può rinnovare per gli esiliati i prodigi operati un tempo per i loro padri. La terra promessa viene donata di nuovo perché vi si stabilisca un popolo dedito alla Legge. 

1Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere. «Li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio» (At 2,11). «Magnificate il suo nome e proclamate la sua lode, e nella vostra acclamazione dite così: Quanto sono belle tutte le opere del Signore! Ogni suo ordine si compirà a suo tempo!» (Sir 39,15-16).

2A lui cantate, a lui inneggiate, meditate tutte le sue meraviglie. “Sichù be kol-nifleotàv”; sich significa meditare, recitare, ossia ripetere a voce alta i testi sacri. 

3Gloriatevi del suo santo nome: gioisca il cuore di chi cerca il Signore. «Veniamo invitati a non riporre la fiducia nelle ricchezze, nella forza o nella potenza, ma nella conoscenza di Dio e nella sua provvidenza. L'apostolo, a sua volta, attesta: “Chi si gloria, si glori del Signore” (2 Cor 10,17). Geremia dichiara: “Chi vuol vantarsi, si vanti di avere senno e di conoscere me, perché io sono il Signore che pratico la bontà, il diritto e la giustizia sulla terra, e di queste cose mi compiaccio” (Ger 9,22-23)» (Td 1709). 

4Cercate il Signore e la sua potenza, ricercate sempre il suo volto. L’invito iniziale al ringraziamento viene ribadito nell’esortazione a partecipare al culto del tempio (cercare Dio) in modo degno. Molti Israeliti «mangiarono la Pasqua senza fare quanto è prescritto. Ezechia pregò per loro: «Il Signore che è buono liberi dalla colpa chiunque abbia il cuore disposto a cercare Dio» (2 Cr 30,18). 

5Ricordate le meraviglie che ha compiuto, i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca, 6voi, stirpe di Abramo, suo servo, figli di Giacobbe, suo eletto. I grandi eventi salvifici si ricordano perché si rinnovino anche al presente. Tuttavia «molte cose ci ostacolano nella ricerca di Lui, quali il trambusto negli affari, le ribellioni della carne, gli assalti dei demoni, l’indolenza della volontà. Se ci libereremo da tutte queste cose, lo troveremo presto» (Es23,1301). 

7È lui il Signore, nostro Dio: su tutta la terra i suoi giudizi. «Quando i pagani, per natura agiscono secondo la Legge, essi, pur non avendo Legge, sono legge a se stessi. Essi dimostrano che quanto la Legge esige è scritto nei loro cuori» (Rm 2,14-15). 

8Si è sempre ricordato della sua alleanza, parola data per mille generazioni, 9dell’alleanza stabilita con Abramo e del suo giuramento a Isacco. 10L’ha stabilita per Giacobbe come decreto, per Israele come alleanza eterna, 11quando disse: «Ti darò il paese di Canaan come parte della vostra eredità». L’oggetto primario del ringraziamento è la fedeltà di Dio, manifestata nel dono della terra, promessa ai Patriarchi. Il ricordo di questa promessa gratuita rinfranca gli esiliati. Per i cristiani, «la terra promessa che stilla latte e miele significa la grazia che fa gustare quanto è soave il Signore. Non tutti però raggiungono la grazia, perché “non di tutti è la fede” (2 Ts 3,2)» (Ag37,1394). 

12Quando erano in piccolo numero, pochi e stranieri in quel luogo, 13e se ne andavano di nazione in nazione, da un regno a un altro popolo, 14non permise che alcuno li opprimesse e castigò i re per causa loro: 15«Non toccate i miei consacrati, non fate alcun male ai miei profeti». Comincia il racconto delle azioni solidali di Dio nella storia del suo popolo e il salmista rievoca, per prima, quelle dell’epoca dei Patriarchi. «Rese Isacco degno di grande rispetto da parte degli abitanti di Canaan (Cf Gen 26,10). Minacciò Labano che si era proposto di fare del male a Giacobbe: “Guardati neppure dal dire qualcosa di male contro il mio servo” (Gen 31,24). Chiama i patriarchi consacrati non perché fossero stati davvero unti con l'olio sacro ma perché erano stati eletti da Lui. Dio stesso considerò Abramo profeta (Gen 20,7)» (Td 1713). 

16Chiamò la carestia su quella terra, togliendo il sostegno del pane. 17Davanti a loro mandò un uomo, Giuseppe, venduto come schiavo. 18Gli strinsero i piedi con ceppi, il ferro gli serrò la gola, 19finché non si avverò la sua parola e l’oracolo del Signore ne provò l’innocenza. 20Il re mandò a scioglierlo, il capo dei popoli lo fece liberare; 21lo costituì signore del suo palazzo, capo di tutti i suoi averi, 22per istruire i principi secondo il suo giudizio e insegnare la saggezza agli anziani. «Giuseppe fu venduto come schiavo. Quando questo avvenne, ci fu un peccato dei suoi fratelli, eppure [per loro tramite] Dio mandò Giuseppe in Egitto. Bisogna dunque considerare in questo avvenimento come Dio si serva in bene delle opere cattive degli uomini, allo stesso modo che questi, invece, si servono male delle opere buone di Dio» (Ag37,1396). «Se in questo mondo sono violente le tentazioni cui andate incontro, pensate a Giuseppe nel carcere e a Gesù sulla croce» (Ag37,1404). 

23E Israele venne in Egitto, Giacobbe emigrò nel paese di Cam. 24Ma Dio rese molto fecondo il suo popolo, lo rese più forte dei suoi oppressori. 25Cambiò il loro cuore perché odiassero il suo popolo e agissero con inganno contro i suoi servi. 26Mandò Mosè, suo servo, e Aronne, che si era scelto: 27misero in atto contro di loro i suoi segni e i suoi prodigi nella terra di Cam. «Volendo accordare al popolo la sua visita, lo espone a tentazioni per indurlo ad invocare Lui. Agisce in modo opportuno. Infatti quando godettero molto agio, dimenticarono il Dio dei loro padri e divennero idolatri» (Es23,1309). 

37Allora li fece uscire con argento e oro; nelle tribù nessuno vacillava. 38Quando uscirono, gioì l’Egitto, che era stato colpito dal loro terrore. 39Distese una nube per proteggerli e un fuoco per illuminarli di notte. 40Alla loro richiesta fece venire le quaglie e li saziò con il pane del cielo. 41Spaccò una rupe e ne sgorgarono acque: scorrevano come fiumi nel deserto. «Sottrasse il primo popolo dalla tirannia del faraone, ma il secondo da quella del demonio. L'antico popolo fu guidato nel passaggio del mar Rosso ma il nuovo nell'acqua del battesimo; nutrì l'uno con il pane celeste e l'atro con il Pane vivo che scende dal cielo; al primo concesse la terra promessa ai padri, all'altro donò la terra dei viventi promessa ai santi» (Gero 699).

42Così si è ricordato della sua parola santa, data ad Abramo suo servo. Nuova menzione della fedeltà di Dio. «Egli è la Roccia: perfette le sue opere, giustizia tutte le sue vie; è un Dio fedele e senza malizia, egli è giusto e retto» (Dt 32,4). «Anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, consegnino la loro vita al Creatore fedele, compiendo il bene» (1 Pt 4,19). 

43Ha fatto uscire il suo popolo con esultanza, i suoi eletti con canti di gioia. I cristiani hanno vissuto un nuovo Esodo: «Ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore» (Col 1,12-13). 

44Ha dato loro le terre delle nazioni e hanno ereditato il frutto della fatica dei popoli, 45perché osservassero i suoi decreti e custodissero le sue leggi. Alleluia. «Non pensate che Egli sia adorato dai suoi fedeli a motivo dei beni terreni, di cui fa dono anche a chi lo bestemmia, ma “cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta (Mt 6,33)» (Ag37,1404). «Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri di un tempo, quando eravate nell’ignoranza, ma, come il Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta» (1 Pt 1,14-15).

Salmo 105

1Alleluia. Rendete grazie al Signore, perché è buono, perché il suo amore è per sempre. «Questi due salmi, l’attuale e il precedente, sono strettamente collegati tra loro: in uno di essi - quello che precede - viene esaltato il popolo di Dio nei suoi eletti, in coloro nei quali Dio trova il suo compiacimento; in quest'altro, sono ricordati coloro che, in seno al medesimo popolo, amaramente provocarono Dio, ed ai quali tuttavia non mancò la misericordia divina» (Ag37,1403). 

2Chi può narrare le prodezze del Signore, far risuonare tutta la sua lode? La lode di Dio (tehillatò) si dispiega nel nel ricordo delle prodezze del Signore (ghevuròt) a nostro favore; la lode è un ringraziamento intensificato che, dalle considerazione dei benefici ricevuti, passa a celebrare il Donatore. Un caso particolare è dato nella confessione dei peccati: «Quando uno confessa i suoi peccati, deve confessarli insieme con la lode di Dio. Non è un atto di pietà la confessione dei peccati se non si risolve in un fiducioso e diretto ricorso alla misericordia di Dio. Essa dunque comprende la lode divina, sia quando nelle parole che usa lo chiama buono e misericordioso, sia quando con il solo sentimento del cuore, lo crede tale» (Ag37,1403).

3Beati coloro che osservano il diritto e agiscono con giustizia in ogni tempo. La beatitudine, la realizzazione massima dell’uomo e della glorificazione di Dio sta nella santificazione permanente. «Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Lc 11,28). 

4Ricordati di me, Signore, per amore del tuo popolo, visitami con la tua salvezza, perché io veda il bene dei tuoi eletti, gioisca della gioia del tuo popolo, mi vanti della tua eredità. «Il salmista assume la funzione di rappresentante delle le persone più devote, quelle che si rattristano per le sofferenze patite dal popolo e invocano il perdono» (Td 1721.1724). 

6Abbiamo peccato con i nostri padri, delitti e malvagità abbiamo commesso. Primo peccato: la mancanza di fede al mar Rosso (Cf Es 14,6-7). Gli Israeliti, in seguito, si comportarono allo stesso modo dei loro antenati, peccarono con loro perché mancarono di fede come loro: «Abbiamo peccato come i nostri padri, abbiamo ricevuto da loro l’abitudine a trasgredire le tue leggi, come se fosse un’eredità ricevuta da loro» (Td 1724). «In tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato» (Rm 5,12). 

7I nostri padri, in Egitto, non compresero le tue meraviglie, non si ricordarono della grandezza del tuo amore e si ribellarono presso il mare, presso il Mar Rosso. «Voi avete visto quanto il Signore ha fatto sotto i vostri occhi, nella terra d’Egitto, le prove grandiose che i tuoi occhi hanno visto, i segni e i grandi prodigi. Ma fino a oggi il Signore non vi ha dato una mente per comprendere né occhi per vedere né orecchi per udire» (Dt 29,1-3). 

8Ma Dio li salvò per il suo nome, per far conoscere la sua potenza.9Minacciò il Mar Rosso e fu prosciugato, li fece camminare negli abissi come nel deserto. 10Li salvò dalla mano di chi li odiava, li riscattò dalla mano del nemico. 11L’acqua sommerse i loro avversari, non ne sopravvisse neppure uno. 12Allora credettero alle sue parole e cantarono la sua lode. Dio rimane fedele nei confronti del popolo incredulo il quale corrisponde con una fiducia tardiva e passeggera. 

13Presto dimenticarono le sue opere, non ebbero fiducia nel suo progetto, 14arsero di desiderio nel deserto e tentarono Dio nella steppa. 15Concesse loro quanto chiedevano e li saziò fino alla nausea. Secondo peccato: l’ingordigia (Cf Nm 11,4-6). «Pur avendo ottenuto molte prove e molti pegni della potenza divina, non chiesero [a Dio] che donasse loro il necessario, né si aspettarono che Dio provvedesse loro. Il salmista considera il loro desiderio una richiesta esplicita. Dio concesse loro abbondanza di carne, pane, acqua dolcissima, nonostante la loro incredulità» (Td 1725). 

16Divennero gelosi di Mosè nell’accampamento e di Aronne, il consacrato del Signore. 17Allora si spalancò la terra e inghiottì Datan e ricoprì la gente di Abiràm. 18Un fuoco divorò quella gente e una fiamma consumò quei malvagi. Terzo peccato: rifiuto dell’autorità degli inviati di Dio. «Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi e devono renderne conto, affinché lo facciano con gioia e non lamentandosi. Ciò non sarebbe di vantaggio per voi» (Eb 13,17). 

20Si fabbricarono un vitello sull’Oreb, si prostrarono a una statua di metallo; scambiarono la loro gloria con la figura di un toro che mangia erba. Quarto peccato: l’idolatria. «Sul monte, poi, apparve Dio nella sua maestà e diede la Legge nel timore. Proprio in quel luogo, invece, mostrarono la peggiore empietà: adorarono un manufatto» (Td 1728). 

21Dimenticarono Dio che li aveva salvati, che aveva operato in Egitto cose grandi, 22meraviglie nella terra di Cam, cose terribili presso il Mar Rosso. 23Ed egli li avrebbe sterminati, se Mosè, il suo eletto,  non si fosse posto sulla breccia davanti a lui pe impedire alla sua collera di distruggerli. Quando Dio disse a Mosè: “Lascia che li distrugga per fare di te un nuovo popolo”, questi gli rispose: “Se vuoi perdonare le loro colpe, fallo pure ma se non perdoni loro, cancella anche me dal libro della vita” (Es 32,10. 32). «Questo dimostra quanto valore abbia davanti a Dio l'intercessione dei santi in favore degli altri» (Ag37,1412). «Abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto» (Gv 2,1). Egli «può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: è sempre vivo per intercedere a loro favore» (Eb 7,24-25). 

24Rifiutarono una terra di delizie, non credettero alla sua parola. 25Mormorarono nelle loro tende, non ascoltarono la voce del Signore. 26Allora egli alzò la mano contro di loro, giurando di abbatterli nel deserto, 27di disperdere la loro discendenza tra le nazioni e disseminarli nelle loro terre. Quinto peccato: il rifiuto di entrare nella terra promessa per paura. «Quando Dio ordinò agli Israeliti di entrare nella terra promessa, presi da grande viltà, si opposero con fermezza; dichiararono che i Cananei erano molto forti, al punto che non sarebbero stati in grado di contrastarli. Sarebbe stato molto opportuno che si fidassero di chi li aveva salvati» (Td 1728.1729). 

28Adorarono Baal-Peor e mangiarono i sacrifici dei morti. 29Lo provocarono con tali azioni, e tra loro scoppiò la peste. 30Ma Fineès si alzò per fare giustizia: allora la peste cessò. 31Ciò fu considerato per lui un atto di giustizia di generazione in generazione, per sempre. Sesto peccato: il culto di Baal-Peor. Si congiunsero con donne Moabite, e accolsero i loro empi culti. Finees colpì con una lancia un israelita che stava per unirsi ad una moabita. (Cf Nm 25,7). «Ora se Finees avesse fatto questo per odio verso i trasgressori, e non per amore, non gli sarebbe stato attribuito a giustizia, ma egli era divorato dallo zelo per la casa di Dio. Dopo la rivelazione del Nuovo Testamento, certo, la disciplina voluta dal Signore Gesù Cristo è più dolce, ma la minaccia della geenna è più terribile di quelle proferite da Dio, secondo l'economia di quei tempi» (Ag37,1413). 

32Lo irritarono anche alle acque di Merìba e Mosè fu punito per causa loro: 33poiché avevano amareggiato il suo spirito ed egli aveva parlato senza riflettere. Settimo peccato: Mosè viene indotto al dubbio (Cf Nm 20,1-13). Il profeta «esitò come se Dio, il quale aveva già operato sì grandi prodigi, non potesse far sgorgare l'acqua dalla roccia. Turbato infatti dalla mormorazione del suo popolo infedele, non conservò la fiducia nella misura dovuta» (Ag37,1414). 

34Non sterminarono i popoli come aveva ordinato il Signore, 35ma si mescolarono con le genti e impararono ad agire come loro. 36Servirono i loro idoli e questi furono per loro un tranello. 37Immolarono i loro figli e le loro figlie ai falsi dèi. 38Versarono sangue innocente, il sangue dei loro figli e delle loro figlie, sacrificati agli idoli di Canaan, e la terra fu profanata dal sangue. Ottavo peccato: l’accettazione dei costumi pagani. «Dio vietava la relazione per impedire una commistione; permetteva un male minore per evitarne uno peggiore. Gli israeliti trasgredirono anche questo comando; si mescolarono con i malvagi e imitarono le loro iniquità» (Td 1732). Il popolo di Dio rischia sempre di contaminarsi con usi pagani. «Ho da rimproverarti alcune cose: presso di te hai seguaci della dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei figli d’Israele, spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e ad abbandonarsi alla prostituzione» (Ap 2,14). 

40L’ira del Signore si accese contro il suo popolo ed egli ebbe in orrore la sua eredità. 41Li consegnò in mano alle genti, li dominarono quelli che li odiavano. 42Li oppressero i loro nemici: essi dovettero piegarsi sotto la loro mano. «In Dio non esiste passione, e solo per un'abituale metafora questo nome dell’ira designa il potere vendicativo. Se li ha chiamati eredità di Dio, è evidente che non per perderli, ma per correggerli egli li ebbe in abominio e li abbandonò in balia dei nemici» (Ag37,1415).

43Molte volte li aveva liberati, eppure si ostinarono nei loro progetti e furono abbattuti per le loro colpe; 44ma egli vide la loro angustia, quando udì il loro grido. 

45Si ricordò della sua alleanza con loro e si mosse a compassione, per il suo grande amore. 46Li affidò alla misericordia di quelli che li avevano deportati. 47Salvaci, Signore Dio nostro, radunaci dalle genti, perché ringraziamo il tuo nome santo: lodarti sarà la nostra gloria.

Infine viene celebrato il perdurare della fedeltà di Dio nei confronti del popolo, nonostante l’indegnità di quest’ultimo. Gli esiliati, che hanno sperimentato il perdono e il soccorso di Dio già nel corso della loro schiavitù, ora possono sperare anche nel ritorno in patria: «Se li affliggeva con una pena, poi ritornava ad essere misericordioso con loro» (Td 1733). Termina il quarto libro dei Salmi. 

Salmo 106

Inizia il quinto libro dei Salmi (106-150). Inno di ringraziamento innalzato da persone radunate in patria, scampate da vari pericoli: smarrimento nel deserto, prigionia, malattia mortale, naufragio. Ogni altra situazione problematica della vita è implicata. «È in ognuno di noi, singolarmente preso, che accadono queste cose che sono state scritte, ed accadono quindi nel popolo: siamo stati riscattati dal potere dei nemici per il sangue prezioso di Cristo» (Ag37,1420).

1Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. 2Lo dicano quelli che il Signore ha riscattato, che ha riscattato dalla mano dell’oppressore 3e ha radunato da terre diverse, dall’oriente e dall’occidente, dal settentrione e dal mezzogiorno. Ringraziamento per il raduno dei figli di Dio. «Io salvo il mio popolo dalla terra d’oriente e d’occidente; li ricondurrò ad abitare in Gerualemme; saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio» (Zc 8,7-8). «Gesù doveva morire per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi» (Gv 11,51-52). «Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32). 

1. Ritorno dal deserto

4Alcuni vagavano nel deserto su strade perdute, senza trovare una città in cui abitare. 5Erano affamati e assetati, veniva meno la loro vita. 6Nell’angustia gridarono al Signore ed egli li liberò dalle loro angosce. Gli uomini che si erano perduti nel deserto, sono invitati a ringraziare il Signore. Tutti gli uomini hanno sperimentato il deserto, ebrei e pagani: «Babilonia era un deserto arido perché priva di Dio. Tutti i pagani, che s'accostavano alla fede di Cristo, erano stati prima uomini senza speranza (Cf Ef 2,12)» (Td 1737). «La liberazione degli Ebrei fu un evento stupendo e generoso, ma ancora più mirabile, scaturito da un amore ancora più grande, fu la salvezza del mondo e il suo mutamento in meglio. Dio non compì tutto questo in base ai nostri meriti ma ci salvò a motivo della sua misericordia» (Td 1740). 

7Li guidò per una strada sicura, perché andassero verso una città in cui abitare. I cristiani di venire condotti nella Gerusalemme del cielo, presso il Pafre. Abbiamo «piena libertà di entrare nel santuario [del cielo] per mezzo del sangue di Gesù, per questa via nuova e vivente» (Eb 10,19-0). 

8Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini, 9perché ha saziato un animo assetato, un animo affamato ha ricolmato di bene. «Non avranno più fame, né avranno più sete. L’Agnello sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita» (Ap 7,16-17). 

2. Nel carcere

10Altri abitavano nelle tenebre e nell’ombra di morte, prigionieri della miseria e dei ferri, 11perché si erano ribellati alle parole di Dio e avevano disprezzato il progetto dell’Altissimo. Ringraziamento per la liberazione dalla prigionia. Chiama miseria e ceppi «il trovarsi in un condizione estrema al quale non è possibile sfuggire. Per gli Ebrei sarebbe stato impossibile liberarsi dalla prigionia in Babilonia e per l'umanità dal potere della morte. Soltanto la misericordia divina ha potuto soccorrere gli uni e gli altri liberandoli dal loro dominatore e offrire il rimedio a dei mali tanto opprimenti» (Td 1741). 

12Egli umiliò il loro cuore con le fatiche: cadevano e nessuno li aiutava. 13Nell’angustia gridarono al Signore, ed egli li salvò dalle loro angosce. «Con un giogo sul collo siamo perseguitati, siamo sfiniti, non c’è per noi riposo» (Lm 5,5). 

 14Li fece uscire dalle tenebre e dall’ombra di morte espezzò le loro catene. 15Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini, 16perché ha infranto le porte di bronzo e ha spezzato le sbarre di ferro. «Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù» (Gal 5,1). «La stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rm 8,20).

3. Nella malattia

17Altri, stolti per la loro condotta ribelle, soffrivano per le loro colpe; 18rifiutavano ogni sorta di cibo e già toccavano le soglie della morte. 

Ringraziamento per la guarigione da una malattia mortale, caratterizzata da una totale inappetenza. Il popolo rifiutò il cibo della manna: «Ora la nostra gola inaridisce; non c’è più nulla, i nostri occhi non vedono altro che questa manna» (Nm 11,5-6). «I pagani, non vollero alimentarsi apprendendo gli insegnamenti dei loro filosofi, al punto da eliminare o torturare alcuni di loro. Ciò nonostante Dio, Padre di tutti, procurò loro il cibo che dona l’immortalità e li spinse ad assumerlo con grande disponibilità, per farli attraversare le soglie della morte» (Td 1741). Molti rifiutano il banchetto del Regno: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi» (Lc 14,17-18). 

 19Nell’angustia gridarono al Signore, ed egli li salvò dalle loro angosce. 20Mandò la sua parola, li fece guarire e li salvò dalla fossa. 21Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini. 22Offrano a lui sacrifici di ringraziamento, narrino le sue opere con canti di gioia. «Fu mandato Raffaele a guarire» (Tb 3,17). «Folle numerose venivano per ascoltare [Gesù] e farsi guarire dalle loro malattie» (Lc 5,15). 

4. Scampato naufragio

23Altri, che scendevano in mare sulle navi, commerciavano sulle grandi acque, 24videro le opere del Signore e le sue meraviglie nel mare profondo. 25Egli parlò e scatenò un vento burrascoso, che fece alzare le onde: 26salivano fino al cielo, scendevano negli abissi; si sentivano venir meno nel pericolo. 27Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi: tutta la loro abilità era svanita. 28Nell’angustia gridarono al Signore, ed egli li fece uscire dalle loro angosce. 29La tempesta fu ridotta al silenzio, tacquero le onde del mare. 30Al vedere la bonaccia essi gioirono, ed egli li condusse al porto sospirato. Ringraziamento per uno scampato naufragio. «Se dovrai attraversare le acque, sarò con te» (Is 43,2). «Allora vollero prendere Gesù sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti» (Gv 6,21). 

Appendice al salmo: meditazione sull’agire di Dio e rendimento di grazie.

31Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini. 32Lo esaltino nell’assemblea del popolo, lo lodino nell’adunanza degli anziani. Il salmista enuncia dei mutamenti operati dal Signore. «Ogni sua disposizione avrà luogo a suo tempo» (Sir 39,16). 

Primo mutamento: il terreno irrigato diventa riarso, come punizione per il peccato ma, in seguito, ritorna irriguo e abitabile.

33Cambiò i fiumi in deserto, in luoghi aridi le fonti d’acqua 34e la terra fertile in palude, per la malvagità dei suoi abitanti. 35Poi cambiò il deserto in distese d’acqua e la terra arida in sorgenti d’acqua. 36Là fece abitare gli affamati, ed essi fondarono una città in cui abitare. 37Seminarono campi e piantarono vigne, che produssero frutti abbondanti. «Il suolo riarso si muterà in sorgenti d’acqua. Vi cammineranno i redenti» (Is 35,7-9). «I cieli si dissolveranno e gli elementi incendiati si fonderanno! Noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova» (2 Pt 3,12-13). 

Secondo mutamento: la popolazione viene incrementata e, in seguito, diminuita: i potenti vengono umiliati e i poveri esaltati.

38Li benedisse e si moltiplicarono, e non lasciò diminuire il loro bestiame. 39Poi diminuirono e furono abbattuti dall’oppressione, dal male e dal dolore. 40Colui che getta il disprezzo sui potenti li fece vagare nel vuoto, senza strade. 41Ma risollevò il povero dalla miseria e moltiplicò le sue famiglie come greggi. «Sui potenti getta il disprezzo e allenta la cintura dei forti. Rende grandi i popoli e li fa perire, fa largo ad altri popoli e li guida» (Gb 12,21-23). «Il Signore fa morire e fa vivere, scendere agli inferi e risalire. Solleva dalla polvere il misero» (1 Sam 2,6.8). «Dio ha scelto ciò che nel mondo è disprezzato, per ridurre al nulla le cose che sono» (1 Cor 1,28). 

42Vedano i giusti e ne gioiscano, e ogni malvagio chiuda la bocca. «Ecco, se egli demolisce, non si può ricostruire, se imprigiona qualcuno, non c’è chi possa liberarlo. Se trattiene le acque, vi è siccità, se le lascia andare, devastano la terra» (Gb 12,14-15). 

43Chi è saggio osservi queste cose e comprenderà l’amore del Signore. I giusti imparano a riconoscere la sapienza provvidenziale dell’agire di Dio. «A un suo comando si realizza quanto egli vuole. Non c’è da dire: “Che è questo? Perché quello” poiché tutte le cose sono create per un fine» (Sir 39,19-21). 

Nessun commento:

Posta un commento